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martedì, 13 marzo 2007

I ROMANZI… “MENO TERMINATI”

Come si dice… “tutto il mondo è paese”. I risultati di una ricerca realizzata in Inghilterra (Paese dove, dicono, si legge più che da noi) hanno portato alla luce una novità già nota: più della metà degli acquirenti di libri compra non per leggere ma per fare bello sfoggio dei volumi acquisiti sugli scaffali della propria libreria.

E comunque, meglio abbandonare i libri acquistati negli scaffali… che buttarli!

*

*

La notizia è stata ripresa dalle pagine culturali di diversi quotidiani. Il Corriere della sera (del 12 marzo 2007) evidenzia la notizia con un articolo di Francesco Tortora che vi propongo in parte:

*

“La classifica che mette in fila i «romanzi meno terminati» è piena di sorprese e non mancano opere celebri della letteratura del passato. Secondo gli inglesi il romanzo che li ha più annoiati tanto da non riuscire a terminarlo è quello dello scrittore australiano Peter Warren Finlay alias Dbc Pierre, intitolato «Vernon God Little». L’opera, vincitrice del «Booker Prize» non è stata finita da più di un terzo delle persone che dichiarano di averlo comprato. Al secondo posto si piazza il quarto capitolo della saga scritta da J. K. Rowling: «Harry Potter e il calice di fuoco» (il 32% di chi l’ha comprato non l’ha letto), mentre al terzo posto si posiziona uno dei romanzi centrali del secolo scorso, «L’Ulisse» di James Joyce ( il 28% di chi l’ha comprato, non l’ha letto). Tra i nomi famosi in questa speciale classifica troviamo al sesto posto Salman Rushdie con i suoi «Versetti satanici», al settimo Paulo Coelho con «L’alchimista», all’ottavo Leo Tolstoj con il monumentale «Guerra e pace» e al decimo Dostoevsky con «Delitto e castigo».”

*

A questo punto mi viene voglia di lanciare il solito (vacuo?) giochino… invitandovi a segnalare i vostri “romanzi meno terminati”.

Ci state? Siate sinceri, però (sinceri… ma non cattivi, eh?).


Scritto martedì, 13 marzo 2007 alle 23:10 nella categoria SONDAGGI, GIOCHI E SVAGHI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.

56 commenti a “I ROMANZI… “MENO TERMINATI””

Sono tanti i romanzi non terminati, ma per opposti motivi. Come dice Pennac abbiamo tutto il diritto di non terminare un libro che non ci piace. La lettura deve essere un piacere non un patimento. Non ho mai finito l’Ulisse di Joyce e non me ne vergogno. Non ho finito neppure Paradiso di Lezama Lima, ma sono arrivato più avanti dell’Ulisse. Non ho finito Tre tristi tigri di Cabrera Infante, ma ho letto almeno 400 pagine prima di mollarlo. Badate bene, si tratta di tre grandi libri, che dovrei riprendere e leggere in momenti migliori, di maggior tempo e tranquillità. Sono libri da studiare più che da leggere. Altro discorso meritano i libri non finiti perchè inutili e qui l’elenco sarebbe interminabile. Vogliamo citare l’opera omnia di Tiziano Scarpa o quella di Aldo Nove?

Postato martedì, 13 marzo 2007 alle 22:14 da Gordiano


ahiahi, leggendo la domanda, avrei tanto voluto citare pennac, ma gordiano mi ha preceduto! :-)

ogni sabato e ogni domenica (qui a milano le grandi librerie sono aperte tutta la settimana, spesso anche la sera), mi concedo un giro per libri

e siccome non resisto ad alcune copertine, ad alcuni titoli, ad alcune epoche storiche, o temi… spesso compro anche i libri che non dovrei

diciamo che su tre che ne compro, ne finisco uno

sui grandi classici, invece, sono preparata: li ho letti ai tempi del liceo, leggevo quelli che cerano nella libreria (fornitissima) di mia madre, e non ne ho mai lasciato uno prima dell’ultima parola
alcuni, lo ammetto, sfogliati solo per le prime pagine (l’ulisse, per esempio, ma ancora mi ha predecuto gordiano!), ma non direi che L’HO ABBANDONATO, piuttosto che non l’ho mai letto

cordialmente,
LS

Postato mercoledì, 14 marzo 2007 alle 00:09 da lanasmooth


Generalmente li termino tutti, alcuni magari a fatica, però lasciare un libro a metà non ce la faccio…
Nella vita ne ho mollati solo due: Il Codice da Vinci (che in realtà non ho proprio mollato, diciamo che ho fatto lettura trasversale leggicchiando solo dove mi pareva interessante)
e (di questo mi vergogno, Svevo sarà stato anche un grande ma proprio non riesco a farmelo andare giù) “La coscienza di Zeno”.

Postato mercoledì, 14 marzo 2007 alle 07:11 da sabrina campolongo


Mi unisco al coro, anch’io non ce l’ho mai fatta a leggere per intero l’Ulisse. Ci ho provato tre volte e mi sono fermata tutte e tre le volte più o meno allo stesso punto. Però conosco una sola persona che l’abbia letto per intero. Ancora, non sono riuscita a terminare due autobiografie (quasiromanzi, diciamo), quella, celeberrima, di Pablo Neruda, “Confesso che ho vissuto”, che pure mi ha regalato pagine bellissime, e quella di Gabriel Garcia Marquez. E una serie di romanzetti di cui manco ricordo il titolo.

Postato mercoledì, 14 marzo 2007 alle 10:27 da virginie


La lista dei libri la cui ultima pagina mi è sconosciuta è lunga, lunghissima, e ricca di nomi illustri. Proust, Joice, Dostoevsky hanno sconfitto anche me. Ma la cosa più divertente che posso raccontarvi è questa: ho chiuso La metamorfosi di Kafka alla parola “zampette”, che se ne sta più o meno a pagina due. Come direbbe il puffo Quattrocchi, “io oooodio gli insetti”.

Ciao,

Giulia

Postato mercoledì, 14 marzo 2007 alle 12:11 da Giulia


Anch’io faccio parte della categoria che ha tentato di leggere l’”Ulisse” di Joyce senza successo.
Sono riuscita a leggere solo il primo volume della “recherche” di Proust.
Ora ho tra le mani “L’uomo senza qualità” di Musil. L’ho iniziato da poco. Vi saprò dire.

Postato mercoledì, 14 marzo 2007 alle 12:13 da Elektra


L’ultimo Faletti, per esempio, l’ho cominciato in autogrill. Non l’ho mica comprato, ho letto un mezzo capitolo a sbafo… Inutile dire che l’ho abbandonato con piacere!

Gordiano

Postato mercoledì, 14 marzo 2007 alle 14:11 da Gordiano


Mi vergogno a dirlo, ma non sono riuscita ad ultimare la lettura di “Baudolino” di Umberto Eco.

Postato mercoledì, 14 marzo 2007 alle 23:11 da Rosa


Quanta verità nelle vostre parole…cari lettori a metà…mi sento confortata e mi associo…e anche questo ultimo di Moccia mi riesce di leggere senza saltellare alla grande…ma proprio non mi viene…e siccome sono veramente – modestina – vi assicuro che se vi capitasse di avere tra le mani i miei due libretti meravigliosi, quelli li leggereste fino alla fine, anche perchè ho dedicato ai miei libri dei titoli che preludono a dei capolavori….ma non li troverete…di sicuro dei capolavori, troverete altro..e così, perlomeno alla fine, per curiosità dovrete pur arrivare, per capire e per chiedervi: “Ma sti titoli, questa che li ha scritti, cosa mai avra voluto dirci?”…Sfido chiunque a trovare una risposta…e allora dovrete intervistare direttamente l’autrice che non si farà mai trovare…e la curiosità almeno è assicurata…Non mi credete? Provate, chiedete qualche frammento dei miei libri a Francesco Giubilei che se li è aggiudicati per la modica spesa di un centinaio di email….ed io aspetto da voi che siete molto più informati sul mondo della lettura in generale, se vi riesce di trovare un nesso logico tra i titoli dei libri in questione e i contenuti. Da questo momento do il via alle consultazioni, aspetto associazioni di ogni genere, per me sarà un divertimento capire quello che forse non ho capito neppure io..ma intanto quei titolo li ho ragionati per bene e se ho voluto battezzare i volumetti con tali nomi, un motivo ci sarà pur stato, cercate di farmelo rammentare perchè io forse per sbaglio ho cliccato su canc e non i viene più in mente.
Vi ripeto i due titoli:
“e se fosse: profumo di sostanza?” e “L’Isola della pazienza” – Sappiate che per il primo tra le recensioni ricevute ce ne è stata una molto bella e che dice: “La poesia vera illumina il cuore” e per il secondo: un luminare, un coltissimo uomo, un garante della privacy…ecc.ecc. ha detto di quel libro: “Vale la pena di salire tutti su questa Isola della pazienza”
Se a voi sembra poco? A me no.I wait for….

Postato mercoledì, 14 marzo 2007 alle 23:17 da gabry conti


Scusatemi, come al solito, faccio tre cose contemporaneamente e non mi rileggo mai…poi dopo l’invio del post mi accorgo di non essere stata precisa..sul libro di Moccia,e neanche l’ultimo ma – tre metri sopra il cielo – devo confessare che non lo finirò mai….neanche sotto tortura….voglio sia chiaro….
Da cosa dipenda…rispondetevi da soli…..

Postato mercoledì, 14 marzo 2007 alle 23:47 da gabry conti


Ho finito solo per dovere (esame) i due Tropici di Miller e confesso che ho trovato pesante più che epico . E Anna Karenina sia pur ricco di passaggi splendidi attende ancora che lo riprenda in mano… ah, che imbarazzo :-)
Tra i libri recenti, ho abbandonato a un terzo La ballata di Miss Fortune, storia promettente, prosa piatta. E di Lansdale, di cui non colgo il fascino…

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 09:24 da Raf


…più che epico, Moby Dick.

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 09:26 da Raf


Scusate, cercando di usare l’html, che non è accettato, vedo, mi perdo pezzi di post.

intendevo…

“La notte del drive-in” di Lansdale.

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 09:28 da Raf


Non riesco a non terminare un libro. Mi sento male se non lo finisco. Per questo motivo comincio solo i libri che sono certa di riuscire a leggere fino all’ultima pagina.
Mi è capitato a volte però di saltare alcune pagine.

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 10:40 da Lavinia


A questo punto del percorso alqanto accidentato a quanto pare…sono forzatamente obbligata a consigliarvi la lettura di due libretti, libricini carini, carini..- i miei – ci scommetto che non solo li leggerete dalla prima all’ultima pagina ma li rileggerete anche….Almeno è quello che mi dicono i miei amici che addirittura li tengono sul comodino come fossero oggettini sacri….Sarà per questo che questi libri sono così particolari perchè non hanno prezzo!!!!!
Sarò sempre più ignorante per questo….anche alcuni libri del sen.Andreotti non sono riuscita a leggerne più di 1/3…..Però a questo punto le ragioni possono essere un paio: certi libri e sono molti, ritengo siano più adatti per sceneggiature di film….ed altri sono troppo impegnati,troppo di parte, troppo, troppo, per interessare del tutto. Insomma, amo leggere poesie perchè mi cambiano la scena sotto gli occhi ad ogni pagina che sfoglio….e voi?

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 10:54 da gabry conti


Ciao caro Massimo. No, non riesco proprio. Vado avanti fino alla fine, sempre e comunque. Penso che prima o poi qualcosa cambierà, che il libro svolterà e mi darà ragione di quella fiducia che gli concedo. Penso che abbia diritto alla sua fine, alla sua coppa d’oro o al suo funerale. Mi sento in colpa, ma io i libri li finisco sempre…
un abbraccio
elisabetta

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 11:02 da elisabetta


Il nome della rosa
Il cacciatore di aquiloni

N.B. Io leggo quasi tutto, perfino Nicholas Sparks

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 11:15 da Renato Di Lorenzo


Tempo fa mi fu regalato “Orizzonte” di Wilbur Smith iniziato due volte… ma la terza sarà la volta buona per leggerlo interamente…

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 11:16 da FranCisco


Tra gli intoccabili, confermo senza pudore: l’Ulisse. E si avanzi pure, a dirlo una volta per tutte con la sua becera franchezza, il Fantozzi che affondò la Potemkin…

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 11:19 da Antonio Di Grado


Divertente…Divertentissimil quesito di Massimo!!! Posso dirti,mio caro Maugeri, partendo da oggi e andando a ritroso nel tempo che sul mio comodino sono almeno quattro i libri che sto leggendo contemporaneamente, ma che non finirò di sicuro prima dell’estate: il Codice da Vinci di Brown (fermo a pag. 140),L’uomo senza qualità di Musil (fermo a pag. 500),l’arte del seduttore di Kirkegaard e il divertente capolavoro di Gorchakov sull’uomo più pigro ossia “nato stanco” di tutti i tempi (fermo a pag. 90 da quasi un anno): “Oblomov” naturalmente :-)
Ma…risalendo indietro nel tempo, ricordo anch’io di non aver mai finito (e mi dispiace) i Versetti satanici di Rushdie e anche…ahimè…il Pendolo di Foucault del grande Umbertone Eco. Può bastare? Mi fermo qui, altrimenti, rischio di vergognarmi…troppo :-(

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 11:25 da Alessandro Romanelli


E’ una bella domanda. Negli ultimi tempi ho abbandonato molti romanzi.
Uno di questi è “La montagna incantata” di Thomas Mann, spaventoso con le sue 1200 pagine e più. Ne ho lette “solo” 400. Poi ho ripreso “I pilastri della terra” di Ken Follett, che avevo a suo tempo lasciato. Ma anche con questo non ho superato nemmeno la metà – perché ha oltre mille pagine.
Poi ho lasciato anche “La ciociara” di Alberto Moravia e “L’adolescente” di Dostoevskij. Non riuscivo a leggerli. Invece ultimamente ho compiuto uno sforzo sovrumano per terminare “Il ritratto di Dorian Gray”, da cui mi aspettavo di più. Però non essendo molto lungo sono riuscito a finirlo. Poi dopo sole 15 pagine ho messo da parte “Uomini e no” di Elio Vittorini. Non mi piaceva il modo in cui era scritto. Troppo impersonale, troppo freddo. Per non parlare poi della “Luna e i falò” di Pavese! Noioso e soporifero come non mai! Aveva solo poco più di cento pagine ma le prime 20, se non ricordo male, sono state sufficienti per convincermi che dovevo lasciarlo stare. E non parliamo poi del “Pasticciaccio brutto” di Carlo Emilio Gadda! Mi mancava un capitolo, giuro, ma non ce l’ho fatta e non l’ho terminato perché leggere quel libro mi faceva solo venire il mal di testa.
Ho anche lasciato incompleto “Tropico del Capricorno” di Henry Miller, che eppure è un autore che mi piace molto.
Ah, dimenticavo un altro bel romanzo! “Il dottor Zivago” del premio Nobel Pasternak: dopo 50 pagine ho gettato la spugna.
Insomma, ce ne sono un bel po’. Eppure io sono uno che legge molto, ma negli ultimi tempi non ho portato a termine molti libri proprio perché non mi “prendevano”. E non mi spavento per i “mattoni”: ho letto “Anna Karenina” in circa due mesi, ma non mi dispiaceva affatto leggerlo. Se il libro è bello e scritto bene non c’è lunghezza che tenga.

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 12:39 da James Utopia


Ah, anche io avevo lasciato il “Pendolo”: è pesantissimo, ma dopo qualche mese l’ho ripreso e l’ho terminato. Non c’ho capito molto però l’ho letto tutto. So che è pesante, ma quelli sono libri che richiedono molta attenzione e concentrazione. Eco è un grande.
Ora sto rileggendo “Il nome della rosa”. Capolavoro assoluto!

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 12:42 da James Utopia


Questo gioco è così divertente che, dopo tanto pensare ho trovato una bella confessione da fare: sono certa di aver saltato parecchie pagine del “Il Rombo” di Gunter Grass

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 12:54 da Lavinia


Pure io compro un sacco di libri ma poi non li finisco… ma soprattutto perchè non ho tempo… invece volontariamente non ho finito “la coscienza di zeno” di svevo e “il discepolo” di Elisabeth kostova

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 13:09 da olimpia


Ogni anno leggo un centinaio di libri da cima a fondo e un’ altra cinquantina li abbandono.
Alcuni dei mollati (mescolando belli e brutti): Ulisse, Uomo senza qualità, Coscienza di Zeno, Con le migliori (o peggiori?) intenzioni di Pipperno (con due p), secondo Faletti (una scrittura abominevole), la Storia di Lisey di King, Angeli e demoni di Brown (vedi Faletti), i Malavoglia, i gialli della Vargas, Underworld di De Lillo, Harry Potter.
Però ho dovuto leggermi tutto il primo orrendissimo Moccia (negli incontri con le scuole i ragazzini mi chiedevano la mia opinione e così ho dovuto informarmi)

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 13:11 da luciano / il ringhio di Idefix


L’acquisto di libri solo per farne sfoggio sugli scaffali trovo sia un atteggiamento alquanto immaturo e sciocco. Purtroppo esso fa parte di quel costume, diffuso in molti settori, del “sembrare e non essere”.
Poichè ho molto rispetto per chi scrive, non confondo i libri con i prodotti ortofrutticoli che potrei anche non mangiare, ma acquisto solo le pubblicazioni che mi interessano.

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 13:51 da Maria Luisa Papini Pedroni


Nella mia libreria gli illeggibili sono relativamente pochi: quasi tutti quelli acquistati su condizionamento politico, culturale o da recensione. Ora mi comporto in modo diverso: prima vado nelle biblioteche e poi, a ragion veduta, nelle librerie.
Fra gli illeggibili:
Ulisse
Il nome della rosa ( due tentativi: la prima volta in ospedale e dopo tanti anni in condizioni più serene)
Il signore degli anelli
La luna e i falò ( e quasi tutto Pavese)
All’ombra delle fanciulle in fiore
…e diversi contemporanei italiani e non

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 14:19 da miriam ravasio


Vi ringrazio molto per i numerosi commenti. È divertente leggere le vostre “confessioni”.
Stasera ve ne farò una io.
Ringrazio (e saluto) in particolare il prof. Antonio Di Grado, docente di letteratura italiana alla facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli Studi di Catania e direttore della fondazione “Leonardo Sciascia”. Antonio Di Grado è anche autore di ottimi libri. Mi permetto di segnalarvi, in particolare, “Finis Siciliane” edito da Bonanno: http://www.bonannoeditore.com/bonanno/libri_autori.asp?id=129

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 15:06 da Massimo Maugeri


E va bene accetto la sfida. Tra i miei libri non terminati ce ne sono almeno due: Il pendolo di Foucault di Umberto Eco, che è stato letto con grandissimo piacere da mio figlio maggiore, e la Recherche di Proust. Ma non li considero rimossi, li considero in attesa. Io penso che l’incontro con un libro sia l’incontro con due intelligenze e due sensibilità, una dello scrittore, l’altra del lettore. Ebbene con questi due libri non mi sono ancora incontrata, abbiamo solo rimandato l’appuntamento.

Per quanto riguarda “il bello sfoggio”, ricordo quanto diceva il mio professore di latino e greco che sosteneva che alcuni comprano i libri a metro, cioè nella libreria occorrono mezzo metro di libri con la costura, l’unica parte visibile in libreria, marrone, un metro con la costura verde, e un altro con la costura bleu, insomma seguendo le leggi dell’accostamento dei colori dell’arredamento.

I libri , in realtà stanno dentro di noi, ecco perché parlo di incontro di intelligenze.

Ciao

Tina Petrolito (I Care – http://www.storiadopostoria.blog.kataweb.it)

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 15:12 da I Care


Un esempio di libro interrotto tantissime volte e poi, al decimo o dodicesimo tentativo, letto con grandissimo piacere: Il Maestro e Margherita

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 16:18 da luciano / il ringhio di Idefix


Non terminare la lettura dell’Ulisse di Joyce è un classico.Semmai vorrei proprio sapere chi l’ha letto tutto. Però di solito non amo abbandonare un libro a metà o dopo le prime pagine. Purtroppo a volte aspetto fino alla fine di essere coinvolta senza esito dalla lettura. Ultimamente non sono riuscita a terminare l’ultimo libro di Andrea Camilleri “Il colore del sole” e sì che di mattoni ne leggo!
Poi ci sono i libri che leggo a intermittenza, ne leggo qualche pagina e poi riprendo dopo settimane: sono i romanzi di Alberto Bevilacqua, di Andrea De Carlo…
Infine i libri che non voglio nemmeno nella mia libreria. A natale, tanto per fare un esempio, mi regalarono i due romanzi di Moccia e andai subito a cambiarli. Ma ci sono anche i libri di Faletti, di Susanna Tamaro… In questo caso mi sembra davvero di sprecare il tempo e la vista.
Buona lettura a tutti

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 18:39 da Marilù


Vi racconto questa cosa…
Tra i libri “non terminati” rientra – ebbene, sì – anche il mio “Identità distorte”.
Tempo fa uno dei miei migliori amici mi confessò di non essere riuscito a ultimare la lettura perché “bloccato da una sensazione di crescente angoscia” scaturita proprio dalle atmosfere del romanzo.
Io cercai di prendere la suddetta confessione come una sorta di complimento indiretto. “Se il mio amico non è riuscito a finire il libro per “quel” motivo vuol dire che il libro ha una sua forza”, mi son detto, “che tocca certe corde”.
Insomma, che vi devo dire? Uno cerca sempre delle motivazioni “accomodanti”.
Quando uscì la recensione (peraltro bellissima) di Sergio Pent su “Tuttolibri” de “La Stampa” la sottoposi al mio amico nella speranza che potesse essere indotto a riprendere il libro. Solo che la recensione finiva con le parole: “Umanamente inquietante”.
Il mio amico la lesse. Annuì. Mi guardò e disse: “Vedi che avevo ragione?”

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 22:08 da Massimo Maugeri


Se rientrano nella categoria dei libri, mi dite chi ha letto quelli di Bruno Vespa? Mi chiedo come faccia a sfornarne così…se sta sempre in televisione? Forse sarebbe utile avere sempe appresso un registatore, o una videocamera e poi riportare tutto nel computer…ma allora ciò non significa scrivere un libro ma assemblare tanti pezzi…e arrivare almeno fino a pag.250….Ah! ma allora capisco cosa significhi ISBN….sta forse per Insieme Scrivo Banali Note!!!! Suvvia, volevo rallegrarvi un po’ a fine giornata….quando leggendo una home page scorgo parole come “La terra sta diventando un inferno”…..ma chi ci crede….io correggo il verbo con: la terra è già un inferno….Ma non preoccupatevi io non me la prendo mai….tanto una vendetta c’è…Noi siamo lettori difficili, i libri che riusciamo a leggere per intero sono pochissimi, che lo sappiano gli editori che fanno scelte campate in aria….

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 22:46 da gabry conti


gabry conti, mai sentito parlare di ghost writers?

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 22:54 da mark


Tre anni fa ho terminato, a costo di grandi fatiche Orcynus Orca di D`Arrigo, e di questo ancora adesso sono fiero.
quelli non finiti invece sono quelli brutti, ma li rimuovo subito, e quindi non li ricordo. Uno che mi viene in mente adesso e` il Sosia di Dostoevsky, e uno di Aldo Nove, a quanto pare immancabile almeno in queste classifiche. Di quello di Nove ho purtroppo dimenticato anche il titolo.

Postato giovedì, 15 marzo 2007 alle 23:33 da outworks110


Audite, audite, sono uno dei pochi, imbecilli forse, che per la terza volta ha abbandonato sul comodino la lettura di “Cent’anni di solitudine”. Non me lo so spiegare, ma non ci riesco, e non so nemmeno se ci sarà una quarta volta.
I libri sullo scaffale? CErto, e dove dovrebbero stare? Non si leggono solo i libri che si comprano per interesse o per spinta emozionale del momento. Si va in libreria (uno dei più bei momenti di una giornata), si fa incetta di libri e poi li si legge con calma. Se poi aggiungiamo i libri che ci vengono regalati (a casa mia tantissimi, conoscendo gli amici la passione per la letteratura) il gioco è presto fatto: il 50% circa dei libri presenti nella mia libreria non sono (ancora ?) stati letti.
Ciao.
Andrea

Postato venerdì, 16 marzo 2007 alle 09:40 da Andrea Lodi


A proposito di “Identità distorte” che ho letto ed apprezzato. Vorrei utilizzare il tuo libro a titolo esemplificativo per individuare le modalità che, personalmente, ritengo importanti per evitare (o ritardare?) l’abbandono di una lettura: un buon inizio con ritmo incalzante, da abbandonare dopo poche pagine per scivolare piano piano verso un ritmo più lento, che deve essere variato di continuo. Un “su e giu”, una sorta di curva sinusoidale dove si alternano momenti di piattezza stilistica (necessaria per riposarsi) a momenti di spiazzamento totale del lettore.
Altrimenti: assodato che non si può reggere un libro con stile totalmente piatto; ma reggereste un libro che vi tiene continuamente in tensione?
Dipende dall’età e dalle coronarie, rispondereste voi.
Andrea

Postato venerdì, 16 marzo 2007 alle 09:50 da Andrea Lodi


Leggo che molti non sono riusciti a finire Ulisse di Joyce. Io non sono una lettrice famelica (maniacale sì) e i miei ritmi di lettura sono piuttosto rilassati perché leggere mi costa impegno e concentrazione. Scrivo per dirvi che inizialmente ho letto “Ulisse” per “dovere” di studentessa e per giunta in inglese. Vi assicuro che è ancor più impegnativo ma è un’esperienza irrinunciabile. La traduzione è una riscrittura che spesso va in direzione del tutto diversa rispetto a quella dell’originale, lo sappiamo tutti. L’ho letto con la “guida” (esiste, giuro. In edizione Italiana). L’ho fatto con pazienza, senza fretta di arrivare all’ultima pagina. Quel dovere allora si è subito trasformato in curiosità, ammirazione, emozione e tutta una serie di sensazioni che pochi libri sanno trasmettere in modo così completo, universale. Bisogna davvero “conoscerlo” per poterlo “leggere”. D’altra parte Joyce stesso disse che per leggere il suo libro ci voleva una vita. La mia lettura allora è diventata una scoperta, un’operazione rara: ho assistito alla riscrittura della letteratura, della storia e della vita, non semplicemente alla narrazione di una storia. Vi invito a leggere Ulisse con la guida di Giorgio Melchiori. E ora vengo alle mie confessioni di lettrice. Io mi impongo di finire i libri che inizio, anche se non mi prendono. In questo caso potrei metterci mesi prima di arrivare alla fine. Mi è successo spesso (ultimamente con “Bambini nel tempo” di Mc Ewan: letto in quattro mesi!!). Mi sento male se non termino un romanzo perchè credo che i libri non siano fatti per essere chiusi. Gli unici libri che chiudo o che mi rifiuto di aprire sono quelli “a tesi”, i pamphlet, i comizi. In altre parole i libri che si fanno portatori di prospettive a senso unico. Quelli evito anche di acquistarli. Lo stesso mi capita con i film. Ebbene sì, anche nei miei scaffali ci sono diversi libri in “stand by”. Non per fare bella mostra, ma in attesa di lettura. Alcuni possono starci anche un paio di anni perchè nel frattempo ho acquistato altri libri che ho preferito leggere con più urgenza. Poi ci sono i libri che ha letto mio marito ma non ho ancora letto io e quelli che ho letto io e non lui; ci sono i libri che lui vorrebbe leggere e quelli che io non ho affatto voglia di aprire, i libri che io vorrei rileggere, tutti quelli usciti e che io non ho e tutti quelli che dovranno uscire…
saluto Massimo e voi tutti

Postato sabato, 17 marzo 2007 alle 11:39 da anna lanciani


Per Andrea Lodi.
Caro Andrea, ti ringrazio di cuore per le belle parole spese per il mio “Identità distorte”. Troppo buono!

Saluto affettuosamente Anna Lanciani che, alla fine del recente incontro a Roma organizzato dall’associazione “Parole sulla corda” e protrattosi oltre la mezzanotte, ha generosamente accompagnato con la sua vettura me e il buon Luigi La Rosa. Anna ha scritto una bellissima recensione/saggio sul mio romanzo che spero di rendere pubblica al più presto (e anche per questo la ringrazio).

Postato sabato, 17 marzo 2007 alle 15:30 da Massimo Maugeri


Un saluto speciale a chi ha letto il meraviglioso (anzhe se pazzamente arduo) HORCYNUS ORCA, uno dei libri più belli che io conosca.
E una notizia: domani esce finalmente I GIOCHI SACRI di Vikram Chandra. Di cui sono già stati tradotti i succulenti TERRA ROSSA E PIOGGIA SCROSCIANTE (il suo esordio) e AMORE E NOSTALGIA A BOMBAY. Questi GIOCHI SACRI sono un gigantesco (1182 pagine) romanzo ambientato a Bombay: la stampa anglosassone ha detto che è un misto di Dickens e Hammett.
Io lo attendo pregustando il piacere fin da quando, anni fa, me ne accennò lo stesso Chandra in un’e-mail di risposta alla mia (che gli avevo scritto per raccontagli il mio entusiasmo dopo la lettura dei primi due suoi libri)

Postato domenica, 18 marzo 2007 alle 12:07 da luciano / il ringhio di Idefix


Caro Luciano,
condivido il tuo entusiasmo per l’ HORCYNUS ORCA del mio conterraneo Stefano D’Arrigo.
Per quanto concerne I GIOCHI SACRI di Vikram Chandra… che dirti, in bocca al lupo!
1182 pagine non sono certo poche. Anzi, facciamo una cosa, se ti va. Leggilo e scrivi una recensione (che potremmo pubblicare qui).
Buona domenica.

Postato domenica, 18 marzo 2007 alle 12:23 da Massimo Maugeri


D’accordo. Solo ci vorrà un pò di tempo: sia perchè il libro è lungo sia perchè sarò in Puglia per una decina di giorni di incontri nelle scuole (e dunque la lettura di Chandra andrà a rilento)
Però domani me lo compro e tutti quelli che come me sono drogati di letteratura sanno quanto sia emozionante l’arrivo in libreria dell’ultima opera di un autore che si ama.

Postato domenica, 18 marzo 2007 alle 18:29 da luciano / il ringhio di Idefix


Fai pure con comodo, Luciano. Prenditi pure tutto il tempo che vorrai. Ma dovrai essere molto convincente. Perché il libro a cui fai riferimento, con le sue 1182 pagine, rischia di candidarsi a pieno titolo per far parte della categoria dei libri “meno terminati” di cui abbiamo discusso, e continuiamo a discutere, in questo post.

Postato domenica, 18 marzo 2007 alle 21:37 da Massimo Maugeri


Io ho sempre finito (oppure non finito) di leggere un libro a prescindere dalla sua lunghezza. Se mi piace, la grande mole è un pregio perchè fa durare di più il gusto della lettura. Se non mi piace, anche sei pagine sono una sofferenza.
Con Chandra sono disposto a scommettere al buio che il caso sarà il primo.

Postato lunedì, 19 marzo 2007 alle 12:44 da luciano/il ringhio di Idefix


sono sincero: non ho mai letto per esteso I promessi sposi; perfino alla maturità, per ripassarlo, ho usato il Bignamino. Eppure non mi sento in colpa:)

Postato martedì, 21 agosto 2007 alle 17:41 da alessandro pedrina


Non ho finito “Baudolino” di Eco, il solito ” Ulisse” di Joyce e “Q.” di Wu Ming.
(per “Q.” mia figlia ancora profondamente mi disprezza, dovrò riprovare.)

Con “Il pendolo di Foucault ” ho avuto un primo incontro infelice, mi risultava inaffrontabile, abbandonato dopo 20 pagine senza rimpianto.
Ho ripreso a leggerlo dopo molti anni e mi è piaciuto tantissimo.
Forse è un caso, ma ho sempre pensato che al secondo tentativo la lettura è risultata scorrevole e piacevole perchè nel frattempo avevo letto molti altri libri fra i quali l’intera “Recherche” di Proust e la “Montagna Incantata “di Mann….e avevo anche iniziato ad usare il computer.
Magari è solo un’idea mia, ma ne sono convinta.

Postato mercoledì, 22 agosto 2007 alle 14:53 da olgavadodilà


Che piacevole scoperta questo blog, innanzitutto!
Io non riesco proprio ad andare oltre le prime trenta pagine (è un delitto, lo so) de “L’eleganza del riccio” di M.Barbery.
Prix des libraires 2007 in Francia, immediatamente tradotto in Italia, l’ho preso in Francia quest’estate per gustarmelo in lingua originale, ma… lo trovo pretenzioso… così se ne sta lì, nella sua bella copertina Gallimard. E’ un posto scomodo, ma forse, un giorno…

Postato venerdì, 10 ottobre 2008 alle 10:35 da Antonella Bi


Io non ho ancora terminato “L’ombra del vento”… avevo iniziato “Don Chisciotte”, ripreso e accantonato mille volte, mentre adesso sto per concludere il quarto dei tre tomi. C’è un libro per ogni momento e un momento per ogni libro. Anche per Eco fu così: “Il nome della rosa”, divorato; “Il pendolo di Foucault”, preso e ripreso e poi finito col fiato sospeso; “Baudolino” però è ancora lì…

Postato venerdì, 10 ottobre 2008 alle 15:05 da Maria Lucia Riccioli


Niente,
proprio non ci riesco a terminarlo e me ne vergogno. L’ho iniziato due volte e tutte e due le volte l’ho abbandonato distrutto dalla noia ed esasperato da quei nomi assurdi, per me del tutto illegibili, che non mi fanno mai capire chi sta facendo cosa.

Sto parlando de “Gli indemoniati” di Dostoevskij

Postato sabato, 1 novembre 2008 alle 12:48 da Marcello


Tra quelli che ho cominciato: “Ulisse” di Joyce, “Moby Dick” di Melville, “Don Chisciotte” di Cervantes, “100 anni di solitudine” di Marques, “Sulla strada” di Kerouac. Però sto notando che da adulta, se non mi prende, mollo, magari riprendo in un altro momento. In adolescenza invece, anche se un libro non mi piaceva tanto, era inconcepibile non finirlo.

Postato venerdì, 19 marzo 2010 alle 14:35 da camelia


“La morte a Venezia” di Thomas Mann. Credo di averlo iniziato 5 volte, per poi abbandonarlo sempre dopo una decina di pagine.

Postato martedì, 8 giugno 2010 alle 16:45 da Mary


Incredibile!
Dopo aver letto l’incipit di Massimo Maugeri, mi viene in mente che non ho dei numeri per rientrare in statistica. Farò autoanalisi per capire se c’è qualcosa che non va in me.
L’unico libro di Coelho che abbia divorato è proprio L’Alchimista, in cui c’è la summa del suo pensiero. Pensiero che è stato poi voltato e rivoltato nella lunga fila di libri che sono seguiti a un ritmo infernale. Letto L’Alchimista letto Coelho. Quando poi mi hanno regalato il Manuale del Guerriero della Luce, ho capito tutto: da dove gli arrivava il suo misticismo, come lo ha usato a fini di vendita, e come gli sia servito per incantare schiere di lettori. Abile simulatore. Parlando con una assidua sua lettrice, mentre lo demolivo, lei però mi faceva notare che non tutti hanno voglia e capacità di accostarsi a un certo misticismo da altri punti di vista. In un certo senso riteneva che sensibilizzare il pubblico in modo “soft” a un mondo così lontano dal nostro, non dico che fosse encomiabile, ma che per lei le andava bene. Giusto, ha ragione. Coelho è un volgarizzatore.
*
La saga di J. K. Rowling invece l’ho ingoiata dall’inizio alla fine senza colpo ferire, compreso il quarto capitolo di Harry Potter e il calice di fuoco, e avrei anche continuato a leggere le gesta dei suoi figli se solo le avesse scritte. Di un volume mi sono letta anche l’originale inglese perchè volevo capire meglio la struttura linguistica della Nostra, quanto la traduzione rispecchiasse l’originale e le solite domande che ci si fa quando leggiamo un libro che non sia scritto nella nostra lingua madre.
Quanto al mio entusiasmo per la Rowling, posso solo dedurre che la voluta mancanza di mie letture in settore vampiresco e horror, mi abbia insufflato nuovi percorsi.
*
Per quanto riguarda i libri meno terminati, credo che si debba fare una distinzione: ci sono libri meno terminati perchè, nel momento in cui ci si accinge a leggerli, non si ha la maturità per l’argomento e lo scrittore.
Ci sono libri meno terminati perchè proprio non vale la pena di finire di leggerli: all’inizio si è già capito il messaggio, il contenuto e la fine. In questo caso maturità e approccio allo scrittore da parte del lettore sono a un livello che lo hanno già superato.
Ci sono libri meno terminati perchè sono proprio scritti male e magari con contenuti non sviscerati, pastasciutte senza sale.
E via andare.
*
Quest’anno, alcuni dei miei libri non terminati, quelli che mi ricordo, sono (…ma mi sembra proprio una confessione. Non vi sembra che fare elenchi di libri, e per di più non-terminati, ci metta a nudo??):
Fata Morgana, di Gianni Celati
Costa delle zanzare, di Paul Theroux
Plexus, di Henry Miller (incominciato in un momento in cui, se avessi seguito i percorsi mentali dell’A., avrei avuto problemi di socializzazione con l’uomo della strada)
Il supplente, di Fabrizio Puccinelli
Uomini di mais, di Miguel Angel Asturias (fantastico! ma, mea culpa, non ci sono riuscita. Sono ancora troppo immatura)
Gli uomini dimenticati da Dio, di Albert Cossery
Opere complete, di Lovecraft (leggo un racconto alla media di uno al mese e cerco di non farlo prima di dormire)
Le tre età della notte, di Francois Mallet-Joris (sono tre lunghi racconti, tre meravigliosi punti di vista sullo stesso argomento, il terzo non l’ho letto ma conto di farlo. Anche qui: mi sono messa a fare sogni di roghi di streghe. L’ho rintuzzato in fondo alla pila dei libri da finire a lungo termine)
L’isola del giorno prima, di Umberto Eco (non sono ancora interessata a un corso di vela)
*
Non appena posso, mi leggo tutti i posts del thread.
Sono curiosa di sapere i titoli di altri che sono intervenuti.
Ma perchè ci sono così pochi interventi su questo thread?
Tutti leggono tutto, una volta incominciato?

Postato giovedì, 18 novembre 2010 alle 09:23 da Antonella Beccari


Cara Antonella,
grazie per questo tuo commento.
Il numero degli interventi è più basso, perché il post è vecchiotto (pubblicato originariamente nell’estate del 2007)… poi Letteratitudine è cresciuto ulteriormente.
Forse dovrei rimettere questo post in primo piano e rilanciare la discussione.
Prima o poi lo farò.

Postato giovedì, 18 novembre 2010 alle 23:25 da Massimo Maugeri


Beh… l’argomento è interessante. Ti costringe a ricordare e capire perchè si abbandonano determinate letture.
A parte classici del livello di un Ulisse di Joyce, molto citato nei posts che poi ho letto durante la giornata, anche l’analisi della non-lettura di libri di minor riferimento e notorietà, può dare risultati sorprendenti.
Quanto all’Ulisse, sarebbe come dire che non ho letto per intero La Divina Commedia (è vero). Invece l’Odissea sì. Potrei chiedermi perchè la Commedia no e l’Odissea sì. Insomma, ricordando al negativo, saltano fuori aspetti di solito non considerati.
Ciao e i miei complimenti per il tuo nuovo libro scritto a quattro mani.

Postato venerdì, 19 novembre 2010 alle 08:00 da Antonella Beccari


Wow, ce l’ho fatta solo al terzo tentativo, ma devo dire che vado proprio fiero di aver terminato di leggere l’Ulisse di Joyce!!!
Anche L’adolescente di Dostojevskij non è andato giù tutto al primo tentativo, però al secondo si, e ancora non capisco come sia possibile che non l’avessi finito la prima volta!
Alcuni di Marquez non riesco a finirli, meglio dire, decido di lasciarli poco dopo averli iniziati.. forse avrei dovuto lasciare i Cent’anni per ultimo???
degli altri che ho iniziato non mi pare ce ne siano che ho lasciato lì prima della fine, anche se non sono sicuro di aver letto tutti i Saggi di Montaigne, ma sono li e alcune pagine le ho lette sicuramente più di una decina di volte, aprendo il libro a caso… e vale sempre la pena!!!

Postato lunedì, 1 ottobre 2012 alle 18:55 da Mirko


Grazie per il tuo commento, caro Mirko.
E grazie ad Antonella per quello precedente (che mi era sfuggito).

Postato lunedì, 1 ottobre 2012 alle 22:45 da Massimo Maugeri



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