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Archivio di dicembre 2018

lunedì, 31 dicembre 2018

OMAGGIO AD AMOS OZ

RICORDIAMO IL GRANDE SCRITTORE AMOS OZ, morto a Tel Aviv il 28 dicembre 2018 all’età di 79 anni, proponendo questa conversazione radiofonica incentrata su uno dei suoi romanzi più importanti: “Giuda” (Feltrinelli, 2014 – traduzione di Elena Loewenthal). Di seguito: una nota biografica, un articolo dedicato al romanzo e approfondimenti.
http://m2.paperblog.com/i/260/2605571/amos-oz-ospite-di-letteratitudine-in-fm-di-me-L-XV3ZvP.jpeg

Amos Oz (in ebraico: עמוס עוז‎?), nato Amos Klausner (in ebraico: עמוס קלוזנר‎?) (Gerusalemme, 4 maggio 1939 – Tel Aviv, 28 dicembre 2018) è stato uno scrittore e saggista israeliano. Oltre ad essere stato autore di romanzi e saggi, Oz è stato giornalista e docente di letteratura alla Università Ben Gurion del Negev, a Be’er Sheva. Sin dal 1967 è stato un autorevole sostenitore della “soluzione dei due Stati” del conflitto arabo-israeliano.

La minuta attenzione agli aspetti della vita quotidiana, l’esuberanza della scrittura e la volontà di indagare nei malesseri individuali e della società sono i tratti salienti dell’opera di Oz. Fin dagli esordi l’interesse dello scrittore si è rivolto al mondo interiore dei personaggi e alle loro intime contraddizioni, senza trascurare il contesto della realtà israeliana che fa sempre da sfondo alla narrazione.

Nel suo romanzo autobiografico “Una storia di amore e di tenebra”, Oz ha raccontato, attraverso la storia della sua famiglia, le vicende storiche del nascente Stato di Israele dalla fine del protettorato britannico: la guerra di indipendenza, gli attacchi terroristici dei Fedayyin, la vita nei kibbutz. Nella vita dello scrittore è stato determinante il suicidio della madre, avvenuto quando il piccolo Amos aveva appena dodici anni. L’elaborazione del dolore si sviluppa ben presto in un contrasto con il padre, un intellettuale vicino alla destra ebraica. Il contrasto padre-figlio portò alla decisione del ragazzo di entrare nel kibbutz Hulda e di cambiare il cognome originario “Klausner” in “Oz”, che in ebraico significa “forza”.

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Protagonista di questa puntata, lo scrittore di fama internazionale AMOS OZ e il suo nuovo romanzo “GIUDA” (pubblicato in Italia da Feltrinelli – traduzione di Elena Loewenthal).

Grazie all’indispensabile servizio di traduzione e interpretariato, dall’inglese, di Sonia Folin, discutiamo con l’autore di questo suo nuovo romanzo, dei personaggi e delle tematiche trattate.

Nella seconda parte della puntata Massimo Maugeri legge un estratto del suo romanzo.

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Gerusalemme, l’inverno tra la fine del 1959 e l’inizio del 1960. Shemuel Asch decide di rinunciare agli studi universitari – e in particolare alla sua ricerca intitolata Gesù visto dagli ebrei – a causa dell’improvviso dissesto economico che colpisce la sua famiglia e del contemporaneo abbandono da parte della sua ragazza, Yardena. Shemuel è sul punto di lasciare Gerusalemme quando vede un annuncio nella caffetteria dell’università. Vengono offerti alloggio gratis e un modesto stipendio a uno studente di materie umanistiche che sia disposto a tenere compagnia, il pomeriggio, a un anziano disabile di grande cultura. Quando si reca all’indirizzo riportato nell’annuncio, Shemuel trova una grande casa abitata da un colto settantenne, Gershom Wald, e da una giovane donna misteriosa e attraente, Atalia Abravanel. Si trasferisce nella mansarda e inizia a condurre una vita solitaria e ritirata, intervallata dai pomeriggi trascorsi nello studio di Gershom Wald. Amos Oz tiene mirabilmente i suoi personaggi e il lettore sul filo del mistero: chi è veramente Atalia? Cosa la lega a Gershom? Di chi è la casa dove vivono? Quali storie sono racchiuse tra quelle mura? Shemuel Asch troverà la risposta nel concetto di tradimento, non inteso in senso tradizionale, bensì ancorato all’idea che si ritrova nei Vangeli gnostici, dove emerge che il tradimento di Giuda – aver consegnato Gesù alle autorità e a Ponzio Pilato – non fu altro che l’esecuzione di un ordine di Gesù stesso per portare a termine il suo disegno.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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NOTA BIOGRAFICA DI AMOS OZ

amos-ozAmos Oz è nato a Gerusalemme. Circa metà dei suoi scritti sono ambientati in questa città e nelle zone circostanti. I suoi genitori, Yehuda Arieh Klausner (in ebraico: יהודה אריה קלוזנר) e Fania Mussman (in ebraico: פאניה מוסמן‎?), erano immigrati sionisti dell’Europa orientale. Il padre di Amos aveva studiato storia e letteratura a Vilnius, Lituania, e a Gerusalemme era bibliotecario e scrittore. Il nonno materno di Amos era proprietario di un mulino a Rovno, città che a quell’epoca apparteneva alla Polonia, oggi all’Ucraina. Il nonno Klausner in seguito si trasferì con la famiglia ad Haifa. Molti membri della famiglia Klausner erano di destra, sostenitori del Partito revisionista sionista. Il prozio di Amos, Joseph Klausner, fu il candidato del partito Herut alle elezioni presidenziali vinte da Chaim Weizmann ed era docente di letteratura ebraica presso l’Università Ebraica di Gerusalemme. Amos e la sua famiglia non erano religiosi e rifiutavano tutto ciò che nella religione percepivano come irrazionale. Ciononostante Amos Oz frequentò la scuola religiosa Tachkemoni, visto che la sola alternativa era la scuola socialista affiliata al Partito Laburista Israeliano e i suoi genitori l’avevano scartata per la diversità dei loro valori politici. La famosa poetessa Zelda fu una delle insegnanti di Amos. Amos poi compì gli studi secondari presso la scuola superiore ebraica di Rehavia.
La madre Fania si suicidò, in seguito a una forte depressione, quando Amos aveva dodici anni. Amos avrebbe poi elaborato le ripercussioni di questo tragico evento scrivendo il libro di memorie “Una storia di amore e di tenebra”. Amos aderì al Partito Laburista Israeliano e a 15 anni andò a vivere nel kibbutz di Hulda. Lì fu adottato dalla famiglia Huldai (il cui figlio primogenito Ron oggi è sindaco di Tel Aviv). Amos si immerse totalmente nella vita del kibbutz e in questo periodo cambiò il suo cognome in “Oz”, che in ebraico significa “forza”. “Tel Aviv non era abbastanza radicale”, disse Amos in seguito, “solo il kibbutz era abbastanza radicale”. In ogni caso, come lui stesso racconta, Amos era “un disastro nei lavori agricoli… la barzelletta del kibbutz”. Continuò a vivere e lavorare nel kibbutz fino a quando lui e sua moglie Nily si trasferirono ad Arad, nel 1986, a causa dell’asma di suo figlio Daniel. Però anche prima del trasferimento, visto il successo che aveva come scrittore, ebbe il permesso di diminuire gradatamente il tempo da dedicare al lavoro nel kibbutz: le royalties derivanti dai suoi libri erano tali da giustificarlo. Come disse lui stesso, Amos era diventato “un ramo della fattoria”.

Come la maggior parte degli israeliani, Amos Oz ha prestato servizio nelle Forze di difesa israeliane. Alla fine degli anni cinquanta era arruolato nell’unità di fanteria Nahal e ha combattuto negli scontri al confine tra Israele e la Siria; durante la Guerra dei sei giorni (1967) era in una unità corazzata nel Sinai; durante la Guerra del Kippur (1973) ha combattuto sulle alture del Golan. Dopo aver servito nell’unità Nahal, Oz studiò filosofia e letteratura ebraica all’Università Ebraica di Gerusalemme. A parte alcuni articoli nel bollettino del kibbutz e nel giornale Davar, Amos Oz non ha pubblicato niente fino all’età di 22 anni, quando ha cominciato a pubblicare libri. La sua prima raccolta di racconti, “La terra dello sciacallo”, è stata pubblicata nel 1965. Il suo primo romanzo, “Elsewhere, Perhaps”, è stato pubblicato nel 1966. Ha cominciato a scrivere ininterrottamente, pubblicando in media un libro l’anno con la casa editrice del Partito Laburista, Am Oved. Oz ha lasciato Am Oved per l’editore Keter, nonostante la sua affiliazione politica, perché il contratto esclusivo con Keter gli garantiva uno stipendio mensile fisso indipendentemente dalla frequenza di pubblicazione.
La figlia maggiore di Amos Oz, Fania Oz-Salzberger, insegna storia all’Università di Haifa. Oz, che ha scritto 18 libri in ebraico e circa 450 articoli e saggi, e le cui opere sono state tradotte in circa 30 lingue, muore il 28 dicembre 2018 a causa di un tumore

Oltre ai suoi romanzi, Oz pubblicava regolarmente saggi di politica, di letteratura e sulla pace. Ha scritto molto per il giornale laburista israeliano Davar e (da quando Davar ha cessato di esistere, negli anni novanta) per il quotidiano Yedioth Ahronoth. In inglese, i suoi scritti sono usciti su varie pubblicazioni, tra cui il New York Review of Books. Amos Oz è uno degli scrittori la cui opera i ricercatori letterari studiano con un approccio fondamentale. Presso l’Università Ben-Gurion nel Negev è stata creata una collezione speciale su Amos Oz e le sue opere. Negli ultimi anni Oz era considerato uno dei più probabili candidati al Premio Nobel per la letteratura.

Nelle sue opere Oz tende a rappresentare i protagonisti in modo realistico e con lieve tocco ironico. Il tema del kibbutz nei suoi scritti è trattato con un tono in certo senso critico. Oz attribuisce a una traduzione dei racconti di Winesburg, Ohio dello scrittore statunitense Sherwood Anderson la sua decisione di ”scrivere quello che era intorno a me”. Nel romanzo Una storia di amore e di tenebra, in cui racconta la sua infanzia e adolescenza negli anni travagliati che videro la nascita di Israele, Oz riconosce al “modesto libro” di Anderson il merito di avergli fatto capire che “il mondo scritto… gira sempre intorno alla mano che sta scrivendo, indipendentemente da dove stia scrivendo: il posto in cui sei è il centro dell’universo”. Nel suo saggio del 2004 “Contro il fanatismo” (in seguito titolo di una collezione di saggi pubblicata nel 2006), Oz sostiene che il conflitto israelo-palestinese non è una guerra di religione o di culture, ma piuttosto un controversia possessoria – una controversia che non si risolverà con una maggiore comprensione ma con un compromesso doloroso.

Con Feltrinelli Amos Oz ha pubblicato: Conoscere una donna (2000), Lo stesso mare (2000), Michael mio (2001), La scatola nera (2002), Una storia di amore e di tenebra (2003), Fima (2004), Contro il fanatismo (2004), D’un tratto nel folto del bosco (2005), Non dire notte (2007), La vita fa rima con la morte (2008), Una pace perfetta (2009), Scene dalla vita di un villaggio (2010, premio Napoli), Una pantera in cantina (2010), Il monte del Cattivo Consiglio (2011, premio Tomasi di Lampedusa 2012), Tra amici (2012; “Audiolibri Emons-Feltrinelli”, 2013), Soumchi (2013), Giuda (2014), Gli ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica (2013; con Fania Oz-Salzberger) Altrove, forse (2015), Tocca l’acqua, tocca il vento (2017) e Cari fanatici (2017), Finché morte non sopraggiunga (2018). Nella collana digitale Zoom ha pubblicato Si aspetta (2011) e Il re di Norvegia (2012). Ha vinto i premi Catalunya e Sandro Onofri nel 2004, Principe de Asturias de Las Letras e Fondazione Carical Grinzane Cavour per la Cultura Euromediterranea nel 2007, Primo Levi e Heinrich Heine nel 2008, Salone Internazionale del libro nel 2010, il Premio Franz Kafka a Praga nel 2013. I suoi lavori sono tradotti in oltre quaranta lingue.

[Fonte: Wikipedia, Treccani, varie]

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GIUDA, di Amos Oz (Feltrinelli)

di Massimo Maugeri

«Questo romanzo in fondo parla delle grandi e semplici cose della vita», mi spiega l’autore. «Parla dell’amore, della perdita, della solitudine, della morte, del desiderio e della desolazione». L’autore in questione si chiama Amos Oz ed è uno dei massimi scrittori viventi. Uno di quelli, per dirla tutta, che ben figurerebbero tra i vincitori del Premio Nobel per la Letteratura. Il romanzo si intitola “Giuda” ed è appena stato pubblicato in Italia da Feltrinelli (traduzione di Elena Loewenthal, pagg. 336, € 18). Una storia forte, una scrittura sapiente, temi scottanti: questi, alcuni degli ingredienti che compongono il libro che, probabilmente, a dodici anni dalla pubblicazione di “Una storia di amore e di tenebra” (un milione di copie vendute), sarà considerato come il capolavoro del grande scrittore israeliano.
Siamo in inverno, a Gerusalemme, nel periodo a cavallo tra il 1959 e il 1960. «Ho scelto di ambientare il romanzo in questo arco temporale», mi spiega Oz, «perché lo Stato d’Israele è ancora giovane e non ancora corrotto dalla Storia e dalla violenza. E anche perché Gerusalemme, in quel momento, è una città sotto assedio: claustrofobica, aggredita su tre fronti».
È in questo contesto che, iniziando la lettura, incontriamo il giovane Shemuel Asch: uno studente universitario che sta attraversando una fase molto difficile della propria esistenza. La sua ragazza, Yardena, ha deciso di lasciarlo per convolare a nozze con un ex e la sua famiglia deve fare i conti con un improvviso e devastante dissesto economico. Per queste ragioni decide di abbandonare la città, gli studi e la sua attività di ricerca intitolata “Gesù visto dagli ebrei”. Poi, però, gli capita di leggere l’annuncio di un’offerta lavorativa piuttosto singolare indirizzata a uno studente di materie umanistiche che, in cambio di un modesto stipendio e di un alloggio gratuito, dovrà tenere compagnia nelle ore pomeridiane a un anziano disabile molto colto. Shemuel decide di accettare l’offerta. Si reca nella casa indicata nell’annuncio e si imbatte nel vecchio in questione: Gershom Wald; ma anche in Atalia: un’affascinante quarantacinquenne.
Da questo incontro, nasce la storia. Una storia basata sul confronto delle idee, sul contraddittorio, sull’incrocio di più punti di vista – spesso divergenti – che l’autore è bravissimo a esporre con pari credibilità. Su tutto si erge il concetto di “tradimento”. E qui veniamo a Giuda. (continua…)

Pubblicato in OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI   Commenti disabilitati

domenica, 23 dicembre 2018

DEVO SCEGLIERE CHI SOGNERÀ PER ME di Romana Petri

Per GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine interamente dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi“, ci occupiamo del nuovo libro di Romana PetriDevo scegliere chi sognerà per me” (Rrose Sélavy), illustrazioni di Fabio Delvò. Introduzione di Massimo De Nardo.

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Romana Petri è nata a Roma e vive attualmente tra questa città e Lisbona. Ha ottenuto numerosi premi come il Premio Mondello, il Rapallo Carige, il Grinzane Cavour e il Bottari Lattes. È stata due volte finalista al Premio Strega. Traduttrice, editrice e critico letterario collabora con ttl La Stampa, il Venerdì di Repubblica, Corriere della Sera e Il Messaggero. È tradotta in Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Spagna, Serbia, Olanda, Germania e Portogallo. Tra le sue opere: Ovunque io sia (BEAT 2012), Alle Case venie, I padri degli altri, La donna delle Azzorre, Dagoberto Babilonio, un destino, Esecuzioni, Tutta la vita, Figli dello stesso padre, Giorni di Spasimato amore, Le serenate del Ciclone, Il mio cane del Klondike.

Di recente è uscito un nuovo libro di Romana Petri, dedicato alla letteratura per ragazzi, intitolato “Devo scegliere chi sognerà per me” e pubblicato dall’ottimo editore Rrose Selavy (e ottimamente illustrato da Fabio Delvò).

Il volume contiene un’esaustiva introduzione di Massimo De Nardo.

(È possibile sfogliare le prime pagine del libro cliccando qui.)

Il libro è dedicato alla figura di uno scrittore mitico (Jack London) e a una sua celeberrima opera (Il richiamo della foresta). La domanda è: come doveva essere Jack London da bambino?

Abbiamo chiesto a Romana Petri di parlarcene… (continua…)

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venerdì, 21 dicembre 2018

DACIA MARAINI con “Corpo felice” (Rizzoli) in radio a LETTERATITUDINE

Dacia Maraini con “Corpo felice” (Rizzoli), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin


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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: Dacia Maraini con cui abbiamo discusso del suo nuovo libro intitolato “Corpo felice. Storia di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va” (Rizzoli) e delle tematiche in esso trattate.

Come nasce “Corpo felice”? Questo è un libro zeppo di domande: quanto è importante porsi domande? Quanto è stato importante per te, nella tua vita, e nella scrittura di questo libro porsi domande? Il libro comincia con il racconto di un aneddoto. Sei una bambina, hai sei anni, vivi a Kyoto, in Giappone. È il racconto di un’ingiustizia ricevuta dagli affetti più cari, i propri genitori. Che cosa era successo? E perché hai voluto cominciare il libro proprio dal racconto di questo aneddoto? Che rapporto hai avuto con l’ingiustizia? Nel libro racconti un’esperienza personale molto dolorosa. Vorresti condividere con noi qualche riflessione in merito? Ci parleresti dell’ “aneddoto” mitologico di Oreste che uccide la madre adultera e del conseguente processo del tribunale degli dei? Nel libro citi spesso due donne: Adrienne Rich e Simone de Beauvoir. Perché? A tuo avviso, in che modo dovrebbero essere affrontate, oggi, le problematiche collegate alla cosiddetta “condizione femminile” perché si possano davvero risolvere o quantomeno arginare in maniera significativa?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Dacia Maraini nel corso della puntata.

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Corpo felice. Storia di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va - Dacia Maraini - copertina“Corpo felice”: la scheda del libro
Una madre che non ha avuto il tempo di esserlo. Un figlio mai cresciuto. Tra di loro, i giorni teneri e feroci, sognati eppure vividissimi che non hanno vissuto insieme. E un dialogo ininterrotto che racconta cosa significa diventare donne e uomini oggi.A più di quarant’anni dai versi che hanno disegnato i contorni di un cambiamento possibile – “Libere infine di essere noi / intere, forti, sicure, donne senza paura” – Dacia Maraini riavvolge il filo di una storia tempestosa, quella al femminile, attraverso le parole di una madre a un figlio perduto, il suo, che cammina verso la maturità pur abitando solo nei ricordi. È così che l’immaginazione si fa più vera della realtà, come accade per tutte le donne che popolano i suoi libri – Marianna, Colomba, Isolina, Teresa – e sono arrivate a noi con le loro voci e i loro corpi. Corpi che non hanno mai smesso di cercare la propria via per la felicità, pieni di vita o disperati per la sua assenza, amati o violati, santificati o temuti, quasi sempre dagli altri, gli uomini. Ed è proprio a loro che parlano queste pagine. Agli occhi di un bambino maschio non ancora uomo. Per ricordare a lui e a tutti noi, sul filo sottile ma resistente della memoria, che solo quando l’amore arriva a illuminare le nostre vite, quello tra i sessi non sarà più uno scontro ma l’incontro capace di cambiare le regole del gioco.

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Dacia Maraini è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, editi da Rizzoli e tradotti in oltre venti Paesi. Nel 1990 ha vinto il Premio Campiello con “La lunga vita di Marianna Ucrìa” e nel 1999 il Premio Strega con “Buio”. Il suo più recente romanzo è “Tre donne” (Rizzoli, 2017).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata – musiche di Claude Debussy – Arabesque n. 1; Prelude n. 4: Les sons et les parfums tournent dans l’air du soir; Prélude à l’Après-midi d’un faune.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

domenica, 16 dicembre 2018

LetteratitudineNews: dall’11 al 16 dicembre 2018

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dall’11 al 16 dicembre 2018 (clicca sui link per aprire le pagine)

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CLASSIFICA: dal 3 al 9 dicembre 2018 – segnaliamo “Il gioco del suggeritore” di Donato Carrisi

GLI ULTIMI GIORNI DI ANITA EKBERG di Alessandro Moscè (recensione)

“PEZZI. Dal regno della litweb” di Ippolita Luzzo

M. IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati (recensione)

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© Letteratitudine

(continua…)

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mercoledì, 12 dicembre 2018

LUCA BRIASCO con “The outsider” di Stephen King (e altro ancora) in radio a LETTERATITUDINE

Luca Briasco con “The outsider” di Stephen King (e altro ancora), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin


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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: l’editor, traduttore, saggista e agente letterario Luca Briasco.
Con Luca Briasco abbiamo discusso del nuovo romanzo di Stephen King pubblicato in Italia (tradotto dallo stesso Briasco): The outsider” (Sperling & Kupfer).
Nella seconda parte della puntata, con Luca Briasco, abbiamo discusso del suo ruolo di editor di narrativa straniera presso la casa editrice minimum fax (e delle novità in uscita nel primi mesi del 2019) e dell’agenzia letteraria “United Stories Agency” da lui fondata insieme a Colomba Rossi e Francesca de Lena.

Che tipo di esperienza è stata tradurre “The outsider” di Stephen King? Quali sono le caratteristiche principali di questo romanzo? Nell’ambito di quale filone possiamo inquadrarlo (ammesso che sia possibile farlo) nel contesto della enorme produzione letteraria di King? Il luogo in cui è ambientato il romanzo si chiama Flint City: cosa ha di analogo con i classici luoghi kinghiani (Derry, Castle Rock)? Che tipo d’uomo è Terry Maitland, il “sospettato” di omicidio di questa storia di King? E il detective Ralph Anderson? Questo romanzo può essere definito come «L’It dell’era Trump» come qualcuno ha sostenuto? Cosa puoi dirci sul tuo ruolo di editor di narrativa straniera per l’editore minimum fax? E sui nuovi titoli in uscita? Come è nata l’idea del progetto di United Stories Agency (agenzia letteraria fondata insieme a Francesca de Lena e Colomba Rossi), come lo avete sviluppato e quali sono i suoi obiettivi?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Luca Briasco nel corso della puntata.

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Luca Briasco è stato editor di narrativa straniera per Fanucci ed Einaudi Stile libero. Ha scritto diversi saggi sulla letteratura degli Stati Uniti, con particolare attenzione al romanzo contemporaneo. Insieme a Mattia Carratello ha curato La letteratura americana dal 1900 a oggi. Dizionario per autori (Einaudi, 2011). Collabora da più di dieci anni alle pagine culturali del Manifesto. Ha tradotto una quarantina tra romanzi e raccolte di racconti, fra gli ultimi: Una vita come tante di Hanya Yanagihara, e Il simpatizzante di Viet Thanh Nguyen, Premio Pulitzer 2016. A novembre 2016 è in uscita per minimum fax Americana. Libri, autori e storie dell’America contemporanea.
Ha tradotto il più recente romanzo di Stephen King “The outsider” (Sperling & Kupfer). E insieme a Colomba Rossi ha fondato l’agenzia letteraria United Stories Agency.

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The OutsiderStephen King “The outsider” (Sperling & Kupfer): la scheda del libro
La sera del 10 luglio, davanti al poliziotto che lo interroga, il signor Ritz è visibilmente scosso. Poche ore prima, nel piccolo parco della sua città, Flint City, mentre portava a spasso il cane, si è imbattuto nel cadavere martoriato di un bambino. Un bambino di undici anni. A Flint City ci si conosce tutti e certe cose sono semplicemente impensabili. Così la testimonianza del signor Ritz è solo la prima di molte, che la polizia raccoglie in pochissimo tempo, perché non si può lasciare libero il mostro che ha commesso un delitto tanto orribile. E le indagini scivolano rapidamente verso un uomo e uno solo: Terry Maitland. Testimoni oculari, impronte digitali, gruppo sanguigno, persino il DNA puntano su Terry, il più insospettabile dei cittadini, il gentile professore di inglese, allenatore di baseball dei pulcini, marito e padre esemplare. Ma proprio per questo il detective Ralph Anderson decide di sottoporlo alla gogna pubblica. Il suo arresto spettacolare, allo stadio durante la partita e davanti a tutti, fa notizia e il caso sembra risolto. Solo che Terry Maitland, il 10 luglio, non era in città. E il suo alibi è inoppugnabile: testimoni oculari, impronte, tutto dimostra che il brav’uomo non può essere l’assassino. Per stabilire quale versione della storia sia quella vera non può bastare la ragione. Perché il male ha molte facce. E King le conosce tutte.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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La colonna sonora della puntata: “Not Guilty” di George Harrison; “High Way To Hell” di AC/DC; “Hells Bells” di AC/DC.

(continua…)

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martedì, 11 dicembre 2018

LetteratitudineNews: dal 3 al 10 dicembre 2018

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 3 al 10 dicembre 2018 (clicca sui link per aprire le pagine)

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QUANT’È VERO DIO di Sergio Givone (recensione)

LEGGERE SIMONE WEIL di Giancarlo Gaeta

OMAGGIO A LOREDANA LIMONE

CLASSIFICA: dal 26 novembre al 2 dicembre 2018 – segnaliamo “Vuoto per i bastardi di Pizzofalcone” di Maurizio de Giovanni

SONNO BIANCO di Stefano Corbetta

A BORDEAUX C’È UNA GRANDE PIAZZA APERTA di Hanne Ørstavik (recensione)

PREMIO SCERBANENCO 2018: vince PATRICK FOGLI

ANTOLOGIA DI MUSICA LEGGERA

UN «OSSERVATORE E TESTIMONE ATTENTO»: Remo Ceserani

PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI 2018: le librerie

PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI 2018: chi influenza gli acquisti di libri

PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI 2018: dati sull’editoria

ANNI EINAUDIANI: editoria, intellettuali, libri

NON/FICTION INTERNATIONAL BOOK FAIR DI MOSCA: gli esiti

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© Letteratitudine

(continua…)

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lunedì, 3 dicembre 2018

LetteratitudineNews: dal 26 novembre al 2 dicembre 2018

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 26 novembre al 2 dicembre 2018 (clicca sui link per aprire le pagine)

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THE GAME di Alessandro Baricco (recensione)

L’ANIMA DEL TERRITORIO: FuoriAsse n. 23

DAVIDE ENIA VINCE IL SUPERMONDELLO E IL MONDELLO GIOVANI 2018

CLASSIFICA: dal 19 al 25 novembre 2018 – segnaliamo “Becoming. La mia storia” di Michelle Obama

LA COLPA di Raffaele Mangano

VIDI CARONTE SUL BOSFORO di Riccardo Piazza

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© Letteratitudine

(continua…)

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Letteratitudine: da oltre 15 anni al servizio dei Libri e della Lettura

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"Cetti Curfino" di Massimo Maugeri (La nave di Teseo) ===> La rassegna stampa del romanzo è disponibile cliccando qui

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OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

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OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

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RATPUS va in scena ratpus

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Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

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"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

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