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Archivio del 10 maggio 2007

giovedì, 10 maggio 2007

LA VENTESIMA EDIZIONE DELLA FIERA INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO

Al Lingotto si festeggia la cifra tonda. Già. Vent’anni non sono mica pochi.

Sinceri auguri e complimenti agli organizzatori!

Quest’anno non salirò. Preferisco seguire l’evento a distanza, rimanendo buono e cheto dalle mie parti.

Però consentitemi di dedicare alla XX edizione della Fiera Internazionale del libro di Torino (che si svolgerà dal 10 al 14 maggio) questo post. Tutti i frequentatori di Letteratitudine sono invitati ad alimentarlo. È ovvio che sarebbe interessante leggere i commenti di chi avrà la possibilità di varcare i cancelli ed entrare nella bolgia libresca; ma saranno altrettanto graditi gli interventi di tutti coloro che avranno voglia di dire semplicemente la loro. Scrivete considerazioni, commenti, segnalazioni di qualunque tipo purché, s’intende, connessi alla Fiera.

Di seguito potete leggere un mio articolo che scrissi e pubblicai su un magazine letterario in occasione della diciannovesima edizione. Ho il vago presentimento che parte delle considerazioni scritte allora potrebbero riciclarsi per commentare la Fiera di quest’anno.

Un caro saluto!

Considerazioni sulla 19^ Fiera Internazionale del libro di Torino

di Massimo Maugeri

Le cifre sono da record e il direttore, Ernesto Ferrero, ha colto tutte le occasioni possibili per esternare la sua incontenibile soddisfazione. Intanto sono aumentati gli editori presenti (che hanno raggiunto la ragguardevole quota di 1.263 unità), mentre i visitatori hanno sfiorato il tetto delle 300.000 presenze. Gli incontri sono stati più di 800 e hanno coinvolto all’incirca 2.500 relatori. Secondo Ferrero (come è riportato in una delle note divulgate dall’ufficio stampa della fiera), il successo del 2006 nasce da una combinazione di fattori: "La qualità del programma, la convinzione degli editori, la straordinaria copertura mediatica, perfino la bellezza degli stand". .

Anche gli espositori pare abbiano esternato grande soddisfazione. Ci basiamo ancora sulle informazioni divulgate dal succitato ufficio stampa: "In quest’edizione della Fiera abbiamo venduto il 25% in più rispetto all’anno scorso. Era da tanto che non registravamo un dato così importante" afferma Renzo Ginepro, direttore commerciale di Adelphi, il cui titolo più venduto è "David Golder", il nuovo romanzo di Irène Némirovsky. "Siamo ancora più soddisfatti che nella passata edizione" esclamano i responsabili dello stand Einaudi. Per lo Struzzo il libro che ha ottenuto maggior successo è "La differenza cristiana" di Enzo Bianchi. Fabio Volo con il suo "Un posto nel mondo" è campione di incassi allo stand di Mondadori, dove sono tutti contenti per l’esito della Fiera e da buoni milanesi non risparmiano la battuta: "È ormai un appuntamento consolidato bisogna fare i complimenti ai torinesi che sono riusciti a non farsela portare via". "La Fiera è più ricca, ci sono più stand e più incontri" fanno eco allo stand Rizzoli, dove Paulo Coelho è lo scrittore più gettonato. Pollice in su anche presso lo spazio Feltrinelli: qui i più venduti sono "Tre metri sopra il cielo" e "Tutto il Grillo che conta”. Più 20% di venduto rispetto allo scorso anno per Giunti Editore: tra i titoli più richiesti, "Atlanti di Voyager" di Roberto Giacobbo. Prima volta a Torino per il neonato Gruppo Mauri Spagnol, formato da Garzanti, Longanesi, Guanda, Corbaccio, Ponte alle Grazie, Vallardi, Tea, Nord, Pro libro e Salani: lo stand ha visto come campioni di incassi i libri di e su Tiziano Terzani. Per finire, un gradito ritorno dopo sei anni di assenza: Mursia. "La Fiera è cambiata in meglio. Agli organizzatori riconosciamo il merito di svolgere ruolo importante per la diffusione della lettura – affermano i responsabili della casa editrice. E ancora: "La Fiera ha tolto la polvere ai libri e ne ha fatto uno spettacolo vivo". In cima alla vendite per Mursia, il "Il manipolatore di sogni" di Dario Camillotto. Soddisfazione, in alcuni casi, anche da parte della piccola editoria. Salta all’occhio quanto sostenuta dalla Pendragon: "Abbiamo venduto il 75% in più dell’anno scorso".

Ma lasciamo le cifre e abbandoniamoci a considerazioni personali; anche perché sono molte le cose che ti possono capitare nel corso di una megakermesse di libri come quella di Torino.

Ti può capitare, ad esempio, che nel corso del viaggio d’andata (sul volo Catania – Torino, via Roma) all’aeroporto della capitale si verifichi un problema all’impianto idraulico del velivolo Alitalia dove ti hanno appena fatto imbarcare e che il tuo disappunto si unisca, con casuale cacofonica concomitanza, a quello della persona che ti siede accanto (nella fattispecie un distinto signore di una certa età che ti pare di aver visto da qualche parte ma non ricordi dove). A quel punto ti può capitare che ti facciano scendere e ti rispediscano al gate in attesa dell’arrivo di un nuovo aereo. Magari perdi quasi due ore, però nel frattempo hai la possibilità di conoscere Corrado Augias e di scambiare con lui un paio di battute. Poi ti fanno risalire, ti rituffi in poltrona e accanto a te vedi accomodarsi il distinto signore di prima. Solo una volta atterrati a Torino, però, dopo che il distinto signore ti saluta garbatamente e si allontana, lo riconosci: era Asor Rosa.

La prima volta che metti piede nei locali della Fiera ti può capitare di doverti districare, con un certo imbarazzo, in mezzo a una fiumana di ragazzini ipereccitati che sembrano provenire da ognidove e da ogniquando (appunto per i visitatori della prossima edizione: evitare la giornata dedicata alle scuole!). E lo fai cercando di non soccombere al peso elencotelefonichesco del volume che ti hanno appioppato all’ingresso contenente la lista degli espositori con informazioni annesse. Così caracolli tra uno stand e l’altro compulsando il programma al fine di identificare luoghi, date e orari di conferenze e tavole rotonde che più si confanno ai tuoi interessi. Ce n’è per tutti i tipi e per tutti i gusti, con il coinvolgimento di tutti gli spazi appositamente adibiti all’interno del Lingotto: Sala Gialla, Sala Azzurra, Sala Blu, Sala Rossa, Sala Bianca, Sala Arancio, Caffè letterario, Spazio autori A, Spazio autori B, Piazza Italia, Spazio per i libri, Arena Piemonte. Provi a memorizzare la planimetria della fiera che trovi stampata alla fine della brochure. La fissi, la ri-fissi, la ri-ri-fissi. Poi però rinunci perché se provi a recarti, senza aiuto della guida, alla Sala Rossa finisci con il ritrovarti dinanzi alla Sala Blu e se qualcuno ti domanda a bruciapelo dove si trova Piazza Italia ti viene istintivamente di rispondere: “All’interno del padiglione 2”, anziché del padiglione 3. Ti rassegni, allora, a camminare con programma e planimetria in tasca (che è sempre bene avere a portata di mano anche perché – a dire il vero – la scelta del convegno “giusto” non è impresa da poco considerando che, spesso, gli eventi che ti interessano sono programmati alla stessa ora).

Di tanto in tanto decidi di andare in giro miscelandoti tra i visitatori e gli operatori che vagolano da un capo all’altro della fiera come formiche impazzite. Lo fai scegliendo percorsi alternativi, forse inconsapevolmente ispirato da cacofonici sottofondi capaci di causare un fastidioso senso di ottundimento. In un modo o nell’altro, però, ti ritrovi sempre allo stesso dannato punto. E ti viene il sospetto che qualcuno, esperto in stregoneria applicata agli itinerari, ti abbia inflitto la maledizione (ineludibile e angosciosa) della circolarità dei percorsi libresco-culturali.

Nell’ambito delle tue peregrinazioni ti può capitare di imbatterti nello stand della Fazi e notare una ragazza bassina dal visino d’angelo e dai molteplici ruoli: dà informazioni sui libri, firma autografi, si fa fotografare e… batte cassa. “Nove euro e cinquanta, grazie”, dice. Si chiama Melissa P. e non si capisce bene se sia un’impiegata schiavizzata o la padrona della baracca.

Ci sono altre cose che non ti sono del tutto chiare. Non capisci – ad esempio – perché la gente si affanni ad accalcarsi con particolare ostinazione all’interno degli stand dei grandi editori per trovare gli stessi identici libri disponibili in ogni comune libreria o negli ipermercati. Non solo. Vedi uscire da quegli spazi sovraffollati uomini, donne e bambini con buste ricolme di volumi e sorrisi indecifrabili non di certo attribuibili ad alcuna sorta di sconto o agevolazione. Perché i grandi editori si guardano bene dal praticare sconti alla Fiera del libro di Torino. Solo i piccoli (e alcuni dei medi) hanno spinto la loro generosità in direzione di sconti rivolti per lo più a libri che hanno tutta l’aria di meritarsi l’appellativo di “invendibili” o di “mere scorte di magazzino”.

C’è di tutto, dicevamo, alla kermesse libresca torinese. Dai convegni di alta letteratura agli incontri popolari, dalle tavole rotonde di addetti ai lavori ai ritrovi adolescenziali; come quello ha coinvolto un cospicuo nugolo di ragazze trepidanti e l’autore del già citato bestseller “Tre metri sopra il cielo”; autore che – con un disdicevole gioco onomatopeico – potremmo etichettare come rappresentante principe della letteratura “mocciosa”.

Poi ti possono capitare anche vicende alla “what if… ?” (cioè “Cosa succederebbe – o cosa faresti – se… ?”). Può accadere – per esempio – che un noto scrittore (e amico), nel corso di un convegno che si svolge durante la mattina del secondo giorno di Fiera, ti sussurri a un orecchio: “Pare sia morto Garcìa Màrquez”, e che tu risponda: “Caspita! Che terribile notizia”, e che lui commenti: “Be’, che era malato si sapeva da tempo!”. Poi inizi a riflettere e a considerare che con la dipartita di Garcìa Màrquez viene meno uno degli ultimi pezzi della letteratura con la elle maiuscola e che è un vero peccato che l’ultimo libro (che stai leggendo proprio in quei giorni) del grande autore colombiano, “Memoria delle mie puttane tristi”, non sia altro che – paragonato alle opere precedenti – una triste puttanata. E il senso di sconcerto ti rimane anche ore dopo, quando scopri che la notizia della morte del premio Nobel era un balla bella e buona.

Passano le ore e i giorni e all’improvviso ti ritrovi all’aeroporto per tornare a casa. Pensi sia il momento giusto per fare una sorta di bilancio dei tuoi quattro giorni torinesi senza farti condizionare dal sopravvenuto senso di nausea per la folla e per qualunque cosa assomigli a un libro. Arrivi alla conclusione che, in fondo, non è che la Fiera abbia aggiunto chissà cosa alla tua vita. Ma sai già che, all’avvicinarsi della ventesima edizione (che si svolgerà tra il 10 e il 14 maggio 2007) la tentazione del ritorno sarà troppo forte. Anche perché il paese ospite sarà la Lituania. Non te ne frega nulla, ma è bene cominciare a lavorare sulle motivazioni a giustificazione del futuro viaggio.

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI   41 commenti »

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