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Archivio della Categoria 'SEGNALAZIONI E RECENSIONI'

mercoledì, 3 marzo 2021

SANREMO TRA I LIBRI

Il post “annuale” di Letteratitudine dedicato al Festival di Sanremo

Che piaccia o no, il Festival di Sanremo ha scandito il nostro tempo… a partire dal lontano 1951, anno del suo inizio, fino a oggi.

Vorrei dedicare questa pagina di Letteratitudine al Festival della canzone italiana e a qualcuno dei libri da esso ispirati.
Come ha scritto Giovanni De Luna su Tuttolibri del 5 febbraio 2011, “Sanremo cominciò nel 1951, con una «tre giorni musicale» (29-30-31 gennaio) trasmessa alla radio. L’orchestra la dirigeva il maestro Angelini e i cantanti erano solo due (Nilla Pizzi e Achille Togliani), con il supporto del Duo Fasano. Tutto qui. Pure, un Festival nato in sordina, senza «lanci» e «promozioni», riuscì a far diventare famose in una sola sera (e con un solo «passaggio» radiofonico!) molte canzoni, non solo quella vincitrice. La serata conclusiva fu seguita da circa 25 milioni di ascoltatori. Oggi quella data è diventata storica tanto da dare l’impressione che raccontare le vicende del festival sia un po’ come scrivere pagine importanti del nostro passato, quasi che anno dopo anno le sue canzoni abbiano composto la colonna sonora della nostra quotidianità”.

(continua…)

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domenica, 6 settembre 2020

REMO RAPINO VINCE IL PREMIO CAMPIELLO 2020

https://64.media.tumblr.com/349a26e7961d7ea0315e0b3ef000de0c/e28be320ae583eb5-c4/s1280x1920/bd88b615e51ca3cb7a8dbe3030d421d91604776d.jpg

Remo Rapino ha vinto l’edizione 2020 del Premio Campiello con il romanzo “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” (minimum fax)

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Remo Rapino con “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” (minimum fax) ha vinto la 58/ma edizione del Premio Campiello.

Image from LETTERATITUDINE (di Massimo Maugeri)Lo scrittore ha beneficiato di 92 voti sui 264 giunti complessivamente dalla Giuria Popolare dei Trecento Lettori Anonimi.

[Clicca qui per visualizzare il video su YouTube]

In seconda posizione si è piazziato Sandro Frizziero con “Sommersione” (Fazi), 58 voti, al terzo posto Ade Zeno con “L’incanto del pesce luna” (Bollati Boringhieri), 44 voti, al quarto posto Francesco Guccini con “Trallumescuro. Ballata per un paese al tramonto” (Giunti), 39 voti, in quinta posizione Patrizia Cavalli con “Con passi giapponesi” (Einaudi), 31 voti.

Remo Rapino ha dichiarato: «Dedico questo Campiello a mio padre che nasce nel 1926 e muore nel 2010 e lo faccio nascere e uscire dal mondo come Liborio. Questa sera mancava solo lui, avrei davvero voluto che ci fosse. Liborio è una voce che, raccontando se stesso, racconta un secolo di storia e lo fa da una periferia esistenziale e dà voce a quelli che non hanno voce, agli ultimi della fila, agli emarginati

La finale, condotta dalla giornalista Cristina Parodi, si è aperta ricordando Philippe Daverio attraverso l’omaggio del presidente de La Fondazione Il Campiello Enrico Carraro e della Giuria dei Letterati: «Senza di lui la Giuria del Premio Campiello non sarà più la stessa. Al dolore della perdita si affianca il vivo ricordo della sua presenza, durante riunioni di giuria che diventavano anche incontri tra amici, in quello che lui definiva scherzosamente “il circolo Pickwick”. L’ironia, l’autoironia, la leggerezza, l’umorismo, il gusto dell’aneddoto, il Witz instancabile, la curiosità intellettuale, la rarità di un personaggio pubblico che coincideva a tutti gli effetti con la persona privata, senza schermi e infingimenti: sono tutti doni che porteremo con noi e che colpivano chiunque avesse la fortuna di conoscerlo.»

La Giuria dei Trecento Lettori Anonimi della 58^ edizione del Premio Campiello era così composta: 51,3% donne e 48,7% maschi, 20 casalinghe, 35 imprenditori, 102 lavoratori dipendenti, 88 liberi professionisti e rappresentanti istituzionali, 30 pensionati, 25 studenti.

Martedì 15 settembre il vincitore sarà al Teatro Olimpico di Vicenza (insieme a Veronica Galletta, vincitrice dell’Opera Prima) per una serata nata dalla sinergia tra Fondazione il Campiello, la Biblioteca Bertoliana, il Comune di Vicenza e Confindustria Vicenza.

Durante la cerimonia sono stati premiati anche i vincitori degli altri riconoscimenti previsti dalla Fondazione Il Campiello: il vincitore della 25^ edizione del Campiello Giovani, Michela Panichi con il racconto “Meduse, l’Opera Prima, assegnata a Veronica Galletta per il romanzo “Le isole di Norman” (Italo Svevo), il Premio Fondazione Il Campiello, il riconoscimento alla carriera attribuito quest’anno ad Alessandro Baricco.

Ha assistito alla serata un parterre di circa 1400 invitati tra ospiti istituzionali, rappresentanti del mondo imprenditoriale, della cultura e delle case editrici. (continua…)

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mercoledì, 15 luglio 2020

OMAGGIO A SEBASTIANO ADDAMO

In occasione del ventennale della morte di Sebastiano Addamo (Catania, 18 febbraio 1925 – Catania, 9 luglio 2000) mettiamo in primo piano questo post (con relativo dibattito online) incentrato sull’opera principale dello scrittore catanese: “Il giudizio della sera”

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IL GIUDIZIO DELLA SERA di Sebastiano Addamo

È arduo pensare di riproporre ai lettori di oggi un romanzo uscito senza alcun clamore 35 anni fa. Arduo se non altro perché le novità editoriali sono tante da creare tempeste sui banconi dei librai. Eppure la qualità letteraria di alcuni vecchi libri è tale da giustificare l’azzardo.
Con queste parole Matteo Collura inizia la recensione del romanzo “Il giudizio della sera”, di Sebastiano Addamo (nella foto), ripubblicato da Bompiani nel 2008 a cura di Sarah Zappulla Muscarà (originariamente pubblicato, nel 1974, da Garzanti).
Poi, lo stesso Collura, nella suddetta recensione (pubblicata sul Corriere della Sera del 14 ottobre 2008) conclude: Non è da credere in un successo postumo di questo narratore, che fu preside di liceo e fine intellettuale, ma in una sua giusta collocazione nell’ambito dei valori letterari del secondo Novecento italiano, sì. E va dato atto alla Bompiani di tentarci (…).

Sebastiano Addamo, mio conterraneo, è nato a Catania, nel 1925 e ivi si è spento nel 2000. Non lo so se – riprendo le parole di Collura – il successo postumo arriderà ad Addamo, ma (nel mio piccolo) avverto l’esigenza di fare quanto possibile per divulgare la conoscenza di questo autore e delle sue opere; proprio a partire da questo romanzo: “Il giudizio della sera”.

Sulla nota in quarta di copertina del libro, leggiamo quanto segue: “Narratore, poeta, saggista, Sebastiano Addamo ha percorso un cammino coerente, sostenuto sempre da rigore stilistico e morale. È l’universo siciliano a nutrire l’immaginario dello scrittore, che già pienamente si esprime in questo romanzo di formazione, toccando corde tematiche di grande intensità emotiva: il viaggio di conoscenza reale e simbolico di cinque adolescenti. La Catania di Addamo non è quella “molle e pastosa” che da l’impressione di “camminare in mezzo al sole” di Vitaliano Brancati, né quella aperta sul mare, “luccicante sotto il sole a picco” di Ercole Patti, ma quella misera, squallida, del quartiere della prostituzione, teatro della guerra e del fascismo. Un quartiere che diviene il simbolo del degrado del nostro tempo.” (continua…)

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mercoledì, 1 luglio 2020

SPECIALE PREMIO STREGA 2020: le interviste ai finalisti

Image from LETTERATITUDINE (di Massimo Maugeri)

Premio Strega 2020LE INTERVISTE AI SEI FINALISTI DELL’EDIZIONE 2020 DEL PREMIO STREGA

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Sono i sei libri che si contenderanno la finale di giovedì 2 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e in diretta su Rai 3 (di seguito elencati per ordine di cognome dell’autore/autrice):

Jonathan Bazzi, Febbre (Fandango Libri)

Gianrico Carofiglio, La misura del tempo (Einaudi)

Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano (Feltrinelli)

Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza (Mondadori)

Valeria Parrella, Almarina (Einaudi)

Sandro Veronesi, Il colibrì (La nave di Teseo)

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In attesa di conoscere quale sarà il libro vincitore, ecco le interviste radiofoniche di Letteratitudine ai sei finalisti. Le interviste sono state trasmesse su Radio Polis Italia nell’ambito dell’omonimo programma Letteratitudine curato e condotto da Massimo Maugeri (post produzione di Federico Marin) (continua…)

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martedì, 9 giugno 2020

PREMIO STREGA 2020: I SEI FINALISTI

Premio Strega 2020ECCO I SEI FINALISTI DELL’EDIZIONE 2020 DEL PREMIO STREGA:

Sandro Veronesi, Gianrico Carofiglio, Gian Arturo Ferrari, Valeria Parrella, Daniele Mencarelli. Alla classica cinquina (per via dell’applicazione dell’art. 7 del regolamento del Premio) si aggiunge Jonathan Bazzi (in quanto autore del libro pubblicato da un piccolo-medio editore che ha ottenuto più voti).

Il vincitore del “Premio Strega Giovani” è Daniele Mencarelli con il romanzo Tutto chiede salvezza (Mondadori)

Image from LETTERATITUDINE (di Massimo Maugeri)

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La prima votazione del Premio Strega 2020, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca, si è conclusa martedì 9 giugno. Gli autori finalisti alla LXXIV edizione del Premio sono stati annunciati sul sito di Rai Cultura (www.raicultura.it) e su quello del Premio Strega (www.premiostrega.it) a partire dalle ore 18.30 in diretta streaming dalla Camera di Commercio di Roma – Sala del Tempio di Adriano.

Image from LETTERATITUDINE (di Massimo Maugeri)

Secondo le attuali disposizioni governative lo scrutinio non si è potuto svolgere alla presenza del pubblico. Per questa ragione i giurati hanno potuto esprimere il loro voto unicamente per via telematica entro le ore 13 del 9 giugno stesso.

Alla diretta streaming hanno partecipato tutti gli autori candidati (con l’eccezione di Remo Rapino, assente per motivi personali e sostituito dal suo editore Daniele Di Gennaro), intervistati da Loredana Lipperini, scrittrice e giornalista di Radio Tre.

In apertura, il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico ha annunciato il vincitore del Premio Strega Giovani 2020, proclamato sin dalla prima edizione nel 2014 a Palazzo Montecitorio. Quest’anno il premio è andato a Daniele Mencarelli per il romanzo Tutto chiede salvezza (Mondadori).

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La sestina finalista del Premio Strega 2020 (continua…)

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lunedì, 18 novembre 2019

OMAGGIO A LEONARDO SCIASCIA (e al crollo del Muro di Berlino)

30 ANNI SENZA MURO, 30 ANNI SENZA SCIASCIA

muro-e-sciascia

Nel novembre del 2009 pubblicai il post che potete leggere di seguito, unendo due ricorrenze molto importanti.

La prima (come scrissi nel post in questione) riguardava un evento epocale, uno dei più importanti della storia recente: il crollo del Muro di Berlino, avvenuto il 9 novembre del 1989 (la ricorrenza del trentennale è stata celebrata qualche giorno fa).

La seconda segnava l’anniversario della morte di un grande della nostra letteratura, che si celebrerà tra un paio di giorni: Leonardo Sciascia (scomparso il 20 novembre del 1989).

Vi ripropongo il post in questione.

Massimo Maugeri

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sciascia-muro-berlino1Ci voglio provare. Voglio provare a unire due ricorrenze che si incrociano in questo mese di novembre dell’anno 2009.
La prima riguarda un evento epocale, uno dei più importanti della storia recente: il crollo del Muro di Berlino (avvenuto il 9 novembre di vent’anni fa).
La seconda segna il ventennale della morte di un grande della nostra letteratura: Leonardo Sciascia (scomparso il 20 novembre del 1989).
Due eventi collegati dal decorso di due decadi, ma non solo (in un modo o nell’altro, sia Sciascia, sia la caduta di quel muro, hanno contribuito all’abbattimento di barriere).

Sciascia morì undici giorni dopo la caduta del muro di Berlino. Mi chiedo se ebbe il tempo (e la possibilità) di ragionare con il dovuto grado di analisi sulla portata storica dell’evento. Un evento che riunificava una città (Berlino), una nazione (la Germania), un continente (l’Europa) segnati da una piaga profonda e dolorosa.
Un evento che avrebbe rivoluzionato gli equilibri geopolitici del pianeta.
Vi domando…
Che effetto vi fa, oggi, ripensare alla caduta del Muro di Berlino?
Cosa pensaste – e provaste – quel giorno?
Le speranze che ne conseguirono, fino a che punto si sono tramutate in realtà? Quali, tra queste speranze, sono rimaste disattese?

(continua…)

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venerdì, 5 luglio 2019

ANTONIO SCURATI VINCE IL PREMIO STREGA 2019

Premio Strega 2019

ANTONIO SCURATI con il romanzo “M. Il figlio del secolo” (Bompiani), vince la LXXIII edizione del Premio Strega



Antonio Scurati (con “M. Il figlio del secolo”, Bompiani) vince l’edizione 2019 del Premio Strega con 228 voti.

Gli altri finalisti: Elisabetta Cibrario (con “Il rumore del mondo”, Mondadori), 127 voti; Marco Missiroli (con “Fedeltà”, Einaudi), 91 voti; Claudia Durastanti (con “La straniera”, La nave di Teseo), 63 voti; Nadia Terranova (con “Addio, fantasmi”, Einaudi), 47 voti.

Come da tradizione gli Amici della domenica si sono riuniti nel giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Il seggio è stato presieduto da Helena Janeczek, vincitrice della scorsa edizione del Premio Strega. I votanti sono stati 556 su 660 aventi diritto al voto. Questo risultato comprende i voti dei 400 Amici della domenica, di 200 votanti all’estero selezionati da 20 Istituti italiani di cultura, 40 lettori forti selezionati da 20 librerie associate all’ALI e 20 voti collettivi di biblioteche, università e circoli di lettura (15 i circoli coordinati dalle Biblioteche di Roma).

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Riproponiamo la conversazione con Antonio Scurati trasmessa su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: Antonio Scurati, con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “M. Il figlio del secolo” (Bompiani) e delle tematiche a esso legate.

Come nasce “M. Il figlio del secolo”? Cosa puoi dirci sull’attività propedeutica alla scrittura del libro (quella di studio e ricerca, in particolare)? Con riferimento alle possibili tecniche narrative utilizzabili per raccontare la storia, hai trovato subito la “modalità”? Cosa puoi dirci sui possibili rischi legati alla scrittura di questo libro? Un romanzo dove non c’è nulla di inventato: cosa puoi dirci su questa scelta? E sulla scelta di intervallare la narrazione inserendo documenti (comunicati ufficiali, articoli, discorsi, graffiti, lettere…)? Che tipo d’uomo è il Mussolini che viene fuori dalle pagine del tuo libro? È stato più Mussolini a creare l’Italia fascista… o è stata più l’Italia di quegli anni a creare Mussolini? “M. Il figlio del secolo” diventerà una serie Tv? Sei coinvolto nel progetto della sceneggiatura? Il libro è uscito già da qualche mese: cosa diresti se dovessi fare un bilancio? Ci saranno altri romanzi legati al racconto della storia di Mussolini e del fascismo?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Antonio Scurati nel corso della puntata.

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M. Il figlio del secolo - Antonio Scurati - copertinaLa scheda del libro

Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei ”puri”, i più fessi e i più feroci. Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come ”intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale”.
Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l’uomo che più d’ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell’Italia. La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo – e questo è il punto cruciale – in cui d’inventato non c’è nulla.
Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti – D’Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano – né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa. Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce. Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un’opera senza precedenti nella letteratura italiana.
Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall’interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.

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Nato a Napoli nel 1969, Antonio Scurati è docente di Letterature contemporanee presso la IULM di Milano. Ha esordito nel 2002 con Il rumore sordo della battaglia (premio Kihlgren, premio Fregene, premio Chianciano). Nel 2005, con Il sopravvissuto, ha vinto il premio Campiello, nel 2008, con Una storia romantica, il Mondello, e nel 2015, con Il tempo migliore della nostra vita, il Viareggio e nuovamente il Campiello. È stato due volte finalista al premio Strega.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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La colonna sonora della puntata:”Riverside Blues” della King Oliver’s Creole Jazz Band, con Louis Armstrong (1923); “Nobody Knows the Way I Feel This Morning” della Red Onion Jazz Babies, con Louis Armstrong (1923)

(continua…)

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mercoledì, 3 luglio 2019

SPECIALE PREMIO STREGA 2019: la finale

Premio Strega 2019

Ci siamo. Domani, giovedì 4 luglio 2019 conosceremo il nome del vincitore o della vincitrice della LXXIII edizione del Premio Strega.

Diretta su Rai 3, a partire dalle 23, con la conduzione di Pino Strabioli.

Naturalmente sarà uno dei cinque finalisti (che indichiamo di seguito in ordine alfabetico):  Benedetta Cibrario, con Il rumore del mondo, Mondadori; Claudia Durastanti, con La straniera, La nave di Teseo; Marco Missiroli, con Fedeltà, Einaudi; Antonio Scurati, con M. Il figlio del secolo, Bompiani; Nadia Terranova, con Addio Fantasmi, Einaudi.

Di seguito, lo speciale di Letteratitudine dedicato ai cinque finalisti. Cliccando sulle immagini sottostanti si apriranno le pagine con le puntate radiofoniche di Letteratitudine con le interviste a Benedetta Cibrario, Claudia Durastanti, Marco Missiroli, Antonio Scurati, Nadia Terranova. (continua…)

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giovedì, 13 giugno 2019

PREMIO STREGA 2019: I CINQUE FINALISTI

Premio Strega 2019Tempio di Adriano – Camera di Commercio di Roma, mercoledì 12 giugno 2019. In serata si è concluso lo spoglio della prima votazione che ha designato i cinque libri finalisti alla LXXIII edizione del Premio Strega, il riconoscimento letterario promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca.

Quest’anno gli Amici della domenica si sono riuniti nel Tempio di Adriano – Camera di Commercio di Roma e non, come da tradizione, nella storica sede della Fondazione Bellonci, dove sono in corso dei lavori di ristrutturazione dell’edificio. Helena Janeczek, vincitrice del Premio Strega 2018, ha presieduto il seggio.

La somma dei voti elettronici e delle schede cartacee, pari a 1776 (hanno votato 592 su 660 aventi diritto, 0 schede nulle), ha determinato la cinquina degli autori e dei libri finalisti al Premio Strega 2019, che sono:

  • Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo, Bompiani, con 312
  • Benedetta Cibrario, Il rumore del mondo, Mondadori, con 203
  • Marco Missiroli, Fedeltà, Einaudi, con 189
  • Claudia Durastanti, La straniera, La nave di Teseo, con 162
  • Nadia Terranova, Addio Fantasmi, Einaudi, con 159

Questo risultato comprende i voti dei 400 Amici della domenica, di 200 votanti all’estero selezionati da 20Istituti italiani di cultura, di 40 lettori forti selezionati da 20 librerie associate all’ALI, e di 20 voti collettivi di biblioteche, università e circoli di lettura (15 i circoli coordinati dalle Biblioteche di Roma).

I prossimi appuntamenti con gli autori finalisti iniziano giovedì 13 giugno con il Letterature Festival Internazionale di Roma nella Basilica di Massenzio. Venerdì 14 giugno la cinquina sarà al festival A Tutto Volume di Ragusa, il 15 al Festival Salerno Letteratura, il 16 a San Benedetto del Tronto per la rassegna Incontri con l’Autore, il 21 a Cervo per Cervo ti strega, il 22 a Biella per Fuoriluogo e il 24 al Teatro Il Maggiore a Verbania. Seguiranno due appuntamenti in Francia con l’Istituto Italiano di cultura di Parigi il 26 giugno, e con l’Istituto Italiano di cultura di Lione il 27. A conclusione del tour di incontri, il 3 luglio la cinquina sarà al Monk di Roma per l’evento Strega OFF, tra gli ospiti della serata Helena Janeczek, Elly Schlein.

La seconda votazione, che designerà il vincitore della LXXIII edizione, avrà luogo giovedì 4 luglio, come di consueto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, e sarà trasmessa in diretta televisiva da Rai Tre, per la conduzione di Pino Strabioli, ospite d’eccezione Piera Degli Esposti. (continua…)

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martedì, 11 giugno 2019

PREMIO STREGA GIOVANI 2019: vince MARCO MISSIROLI

image Ascolta la puntata radiofonica di Letteratitudine dedicata a “Fedeltà” (cliccando qui): Marco Missiroli in conversazione con Massimo Maugeri

imageMarco Missiroli con il romanzo Fedeltà (Einaudi) è il vincitore della sesta edizione del Premio Strega Giovani, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Strega Alberti con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca. La cerimonia di proclamazione si è svolta oggi pomeriggio a Palazzo Montecitorio (Sala della Regina) alla presenza del Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico.

Quello di Marco Missiroli, con 55 preferenze su 408 voti espressi, è stato il libro più votato da una giuria composta da ragazze e ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni. Al secondo e al terzo posto si sono classificati ex aequo i libri di Marina Mander, L’età straniera (Marsilio), e di Nadia Terranova, Addio fantasmi (Einaudi), che hanno ottenuto 45 voti. I tre libri più votati dai ragazzi ricevono un voto valido per la designazione dei finalisti al Premio Strega.

La giuria è composta dagli studenti di circa 55 licei e istituti tecnici diffusi su tutto il territorio italiano e all’estero (Berlino, Bruxelles, Parigi). Come nella scorsa edizione hanno partecipato alla votazione i ragazzi del Carcere minorile di Nisida, rappresentati in sala dall’insegnante Maria Franco, e le scuole di Casal di Principe e di San Cipriano D’Aversa, che avevano incontrato i dodici candidati lo scorso 13 maggio. (continua…)

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domenica, 16 settembre 2018

ROSELLA POSTORINO vince il PREMIO CAMPIELLO 2018

ROSELLA POSTORINO con il romanzo “Le assaggiatrici” (Feltrinelli), è la vincitrice della 56ª edizione del PREMIO CAMPIELLO

image


L’edizione 2018 del Premio Campiello è stata vinta con ampio margine da Rosella Postorino, autrice di “Le assaggiatrici” (Feltrinelli): 167 voti sui 278 pervenuti dai 300 componenti della giuria popolare. Il video della premiazione è disponibile cliccando qui.

In seconda posizione, 42 voti, Francesco Targhetta con “Le vite potenziali” (Mondadori). Terza classificata, 29 voti, Helena Janeczek autrice di “La ragazza con la Leica” (Guanda) con cui ha vinto l’edizione 2018 del Premio Strega. In quarta posizione, con 25 voti, Ermanno Cavazzoni autore di “La galassia dei dementi” (La nave di Teseo). Al quinto posto, con 15 voti, Davide Orecchio autore di “Mio padre la rivoluzione” (Minimum Fax).

Di seguito la puntata radiofonica di Letteratitudine dedicata a “Le assaggiatrici” (Feltrinelli), con l’ampio intervento di Rosella Postorino in conversazione con Massimo Maugeri.

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Con Rosella Postorino abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “Le assaggiatrici” (Feltrinelli).

Rosella Postorino, ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf), ha raccontato la vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della Storia, forte dei desideri della giovinezza. Di seguito, la scheda sul libro e la biografia letteraria dell’autrice.

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Rosella Postorino“Le assaggiatrici” (Feltrinelli).

“Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi circolava nel sangue. Hitler era salvo. Io avevo di nuovo fame.” Fino a dove è lecito spingersi per sopravvivere? A cosa affidarsi, a chi, se il boccone che ti nutre potrebbe ucciderti, se colui che ha deciso di sacrificarti ti sta nello stesso tempo salvando?
La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. “Da anni avevamo fame e paura,” dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato.
Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti – come una sorta di divinità che non compare mai – incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.
Rosella Postorino non teme di addentrarsi nell’ambiguità delle pulsioni e delle relazioni umane, per chiedersi che cosa significhi essere, e rimanere, umani. Ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf), racconta la vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della Storia, forte dei desideri della giovinezza. Come lei, i lettori si trovano in bilico sul crinale della collusione con il Male, della colpa accidentale, protratta per l’istinto – spesso antieroico – di sopravvivere. Di sentirsi, nonostante tutto, ancora vivi.

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Rosella Postorino Rosella Postorino (Reggio Calabria, 1978) è cresciuta in provincia di Imperia, vive e lavora a Roma. Ha esordito con il racconto In una capsula, incluso nell’antologia Ragazze che dovresti conoscere (Einaudi Stile Libero, 2004). Ha pubblicato i romanzi La stanza di sopra (Neri Pozza, 2007; Premio Rapallo Carige Opera Prima), L’estate che perdemmo Dio (Einaudi Stile Libero, 2009; Premio Benedetto Croce e Premio speciale della giuria Cesare De Lollis) e Il corpo docile (Einaudi Stile Libero, 2013; Premio Penne), la pièce teatrale Tu (non) sei il tuo lavoro (in Working for Paradise, Bompiani, 2009), Il mare in salita (Laterza, 2011) e Le assaggiatrici (Feltrinelli, 2018). È fra gli autori di Undici per la Liguria (Einaudi, 2015).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI


La colonna sonora della puntata: “Moonlight Serenade” di Glenn Miller; “Lili Marleen” di Marlene Dietrich; Wiener Sängerknaben – Fuchs; “In The Mood” di Glenn Miller.

(continua…)

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mercoledì, 12 settembre 2018

PREMIO CAMPIELLO 2018: la finale

Sabato 15 settembre 2018, si svolgerà la finale del PREMIO CAMPIELLO 2018.

Sarà trasmessa in diretta su Rai 5, a partire dalle h. 20:45, dal Teatro La Fenice di Venezia

Conosciamo già il nome del vincitore del Premio Campiello – Opera Prima. Si tratta di Valerio Valentini, autore di “Gli 80 di Camporammaglia(Laterza). Sappiamo anche che il Premio Fondazione Il Campiello 2018 è stato assegnato a Marta Morazzoni.

Il nome del vincitore del cosiddetto Premio SuperCampiello lo conosceremo solo nella serata dedicata alla finale che sarà trasmessa in diretta su Rai 5 (inizio h. 20:45), sabato 15 settembre, dal Teatro La Fenice di Venezia. L’ambìto premio sarà assegnato a uno dei cinque libri finalisti (ovvero dei 5 vincitori del Premio Selezione Campiello 2018):

La ragazza con la Leika di Helena Janeczek – Guanda (9 voti assegnati dalla Giuria)

La galassia dei dementi di Ermanno Cavazzoni – La nave di Teseo (6 voti assegnati dalla Giuria)

Mio padre la rivoluzione di Davide Orecchio – Minimum Fax (6 voti assegnati dalla Giuria)

Le vite potenziali di Francesco Targhetta – Mondadori (6 voti assegnati dalla Giuria)

Le assaggiatrici di Rosella Postorino – Feltrinelli (6 voti assegnati dalla Giuria, dopo il ballottaggio)

Di seguito, gli approfondimenti di Letteratitudine dedicati ad autori e opere protagonisti del Premio Campiello 2018… (continua…)

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mercoledì, 13 giugno 2018

PREMIO STREGA 2018: I CINQUE FINALISTI

Come da tradizione gli Amici della domenica si sono riuniti in Casa Bellonci dove Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017, ha presieduto il seggio.
La somma dei voti elettronici e delle schede cartacee, pari a 1719 (hanno votato 573 su 660 aventi diritto, 4 schede nulle), ha delineato la cinquina degli autori e dei libri finalisti al Premio Strega 2018, che sono:

- Helena Janeczek, La ragazza con la Leica, Guanda (256 voti)

- Marco Balzano, Resto qui, Einaudi (243 voti)

- Sandra Petrignani, La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg, Neri Pozza (200 voti)

- Lia Levi, Questa sera è già domani, Edizioni E/O (173 voti)

- Carlo D’Amicis, Il gioco, Mondadori (151 voti)

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I voti attribuiti agli altri semifinalisti sono i seguenti:

Francesca Melandri (Sangue giusto, Rizzoli) 149 voti;

Yari Selvetella (Le stanze dell’addio, Bompiani) 115 voti;

Carlo Carabba (Come un giovane uomo, Marsilio) 103 voti;

Elvis Malaj (Dal tuo terrazzo si vede casa mia, Racconti Edizioni) 93 voti ;

Angela Nanetti (Il figlio prediletto, Neri Pozza) 88 voti ;

Silvia Ferreri (La madre di Eva, NEO Edizioni) 87 voti ;

Andrea Pomella (Anni luce, ADD Editore) 57 voti.

Questo risultato comprende i voti dei 400 Amici della domenica, di 40 lettori forti selezionati dalle librerie indipendenti italiane associate all’ALI e di 20 voti collettivi espressi dai circoli di lettura delle Biblioteche di Roma e da scuole e università, a cui si sono aggiunti, dallo scorso anno, 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti Italiani di cultura all’estero, per un totale di 660 aventi diritto.

L’illustrazione che accompagna il Premio in questa edizione è di Riccardo Guasco, che continua un progetto inaugurato in occasione della settantesima edizione con Manuele Fior, seguito lo scorso anno da Franco Matticchio.

I prossimi appuntamenti con gli autori finalisti iniziano sabato 16 giugno: la cinquina infatti sarà ospite al Festival Salerno Letteratura. Domenica 17 giugno sarà invece al festival I luoghi della scrittura di San Benedetto del Tronto. Gli appuntamenti della settimana successiva sono il 22 giugno con la quinta edizione di Cervo ti Strega il 22 giugno, il 23 a Vistaterra, Ivrea, insieme alla Grande Invasione e il 25 a VerbaniaL’Istituto Italiano di Cultura che quest’anno ospiterà i finalisti è quello di San Pietroburgo, il 28 giugno. Le tappe di avvicinamento alla finale termineranno il 3 luglio a Letterature Festival Internazionale di Roma.

La seconda votazione, che designerà il vincitore della LXXII edizione, avrà luogo giovedì 5 luglio come di consueto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, e sarà trasmessa in diretta televisiva da Rai Tre. La conduttrice della serata Eva Giovannini avrà come ospite di eccezione Giampiero Mughini.

Il Premio Strega Giovani è stato vinto da Lia Levi con il romanzo  Questa sera è già domani (Edizioni E/O)

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La seconda votazione e la proclamazione del vincitore si svolgeranno giovedì 5 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, dove verrà assegnato il premio del valore di 5.000 euro offerto dall’azienda Strega Alberti Benevento. (continua…)

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martedì, 12 giugno 2018

LIA LEVI vince il PREMIO STREGA GIOVANI 2018

LIA LEVI con “Questa sera è già domani” (Edizioni E/O),vince il Premio Strega Giovani 2018

Premio Strega Giovani 2018 a Lia Levi

Di seguito proponiamo, per l’ascolto online, la puntata del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie) dove Lia Levi conversa con Massimo Maugeri sul romanzo Questa sera è già domani” (Edizioni E/O)

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(Roma, 11 giugno 2018) – Lia Levi con il romanzo Questa sera è già domani (Edizioni E/O) è la vincitrice della quinta edizione del Premio Strega Giovani, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Strega Alberti con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca. La cerimonia di proclamazione si è svolta oggi pomeriggio a Palazzo Montecitorio (Sala della Regina) alla presenza della Vicepresidente della Camera dei deputati, Maria Edera Spadoni.

Quello di Lia Levi, con 65 preferenze su 385 voti espressi, è stato il libro più votato da una giuria composta da ragazze e ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni, in rappresentanza di circa 55 licei e istituti tecnici diffusi su tutto il territorio italiano e all’estero (Addis Abeba, Berlino, Bruxelles, Buenos Aires, Parigi). Hanno inoltre partecipato alla giuria i ragazzi del Carcere minorile di Nisida, con un voto collettivo, e un gruppo di settantacinque ragazzi approdati al voto attraverso Teen! Space, uno spazio virtuale di BPER Banca per i ragazzi tra i 13 e i 18 anni, dedicato alla condivisione della passione per l’arte, la musica e la lettura. Gli studenti hanno letto le undici opere concorrenti al Premio Strega 2018 e inviato il loro voto individualmente. I libri di Marco Balzano, Resto qui (Einaudi), e di Silvia Ferreri, La madre di Eva (Neo Edizioni), risultano con 62 e 45 preferenze il secondo e il terzo più votati dai ragazzi. (continua…)

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lunedì, 14 maggio 2018

FERNANDO ARAMBURU vince il PREMIO STREGA EUROPEO: lo speciale di Letteratitudine

Fernando Aramburu, con il suo romanzo Patria (Guanda), tradotto da Bruno Arpaia, si aggiudica la quinta edizione del Premio Strega Europeo, nato nel 2014 in occasione del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea per diffondere la conoscenza delle voci più originali e profonde della narrativa contemporanea.

Il romanzo racconta di due famiglie basche che abitano in un paesino dalle parti di San Sebastián. Due famiglie che hanno sempre vissuto all’insegna dell’amicizia e del reciproco sostegno… fino a quando la loro storia non si incrocia con quella dell’ETA e con un attentato terroristico che costerà la vita a uno dei due capofamiglia (il Txato, titolare di una ditta di trasporti, che non si è voluto piegare a messaggi intimidatori a scopo estorsivo ricevuti dall’organizzazione terroristica). Una morte che non crea solo dolore, ma anche divisioni e allontanamenti (per ulteriori dettagli sulla trama rinviamo alla scheda del libro inserita alla fine del post).

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Risultati immagini per Fernando Aramburu wikipedia esFernando Aramburu ha dichiarato di sentirsi onorato per il prestigioso conferimento del premio e ne ha approfittato per evidenziare il merito del suo traduttore italiano. Ha espresso un pensiero dedicato ai suoi concittadini, che per anni hanno subito dolore. Ha evidenziato il fatto che nel suo romanzo ha narrato – appunto – storie di sofferenza attraverso il racconto dell’esperienza di vita dei suoi personaggi. Si è anche soffermato sul senso della parola “Patria”, una parola forte e dai molteplici significati; riferita, in questo caso, ai Paesi Baschi, e che molti editori hanno deciso di lasciare come titolo del romanzo tradotto.

Di seguito, il video della premiazione:

E a proposito di traduzione, riproponiamo un paio domande (con relative risposte) che abbiamo rivolto a Bruno Arpaia (co-vincitore del Premio Strega Europeo nel suo ruolo di traduttore) su questo fortunato libro da lui brillantemente tradotto…

- Bruno Arpaia, partendo dal presupposto che puoi godere di una “visuale privilegiata” nel tuo molteplice ruolo di lettore, scrittore, giornalista culturale e (ovviamente) traduttore dell’opera in questione… cos’è che più di ogni altra cosa hai apprezzato in “Patria” di Fernando Aramburu? (continua…)

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giovedì, 10 maggio 2018

CETTI CURFINO – la rassegna stampa

Romanzo finalista alla 32esima edizione 2018-2019 del Premio Letterario ChiantiCetti Curfino (Cover)

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Su “Il Sole 24Ore” – Domenica (recensione di Filippo La Porta)
[I due personaggi principali, il Cronista trentenne – esitante, eterno adolescente “adottato” da zia Miriam – e la Detenuta quarantenne – di una “bellezza selvaggia” che toglie il respiro, cosi determinata che infine scriverà lei il proprio libro! – sono disegnati con accuratezza (...). Ma la invenzione principale di Maugeri è la lingua che impresta a Cetti, un mezzo dialetto, un italiano sgraziato però educato a un ordine logico]

su “Tuttolibri”- “La Stampa” (recensione di Amedeo La Mattina)
[Cetti, dotata di «una bellezza ferale», di quelle che toglie il fiato, sceglie la strada che la porta in una cella. Massimo Maugeri ci conduce dentro questa prigione, ci fa entrare nella testa di una donna che concentra l’umiliazione e la disperazione di milioni di donne alla ricerca della propria dignità.]

su “Fahrenheit – Radio 3″ (Libro del giorno di Fahrenheit – con Loredana Lipperini)
[Cetti Curfino è una donna prorompente, con labbra carnose e occhi che rivelano abissi. Andrea ha letto la sua storia sui quotidiani: una donna semplice, un marito che muore mentre lavora in nero, un figlio da sistemare, e una lenta discesa nelle viscere di una società che sa essere molto crudele]. – per ascoltare la puntata clicca qui

Su Rai1 – La partecipazione di Massimo Maugeri al programma “Mille e un libro” di Gigi Marzullo
[clicca sul libro per vedere il video]

su “L’Espresso” (Freschi di stampa di Sabina Minardi)
[Un linguaggio che sa affrontare con credibilità registri diversi, incluso quello imperfetto e sincero della detenuta siciliana]

su “La Lettura – Il Corriere della Sera”
[Romanzo di formazione di Cetti e, nello stesso tempo di Andrea, il giornalista che ne vuole raccontare la storia, Cetti Curfino è (anche) un inno al potere salvifico della scrittura.]

su “la Repubblica.it” (recensione e intervista di Silvana Mazzocchi)
[La realtà raccontata in forma di fiction, storie credibili che scavano nei problemi sociali del nostro tempo. (...) Una storia nella storia confezionata da Massimo Maugeri con abilità, talento e passione.]

su “Il Mattino” (recensione di Francesco Durante)
[Maugeri confeziona una storia semplice, insieme disperata e lieve, algida e sensuale, con un esito a sorpresa. La sua protagonista s’impone a cagione di una personalità veramente speciale, e fin dal primo momento merita la più cordiale solidarietà del lettore.]

su “Robinson – la Repubblica” (recensione di @CasaLettori)
[Cetti Curfino (La nave di Teseo) è “vittima invisibile di una società intenta a crogiolarsi tra le proprie miserie”. (...) La morte del marito, l’odio del figlio, la precarietà del quotidiano e un gesto di ribellione che pagherà caro. Sentiamo sulla pelle la disperazione di chi non ha scelta, ricattata da una povertà che non fa sconti. Guerriera orgogliosa non si lascia distruggere dall’esperienza carceraria].

su “Avvenire” (recensione di Bianca Garavelli)
[Romanzo originalissimo di doppia formazione, Cetti Curfino ci svela le brutture di una società che non ha rispetto per i suoi ultimi, donne o uomini che siano, confermandoci un Maugeri ottimo narratore dopo la già convincente prova di Trinacria Park.]

su “la Repubblica – Palermo” (recensione di Gianni Bonina)
[È il suo urlo così contemporaneo che, chiudendo alla fine il libro di Maugeri, sentiamo riecheggiare. Un urlo di donna che sostituisce il viandante di Munch e si infrange contro le nostre coscienze sorde]

su “La Sicilia” (recensione di Maria Rita Pennisi)
[Il romanzo tratta altre tematiche come le morti bianche, l’omicidio, l’amicizia, l’amore, la politica, la passione torbida, la detenzione e il senso di colpa del protagonista. Il tutto è descritto in modo magnifico dalla penna sapiente di Massimo Maugeri, che sa dosare perfettamente dramma, comicità e ironia.]

su “La Gazzetta di Parma” (recensione di Elisa Fabbri)
[Con questo suo nuovo romanzo, «Cetti Curfino», lo scrittore siciliano Massimo Maugeri ha realizzato un’opera caratterizzata da pagine commoventi accostate ad altre crude e inquietanti, lasciando sempre trasparire una sottesa tenerezza. (...) Emerge il ritratto di una donna straordinaria, schiacciata e ferita dalla vita ma non uccisa, come dimostra l’inatteso, magnifico finale.]

su “Vivere – La Sicilia” (articolo/intervista di Domenico Trischitta)
["Cetti Curfino" (La nave di Teseo) di Massimo Maugeri è un romanzo travolgente, avvincente, e la sua protagonista è uno di quei personaggi che difficilmente dimenticheremo].

su “La Gazzetta del Sud” (recensione di Francesco Musolino)
[Pagina dopo pagina, con una prosa svelta, Maugeri dipana la matassa e alla resa dei conti si viene presi in contropiede da un colpo di scena finale che capovolge la prospettiva. Ma la verità, la nuda verità delle cose, nasconde un potere catartico e liberatorio...].

su “La Gazzetta di Parma” online (recensione di Marilù Oliva)
[Una storia che tocca il cuore e che fa riflettere, un libro necessario per comprendere e correggere i lati distorti della nostra società.]

su “Casa dei Lettori” (intervista di Maria Anna Patti)
[Cetti Curfino è una leonessa. La vita l’ha messa all’angolo, schiacciandola tra le pieghe di una società cinica e frettolosa, troppo presa da se stessa per accorgersi delle tragedie umane dei singoli.]

su “La Sicilia” (Massimo Maugeri racconta il suo romanzo “Cetti Curfino”)
[Un romanzo strutturato sull’alternanza delle voci di questi due personaggi – Cetti e Andrea – che cercano nella scrittura una personale forma di riscatto].

su “Ponza Racconta” (recensione di Tea Ranno)
[Ma un libro di denuncia, quanto può essere pericoloso? Quanto può dare fastidio a chi si fa largo a spallate e coltellate dentro la vita per non essere sopraffatto? Quanto possono essere dure le conseguenze della verità? (...) Buttana è la vita, Cetti, e buttana pure la morte che ti viene ad allisciare, a spingere verso di te la sua ombra rapinosa.]

Su “L’Immaginazione” e “La poesia e lo spirito” (recensione di Giorgio Morale)
[Una struttura a cerchio che rivela la sapienza compositiva di Massimo Maugeri. (...) Davvero, sempre, “la verità aiuta”? Anche noi, convinti di una funzione anche sociale della letteratura, non possiamo non porci questa domanda, che rende Cetti Curfino di Massimo Maugeri una sorta di apologo, di conte philosophique e ne accresce la complessità.]

su “I Love Sicilia” (recensione di Camillo Scaduto)
[“Cetti Curfino” è, dunque, oltre che un romanzo, anche un faro puntato sulla condizione carceraria  della donna e della donna madre in particolare, temi scottanti e di bruciante attualità che Massimo Maugeri non esita a trattare con cura, pur dentro i confini della fiction.]

Su “Mangialibri” (recensione di Mattia Insolia)
[Maugeri è un narratore formidabile. Ha un controllo della penna superbo, costruisce personaggi tridimensionali con cui non possiamo fare a meno di empatizzare. Personaggi che sfuggono a qualsiasi etichetta, in cui bene e male non possono essere divisi da una linea di demarcazione netta].

su “FuoriAsse” (recensione di Domenico Trischitta)
[Questo romanzo è anomalo, o meglio esemplare, nasce per necessità esistenziale e per necessità letteraria.]

sulprogramma televisivo LA VALIGIA E LA LUNA” – Telecittà ch 654 (clicca sul link per vedere il video)
[Si fa sempre più strada l'idea di un film su "Cetti Curfino" - Massimo Maugeri con il conduttore Giuseppe Lissandrello e con l'attrice Carmelinda Gentile e il regista Manuel Giliberti]

su “Radio Radicale (Le parole e le cose con Massimiliano Coccia)
["Le parole e le cose - Intervista a Massimo Maugeri, autore del libro "Cetti Curfino" (La nave di Teseo)" realizzata da Massimiliano Coccia con Massimo Maugeri (giornalista e scrittore)] – per ascoltare la puntata clicca qui

su “Global Press Italia” (recensione di Cristina Marra)
[Una storia nera, forte che ti investe come un pugno e ti conquista con una carezza, è quella di “Cetti Curfino” di Massimo Maugeri che gioca abilmente sulla doppiezza e gli opposti della struttura narrativa e della caratterizzazione dei personaggi. (…) Maugeri dopo “Trinacria Park” si riconferma un maestro della parola e del sapiente miscuglio di generi in un romanzo che non concede soste e che riempie il silenzio omertoso con una voce indimenticabile, la voce di chi ha fretta e bisogno di essere ascoltato come lo vuole essere la terra siciliana  che con Maugeri diventa metafora  per raccontare la contemporaneità].

su “Il Libraio.it”
[Chi è Cetti Curfino? Qual è la storia che l’ha portata in carcere? Il nuovo romanzo di Massimo Maugeri ha per protagonista un giornalista alle prime armi che incontra una detenuta speciale]

su “Sul Romanzo (recensione di Lavinia Palmas)
[Una storia che riesce a coinvolgere il lettore già dalle prime righe perché narra le vicende di una donna in cerca di giustizia in onore del marito che ha perso la vita. La narrazione risulta toccante non solo per i temi affrontati, ma anche per le modalità con cui l’autore riporta i fatti che vengono raccontati dalla voce della protagonista che parla con un italiano imperfetto, creando così un’atmosfera più informale e intima con il lettore.]

su “Libreriamo” (intervista)
[La Sicilia come metafora per raccontare la nostra contemporaneità, con alcune problematiche “trasversali” rispetto ai territori, come la condizione femminile, la sicurezza sul lavoro, la disoccupazione, i paradossi insiti nei quartieri a rischio].

su “Notabilis” (recensione di Orazio Caruso)
[Cetti è un personaggio inconfondibile, che preme per essere raccontato, per raccontarsi, che si impone con la sua voce unica, con la sua versione dei fatti. Cetti è un personaggio che non cerca l’autore, perché è lei stessa l’autrice in cerca di un pubblico a cui raccontarsi.]

su “SoloLibri” (recensione di Milena Privitera)
[«Cetti Curfino» (La Nave di Teseo, 2018) di Massimo Maugeri è un romanzo che ti incanta... è un romanzo stilisticamente perfetto raccontato all’unisono da due voci, che si incontrano e scontrano in un lasso di tempo che aiuterà entrambi a trovare una ragione di essere]

su “Pangea” (intervista di Gianluca Barbera)
[Non avevo alcuna scaletta. Né quando ho iniziato a scrivere il racconto, né quando ho iniziato a lavorare al romanzo. Cetti Curfino è il personaggio letterario più potente in cui, nella mia esperienza di scrittura, mi sono mai imbattuto finora. È sempre stata lei a condurre le danze.]

su “Agoravox Italia” (recensione di Flaminia P. Mancinelli)
[Un romanzo - e capita sempre più di rado, che ha il merito di prenderti fin dalle prime pagine e di non lasciarti più, neanche dopo aver finito e chiuso il libro.]

su “OggiMilazzo” (recensione)
[Un libro che va letto tutto d’un fiato. Pagina dopo pagina. Descrizione dopo descrizione. Sentimento dopo sentimento. Personaggio dopo personaggio. Perchè sì, in “Cetti Curfino” il racconto spesso è toccante e appassiona anche per i tanti aspetti sociali che vengono magistralmente messi in evidenza.]

su “Sotto Il Vulcano” (recensione di Simona Pappalardo)
[“Cetti Curfino” è un viaggio, un percorso, una destinazione. Va letto con calma e assaporato, lasciandosi cullare dalle parole della stessa protagonista, infarcite di errori grammaticali ma piene di “anima”.]

su “Persona e Danno” (recensione di Maria Zappia)
[Sono i piani della narrazione e la lingua che attraggono in quest’opera: lingua curata e precisa nelle parti in cui si esprime Andrea con i suoi tentativi di dare ordine ad una vita apparentemente incolore (...) e la lingua forte e violenta di Cetti, la lingua in cui la donna reclusa tenta di esprimere la propria verità, una lingua tutta dialettismi e senso pratico meridionale.]

su “Thriller Nord” (recensione di Francesca Mogavero)
[Una prova letteraria che scavalca la grammatica e i generi – la classifichiamo come giallo, noir, narrativa? – e che ci regala una figura femminile epica nei suoi difetti, straordinaria nel suo essere “sempre femmina seria”]

su “La Sicilia” (articolo di Domenico Russello)
[L’universo carcerario visto attraverso gli occhi di una donna dalla bellezza potente, che racconta la sua storia.]

su La Gazzetta del Mezzogiorno”
[La storia di Cetti Curfino è quella raccontata in un romanzo potente sull’origine delle azioni umane e sul mistero di ogni delitto, costruito come un valzer tra due personaggi, due specchi – drammatici e comici – dell’essere uomini e donne in terra di Sicilia].

su “La Civetta di Minerva” (articolo e intervista di Maria Lucia Riccioli)
[Uno dei punti di forza è nel linguaggio forte e dall’impronta dialettale cucito addosso a Cetti]

su “Blog Letteratura e Cultura” (recensione di Gabriella Maggio)
[La narrazione scorre fluida lungo i trentasette capitoli che alternano la  lingua italiana di Andrea e zia Miriam e altri personaggi al dialetto siciliano, che aspira a un’italianizzazione precaria e scorretta, usato da Cetti nel  suo inconsapevole percorso di autoanalisi nelle lettere scritte al  commissario Ramotta per racconta tutta la sua storia.]

su “Cultureggiando” (recensione di Antonino Genovese)
[un libro intenso, commovente, ma intriso di ironia e Sicilitudine, che ne fanno un piccolo e raro gioiello nel marasma editoriale contemporaneo.]

su “Critici per caso” (recensione di MG Colombo)
[Un processo di autodeterminazione ed emancipazione straordinario. Tutto compreso e rappresentato da due lettere autografe, che sono un inno commovente al valore della lettura e alla forza delle parole.]

su “InfoVercelli24″ (articolo di Francesca Rivano, con incipit del libro e intervista)
[La bellezza, e la potenza narrativa di questo libro, s'intravede subito, dalle prime righe]

su “Corriere Etneo” (servizio e videointervista a cura di Nicola Savoca)
[Cetti Curfino è una donna risoluta che sconta in carcere un delitto. Pur ricorrendo ad un linguaggio malfermo, la donna racconta ad un giovane giornalista la sua storia.]

su “NoCrime OnlyArt” (articolo/intervista di Linda Cercari)
[Un romanzo molto umano, ricco e intenso.]

su “Leggereonline” (intervista di Flaminia P. Mancinelli)
[John Lennon è stato molto presente nella fase di scrittura di questo romanzo. (...) Il titolo di questa canzone scuote come uno schiaffo: Woman is the nigger of the world (La donna è il negro del mondo).]

su “Convenzionali” (recensione di Gabriele Ottaviani)
[Cetti Curfino è il simbolo del dolore del mondo, è una protagonista straordinaria ritratta mirabilmente che ci racconta della vana prepotenza dell’inumanità. Eccellente.]

su “Letto, riletto, recensito” (intervista di Salvatore Massimo Fazio)
[Rispetto a Cetti Curfino credo che emergano soprattutto due problematiche: l’essere invisibili agli occhi di una società ripiegata su se stessa, incapace - a volte - di volgere lo sguardo nei confronti di chi precipita in situazioni di bisogno e di indigenza; la "condizione femminile" che, nei luoghi più disagiati, è ancora più drammatica.]

su “L’Immediato”
[Un romanzo denso di significati, in grado di rappresentare la Sicilia attraverso una figura potente e affascinante.]

su “L’Immediato” / 2
[Anche il pubblico alla Ubik è rimasto affascinato dal racconto e da come l’autore lo ha vissuto. La voce dei due personaggi e di Cetti Curfino in particolare si è come “canalizzata” in Maugeri, come in una nuova esperienza pirandelliana.]

Su “La Gazzetta Augustana
[ “Quello di Massimo Maugeri è un meta-romanzo, ossia un romanzo sullo scrivere romanzi e sull’importanza dei libri perché un libro non è mai innocuo e la scrittura può essere salvifica, come sarà per Cetti Curfino”]

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CETTI CURFINO di Massimo Maugeri (La nave di Teseo)

Cetti Curfino (Cover)

Collana Oceani, narrativa italiana, pp. 256, 18 euro

Un giornalista, una donna detenuta in carcere, una confessione che non può più aspettare.

Un giornalista giovane e spiantato, Andrea Coriano, entra in un carcere per incontrare una detenuta, Cetti Curfino. Gli si pone davanti una donna prorompente, labbra carnose, corpo colmo, occhi che rivelano abissi. Andrea ha letto la storia di Cetti sui quotidiani: una donna semplice, un marito che muore mentre lavora in nero, un figlio da sistemare e una lenta discesa nelle viscere di una società che sa essere molto crudele. Una storia di politici senza scrupoli e amici fedeli, di confessioni improvvise e segreti infamanti, un caso che ha fatto molto parlare ma che adesso sta per spegnersi, ingoiato da altri clamori. Il giornalista ha subito creduto che la sua storia andasse raccontata e ora che se la trova lì, ferina, impastata di dialetto, dolore e femminilità, capisce di non essersi sbagliato.
Chi è Cetti Curfino? Qual è la storia che l’ha portata in carcere? Sarà in grado di aprire a lui – giornalista alle prime armi – la propria vita, i percorsi oscuri che l’hanno condotta fin lì? Andrea non ha molte armi professionali in tasca, e nemmeno molti strumenti di seduzione, in verità. Al più, può sfoderare con una certa autoironia le proprie difficoltà. La vita con zia Miriam ad esempio, e le corse in macchina per portarla in giro con il suo festoso gruppo di amiche di mezza età, vedove ringalluzzite dalla gioia di godersi la stagione del tramonto. La voce di Cetti, però, non gli dà tregua: vibrante nel suo italiano imperfetto, sembra salire dalle profondità della terra di Sicilia.
Cetti Curfino è un romanzo potente sull’origine delle azioni umane e sul mistero di ogni delitto, costruito come un valzer tra due personaggi che cercano nella scrittura la propria verità.


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mercoledì, 9 maggio 2018

CETTI CURFINO di Massimo Maugeri (La nave di Teseo)

Cetti Curfino (Cover)Care amiche e cari amici di Letteratitudine,

desidero condividere con voi la notizia dell’uscita del mio nuovo romanzo edito da La nave di Teseo e intitolato “Cetti Curfino“.

Con molti di voi ho già avuto modo di interagire su Facebook (e vi ringrazio per il vostro commovente affetto).

Qui di seguito troverete: un mio articolo (pubblicato sulla pagina cultura del quotidiano “La Sicilia”) in cui racconto la genesi del romanzo, una sintetica rassegna stampa (in corso di aggiornamento), la scheda del libro e il booktrailer (con la splendida interpretazione di Carmelinda Gentile nei panni di Cetti Curfino).

Comincia una nuova avventura letteraria, cari amici.

Grazie di cuore per il vostro sostegno!

Massimo Maugeri

(p.s. per un po’ di tempo lascerò questo post in evidenza)

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CETTI CURFINO: racconto di un romanzo

Massimo Maugeri racconta – sulle pagine de “La Sicilia” – come è nato il suo nuovo romanzo intitolato “Cetti Curfino”, in uscita il 10 maggio per La nave di Teseo (continua…)

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venerdì, 2 febbraio 2018

OLTRE L’INVERNO di Isabel Allende

In OLTRE L’INVERNO si cela l’invincibile estate di Isabel Allende

Come al solito Isabel Allende è andata in giro per il mondo a presentare il suo nuovo romanzo. In Italia – così come i precedenti – è stato pubblicato da Feltrinelli con il titolo di “Oltre l’inverno” (traduzione di Elena Liverani).
Tra le varie tappe internazionali segnaliamo quella che ha avuto luogo l’anno scorso, a Madrid, presso la Casa de América (di seguito, un breve resoconto).

* * *

Il romanzo nasce con una frase di Albert Camus che dice: “Nel bel mezzo dell’inverno, ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate”. In quel particolare momento della sua vita, quando ha iniziato a scrivere questo libro, l’8 Gennaio 2016, Isabel Allende ha vissuto una situazione del genere. Si era separata dal marito, viveva da sola e sentiva che la sua età aveva raggiunto un inverno della vita, ma l’invincibile estate era sempre lì. Così, quando ha iniziato a scrivere il romanzo ha fatto in modo che emergesse nei personaggi questa “estate” che ci aiuta ad andare avanti, a trovare l’amore, ad aprirci alla solidarietà, a vivere con coraggio, ad avere la consapevolezza che – anche se cediamo – abbiamo sempre un’opportunità.

La Allende ha sostenuto di non rappresentare esattamente la società nordamericana, ma – quando scrive – riesce a percepire nell’aria le questioni importanti. Nel periodo in cui ha scritto questo libro, Isabel viveva in California e nel romanzo c’è un tema molto importante che aleggiava nell’aria: la questione dei rifugiati. Come è noto il nord America è interessato da un potente flusso di immigrazione clandestina proveniente dall’America centrale e dal Messico. La gente viene in nord America per sfuggire alla povertà, per l’assenza di opportunità, per non subire la violenza, per la presenza del narcotraffico. Ci sono bambini che si avventurano attraversando paesi interi nel tentativo di oltrepassare la frontiera americana alla ricerca dei propri genitori e di una opportunità di vita.

Era latente nell’aria, lo era da tempo, ma ancor di più oggi, con Trump“, dice la Allende, “con quest’idea di realizzare una barriera per impedire alle persone di venire. Invece di impegnarsi per risolvere i problemi nei luoghi di origine dei rifugiati – dato che è evidente che nessuna di queste persone lascia la propria casa perché è in cerca di divertimento – ci si concentra sulla protezione della frontiera e nell’arrestare i clandestini. E si percepisce nell’aria questo progetto di deportare undici milioni di persone dagli Stati Uniti d’America“.

Nel libro c’è un personaggio molto importante: una ragazza del Guatemala è in fuga a causa di una spaventosa situazione con cui deve fare i conti. Si chiama Evelyn Ortega. “So di molta gente che si trova in situazioni simili“, dice ancora la Allende. “Persone vere, non personaggi inventati. In fondo non c’è nemmeno bisogno di inventare alcun personaggio, quando conosci personalmente molti esempi di persone che vivono questo tipo di situazioni.

Un altro personaggio chiave del libro è una giornalista cilena. “La gente crede che si tratti di me, ma non sono io. (continua…)

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mercoledì, 14 giugno 2017

PREMIO STREGA 2017: I CINQUE FINALISTI

Link logo alla HomeI CINQUE FINALISTI DEL PREMIO STREGA 2017

I cinque finalisti del Premio Strega 2017

Sono (nella foto in basso, da sinistra): Paolo Cognetti, Wanda Marasco, Alberto Rollo, Teresa Ciabatti e Matteo Nucci
© Musacchio / Ianniello / Pasqualini

La seconda votazione e la proclamazione del vincitore avverranno giovedì 6 luglio al Ninfeo di Villa Giulia a Roma.

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Link banner a 70 Anni di Premio Strega Roma, Casa Bellonci, mercoledì 14 giugno. In serata si è chiuso il “seggio elettorale” per la prima votazione, quella che designa i finalisti all’edizione 2017 del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Strega Alberti Benevento con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca e Toyota Motor Italia.

Come sempre Casa Bellonci è stata gremita da molti degli Amici della domenica, il corpo elettorale del premio, eredi di un rito che si ripete solennemente da settant’anni. prima votazione A partire da questa edizione, ai tradizionali 400 Amici della Domenica e ai 40 lettori forti selezionati dalle librerie indipendenti italiane associate all’ALI, si sono aggiunti 20 voti collettivi espressi da scuole, università e 15 circoli di lettura presso le Biblioteche di Roma e 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti italiani di cultura all’estero. Il numero dei votanti ha raggiunto quindi un totale di 660 aventi diritto.

La serata è stata trasmessa in diretta streaming da Rai Cultura, media partner del Premio, all’indirizzo www.cultura.rai.it/live.

Al termine dello spoglio dei voti arrivati nella giornata di oggi, il presidente di seggio Edoardo Albinati, vincitore del Premio Strega 2016, ha descritto l’andamento dei voti pervenuti per via telematica nelle settimane precedenti. La somma dei voti elettronici e delle schede cartacee (547 su 660 aventi diritto, con 2 schede bianche) ha delineato la cinquina degli autori e dei libri finalisti del Premio Strega 2017, che sono (cliccare sui titoli per aprire le pagine con le schede dei libri):

Paolo Cognetti, Le otto montagne (Einaudi) Presentato da Cristina Comencini e Benedetta Tobagi [con 281 voti]

Teresa Ciabatti, La più amata (Mondadori) Presentato da Stefano Bartezzaghi e Edoardo Nesi [con 177 voti]

Wanda Marasco, La compagnia delle anime finte (Neri Pozza) Presentato da Paolo Di Stefano e Silvio Perrella [con 175 voti]

Alberto Rollo, Un’educazione milanese (Manni) Presentato da Giuseppe Antonelli e Piero Dorfles [con 160 voti]

Matteo Nucci, È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie) Presentato da Annalena Benini e Walter Pedullà [con 158 voti]

La seconda votazione e la proclamazione del vincitore si svolgeranno giovedì 6 luglio al Ninfeo di Villa Giulia a Roma. (continua…)

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martedì, 13 giugno 2017

PAOLO COGNETTI vince il PREMIO STREGA GIOVANI 2017

PAOLO COGNETTI vincitore del PREMIO STREGA GIOVANI sarà il prossimo ospite del programma radiofonico Letteratitudine in Fm

Paolo Cognetti vince il Premio Strega Giovani 2017

Paolo Cognetti con il romanzo Le otto montagne (Einaudi) è il vincitore della quarta edizione del Premio Strega Giovani (valore 3.000 euro), promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Strega Alberti Benevento con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca e Toyota Motor Italia. La cerimonia di proclamazione si è svolta oggi pomeriggio a Palazzo Montecitorio (Sala della Lupa) alla presenza della Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini.
Quello di Cognetti, con 58 preferenze su 374, è stato il libro più votato da una giuria composta da ragazze e ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni, in rappresentanza di 50 licei e istituti tecnici diffusi su tutto il territorio italiano e all’estero (Berlino, Bruxelles, Bucarest, Parigi). Gli studenti hanno letto le dodici opere concorrenti al Premio Strega 2017 e inviato il loro voto individualmente. I libri di Marco Rossari, Le cento vite di Nemesio (e/o), e di Chiara Marchelli, Le notti blu (Perrone), risultano con 39 e 37 preferenze il secondo e il terzo più votati dai ragazzi e ricevono con quello di Cognetti un voto valido per la designazione dei finalisti al Premio Strega.

Durante la cerimonia alla Camera, coordinata dalla scrittrice e giornalista di Rai Radio 3 Loredana Lipperini, sono intervenuti Giovanni Solimine, presidente della Fondazione Bellonci, Giuseppe D’Avino, presidente e amministratore delegato di Strega Alberti Benevento, la scrittrice Rossana Campo, Premio Strega Giovani 2016, e Ermanno Ruozzi, direttore territoriale Campania di BPER Banca, che ha consegnato allo studente autore della recensione migliore – Francesco Maglioni del Liceo Scientifico Pacinotti di Cagliari – il premio di 1.000 euro offerto dalla banca.

Gli autori concorrenti si ritroveranno presso la sede della Fondazione Belloncimercoledì 14 giugno alle ore 21 per l’annuncio dei finalisti al Premio Strega 2017. Il seggio sarà presieduto da Edoardo Albinati, vincitore del Premio Strega 2016. La serata sarà trasmessa in diretta streaming da Rai Cultura, a partire dalle ore 20.30 sul sito www.cultura.rai.it/live.

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“Le otto montagne” di Paolo Cognetti (Einaudi) (continua…)

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venerdì, 24 febbraio 2017

LETTERATITUDINE 3: LETTURE, SCRITTURE E METANARRAZIONI

Care amiche e cari amici,
come qualcuno di voi saprà, di recente è uscito il volume intitolato “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria).
Si tratta del terzo volume che ho curato e pubblicato con riferimento alle attività di Letteratitudine. Quest’ultimo, tuttavia, è un libro speciale. Anzi, specialissimo. Perché nasce anche – e soprattutto – con l’intento di festeggiare i dieci anni di attività online di questo “luogo d’incontro virtuale” (Letteratitudine nasce, infatti, nel mese di settembre dell’anno 2006).
Come ho provato a spiegare nella prefazione del libro, quella di Letteratitudine è stata (e continuerà a essere) un’esperienza di “condivisione” (una parola che – credo – oggi più che mai debba essere tutelata e valorizzata).
In tutti questi anni posso dire che “condivisione” è stata la parola chiave per eccellenza di Letteratitudine. Del resto è evidente il fatto che la letteratura, la cultura, i libri, i “saperi”, hanno ragion d’essere solo in un’ottica di condivisione. Lo spirito di condivisione – peraltro – favorisce anche l’accoglienza di punti di vista differenti, persino opposti e contrapposti (partendo dalla considerazione che la diversità di idee e opinioni, fondata sul reciproco rispetto, è sempre occasione di crescita). In oltre dieci anni di attività ho sempre lavorato perché lo spirito della condivisione, così inteso, fosse presente e aleggiasse su ogni attività organizzata e portata avanti con Letteratitudine.
Ecco perché questo libro è nato nell’ottica dello spirito di condivisione.
Ringrazio, ancora una volta, di vero cuore le amiche scrittrici e gli amici scrittori che mi hanno aiutato a realizzarlo donandomi il loro contributo.
Grazie, amici cari. Grazie di vero cuore!

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Ne approfitto per fornire qualche informazione ulteriore sui contenuti di questo libro.
Credo che il sottotitolo sia già di per sé piuttosto indicativo: letture, scritture e metanarrazioni.
In estrema sintesi direi che le sezioni che lo compongono ruotano fondamentalmente sui due pilastri della “condivisione letteraria”: la lettura e la scrittura.

Il volume è formato da quattro sezioni, precedute – come già accennato – da una mia prefazione dove tento di “fare il punto” su questi dieci anni. La prima parte del libro è dedicata a una serie di interviste (sulla lettura e sulla scrittura) incentrate sul numero dieci. Dieci interviste strutturate sulla base di dieci domande (in questa sezione ho coinvolto: Ferdinando Camon, Massimo Carlotto, Antonella Cilento, Giancarlo De Cataldo, Maurizio de Giovanni, Nicola Lagioia, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Raul Montanari, Clara Sereni). La seconda sezione ospita una lunga serie di Autoracconti (dove gli scrittori sono stati invitati a raccontare i loro libri concentrandosi soprattutto sull’aspetto “creativo” della loro attività di scrittura). La terza sezione è dedicata alle Lettere (rivolte a scrittori scomparsi e/o personaggi letterari): qui ho chiesto agli amici scrittori di scegliere uno scrittore scomparso che avevano avuto modo di conoscere personalmente (o di studiare in maniera approfondita) oppure un personaggio letterario particolarmente amato… e di scrivergli una lettera immaginando che il “ricevente” (scrittore scomparso o personaggio letterario) avesse davvero la possibilità di leggerla. La parte finale del libro è dedicata a Vincenzo Consolo che ho voluto ricordare con il contributo di tanti amici scrittori e critici letterari.

Di seguito, riporterò l’indice completo del volume.

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Care amiche e cari amici di Letteratitudine, che ci seguite con affetto da così tanto tempo… spero che possiate trovare questo libro utile e di vostro gradimento. E spero che possiate darci una mano a renderlo “vivo” attraverso la vostra lettura.
Ancora una volta, la condivisione si rivela come necessaria. (continua…)

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martedì, 14 giugno 2016

PREMIO STREGA GIOVANI 2016: la vincitrice ROSSANA CAMPO ci racconta il suo libro

ROSSANA CAMPO è la vincitrice dell’edizione 2016 del PREMIO STREGA GIOVANI

Qui di seguito ci racconta il suo libro DOVE TROVERETE UN ALTRO PADRE COME IL MIO (Ponte alle Grazie)

di Rossana Campo

Questo libro è la storia di me bambina e di lui, Renato, mio padre. E di me donna, e ragazzina che ha avuto a che fare con uomo molto speciale, un uomo vitale, libero e sofferente, allegro e inaffidabile, un uomo che è stato il meglio e il peggio che mi potesse capitare, riunito insieme. Ho messo le mani in un territorio difficile da affrontare, a volte è stato come maneggiare dei pezzi di vetro; ma come lettrice ho spesso cercato questo nei libri che leggevo, la sensazione che lo scrittore, la scrittrice mi stesse raccontando qualcosa non facile da dire, qualcosa di non accomodante, capace di portarmi nelle profondità della sua storia, della sua vita. Che avrebbe toccato anche la mia. Ho sempre scritto romanzi partendo da mie esperienze, mi sono raccontata indossando le maschere di vari alter ego letterari. Questa volta volevo scrivere qualcosa senza filtri, volevo togliermi tutti i vestiti, mi sono accorta che è venuta via anche un po’ di pelle. (continua…)

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venerdì, 27 novembre 2015

ON WRITING DI STEPHEN KING: intervista a Loredana Lipperini

ON WRITING DI STEPHEN KING: intervista a Loredana Lipperini

Autobiografia di un mestiere

di Massimo Maugeri

Il nuovo appuntamento della rubrica di Letteratitudine chiamata “Saggistica Letteraria” è incentrato su un libro che è interamente dedicato alla scrittura e che porta la firma di uno degli scrittori più noti e letti al mondo. Il libro si intitola “On writing“, l’autore è Stephen King (a proposito di King, ne approfitto, peraltro, per ricordare questo dibattito online relativo al romanzo “22/11/63“).

Nei giorni scorsi Frassinelli ha pubblicato una nuova edizione di “On writing“, con la traduzione di Giovanni Arduino e l’ottima prefazione di Loredana Lipperini (qui, il post su Lipperatura). Ne ho discusso con la stessa Loredana (che ringrazio per la cortesia e disponibilità), nell’ambito di un’ampia intervista che propongo qui di seguito…

- Cara Loredana, parlaci del tuo incontro con Stephen King? In quale fase della tua vita è avvenuto? E con quale libro?
Non sarò breve, premetto. Ricordo bene anno e contesto: era il 1988, passavo qualche giorno nella casa di un amico. L’amico e mio marito andavano a pesca sul fiume, io mi annoiavo. Frugando nella libreria, ho trovato “It”. Non avevo ancora letto nulla di Stephen King, anche se l’horror mi era piaciuto da adolescente, quando un fidanzato mi regalò i racconti di Lovecraft, e prima ancora c’era stato il tempo di Edgar Allan Poe, e poi sarebbe venuto il tempo di Machen e di Matheson. Ma non di King. In quel 1988 avevo un’idea molto selettiva di cosa dovesse essere un libro salvifico: doveva essere tagliente e lucido, squarciare ogni consuetudine, cambiare il modo di guardare il mondo, squassarti l’anima. Molto romantico, a ripensarci. Doveva, quel libro perfetto, suscitare la stessa euforica sensazione di aver compreso le pieghe segrete dell’esistenza che avevo scoperto, sedicenne, ne La nausea di Sartre e ne Lo straniero di Camus. Doveva impegnarmi, farmi soffrire e smarrire sulle pagine più ardue, come aveva fatto Thomas Mann con i dialoghi tra Naphta e Settembrini ne La montagna incantata. Doveva essere un corpo a corpo con le parole, freddo e perfetto come quando, giusto un paio di anni prima, avevo affrontato L’opera al nero di Marguerite Yourcenar.
C’era, però, qualcosa che ancora non avevo avuto dalle mie letture: qualcosa che andasse oltre l’appagamento intellettuale, l’ammirazione, l’empatia. Non lo sapevo ancora, ma quel che mi mancava era la seduzione: ovvero, il non riuscire a staccarmi da una storia, e finirla desiderando di avere tra le mani, subito, un altro libro dello stesso autore.
Eppure, avevo sempre letto molto. Moltissimo, anzi. Sono stata una di quelle bambine e poi ragazze e poi donne che hanno sempre un libro nello zaino (e per questo difficilmente usano borsette piccole e graziose) perché sanno che il tempo è pieno di buchi da riempire. Lo spazio vuoto mentre si aspetta l’autobus e mentre l’autobus stesso arriva a destinazione. Il panino e la spremuta d’arancia al bar, prima di tornare in redazione (non era anche quello un tempo da dividere, pane e carta, e non era piacevolissimo averne insieme?). Quando si legge troppo, però, l’emozione arriva più raramente: il punto è che, quando arriva, è doppiamente forte.
E’ lo stesso Stephen King a dirlo, in Danse macabre: “Non si apprezza la panna senza aver prima bevuto molto latte, e forse non si apprezza il latte finché non se ne è bevuto un po’ di inacidito”. Diciamo dunque che avevo bevuto molto latte e avevo mangiato, naturalmente, dell’ottima panna. Ma la panna apparteneva quasi tutta al passato, o così mi sembrava. Diciamo anche che mi annoiavo, che non avevo voglia di rileggere né c’era molto di nuovo che mi attirasse. Venivo da una sbornia di minimalisti, o da quelli che allora venivano definiti tali. Furoreggiava David Leavitt con Ballo di famiglia, e mi era piaciuto, ma ero sazia.
It n.e.Così, nella casa sul fiume, avevo adocchiato It. E appunto non mi attirava l’autore, perché all’epoca nutrivo ancora diffidenza verso un autore COSI’ famoso, perché ero giovane e sciocca e convinta che tutto quello che era immensamente popolare non potesse che essere scadente. Crescendo, avrei imparato che anche fra i non giovani e i non sciocchi la convinzione era identica: e, a differenza di quanto era avvenuto a me, permaneva, e permane.
Ma dal momento che faceva caldo e non avevo altro da leggere, lo aprii. E constatai con qualche insofferenza che cominciava contraddicendo tutte le regole e regolette di scrittura che ancora oggi tormentano i lettori avveduti (cos’è quel narratore onnisciente? Via! Cos’è quel narrato e non mostrato? Matita rossa!). Cominciava, per essere precisi, così:
“Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse di più, ebbe inizio, per quel che mi è dato sapere e narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rivolo gonfio di pioggia”. (continua…)

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venerdì, 2 ottobre 2015

RICORDANDO ALBERTO MORAVIA

Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6361580.jpg

25 ANNI DALLA MORTE DI ALBERTO MORAVIA

Nel novembre del 2007 pubblicai un post dedicato a Alberto Moravia in occasione del centenario della sua nascita (avvenuta a Roma, il 28 novembre 1907). Nei giorni scorsi è stata celebrata un’altra ricorrenza: il venticinquesimo anno dalla morte (avvenuta a Roma, il 26 settembre 1990). Per l’occasione vorrei riproporre quel vecchio post del 2007 (contenente anche un contributo di Massimo Onofri tratto dal volume “Tre scrittori borghesi. Soldati, Moravia, Piovene” – Gaffi, 2007).

Ne approfitto altresì per proporvi questo video che contiene:
- uno “scherzoso” scambio tra Indro Montanelli e Alberto Moravia (1959)
-un’intervista di Pasolini a Moravia sul tema dello “scandalo amoroso” (1965)
- una trasmissione dedicata a Moravia, condotta da Mirella Serri con il contributo critico di Antonio De Benedetti (incentrata sui “gusti letterari”)
- una trasmissione dedicata interamente al profilo dello scrittore (con una serie di interviste molto interessanti)

Dedico, dunque, questo “spazio” alla memoria di Alberto Moravia con l’intento di celebrarlo, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere questo nostro grande scrittore a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.

Sono graditi (e ringrazio anticipatamente i partecipanti) interventi, contributi vari e la segnalazione di link attinenti ai contenuti di questo post.

Di seguito, il post pubblicato nel novembre del 2007.

Massimo Maugeri

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CENTO ANNI DALLA NASCITA DI ALBERTO MORAVIA
(post del 25 novembre 2007) (continua…)

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lunedì, 9 dicembre 2013

CAPACITA’ NASCOSTE (la prima antologia diversamente thriller)

La prima volta che ebbi modo di “ospitare” Sergio Rilletti fu nell’ambito di questo vecchio post di Letteratitudine datato 2 marzo 2007. In seguito, il 16 marzo 2007, pubblicai il racconto SOLO (dove Sergio racconta una vicenda “difficile” che lo ha riguardato e che gli sta particolarmente a cuore). Lo stesso post fu poi aggiornato il 16 giugno 2009, con l’inserimento di un nuovo testo. In uno di questi post ebbi modo di definire Sergio come un… “abilmente diverso“. Queste diversità, in effetti, convergono – a mio modo di vedere – nelle due seguenti abilità: talento e tenacia.

Sergio racconta di se stesso in questo post di LetteratitudineNews, dove – tra le altre cose – parla delle sue capacità: “Capacità, più o meno nascoste, scoperte da tre lungimiranti maestre dell’asilo, quando, all’età di 5 anni, infilandomi un guantino dal quale spuntava il solo dito indice della mano destra, mi indussero a scrivere a macchina. Non sapendo assolutamente che razza di macchina per scrivere umana stavano mettendo in moto”.

Capacità nascoste. La prima antologia diversamente thrillerIl talento e la tenacia di Sergio l’hanno spinto, in questi anni, a creare un personaggio seriale (Mister Noir) e a collaborare a varie iniziative letterarie. La più recente riguarda la pubblicazione di un’antologia intitolata “Capacità nascoste” (edita da No Replay): una raccolta di racconti, curata da Sergio Rilletti, dove i protagonisti sono personaggi diversamente abili. Nonostante i loro handicap, e nell’ambito di atmosfere rigorosamente thriller, questi personaggi riescono ad affrontare e risolvere situazioni di pericolo proprio grazie alle proprie capacità.  Oltre ad aver ridato spazio al proprio personaggio seriale (il già citato Mister Noir), Sergio è riuscito a coinvolgere tanti bravi autori (tra cui A. Pinketts, Claudia Salvatori, Marilù Oliva, Luca Crovi, Andrea Carlo Cappi, Patrizia Debicke Van der Noot, Giuseppe Lippi, e talenti emergenti che, con la loro sensibilità, hanno voluto mostrare la disabilità in modo diverso).

Avevo promesso a Sergio che, nella tradizione di Letteratitudine, avrei organizzato un dibattito online dedicato a “Capacità nascoste”. Ed eccoci qua…
(continua…)

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giovedì, 12 settembre 2013

DAVID FOSTER WALLACE

Il 12 settembre 2008 moriva lo scrittore statunitense David Foster Wallace (nato il 21 febbraio 1962), autore di opere importanti come “La scopa del sistema“, “La ragazza con i capelli strani“, “Infinite Jest” (giusto per citarne qualcuna).
A cinque anni dalla scomparsa, vorrei ricordarlo riproponendo questo post.
Ne approfitto per segnalare quest’altro post, in tema, pubblicato su LetteratitudineNews.
Massimo Maugeri

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Post del 14 settembre 2008
Il 12 settembre si è suicidato lo scrittore americano David Foster Wallace.
Aveva 46 anni. Si è ucciso impiccandosi nella sua abitazione di Claremont, in California. Il cadavere è stato rinvenuto dalla moglie, Karen Green, alle ore 21.30.
Foster Wallace è diventato un autore di culto (anche se non mancano i detrattori), soprattutto in seguito alla pubblicazione dell’opera monumentale “Infinite Jest” (più di mille pagine… qui in Italia pubblicato prima da Fandango e poi da Einaudi).
Un altro scrittore che si aggiunge alla lista degli artisti della penna che hanno deciso di spegnere l’interruttore dell’esistenza (e potremmo anche discutere sul tema difficilissimo del suicidio).
Tempo fa lo stesso Wallace ebbe modo di sostenere: “Succedono cose davvero terribili. L’esistenza e la vita spezzano continuamente le persone in tutti i cazzo di modi possibili e immaginabili” (da Brevi interviste con uomini schifosi).

Quella che segue, invece, è una citazione tratta da “Infinite Jest”:
La persona che ha una così detta “depressione psicotica” e cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette “per sfiducia” o per qualche altra convinzione astratta che il dare e avere nella vita non sono in pari. E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente. La persona in cui l’invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme. Non vi sbagliate sulle persone che si buttano dalle finestre in fiamme. Il loro terrore di cadere da una grande altezza è lo stesso che proveremmo voi o io se ci trovassimo davanti alla finestra per dare un’occhiata al paesaggio; cioè la paura di cadere rimane una costante. Qui la variabile è l’altro terrore, le fiamme del fuoco: quando le fiamme sono vicine, morire per una caduta diventa il meno terribile dei due terrori. Non è il desiderio di buttarsi; è il terrore delle fiamme. Eppure nessuno di quelli in strada che guardano in su e urlano “No!” e “Aspetta!” riesce a capire il salto. Dovresti essere stato intrappolato anche tu e aver sentito le fiamme per capire davvero un terrore molto peggiore di quello della caduta.

Rattristato dalla notizia della morte mi piacerebbe ricordare David Foster Wallace, il suo talento letterario e la sua opera principale: “Infinite Jest“, appunto. Qualcuno di voi ha letto questo libro?

Di seguito potrete leggere l’estratto di un’intervista – pubblicata su Repubblica del 23 dicembre 2000 – che Foster Wallace rilasciò ad Antonio Monda.
Massimo Maugeri
(continua…)

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venerdì, 5 luglio 2013

SPECIALE PREMIO STREGA 2013: VINCE WALTER SITI

È WALTER SITI il vincitore dell’edizione 2013 del Premio Strega
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Il post con le voci dei 5 finalisti (prima della premiazione)

Dagli incontri radiofonici di “Letteratitudine in Fm“, le voci dei cinque finalisti scelti dagli Amici della Domenica che si contenderanno l’edizione 2013 del Premio Strega. La finale si svolgerà, come di consueto, al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, nella serata di giovedì 4 luglio 2013.

i cinque finalisti dello strega

(Foto – in primo piano, da sinistra a destra: Alessandro Perissinotto, Simona Sparaco, Romana Petri, Paolo Di Paolo, Walter Siti)

Di seguito, i riferimenti ai cinque libri con i link alle puntate radiofoniche per riascoltare le”chiacchierate” con gli autori (elencati in ordine alfabetico di cognome):
Mandami tanta vita - Mandami tanta vita (Feltrinelli) di Paolo Di Paolo
Per ascoltare la puntata radiofonica di Letteratitudine in Fm con PAOLO DI PAOLO, clicca sul pulsante audio

...

Moraldo, arrivato a Torino per una sessione d’esami, scopre di avere scambiato la sua valigia con quella di uno sconosciuto. Mentre fatica sui testi di filosofia e disegna caricature, coltiva la sua ammirazione per un coetaneo di nome Piero. Alto, magro, occhiali da miope, a soli ventiquattro anni Piero ha già fondato riviste, una casa editrice, e combatte con lucidità la deriva autoritaria del Paese. Sono i giorni di carnevale del 1926. Moraldo spia Piero, vorrebbe incontrarlo, imitarlo, farselo amico, ma ogni tentativo fallisce. Nel frattempo ritrova la valigia smarrita, ed è conquistato da Carlotta, una fotografa di strada disinvolta e imprendibile in partenza per Parigi. Anche Piero è partito per Parigi, lasciando a Torino il grande amore, Ada, e il loro bambino nato da un mese. Nel gelo della città straniera, mosso da una febbrile ansia di progetti, di libertà, di rivoluzione, Piero si ammala. E Moraldo? Anche lui, inseguendo Carlotta, sta per raggiungere Parigi. L’amore, le aspirazioni, la tensione verso il futuro: tutto si leva in volo come le mongolfiere sopra la Senna. Che risposte deve aspettarsi? Sono Carlotta e Piero, le sue risposte? O tutto è solo un’illusione della giovinezza? Paolo Di Paolo, evocando un protagonista del nostro Novecento, scrive un romanzo appassionato e commosso sull’incanto, la fatica, il rischio di essere giovani.

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Le colpe dei padri

Le colpe dei padri (Piemme) di Alessandro Perissinotto:

Per ascoltare la puntata radiofonica di Letteratitudine in Fm con ALESSANDRO PERISSINOTTO, clicca sul pulsante audio



Guido Marchisio, torinese, 46 anni, è un uomo arrivato. Dirigente di una multinazionale, appoggiato dai vertici, compagno di una donna molto più giovane e bellissima: la sua è una vita in continua ascesa. Fino al 26 ottobre 2011, una data che crea una frattura tra ciò che Guido è stato e quello che non potrà mai più essere. Quella mattina, infatti, un incontro non previsto insinua in lui il dubbio: possibile che esista da qualche parte un suo sosia, un gemello dimenticato, un suo doppio misterioso e sfuggente? Giorno dopo giorno, il dubbio diventa ossessione e l’esistenza dell’ingegner Marchisio inizia, prima piano poi sempre più velocemente, a percorrere la stessa rovinosa china della sua azienda e della sua città. Di tutte le sicurezze costruite col tempo, non rimane più nulla: il suo ruolo di freddo tagliatore di teste, di manager di successo, la sua figura di uomo affascinante, tutto, per colpa di quel sospetto, sembra scivolare via da lui, come se accompagnasse l’emorragia che lentamente svuota l’industria italiana. Andare a fondo significherà per Guido affacciarsi all’orlo di un baratro e accettare l’inaccettabile.

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Figli dello stesso padre- Figli dello stesso padre (Longanesi) di Romana Petri

Per ascoltare la puntata radiofonica di Letteratitudine in Fm con ROMANA PETRI, clicca sul pulsante audio

Figli dello stesso padre, ma di due donne diverse, Germano ed Emilio si rivedono dopo un lungo silenzio. Sono diversissimi, accomunati unicamente dall’amore insoddisfatto per il padre Giovanni, una figura possente, passionale ed egocentrica, che ha abbandonato la madre di Germano perché la sua nuova donna aspettava un figlio, Emilio, per poi abbandonare poco dopo anche lei come tutte le altre donne della sua vita. Germano, pur essendo sempre stato il preferito del padre, non ha mai perdonato al fratello minore di essere la causa del divorzio dei genitori. Emilio, cresciuto sapendo di essere il figlio non voluto, ha sempre cercato, invano, l’affetto del padre e del fratello. Nei pochi giorni che trascorreranno insieme, le antiche rabbie e il richiamo del sangue riemergeranno furiosi.


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Resistere non serve a nienteResistere non serve a niente (Rizzoli) di Walter Siti

Per ascoltare la puntata radiofonica di Letteratitudine in Fm con WALTER SITI, clicca sul pulsante audio

Molte inchieste ci hanno parlato della famosa “zona grigia” tra criminalità e finanza, fatta di banchieri accondiscendenti, broker senza scrupoli, politici corrotti, malavitosi di seconda generazione laureati in Scienze economiche e ricevuti negli ambienti più lussuosi e insospettabili. Ma è difficile dar loro un volto, immaginarli nella vita quotidiana. Walter Siti, col suo stile mimetico e complice, sfrutta le risorse della letteratura per offrirci un ritratto ravvicinato di Tommaso: ex ragazzo obeso, matematico mancato e giocoliere della finanza; tutt’altro che privo di buoni sentimenti, forte di un edipo irrisolto e di inconfessabili frequentazioni. Intorno a lui si muove un mondo dove il denaro comanda e deforma; dove il possesso è l’unico criterio di valore, il corpo è moneta e la violenza un vantaggio commerciale. Conosciamo un’olgettina intelligente e una scrittrice impegnata, un sereno delinquente di borgata e un mafioso internazionale che interpreta la propria leadership come una missione. Un mondo dove soldi sporchi e puliti si confondono in un groviglio inestricabile, mentre la stessa distinzione tra bene e male appare incerta e velleitaria. Proseguendo nell’indagine narrativa sulle mutazioni profonde della contemporaneità, sulle vischiosità ossessive e invisibili dietro le emergenze chiassose della cronaca, Siti prefigura un aldilà della democrazia: un inferno contro natura che chiede di essere guardato e sofferto con lucidità prima di essere (forse e radicalmente).

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Nessuno sa di noiNessuno sa di noi (Giunti) di Simona Sparaco

Per ascoltare la puntata radiofonica di Letteratitudine in Fm con SIMONA SPARACO, clicca sul pulsante audio


Quando Luce e Pietro si recano in ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto, sono al settimo cielo. Pietro indossa persino il maglione portafortuna, quello tutto sfilacciato a scacchi verdi e blu delle grandi occasioni. Ci sono voluti anni per arrivare fin qui, anni di calcoli esasperanti con calendario alla mano, di “sesso a comando”, di attese col cuore in gola smentite in un minuto. Non appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della ginecologa si spegne di colpo. Lorenzo è troppo “corto”. Ha qualcosa che non va. “Nessuno sa di noi” è la storia di un mondo che si lacera come carta velina. E di una donna di fronte alla responsabilità di una scelta enorme. Qual è la cosa giusta quando tutte le strade portano a un vicolo cieco? Che cosa può l’amore? E quante sono le storie di luce e buio vissute dalle persone che ci passano accanto? Come le ricorderanno le lettrici della sua rubrica e le numerose donne che incontra sul web, Luce non è sola. (continua…)

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martedì, 19 marzo 2013

TRINACRIA PARK

trinacria-park-cover1Care amiche e cari amici di Letteratitudine,
lasciate che condivida con voi la gioia per la nascita di questa mia nuova creatura letteraria: “TRINACRIA PARK” (edizioni e/o, collezione Sabot/age). Domani (20 marzo) approderà in libreria.
Per il momento mi limito solo a riportare la scheda del libro, il booktrailer, e qualche recensione/segnalazione. Ma sarà un post in aggiornamento… dove segnalerò anche date e luoghi di presentazione del romanzo (e notizie a esso attinenti).
Grazie in anticipo a tutti coloro che lo sosterranno.
Massimo Maugeri

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LA SCHEDA DEL LIBRO
All’interno di una piccola isola siciliana è appena stato costruito il Trinacria Park: un enorme parco tematico destinato a diventare il più importante d’Europa. La sua notorietà deriva anche dal ritrovamento di un antichissimo carteggio contenente brani di un poema epico in greco antico che narra le vicende delle tre Gorgoni. Nel corso della settimana di inaugurazione
- caratterizzata da festeggiamenti a cui partecipano centinaia di celebrità – si sviluppa una terribile forma epidemica che causa la morte di decine di persone, tra cui il Presidente della Regione Siciliana e diversi vip. Si scatena il panico. Per via del sospetto di un attentato terroristico di tipo batteriologico, l’isola viene messa in quarantena. In questo tragico scenario collettivo, si intrecciano le appassionanti vicende di tre donne, le cui vite sembrano assecondare la natura delle Gorgoni; un attore balbuziente che deve fare i conti con una tragedia personale e le frustrazioni di una carriera che non ha mai preso il volo; un giovane e inquietante aiuto-regista dalle agghiaccianti manie; un anziano attore di teatro chiamato a svolgere il ruolo di direttore artistico del parco nascondendo ben altri intenti. Perché nulla è come sembra a Trinacria Park…

Lunedì 19 Agosto 2013 – Trinacria Park” libro del giorno della trasmissione culturale Fahrenheit di RadioRai3. Per ascoltare la puntata, cliccare sul “PULSANTE AUDIO

Massimo Maugeri ne parla in radio con Felice Cimatti.

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“Trinacria Park” tra i 10 MIGLIORI ROMANZI ITALIANI DEL 2013 per Panorama.it

I libri più belli del 2013: i 10 migliori romanzi italiani

IL BOOKTRAILER

TRINACRIA PARK A…  TV2000 (raccontato in un minuto)

TRINACRIA PARK A… TEATRO

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Recensioni e segnalazioni (link sulla pagina delle edizioni e/o)

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Da Repubblica Palermo del 7 aprile 2013 – la classifica dei più venduti di Modus Vivendi

Foto: Su Repubblica Palermo di oggi “Trinacria Park” è primo nella classifica di Modusvivendi dei libri più venduti di narrativa. ;-)  Colomba Rossi L.s. Letteratitudine Letteratitudine Due

IL TOUR DI PRESENTAZIONE

1) – 24 marzo 2013 a Catania: h. 17:30 – TEATRO VALENTINO, via San Nicolò al Borgo, 73. Presenta Simona Lo Iacono con una performance teatrale di Giuseppe Orto

2) – 28 marzo 2013 a Milano: h. 18:30 – Libreria Centofiori – Piazzale Dateo, 5. Presentano Alessandra Casella e Elena Mearini.

3) – 7 aprile 2013 a Palermo: h. 11 – Libreria Modus Vivendi – Via Quintino Sella, 79. Presenta Leda Melluso

4) – 14 aprile 2013 a Siracusa: h. 18 – Galleria Roma, piazza San Giuseppe, Siracusa, Ortigia. Presenta Simona Lo Iacono

5) – 4 maggio 2013 a Aci Bonaccorsi (CT): h. 18 – Palazzo Cutore – Sala Prisma – Presentano Orazio Caruso e Maria Rita Pennisi

6) – Mercoledì 8 Maggio 2013, ore 18:00, a Catania, nei locali della Pinacoteca-Biblioteca della Provincia Regionale di Catania, sita in piazza Manganelli, ospite del Gruppo Convergenze, Massimo Maugeri sarà intervistato in pubblico da Grazia Calanna, Luigi Carotenuto e Mario Grasso sulle sue attività culturali e sul suo nuovo romanzo Trinacria Park (edizioni e/o 2013). Ingresso libero.

7) – Venerdì 10 Maggio 2013, ore 18:00, Roma: libreria IBS, di Via Nazionale. Luigi La Rosa presenta “Trinacria Park” di Massimo Maugeri. Sarà presente l’autore

8 )Venerdì 17 Maggio 2013, ore 18:00, Avola: libreria Mondadori, di Corso Vittorio Emanuele, 269 – Avola (SR). Simona Lo Iacono presenta “Trinacria Park” di Massimo Maugeri. Musiche di Corrado Neri. Sarà presente l’autore

9)Domenica 19 Maggio 2013, ore 12:00 – Torino: Massimo Maugeri al Salone del libro – firma copie di “Trinacria Park” presso lo stand delle Edizioni E/O

10) - Sabato 25 Maggio 2013, ore 18:30Giardini Naxos (ME) – Massimo Maugeri presenta “Trinacria Park” nell’ambito della rassegna “NAXOSLEGGE… TUTTO L’ANNO” – in collaborazione con Lido Di Naxos e Libreria Doralice di Messina, presso Lido di Naxos/ Fronte Mare, ore 18.30 – Giardini Naxos (Me). Con l’autore converserà Marinella Fiume

11) Venerdì 5 Luglio 2013, ore 17:30 - PISA -Massimo Maugeri presenta “Trinacria Park” a Pisa, presso la libreria Fogòla, di Corso Italia, 82. Interverrà Giovanni Parlato: giornalista de “Il Tirreno”

12) Domenica 7 Luglio 2013, ore 21:30 - PIETRASANTA (LU) – Massimo Maugeri presenta ”Trinacria Park” nell’ambito di TRAME D’ESTATE – con intervista di Chiara Tommasi, Sala Annunziata, Pietrasanta (LU).

13) Mercoledì 10 Luglio 2013, ore 21:45 - ROMA – Massimo Maugeri presenta ”Trinacria Park” nell’ambito di TRASTEVERE NOIR FESTIVAL -  con Mario Falcone – Museo di Roma in Trastevere – piazza S. Egidio, 1 – Roma

14) Domenica 14 luglio 2013, ore 19 – AUGUSTA (SR) – Massimo Maugeri presenta ”Trinacria Park” nell’ambito di “APERI-CENA CON L’AUTORE” – con Carmelo Giummo – Terrazza estiva del ristorante A’ Massaria – Via Mar Tirreno (C.tda M. Tauro) – Augusta (Sr) – evento organizzato in collaborazione con la “Libreria Letteraria” di Augusta

15) Venerdì 19 luglio 2013, ore 19:30 – NOTO (SR) – Massimo Maugeri presenta ”Trinacria Park” a Noto (Sr) – con Simona Lo Iacono e performance teatrali di Giuseppe Orto – presso il Giardino botanico del Circolo val di Noto – A fine presentazione seguirà un rinfresco

16) Venerdì 16 Agosto 2013, ore 19:30 a Noto (Sr)
Massimo Maugeri presenta “Trinacria Park” a Noto (Sr), lungo la Via Nicolaci, nell’ambito dell’iniziativa “Agosto Letterario a Noto” – Felice Modica intervisterà l’autore

17) Lunedì 19 Agosto 2013, ore 17:30 a Fahrenheit – RadioRai3
Trinacria Park” sarà il libro del giorno della trasmissione culturaleFahrenheit di RadioRai3.
Massimo Maugeri ne parlerà in radio con Felice Cimatti.

18) Martedì 20 Agosto 2013, ore 19:00 a Siracusa
Massimo Maugeri presenta ”Trinacria Park” a Siracusa nelcortile dell’Assessorato alla Cultura, nell’ex Convento del Ritiro di via Mirabella 29, nell’ambito dell’iniziativa “L’Agorà della Biblioteca” organizzata dalla Biblioteca Comunale di Siracusa – Interventi di Elvira Siringo e suggestioni musico-letterarie di Bruno Formosa

19) Venerdì 23 Agosto 2013, ore 21:30 a Senigallia
Massimo Maugeri presenta ”Trinacria Park” a Senigallia (An) nell’ambito del Festival letterario “Ventimila righe sotto i mari in giallo – Lex and the city”. L’incontro si svolgerà alle h. 21,30 a Rotonda a Mare. Gli autori Sabot/Age (delle edizioni e/o) Matteo Strukul e Massimo Maugeri converseranno con Valerio Calzolaio, critico letterario e curatore suSalvagente di una rubrica di recensioni di libri gialli.

20) Sabato, 19 ottobre 2013, alle ore 18,30 presso la libreria Mondadori di Messina (Via Garibaldi, 56)Massimo Maugeri presenterà il suo nuovo romanzo,Trinacria Park (Edizioni E/O). Dialogherà con l’autore il giornalista Francesco Musolino.

21) Venerdì 25 ottobre 2013, Massimo Maugeri con il romanzo “Trinacria Park” (edizioni e/o) sarà a Giugliano in Campania (NA), tra i tre finalisti delPremio Minerva (premio letterario per la letteratura di impegno civile). La cerimonia di consegna del premio si svolgerà a partire dalle h. 17 presso la Biblioteca Comunale, di Via Verdi n. 6, Giugliano in Campania (NA)

22) Domenica 27 ottobre 2013alle 16.00, Massimo Maugeri presenterà a Torino “Trinacria Park” (edizioni e/o) nell’ambito del LABirinti festival,corso Venezia 11 – Torino. Interverranno Gabriella Serravalle e Giuseppe Giglio

23) Martedì 29 ottobre 2013, ore 18, Massimo Maugeri incontrerà i lettori del Premio dei Lettori di Lucca per discutere di “Trinacria Park” (edizioni e/o), tra i romanzi selezionati per l’edizione in corso del Premio. L’incontro si svolgerà presso l’Auditorium Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, via S. Micheletto 12.

24) Martedì 7 Gennaio 2014 ore 18, ELVIRA SEMINARA contro MASSIMO MAUGERI (Trinacria Park –E/O) – Libreria Prampolini, Via Vittorio Emanuele 333 Catania – (Utopia e/o Distopia: Ipotesi di scrittori visionari)

25) TRINACRIA PARK: i pro ed i contro di un parco tematico in SiciliaLa Fidapa di Fiumefreddo organizza l’incontro: “Trinacria Park: i pro e i contro di un parco tematico in Sicilia“. Sabato 1 febbraio 2014 – h. 17:30 – Casale Papandrea, Via Della Chiesa, Fiumefreddo di Sicilia (CT) – Saranno presenti : Massimo Maugeri – autore del libro; Francesco Rapisarda – Architetto docente Università Reggio Calabria; Salvo Patanè – Architetto vice sindaco Comune di Giarre; Marinella Fiume – Responsabile Commissione Arte e Cultura Fidapa Distretto Sicilia.

26) Stasera libro – Trinacria Park di Massimo Maugeri – mercoledì 19 febbraio 2014, ore 17, Motta Sant’Anastasia (CT) – Biblioteca comunale “A. Emanuele”, vecchio mulino restaurato al n. 52 di via Roma

27) Trinacria Park di Massimo Maugeri- 8 marzo 2014 – h. 11 – Presentazione presso il Liceo Classico “M. Rapisardi” di Paternò (CT), aula magna – incontro con gli studenti

28) Presentazione di Trinacria Park di Massimo Maugeri – venerdì 28 febbraio 2014, ore 18, Floridia (Sr) – Centro Artistico Culturale “Giuseppe Ierna”. Con: Simona Lo IaconoGiuseppe GiglioSalvo Sequenzia

29) Presentazione di Trinacria Park di Massimo Maugeri - mercoledì 2 aprile 2014, ore 18, Augusta –c/0 Circolo Unione, Piazza Duomo, 3 – Augusta (SR) – Dialoga con l’autore: Simona Lo Iacono.

30) TRINACRIA PARK al Salone del libro di Torino 2014Incontro con Massimo Maugeri – Salone OFF – in occasione della pubblicazione del libro Trinacria Park – Venerdì 9 maggio, ore 19.00 – Sublime Torino – Via Nizza 105 Torinoa cura di Cooperativa Letteraria nell’ambito del progettoLetture di Traverso

31) TRINACRIA PARK al Festival Internazionale del Cinema di Frontiera – Martedì 22 luglio, alle 19:30, nell’ambito degli appuntamenti di CORTILE di VILLADORATA, “Chiacchiere sotto il fico”, del Festival Internazionale del Cinema di Frontiera (Marzamemi, SR), Massimo Maugeri presenterà il suo romanzo “Trinacria Park” in un incontro moderato da Ornella Sgroi.

32) “Trinacria Park” a Randazzo (CT) – con Giuseppe Giglio – incontro organizzato dal Comune di Randazzo - Chiostro Palazzo Municipale – h. 21:30

33) TRINACRIA PARK alla Scuola di Architettura Siracusa – martedì 25 novembre 2014 h.18.00 – sesto appuntamento con LIBRI IMPRESTATI – nuova caffetteria della Scuola di Architettura Siracusa – COcafè (piazza Federico di Svevia, Sr)

34) “Trinacria Park” presentato nell’ambito di BUC: il nuovo format letterario, condotto da Simona Lo Iacono su ZeronoveTv – dicembre 2014

35) Festa del libro al Liceo Cutelli di Catania. Massimo Maugeri incontra gli studenti nell’ambito di un dibattito su “Trinacria Park” – mercoledì 17 dicembre 2014 – h. 16:30

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mercoledì, 5 dicembre 2012

NARRATIVA E TEATRO: COMICI RANDAGI

Sono molto lieto di poter dedicare questa nuova discussione di Letteratitudine al rapporto tra narrativa e teatro e alle tematiche a esso collegate. In passato avevamo già avuto modo di occuparcene, ma stavolta tenteremo di farlo in maniera ancora più approfondita.
Lo spunto ce lo fornisce il nuovo libro dello scrittore Orazio Caruso,Comici randagi” (Sampognaro & Pupi, 2012), che è proprio “in tema”. Si tratta, infatti, di un romanzo che si specchia in una pièce teatrale, sia per quanto concerne la struttura, sia per la trama, ma anche per i contenuti e per lo stile adottato.
Del resto, i richiami “teatrali” si evincono già dalla scheda del libro (la riporto di seguito).
Il testo è diviso in quattro parti, che rispecchiano quattro momenti dell’anno e le quattro stagioni. La narrazione non segue le azioni dei personaggi in modo continuo durante l’anno, ma si limita a descrivere solo alcuni momenti salienti, saltando in modo ellittico da un momento all’altro, lasciando intuire al lettore quello che è successo nel frattempo. Ed è qui che s’intrecciano le storie dei nostri protagonisti. La narrazione passa e ripassa sopra alcuni grumi, aggiungendo ogni volta dei fili nuovi che modificano l’insieme. E così, come in un puzzle, i pezzi a poco a poco vengono messi nel loro giusto posto ed emerge la visione d’insieme. Alcune scene, non vengono narrate, ma scritte alla maniera teatrale. Scelta necessaria in un romanzo che parla di teatro.

Orazio CarusoUn romanzo, questo di Orazio Caruso (nella foto a sinistra), imperniato sul rapporto speculare tra due fratelli, sull’amore per il teatro (che diventa “metafora di salvezza”), e sul “Sogno di una notte di mezza estate” di shakespeariana memoria.
Avremo modo di parlarne con lo stesso autore, che parteciperà al dibattito. Contestualmente – come anticipato – avremo la possibilità di discutere dei temi affrontati dal libro e, in particolare… di teatro.
Per favorire la discussione, pongo qualche domanda.

1. Che relazione c’è tra narrativa e teatro? Che esempi vi vengono in mente?

2. Che rapporto avete con il teatro? Assistete abitualmente a spettacoli teatrali?

3. Qual è la vostra percezione sullo “stato di salute” del teatro?

4. Su cosa bisognerebbe puntare per sostenerlo?

5. Come immaginate il futuro di questa forma artistica?

6. Siete d’accordo sul fatto che Shakespeare sia il più grande autore di testi teatrali? Oppure… ?

7. Qual è l’opera di Shakespeare da voi preferita? E perché è la vostra preferita?

8. Avete mai letto “Sogno di una notte di mezza estate”? E avete mai avuto modo di assistere a una sua rappresentazione? Quali sono i vostri ricordi e le vostre sensazioni, in merito?

Di seguito, la lettura di Simona Lo Iacono con cui ho avuto il piacere di presentare questo romanzo nell’ambito di una rassegna di libri e letteratura curata e condotta dalla stessa Simona.
In chiusura, il video della presentazione.
Nei prossimi giorni, su LetteratitudineNews, avrete modo di leggere uno stralcio del libro oggetto di questo dibattito.

Tutti coloro che hanno avuto modo di leggere “Comici randagi” di Orazio Caruso, sono – naturalmente – invitati a esprimere la loro opinione sul libro dialogando con l’autore.

Ringrazio in anticipo chi avrà la possibilità di partecipare alla discussione!

Massimo Maugeri (continua…)

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lunedì, 5 novembre 2012

LETTERATITUDINE, IL LIBRO – VOL. II (sei anni di Letteratitudine)

max-maugeri-twitter-fbCari amici, sono passati sei anni dalla nascita di Letteratitudine (il blog ha visto la luce nel settembre del 2006). Sono stati anni appassionanti, ricchi di stimoli e di interscambi (“condivisione” continua a essere una delle mie parole preferite)… ma sono stati anche anni di grandi sudate. Per questo, la ormai “mitica” camicia celeste della foto è diventata blu! (E le rughe aumentano e i capelli si diradano: lo so!) Scherzi a parte, ne approfitto per ringraziare di cuore tutti coloro che – con  il loro contributo – hanno permesso a questo blog di crescere (siete davvero tanti: impossibile citarvi tutti).

Uno dei frutti della seconda metà del percorso che abbiamo intrapreso insieme, è questo nuovo libro che nasce – appunto – dalle attività del blog. A essere sincero, ci ho pensato molto prima di decidermi a pubblicare il secondo volume di “Letteratitudine, il libro”. Come molti di voi ricorderanno, il volume primo era stato pubblicato nel 2008, dalla casa editrice Azimut e aveva beneficiato di buoni riscontri (l’idea che un blog letterario diventasse libro, peraltro, incuriosiva molto). Venuto meno “l’effetto novità”, e trascorsi oltre tre anni (quasi quattro) da quel periodo, mi sono domandato se avesse ancora “senso” pubblicare un nuovo libro nato dalle discussioni online sviluppatesi su Letteratitudine… proprio adesso che – a seguito dell’esplosione dei social network (Facebook e Twitter in testa) – si parla di (presunta) morte dei blog (giacché le comunicazione e gli “scambi” sembrano essersi spostati prevalentemente su quei versanti). letteratitudinelibroiiA ogni modo, dopo una lunga riflessione, ho deciso di procedere alla pubblicazione di questo volume per una ragione molto semplice, che potrei sintetizzare nelle due seguenti parole: lasciare traccia. Le discussioni on line, in qualunque contesto e in qualunque ambito, sono destinate a perdersi nel mare magnum delle Rete, alla stregua di gocce nell’oceano. Alcune di queste, a mio modo di vedere, meritano di essere salvate. La speranza è che, tra qualche anno (volendo essere ambiziosi, si potrebbe dire: tra qualche decennio), possano contribuire a fornire indicazioni su quali sono state le nostre abitudini, le nostre letture, il nostro modo di pensare, la nostra visione del mondo. Alcune di queste “gocce”, dunque, sono contenute in questo volume: il libro, appunto, che racchiude una porzione importante dell’esperienza online vissuta su Letteratitudine nel periodo che va dalla seconda metà del 2008 al 2011. Prima, però, di accennare ai contenuti di “Letteratitudine, il libro – vol. II – 2008/2011” (Historica, 2012, pagg. 510, euro 22), vorrei tentare di avviare una discussione “in tema”. Pongo, dunque, alcune domande…

1. Come è cambiata la letteratura in questi sei anni?

2. E l’editoria?

3. Qual è il post, la discussione, o il “momento letteratitudiniano”, che ricordate con maggiore piacere e nostalgia?

Adesso, una piccola pausa con il booktrailer del libro…

Cosa troverete nelle pagine di questo libro?

(continua…)

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mercoledì, 17 ottobre 2012

NON LASCIAR MAI CHE TI VEDANO PIANGERE, di Amir Valle

Nuovo appuntamento con Babelit: lo spazio di Letteratitudine dedicato all’incontro con autori non italiani nell’ambito di un dibattito bilingue. In questa nuova puntata di Babelit incontreremo lo scrittore, saggista, critico letterario e giornalista cubano Amir Valle (Cuba, 1967), il quale ha ottenuto importanti riconoscimenti in paesi come: Colombia, Repubblica Domenicana, Germania e Spagna per saggi, racconti e romanzi. Ha pubblicato più di una ventina di libri, ma in questa occasione discuteremo del suo primo romanzo pubblicato in Italia: “Non lasciar mai che ti vedano piangere” (edito da Anordest, nella collana Célebres Inéditos diretta da Gordiano Lupi; la traduzione del libro è di Giovanni Agnoloni). Si tratta di un romanzo (pubblicato contemporaneamente in Italia, Spagna, Germania, Francia e Stati Uniti) che ha già beneficiato di ottimi riscontri a livello internazionale: una storia coinvolgente e dai ritmi molto serrati, basata su una serie di coincidenze che hanno “incrociato” le vicende di personaggi celebri del calibro di Charles Chaplin, Marylin Monroe e Joe Dimaggio.
Vi riporto, di seguito, la scheda del libro:

Un romanzo d’impatto, che intreccia tra loro i destini di personaggi che hanno segnato il Novecento. Su tutti, Charles Chaplin, al centro di intrighi politici e sconcertanti coincidenze storiche: un rapimento ordinato da Hitler nel 1941, dopo aver visto “Il grande dittatore”; un tentato sequestro dell’attore insieme a Marylin Monroe e Joe Dimaggio, ordito da Ernesto Guevara nel 1952; il trafugamento del cadavere di Chaplin da parte di un gruppo di estrema destra, nel 1978.
Tre storie che convergono nelle parole di una neonazista pentita, vittima di indicibili violenze e salvata dall’orrore proprio dal ricordo dei film di Chaplin.
Le sue memorie dolorose collegano tutte le vicende narrate, che toccano alcuni tra i massimi drammi del Novecento: da una parte, la seconda guerra mondiale, i campi di sterminio e Berlino distrutta e poi lacerata dal Muro; dall’altra, il Sudamerica segnato dalla povertà e il sogno di un’utopica rivoluzione. E’ una storia di intrighi legati allo stesso personaggio storico, il che ne fa un romanzo noir con una particolare connotazione storica.

Amir Valle (Cuba)Discuteremo di questo libro, e delle tematiche da esso trattate , direttamente con Amir Valle, l’autore del romanzo (foto accanto). Parteciperà alla discussione anche il già citato Giovanni Agnoloni, che svolgerà il ruolo di traduttore “simultaneo” online (grazie, Giovanni!). Vi invito a rivolgervi direttamente ad Amir, per porgli domande sul suo libro (ma anche, in generale, sulla sua attività di scrittore).
Come sempre, per favorire la discussione, proverò a formulare qualche domanda concentrandomi in modo particolare su uno dei “protagonisti” di questo libro: Charlie Chaplin (figura centrale nel romanzo di Valle).

1. Avete mai visto un film di Chaplin? Qual è il vostro preferito?

2. E “Il grande dittatore”? Nel caso in cui l’aveste visto… che ricordo conservate di questo film?

3. Che tipo di contributo ha dato Chaplin allo sviluppo dell’arte del Novecento e del cinema in particolare?

4. Che impatto ha avuto l’opera di Chaplin sulla storia della seconda metà del XX secolo?

5. In che modo un personaggio celebre può proteggersi dal “potere politico” che cerca di soggiogarlo?

Vi ringrazio in anticipo per la partecipazione.

Massimo Maugeri
(continua…)

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martedì, 9 ottobre 2012

LETTERATITUDINE SU RAI LETTERATURA

Il portale sulla letteratura di Rai EducationalRingrazio lo staff di Rai Letteratura e Rai Edu per avermi invitato a partecipare a una delle loro trasmissioni realizzate attraverso registrazioni via web cam. Mi è stato chiesto di raccontare qualcosa su: la storia di Letteratitudine, la sua “apertura internazionale”, il concetto di “open blog”, la sua “interdisciplinarietà” e sull’imminente uscita del nuovo volume di “Letteratitudine, il libro“.
Chi lo desidera, può dare un’occhiata cliccando qui.

letteratitudine-su-rai-letteratura
Ecco… ci tenevo a segnalare questo nuovo importante appuntamento per Letteratitudine e per tutti coloro che seguono questo blog. Chiederò la vostra partecipazione e i vostri commenti in un prossimo post (lo pubblicherò la settimana prossima) dedicato ai sei anni di vita di questo blog. Una vera e propria “festa” online a cui spero che non mancherete.
Grazie di cuore per l’attenzione!
Massimo Maugeri

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lunedì, 25 giugno 2012

LA SESTA STAGIONE. Incontro con Carlo Pedini

carlo-pedini-cavallo-di-ferroSono molto lieto di organizzare questo dibattito online incentrato sul romanzo di Carlo Pedini, “La sesta stagione” (Cavallo di Ferro): uno dei dodici libri finalisti dell’edizione 2012 del Premio Strega.

Si tratta di un romanzo corposo, ambizioso, a largo respiro, che racconta le vicende di tanti personaggi sullo sfondo della Storia italiana del ventesimo secolo.

Lo recensisce, in esclusiva per  Letteratitudine, Simona Lo Iacono, la quale è anche l’organizzatrice e la curatrice di un’iniziativa culturale che avrà luogo a Siracusa il 30 giugno, intitolata “Parole sotto le stelle: tra pittura, musica e sogni”…

Un evento basato sulla contaminazione artistica che vedrà come protagonisti (tra parole, pittura, musiche e sogni) lo stesso Carlo Pedini con “La sesta stagione” e la scrittrice (nonché editrice di Cavallo di Ferro) Romana Petri con il suo romanzo “Tutta la vita” edito da Longanesi (ho già avuto modo di incontrare Romana Petri, in merito a questo libro, nell’ambito della puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” andata in onda il 15 aprile 2011).

Di seguito, il video promozionale di “Parole sotto le stelle”.

Questa, invece, è la scheda del libro di Pedini…

È il 1934. A Civita Turrita, sull’Appennino toscano, si inaugura con solennità il nuovo santuario, e proprio nel momento di massimo fulgore di questo paese inizia la storia della sua decadenza. Nelle vicende profondamente umane dei tre seminaristi Piero, Ottavio e Oreste, e dei loro superiori, amici, avversari, irrompono gli eventi principali del nostro Novecento, dalla Seconda guerra mondiale al Sessantotto, e oltre fino agli Anni di piombo. Don Piero Menardi racconta dei suoi due colleghi, prima amici inseparabili e poi nemici giurati; dell’infatuazione politica del suo vescovo per il Duce; della guerra che spezza i destini e distrugge le famiglie; di partigiani e delatori; della contesa perenne fra democristiani e comunisti nel dopoguerra; di chi si perde nelle lotte studentesche; di preti ribelli che rifiutano l’abito. Nella vita della piccola comunità di Civita Turrita si rispecchiano dunque i mutamenti della Nazione, in una parabola di cinquant’anni dove tutti religiosi e laici – subiscono l’incedere della modernità. E fra i grandi giochi di potere si rivelano le debolezze di una Chiesa che fatica a tenere il passo con un’epoca sempre più veloce. “La sesta stagione” intreccia tanti destini sullo sfondo della Storia d’Italia del XX secolo, stratificando i documenti e i fatti reali alle radici del tempo presente.

Siete tutti invitati a partecipare alla discussione, incentrata su “La sesta stagione” e sui temi attinenti al romanzo (in primis: la Storia).
Ecco alcune domande pensate insieme a Simona Lo Iacono (che mi aiuterà ad animare il dibattito).

1. Le stagioni della vita e le stagioni della storia. Quanto interferiscono?

2. Elsa Morante definiva la Storia “il grande scandalo”. Siete d’accordo?

3. Siamo più vittime o artefici della storia?

4. Se siamo arrivati alla quinta stagione…. cosa ci riserverà, a vostro avviso, la sesta?

Di seguito, la recensione di Simona Lo Iacono.
Vi ringrazio in anticipo per la partecipazione.

Massimo Maugeri
(continua…)

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mercoledì, 20 giugno 2012

L’ESTRANEO. Incontro con Tommaso Giagni

L'estraneo Tommaso Giagni, giovane scrittore romano, classe 1985, ha già al suo attivo partecipazioni a varie antologie, tra cui: Voi siete qui (minimum fax 2007), Il lavoro e i giorni (Ediesse 2008), Ogni maledetta domenica (minimum fax 2010). Di recente è uscito il suo primo romanzo: L’estraneo (Einaudi 2012). Un romanzo che affronta il tema dell’estraneità approfondendo il rapporto difficile tra periferia e centro, che ci guida tra due ambientazioni speculari della Roma post duemila e che presenta – al tempo stesso – un approccio linguistico originale… come evidenzia Walter Siti nella sua recensione pubblicata su “Tuttolibri” de “La Stampa” di sabato 16 giugno: “Con L’estraneo di Tommaso Giagni ci troviamo di fronte al romanzo di un giovane che fa sentire vecchi, talmente è impastato nel presente e capace di spiazzare. (…) Ma quel che fa la novità del libro è la lingua: una lingua composita, molto curata ma nello stesso tempo alla ricerca di un’identità almeno quanto il protagonista. Una lingua che passa da preziosismi esibiti e ingenui da opera prima a un romanaccio puramente magnetofonico, in disfacimento, ridotto a cadenza; neologismi espressionisti si alternano a troncature dialettali non del personaggio ma dell’autore, in un gioco che è più voglia di mimetizzarsi che indiretto libero”.
Su “Il Corriere della Sera” del 13 giugno, Giorgio Montefoschi, riferendosi a L’estraneo scrive: “al di là anche delle ragioni «interiori» che appaiono nella descrizione che il personaggio-narratore fa di se stesso, al di là di questo, la tragica e definitiva incapacità di immergersi nel reale, di combattere con il proprio prossimo, di accettare il proprio prossimo e il peso di esistere, affonda in una oscurità davvero tragica, davvero devastante per le sue deboli e modeste forze nei confronti delle quali non potremmo che provare una immensa pietà, o dobbiamo pensare che basta il semplice contingente, basta la «gente», basta il semplice volto superficiale della giornata a impedire a chi narra di vivere la vita? Questa è la domanda che rimane senza risposta in conclusione del romanzo di Tommaso Giagni. (…) Era dall’epoca di Pasolini che non si leggevano pagine così crude e sconvolgenti sulle periferie romane”.

Ecco la scheda del romanzo:
Un ventenne figlio della periferia ma esportato a piazza Fiume, la Roma bene da cui si è sempre sentito rifiutato, entra definitivamente in crisi quando termina la sua storia d’amore con Alba, ragazza di Cinecittà che vedeva in lui un’emancipazione e che per emanciparsi ha trovato un altro amore. Guardando per la prima volta in faccia la propria estraneità al mondo che abita, decide di cambiare vita. Affitta una stanza nella Roma di Quaresima, l’estrema periferia. Il coinquilino nonché proprietario dell’appartamento occupato, Andrea, si tira le sopracciglia nello specchio dell’ascensore e si prostituisce con le tardone borghesi, ma il mercato è in recessione perché gli zingari fanno prezzi stracciati. Nella Quaresima il protagonista si mescola con gente che sta in fissa con la palestra, festeggia il Sabato del Fuoco, dove davanti al quartiere riunito i neodiciottenni fanno un falò delle cose che desideravano da minorenni, va in pellegrinaggio al Circo Massimo per commemorare l’”eroe e martire” Luciano Liboni detto Lupo, e si innamora dell’aspirante coatta Marianna, una che “quando si scopa non si ride”. Ma se è proprio quella la Roma che suo padre gli ha inscritto nel DNA, e da cui voleva affrancarlo col suo impiego da portinaio in centro, d’altro canto non è detto che osservare la città da questa nuova angolazione ribalti la prospettiva. E salvi dal fallimento.

Vorrei approfondire la conoscenza de L’estraneo, invitando l’autore a discuterne con noi nell’ambito di un dibattito organizzato su questo romanzo e sui temi che esso affronta. Come sempre pongo qualche domanda per favorire la discussione…

1. Nella società odierna, quali significati assume il termine “estraneo”?

2. Chi è che oggi può dirsi più “estraneo” di altri? E poi… estraneo a chi? Estraneo a cosa?

3. In generale, che tipo di rapporto lega il centro e le periferie delle metropoli?

4. Questo rapporto è cambiato negli ultimi decenni? Che percezione avete?

5. Com’è definireste il rapporto fra centro e periferia nelle vostre città?

Vi ringrazio in anticipo per la partecipazione.

Massimo Maugeri
(continua…)

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lunedì, 14 maggio 2012

LA SPOSA VERMIGLIA. Incontro con Tea Ranno

tea-ranno-la-sposa-vermiglia1Sono molto felice di coinvolgere, in un nuovo spazio/dibattito di Letteratitudine, la mia amica scrittrice Tea Ranno in occasione della pubblicazione del suo nuovo romanzo “La sposa vermiglia” (Mondadori).
Peraltro ho già avuto modo di discutere di questo libro, con la stessa autrice, nella puntata di Letteratitudine in Fm del 23 marzo scorso.
In questo post, invece, con la partecipazione della stessa Tea, avremo modo di approfondire la conoscenza di questo suo nuovo ottimo romanzo (che ha già beneficiato di riscontri molto positivi) e di approfondire le tematiche da esso affrontate.
Per l’occorrenza ho chiesto a Simona Lo Iacono, già coinvolta nel dibattito sul precedente romanzo di Tea – In una lingua che non so più dire – del novembre 2007, di scrivere un’apposita recensione per questo post (“extrapost”, ne approfitto per complimentarmi con Simona per la bella intervista rilasciata su Psychologies di questo mese).

Ecco la scheda del libro…
Sicilia, 1926. Vincenzina Sparviero è la figlia attraente ma fragile di una famiglia di nobili siciliani, una ragazza, si dice in paese, troppo cagionevole per diventare madre. Ma della sua presunta sterilità al vecchio don Ottavio Licata non sembra importare granché, e così il matrimonio d’interesse fra la “palombella” mansueta e obbediente e il ricco sessantenne, fascista e mafioso, è combinato. Un pomeriggio di primavera, però, quando il fidanzamento è stato ormai annunciato, improvvisamente Vincenzina incontra l’amore negli occhi ambrati di Filippo Gonzales. Da quel momento la ragazza si difende dal futuro che incombe imbastendo nella fantasia le immagini di una gioia impossibile: seduta alla finestra della sua stanza a ricamare e sognare, attende il passaggio della sagoma amata con il passo lento, le mani in tasca, uno sguardo fuggevole verso di lei. Nella china lenta e inesorabile che conduce, sul filo della tragedia, al matrimonio annunciato, assaporiamo la storia struggente di un amore probabilmente impossibile.

Come ho già accennato, ne parleremo con la stessa autrice. Per favorire la discussione, propongo – di seguito – alcune domande ispirate dal libro e elaborate dalla stessa Simona (subito dopo, la sua bella recensione).

1. Il libro di Tea offre una riflessione profonda sulla natura dell’amore sognato, che prorompe nella realtà con una forza straordinaria, soprattutto quando è amore negato.
È più la negazione a dare forza all’amore, o è la sua autenticità?

2. Amore sognato e amore reale.
In quale punto convergono? O in quale luogo? (Può essere la scrittura il luogo?)

3. Vincenzina e Filippo Gonzales non si scambiano neanche un bacio, eppure sono una delle figure più forti e struggenti di amanti che la letteratura ci abbia donato.
Allora, si può essere amanti senza mai unire i corpi? E cos’è essere amanti?

4. È quanto dice Besson? “Essere amanti è questo: usare le stesse parole per parlare delle medesime cose senza aver mai sentito l’altro usare quelle parole” (Philippe Besson, “Un amico di Marcel Proust”)?

5. Se essere amanti si gioca sul piano delle parole… la scrittura è un amante?

(aggiungo la seguente domanda)

6. Il cosiddetto matrimonio d’interesse (scelto o imposto che sia) è solo un “retaggio” del passato, o trova ancora riscontro ai nostri giorni?

A voi le risposte… (e grazie in anticipo per la partecipazione)

Massimo Maugeri

p.s. in coda di post, due video: le parole della editor Giulia Ichino e la lettura della prima pagina del romanzo…

—-

LA SPOSA VERMIGLIA di Tea Ranno
Mondadori, 2012, pagg. 365, euro 18

di Simona Lo Iacono

Non è notte, non è giorno.
E’ forse uno di quei momenti a metà, che in Sicilia restano sospesi eternamente. O forse è una controra, un passaggio tra la mezza e le prime ore del pomeriggio, quando il sole s’accanisce sulla terra e la squaglia.
Non c’è pace per chi riposa al riparo dalla canicola. Il letto è incandescente, il sudore s’addensa, indurisce la saliva.
Vincenzina Sparviero è forse in uno di questi sonni senza costellazioni del tempo, senza orari. Nella camera a finestre spalancate su una Sicilia degli anni venti, in cui le grancasse dei fasci risuonano e fanno baccano, si rigira inquieta, caccia ai piedi le lenzuola ricamate finemente.
E sarà allora per questo caldo senza requie , che il sogno in cui sprofonda è visione, profezia, incantamento.
D’altra parte può accadere in Sicilia che il sonno ammaestri, predica la sorte, si faccia consigliere e metta in guardia dai morti.
Può accadere. (continua…)

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martedì, 24 aprile 2012

VIAGGIO A… LA COMPAGNIA DEL LIBRO

massimo-maugeri-tv2000

Ringrazio Saverio Simonelli e “La Compagnia del libro“, programma culturale di libri e letteratura in onda su Tv2000, per avermi voluto invitare nella trasmissione di sabato 21 aprile  per discutere del mio “Viaggio all’alba del millennio” e di altre tematiche.
Parte della trasmissione è adesso disponibile online, cliccando qui.

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Vi invito a seguire LetteratitudineNews e LetteratitudineRadio

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lunedì, 19 marzo 2012

LETTERATURA DELL’IRONIA

Questo, sulla letteratura dell’ironia, è un post a cui tengo molto e che – di fatto, nel tempo – si è trasformato in una sorta di spazio permanente.
Sarà, dunque, uno di quei post che verrà aggiornato periodicamente con l’obiettivo – nella fattispecie – di sostenere la letteratura che dà spazio all’ironia (con particolare attenzione all’area partenopea… ma non solo).
Massimo Maugeri

* * *

Sono molto lieto di riaprire questo spazio dedicato alla “letteratura dell’ironia” ospitando nuovamente Pino Imperatore (Re dell’humour-lab partenopeo), già presente in questo forum con altri suoi libri. Stavolta l’occasione dell’incontro la fornisce la recente pubblicazione del suo nuovo libro pubblicato dalla Giunti e intitolato “Benvenuti in casa Esposito“: un romanzo che, tra le altre cose, sta riscontrando un grande successo editoriale.
Si tratta della storia che racconta “le avventure tragicomiche di una famiglia camorrista”… la famiglia Esposito, appunto.

Il rione Sanità, dove è nato il principe della risata Totò, è uno dei più affascinanti e misteriosi di Napoli. Qui vive, con la sua famiglia allargata, Tonino Esposito, orfano di un boss della camorra. Tonino riceve dal clan un sussidio mensile e potrebbe vivere di rendita. Invece si intestardisce a voler imitare le gesta paterne, senza riuscirvi. Perché è goffo, sfigato, arruffone, incapace di difendersi: un antieroe tragicomico, che tra incubi e visioni, ingenuità e imbranataggini, ne combina di tutti i colori.
Uno spaccato divertente e allo stesso tempo crudele della Napoli contemporanea, città dalle mille contraddizioni e dalle tante difficoltà, capace però di non perdere mai la speranza in un futuro migliore.

Vi propongo, di seguito, la bella recensione di Ciro Paglia (pubblicata su Il Corriere Nazionale, nell’inserto Scritture&Pensieri curato da Stefania Nardini).

Avremo modo di discutere con Pino Imperatore di questo suo nuovo libro, ma – contestualmente – ne approfitterei per “allargare” le prospettive di dibattito sulla base delle seguenti domande che pongo…

- In che modo l’ironia e la “narrazione ironica” possono aiutarci a comprendere meglio i vizi, le contraddizioni, i paradossi di certe nostre realtà?

- Quali caratteristiche dovrebbe avere la “narrazione ironica” per adempiere a tali scopi?

- Cosa, viceversa, dovrebbe evitare?

- Riuscire a ridere, o a sorridere, di una realtà “difficile” a noi vicina, può aiutare a cambiarla o solo ad accettarla con più facilità? O né l’una né l’altra?

A voi!

Massimo Maugeri

* * *

(continua…)

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venerdì, 2 marzo 2012

LA CERTOSA DI PARMA. Il romanzo e la miniserie Tv

Nei giorni scorsi mi ha scritto la regista Cinzia TH Torrini per segnalarmi l’imminente “messa in onda” su Rai 1 (il 4 e 5 marzo) della nuova miniserie televisiva da lei diretta : “La Certosa di Parma (tratta dal celebre romanzo di Stendhal). Dallo scambio scambio epistolare è nata l’idea di organizzare un dibattito online incentrato sul romanzo e sulla fiction televisiva. Alla discussione, compatibilmente con gli impegni, parteciperà anche la stessa Cinzia TH Torrini (già nota, peraltro, per aver girato – tra gli altri – Elisa di Rivombrosa I e II e Terra Ribelle).

la-certosa-di-parma

Molti di voi avranno già letto il famoso romanzo di Stendhal.
Qui di seguito, trovate parte della trama…

Il giovane Fabrizio del Dongo sogna la gloria e l’amore: esaltato dall’avventura napoleonica fugge per unirsi all’armata imperiale. Giunto a Waterloo, assiste per caso, senza capirvi nulla, alla battaglia. Tornato in Italia e scacciato dal padre si rifugia a Parma, da una zia, la duchessa di Sanseverina che nutre una vera passione per lui. Al giovane, sospettato di simpatie liberali dal principe Parma, la zia assicura la protezione del primo ministro, il conte Mosca. Ma Fabrizio diventa il bersaglio principale dei nemici di Mosca. Coinvolto in un duello e costretto per difendersi a uccidere l’attore Giletti, il giovane deve fuggire. Viene attirato in una imboscata e imprigionato nella torre Farnese. Dalla finestra del carcere Fabrizio vede la figlia del governatore della prigione, Clelia Conti, e se ne innamora. Malgrado i rigori della prigionia, i due riescono a comunicare.

E poi? Poi che succede? Chi ha letto il romanzo lo sa. Chi non lo ha letto è caldamente incoraggiato a posizionare “La Certosa di Parma” sugli spazi libreschi del proprio comodino. Vi propongo alcune delle edizioni disponibili (cliccate sulle copertine…)

La certosa di Parma La certosa di Parma. Ediz. integrale La certosa di Parma La certosa di ParmaLa certosa di Parma

Ma a qualunque categoria apparteniate (lettori o non-lettori de “La Certosa di Parma”) siete tutti invitati a vedere la miniserie Tv diretta da Cinzia TH Torrini. Ricordo le date: 4 e 5 marzo, su Rai 1.

La fiction, è stata girata a Parma tra il maggio e il luglio del 2011, ha coinvolto centinaia di comparse vestite con splendidi abiti d’epoca. Qualche informazione sul cast: il personaggio Fabrizio del Dongo è impersonato dall’attore Rodrigo Guirao Diaz, mentre il ruolo del conte Mosca è interpretato da Hippolyte Girardot.
L’attrice Marie-Josée Croze interpreta il ruolo di Gina (la Croze è un’attrice franco canadese che ha vinto a Cannes con il film “Le Invasioni Barbariche”; è stata anche attrice nel film “Munich” di Steven Spielberg o nello “Scafandro e la Farfalla” di Julian Schnabel). Nel ruolo di Clelia, invece, vedremo Alessandra Mastronardi (reduce dal successo delle fiction “Sorelle Fontana” e I Cesaroni).

Vi invito, dunque, a guardare la miniserie Tv e a discuterne insieme. Ne approfitto, altresì, per invitarvi a discutere sul romanzo e sul suo autore.
Per favorire la discussione, pongo alcune domande…

1. Avete mai letto “La Certosa di Parma”? Se la risposta è negativa… pensate di leggere questo romanzo (prima o poi)?

2. Nel caso in cui l’abbiate letto, cos’è che vi ha colpito di più?

3. Quale ricordo (o emozione, o impressione), in particolare, è rimasto vivo nella vostra mente a seguito di quella lettura?

4. Quali sono gli “elementi di attualità” di questo libro?

5. Se doveste consigliarne la lettura a qualcuno… cosa gli direste?

6. Che ruolo ha avuto Stendhal, nella storia della letteratura?

7. Qual è l’eredità letteraria che ci ha lasciato?

Di seguito troverete: il promo della fiction, una “nota” di Cinzia TH Torrini, un estratto dell’introduzione di Annamaria Laserra all’edizione de “La Certosa di Parma” pubblicata nella collana de “I grandi romanzi dell’Ottocento della Biblioteca di Repubblica” – Gruppo Editoriale L’Espresso (la Laserra è anche la traduttrice del testo) e un articolo di Daria Galateria pubblicato su Repubblica (nel gennaio del 2004) in occasione dell’uscita del volume.

Auspico un’ampia partecipazione e… grazie in anticipo per i vostri contributi.

Massimo Maugeri
(continua…)

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domenica, 12 febbraio 2012

SAN VALENTINO LIBRESCO

Il san Valentino libresco è uno degli appuntamenti annuali di Letteratitudine: un post dove, anno per anno, segnaleremo libri in tema con la cosiddetta festa degli innamorati (ma non solo).
Contestualmente ne approfitto per invitarvi a scrivere – tra i commenti - aneddoti sanvalentineschi… chissà quanti ne avrete da raccontare (veri o inventati che siano).
Forza, gente… buttatevi!

Infine… un paio di classiche domande letteratitudiniane.

Festeggerete la ricorrenza di San Valentino?

Cosa pensate della festa? Solo puro business, o c’è altro?

In questa occasione, regalerete libri? Se sì, quali?

Può anche essere un modo per rileggere le impressioni rilasciate negli anni precedenti e verificare se sono rimaste immutate oppure no…

In fondo al post, infine: la storia di San Valentino.

A voi!

Massimo Maugeri


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SAN VALENTINO LIBRESCO 2012

Per quest’anno, vi propongo un classico della letteratura contemporanea: L’amore ai tempi del colera di Gabriel Garcìa Márquez. Avete mai letto questo libro? Ecco la scheda…

Per cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni Fiorentino Ariza ha perseverato nel suo amore per Fermina Daza, la più bella ragazza dei Caraibi, senza mai vacillare davanti a nulla, resistendo alle minacce del padre di lei e senza perdere le speranze neppure di fronte al matrimonio d’amore di Fermina con il dottor Urbino. Un eterno incrollabile sentimento che Fiorentino continua a nutrire contro ogni possibilità fino all’inattesa, quasi incredibile, felice conclusione. Una storia d’amore e di speranza con la quale, per una volta, Gabriel García Márquez abbandona la sua abituale inquietudine e il suo continuo impegno di denuncia sociale per raccontare un’epopea di passione e di ottimismo. Un romanzo atipico da cui emergono il gusto intenso per una narrazione corposa e fiabesca, le colorate descrizioni dell’assolato Caribe e della sua gente. Un affresco nel quale, non senza ironia, si dipana mezzo secolo di storia, di vita, di mode e abitudini, aggiungendo una nuova folla di protagonisti a una tra le più straordinarie gallerie di personaggi della letteratura contemporanea.

(Massimo Maugeri)

(continua…)

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lunedì, 9 gennaio 2012

UN FATTO UMANO

Un fatto umanoNon molto tempo fa, qui a Letteratitudine, abbiamo dedicato un ampio spazio al rapporto tra letteratura e fumetti attraverso un dibattito che si è poi trasformato in una sorta di post permanente (una pagina sempre aperta).
Questo nuovo post può dunque considerarsi come una costola del più ampio dibattito su “letteratura e fumetti, letteratura a fumetti”… ma ci dà anche la possibilità di divulgare la narrazione di una “storia vera”… e di approfondire la conoscenza di un “fenomeno umano” (o “fatto umano”) che – forse – non è sufficientemente noto a tutti (dando peraltro luce a un’arte antica legata all’esperienza del racconto: quella del “cunto”).
Al centro della discussione ci sarà un volume particolarissimo, uscito di recente per i tipi di Einaudi Stile Libero: un libro a fumetti, bello e ambizioso, che si pone come obiettivo quello di raccontare la storia del pool antimafia e, di conseguenza, di quel “fatto umano” di cui parlava Giovanni Falcone (celeberrima, ormai, quella sua frase: La mafia non è invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha avuto un inizio e avrà anche una fine).
Il volume si intitola, per l’appunto, Un fatto umano. Storia del pool antimafia. Lo scopriremo in dettaglio nel corso di questa discussione on line a cui parteciperà anche uno degli autori: Manfredi Giffone (che è a vostra disposizione per eventuali domande legate alla realizzazione dell’opera). Gli altri due autori sono: Fabrizio Longo e Alessandro Parodi.

Avevo tredici anni durante gli anni delle stragi”, ci dice Manfredi. “Quando ho deciso di mettermi al lavoro, mi resi conto che non sapevo nulla. Scrivere è stato un modo per auto-sensibilizzarmi e se siamo riusciti a portarlo in fondo, è stato perché la passione del pool per il proprio lavoro risulta ancora contagiosa”.
Come avremo modo di evidenziare, la peculiarità narrativa di questo volume a fumetti deriva da alcune scelte ben precise: quella di “affidare” il racconto a Mimmo Cuticchio (celebre puparo e cuntista palermitano) e quella di rappresentare i personaggi con sembianze animali.

Ulteriori informazioni, sul sito “un fatto umano”. Inoltre segnalo che il libro è stato pubblicato con il patrocinio della Fondazione Progetto Legalità Onlus in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le vittime della mafia.
Di seguito, il booktrailer del libro (a fine post, invece, troverete una “tavola”)…

Ciò premesso, questo post ha anche chiari intenti divulgativi e ci consentirà di conoscere un po’ di più alcuni dei protagonisti che hanno combattuto questo “fatto umano”. Al tempo stesso, ancora una volta, avremo modo di interrogarci sulle potenzialità della narrazione a fumetti e sulla sua capacità di raccontare attraverso l’uso di immagini e parole. Infine, mi piacerebbe dare spazio e visibilità a un’antica forma d’arte tipicamente siciliana: quella legata alla cosiddetta “opera dei pupi”.
Nel corso della discussione, avremo modo di sviluppare i suddetti temi.
Intanto, come sempre, ecco a voi qualche domanda volta ad avviare il dibattito…

1. Che tipo di rapporto avete con la narrazione a fumetti?
2. Avete mai letto un “graphic novel”?
3. Quali sono, a vostro avviso, le potenzialità del racconto a fumetti rispetto a quello “ordinario”?
4. Conoscete la storia del pool antimafia? Avete mai avuto modo di approfondirne la conoscenza?
5. Conoscete l’opera dei pupi? Avete mai avuto la possibilità di assistere a una rappresentazione “pupara”?

Come sempre, questa discussione avrà senso e possibilità di sviluppo solo grazie alla vostra collaborazione. Grazie in anticipo, dunque, a tutti coloro che riusciranno a partecipare al dibattito.

Massimo Maugeri
(continua…)

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lunedì, 21 novembre 2011

E SE FOSSE POSSIBILE CAMBIARE LA STORIA? 22/11/’63 DI STEPHEN KING

http://www.wumingfoundation.com/giap/wp-content/uploads/2011/10/Stephen-King-221163.jpgSe fosse possibile cambiare la storia, tu lo faresti?

Questa domanda è posta su una delle bandelle laterali del nuovo romanzo di Stephen King: “22/11/’63” (Sperling & Kupfer, 2011, pagg. 767, traduzione di Wu Ming 1). Il titolo è una data. La data è quella dell’uccisione del Presidente degli Stati Uniti d’America John F. Kennedy.
Vi riporto la scheda del libro…

Jake Epping è un tranquillo professore di Lisbon Falls, Maine, e il suo posto preferito per fare quattro chiacchiere è la tavola calda di Al. Che ha un segreto: la dispensa in realtà è un passaggio temporale, e conduce al 1958.
Per Jake è una rivelazione sconvolgente, eppure l’incredulità non gli impedisce di farsi coinvolgere nella missione che ossessiona il suo amico da tempo.
“Se mai hai voluto cambiare veramente le cose, Jake, questa è la tua occasione: ferma Oswald quel 22 novembre 1963. Salverai Kennedy. Salverai suo fratello Bob, e Martin Luther King; bloccherai le rivolte razziali. E forse eviterai anche la guerra in Vietnam. Basta che passi per la “buca del coniglio”, sul retro della tavola calda. Non importa quante volte l’attraversi: uscirai sempre sul piazzale di una fabbrica tessile di Lisbon Falls, ore 11.58 del 9 settembre 1958. E non importa quanto a lungo resti in quel passato: al ritorno, nel tuo presente saranno trascorsi due minuti”.
Comincia così la nuova esistenza di Jake nei panni di George Amberson e nel mondo di Elvis Presley, James Dean e JFK, delle automobili interminabili, del twist e del fumo di sigaretta che avvolge tutto. Un mondo nel quale Jake è destinato a conoscere l’amore e a sovvertire tutte le regole del tempo. Fino a cambiare il corso della storia.

http://www.gargoylebooks.it/site/sites/default/files/stephen-king-picture-3.jpgCon questo nuovo libro King si confronta con una delle idee più classiche della “letteratura di fantascienza”, riproposta più volte da tanti autori e ripresa spessissimo anche dal cinema: viaggiare indietro nel tempo (con tutto ciò che ne consegue). Ma si confronta pure con uno degli assassinii più celebri e sconvolgenti dell’intero Novecento (e non solo, direi, per gli Stati Uniti d’America): l’uccisione del Presidente John Kennedy (evento, anche questo, trattato innumerevoli volte in saggi, romanzi e film). Inoltre, il pretesto narrativo offre all’autore la possibilità di raccontare l’America di fine anni ‘50.

Che tipo di riscontri ha suscitato, e sta suscitando, questo libro? Tenteremo di scoprirlo nel corso del dibattito, anche grazie ai contributi a cui faremo ricorso.
Intanto vi anticipo queste parole, tratte dalla postfazione del libro firmata dallo stesso King: “Più di mezzo secolo è trascorso da quando John Kennedy fu assassinato a Dallas, ma restano due interrogativi: fu davvero Lee Harwey Oswald a premere il grilletto, e se sì, agì da solo? Nulla di quanto ho scritto in ‘22/11/63 risponderà a tali domande, perché il viaggio nel tempo è solo un’interessante simulazione”.
Ovviamente i temi trattati da questo romanzo si prestano benissimo a essere discussi. Riprendo, dunque, la prima domanda (quella con cui ho iniziato il post)… e ne aggiungo altre (invitandovi a fornire le vostre risposte).

1. Se fosse possibile cambiare la storia, (magari con l’intento di evitare eventi tragici)… sarebbe giusto farlo? Sarebbe lecito? Sarebbe “morale”?

2. Voi lo fareste?

3. Se sì, quale elemento della storia cambiereste?

4. A prescindere dalle influenze sul corso della Storia, se aveste la possibilità di tornare indietro nel tempo… in quale anno vorreste ritrovarvi? E perché?

5. Qual è la vostra opinione sull’assassinio di John F. Kennedy?

6. Conoscete Stephen King? Lo avete mai letto?

7. Se sì, quale dei suoi libri giudicate il migliore?

Questo post ci dà la possibilità di ragionare e discutere su tematiche (a mio avviso) molto interessanti e, contestualmente, di approfondire la conoscenza (e di scambiarci pareri) su uno dei romanzieri più noti e letti del pianeta. In questi anni Stephen King ha scritto all’incirca 50 romanzi e 400 racconti, ha venduto 350 milioni di libri in tutto il mondo e ha ispirato registi famosi come Stanley Kubrick, Brian De Palma, Rob Reiner e Frank Darabont. Nell’ultimo decennio ha ottenuto importanti riconoscimenti da parte della critica: nel 2003 gli è stata assegnata la National Book Foundation Medal per il contributo alla letteratura americana e nel 2007 l’associazione Mystery Writers of America gli ha conferito il Grand Master Award.
Come già accennato, nel corso della discussione conto di segnalare (e chiedo, in tal senso, anche il vostro aiuto) le più interessanti opinioni su “22/11/’63” espresse sui più importanti magazine e quotidiani. A fine post, invece, troverete il booktrailer del libro.
La scrittrice e poetessa Gabriella Rossitto e la scrittrice e giornalista Simonetta Santamaria, entrambe grandi conoscitrici delle opere di Stephen King, mi daranno una mano ad animare e moderare il dibattito.
Come sempre, vi ringrazio in anticipo per la vostra partecipazione… che spero possa essere ampia e appassionata.

Massimo Maugeri

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lunedì, 24 ottobre 2011

ESSERE FIGLI D’ARTE: PRIGIONE O OPPORTUNITÀ? IL “TIMOR SACRO” DI STEFANO PIRANDELLO

padri-e-figli-d-arteL’essere figli di una persona nota in campo artistico, è più un peso o un privilegio (nel caso in cui il figlio volesse ripercorrere la strada del padre)?
È più una prigione o un’opportunità?
Qualcosa di cui approfittare o da cui rifuggire?
Per esempio, se Sophie Auster, figlia dello scrittore Paul, anziché fare la cantante e l’attrice avesse deciso di darsi alla letteratura, avrebbe più o meno successo di adesso?
E se Stella McCartney, figlia dell’ex beatle Paul, avesse deciso di dedicarsi alla musica piuttosto che alla moda, sarebbe riuscita a sfondare?
E Julian Lennon? Se non fosse stato figlio di John, sarebbe più o meno noto di quanto in effetti oggi è?

Non è facile rispondere: è presumibile che dipenda dall’importanza del nome. È improbabile, cioè, che il figlio di un gigante dell’arte possa raggiungere i risultati del genitore. Anche se è bene non generalizzare in maniera assoluta. Per esempio, prendiamo questi due big di Hollywood: meglio Kirk Douglas o Michael Douglas?

Insomma, vi invito a dire la vostra sul tema “padri e figli d’arte… e relative ripercussioni” (magari potreste proporre altri esempi). Nel contempo, vi presento un caso e un libro che rientrano in maniera perfetta nella tematica proposta.

Qualcuno lo indica già come uno dei nuovi possibili casi letterari. Un romanzo postumo, firmato da un autore che porta uno dei cognomi più celebri della storia della letteratura. Un cognome che, probabilmente, lo ha penalizzato. Non è facile, infatti, essere figli di Luigi Pirandello e portare avanti il sogno, o meglio, la “necessità” della scrittura cercando di sfuggire al fastidioso e inevitabile peso del confronto. È quello che è successo a Stefano Pirandello, primogenito di Luigi, scrittore raffinato, schivo, costretto a ricorrere a uno pseudonimo (Stefano Landi) per pubblicare i suoi lavori senza incorrere, appunto, nel rischio di rimanere oscurato dall’ombra paterna.
pirandello_timor-sacroIl lavoro di tutta una vita di Stefano Pirandello, cominciato negli anni Venti e riveduto più volte fino alla scomparsa dell’autore (avvenuta a Roma il 5 febbraio 1972), è un romanzo che vede la luce per la prima volta in questi giorni grazie all’impegno editoriale della Bompiani e alla cura dell’ordinario di Letteratura Italiana nell’Università di Catania Sarah Zappulla Muscarà (che ha già avuto il merito di dare nuovo lustro alle opere di Bonaviri, Patti e Addamo). Si intitola “Timor sacro” (Bompiani, pagg. 336, € 14,00) ed ha caratteristiche metanarrative giacché il protagonista, lo scrittore Simone Gei (alter ego dell’autore), è alle prese con la stesura di un’opera di esaltazione del fascismo. Nella narrazione, la storia di Gei si alterna a quella dell’albanese Selikdàr Vrioni, sfuggito alle arcaiche leggi di vendetta privata della sua stirpe.

Sono molteplici gli elementi di interesse di questo romanzo. Tra questi, come già accennato, l’aspetto metaletterario (“Timor sacro” è un romanzo sulla genesi del romanzo, dunque un metaromanzo), ma anche la natura autobiografica e i riferimenti – sebbene mascherati e trasfigurati – ai componenti della tormentata famiglia Pirandello (il padre Luigi, la madre Maria Antonietta Potulano, i fratelli Fausto e Lietta), agli amici più intimi di Luigi e di Stefano e a varie personalità di quegli anni. Non è difficile riconoscere tra le righe del libro letterati del calibro di Corrado Alvaro, Corrado Pavolini, Massimo Bontempelli, o politici come Ciano e Bottai, o scrittori come D’Annunzio, Malaparte, Alberto Savinio, Silvio D’Amico. Ma da “Timor sacro” emergono anche i risvolti inevitabili di un’epoca: la proclamazione dell’impero, la pena di morte, la figura del Boia, le leggi razziali. Su tutto, si erge il forte legame con il padre. Un legame che è totale, ma al tempo stesso tormentato. Amoroso, eppure tirannico.
«Romanzo pericoloso e di tutta una vita, l’inedito Timor sacro», – scrive nella prefazione Sarah Zappulla Muscarà – «erudito, alchemico, cui compete la dimensione dell’immaginario, come vuole Milan Kundera, ma pure della realtà, talora tragica, inesorabilmente violentata e compassionevolmente stravolta». Romanzo che «dell’itinerario esistenziale di Stefano ripercorre le tappe fondamentali. L’entusiasmo irredentista, la partenza per il fronte, la dura cattività, la beffa risorgimentale, il non facile reinserimento del reduce, la vicenda amorosa, l’emancipazione dal padre, la scelta definitiva dell’arte».
Diversi, dunque, i motivi per leggere “Timor sacro”. E il fatto che questo romanzo raggiunga per la prima volta gli scaffali delle librerie, dopo quasi quarant’anni dalla morte del suo autore, conferma la veridicità del titolo dell’ultimo intenso capitolo dell’opera: “Il libro traversa la vita e va oltre”.

Oltre che della tematica in generale, avremo modo di discutere anche di questo libro di Stefano Pirandello. L’amica Laura Marullo, docente presso facoltà di lettere dell’Università di Catania, mi darà una mano a moderare e ad animare la discussione.

Ma aspetto, ovviamente, i contributi da parte di tutti gli amici di Letteratitudine!
Come sempre, grazie in anticipo.

Massimo Maugeri

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martedì, 11 ottobre 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO

cronache-di-inizio-millennioChe cosa rimane del decennio che ci stiamo lasciando alle spalle?

Qual è l’evento “caratterizzante” degli anni 2001-2011?

Se vi venisse chiesto di redigere una classifica degli eventi più importanti che si sono avvicendanti in questi dieci anni… come la stilereste? (per ordine di importanza…)

Quali eventi, a vostro giudizio, sono rimasti “in sordina” e meriterebbero, viceversa, maggiore risalto nella nostra memoria?

E come si differenzia il decennio che si sta per concludere da quelli che lo hanno preceduto?

Vi invito a rispondere a queste domande, ispirate dalla recentissima pubblicazione del volume “Cronache di inizio millennio” (Historica, 2011) curato dal duo letterario Laura Costantini e Loredana Falcone. Si tratta di una antologia che ha come sottotitolo “32 autori italiani raccontano gli anni 2001/2011” a cui ho partecipato anch’io con grande piacere, invogliato dallo scopo benefico del progetto (come meglio precisato di seguito).
Dalla scheda del libro: “Dieci anni densi di avvenimenti, cambiamenti, cataclismi climatici, politici e sociali che vale la pena raccontare per lasciarne traccia e, senza avere la pretesa di un’interpretazione sociale e antropologica, poter restituire il sapore degli anni che ci siamo trovati a vivere”.
Dicono le curatrici: “Quello che abbiamo chiesto agli autori che hanno aderito (32 tra famosi ed esordienti) è di raccontare uno di questi anni, di questi avvenimenti. Dalle Torri Gemelle all’avvento di Facebook, dallo Tsunami ai Mondiali di calcio 2006, dal G8 di Genova al terremoto dell’Aquila. Sono solo esempi nella massa di stimoli che il decennio ha potuto fornire a tutti noi che scriviamo esercitando la passione della memoria e della parola.”

Il ricavato delle vendite verrà devoluto all’A.V.S.I. per il progetto “Al lavoro! Attività di formazione professionale e avvio al lavoro per i giovani di Rio de Janeiro”.
Mi piacerebbe che partecipassero al dibattito tutti gli autori coinvolti nel progetto (magari potrebbero raccontarci perché hanno scelto proprio quella data e quell’evento).

Laura Costantini mi aiuterà ad animare e a moderare la discussione.
Di seguito, l’elenco degli autori che hanno aderito al progetto e la bella prefazione firmata da Marino Sinibaldi.

(Inutile aggiungere che siete tutti invitati a rispondere alle domande del post).

Massimo Maugeri
(continua…)

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martedì, 4 ottobre 2011

VIAGGIO ALL’ALBA DEL MILLENNIO

VIAGGIO ALL’ALBA DEL MILLENNIO” VINCE LA V EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE SEBASTIANO ADDAMO

La cerimonia di consegna avrà luogo venerdì 7 ottobre alle 18, nella sala C1 del Centro culturale “Le Ciminiere” di viale Africa, Catania, con ingresso gratuito.

* * *

viaggioallalba-delmillennioCari amici, sono molto felice di poter condividere con voi la notizia dell’uscita di un mio nuovo libro. Si tratta di una raccolta di racconti molto particolare, intitolata “Viaggio all’alba del millennio” (pubblicata da Perdisa Pop, nella collana Corsari). Ho avuto il piacere di presentarlo al Salone del libro di Torino (sala autori, spazio b, padiglione 2), sabato 14 maggio, ore 10:30, insieme all’amica Michela Murgia (vincitrice del Premio Campiello 2010): alla fine del post, trovate i video della presentazione.
Vi ringrazio in anticipo per l’affetto con cui (spero) accoglierete questo mio nuovo lavoro.
Dal sito di Perdisa Pop è possibile scaricare e leggere il primo racconto della raccolta.
Vi riporto, di seguito, la scheda stampa del libro predisposta dalla redazione della casa editrice…

* * *

Viaggio all’alba del millennio si presenta come un’originalissima miscellanea di generi, di toni e registri stilistici: una raccolta peculiare, in cui ogni racconto si collega all’altro per dare forma a un unico grande affresco.
Un bizzarro viaggio in aereo racconta l’ansia da attentato terroristico; una tragedia consumata all’interno delle pareti domestiche tratta il tema dell’incomunicabilità tra familiari; i preparativi di un matrimonio rivelano alcune nevrosi contemporanee.
Si va poi dagli incontri virtuali nelle chat erotiche a una lettera folle che un’assassina scrive al commissario che l’ha arrestata. E ancora: una comica conversazione telefonica tra una nonna e un nipote, un giovane in coma, un ridicolo dialogo sull’immigrazione clandestina e uno scambio di battute che ha come oggetto la schizofrenia, per finire con un racconto dai tratti grotteschi, che ha per protagonisti un gruppo di giovani e una Catania trasfigurata, e ricollega tutti i racconti precedenti per agganciarsi infine al primo, in una struttura circolare.

Leggere questo libro è come guardare in uno specchio deformante. Maugeri unisce il grottesco al drammatico, lo scherzo alla suggestione, per mostrarci gli anni in cui viviamo attraverso le nostre nevrosi, le ansie e gli inganni della mente. La sua scrittura scompiglia le identità, rimescola le carte e altera la visione, dando forma a un libro magnetico, diverso, in grado di raccontare il caos del nostro tempo come non lo abbiamo mai letto.”

Di seguito, invece, vi propongo il booktrailer del libro realizzato dall’ottimo Carmelo Caramagno…

Di seguito, i video della presentazione al Salone del libro di Torino con Michela Murgia.
(continua…)

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venerdì, 23 settembre 2011

STASERA ANNA DORME PRESTO, di Simona Lo Iacono

Nuovo appuntamento con la rubrica “Letteratura è diritto, letteratura è vita”, curata dalla scrittrice e magistrato Simona Lo Iacono. Stavolta è proprio il nuovo romanzo di Simona a offrirci ulteriori occasioni di riflessione. Anche questo romanzo, infatti, è incentrato sul rapporto tra diritto e letteratura, parola e processo… come – del resto – il romanzo d’esordio “Tu non dici parole”.
In questa nuova opera, intitolata “Stasera Anna dorme presto”, pubblicata da Cavallo di Ferro, Simona ha avuto modo di confermare ancora una volta l’efficacia e la grande qualità della sua scrittura “fornendo” voci diverse ai quattro personaggi protagonisti della storia.

Ecco la scheda del libro…
Due donne. Due uomini.
Quattro diari della stessa, consumata, storia di amore e tradimenti, del medesimo adulterio, ognuno però scritto da un diverso punto di vista, attraverso sofferenze, sacrifici, illusioni personali. Quattro voci che si rincorrono per raccontare, ciascuna, un frammento di una verità che a tutti sfugge.
Anna abbandona la Sicilia e le proprie aspirazioni per sposare Carlo, giovane avvocato dal brillante avvenire, e seguirlo a Roma. Una lacerazione assecondata sperando in un futuro migliore, in cui poter continuare liberamente a coltivare la sua passione per la letteratura e la scrittura. Ma le cose non vanno come Anna aveva pensato: con Carlo la freddezza cresce fino al giorno in cui lei scopre di Elisa, un’intraprendente avvocatessa che, affascinata dal maturo principe del Foro, ne è divenuta l’amante. A quel punto Anna proverà ad andare indietro con la memoria, a riallacciare i fili della storia alla ricerca di ciò che sta all’origine di tutto. Ma non lo farà da sola, la accompagneranno la voce di Elisa e quelle di Carlo e Giovanni, suo cugino.
E allora sarà come assistere a un processo in cui ogni ruolo è ribaltabile nell’altro e tutti i punti di vista appaiono legittimi, perché si sa che nella vita ognuno di noi è insieme e inevitabilmente vittima e carnefice.
In Stasera Anna dorme presto Simona Lo Iacono racconta una storia sull’incapacità di sapersi aprire veramente all’altro, anche quando lo si ama, e sull’importanza, nella vita e nell’amore, di abbandonarsi completamente.

Quattro voci, dunque. Quattro destini che si incrociano. Anna, moglie. Elisa, amante. Carlo, marito di Anna e amante di Elisa. Giovanni, cugino di Anna a lei legato dall’amore per la letteratura e da sentimenti che non sono mai stati dichiarati apertamente.
Una storia di aspettative disattese e di sogni infranti, che mette in risalto la fragilità umana e la difficoltà a capire veramente l’altro. Un romanzo dove la fattispecie più “classica” della storia della letteratura – quella del tradimento – è rivisitata in un’ottica nuova e originale, giacché all’intreccio tra diritto e letteratura, parola e processo, si aggiunge l’assenza di giudizio da parte del narratore. Ma quest’opera fornisce anche un esempio di come la “verità” difficilmente possa essere individuata in maniera univoca e assoluta.

Ed è proprio sul concetto di “verità” che vi inviterei a riflettere. Nel farlo, come sempre, pongo le mie solite domande…

- In che modo il concetto di verità può essere filtrato dalla nostra percezione personale? E fino a che punto, dunque, può esistere una verità univoca?

- Esiste un modo per superare la parzialità del nostro sguardo sulla vita e sugli eventi che la caratterizzano? Se sì, qual è?
Oppure siamo inevitabilmente destinati a rimanere confinati negli spazi angusti della nostra visuale?

Di seguito, il book trailer del libro, alcuni appuntamenti relativi alla sua presentazione, la mia conversazione radiofonica con Simona e la recensione firmata dal giornalista de “La Sicilia” Vincenzo Greco.

Massimo Maugeri


(continua…)

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lunedì, 19 settembre 2011

HOMO INTERNETICUS. QUANDO INTERNET DIVENTA UNA DROGA

Continua la nostra navigazione tra i pro e i contro di Internet…
Dopo aver discusso – negli anni e nei mesi scorsi – del colosso Google, di rivoluzione Internet, della responsabilità legale della scrittura in rete, del tema scottante della pedofilia on line, degli aspetti positivi e negativi di Facebook, vorrei concentrare la mia e la vostra attenzione su altre problematiche connesse alle nostre vite “sempre più on line”, cogliendo gli stimoli forniti da due libri molto interessanti.

http://img3.libreriauniversitaria.it/BIT/795/9788806207953g.jpgIl primo, è un libro pubblicato da Einaudi e intitolato “Quando internet diventa una droga. Ciò che i genitori devono sapere” di Federico Tonioni (ricercatore universitario per il settore scientifico-disciplinare di psichiatria che afferisce all’Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e in qualità di dirigente medico presso il Day Hospital di Psichiatria e Tossicodipendenze del Policlinico Gemelli). Si tratta di un testo che si pone come obiettivo principale quello di fornire risposte sul tema della “dipendenza da Internet” (vera e propria patologia).
Per darvi un’idea più precisa sui contenuti del libro, vi riporto la scheda:
Federico Tonioni in questo volume spiega e svela con estrema chiarezza le patologie che, soprattutto nel mondo degli adolescenti, sono legate alla straordinaria diffusione di internet. Il libro è cosí uno strumento prezioso per aiutare i genitori che, appartenendo a generazioni «pre-digitali», spesso non sono abituati all’uso del computer e alla navigazione in rete, e si scoprono impreparati alla comprensione dei disturbi che internet può arrecare ai loro figli. Allo stesso modo viene trattata la dimensione on-line del gioco d’azzardo e dei siti per adulti, patologie compulsive che coinvolgono persone di ogni età. Quando internet diventa una droga rappresenta cosí una guida chiara ed efficace sui rischi della dipendenza da internet.
Scrive l’autore: «Mi occupo di dipendenze patologiche da diversi anni e nel corso del mio lavoro ho avuto modo di ascoltare e condividere storie sofferte, rivelazioni sconcertanti, idee deliranti; ma qualche ringraziamento autentico e spontaneo ha reso improvvisamente leggero il peso delle responsabilità che sono chiamato a sostenere. Ho imparato che chi manifesta una dipendenza patologica non vuole soffrire per forza ma vuole soffrire di meno, e che la droga per il tossicodipendente, come la cioccolata per la bulimica o il video poker per il giocatore d’azzardo, non sono desideri ma bisogni, che a volte travalicano la forza di volontà e la logica del pensiero».

http://www.maremagnum.com/extimages/immdef/978889666531.jpgIl secondo, è un libro pubblicato da Piano B edizioni e intitolato Homo Interneticus. Restare umani nell’era dell’ossessione” di Lee Siegel (saggista e critico culturale per il “New York Times”, “Harpers”, “The New Republic” e “New Yorker). Si tratta di un volume uscito negli States all’incirca tre anni fa, dove l’autore (forse “condizionato” anche da ragioni personali, come vedremo) assume una posizione molto critica – quasi “ostile” – nei confronti della rete e dei suoi effetti.
La versione italiana è tradotta da Alessandra Goti e contiene una lunga e succosa prefazione firmata da Luca De Biase.
Riporto, di seguito, la scheda:
Incalzante, lucido, provocatorio, Homo Interneticus prova a mettere in discussione il mezzo tecnologico più esaltato e venduto degli ultimi dieci anni: Internet. La retorica di democrazia e libertà che circonda la Rete viene sfidata nelle sue questioni fondamentali: che tipo di interessi nasconde la Rete? Come e quanto sta influenzando la cultura e la vita sociale? Come stiamo imparando a relazionarci agli altri on line? Qual è il costo psicologico, emotivo e sociale della nostra affollata solitudine high-tech?
Homo Interneticus non è un manifesto contro Internet, ma un’analisi tagliente su come la quotidianità della Rete ha cambiato il ritmo delle nostre vite e il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri. Per Siegel, il lato oscuro della Rete sta rivoluzionando radicalmente la nostra società: il dissolvimento del confine fra pubblico e privato, la trasformazione da cittadino a utente e da utente a prosumer, la mercificazione di privacy e tempo libero, la libertà di consumare confusa con la libertà di scegliere, la riduzione della propria vita a bene da esporre, promuovere, impacchettare e vendere.
Prosumerismo, blogofascismo, il passaggio da cultura popolare a cultura della popolarità, la riduzione della conoscenza a informazione e dell’informazione a chiacchiera, l’autoespressione confusa con l’arte. I molti temi toccati dalle duecento pagine di Homo Interneticus riescono a porre questioni, temi e domande che attendono ancora di essere discusse. Al di là dell’entusiasmo incondizionato che circonda apriori tutto ciò che è Internet e web 2.0, Siegel prova a centrare l’attenzione sui reali interessi che circondano l’enorme massa di nuovi clienti da informare, consigliare e a cui vendere oggetti o stili di vita. Ricco di punti di vista originali e pieni di genio,
Homo Interneticus ci obbliga a riflettere sulla nostra cultura e sull’influenza del web in un modo completamente nuovo.

Vorrei discutere con voi delle tematiche affrontate dai due libri (che, per certi versi, si intrecciano). Proverò a coinvolgere nel dibattito anche i citati Federico Tonioni e Luca De Biase.
Per favorire la discussione vi propongo alcune domande estrapolate (o ispirate) dalle schede dei due libri. Come sempre, vi invito a fornire le “vostre” risposte.
(continua…)

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sabato, 3 settembre 2011

LA CODA DI PESCE CHE INSEGUIVA L’AMORE

La coda di pesce che inseguiva l’amore” di Simona Lo Iacono e Massimo Maugeri (edito da Sampognaro&Pupi) si aggiudica l’edizione 2011 del Premio Nazionale di Giornalismo, Saggistica e Letteratura “Più a sud di Tunisi”, nella sezione “letteratura”


la-coda-di-pesce-cover-definitiva-per-blogCari amici, sono molto lieto di presentarvi la nascita di un progetto di scrittura che parte da lontano. Ne ha già “parlato” Affari Italiani con questo bello spazio allestito da Antonio Prudenzano (che ringrazio!).
Si tratta dell’imminente uscita di un racconto lungo a quattro mani scritto da me e da Simona Lo Iacono. Qualcuno di voi ne era già a conoscenza, per qualcun altro sarà una sorpresa.
Il titolo del libro è “La coda di pesce che inseguiva l’amore” (presente nelle migliori librerie e su IBS con disponibilità immediata). Lo pubblica l’editore siciliano Sampognaro & Pupi. Si tratta di una fabula per adulti ambientata a Portopalo di Capo Passero (paese marinaro della provincia di Siracusa) nel 1860, nata dall’idea di un pesce che insegue un giovane pescatore (in un’ottica, dunque, ribaltata… almeno, apparentemente). Una fabula d’amore e morte che denuncia l’incapacità di condividere, che evidenzia come le contrapposizioni esasperate e la brama di possesso possono uccidere il sogno; e come la bellezza – spesso – viene trafitta dall’incapacità di dare spazio all’apertura e alla consapevolezza necessarie per poterla contemplare.
Per altre notizie vi rimando alla citata pagina di Affari Italiani (dove potrete leggere, in esclusiva, l’incipit della storia) e a questo blog (dove troverete le date e i luoghi dove presenteremo il libro).
Qui sotto, invece, potete gustarvi il booktrailer realizzato da Carmelo Caramagno.

Segue un articolo con cui – Simona e io – tentiamo di proporre un dibattito sul concetto di condivisione (in generale… e “nella scrittura”, in particolare).
Estrapolo le due domande (e vi invito a fornire la vostra risposta, se ne avete voglia).

1. Che significato ha la condivisione in letteratura? È più perdita di sé, o conquista di sé attraverso il confronto con l’altro?

2. Scrivere a quattro mani può servire a lanciare il messaggio che la condivisione è una strada percorribile di accrescimento spirituale e personale?

Anticipo che in un prossimo post (dedicato alla “scrittura multipla”) conto di invitare vari autori che si sono cimentati con la scrittura a quattro o più mani… per discutere – insieme – della loro esperienza, dei loro libri e delle tecniche narrative adottate per realizzarli.

Fateci gli auguri, su…

Massimo Maugeri
(continua…)

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lunedì, 1 agosto 2011

SCUSATE LA POLVERE, di Elvira Seminara

http://letteratitudine.blog.kataweb.it/files/2011/06/elvira-seminara-scusate-la-polvere.jpgAltre volte, qui a Letteratitudine, abbiamo affrontato il tema della morte. Vorrei riprenderlo in questo nuovo post, per discuterne da un punto di vista diverso.
Tema tutt’altro che estivo, direte. Be’, non è detto!

Parto subito con una domanda: c’è la possibilità di affrontare il tema della morte in maniera… ironica?
La risposta è affermativa. Dal punto di vista letterario ce ne fornisce un valido esempio il nuovo ottimo e divertente romanzo di Elvira Seminara (già ospite della puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” dell’1 luglio 2011): “Scusate la polvere”, edito da Nottetempo.
Il libro, raccontato in prima persona, comincia proprio da un particolarissimo incontro tra la protagonista (Coscienza, detta Enza, Enzima, Cosce, Zen, a secondo dei casi) e il fantasma del marito defunto (segue l’incipit del romanzo):
Quando mio marito Andrea mi si parò davanti in cucina, in piedi accanto alla lavastoviglie, con la polpa di fico spalmata in testa e le unghie sporche di fango, capii che non mi sbagliavo, veniva dal cimitero. Mentre lo calavano sottoterra, e io piangevo stretta fra Alice e Mia, avevo visto infatti un grande fico che si spingeva sulla bara come ad abbracciarlo, o forse sorreggerlo durante l’ultimo viaggio. Ed era pieno di frutti.
Ultimo no però, visto che quel giorno, martedì, me lo vidi davanti in cucina. Avevo il pentolino rosso in mano e stavo armeggiando da un po’ per farlo entrare nella lavastoviglie, avevo spostato i bicchieri ma non c’entrava lo stesso, nemmeno un buco per infilarlo. (…)
Potete leggere un generoso estratto del libro cliccando qui.

Insieme all’autrice discuteremo, dunque, di questo romanzo – che conferma il grande talento narrativo di Elvira Seminara, già apprezzato ne “L’indecenza” e ne “I racconti del parrucchiere” – e su alcuni dei temi da esso affrontati. Anticipo che, oltre all’approccio ironico sul tema della morte, “Scusate la polvere” offre molti spunti di riflessione (su alcuni tic e manie dei tempi moderni, ad esempio; oppure su alcune nuove forme di lavoro) e ci invita a diffidare dalle apparenze… perché non sempre le cose sono così come appaiono a prima vista.
Non aggiungo altro e vi rinvio alla bella recensione di Maria Rita Pennisi che trovate alla fine del post.

Prima, però, come al solito, pongo qualche domanda con l’intento di avviare la discussione.

1. L’ironia può, in qualche modo, favorire la cosiddetta elaborazione del lutto?

2. Sul rapporto ironia-morte, e più in generale nel rapporto con la morte, riscontrate differenze tra la nostra (cultura occidentale) e altre culture?

3. Quali sono le affinità tra sorriso e morte?

4. In che modo la leggerezza può meglio interpretare la fine? Come elaborazione, come ricostruzione, come indagine del passato, o semplicemente come contrappeso al dolore della perdita?

5. Spesse volte le apparenze ci portano a raggiungere conclusioni affrettate. Esiste un metodo per evitare che ciò accada, o siamo comunque sempre destinati a rimanere vittime del “ciò che sembra” (salvo ricredersi a seguito di approfondimenti)?

Di seguito, la recensione di Maria Rita Pennisi.

Massimo Maugeri

P.s. Tra i vari contributi dedicati a questo libro, segnalo quello offerto dall’amico Luigi La Rosa sul suo blog Verso il faro (continua…)

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mercoledì, 13 luglio 2011

Da LE AZIENDE IN-VISIBILI a LA MENTE IN-VISIBILE

la-mente-invisibileSono molto lieto di poter dare spazio a “La Mente Invisibile“, il nuovo progetto editoriale di scrittura collettiva – organizzato da Marco Minghetti – che possiamo considerare come la prosecuzione naturale del romanzo collettivo a colori intitolato “Le Aziende In-Visibili” (a cui partecipai pure io, come specificato nel post del 15 ottobre 2008 che potete leggere di seguito).
Tra i vari autori coinvolti in questa nuova avventura letteraria a più mani, figura anche il caro e indimenticabile Luciano Comida. A lui è dedicato il libro… e questo post.
Nel corso della discussione chiederò a Marco e agli autori coinvolti di spiegarci come è nato e come si è sviluppato il progetto narrativo. Chiederò anche a cosa è dovuta la scelta di pubblicare il testo su “ilmiolibro“, anziché rivolgersi a un tradizionale editore.
Segue, intanto, la scheda del romanzo.

Mentre il celebre produttore di musica pop Phil Spector e Charles “Figlio dell’Uomo” Manson sono impegnati in un misterioso progetto alla Corcoran State Prison; mentre si svolge “La Bestia del Mare”, reality show durante il quale i telespettatori decidono in diretta della vita e della morte dei protagonisti per via telepatica, attraverso i loro caschi brainframe; mentre l’oscuro funzionario Seamus è impegnato in una indagine relativa alla decapitazione del transessuale Holly Phern;mentre tutto questo accade, un duello mortale vede impegnati Sam Deckard e il “virus elettronico” o “cadavatar” (cadavere-avatar) Omar. Anteriori a questi fatti sono le vicende di Petrus, eroe oscuro di una serie di battaglie contro la Mafia e il potere costituito, al termine delle quali incontra Deckard, al culmine della potenza come Direttore Generale della Dreamcorp, una settimana prima della sua misteriosa scomparsa. Petrus diventa quindi il profeta anti-sistema chiamato l’Uomo del Deserto, che verrà fatto decapitare per desiderio della crudele Yana dal malvagio Re Kannon… Sono questi solo alcuni degli elementi intorno a cui ruota La Mente InVisibile. Dopo il successo de Le Aziende InVisibili, Marco Minghetti torna con la sua Living Mutants Society (in edizione limitata per l’occasione) con un romanzo dove si intrecciano storie liquide, discontinue, dal tempo reversibile: un cubo di Rubik narrativo in cui undici storie si incontrano, si sovrappongono, si frantumano, si confondono l’una con l’altra per poi sciogliersi in una combinazione inaspettata, che pure lascia con la sensazione di essere solo una penultima verità. Horror, Metafisica & Rock’n Roll sono le chiavi del romanzo dedicato alla memoria di Luciano Comida, uno dei membri della Living Mutants Society, scomparso proprio mentre il volume stava per andare in stampa. Oltre a Marco Minghetti, i co-autori sono: Luciano Comida, Patrizia Debicke, Antonio Fazio, Gianluca Garrapa, Mario Pireddu, Matteo Recine, Andrea Sgarro, Piero Trupia, Antonio Tursi.

Di seguito, il post dedicato a “Le Aziende In-visibili”

Massimo Maugeri

(continua…)

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lunedì, 20 giugno 2011

L’E-BOOK E (È?) IL FUTURO DEL LIBRO

Vorrei riprendere la discussione sull’e-book già avviata a partire da questo post, offrendo come spunto per ulteriori riflessioni (e per un approfondimento del dibattito) la pubblicazione di questo nuovo volumetto che ho realizzato per i tipi della piccola casa editrice “Historica” (disponibile, ovviamente, anche in formato elettronico). Il titolo è già un punto di domanda: “L’e-book e (è?) il futuro del libro”.
L’intento non è quello di fornire approfondimenti tecnici sull’e-book, ma di divulgare opinioni emotive sull’argomento. Per far ciò ho coinvolto alcuni tra i più rappresentativi addetti ai lavori del mondo del libro – scrittori, editori, editor, critici letterari, giornalisti culturali – che hanno gentilmente messo a disposizione il loro parere (da qui il sottotitolo…).
Ho chiesto loro di ragionare sul “fenomeno e-book” ed esprimere un’opinione facendo riferimento alle seguenti domande: Cosa ne pensa dell’e-book? Come immagina il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie? E cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Dopo una parte introduttiva sulla evoluzione del libro elettronico e sugli e-book readers, e dopo una sintetica analisi di mercato, questo piccolo volume offre le “opinioni emotive” sull’e-book fornite da: Roberto Alajmo, Marco Belpoliti, Gianni Bonina, Laura Bosio, Elisabetta Bucciarelli, Ferdinando Camon, Daniela Carmosino, Antonella Cilento, Paolo Di Stefano, Valerio Evangelisti, Vins Gallico, Chiara Gamberale, Manuela La Ferla, Nicola Lagioia, Filippo La Porta, Gianfranco Manfredi, Agnese Manni, Diego Marani, Dacia Maraini, Daniela Marcheschi, Michele Mari, Raul Montanari, Antonio Paolacci, Romana Petri, Antonio Prudenzano, Giuseppe Scaraffia, Elvira Seminara, Filippo Tuena, Alessandro Zaccuri.

Vorrei coinvolgere nello sviluppo della discussione anche voi, proponendo come sempre alcune domande (e invitandovi a fornire la vostra risposta, se potete)…

1. L’e-book è davvero il futuro del libro?

2. Se sì, fino a che punto?

3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?

4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?

5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?

6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?

7. Una diffusione “significativa” dell’e-book  potrebbe favorire l’incremento della lettura?

La discussione on line proseguirà – per chi potrà partecipare – alla Feltrinelli Libri e Musica di Catania (via Etnea, n. 285 ) giovedì 30 giugno 2011, alle h. 18.

Vi aspettiamo!

Massimo Maugeri

P.s. Ne approfitto per segnalare questo post di Lipperatura incentrato sull’attuale crisi dell’editoria determinata dal decremento della vendita dei libri (il post riprende un articolo pubblicato su Repubblica, con dichiarazioni di Marco Polillo – presidente dell’Aie – anche sul “fenomeno e-book”)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, PERPLESSITA', POLEMICHE, PETTEGOLEZZI E BURLE, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   207 commenti »

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