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Archivio di ottobre 2019

giovedì, 31 ottobre 2019

LUCCA COMICS 2019: incontro con Chris Claremont

Lucca Comics & Games 2019

Il nostro primo articolo dedicato a LUCCA COMICS AND GAMES 2019, firmato dal nostro inviato a Lucca, Furio Detti, riguarda l’incontro con una vera e propria “leggenda vivente” del mondo dei comics: Chris Claremont

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Fa male. Ogni volta

Chris Claremont, il padre della saga degli X Men, parla di caratterizzazione, creazione di personaggi immortali e del ruolo fra attori, editor e scrittori al Press Café di LCG2019

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Furio DETTI per Letteratitudine
(Lucca 30 ottobre 2019)

Chris CLAREMONT, il “papà” degli X-Men, successo mondiale a nuvolette e, poi, nel cinema è ospite eccezionale oggi al Press Cafe di LCG2019. Detiene il record del fumetto più venduto negli Stati Uniti, X-Men n.1, con disegni di Jim Lee. Con John L. Byrne è entrato nella “Will Eisner Hall of Fame”, e finalmente adesso presente in diversi incontri durante questa edizione 2019. Claremont è come di consueto sottoposto al fuoco di batteria dei giornalisti presenti in discreto numero in sala, e se la cava come i suoi eroi… ma con uno spirito assai meno cupo, forte della sua esperienza come attore.

La domanda di LCG2019 – Il tema di questa edizione di LCG è la “comunità che abbraccia la diversità”, argomento principe della saga degli X-Men, e sempre più attuale oggi che allora: cosa ne pensa?
CLAREMONT – Sì, certo. Vedete, io lavoro a New York, una comunità in cui la diversità è totale: scendi in strada e, passando da un quartiere all’altro, fai praticamente il giro del mondo. Puoi mangiare cinese, francese, indiano, sudamericano, algerino, italiano (ovviamente – ride): ogni cucina e cultura è rappresentata. Parlando di cucina, l’unica cosa che non si trova a New York è la “Chicago Deep Ditch Pizza”, una pizza clamorosamente spessa, alta, ultrafarcita. John Stewart mi ha insegnato come mangiarla correttamente: ne prendi un trancio, lo ripieghi e te lo cacci in gola. Il sindaco di New York, che viene da Boston se la mangia con coltello e forchetta! Il punto è che per uno scrittore New York è l’accesso a ogni cosa: guardi le persone, le ascolti, sul tram, in metropolitana, per strada, nei locali. Come scrittore prendi tutta questa varietà umana, che toglie il fiato, e la usi! Sostanzialmente l’abilità dello scrittore consiste nel rubare qualsiasi cosa da tutto ciò che lo circonda e da chiunque gli stia vicino, quindi state attenti: ho con me un bloc note! [ridiamo] E non è uno scherzo.

LCG2019 – Vuoi parlarci un attimo delle tue ultime storie dedicate ai Nuovi Mutanti con Bill Sienkiewicz? (continua…)

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giovedì, 31 ottobre 2019

LE CITTÀ DEL MONDO E LA CULTURA ITALIANA

Nasce una nuova rubrica di Letteratitudine collegata all’iniziativa “Letteratitudine chiama mondo” (avviata qualche anno fa). Si intitola “Le città del mondo e la cultura italiana” ed è finalizzata a mettere in evidenza, per l’appunto, i legami esistenti tra le principali città del pianeta e la nostra cultura. A tal fine saranno coinvolti i Direttori degli Istituti Italiani di Cultura (disponibili a partecipare) i quali – rispondendo ad alcune domande – illustreranno in che modo la cultura italiana si relaziona con la città dove operano (mettendo anche in risalto le caratteristiche peculiari della città e il ruolo dell’IIC che dirigono).

Così come evidenziato nel sito del “Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale“, gli 83 Istituti Italiani di Cultura (IIC) nel mondo sono un luogo di incontro e di dialogo per intellettuali e artisti, per gli italiani all’estero e per chiunque voglia coltivare un rapporto con il nostro Paese. Promuovono all’estero l’immagine dell’Italia e la sua cultura, classica ma anche e soprattutto contemporanea.

In sintesi, gli IIC: (continua…)

Pubblicato in LE CITTÀ DEL MONDO E LA CULTURA ITALIANA, LETTERATITUDINE CHIAMA MONDO   Commenti disabilitati

lunedì, 28 ottobre 2019

OMAGGIO A STEFANO D’ARRIGO

Libro Letteratitudine. Vol. 3 Massimo MaugeriIn occasione della ricorrenza del centenario della nascita del grande Stefano D’Arrigo (Alì Terme, 15 ottobre 1919 – Roma, 2 maggio 1992), autore – tra l’altro – di “Horcynus Orca” (uno dei capolavori mondiali della letteratura del Novecento), riproponiamo la lettera a lui indirizzata dalla scrittrice Tea Ranno, estratta dalla sezione “Lettere a personaggi letterari e autori scomparsi” del volume “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria, 2017) che ho avuto il piacere di curare per festeggiare il decennale di vita di questo blog (la suddetta lettera era già stata proposta in occasione del venticinquennale della morte di D’Arrigo).

(Massimo Maugeri)

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LETTERA A STEFANO D’ARRIGO

La vita cammina, il tempo è il suo binario

di Tea Ranno

Non mi permetto il tu, perché a un maestro non si usa l’eccessiva confidenza, e il lei mi pare troppo distante: spesso nei pensieri mi siete, Maestro, nel ragionamento che piglia forma di scrittura e tende a musicare la frase, a darle voce di sirena che incanta o avvelena, ma mai scorre per il rigo indifferente; e dunque è al voi che ricorro, antico retaggio della mia terra dove il rispetto passa intanto per la bocca.
Vi scrivo per dirvi che le parole uscite dalla vostra penna, nei venti e passa anni in cui ’Ndrja Cambrìa attorcigliò il cammino del ritorno, mi sono diventate armamentario di espressione, vocabolario che ha aggiunto colore e intensità alle cose che andavo pensando, a quelle che andavo dicendo e storpiando per piegarle al volere dell’immaginazione. Corona di sogno e guinzaglio, le parole vostre, un fraseggio che deride le mezze menzogne, perché la menzogna, mi avete insegnato, è tale se resta signora della pagina e non serva d’un qualche ragionamento astratto. Mentire e ragionare in contrabbando di evidenza, questo ho imparato; e mistificare, togliere e mettere per alchimie che potenziano l’illusione.
https://img.ibs.it/images/9788817872287_0_0_320_80.jpgVi scrivo per dirvi che ogni volta che traverso il Duemari è a voi che penso, a quel terribilio di sventure che metteste in atto facendo di quel mare teatro di scannatine e affronti, offese, mancanze; per dirvi che trapassando in Continente dall’Isola, e viceversa, continuo ad aspettare le fere, anche una, una soltanto, che mi dia conto di quanto il mare sia rimasto lo stesso, col suo Scilla che abbaia e Cariddi che ingoia e Morgana che distorce la visione. Vi scrivo per dirvi che ogni ferribò che prendo mi pare quello che ha nella pancia le femminote che commerciavano in carne e sale: la carne loro, il sale che riuscivano a fottere in mezzo alla penuria guerresca. Vi scrivo, Maestro, per dirvi che le cose che mi avete insegnato a guardare hanno sempre un’anima scognita che mi spinge a toccare, scavare, mordere per capirne coi denti la consistenza, saperne il sapore e rendermi consapevole di ciò che altrimenti scivolerebbe come cece su pelle d’uovo. Vi dico che a me il discorrere di necessità commerciali – una storia erotica, un giallo, un conversario in salotto ottocentesco – interessa quanto quel cece che scivola su pelle d’uovo; che per me ci vuole lentezza e perseveranza sopra argomenti che trattano l’uomo, la sua capacità di cambiare testa, di trasformare in grandezza la sua pochezza. L’imparai, questo, dalla vostra Nasodicane, dal suo falcidiare fiati e ficcare nel nero sacco senza fondo quanti la sua mano scippa o carezza. Vi scrivo per dirvi che gli occhi vostri mi furono di supporto quando pretesi di guardare la vita e il mondo per raccontarli, ché vita e mondo, mi dicevo, hanno la stessa chiave d’accesso, lo stesso codice di sblocco. Se poi una è più personale e l’altro abbraccia l’estraneo è cosa che non nuoce, piuttosto induce a meglio capire, a intervenire con una zeppa, un cuneo là dove il senso zoppica. E non ci sono certezze. L’unica, forse, è quella Ciccina Circè che intona canti d’ammaliamento e offre la sua barca per un trasbordo vero dove il corpo si fa litania di desideri e il campanello a richiamo di fere è potenza di straniamento che tiene lontani gli affogati e fa meno atroce il passaggio. (continua…)

Pubblicato in OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI   Commenti disabilitati

lunedì, 28 ottobre 2019

LetteratitudineNews: dal 21 al 27 ottobre 2019

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 21 al 27 ottobre 2019 (clicca sui link per aprire le pagine)

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CAMILLA BARESANI racconta GELOSIA

PREMIO PAVESE 2019. Premiati Elisabetta Sgarbi, Susanna Basso, Giuseppe Patota

PREMIO CAVALLINI 2019: i vincitori

Continuano le attività del CIRCOLO DEI LETTORI DELLA DOZZA

CLASSIFICA: dal 14 al 20 ottobre 2019 – segnaliamo “Di’ la verità anche se la tua voce trema” di Daphne Caruana Galizia (Bompiani)

PREMIO MARTOGLIO 2019: i vincitori

Nasce una BIBLIOFARMACIA a Paternò: intervista al neurologo dr. Peci

MIO PADRE ERA UN UOMO SULLA TERRA E IN ACQUA UNA BALENA di Michelle Steinbeck (recensione)

LIBRI IN NIZZA 2019

L’ANNO CHE VERRÀ 2019: il Festival di Pistoia

LA REGINA DEI CORNETTI SALATI di Tijana M. Djerković (un estratto)

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© Letteratitudine – www.letteratitudine.it

(continua…)

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giovedì, 24 ottobre 2019

VIOLA ARDONE con “Il treno dei bambini” (Einaudi) in radio a LETTERATITUDINE

VIOLA ARDONE con “Il treno dei bambini” (Einaudi), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: Viola Ardone con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato Il treno dei bambini (Einaudi).

Come nasce “Il treno dei bambini”? Che tipo di città è la Napoli del 1946? Come descriveresti il piccolo Amerigo ai nostri amici ascoltatori? Che bambino è? E Antonietta, la madre di Amerigo? Cosa puoi dirci di lei e del rapporto che la lega al figlio? Cosa si lascia, Amerigo, alle sue spalle? E cosa si trova dinanzi nel momento in cui sale su quel treno e inizia il suo viaggio? Cosa puoi dirci su Derna, che si troverà ad accogliere Amerigo? Chiacchieriamo un po’ anche sui tanti altri personaggi che popolano le pagine del libro? Cosa accade dopo che Amerigo, a un certo punto, scopre la passione per la musica? La voce narrante di Amerigo sei riuscita a trovarla subito? La storia è ambientata nel 1946… ma le tematiche che affronti (scelta, separazione, speranza di una vita migliore) sono anche molto attuali… cosa puoi dirci a riguardo? Viola, quali sono i tuoi riferimenti letterari? Ci sono scrittori del passato che consideri Maestri? Come vivi il tuo rapporto con la scrittura? Sei più una scrittrice estemporanea o metodica? Scrivi cioè più seguendo l’influsso di una ispirazione oppure quando inizi a scrivere una storia ti imponi dei tempi di scrittura rigidi? “Il treno dei bambini” sta beneficiando di un grande riscontro internazionale: da dove deriva questo successo anche a livello internazionale, a tuo avviso? Se dovessi scegliere un brano musicale come possibile colonna sonora di questo tuo nuovo romanzo, quale sceglieresti?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Viola Ardone nel corso della puntata.

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La scheda del libro: “Il treno dei bambini” di Viola Ardone (Einaudi)

Il treno dei bambini - Viola Ardone - copertinaÈ il 1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno. Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserà l’intera penisola e trascorrerà alcuni mesi in una famiglia del Nord; un’iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria dopo l’ultimo conflitto. Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un’Italia che si rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non ci si può sottrarre, perché non c’è altro modo per crescere.

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Viola Ardone (Napoli 1974) è laureata in Lettere e ha lavorato per alcuni anni nell’editoria. Autrice di varie pubblicazioni, insegna latino e italiano nei licei. Fra i suoi romanzi ricordiamo: La ricetta del cuore in subbuglio (2013) e Una rivoluzione sentimentale (2016) entrambi editi da Salani. Nel 2019 pubblica con Einaudi Il treno dei bambini.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Colonna sonora della puntata: Hope Of Deliverance” di Paul McCartney;  – “ La leva calcistica della classe ‘68″ di Francesco De Gregori; “ Off The Ground” di Paul McCartney.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

lunedì, 21 ottobre 2019

LUCCA COMICS AND GAMES 2019

Lucca Comics & Games 2019

Il 30 ottobre 2019 comincerà la nuova edizione di LUCCA COMICS AND GAMES. Come ogni anno seguiremo il Festival nell’ambito dello spazio di Letteratitudine intitolato “ Graphic Novel e Fumetti” con i contributi del nostro inviato Furio Detti. Di seguito, la presentazione di LC&G2019 che ha come titolo “Becoming Human”.

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LUCCA COMICS & GAMES 2019
PIÙ DI UN FESTIVAL
Becoming Human
Il festival : 30 ottobre – 3 novembre. Le mostre : 12 ottobre – 3 novembre

imageTornano i sognatori , tornano i creatori di mondi e tutte le community di appassionati di fumetto, gioco, serie tv, arte e narrativa del fantastico, tornano gli ospiti, gli editori e i partner che sanno costruire dalla virtualità e dalla creatività, la più bella, imponente, pacifica e accogliente realtà dell’Occidente del settore. Torna Lucca Comics & Games.
Nella meravigliosa cornice storico artistica della città di Lucca, per cinque giorni i più importanti editori di fumetto e di gioco da tavolo insieme alle grandi firme videoludiche e cinematografiche proporranno le ultime uscite in libreria o nei negozi e le grandi anteprime sul piccolo o grande schermo, al maggior numero di visitatori che un evento pop possa radunare: nell’edizione 2018 sono stati ben 250.263 i visitatori da ticketing, e 793.818 le presenze complessive.

Becoming Human, il tema scelto quest’anno – e meravigliosamente rappresentato nel poster firmato da Barbara Baldi – è un tributo a questa e a tutte le commistioni, che danno ricchezza e ci aprono al futuro. Tra virtuale e reale, digitale e analogico, sonno e veglia, carne e metallo, silicio e carbonio, tutti gli incontri sono possibili a Lucca Comics & Games, tutte le storie che vengono raccontate ci fanno scoprire cosa significhi “essere umani”.
Tutto questo succederà a Lucca, dal 30 ottobre al 3 novembre. Sarà il 53esimo anno che si riproduce questa magia. Fu infatti nel 1966 che scattò la scintilla d’amore tra la città di Lucca e il mondo del fumetto, portando il dibattito su una forma artistica popolare dentro una roccaforte della cultura “alta” – quel Teatro del Giglio, il teatro di Giacomo Puccini – onorando la Nona Arte con mostre, incontri con editori e autori da tutto il mondo, da Hugo Pratt a Lee Falk (il papà di Mandrake), a Moebius, premiandoli col primo “Oscar italiano del fumetto”, lo Yellow Kid, per poi diventare, nel corso dei decenni, un modello per altre manifestazioni e un appuntamento imprescindibile nel panorama fumettistico internazionale.

Sarà quindi l’occasione per ricordare Rinaldo Traini, editore e uomo di cultura, apripista di tutti i festival dedicati ai Comics, recentemente scomparso, colui che seppe accreditare come fenomeno culturale un genere fino allora popolare. Un’operazione per molti versi simile a quella che intraprese il grande Paolo Grassi , di cui ricorre proprio il 30 ottobre 2019 il centenario dalla nascita, che portò il teatro ad un nuovo pubblico, più ampio e variegato rispetto alle tradizionali élite . Il teatro una traiettoria che il festival ha intrapreso perché è tramite la collisione tra linguaggi che Lucca produce nuova cultura come con Voci di Mezzo e con il Graphic Novel Theater. Una direzione consapevole dichiarata sin a partire dal manifesto 2019 perché, per dirla alla Paolo Grassi, “Il Teatro è Il luogo dove una comunità liberamente riunita si rivela a se stessa, il luogo dove una comunità ascolta una parola da accettare o da respingere”. (continua…)

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domenica, 20 ottobre 2019

LetteratitudineNews: dal 14 al 20 ottobre 2019

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 14 al 20 ottobre 2019 (clicca sui link per aprire le pagine)

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CLASSIFICA: dal 7 al 13 ottobre 2019 – segnaliamo “Le sette dinastie” di Matteo Strukul (Newton Compton)

FESTIVAL OF ITALIAN LITERATURE IN LONDON 2019

BOOK PRIDE GENOVA 2019

NERO DI SIENA di Mario Falcone: incontro con l’autore

BUCHMESSE DI FRANCOFORTE: il libro italiano è in crescita

LE MEZZE VERITÀ di Elizabeth Jane Howard (un estratto)

FESTIVAL DEL CLASSICO 2019

MARGARET ATWOOD E BERNARDINE EVARISTO VINCONO IL BOOKER PRIZE 2019

UNO DI NOI di Daniele Zito (recensione)

PREMIO DEA PLANETA 2020: il bando

ARRUINA di Francesco Iannone (recensione)

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© Letteratitudine – www.letteratitudine.it

(continua…)

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mercoledì, 16 ottobre 2019

ANDREA TARABBIA con “Madrigale senza suono” (Bollati Boringhieri) in radio a LETTERATITUDINE

ANDREA TARABBIA con “Madrigale senza suono” (Bollati Boringhieri), vincitore del Premio Campiello 2019, ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: Andrea Tarabbia con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato Madrigale senza suono (Bollati Boringhieri), vincitore dell’edizione 2019 del Premio Campiello.

Come hai vissuto l’esperienza del Premio Campiello? Come nasce “Madrigale senza suono”? Chi è Gesualdo da Venosa? Cosa puoi dirci sulla sua vita? Il titolo del romanzo è ossimorico: come lo commenteresti? Cosa puoi dirci sulle citazioni (di Testori, Kazantzakis e Stravinskij) che hai scelto come epigrafi del libro? Qual è l’eredità artistica che Carlo Gesualdo da Venosa ci ha lasciato? Quanto è stato importante per te Igor Stravinskij? E come entra nella trama di questo tuo romanzo? Puoi raccontarci qualche aneddoto sul tour di presentazione del romanzo? Stai già lavorando a nuove storie? Come racconteresti la copertina di “Madrigale senza suono”?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Andrea Tarabbia nel corso della puntata.

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La scheda del libro: “Madrigale senza suono” (Bollati Boringhieri) di Andrea Tarabbia

Un uomo solo, tormentato, compie un efferato omicidio perché obbligato dalle convenzioni del suo tempo. Da lì scaturisce, inarginabile, il suo genio artistico. Gesualdo da Venosa, il celebre principe madrigalista vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento, è il centro attorno a cui ruota il congegno ipnotico di questo romanzo gotico e sensuale. Come può, è la domanda scandalosa sottesa, il male dare vita a tale e tanta purezza sopra uno spartito? Per vendicare l’onore e il tradimento, il principe di Venosa uccide Maria D’Avalos, dopo averla sposata con qualche pettegolezzo e al tempo stesso con clamore. Fin qui la Storia. Il resto è la nostalgia che ne deriva, la solitudine del principe: è lì, nel sangue e nel tormento, che Andrea Tarabbia intinge il suo pennino e trascina il lettore in un labirinto. Questa storia − è ciò che il lettore scopre sbalordito − ci parla dritti in faccia, scollina i secoli e arriva fino al nostro oggi, si spinge fino a lambire i confini noti eppure sempre imprendibili tra delitto e genio. Con un gioco colto e irresistibile, tra manoscritti ritrovati e chioe di Igor Stravinskij − che nel Novecento riscoprì e rilanciò il genio di Gesualdo − Andrea Tarabbia, scrittore tra i migliori della sua generazione, costruisce un romanzo importante, destinato a restare. L’edificio che attraverso “Madrigale senza suono” Tarabbia innalza è una cattedrale gotica da cui scaturisce la potenza misteriosa della musica. È impossibile, per il lettore, non spingere il portale. E, una volta entrato, non restarne intrappolato.

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Andrea Tarabbia è nato a Saronno nel 1978. Ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi La calligrafia come arte della guerra (2010), Il demone a Beslan (2011), Il giardino delle mosche (2015; Premio Selezione Campiello 2016 e Premio Manzoni Romanzo Storico 2016) e il saggio narrativo Il peso del legno (2018). Nel 2012 ha curato e tradotto Diavoleide di Michail Bulgakov. Madrigale senza suono è il suo primo romanzo per Bollati Boringhieri. Vive a Bologna.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Colonna sonora della puntata: “Luci serene e chiare” di Gesualdo da Venosa; “Gesualdo da Venosa” di Franco Battiato; “Monumentum pro Gesualdo da Venosa” di Igor Stravinsky. 

(continua…)

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lunedì, 14 ottobre 2019

LetteratitudineNews: dal 07 al 13 ottobre 2019

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 07 al 13 ottobre 2019 (clicca sui link per aprire le pagine)

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ALESSANDRO PERISSINOTTO VINCE IL PREMIO LATTES GRINZANE 2019

FESTIVAL LEGGERE e SCRIVERE 2019

PANTAGRUEL: la nuova rivista letteraria fondata da Elisabetta Sgarbi

CLASSIFICA: dal 30 settembre al 6 ottobre 2019 – segnaliamo “Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe” di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri (Mondadori)

PISA BOOK FESTIVAL 2019: dal 7 al 10 novembre

IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2019 SARÀ DOPPIO

SASSO, CARTA E FORBICI di Antonio Bux

IL PANTARÈI di Ezio Sinigaglia (recensione)

FESTIVAL DELLE LETTERATURE MIGRANTI 2019

CENTO ANNI DI STEFANO D’ARRIGO

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© Letteratitudine – www.letteratitudine.it

(continua…)

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martedì, 8 ottobre 2019

EDOARDO NESI con “La mia ombra è tua” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

EDOARDO NESI con “La mia ombra è tua” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: Edoardo Nesi con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “La mia ombra è tua” (La nave di Teseo).

Come nasce “La mia ombra è tua”? Come commenteresti la citazione di  Denis Johnson che hai scelto come epigrafe del romanzo?  Come descriveresti Emiliano De Vito (voce narrante della storia) ai nostri amici ascoltatori? E il celeberrimo scrittore Vittorio Vezzosi? Che tipo d’uomo è? Cosa puoi dirci sul rapporto che si instaura tra Emiliano e il Vezzosi? Come si evolve questo loro rapporto? Cosa puoi dirci su Mamadou (personaggio che il lettore conosce sin da subito)? Parte della storia si sviluppa “on the road”: ti andrebbe di accennarci qualcosa su questo aspetto del romanzo? Cosa puoi dirci sulla “nostalgia” (tema forte del libro)? Quali sono, a tuo avviso, gli effetti positivi e negativi della nostalgia? E in che modo influisce oggi sulla nostra contemporaneità? E l’effetto che la nostalgia esercita sulle nostre vite, oggi, è analogo a quello che poteva esercitare cinquanta o cent’anni fa? Cioè… oggi siamo più nostalgici rispetto a ieri? Oggi la nostalgia è più… come dire… dannosa? “La mia ombra è tua” è anche (anzi, soprattutto) una storia d’amore…

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Edoardo Nesi nel corso della puntata.

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La scheda del libro: “La mia ombra è tua” (La nave di Teseo)

Dopo quindici anni da L’età dell’oro, Edoardo Nesi torna in libreria con La mia ombra è tua e firma il suo romanzo migliore: il racconto d’una passione incontenibile, e d’un giorno che “vale una vita intera”.

È una storia, questa. Una storia d’amore. Iniziata quarant’anni fa, e mai finita. Ed è anche la storia d’un viaggio nell’Italia del 2019, epico e comico, ebbro e stupefatto, sventatissimo, intrapreso su una Jeep del 1979 senza né tetto né sportelli né parabrezza da Emiliano De Vito, un ventiduenne appena laureato summa cum laude in Lettere Antiche, e Vittorio Vezzosi, lo scrittore d’un solo libro, pubblicato nel 1995 e accolto da un successo planetario che lo convinse a rinchiudersi in una casa colonica sopra Firenze e non farsi più vedere da nessuno, e non pubblicare più neanche una parola. E mentre questi due antieroi se ne vanno litigando – troppo distanti le loro generazioni e visioni del mondo, troppo diversi i destini – verso Milano e la fiera-mercato degli anni Ottanta e Novanta, dove il Vezzosi ha incomprensibilmente accettato di tenere un discorso, infrangendo un silenzio durato un quarto di secolo, l’attenzione d’un mondo impazzito si riversa su di loro, e i social convinceranno l’Italia a fermarsi per ascoltare in diretta il Vezzosi, “l’unica risorsa e l’ultima speranza”, mentre fa i conti col suo e col nostro passato, e soprattutto con l’immenso, pericoloso potere della nostalgia che attanaglia e stringe forte – troppo forte – il presente e il futuro di questo nostro paese perso nel ricordo di sé, e governato dai demagoghi peggiori.

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Edoardo Nesi ha pubblicato Fughe da fermo (1995), Ride con gli angeli (1996), Rebecca (1999), Figli delle stelle (2001), L’età dell’oro (2004, Premio Bruno Cavallini; Finalista Premio Strega 2005), Per sempre (2007), Storia della mia gente (2010, Premio Strega 2011), Le nostre vite senza ieri (2012), L’estate infinita (2015). È il traduttore italiano del romanzo di David Foster Wallace Infinite Jest. Ha scritto e diretto il film Fughe da fermo (2001).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Colonna sonora della puntata: “Whole Lotta Love” dei Led Zeppelin; “Hotel California” degli Eagles; “Like a Hurricane” di Neil Young

(continua…)

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lunedì, 7 ottobre 2019

LetteratitudineNews: dal 01 al 06 ottobre 2019

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 01 al 06 ottobre 2019 (clicca sui link per aprire le pagine)

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FABIO GEDA racconta UNA DOMENICA

AMMATULA di Gianni Bonina (recensione)

CLASSIFICA: dal 23 al 29 settembre 2019 – segnaliamo “Il treno dei bambini” di Viola Ardone (Einaudi)

ROBERTO SAVIANO dirigerà una nuova collana per BOMPIANI

NEL PROFONDO di Daisy Johnson (un estratto)

IL SIGNOR DIAVOLO di Pupi Avati (recensione)

ME NON PIÙ di Massimiliano Costa

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© Letteratitudine – www.letteratitudine.it

(continua…)

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mercoledì, 2 ottobre 2019

I FRATELLI KARAMAZOV di Fedor Dostoevskij (Leggerenza n. 11)

imagedi Gianni Bonina

L’ultimo grande romanzo di Fedor Dostoevskij, il più ambizioso, il più ricco e articolato, I fratelli Karamazov, richiede un lettore molto esperto e preparato, che sia il perfetto “lettore modello” immaginato da Umberto Eco. La complessità è tale che anche un’autrice avvertita come Elena Ferrante in L’amica geniale commette l’errore di considerare la parte relativa al processo la più avvincente perché aperta a entrambe le ipotesi di colpevolezza e innocenza, secondo se parli la pubblica accusa o la difesa dell’imputato, mentre in realtà il lettore sa già che l’assassino è stato Smerdjakov il cuoco e arriva al processo solo per aspettare il verdetto dei giurati. Che peraltro lo stesso Dostoesvkij anticipa quando all’inizio del dibattimento parla di «esito doloroso e fatale».
A ben vedere Dostoevskij non ha voluto un giallo, dove il responsabile si scopra canonicamente alla fine, ma un romanzo sociale e pure intimistico che poi diventa nella seconda parte, dopo l’arresto e con l’interrogatorio preliminare nella taverna di Mokroe, un legal thriller psicologico. Anziché il whodunit Dostoevskij ha cercato il whydunit, il perché del delitto invece di chi lo ha commesso. Il romanzo è di fatto una lunga interrogazione sul perché delle cose. Il giallo non c’è, altrimenti non si sarebbe avuta la confessione di reità del cuoco di Fedor Pavlovic, il padre ucciso, resa a Ivan Karamazov e soltanto a lui due giorni prima che metta in atto il proposito di suicidarsi. Morto il vero colpevole, Smerdjakov, rimane come unico testimone e depositario della verità il solo Ivan Fedorovic, dapprima convinto come la gran parte della responsabilità del fratello Dimitrj, ma poi pronto a riferire ai giurati quanto ha appreso da Smerdjakov, tanto da consegnare loro come prova i tremila rubli rubati in casa della vittima. (continua…)

Pubblicato in LEGGERENZA (a cura di Gianni Bonina)   Commenti disabilitati

mercoledì, 2 ottobre 2019

LetteratitudineNews: dal 23 al 30 settembre 2019

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 23 al 30 settembre 2019 (clicca sui link per aprire le pagine)

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MACCHINE COME ME di Ian McEwan (recensione)

ANTONELLA CILENTO racconta NON LEGGERAI

LE PAROLE VALGONO: Festival della Lingua Italiana (Lecco)

PORTICI DI CARTA 2019

CLASSIFICA: dal 16 al 22 settembre 2019 – segnaliamo “I testamenti” di Margaret Atwood (Ponte alle Grazie)

IL TESTAMENTO DELL’URO di Stéphanie Hochet (recensione)

TORINO SPIRITUALITÀ 2019

Premio NebbiaGialla 2019: vincono Antonio Paolacci e Paola Ronco

MOTHER ERITREA di Daniel Wedi Korbaria (un estratto)

IL SENSO DEL RIDICOLO 2019

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(continua…)

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OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

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OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

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RATPUS va in scena ratpus

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Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

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