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Archivio di maggio 2013

martedì, 28 maggio 2013

Osservatorio LitBlog n. 21

Strategie di guerra
(da Doppiozero)

Il libro segnalato nell’articolo che vi propongo interessa particolarmente noi Letteratitudiniani, già sensibili al tema trattato. “Blitzkrieg tweet, come farsi esplodere in rete” è un testo che incuriosisce molto, per l’argomento trattato in maniera originale rispetto alle proposte del panorama letterario italiano,  riguardo all’utilizzo dei social media. L’autore si serve della metafora della guerra e del richiamo alla strategia di Von Clausevitz, mantenendo un equilibrio delicato fra l’ironica leggerezza e la impegnativa serietà delle strategie di guerra. Il libro prende anche in analisi alcuni casi attuali in cui lo spazio virtuale è diventato davvero un campo di battaglia e ci aiuta a comprendere meglio superando le barriere degli stereotipi e dei pregiudizi che circolano sul mondo virtuale, in particolare i falsi miti su Twitter. Tutti sappiamo quanto sia fondamentale cavalcare l’onda della comunicazione attraverso il web ed i suoi principali strumenti, ma farlo con la giusta consapevolezza dei propri mezzi può fare la differenza.
Buona lettura qui…

* * *

Mettiamoci alla prova
(da Finzioni)
(continua…)

Pubblicato in OSSERVATORIO LIT-BLOG (a cura di Francesca G. Marone)   Commenti disabilitati

domenica, 26 maggio 2013

I DIECI COMANDAMENTI DI INTERNET (Le nostre vite tra diritto e web n. 21)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 21 -

Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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I DIECI COMANDAMENTI DI INTERNET

La Coalizione Internet Rights & Principles ha emesso un documento con il quale ha definito dieci diritti e principi fondamentali che devono costituire la base della governance di Internet.
La coalizione è formata da una rete aperta di persone e di organizzazioni che lavorano per la difesa dei diritti umani nell’ambiente Internet: la Dynamic Coalition su I Diritti e Principi di Internet, appunto.
I principi sono radicati nelle norme internazionali sui diritti umani e derivano dalla Carta dei Diritti umani e dei Principi per Internet elaborata dalla coalizione.
Internet offre opportunità senza precedenti per la realizzazione dei diritti umani, e svolge un ruolo sempre più importante nelle nostre vite quotidiane. E’ quindi essenziale che tutti gli attori, pubblici e privati, rispettino e proteggano i diritti umani su Internet. Devono anche essere prese decisioni per garantire che Internet funzioni e si evolva in modi che soddisfino il più possibile i diritti umani.
Per contribuire a realizzare questa visione di un ambiente Internet basato sui diritti, i 10 Diritti e Principi sono:

1) Universalità e Uguaglianza
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, che devono essere rispettati e protetti nella rete Internet.

2) Diritti e Giustizia Sociale
Internet è uno spazio per la promozione, la protezione, il rispetto dei diritti umani e la promozione della giustizia sociale. Ognuno ha il dovere a rispettare i diritti umani di tutti gli altri nella rete Internet.

3) Accessibilità
Tutti hanno pari diritto di accesso e di utilizzo di un Internet sicuro e aperto.

4) Espressione e di Associazione
Ogni individuo ha il diritto di cercare, ricevere e comunicare informazioni liberamente su Internet senza censure o altre interferenze. Ognuno ha anche il diritto di libera associazione attraverso Internet, per motivi e fini sociali, politici, culturali o altri.

5) Privacy e protezione dei dati
Ogni individuo ha diritto alla privacy online. Questo include la libertà dalla sorveglianza, il diritto di utilizzare la crittografia, e il diritto di anonimato in Internet. Ogni individuo ha diritto alla protezione dei dati, incluso il controllo sulla raccolta di dati personali, la loro conservazione e trasformazione, la cessione e la divulgazione.

6) Vita, libertà e sicurezza
Il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza devono essere rispettati, protetti e realizzati su Internet. Questi diritti non devono essere violati o utilizzati per violare altri diritti nella rete digitale.

7) Diversità
La diversità culturale e linguistica su Internet deve essere promossa, l’innovazione tecnica e politica dovrebbero essere incoraggiate a facilitare la pluralità di espressione.

8 ) Uguaglianza
Ciascuno deve avere un accesso universale e aperto ai contenuti di Internet, liberi da priorità discriminatorie, filtraggi o controlli del traffico per ragioni commerciali, politiche o altre ragioni.

9) Norme e regolamento
L’architettura di Internet, i sistemi di comunicazione e i formati dei documenti e dei dati si basano su standard aperti per garantire la completa interoperabilità, l’inclusione e le pari opportunità per tutti.

10) Governance
I diritti umani e la giustizia sociale devono costituire il quadro giuridico e normativo fondamentale su cui Internet funziona ed è governato. Questo deve avvenire in modo trasparente e multilaterale, basato su principi di apertura, di partecipazione inclusiva e di responsabilità.

Per maggiori informazioni: http://irpcharter.org

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(continua…)

Pubblicato in LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB (con la collaborazione di Simona Lo Iacono)   Commenti disabilitati

domenica, 26 maggio 2013

È online la puntata con MARILU’ OLIVA ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 24 maggio 2013

marilu-olivaÈ online la puntata con MARILU’ OLIVA ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 24 maggio 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Ospite della puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” – puntata di venerdì 24 maggio 2013 è stata la scrittrice Marilù Oliva.
Con Marilù Oliva abbiamo affrontato il tema della violenza alle donne e del “femminicidio” discutendo dei due seguenti volumi (il primo curato e il secondo scritto dalla stessa Marilù Oliva): “Nessuna più. Quaranta scrittori contro il femminicidio” (antologia di racconti ispirati a casi di femminicidio) e “Mala suerte” (il terzo romanzo della trilogia che vede per protagonista il personaggio letterario della Guerrera). Entrambi i libri sono editi da Elliot edizioni.
Su LetteratitudineNews, l’introduzione del volume “Nessuna più. Quaranta scrittori contro il femminicidio“.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

martedì, 21 maggio 2013

NOI OGGI CAMPIAMO TROPPO

ferdinando-camonLa nuova puntata deIl sottosuolo di Ferdinando Camon… tra Carducci e “tempo-vita”.
Massimo Maugeri

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NOI OGGI CAMPIAMO TROPPO

di Ferdinando Camon

Sono nato lo stesso anno del Carducci, ma un secolo dopo: lui nel 1835, io nel 1935. Alla mia età lui era morto da un po’ di anni e questo significa che noi oggi campiamo molto. Troppo.
Da studente di liceo e d’università, e poi da insegnante, costruivo la mia vita su quella del Carducci: a tot anni lui pubblicava la prima opera, attenzione che il tempo s’avvicina, non lasciamoci sorpassare. L’addio alla poesia lui l’ha dato nel ‘96, quando pubblicò l’ultimo stornello, brevissimo, questo:

Fior tricolore,
tramontano le stelle in mezzo al mare,
e si spengono i canti entro il mio cuore.

Aveva 61 anni, e si sentiva spento. Oggi ci sono novantenni lucidi come i ventenni, e anche di più. Come mai però i nati nell’Ottocento ci sembrano tutti “grandi”, e i nati nel Novecento tutti piccoli? Perché gli scrittori nati nell’Ottocento nascevano crescevano e morivano nella stessa civiltà, le loro opere formavano un blocco coerente. Noi nati nel Novecento (e peggio ancora sarà per i nati nel Duemila) attraversiamo una civiltà dopo l’altra. Carducci è sempre lo stesso monocorde poeta, da Juvenilia a Rime e ritmi. È grande. Noi del Novecento siamo spezzettati in tante brevi esperienze, non possiamo essere grandi. Non abbiamo percorso una lunga strada dritta, ma tanti segmenti separati. Di conseguenza non siamo andati lontano. Carducci è nato col mito dell’Unità ed è morto con la monarchia, noi siamo nati con la monarchia e il fascismo, li abbiamo visti imperare e morire, abbiamo attraversato l’Italia della distruzione e della miseria, con un forte Cattolicesimo e un forte Comunismo, per decenni abbiamo pensato (sperato o temuto) che il Comunismo s’instaurasse anche in casa nostra, abbiamo visto il Sud e le Venezie svuotarsi per l’emigrazione verso il Triangolo Torino-Milano-Genova, Fiat e Olivetti guidare l’industrializzazione dell’Italia, il terrorismo minacciare la democrazia, il Partito Cattolico dominare e scomparire, sul Comunismo mondiale spegnersi la luce di Mosca. Il fondamentalismo, marxista o cattolico, ci copriva come una corazza. S’è squamato lasciandoci nudi come larve, mal protette da una peluria di psicanalisi. Carducci è nato, cresciuto e morto nel mito di Roma. Noi siamo stati sbalzati dall’Italia all’Europa. C’è entrato in casa l’Islam, che per il Carducci era un lontano folclore. Adesso alza moschee nelle nostre piazze. Avevamo in testa un sistema per cui, se uno era cattolico, non dialogava né col marxismo né con l’Islam: dialogare voleva dire tradire. Ora il buon cattolico, Papa in testa, dialoga con tutti. Pensavamo di lasciare ai nostri figli un mondo diviso in due parti, una con gli Stati Uniti e una con l’Unione Sovietica. Per il Carducci, Roma era ancora la Città Eterna, carica della gloria repubblicana-imperiale. Tra noi c’era chi pensava che Mosca fosse la seconda Roma, nuova luce del mondo, liberatrice dell’umanità. La seconda Roma è caduta in silenzio, da sola, e la Terza Roma, New York, sta per cadere. C’è chi va a Pechino e torna dicendo di aver visto la Quarta Roma. Da giovani avevamo poche idee ma solide, formavano un sistema, con quel sistema abbiamo vissuto per mezzo secolo.
(continua…)

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martedì, 14 maggio 2013

Osservatorio LitBlog n. 20

Osservatorio LitBlog n. 20

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Racconti, finestre su vite altrui

(da Minima et Moralia)

S’inaugura una nuova rubrica molto interessante, condotta da Paolo Cognetti, sull’arte della narrazione. In questo primo numero l’arte del racconto, una finestra sulla casa di qualcun altro- dice Cognetti- l’ arte del restar sospesi, di mettere il naso in una porzione di storia e lasciare all’immaginazione del lettore il potere di continuarla. Belle le citazioni di autori sull’arte del racconto, meraviglioso il richiamo ad Hemingway ed alla sua teoria dell’iceberg, il riferimento al non detto che arricchisce di fascino la lettura. Se il romanzo ambisce a contenere in sé tutte le risposte, il racconto è l’anfratto dei misteri e dei segreti non rivelati come ci hanno insegnato i grandi maestri citati nel pezzo, da Cortazar a Carver. Bellissimi i ritratti e il sottolineare l’importanza dei particolari nei personaggi dei racconti, l’assaporare questa arte sopraffina che ci rammenta il “levare” in musica e il non detto in amore, o comunque l’indicibile bellezza dei sentimenti sussurrati e la grandezza di quelli immaginati.
Leggete qui… e riscoprirete, semmai l’aveste perduta, la voglia di rileggere racconti.

* * *

Quell’animale di Kafka

(da L’Indice)
(continua…)

Pubblicato in OSSERVATORIO LIT-BLOG (a cura di Francesca G. Marone)   Commenti disabilitati

lunedì, 13 maggio 2013

LA RETE E LA LIBERTÀ RESPONSABILE (Le nostre vite tra diritto e web n. 20)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 20 –

Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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LA RETE E LA LIBERTÀ RESPONSABILE

La libertà assoluta non può esistere, nemmeno sul web

di Massimo Maugeri

Intesa in senso stretto, la libertà assoluta non è mai esistita né può esistere. Il motivo è semplice: la libertà di ciascuno di noi deve trovare un limite laddove si relaziona con quella altrui. Questo vale nella (cosiddetta) vita reale, così come nel web.
Dopo qualche mese dall’apertura del mio blog Letteratitudine, decisi di inserire sulla colonna di sinistra del sito questa sorta di “avvertenza”: «la libertà individuale, anche di espressione, trova argini nel rispetto altrui. Commenti fuori argomento, o considerati offensivi o irrispettosi nei confronti di persone e opinioni potrebbero essere tagliati, modificati o rimossi». Avevo ben chiaro già da allora che la rivoluzione Internet, così come qualunque altra rivoluzione, conteneva al suo interno elementi positivi ed elementi negativi. Ho sempre sostenuto (e lo ribadisco) che i pro di tale rivoluzione superano di gran lunga i contro, senza dimenticare che però il cosiddetto “rovescio della medaglia” esiste anche in questo caso.
Partiamo da un presupposto: stiamo parlando di una delle più radicali, dirompenti e repentine rivoluzioni che abbiano mai interessato la storia dell’umanità per quanto concerne la comunicazione. Ed è proprio la velocità del cambiamento che ha reso difficile la gestione delle problematiche inerenti la crescita del web (e l’inevitabile contaminazione delle nostre “vite reali” con quelle online).
L’idea errata dell’esistenza di una libertà assoluta di espressione, priva cioè di regole, non poteva che alimentare (così come in parte è stato) alcuni aspetti deleteri della comunicazione e alcune distorsioni latenti.
In questi anni ho cercato di fare la mia parte per contribuire a far crescere la consapevolezza dell’esistenza di queste problematiche. Ricordo, in particolare, un post del 2009, volto a stigmatizzare il proliferare della pedofilia e della pornografia online con il coinvolgimento, nell’ambito del dibattito che ne seguì, di don Fortunato Di Noto che da tanti anni, con l’associazione Meter, spende la sua attività pastorale in difesa dei diritti dei bambini lottando strenuamente contro i pedofili e gli “imprenditori” pedopornografici che agiscono spesso indisturbati sul web. Fu una discussione importante e utile, condotta con la collaborazione dell’amica scrittrice e magistrato Simona Lo Iacono e con la partecipazione del dottor Marcello La Bella (dirigente della polizia postale di Catania). Ma ricordo, soprattutto, un altro post pubblicato l’anno precedente – nel 2008 – intitolato: “La responsabilità legale della scrittura in Rete”. Quel post mirava a sensibilizzare i frequentatori di Internet circa il concetto di libertà espressiva sul web. «Troppo spesso», scrivevo, «si interviene in Rete con l’errata convinzione di poter scrivere qualunque cosa, dimenticando che accanto ai diritti figurano… “responsabilità”. Ebbene sì. Scrivere in Rete implica anche responsabilità di natura legale». Ne seguì, anche in quel caso, un lungo dibattito portato avanti insieme alla citata Simona Lo Iacono. Già allora si evidenziava il fatto che la normativa vigente nella “vita reale” trovava analoghe applicazioni nella “vita online”. Si sottolineò che anche in Rete – anzi, soprattutto in Rete – deve essere riconosciuto il pieno rispetto dei diritti della persona (il diritto al nome, all’immagine, all’onore, alla reputazione, alla riservatezza e all’identità personale). Si fece inoltre notare il fatto che, se da un lato Internet è, per eccellenza, il luogo della democraticità e della libertà, di contro possiede caratteristiche peculiari quali la aterritorialità e la velocità che consentono una maggiore lesività (rispetto ai mezzi tradizionali) sull’onore e la reputazione altrui.
Cosa è cambiato in questi cinque anni? È cresciuto (e questo è un bene) il numero degli utilizzatori del web, c’è stata l’esplosione dei social network (facebook e twitter in testa), si è riversata – anche e soprattutto in Rete – una sorta di rabbia e di frustrazione derivanti dalla crisi (economica, politica e sociale) in atto. Peraltro, soprattutto in questi ultimi anni, si è colpevolmente sostenuto e divulgato il concetto che la cultura e gli incentivi alla lettura fossero un optional (con la cultura non si mangia, si è detto), facendo finta di non sapere che laddove la cultura e la lettura trovano più spazio è maggiore il tasso di civiltà e di rispetto dell’altro. Non credo sia un caso che, proprio in questi anni, siamo costretti a registrare nel nostro Paese una crescita delle pulsioni xenofobe, razziste e sessiste (che comunque covavano sotto le ceneri) con conseguenti e inevitabili ripercussioni sul web e sulle nostre vite online.
Nei giorni scorsi, sulle pagine del quotidiano la Repubblica del 3 maggio, in un articolo di Concita De Gregorio, abbiamo letto lo sfogo e la denuncia dell’on. Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati, in relazione alle terribili minacce da lei subite via Internet: «Sono minacce di morte, di stupro, di sodomia, di tortura. Accanto al testo spesso ci sono immagini. Fotomontaggi: il suo volto sorridente sul corpo di una donna violentata da un uomo di colore, il suo viso sul corpo di una donna sgozzata, il sangue che riempie un catino a terra. Centinaia di pagine stampate, migliaia di messaggi. A ciascuna minaccia corrisponde un nome e un cognome, un profilo Facebook, l’indirizzo di una pagina Internet. Le minacce – tutte a sfondo sessuale, promesse di morte violenta – si sono moltiplicate nel giro di due settimane con il tipico effetto valanga che la Rete produce».
Ne approfitto per ribadire la mia solidarietà a Laura Boldrini e a tutte le donne che subiscono violenza (per inciso: la mia posizione sulla “questione femminicidio” è chiara e nota e sono tra i firmatari della petizione a favore degli Stati Generali contro la violenza; ne riparleremo presto, anche qui). Ma ne approfitto altresì (in questo spazio dedicato al rapporto tra “diritto e web”) per condividere qualche mio pensiero su alcune delle conseguenze dello sviluppo di Internet. (continua…)

Pubblicato in LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB (con la collaborazione di Simona Lo Iacono)   Commenti disabilitati

lunedì, 13 maggio 2013

È online la puntata con ROMANA PETRI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 10 maggio 2013

romana-petri-figli-dello-stesso-padreÈ online la puntata con ROMANA PETRI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 10 maggio 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 10 maggio 2013 è stata la scrittrice Romana Petri, con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Figli dello stesso padre” (Longanesi): uno dei 12 libri selezionati per l’edizione 2013 del Premio Strega.

Nella seconda parte della puntata Romana Petri ha letto un brano tratto dal romanzo.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO


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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

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domenica, 5 maggio 2013

È online la puntata con PAOLO DI PAOLO, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 3 maggio 2013

paolo-di-paolo-mandami-tanta-vitaPAOLO DI PAOLO, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 3 maggio 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 3 maggio 2013, è stato lo scrittore Paolo Di Paolo.
Con Di Paolo, abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Mandami tanta vita” edito da Feltrinelli: uno dei 12 libri selezionati per l’edizione 2013 del Premio Strega.

Su LetteratitudineNews, il primo capitolo del libro.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

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mercoledì, 1 maggio 2013

COCAINA MOTORE DEL MONDO

ferdinando-camonLa nuova puntata deIl sottosuolo di Ferdinando Camon è dedicata al nuovo libro di Roberto Saviano: ZeroZeroZero (Feltrinelli).

Massimo Maugeri

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COCAINA MOTORE DEL MONDO

di Ferdinando Camon

Siamo immersi nella cocaina, la cocaina è la malattia del mondo e la spiegazione del mondo. Ricchezze, fortune, poteri, dinastie, carriere sono costruite sulla cocaina. Carriere nell’arte, nello spettacolo, nella medicina, nella politica. Ministri, governatori. Guardiamoci intorno: il medico che ci cura e ha centinaia di clienti di troppo, il chirurgo che ci opera e fa ore d’interventi in più, perfino il postino che suona alla porta, la prostituta che tira l’alba, il magnaccia che la protegge, il cliente che vuol trasformare la disperazione di lei nel proprio piacere, tutto va avanti a forza di cocaina. La cocaina è il motore del mondo e della storia, costruisce le miserabili vite che contengono le nostre miserabili esistenze, ma anche le storie dei potenti, che contengono le vite dei popoli. La cocaina ci salva nelle crisi, con la forza d’ala di un angelo. La cocaina ci distrugge tutti, con la maligna spietatezza di un demonio. I popoli la chiamano con nomi di paradiso e nomi d’interno. La cocaina fonda e mantiene imperi, gl’imperi multi-continentali dell’epoca che viviamo. I padroni della cocaina sono i padroni del mondo. Hanno oggi il potere che una volta avevano i Cesari, i Kaiser, gli Zar. È un potere basato sul denaro e sul delitto. La facilità che hanno i boss della droga nel costruirsi un impero è la facilità che hanno ad uccidere. Gli sgherri che tengono a servizio sono addestrati a uccidere per una sola ragione, punire chi sgarra. Ma anche per nessuna ragione, come animali o automi. Il delitto si autogiustifica: tu ammazzi, e non devi sapere perché. La cocaina spappola il cervello, ma lo beatifica. Spappolandolo e beatificandolo, lo stacca dal mondo e dalla vita. E questo spiega tutto: stiamo attraversando un’epoca in cui ciò che soprattutto desideriamo, ciò di cui abbiamo bisogno, è distruggere il collegamento con tutto e tutti, moglie figli casa lavoro città leggi e Dio, abbiamo bisogno di non pensare a nessuno, di essere una microscopica particella gaudente e incosciente. Questo fa la cocaina.
zerozerozeroChi la prende la prima volta, non la dimentica più. Ci pensa anche dormendo, lavorando, facendo sesso. È la nostalgia, dolcissima e straziante, di una felicità assoluta, e assoluta vuol dire sciolta da tutto. Perciò la cocaina è un bene. Saviano dice, in questo libro potente, vasto, brulicante, costruito come un delta ramificato in cento fiumi separati (ZeroZeroZero, Feltrinelli)), che la cocaina è “il bene”, in senso psicologico, antropologico, morale ed economico. Essendo un bene, ha un mercato. Avendo un mercato, ha una produzione. Essendo un bene-prodotto-venduto, ha un centro di produzione e i boss della produzione e dello smercio. Capire la cocaina vuol dire capire questo. Capire la cocaina vuol dire capire il Messico (Saviano lo sviscera in tutti i suoi traffici), e viceversa. Capire la criminalità messicana, guatemalteca (la più crudele, che uccide per godere), russa, e via scorrendo sulla superficie del mondo, ma anche, e soprattutto, italiana. La ‘ndrangheta. Saviano fa un quadro “epico” della ‘ndrangheta e dei suoi codici. Per i quali gli affiliati sono addestrati a uccidere e a morire per qualcosa che li scavalca: noi identifichiamo questo qualcosa con il male, ma loro ci vedono il test dell’essere uomini. Tu devi guardarti da tutti. Chi ha mangiato il pane con te ti ucciderà, fosse pure tua moglie o tuo figlio. Se non sei pronto a ucciderli tu per primo, non sarai mai un capo. C’è una grandezza maligna e funerea in tutto questo, ma è pur sempre grandezza. E la grandezza esercita un fascino. Saviano lo sente e (non so se sarà contento di sentirselo dire) lo trasmette. Usciamo dal libro barcollando, come drogati.
(continua…)

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OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

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OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

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Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

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"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

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