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Archivio di febbraio 2013

lunedì, 25 febbraio 2013

È online la puntata con SANDRA PETRIGNANI, ospite di Letteratitudine in Fm di venerdì 22 febbraio 2013

sandra-petrignani-addio-a-romaÈ online la puntata con SANDRA PETRIGNANI, ospite di Letteratitudine in Fm di venerdì 22 febbraio 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di venerdì 22 febbraio 2013 è stata la scrittrice Sandra Petrignani. Abbiamo discusso del nuovo libro della Petrignani “Addio a Roma ” (Neri Pozza) dove l’autrice racconta luoghi, atmosfere e personaggi della Roma che va dagli inizi anni Cinquanta agli inizi degli anni Settanta (dalla morte di Benedetto Croce a quella di Pasolini).

Nel corso della puntata Sandra Petrignani ha letto una pagina tratta dal libro…

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

lunedì, 25 febbraio 2013

Osservatorio LitBlog n. 16

Osservatorio LitBlog n. 16

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

La liquidità dell’essere umano
(da La poesia e lo spirito)

Non sembra esserci speranza nelle parole di Imre Kertesz, la liquidazione dell’umanità rammenta la frammentarietà dell’uomo moderno di Bauman, quel mondo liquido in cui ogni appiglio viene meno. Utilizzando diversi registri narrativi, questo scrittore ungherese premio Nobel, ci dipinge una realtà in cui il peggio è qui ed ora. La caduta di ogni valore ha condotto alla resa della capacità di relazionarsi l’uno con l’altro, in questo romanzo disperatamente descritta. Il bel articolo di Augusto Benemeglio mette in evidenza i punti essenziali del percorso narrativo dello scrittore ungherese, rammentandoci che siamo tutti coinvolti in un’assunzione di responsabilità che è necessaria alla sopravvivenza stessa dell’essere umano. Riconosciamo un gran merito nell’avere messo in luce un autore poco noto e la cui lettura può rammentarci l’importanza del sentirsi in una comunità in cui, come è scritto, “nessuno è innocente”. Tanto disperata l’esistenza da condurre a scelte estreme di totale abbandono come il darsi ad una vita da barbone.
Per approfondire qui…

* * *

L’Io sconosciuto
(da Via delle belle donne)
(continua…)

Pubblicato in OSSERVATORIO LIT-BLOG (a cura di Francesca G. Marone)   Commenti disabilitati

lunedì, 25 febbraio 2013

VIVA LA LIBERTÀ di Roberto Andò

VIVA LA LIBERTÀ
di Roberto Andò

con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Michela Cescon, Valeria Bruni Tedeschi, Anna Bonaiuto

Recensione di Ornella Sgroi

«Essere o non essere, questo è il problema. È meglio esserci come se fossimo già spariti o sparire del tutto per tornare a essere?». Una domanda che, innescata sull’eterno dubbio amletico, farebbero bene a porsi i politici italiani. Di ogni partito e colore.
Nell’attesa di una loro presa di coscienza, che purtroppo nella realtà tarda ad arrivare, ci ha pensato Roberto Andò a fare di quell’interrogativo la scintilla e insieme la sintesi del suo ultimo film, “Viva la libertà”, tratto dal romanzo “Il trono vuoto” (Bompiani) che è valso al regista siciliano il premio Campiello Opera Prima 2012. Nuova linfa per il genere del cinema politico italiano, reinventato in chiave di favola filosofica che tocca da vicino la realtà dei fatti e le speranze dei cittadini. Con acuta leggerezza. E con sorprendente originalità di pensiero.
Mettendo da parte i toni accusatori, rancorosi o rassegnati dei film più critici nei confronti dei partiti di maggioranza che hanno governato nella storia più recente, “Viva la libertà” affronta infatti il tema politico in una chiave nuova, puntando sulla capacità della gente di ritrovare lo slancio verso un cambiamento possibile e invitando l’opposizione a fare autocritica sulla propria latitanza, per non avere esercitato quel ruolo attivo che avrebbe dovuto assumere. Roberto Andò immagina, dunque, che il “trono vuoto” sia quello del leader del più importante partito di sinistra (Toni Servillo), sparito nel nulla dopo aver appreso che l’indice di gradimento dei propri elettori è sceso sotto il 17 %. Rifugiatosi a Parigi da una vecchia fiamma (Valeria Bruni Tedeschi), Enrico Oliveri lascia così in gravi ambasce il partito, la moglie (Michela Cescon) e soprattutto il suo più fedele collaboratore (Valerio Mastandrea), costretto a ripiegare sul fratello gemello dell’onorevole, appena dimesso da un ospedale psichiatrico e con un trascorso da filosofo. Ma sarà proprio la sana follia, schietta e poetica, dell’impostore a riconquistare la fiducia dell’elettorato, sollecitato a colpi di Brecht a fare i conti con la propria coscienza, unica alleata possibile per conquistare un vero cambiamento.
In questo viaggio incrociato nell’esistenza di due fratelli, identici nell’aspetto ma non nella personalità, Roberto Andò segue con eleganza e garbo l’evoluzione psicologica dei due personaggi opposti, affidandosi ad un attore come Toni Servillo che riesce a misurare ogni singola sfumatura dei suoi due ruoli (sottolineati anche dai temi musicali di Marco Betta) calibrando la sua, altre volte straripante, forza espressiva. Con una visione d’insieme che, strada facendo, gli permette di ricongiungere i tratti caratteriali dei due gemelli in un personaggio unico e complesso. Impossibile da identificare, almeno sul finale, con l’uno piuttosto che con l’altro. Persino per il fedele segretario interpretato da Valerio Mastandrea, che si conferma – se mai ce ne fosse stato bisogno – uno degli attori italiani più interessanti e capaci del nostro panorama cinematografico.
Tra metafore e scene memorabili – come l’incontro nella sala dei mappamondi tra il Presidente della Repubblica e il finto onorevole, in cui Servillo recita la fatidica domanda amletica, o il tango ballato a piedi nudi con la Cancelliera tedesca – “Viva la libertà” scorre leggero e potente allo stesso tempo. Grazie anche ad una regia delicata che serve gli attori, un cast splendido diviso tra pubblico e privato, mentre aleggia lo spirito e il desiderio di un nuovo corso affidato più all’essenza della cultura che alla cultura dell’apparenza.

* * *

[La puntata radiofonica di Letteratitudine in Fm con Roberto Andò... su "Il trono vuoto"]

Leggi l’introduzione di Massimo Maugeri

Il trailer del film
(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE CINEMA   Commenti disabilitati

domenica, 24 febbraio 2013

IL CYBERBULLISMO (Le nostre vite tra diritto e web n. 15)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N.15: IL CYBERBULLISMO

Nel suo rapporto sulla protezione dal ciberbullismo (o cyberbullismo) , il Consiglio federale definisce il ciberbullismo come la pubblicazione di testi, immagini o filmati diffamatori sui moderni mezzi di comunicazione come cellulari, chat, reti sociali informatiche come Facebook, forum o blog allo scopo di denigrare, offendere o molestare una determinata persona. Una caratteristica generale che contraddistingue questo fenomeno è che le aggressioni si ripetono nel tempo o persistono durante un periodo prolungato.

Il termine cyberbullying è stato coniato dall’educatore canadese BILL BELSEY. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment (“cybermolestia”) che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne. Tuttavia nell’uso corrente cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi. Come il bullismo  nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e, per quanto riguarda l’ordinamento italiano, del Codice della Privacy (D.Lgs 196 del 2003).

Il fenomeno del ciberbullismo è molto diffuso tra i giovani che utilizzano regolarmente i nuovi mezzi di comunicazione quali i blog, i forum e le reti sociali. Il termine «ciberbullismo» deriva dal fenomeno del bullismo, che indica gli atti di prepotenza fra scolari (violenza fisica, derisione, umiliazioni ecc.).

Il ciberbullismo si distingue dalle altre forme di molestie essenzialmente per i metodi utilizzati. Innanzitutto, i ciberbulli non sono in contatto diretto con le proprie vittime. Inoltre, le informazioni che diffondono possono essere lette o viste da un numero illimitato di persone. Infine, a dipendenza del sito Internet su cui sono registrate, la vittima può incontrare delle difficoltà a far cancellare queste informazioni.

Un’altra caratteristica di questo fenomeno è che il ciberbullo, non essendo in contatto diretto con la propria vittima, non è cosciente delle sue reazioni e non è in grado di rendersi conto dei limiti da non oltrepassare. Per questa ragione, nel mondo virtuale si tende maggiormente a superare tali limiti rispetto alla vita reale, il che si traduce spesso in conseguenze drammatiche.

Le conseguenze del ciberbullismo sono spesso paragonabili a quelle del bullismo nelle scuole. Nelle vittime possono, infatti, manifestarsi sentimenti di emarginazione, di tristezza, di collera, di mancanza di fiducia in se stessi oppure reazioni quali l’ipersensibilità emotiva. Nei casi in cui gli attacchi persistono, sono state osservate conseguenze anche più gravi, in particolare disturbi del comportamento (angoscia, depressione)

Dunque, ricapitolando,  rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l’uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:

· Anonimato del molestatore: in realtà, questo anonimato è illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce. Però per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore.

· Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via sms, messaggeria o mail  o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi.

· Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilità di essere “un’altra persona” online (vedi i giochi di ruolo), possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.

· Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo.

Nancy Willard propone le seguenti categorie di cyber bullismo.

· Flaming: messaggi online violenti e volgari (vedi  “flame”) mirati a suscitare battaglie verbali in un forum.

· Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.

· Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, ecc.

· Sostituzione di persona (“impersonation”): farsi passare per un’altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili.

· Rivelazioni (exposure): pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un’altra persona.

· Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.

· Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento di emarginazione.

· Cyber-persecuzione (“cyberpersecuzione”): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura.

(tra le fonti: wikipedia)

(continua…)

Pubblicato in LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB (con la collaborazione di Simona Lo Iacono)   Commenti disabilitati

giovedì, 21 febbraio 2013

CINQUANT’ANNI DALLA MORTE DI BEPPE FENOGLIO

Cinquant’anni fa – per l’esattezza il 18 febbraio 1963 – , a Torino, moriva lo scrittore italiano Beppe Fenoglio.
Era nato ad Alba il 1° marzo 1922. Nel corso della seconda guerra mondiale, combatté come partigiano. Quell’esperienza segnò in maniera determinante la sua scrittura e la sua produzione artistica. La sua opera più nota “Il Partigiano Johnny” (romanzo pubblicato postumo, nel 1968), ne è un valido esempio.
A cinquant’anni dalla scomparsa, nella tradizione di Letteratitudine, mi piacerebbe ricordare questo nostro scrittore con il vostro indispensabile contributo. Dedico dunque questo “spazio” alla memoria di Beppe Fenoglio con l’auspicio di contribuire a far conoscere questo autore a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Beppe Fenoglio e la sua produzione letteraria. Seguono alcune domande volte a favorire la discussione.
1. Che rapporto avete con le opere di Fenoglio?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. A parte “Il Partigiano Johnny” (l’opera più celebre di Fenoglio) qual è quella che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” di Fenoglio di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. A cinquant’anni dalla morte, qual è l’eredità che Fenoglio ha lasciato nella letteratura italiana?

Propongo, di seguito, l’articolo di Gianni Riotta pubblicato su La Stampa del 17 febbraio 2013.

Massimo Maugeri

* * *

ITANGLISH: COSÌ PARLÒ IL PARTIGIANO (da La Stampa)

di Gianni Riotta

Insegnando cultura italiana all’estero si ha talvolta l’impressione che per tanti studenti la nostra sia una lingua morta, classica, ma spenta come il greco di Omero e il latino di Orazio. Che l’italiano sia invece vivo, in trasformazione continua e mai, come in questo XXI secolo, letto, parlato, studiato e innovato, si dimentica, schiacciati dalla grandezza di Dante, Machiavelli, Manzoni. A volte ho ricordato la citazione del De Mauro, meno del 2% dei cittadini parlava italiano al momento dell’Unità, 150 anni or sono, e una letteratura viva, scritta nella lingua della gente, nasce solo nel Novecento. E per interessare i ragazzi a Princeton ho citato Pavese, che scrive in inglese le sue ultime poesie, tenere e struggenti, Vittorini, a cui Hemingway dedica di pugno una prefazione all’edizione Usa di Conversazione in Sicilia, ma soprattutto Beppe Fenoglio. (continua…)

Pubblicato in A A - I FORUM APERTI DI LETTERATITUDINE, EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI   100 commenti »

lunedì, 18 febbraio 2013

ARRIVA LA FINE DEL MONDO (e ancora non sai cosa mettere)

Rimetto in primo piano questo post dedicato alla “fine del mondo” (secondo i Maya, ma non solo) per dare l’occasione alle autrici e agli autori dell’antologia ULTIME NOTIZIE: FINE DEL MONDO (Navarra editore) di dire la loro sull’argomento.

Massimo Maugeri

* * *

Post del 18 dicembre 2012
Arriva la fine del mondo (e ancora non sai cosa mettere)Cari amici, ci siamo. Secondo i Maya, la fine del mondo si verificherà il prossimo 21 dicembre. Se ciò dovesse essere vero, questo potrebbe essere l’ultimo post di Letteratitudine. Uso il condizionale perché, nel caso in cui la fine del mondo iniziasse di sera, farei in tempo – venerdì mattina – ad accogliere in radio Melania Mazzucco (prossima ospite di “Letteratitudine in Fm”) e a pubblicare il relativo post. Voi, naturalmente, fate il vostro dovere per disinnescare la profezia mayana (o mayese?). Toccate ferro, o “altrove” (se è il caso). Andate a caccia di cacche di cane sui marciapiedi e schiacciatele con coraggio. Insomma, impegnatevi al massimo per scongiurare la catastrofe.
Che poi, a pensarci bene, come dovrebbe verificarsi questa fine del mondo? Improvvisa inversione dei poli? Arresto della rotazione terrestre? Pandemia? Impatto con un asteroide? Esplosione di una supernova? Queste domande le ho prese in prestito dalla scheda del volume di Roberto Alajmo intitolato “Arriva la fine del mondo (e ancora non sai cosa metterti)” (Laterza, 2012).
La funesta profezia del 21 dicembre 2012 è solo un esempio”, ci dice Roberto Alajmo. “L’ultimo, se i Maya avevano ragione. Il fatto è che periodicamente l’umanità si prepara a sloggiare dal pianeta Terra. Millenarismi di ogni tipo per secoli hanno attirato la credulità popolare, e ogni scampato pericolo è sempre servito solo come carburante per la profezia successiva. In particolare, però, è la generazione di noi contemporanei quella che sta coltivando con maggiore convinzione l’idea di essere l’ultima della Storia del Mondo. Dopo di noi, il diluvio: e pazienza per i posteri. Potrà essere un collasso finanziario, oppure un drammatico stravolgimento climatico. Forse un’ondata migratoria devastante. Uno tsunami di spazzatura. Una guerra mondiale. La fine delle risorse petrolifere. Oppure tutte queste cose assieme, senza escludere i classici del cinema: impatto con un meteorite o invasione di extraterrestri. Se pure i Maya avessero torto, un’Apocalisse sembra davvero alle porte. Se non altro la fine del mondo così come siamo abituati a viverlo da qualche secolo a questa parte. Ecco lo specifico contemporaneo: ci sentiamo talmente sicuri di un’imminente Apocalisse che ci siamo convinti di non poter fare nulla per fermarla. Se ne ricava la più classica delle profezie che si autoverificano: siccome la fine del mondo ci sarà, ci sarà la fine del mondo”.
Troverete un approfondimento sul libro di Roberto Alajmo cliccando qui. Cliccando su LetteratitudineNews, invece, avrete la possibilità di leggere un testo messo a disposizione da Roberto appositamente per questo dibattito.

In ogni caso non c’è dubbio che la profezia dei Maya abbia fatto presa sull’immaginario collettivo del pianeta Terra. E che tale suggestione sia stata fonte di ispirazione anche nel mondo della fiction. Come te la immagini la fine del mondo? Questa, per esempio, è stata la domanda alla base del progetto editoriale delle “Cronache dalla fine del mondo”: un’antologia di racconti, curata da Laura Costantini per i tipi di Historica edizioni, che ha coinvolto ben 25 autori ai quali è stato chiesto – appunto – di “immaginare” la fine del mondo. Su LetteratitudineNews, avrete la possibilità di leggere la prefazione di Maurizio de Giovanni.

Vi propongo di approfondire la conoscenza dei due libri citati, approfittando della partecipazione al dibattito degli autori coinvolti. Per favorire la discussione, provo a formulare qualche domanda “in tema”.

1. Che tipo di emozione, o reazione, ha suscitato in voi l’apprendimento della notizia della “fine del mondo” profetizzata dai Maya?

2. La diffusione della notizia della profezia ha causato davvero una sorta di psicosi collettiva, oppure no? Qual è la vostra percezione?

3. La popolazione del 2012 è più “immune” dal rischio di “superstizione apocalittica” rispetto a quella delle generazioni dei secoli scorsi, oppure – paradossalmente – la facilità della circolazione delle notizie e la maggiore possibilità di interazione (anche online) rendono tale rischio ancora più alto?

4. Domanda/gioco a) – giusto per sdrammatizzare. Vi viene chiesto di scrivere un messaggio, un testo breve. In caso di “fine del mondo” solo il vostro messaggio potrà essere salvato dall’oblio a beneficio di ipotetici posteri o di eventuali extraterrestri curiosi. Cosa scrivereste?

5. Domanda/gioco b) – giusto per esorcizzare. Se dovesse arrivare la fine del mondo, che abito indossereste?

Grazie in anticipo per la partecipazione.

Massimo Maugeri

(continua…)

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sabato, 16 febbraio 2013

OBBLIGHI DI TRASPARENZA DELLA PA E TUTELA DEI DATI DEI SOGGETTI PIÙ DEBOLI (Le nostre vite tra diritto e web n. 14)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N.14: OBBLIGHI DI TRASPARENZA DELLA PA E TUTELA DEI DATI DEI SOGGETTI PIÙ DEBOLI

L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

“La necessità di realizzare un controllo diffuso sull’attività della Pubblica amministrazione non deve portare a forme sproporzionate di diffusione di informazioni, lesive dei diritti dei cittadini, specialmente di quelli in condizioni più disagiate”.
È, in sintesi, quanto affermato dal Garante per la privacy, che ha espresso il proprio parere, favorevole ma condizionato, allo schema di decreto legislativo del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione sugli obblighi di trasparenza della P.A.
Il Garante, pur condividendo le ragioni sottese al provvedimento volte essenzialmente a garantire una maggiore trasparenza nell’attività della P.A., ha, tuttavia, chiesto la modifica di alcune norme proprio per aumentare le garanzie a tutela delle persone: la trasparenza, infatti, deve essere comunque bilanciata con un diritto di pari rango costituzionale come quello della riservatezza e della protezione dei dati che trova la sua matrice nella normativa europea.
Per tale motivo, il Garante ha valutato con preoccupazione i possibili rischi che alcune disposizioni contenute nel provvedimento potrebbero determinare, in considerazione della particolare delicatezza di alcune informazioni che verrebbero messe on line e della loro facile reperibilità e riutilizzabilità incontrollata grazie ai motori di ricerca. Si pensi soltanto ai dati sensibili o in grado di rivelare condizioni di disagio economico e sociale di anziani, disabili o altri soggetti deboli che beneficiano di sussidi (es. social card), la cui diffusione potrebbe comportare irreversibili danni per la dignità degli interessati, anche considerate le difficoltà oggettive di cancellare tali informazioni una volta in rete.
Queste, in sintesi, le richieste avanzate dal Garante.

Dati personali: (continua…)

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mercoledì, 13 febbraio 2013

RE DELLA TERRA SELVAGGIA di Benh Zeitlin

Re della Terra Selvaggia.jpgRE DELLA TERRA SELVAGGIA
di Benh Zeitlin

con Quvenzhané Wallis, Dwight Henry, Gina Montana

Recensione di Ornella Sgroi

È proprio una folgorazione, questo piccolo e prezioso film, indipendente e a bassissimo costo. In cui il Re della terra selvaggia è una bambina di sei anni (Quvenzhané Wallis) che ci mostra attraverso il suo sguardo le coordinate dell’esistenza, a mano a mano che ne fa esperienza. In una terra inospitale, umida e paludosa, che la piccola Hushpuppy descrive come la “grande vasca”e che è poi il Sud della Louisiana, devastato da uragani e continue inondazioni. Un luogo che il regista esordiente Benh Zeitlin, trentenne newyorkese a capo di un collettivo di artisti (il Court13) costituito nel 2004 con i compagni di college, conosce bene, essendosi trasferito a New Orleans dopo la tragedia dell’uragano Katrina del 2005 per documentare con la macchina da presa la distruzione che ha lasciato dietro di sé.
La sua esperienza di documentarista e la sua vocazione per il surreale, esplorato già con diversi cortometraggi, sono la cifra stilistica originale e potente di questo primo lungometraggio che gli è valso ben quattro nomination ai prossimi Oscar: miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista (peraltro la più giovane mai candidata nella storia dei Premi), miglior sceneggiatura non originale (tratta da una pièce teatrale). Un vero record per una pellicola di “outsider”.
Ma allo stile, Re della terra selvaggia aggiunge un elemento imprescindibile. Almeno per un film di questo tipo. Vale a dire il cuore, il cui battito si sintonizza da subito – in un’emozionante sequenza iniziale già piena di ispirazione – con quello della giovane protagonista e degli animali che vivono con lei e con suo padre Wink. Tutti parte di un’unica comunità, quella delle “bestie del selvaggio sud” (Beasts of the Southern Wild è il titolo originale), bianchi e neri, adulti e bambini, ubriaconi e maghe, uomini e animali, cui si aggiungono immense creature preistoriche frutto dell’immaginazione e delle paure di Hushpuppy, il cui sguardo infantile ma coraggioso diventa nelle mani del regista il filtro attraverso il quale sfumare l’aspetto doloroso del film con i toni del realismo magico. Usato con sapiente equilibrio e con grande commozione, come nei momenti di solitudine che Hushpuppy affronta disegnandosi i genitori con un pezzo di carbone. Mentre documenta la sua storia per gli scienziati del prossimo millennio, chiamati a studiare il fenomeno della grande vasca e di coloro che vi hanno abitato, tanto radicati alla propria terra da non volersene separare neanche di fronte ad un’evidente invivibilità.
È un profondo e caparbio senso di appartenenza (e di sopravvivenza) che segna il sentimento del film, ambientato in un Sud che potrebbe essere un qualunque Sud del mondo. Povero, degradato, senza futuro, ma pur sempre “casa”, che chi c’è nato e cresciuto non vuole abbandonare neanche quando dovrebbe. Un non-luogo in cui, nel confronto/scontro con l’uomo, convergono tutte le forze della natura per segnare l’inizio e la fine, in un modo che il regista sublima sfocando il confine tra varie interpretazioni possibili. Tanto da non poter stabilire con certezza se la fine del mondo scatenata da una Natura rabbiosa sia causa o effetto della malattia di Wink, da cui dipende senza dubbio il crollo dell’intero universo per la sua intrepida Hushpuppy. Protagonista assoluta di un’avventura epica e potente, in cui l’immagine – esaltata dalle musiche di Dan Romer e dello stesso regista Benh Zeitlin – fanno di questo “piccolo” film (distribuito in Italia in sole 26 copie) un’esperienza grandiosa, poetica e folgorante.

* * *

Leggi l’introduzione di Massimo Maugeri

Il trailer del film
(continua…)

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martedì, 5 febbraio 2013

IL PELE’ DEL SACRO CUORE (tra calcio e letteratura)

CopertinaAggiorno il post del 19 settembre, dove si è sviluppato il forum dedicato al rapporto tra “calcio e letteratura“, per ospitare un nuovo libro (e un nuovo autore). Si tratta del romanzo “Atletico Minaccia Football Club“, di Marco Marsullo (Einaudi).

Su LetteratitudineNews, potete leggere uno stralcio del libro.
Invito Marco Marsullo a partecipare alla discussione…

Massimo Maugeri

* * *

Post del 19 settembre 2012
Dedico questo post al gioco del calcio, il nostro sport nazionale (avevamo già avuto modo di parlarne in occasione del dibattito condotto su questo libro). L’idea mi è venuta quest’estate, nel corso di una breve vacanza a Parigi. Un pomeriggio, nel quartiere di Montmartre, proprio ai piedi della Basilica del Sacro Cuore, sono stato attratto da una folla raccolta attorno a un ragazzo che palleggiava. Mi sono avvicinato e… be’, non vorrei esagerare, ma… non ho mai visto nessuno palleggiare in quel modo. Quel ragazzo sembrava tutt’uno con il pallone… come se lo telecomandasse con la mente. Ma non aggiungo altro. Ho avuto la possibilità di registrare un video che vi propongo qui di seguito. Guardatelo. Poi, se vi va, ne discuteremo insieme…

Avete visto il video? Io, ripeto, sono rimasto molto colpito. E ho deciso di “battezzare” questo ragazzo come… Il Pelè del Sacro Cuore.
Prendendo spunto da questo video, vorrei organizzare un dibattito sul rapporto tra calcio e letteratura. E non è un caso se ho scelto come “immagine/icona” di questo post, la vecchia foto di Pasolini che gioca a pallone (Pasolini era un grande amante di questo sport).
(continua…)

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martedì, 5 febbraio 2013

Osservatorio LitBlog n. 15

Osservatorio LitBlog n. 15

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Luoghi e memoria
(da Nazione Indiana)

Apriamo questa puntata dell’Osservatorio con un post particolarmente caro, da pochi giorni si è celebrato il giorno della memoria ed abbiamo in tanti avuto modo di riflettere sul valore della memoria.
In questo articolo si presenta un lavoro corale in cui si incontrano diverse competenze professionali e attraverso più voci si raccontano i luoghi legati alla memoria e all’identità dell’individuo. Con assoluta libertà di approccio al tema della memoria, architetti, storici dell’arte, scrittori, poeti, fotografi, fra cui anche un regista e un food designer, si sono interrogati sul tema apportando il loro contributo alla raccolta di saggi. La memoria al di là di ogni retorica si propone come progetto per un futuro in cui l’uomo ritrovi la sua centralità, seguendo un percorso etico di responsabilità legata al recupero della memoria stessa legandola al potere e al valore della parola.
In un solco multidisciplinare si tende a quella auspicata ricongiunzione fra sapere scientifico e arte, un impegno che mi sembra esser apprezzabilissimo e ben riuscito in questo lavoro.
Per approfondire, qui…

* * *

L’importanza di guardarsi indietro
(da Lipperatura)

Bellissimo questo articolo. In questi giorni tutti abbiamo sentito che è arrivata la sospirata sentenza sulla tragedia di Ustica. (continua…)

Pubblicato in OSSERVATORIO LIT-BLOG (a cura di Francesca G. Marone)   Commenti disabilitati

lunedì, 4 febbraio 2013

LE GIOIOSE VENDETTE DI TARANTINO: i “Bastardi” e “Django”

ferdinando-camonNuova puntata de IL SOTTOSUOLO – di Ferdinando Camon

Le gioiose vendette di Tarantino: i “Bastardi” e “Django”

In questi giorni il film Django Unchained tocca l’apice della diffusione, e dunque questo è il momento buono per ragionare sulla polemica aperta da Spike Lee quando il film stava per uscire. “La schiavitù è per i neri quel che l’Olocausto è per gli ebrei”, dichiarò Lee, “non si può fare un film comico sull’Olocausto, e non si può fare un film western sulla schiavitù. Sono profanazioni”. Ho visto il film: Tarantino disonora gli schiavi?
Li chiama sempre “negri”, e anche questo offende Spike Lee. Ma non è una scorrettezza storica. Il negro è il nero schiavo, e questi sono neri schiavi. Sulle due condizioni che sono due tabù, l’Olocausto e la Schiavitù, credo che noi, che non siamo neri e non siamo ebrei, dobbiamo metterci in testa una cosa: “non possiamo capirle”. Se leggiamo un romanzo o vediamo un film fatto da qualche autore ebreo, non possiamo capirli, come li capisce l’autore. Prendiamo Kafka, La metamorfosi, prima riga: “Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto”. Per noi cristiani è fantasia o inconscio, per l’autore ebreo è realismo. Perché l’ebreo prima si sentiva un uomo, poi avverte intorno a sé l’odio razziale e si sente un insetto. Lo Sterminio è il corpo del reato della storia euro-occidentale, come la Schiavitù è il corpo del reato della storia nord-americana. Parlandone o scrivendone, non dobbiamo mai dimenticare che furono colpe, le massime colpe. Ora, si dà il caso che Quentin Tarantino, che fa girare adesso questo film sulla schiavitù, abbia fatto girare l’anno scorso un film sul Nazismo, “Bastardi senza gloria”. Sono due profanazioni, una dello Sterminio e l’altra della Schiavitù?
Sono due massacri, nei “Bastardi” vengono massacrati, con le raffiche e col fuoco, tutti i gerarchi nazisti rinchiusi in un cinema, Hitler in testa. Tarantino gira la strage con goduria, e con goduria lo spettatore la guarda. È quanto di più anti-storico si possa immaginare, perché purtroppo le cose non sono andate così, e gli ebrei non si sono vendicati dei loro carnefici trucidandoli. Ma inventando quella scena Tarantino soddisfa un bisogno inconscio dell’umanità: maciullare i carnefici. Questa operazione in Aristotele ha un nome: catarsi. In Django fa la stessa cosa. (continua…)

Pubblicato in IL SOTTOSUOLO (di Ferdinando Camon)   Commenti disabilitati

domenica, 3 febbraio 2013

DIRITTO DI CITAZIONE E WEB (Le nostre vite tra diritto e web n. 13)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N.13: DIRITTO DI CITAZIONE E WEB

L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

Il diritto di citazione (o diritto di corta citazione) è un diritto dell’individuo che si contrappone al diritto dell’autore. Infatti, sebbene ne detenga i diritti morali inalienabili, in un certo numero di circostanze un autore non può opporsi alla pubblicazione di un estratto della propria opera, proprio per non ledere l’altrui diritto di citarla.
L’art. 70, Legge 22 aprile 1941 n. 633 (recante norme sulla Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio) dispone che «il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti d’opera, per scopi di critica, di discussione ed anche di insegnamento, sono liberi nei limiti giustificati da tali finalità e purché non costituiscono concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera».
Con il decreto legislativo n. 68 del 9 aprile 2003 è stata introdotta l’espressione di comunicazione al pubblico, per cui il diritto è esercitabile su ogni mezzo di comunicazione di massa, incluso il WEB.
La normativa prevede che chi si avvale del Diritto di Citazione non deve farlo per fini commerciali che siano in concorrenza con gli eventuali fini commerciali dell’autore.

Il diritto di Citazione, comunque, prevede l’OBBLIGO da parte di chi estrapola contenuti altrui per i fini previsti, di indicare con esattezza la fonte: solitamente AUTORE E SITO INTERNET da cui è stata prelevata la risorsa.
Nel caso di uso personale, poi, di chi stampa o salva una pagina di un sito sul proprio hard disk per poterla visionare offline, la stampa o il salvataggio della risorsa, ESCLUDE comunque la possibilità di: ripubblicare su internet, a scopo di lucro o meno, la risorsa, e la ridistribuzione attraverso formato diverso (es: pubblicazione cartacea o cdrom).

© Letteratitudine

(continua…)

Pubblicato in LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB (con la collaborazione di Simona Lo Iacono)   Commenti disabilitati

domenica, 3 febbraio 2013

È online la puntata con ORAZIO CARUSO e il volume “Mille cretini” di Quim Monzó, ospiti di Letteratitudine in Fm di venerdì 1 febbraio 2013

orazio-carusoÈ online la puntata con ORAZIO CARUSO e il volume “Mille cretini” di Quim Monzó, ospiti di Letteratitudine in Fm di venerdì 1 febbraio 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di venerdì 1 febbraio 2013 è stato lo scrittore Orazio Caruso, con cui abbiamo discusso di teatro partendo dal suo romanzo “Comici randagi” (Sampognaro & Pupi) che è – appunto – fortemente incentrato sul teatro. Abbiamo anche discusso delle relazioni tra teatro e letteratura e del rapporto tra il teatro e i giovani… e di altro ancora.

Nella seconda parte della puntata abbiamo parlato di Mille cretini” di Quim Monzó (edito da Marcos y Marcos). Massimo Maugeri ha letto una pagina del libro.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

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