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Archivio di gennaio 2013

domenica, 27 gennaio 2013

È online la puntata con UGO RICCARELLI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 25 gennaio 2013

ugo-riccarelliÈ online la puntata con UGO RICCARELLI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 25 gennaio 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

L’ospite di “Letteratitudine in Fmdi venerdì 25 gennaio è stato lo scrittore Ugo Riccarelli, con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “L’amore graffia il mondo” (Mondadori). È stata anche l’occasione per conoscere un po’ meglio Ugo Riccarelli (gli abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa sui suoi inizi come scrittore, sui suoi modelli letterari di riferimento e sulle sue abitudini di scrittura). Abbiamo anche discusso del saggio “Ricucire la vita” (Piemme).
In conclusione di puntata Riccarelli ha letto una pagina tratta da “L’amore graffia il mondo”.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

sabato, 26 gennaio 2013

IL PHARMING: manipolazione di indirizzi web (Le nostre vite tra diritto e web n. 12)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N.12: IL PHARMING: manipolazione di indirizzi web

L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

Il pharming è una ulteriore tecnica fraudolenta che sempre più spesso si sta accompagnando al phishing.
Mentre il phisher, generalmente, carpisce la buona fede degli utenti di internet attraverso falsi messaggi confidenziali, con il Pharming l’inganno è ancora più occulto.
La truffa consiste nel realizzare pagine web identiche ai siti già esistenti (banche, assicurazioni, softwarehouses etc.) in modo che l’utente sia convinto di trovarsi, ad esempio, nel sito della propria banca e sia indotto a compiere le normali transazioni sul proprio conto on-line.
Una volta digitate le credenziali (password e user ID) del proprio conto, sarà semplice recuperarle, tramite keylogger o troiani, per utilizzarle a fini fraudolenti.
Il pharming è quindi un intervento di manipolazione delle direzioni verso le quali viaggiano le informazioni relative agli indirizzi web su cui l’utente clicca per effettuare la ricerca.
Infatti nel momento in cui l’utente digita il nome di un sito nella barra degli URL, dopo aver digitato su “cerca” invia l’informazione ad un server, per l’appunto quello in cui è ospitato il sito.
Il server decodifica l’indirizzo web digitato con l’indirizzo IP numerico appartenente al sito.
Con il pharming accade invece che questa corrispondenza fra nome a dominio del sito e suo indirizzo IP venga interrotta; al nome a dominio indicato viene associato un nuovo indirizzo IP relativo al sito creato dal Pharmer.
In sostanza il Pharming si concretizza in un attacco al server che gestisce le direzioni DNS (domain name system), in modo da far instradare la connessione verso il sito voluto, indipendentemente dalla volontà dell’utente ed evitando ogni contatto con il sito effettivamente clonato.

Per controllare l’attendibilità di un sito si deve quindi: (continua…)

Pubblicato in LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB (con la collaborazione di Simona Lo Iacono)   Commenti disabilitati

giovedì, 24 gennaio 2013

DJANGO UNCHAINED di Quentin Tarantino

DJANGO UNCHAINED
di Quentin Tarantino

con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson

Recensione di Ornella Sgroi

O si ama o si odia. E con Quentin Tarantino è più che mai vero. Non solo perché nei sui film non esiste mai una via di mezzo tra questi due sentimenti, ma anche perché è questa la frase più usata quando si parla di lui. Eppure il compromesso si può raggiungere anche nel caso del suo cinema, semplicemente apprezzandolo, soprattutto per il modo in cui Tarantino si addentra nella sperimentazione di un vecchio genere per farlo rivivere in assoluta autonomia. Trasformando persino le citazioni in elemento integrante della narrazione, a tal punto da non poterle più scindere dall’insieme che si conquista la sua originalità.
Lo ha fatto con i B-movie e i film d’exploitation, da cui è un dipendente conclamato e da cui ha estrapolato violenza estrema e fiotti di sangue per inventarsi quello stile singolare tutto suo, il pulp. Che possa piacere oppure no. E lo ha fatto con un genere classico come il western, che con “Django Unchained” ritrova una sopita vitalità, risvegliata e reinventata alla maniera di Tarantino, dichiarato estimatore in particolare degli spaghetti-western cui rende omaggio non solo nel titolo ispirato alla pellicola di Sergio Corbucci. Con il rischio di conquistarsi la simpatia di un nuovo pubblico, lungo un percorso già iniziato con il precedente “Bastardi senza gloria”. Film che segna una svolta nel cinema del regista contemporaneo forse più cinefilo, con l’ingresso della Storia (quella con la maiuscola) non solo sullo sfondo del racconto, di cui diventa anch’essa grande e irrinunciabile protagonista.
Tolto lo scalpo ai nazisti per mano di un gruppo di ebrei vendicativi, Quentin Tarantino prende di mira un’epoca ancora più lontana nel tempo, ma poi non così distante dall’oggi e da certi suoi orrori. E spara a zero contro il razzismo più crudele e cruento, che in certe scene ci mostra in tutta la sua disumana efferatezza. Senza sconti. Come, del resto, sconti i negrieri bianchi non ne facevano alle loro vittime. E come – ahimè – sconti non ne fa certo cinema più recente che usa la violenza con una disinvoltura inutile ed inquietante.
Gli elementi che caratterizzano il cinema di Tarantino ci sono tutti in “Django Unchained”, come sempre, questa volta però puntati verso una nuova direzione. Il gioco delle parti e lo scambio dei ruoli, la strategia del terrore e l’esibizione della violenza, persino la vendetta, hanno infatti anche un altro scopo. Quello di garantire il lieto fine ad una grande storia d’amore e di dolore, che fa da cassa di risonanza alla rivendicazione del bene più grande: la libertà, con la dignità che ne deriva. E ciò senza mai rinunciare ad un modo di fare cinema che è puro divertimento. Per il regista e per chi ne ammira il lavoro di precisione, fatto di scrittura e quindi di dialoghi potenti ed ironici, ma anche di messa in scena accattivante ed immagini evocative che omaggiano il western all’italiana con primi piani e sguardi, lanciati però all’improvviso, con colpi di zoom rapidissimi come uno scatto fotografico o un colpo di pistola, che per contrasto rimandano alla leggendaria lentezza di Sergio Leone.
In “Django Unchained” la tradizione ed il classico confluiscono così nella dimensione del nuovo e dell’originale, anche nella suggestiva colonna sonora con le note evocative di Luis Bacalov e il tocco magico di Morricone con la sua “Ancora qui” interpretata da Elisa per il film di Tarantino. Che, oltre al piacere della scrittura e della regia, si gusta fino in fondo il piacere della musica e il piacere di dirigere i suoi magnifici attori, portando oltre ogni possibile aspettativa le interpretazioni di un cast, i cui volti restano scolpiti nella memoria dello spettatore, come i singoli personaggi che rappresentano. La coppia Jamie Foxx e Christoph Waltz, da una parte. I singoli Leonardo DiCaprio e Samuel L. Jackson, dall’altra. Protagonisti e antagonisti, bianchi e neri, vittime e carnefici. Gli uni con gli altri. Gli uni contro gli altri. In uno scontro frontale in cui anche i buoni devono fare i conti con la propria ferocia.
Se tutto questo è “Django Unchained”, allora anche solo per questo è un film che vale la pena vedere. Comunque. Perché Quentin Tarantino o si ama o sia odia. In ogni caso, si apprezza.

* * *

Leggi l’introduzione di Massimo Maugeri

Il trailer del film
(continua…)

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lunedì, 21 gennaio 2013

Osservatorio LitBlog n. 14

Osservatorio LitBlog n. 14: settimana dal 14 al 20 gennaio 2013

[In premessa, segnaliamo questo importante lavoro di “mappatura” realizzato da Tropico del Libro. Ne avevamo già accennato qui]

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Raccontare è come mentire?
(Da Nazione Indiana)

Noi esseri umani siamo da sempre immersi nelle storie, ci siamo dentro fino al collo, in quelle che raccontiamo agli altri e in quelle che raccontiamo a noi stessi per vivere.
Trasmettiamo ai nostri figli l’idea del mondo che ci circonda attraverso le storie, quelle storie che fin da piccoli, ci conducono sulle strade dei sentimenti più contrastanti dalla paura alla magia e alla scoperta dell’amore. Per lungo tempo crediamo che una strega possa avere il potere di farci addormentare e un principe di svegliarci con un bacio, aspettiamo la notte di Natale perché un omone buono vestito di rosso ci porti doni. Poi quando meno ce lo aspettiamo, un giorno ci svegliamo sapendo che era tutta una storia, una grande bugia, perché le storie non sono la realtà. Interessante il filo conduttore dell’articolo che vi propongo di leggere, la narrazione si spinge anche nella sfera della politica, e quando non crediamo più in quella storia, siamo pronti a buttarci a capofitto in una storia nuova. Non so se sia possibile dirigersi verso quell’unica storia che rappresenta la nostra più vera identità, supponendo che di identità ne esista una sola, immagino che senza raccontarci storie non riusciremmo a vivere ma soprattutto ad affrontare l’unica vera storia che ci fa paura. La morte.

* * *

Tavoli da lavoro
(da Doppiozero) (continua…)

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sabato, 19 gennaio 2013

È online la puntata con ALESSANDRO BARBERO, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 18 gennaio 2013

alessandro-barberoÈ online la puntata con ALESSANDRO BARBERO, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 18 gennaio 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

L’ospite di venerdì 18 gennaio è stato lo scrittore e storico Alessandro Barbero con cui abbiamo discusso di ben tre libri (e degli argomenti a essi correlati): il volume “Dietro le quinte della storia. La vita quotidiana attraverso il tempo” (Rizzoli), realizzato insieme a Piero Angela; il saggio “I prigionieri dei Savoia. La vera storia della congiura di Fenestrelle” (Laterza) e il romanzo “Gli occhi di Venezia” (Mondadori).

Nel corso della puntata Alessandro Barbero ha letto una pagina del romanzo.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

(continua…)

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sabato, 19 gennaio 2013

PIRATERIA ON LINE (Le nostre vite tra diritto e web n. 11)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 11: PIRATERIA ON LINE

L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

Cosa si intende per “pirateria online”?
Secondo l’Agcom (l’autorità preposta al controllo) , è quella derivante da:
1- download;
2- peerto-peer;
3- streaming illegale di video e audio sul web
, peraltro legata anche al grado di diffusione della banda larga, dato che la fruizione di contenuti video necessita di banda più ampia.

Come evidenziato dall’Autorità, le possibilità tecniche di violazioni del diritto d’autore tramite reti di comunicazione elettronica sono molteplici ed in costante evoluzione, e le misure di contrasto ad oggi disponibili, pur efficaci nell’ambito di organizzazioni private o pubbliche (che le utilizzano soprattutto per limitare l’accesso ad Internet da parte dei propri dipendenti), risultano però poco adattabili all’utilizzo nel mercato residenziale a larga banda.
Ciò perché evidentemente possono contrastare con il Codice Privacy, con il diritto di accesso ad Internet e con il principio di “neutralità” della rete .

Per fronteggiare questi episodi fin dal 2007 si è tentato di far andare in porto il “progetto ACTA”.

ACTA è un accordo commerciale tra nazioni che si pone come obiettivo dichiarato la lotta a ogni tipo di contraffazione, anche se il termine è piuttosto vago perché andrebbe a mettere sullo stesso piano la merce taroccata e i farmaci generici, i prodotti falsificati e i file multimediali scaricati dai singoli utenti.
Il progetto ha avuto altissime contestazioni. Secondo diversi giuristi e attivisti, infatti, l’accordo andrebbe a minare i presupposti della libera condivisione in Rete, introducendo misure a tratti illiberali volte alla tutela delle grandi compagnie cinematografiche e discografiche.
A gennaio 2012 diversi stati dell’Unione Europea avevano sottoscritto l’accordo facendo deflagrare vive proteste in tutta Europa.
Lo scorso 11 febbraio decine di migliaia di persone avevano occupato le piazze europee, costringendo i relatori dell’accordo a modificare alcuni passaggi controversi come la facoltà degli agenti di frontiera di setacciare laptop e lettori mp3 in cerca di file illegali.
L’accordo è poi passato sotto le forche caudine di cinque commissioni europee ricevendo solo bocciature.
Nel luglio 2012 , infine, il Parlamento Europeo è stato chiamato a votare, e ha espresso un forte e inequivocabile no.

© Letteratitudine

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Pubblicato in LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB (con la collaborazione di Simona Lo Iacono)   Commenti disabilitati

mercoledì, 16 gennaio 2013

OMAGGIO A VINCENZO CONSOLO

Il 21 gennaio 2012 è venuto a mancare Vincenzo Consolo. A un anno dalla morte, rimetto in primo piano il post dedicato alla memoria di questo nostro scrittore invitandovi a ricordarlo (con messaggi, commenti, citazioni e quant’altro riteniate opportuno).
Come sempre, grazie per la collaborazione.

Massimo Maugeri

* * *

POST del 22 gennaio 2012
Il Novecento letterario italiano sembra ancora più distante dopo la scomparsa di Vincenzo Consolo, avvenuta ieri 21 gennaio 2012, nella sua casa di Milano, dopo una lunga malattia. (continua…)

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lunedì, 14 gennaio 2013

Osservatorio LitBlog n. 13

Osservatorio LitBlog n. 13: settimana dal 7 al 13 gennaio 2013

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Un morso e una lettura
(da Finzioni)
I primi due post del nuovo anno che ho il piacere di segnalarvi sono strettamente legati fra loro, in quanto affrontano entrambi il tema della promozione della lettura. Mi chiedo spesso se la passione e l’abitudine alla lettura possa essere in qualche modo trasmessa, diffusa e soprattutto quale possa essere il modo più corretto per farlo.
Quando mia figlia era bambina la portavo spesso con me in una grande libreria, le facevo sfogliare libri, cogliere con sorpresa i colori delle immagini delle copertine, e qualche volta mi facevo imitare nell’atto di mettere il naso fra le pagine di un libro per annusare. Lei mi domandava “mamma, ma che senti?” ed io rispondevo tirando su con il naso come se fossi stata in pineta o vicino al mare, “sento tutti i profumi delle parole!”
Ora, che la qualità del cibo dei fastfood non sia un gran che non saremo noi a scoprirlo né tanto meno ad affermarlo qui, tuttavia io non sarei così severa nel giudicare l’iniziativa descritta nell’articolo che vi propongo di leggere. Non so se sia davvero il senso di colpa che spinga i produttori di cibo per bambini nei fastfood a promuovere un panino e un libro insieme, come dice l’autrice dell’articolo, ma è pur sempre “un’americanata”… però credo che smuovere un po’ le acque solleticando la curiosità di genitori e piccoli con l’offerta di un libro possa rendere una sosta più gradevole. Il resto, poi, spetta a noi genitori. Far mangiare bene, ma anche far sognare con le parole.

* * *

Una legge per la lettura
(dal blog dell’Indice dei libri del mese)
(continua…)

Pubblicato in OSSERVATORIO LIT-BLOG (a cura di Francesca G. Marone)   Commenti disabilitati

domenica, 13 gennaio 2013

DIRITTO D’AUTORE ED EVOLUZIONE IN INTERNET (Le nostre vite tra diritto e web n. 10)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 10: DIRITTO D’AUTORE ED EVOLUZIONE IN INTERNET

L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

L’era internet ha portato nella disponibilità immediata di noi tutti una mole immensa di documenti, riproduzioni, filmati, fotografie, facilmente accessibili, divulgabili, imitabili.
Come si concilia questa velocità e facilità d’accesso con la tutela del diritto d’autore?
Va premesso che tutte le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alle scienze, alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o l’espressione, formano oggetto del diritto d’autore (art. 2575 c.c.).
La disciplina del diritto d’autore trova poi varia fonte anzitutto nella Carta costituzionale, e in particolare negli artt. 2, 3, 9, 21, 33, 35, 41 e 42 Cost.
La pubblicazione o comunicazione al pubblico dell’opera inoltre , risulta normalmente una espressione della libertà di manifestazione del pensiero di cui all’ art. 21 Cost., letta in combinato disposto con i principi di sviluppo della cultura e della libertà di creazione artistica di cui agli artt. 9 e 33 Cost.
Il diritto d’autore si acquista dunque originariamente con la creazione dell’opera (tranne i casi specifici in cui questa creazione sia avvenuta nell’ambito di un contratto di prestazione d’opera), quindi l’opera appartiene, come primo titolare, a chi ne è l’autore (art. 2576 c.c.).
Egli ha il diritto di disporne economicamente e riceve tutela quanto alla paternità dell’opera anche se ne cede lo sfruttamento.
La recente legge 248/00, modificando la legge 633/41, ha introdotto ulteriori ipotesi al fine di combattere la pirateria e la contraffazione, anche quella che si realizza via Internet.
Esaminiamo nel dettaglio le norme più significative.
- ART 70 L. 633-41 come modificata: riassunto, citazione o riproduzione a scopo studio, discussione, documentazione. (continua…)

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sabato, 12 gennaio 2013

È online la puntata con DARIA BIGNARDI, ospite di “Letteratitudine in Fm” dell’11 gennaio 2013

daria-bignardi-philip-rothÈ online la puntata con DARIA BIGNARDI, ospite di “Letteratitudine in Fm” dell’11 gennaio 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

L’ospite di venerdì 11 gennaio (h. 13 circa) è stata Daria Bignardi con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “L’acustica perfetta” (Mondadori). In chiusura abbiamo accennato alle novità della nuova edizione de “Le invasioni barbariche“.
Nel corso della puntata, Daria ha letto una pagina tratta dal suo romanzo.

Nella seconda parte della trasmissione ci siamo occupati del romanzo di Philip RothQuando lei era buona” (Einaudi), ripubblicato con una nuova traduzione. Massimo Maugeri ha letto uno stralcio del libro.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

(continua…)

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venerdì, 11 gennaio 2013

LA MIGLIORE OFFERTA, di Giuseppe Tornatore

La migliore offerta: la locandina del filmLA MIGLIORE OFFERTA, di Giuseppe Tornatore

con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland

Recensione di Ornella Sgroi

Non c’è modo di sapere quale sia la migliore offerta. Almeno in amore, quando il cuore si abbandona senza conoscere più alcuna razionalità. Incapace di distinguere ciò che è reale da ciò che altro non è se non la proiezione di come vorrebbe che fosse.
Un inganno al quale non riesce a sottrarsi neanche un uomo come Virgil Oldman (Geoffrey Rush), battitore d’asta celebre in tutto il mondo, che ha fatto del suo talento nel discernere l’autentico dal falso una vera ragione di vita. Determinato e infallibile, finché si muove nel mondo dell’arte che conosce senza segreti. Confuso e vulnerabile, nel momento in cui, sfilati i guanti che lo proteggono da ogni contatto umano, decide di toccare con mano il calore delle emozioni. Per arrivare al cuore della giovane e misteriosa Claire (Sylvia Hoeks), principessa bella e dannata che non riesce ad uscire oltre le mura scrostate del suo prezioso castello in rovina.
Il loro incontro è fatale, il tormento inevitabile, la felicità irraggiungibile. E Giuseppe Tornatore, autore della storia (pubblicata da Sellerio) che porta sullo schermo con il suo ultimo film, “La migliore offerta”, lo rende chiaro sin dall’inizio. Con un’eleganza cinematografica che conquista e ipnotizza già dopo il primo sguardo che il regista – e con lui lo spettatore – posa sui protagonisti e sui luoghi, immersi in un’atmosfera mitteleuropea decadente che esalta la tensione sentimentale e l’inquietudine costante da cui è dominata l’intera pellicola. Senza tregua. Con il ritmo di un thriller in cui ogni rapporto si gioca sulla contrapposizione tra il vero e il falso, non solo in materia di arte ma anche nel campo dei sentimenti, che finiscono sempre con il nascondere qualcosa di autentico anche quando si riesce a simularli.
In questo gioco di specchi che confonde verità e illusione, Tornatore ricorda e omaggia il cinema di Alfred Hitchcock, in particolare quello che fu uno dei suoi capolavori assoluti, “Vertigo” ovvero “La donna che visse due volte”, e riprende il percorso intrapreso già con “Il camorrista”, “Una pura formalità” e “La sconosciuta” per esplorare i meandri più nascosti della psiche umana. Con un risultato intrigante e avvincente, cucito alla perfezione con le note inconfondibili di Ennio Morricone che anche questa volta, ne “La migliore offerta”, sottolinea ogni sentimento del film, in un crescendo musicale tormentato e carico di suspense. Soprattutto a mano a mano che i pezzi dell’ingranaggio iniziano ad attrarsi l’uno con l’altro come quelli dell’antico automa di Jacques de Vaucanson che Virgil tenta di ricomporre con l’aiuto del giovane Robert (Jim Sturgess) e che tanto fa pensare al libro illustrato “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” di Brian Selznick portato sullo schermo con grande meraviglia da Martin Scorsese.
Nel compiere questo nuovo viaggio psicologico nel mondo dell’arte e dell’antiquariato, pieno di ingannevole fascino, Giuseppe Tornatore si conferma ancora una volta un vero amante del cinema, maestro indiscusso nella cura dei dettagli, estetici e narrativi, senza mai perdere la visione di insieme. Che anzi il regista siciliano riesce a fare trionfare con sapiente pazienza, accompagnando lo spettatore verso un finale intuibile ma altrettanto inevitabile. Sebbene nel tirare le somme dell’intrigo si conceda qualche spiegazione esplicita di troppo, che avrebbe invece potuto affidare alla sensibilità dello spettatore puntando sull’eloquenza del cast (tutto internazionale), della scrittura e del montaggio. Che scena dopo scena svela vari finali possibili, affidandosi all’unico elemento in grado (forse) di rimettere ogni cosa al proprio posto: il tempo.

* * *

Leggi l’introduzione di Massimo Maugeri

Il trailer del film
(continua…)

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mercoledì, 9 gennaio 2013

OMAGGIO A CARLO FRUTTERO

Il 15 gennaio 2012 è venuto a mancare Carlo Fruttero. A un anno dalla morte, rimetto in primo piano il post dedicato alla memoria di questo nostro scrittore invitandovi a ricordarlo (con messaggi, commenti, citazioni e quant’altro riteniate opportuno).
Come sempre, grazie per la collaborazione.

Massimo Maugeri

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Post del 15 gennaio 2012 (continua…)

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martedì, 8 gennaio 2013

COSA PERDONO QUELLI CHE NON VOGLIONO FIGLI (di Ferdinando Camon)

camon-a-padova-2007.jpgRiprende la rubrica di Letteratitudine curata da Ferdinando Camon intitolata “Il sottosuolo“.

Cosa perdono quelli che non vogliono figli

di Ferdinando Camon

Si sta diffondendo il pensiero che è bello non avere figli: i figli sono una disgrazia, rovinano la vita e il pianeta. Il pensiero diventa un movimento, il de-natalismo, e prende piede in Francia, Italia e soprattutto in Belgio. Qui i de-natalisti hanno inventato una festa annuale, a Bruxelles, dove si trovano, cantano canzoni e alzano boccali di birra. E citano uomini illustri senza figli.
Ma citano male. Moravia non era un senza-figli. Era un mancato-padre circondato da mancati-figli. Quando andavano a trovarlo, Dario Bellezza, Achille Serrao e gli altri, toccavano tutto, spostavano tutto, come fanno i cattivi figli di un padre scrittore. Uno sgattaiolava fuori dalla porta, Alberto lo inseguiva col bastone: “Cos’hai preso?”, “Ma niente Alberto, poi te lo riporto”. Sono gli aspetti vischiosi e fastidiosi della famiglia, che fanno una falsa famiglia. Pasolini dice in una poesia di aver amato una prostituta ma non è nato un figlio, e di questo era contento. Non ha mai affrontato il problema se la sua omosessualità fosse una fuga dalla paternità. Quando esplose la domanda, era in analisi da Musatti. Smise subito. Troppa angoscia.
Sì, certo, senza figli si lavora meglio. “Tu hai dato degli ostaggi alla vita”, mi ammoniva Meneghello, qui nello studio dove sto scrivendo. L’aveva già detto Bacone: “Se hai dei figli, non farai più grandi azioni, né virtuose né vituperose”. I figli ti bloccano nella mediocrità. Sono ostaggi del nemico, in una vita che è guerra. Ma se noi, padri, siamo un esercito in guerra, i figli sono l’avanguardia e la retroguardia: la protezione. Riempiono i vuoti del passato e vanno in avanscoperta sul futuro che non vivremo. Io non so come ho capito i primi film che vedevo, da bambino. Ma mi si spalanca una luce quando vedo la nipotina che guarda incantata il risveglio di Biancaneve, poi Biancaneve sparisce ed appare la matrigna, la piccola osserva in giro sbalordita e domanda: “Dov’è Biancaneve?”. È convinta che, se non è più nel televisore, è uscita dal televisore e cammina nella stanza. Qualcosa del genere dev’essere capitato al mio cervello, quand’ero piccolo, perché a questa ri-scoperta si eccita. Senza figli e nipoti avrei un cervello non eccitato, che vuol dire piatto. A 6 anni il primo dei miei figli fece un sogno: “I monti mi dicevano: quando morirai, crescerai”. Significa che ogni conquista passa attraverso una morte? Al fondo del mio cervello c’era questo concetto, non ero sicuro che fosse la verità, ma il sogno del figlio me lo confermava. Lui amava il cinema. Un giornale mi mandava un tesserino perché andassi alla Biennale, lui me lo rubava e ci andava lui. Sul tesserino c’era la mia foto, lo lasciavano passare perché lui era identico a me. Questo resta in me l’esempio di cosa vuol dire rinascere in un altro: quando la burocrazia controlla quell’altro e lo scambia per te. A volte mi càpita di cercare un libro che non ho mai letto, lo apro e lo vedo pieno di segni a matita. Sono segnate le frasi giuste con i giusti segni, asterischi, cerchi, punti interrogativi o esclamativi. Ma se non ho mai letto quel libro, chi ha fatto quei segni? Un figlio. Dunque, io ho letto quel libro non come io, ma come figlio. E allora, continuerò a leggere libri, segnandoli con i miei simboli, anche quando non ci sarò. I bambini si ammalano, come tutti, e finiscono in Pediatria. L’ospedale vuole che di notte stiano soli, se c’è bisogno ci sono gl’infermieri. Ma le madri non vogliono lasciarli, e si nascondono negli armadi. Il primario prima di andarsene apre gli armadi e scaccia le madri, allora queste si nascondono nei bagni. Le ho viste. I figli sono il sancta sanctorum della famiglia, non si possono lasciare senza sentinelle. Quando andavo a prendere un figlio all’asilo, o adesso una nipotina, la maestra lo chiama e gli chiede: “Chi è questo signore per te?”, perché ci sono i ladri di bambini, i bambini sono un valore e hanno un mercato. Diciamo sempre che non ci sono più valori: eccolo, un valore. Una madre mi ha raccontato che un giorno passeggiava con la figlioletta, questa si nascose, lei non la vedeva più, due pensieri le traversarono il cervello come fulmini, il primo: “Me l’hanno rubata”, il secondo: “Mi uccido”. Ho sentito una madre friulana cantare una canzone al figlio ricoverato in ospedale: “Signor del Cielo ascoltami, / non farlo mai soffrire, / se c’è dolor per lui, / ti prego dallo a me”: voleva soffrire e morire al posto del figlio. È difficile che chi non ha figli attraversi quest’esperienza, voler morire al posto di un altro. Per chi li ha, è un’esperienza perenne. Essere umani vuol dire questo. A Bruxelles alzano boccali di birra per la gioia di non avere figli? Avranno, come tutti, disgrazie nella vita, ma nessuna più grave di questa.
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Pubblicato in IL SOTTOSUOLO (di Ferdinando Camon)   Commenti disabilitati

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