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Archivio di settembre 2019

giovedì, 26 settembre 2019

MAURIZIO DE GIOVANNI con “Il pianto dell’alba” (Einaudi) e “Dodici rose a settembre” (Sellerio) in radio a LETTERATITUDINE

MAURIZIO DE GIOVANNI con “Il pianto dell’alba” (Einaudi) e “Dodici rose a settembre” (Sellerio), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: Maurizio de Giovanni con cui abbiamo discusso dei sue due nuovi romanzi intitolati, “Il pianto dell’alba. Ultima ombra per il commissario Ricciardi” (Einaudi) e “Dodici rose a Settembre” (Sellerio).

Cosa è stato e cosa è, per te, oggi, il commissario Ricciardi? Che anno è quello in cui viene ambientata questa ultima storia di Ricciardi, il 1934? Cosa puoi dirci sulla vita sentimentale di Ricciardi e sul suo rapporto con Enrica, questa donna che abbiamo imparato a conoscere (e a cui ci siamo affezionati) nel corso dei romanzi precedenti? Se avessi la possibilità di incontrare Ricciardi in quale storia, in quale romanzo, vorresti incontrarlo? E cosa gli diresti? Cosa puoi anticiparci sulla trama di questa ultima storia di Ricciardi? Cosa puoi dirci sull’altro romanzo “Dodici rose a settembre”? È l’inizio di una nuova saga? Come presenteresti ai nostri amici ascoltatori il personaggio di Mina Settembre? Che tipo di donna è? Com’è la sua vita?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Maurizio de Giovanni nel corso della puntata.

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Il pianto dell'alba. Ultima ombra per il commissario Ricciardi - Maurizio De Giovanni - copertinaLa scheda del libro: “Il pianto dell’alba. Ultima ombra per il commissario Ricciardi” (Einaudi)

Tutto il dolore del mondo, è questo che la vita ha riservato a Ricciardi. Almeno fino a un anno fa. Poi, a dispetto del buonsenso e delle paure, un pezzo di felicità lo ha preso al volo pure lui. Solo che il destino non prevede sconti per chi è condannato dalla nascita a dare compassione ricevendo in cambio sofferenza, e non è dunque su un omicidio qualsiasi che il commissario si trova a indagare nel torrido luglio del 1934. Il morto è l’uomo che per poco non gli ha tolto la speranza di un futuro; il principale sospettato, una donna che lo ha desiderato, e lo desidera ancora, con passione inesauribile. Cosí, prima di scoprire in modo definitivo se davanti a sé, ad attenderlo, c’è una notte perenne o se ogni giorno arriverà l’alba con le sue promesse, deve ancora una volta, piú che mai, affrontare il male. E tentare di ricomporre, per quanto è possibile, ciò che altri hanno spezzato.

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Dodici rose a Settembre - Maurizio De Giovanni - copertinaLa scheda del libro: “Dodici rose a Settembre” (Sellerio)

Gelsomina – detta Mina – Settembre è una borghese napoletana in «trasferta» nei Quartieri Spagnoli; in possesso di una non comune sensibilità sociale, determinata a proteggere i deboli dalle prevaricazioni, anche a dispetto delle regole, Mina è guardata con sospetto dove lavora, perché è pur sempre una «signora». Le sue contraddizioni sembrano riflettersi sul suo corpo; 42 anni ben portati, aggraziata, ma con un fisico prosperoso che non accetta e che cerca di nascondere con maglioni sformati che le attirano pesanti reprimende dall’acida madre, con cui è tornata ad abitare suo malgrado dopo la separazione, e non la preservano dalle volgari attenzioni di Rudy, portinaio anziano ma tutt’altro che rassegnato all’età. Anche la sua vita sentimentale è una contraddizione vivente, sospesa com’è tra Claudio, ex marito magistrato, protettivo e un po’ grigio, ancora innamorato di lei, e Domenico, ginecologo imbranato e inconsapevole che lavora nel suo stesso consultorio. In uno strano mese di settembre in una Napoli luminosa e disperata Mina è alle prese con una penosa situazione di degrado sociale, innocenti da sottrarre alla prevaricazione di un delinquente protetto dalla solita falla legislativa; e una tempesta sentimentale da fronteggiare, con il bel Domenico che non si decide a corteggiarla e la madre, determinata a renderle la vita un vero inferno. Nel frattempo l’ex marito magistrato porta avanti con assoluta riservatezza un’indagine sull’Assassino delle Rose, un pazzo che ammazza gente senza un criterio dopo avergli fatto trovare in casa o sul posto di lavoro una rosa. Quello che Claudio non sa è che anche Mina riceve ogni giorno una rosa. Rossa, come il sangue.

* * *

Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d’inverno, Il purgatorio dell’angelo e Il pianto dell’alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero). Dopo Il metodo del Coccodrillo (Mondadori 2012; Einaudi Stile Libero 2016; Premio Scerbanenco), con I Bastardi di Pizzofalcone (2013) ha dato inizio a un nuovo ciclo contemporaneo (sempre pubblicato da Einaudi Stile Libero e diventato una serie Tv per Rai 1 già alla seconda stagione), continuato con Buio, Gelo, Cuccioli, Pane, Souvenir e Vuoto, che segue le vicende di una squadra investigativa partenopea. Ha partecipato, con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli, all’antologia Giochi criminali (2014). Per Rizzoli sono usciti Il resto della settimana (2015), I Guardiani (2017) e Sara al tramonto (2018). I libri di Maurizio de Giovanni sono tradotti in tutto il mondo. Molto legato alla squadra di calcio della sua città, di cui è visceralmente tifoso, de Giovanni è anche autore di opere teatrali.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Colonna sonora della puntata: “Riffin’ The Scotch” di Billie Holiday; “Rose Rosse per te” di Massimo Ranieri; “Moonglow” di Duke Ellington.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

giovedì, 26 settembre 2019

POSTO D’AUTORE: Libreria Bonanzinga

Nello spazio “Voce di libraio” di Letteratitudine torna Daniela Bonanzinga, dell’omonima libreria Bonanzinga di Messina, per discutere del nuovo progetto “Posto d’Autore”

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Abbiamo incontrato Daniela Bonanzinga per discutere di questa nuova rivoluzionaria iniziativa che, in un certo senso, ribalta il classico rapporto tra libraio, lettore e autore. Il progetto si chiama “Posto d’Autore” ed è rivolto ai lettori sulla base dei seguenti punti: scegliere di incontrare un autore o un’autrice attraverso la programmazione degli eventi, comprare il libro per affrontare la lettura prima dell’incontro, assicurarsi la prenotazione di un posto a sedere. Un progetto che è dunque finalizzato a conferire ai lettori un ruolo più attivo invitandoli a interagire in maniera più consapevole con gli scrittori che scelgono di incontrare.

Ne abbiamo approfittato per porgere a Daniela Bonanzinga un paio di domande: quali sono le principali sfide che deve affrontare un libraio indipendente che si appresta a varcare la soglia dell’anno 2020? In che modo è cambiato in questi decenni il lavoro e il ruolo del libraio? E come nasce l’idea di questo nuovo format che hai lanciato, “Posto d’Autore”? (continua…)

Pubblicato in VOCE DI LIBRAIO   Commenti disabilitati

mercoledì, 25 settembre 2019

TUTTA QUELLA BRAVA GENTE di Marco Felder

La nuova puntata della rubrica di Letteratitudine intitolata “A botta e risposta (un tandem letterario conversando di libri) è dedicata al romanzo Tutta quella brava gente” di Marco Felder (Rizzoli). Marco Felder è lo pseudonimo di Jadel Andreetto e Guglielmo Pispisa, membri dell’ensemble narrativo Kai Zen e autori di romanzi, saggi e racconti.

Abbiamo invitato i due coautori del romanzo (qui di seguito ritratti in una foto “datata”) a partecipare al “tandem letterario” di Letteratitudine.

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IL TANDEM LETTERARIO TRA JADEL ANDREETTO E GUGLIELMO PISPISA su “Tutta quella brava gente” di Marco Felder (Rizzoli)

Jadel: Come siamo finiti a scrivere un giallo?

Guglielmo: Mi verrebbe da dire perché volevamo sfruttare i meccanismi del genere oggi di maggior successo in modo da poter raccontare anche altro e che dunque il nostro non è solo un giallo e bla bla bla… ma sarebbe una gran bugia. Siamo finiti a scrivere un giallo perché avevamo voglia di scrivere un giallo. E possibilmente di scriverne uno buono. Chissà se ci siamo riusciti? Tu che dici? (continua…)

Pubblicato in A BOTTA E RISPOSTA (un tandem letterario conversando di libri)   Commenti disabilitati

lunedì, 23 settembre 2019

Gli Emmy Awards 2019: ancora Il Trono di Spade

Dedichiamo la nuova puntata dello spazio di Letteratitudine incentrato sulle Serie Tv al conferimento degli Emmy Awards 2019. La cerimonia di presentazione si è svolta al Microsoft Theater di Los Angeles poche ore fa (nella notte tra il 22 e il 23 settembre 2019: è disponibile per la visione la diretta trasmessa su Rai4). Come molti critici hanno previsto, ancora una volta “Game of Thrones” (“Il Trono di Spade“) ha primeggiato. Per quanto riguarda i produttori: HBO (considerando anche i Creative Arts Emmy conferiti lo scorso fine settimana) ha conquistato 34 Emmy, il maggior numero di vittorie di qualsiasi altro produttore; subito dopo, Netflix con 27; mentre il Prime Video di Amazon ha portato a casa 15 statuette.

(continua…)

Pubblicato in SERIE TV (e dintorni)   Commenti disabilitati

lunedì, 23 settembre 2019

LetteratitudineNews: dal 17 al 22 settembre 2019

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 17 al 22 settembre 2019 (clicca sui link per aprire le pagine)

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13 ANNI DI LETTERATITUDINE

CLASSIFICA: dal 9 al 15 settembre 2019 – segnaliamo “L’istituto” di Stephen King (Sperling & Kupfer)

LE ASSAGGIATRICI di Rosella Postorino diventa film

PRANZI DI FAMIGLIA di Romana Petri (intervista)

LA DANZA DEI VELENI: incontro con Patrizia Rinaldi

ROSAMUND di Rebecca West (un estratto)

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© Letteratitudine – www.letteratitudine.it

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINENEWS   Commenti disabilitati

sabato, 21 settembre 2019

DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA di Miguel de Cervantes (Leggerenza n. 10)

imagedi Gianni Bonina

Nel proposito di beffeggiare e irridere i libri di cavalleria, Cervantes ne rilanciò in realtà il gusto sostenendone anche il successo a teatro, dove l’epopea dei cavalieri erranti riebbe nel Seicento vigore soprattutto in Spagna. Contrario a quella vena letteraria che dal dodicesimo secolo e almeno per quattro secoli fino all’Orlando furioso aveva soggiogato il pubblico europeo con uno smisurato profluvio di opere su celate e velate, Cervantes si rivelò piuttosto il più accanito lettore del genere post-stilnovistico in un’epoca in cui quella svenevolezza per la cavalleria medievale era però cessata e da almeno centocinquant’anni non si vedevano cavalieri armati e ancor meno erranti: ciò dopo la diffusione delle armi da fuoco il cui uso in battaglia metteva fine al coraggio e all’ardore del singolo combattente, tale che don Chisciotte, come lo stesso Orlando ariostesco, trova che possa essere abbattuto anche da una palla sparata da un codardo e biasima il proprio tempo per «la spaventevole furia di queste indemoniate macchine dell’artiglieria».
Occorre partire da qui per guardare alle suggestioni del Don Chisciotte: il cavaliere “dalla Triste figura”, poi ribattezzato “dei Leoni”, che depreca il presente e si vanta di aver riportato in vita «l’esercizio della cavalleria di ventura ormai dimenticato» e il suo autore che condanna il lungo passato credulo e ingenuo ma dà un’opera che infiamma il tempo in cui vive proprio della seduzione per un genere letterario che con lui risorge anziché tramontare. Tuttavia il trasporto di Cervantes per le storie di fantasia, picaresche e di cappa e spada, non è tanto rivolto a un genere quanto alla letteratura in sé nel cui spirito parteggia dunque per le ragioni di don Chisciotte che, rendendo vera e reale l’epica romanzesca, si dichiara convinto della storicità dei cavalieri erranti esaltati nei libri di cavalleria e perciò della verità della letteratura. In un vertiginoso gioco combinatorio, in sostanza, Cervantes dà credito e fondamento alla letteratura, come mimesi aristotelica e fonte di riproduzione della realtà, immaginando un personaggio convinto dell’esistenza dei cavalieri romanzeschi di ventura, da Lancillotto ad Amadigi di Gaula, e quindi pazzo: di quella pazzia che è però epifanica della verità. (continua…)

Pubblicato in LEGGERENZA (a cura di Gianni Bonina)   Commenti disabilitati

mercoledì, 18 settembre 2019

VALERIA PARRELLA con “Almarina” (Einaudi) in radio a LETTERATITUDINE

VALERIA PARRELLA con “Almarina” (Einaudi), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: Valeria Parrella con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “Almarina” (Einaudi).

Questo romanzo limpido e intenso forse è una piccola storia d’amore, forse una grande lezione sulla possibilità di non fermarsi. Di espiare, dimenticare, ricominciare.

Come nasce “Almarina“? Perché hai scelto, come epigrafe del libro, proprio questa citazione tratta dalle Lettera dal carcere di Antonio Gramsci? (“E io ti darò notizie di una rosa che ho piantato e di una lucertola che voglio educare.”). Ci parleresti di Nisida? Come descriveresti la protagonista del romanzo, Elisabetta Maiorano? Qual è il contesto in cui Elisabetta si trova a operare? Com’è la vita all’interno del carcere minorile di Nisida? Può una prigione rendere libero chi vi entra? Chi è Almarina? In che modo l’arrivo di Almarina determina un cambiamento rispetto al contesto della classe in cui insegna Elisabetta? Come si evolve il rapporto tra Elisabetta e Almarina? Che tipo di dinamiche si innescano? È davvero possibile ricominciare dopo un’esperienza di reclusione in carcere? Come racconteresti la copertina di questo romanzo?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Valeria Parrella nel corso della puntata.

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La scheda del libro

Può una prigione rendere libero chi vi entra? Elisabetta insegna matematica nel carcere minorile di Nisida. Ogni mattina la sbarra si alza, la borsa finisce in un armadietto chiuso a chiave insieme a tutti i pensieri e inizia un tempo sospeso, un’isola nell’isola dove le colpe possono finalmente sciogliersi e sparire. Almarina è un’allieva nuova, ce la mette tutta ma i conti non le tornano: in quell’aula, se alzi gli occhi vedi l’orizzonte ma dalla porta non ti lasciano uscire. La libertà di due solitudini raccontata da una voce calda, intima, politica, capace di schiudere la testa e il cuore. Esiste un’isola nel Mediterraneo dove i ragazzi non scendono mai a mare. Ormeggiata come un vascello, Nisida è un carcere sull’acqua, ed è lí che Elisabetta Maiorano insegna matematica a un gruppo di giovani detenuti. Ha cinquant’anni, vive sola, e ogni giorno una guardia le apre il cancello chiudendo Napoli alle spalle: in quella piccola aula senza sbarre lei prova a imbastire il futuro. Ma in classe un giorno arriva Almarina, allora la luce cambia e illumina un nuovo orizzonte. Il labirinto inestricabile della burocrazia, i lutti inaspettati, le notti insonni, rivelano l’altra loro possibilità: essere un punto di partenza. Nella speranza che un giorno, quando questi ragazzi avranno scontato la loro pena, ci siano nuove pagine da riempire, bianche «come il bucato steso alle terrazze».

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Valeria Parrella è nata nel 1974, vive a Napoli. Per minimum fax ha pubblicato le raccolte di racconti mosca piú balena (2003) e Per grazia ricevuta (2005). Per Einaudi ha pubblicato i romanzi Lo spazio bianco (2008, 2010 e 2018), da cui Francesca Comencini ha tratto l’omonimo film, Lettera di dimissioni (2011), Tempo di imparare (2014), la raccolta di racconti Troppa importanza all’amore (2015), Enciclopedia della donna. Aggiornamento (2017) e Almarina (2019). Per Rizzoli ha pubblicato Ma quale amore (2010), ripubblicato da Einaudi nei Super ET nel 2014. È autrice dei testi teatrali Il verdetto (Bompiani 2007), Tre terzi (Einaudi 2009, insieme a Diego De Silva e Antonio Pascale), Ciao maschio (Bompiani 2009) e Antigone (Einaudi 2012). Per Ricordi, in apertura della stagione sinfonica al Teatro San Carlo, ha firmato nel 2011 il libretto Terra su musica di Luca Francesconi. Ha inoltre curato la riedizione italiana de Il Fiume di Rumer Godden (Bompiani 2012). Da anni si occupa della rubrica dei libri di «Grazia» e collabora con «Repubblica».

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Colonna sonora della puntata: “Inevitabilmente (Lettera dal carcere)” di Fiorella Mannoia; “Nisida” di Edoardo Bennato; “Canta appress’ a’ nuie” di Edoardo Bennato.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

martedì, 17 settembre 2019

LetteratitudineNews: dal 9 al 16 settembre 2019

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 9 al 16 settembre 2019 (clicca sui link per aprire le pagine)

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PORDENONELEGGE 2019

PREMIO CAMPIELLO 2019: VINCE ANDREA TARABBIA

L’ATTIMO PRIMA di Francesco Musolino (intervista)

CHI VINCERÀ IL PREMIO CAMPIELLO 2019?

CLASSIFICA: dal 2 all’8 settembre 2019 – segnaliamo “Dodici rose a Settembre” di Maurizio de Giovanni (Sellerio)

Premio Poesia Città di Fiumicino 2019

IL PRESIDENTE MATTARELLA ALLA CERIMONIA DEL 150° ANNIVERSARIO DELL’AIE

150 dell’AIE: Associazione Italiana Editori

CODEX FESTIVAL 2019

PER CHI È LA NOTTE di Aldo Simeone: incontro con l’autore

ETNABOOK 2019

MUSICA SULL’ABISSO di Marilù Oliva (intervista)

MARETICA 2019

BABEL FESTIVAL 2019 – non parlerai la mia lingua

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© Letteratitudine – www.letteratitudine.it

(continua…)

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domenica, 15 settembre 2019

ANDREA TARABBIA VINCE IL PREMIO CAMPIELLO 2019

Andrea Tarabbia ha vinto l’edizione 2019 del Premio Campiello con il volume “Madrigale senza suono” (Bollati Boringhieri)

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Andrea Tarabbia si aggiudica la 57a edizione del Premio Campiello; il suo Madrigale senza suono” (Bollati Boringhieri) ha beneficiato di 73 voti (sui 277 pervenuti) della Giuria Popolare di Trecento Lettori Anonimi. In seconda posizione, Giulio Cavalli, con “Carnaio” (Fandango Libri), che ha beneficiato di 60 voti. Al terzo Paolo Colagrande con “La vita dispari” (Einaudi), 54 voti. In quarta posizione, con 52 voti, Laura Pariani con “Il gioco di Santa Oca” (La nave di Teseo). Al quinto posto, Francesco Pecoraro con ‘Lo stradone’ (Ponte alle Grazie), 38 voti.

La serata della finale del Premio Campiello 2019 è stata condotta da Andrea Delogu ed è stata trasmessa in diretta su Rai Cultura, sabato 14 settembre alle 21.00 su Rai5, dal Teatro La Fenice di Venezia.

Di seguito: lo speciale di Letteratitudine con un ampio intervento in esclusiva di Andrea Tarabbia dedicato al suo “Madrigale senza suono” (Bollati Boringhieri), libro vincitore del Premio Campiello 2019 (continua…)

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mercoledì, 11 settembre 2019

SCRIVI A CETTI: proposta di un “progetto letterario” per le scuole secondarie di secondo grado

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LETTERA APERTA AI DIRIGENTI SCOLASTICI E AI DOCENTI DELLE SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO GRADO

Gentile Dirigente scolastico, gentile Docente,
la lettura e la scrittura possono essere considerate come un’efficace possibile occasione di riscatto, oltre che di crescita personale? La risposta, dal mio punto di vista, è sì.
Il riscatto attraverso la lettura e la scrittura è uno dei temi principali affrontati nel mio Cetti Curfino”, edito da La nave di Teseo; romanzo che ho avuto modo di presentare in molte scuole e all’interno di alcune strutture carcerarie con il coinvolgimento diretto di, rispettivamente, studenti e detenuti.
Gli innumerevoli inviti ricevuti di partecipazione a incontri/dibattiti con gli studenti presso gli istituti scolastici (che, purtroppo, mi è stato impossibile accogliere in toto) mi hanno indotto a immaginare (e a imbastire) questo progetto a costo zero per le scuole secondarie di secondo grado (organizzato in collaborazione con “Demea: eventi culturali“) che sottopongo alla Vostra cortese attenzione (con l’auspicio di coinvolgere, per l’appunto, gli studenti interessati).
Provo a illustrarvi, in breve, di cosa si tratta.

“Cetti Curfino” è un romanzo che affronta tematiche e problematiche di grande attualità: la ricerca di una forma di riscatto attraverso la scrittura e la lettura (come già accennato), la “condizione femminile” e gli abusi sessuali, la mentalità clientelare, il concetto di giustizia, la vita in carcere, la sicurezza sul lavoro e le cosiddette “morti bianche”, la disoccupazione dilagante, la piaga delle slot machine illegali, i quartieri “a rischio” presenti all’interno di molte delle nostre città.

Chi è “Cetti Curfino”?

Si tratta di un personaggio letterario che potremmo considerare come “doppio”: carnefice e vittima allo stesso tempo. È una donna di quarant’anni che si trova in carcere (dunque ha commesso un reato ed è colpevole) per via di un susseguirsi di situazioni disperate legate alla sua condizione sociale disagiata aggravata dallo stato di vedovanza e, paradossalmente, dalla sua bellezza (dunque è anche vittima).
All’interno del romanzo assume importanza centrale la lettera che Cetti Curfino scrive al commissario di polizia che l’ha arrestata.

Ed è proprio sull’idea della “lettera” che si basa il presente progetto indirizzato ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, con l’obiettivo di coinvolgerli, invitandoli a scrivere – a loro volta – una lettera proprio alla protagonista della storia: Cetti Curfino. Ogni studente della scuola aderente potrà dunque scrivere una lettera alla protagonista del romanzo (Cetti Curfino) come se il personaggio letterario in questione potesse davvero leggerle (*). Gli studenti potranno condividere le proprie sensazioni, le proprie impressioni, i propri pensieri, considerazioni e approfondimenti sugli argomenti affrontati nel romanzo.
Il progetto – in un’ottica di costruttiva e divertente competizione (basata, per l’appunto, sulla scrittura delle lettere) – si svolgerà alla stregua di una vera e propria gara letteraria.

I vincitori vedranno pubblicate le proprie lettere all’interno di un apposito sito e parteciperanno a un grande meeting in diretta organizzato su zoom.us o su una piattaforma simile.

Verrà, inoltre, rilasciato alle classi di ogni ordine e grado e ai Presidi dei singoli istituti un “Attestato Demea”, che ne certifica l’adesione.

L’autore/autrice della lettera più votata riceverà un “montepremi” in libri.

Nella speranza che tale progetto letterario/culturale rivolto agli studenti possa suscitare il vostro interesse, vi invito a scaricare il file in pdf del progetto cliccando qui, oppure a scrivere all’indirizzo email ufficiostampa@demeaeventiculturali.it (continua…)

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martedì, 10 settembre 2019

CENTO ANNI DALLA NASCITA DI PRIMO LEVI

Il 31 luglio 1919 nasceva a torino lo scrittore PRIMO LEVI. In occasione del centenario della nascita riproponiamo una puntata radiofonica di Letteratitudine dedicata per l’appunto alla figura di Primo Levi e incentrata sul volume di Marco Belpoliti intitolato “Primo Levi di fronte e di profilo“ (Guanda)”. Di seguito una nota biografica di Primo Levi.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/c/c2/Primo_Levi_bianco_e_nero.JPG

In streaming e in podcast su RADIO POLIS


trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Con Marco Belpoliti discutiamo del suo saggio incentrato sulla figura di Primo Levi, intitolato Primo Levi di fronte e di profilo (Guanda).

Nella seconda parte della puntata, la lettura di un estratto del più celebre romanzo di Levi: “Se questo è un uomo“.

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La scheda del libro
Frutto di un lavoro ventennale, questo è un libro-universo, e l’universo è quello di Primo Levi, lo scrittore che negli ultimi settant’anni si è imposto come il testimone per eccellenza dello sterminio ebraico: la sua vita tormentata, la sua vicenda di scrittore e intellettuale, ma soprattutto la sua opera sfaccettata, complessa, ricchissima di temi, rimandi e suggestioni. È’ un libro-mosaico, in cui ogni opera di Levi dà il tema a un capitolo; ma oltre alla storia della composizione, della pubblicazione, delle influenze letterarie, l’analisi si muove in profondità nei contenuti, nell’immaginario, nelle passioni e nei molti mondi di Primo Levi: dalla chimica all’antropologia, dalla biologia all’etologia, dai voli spaziali alla linguistica. Se questo è un uomo, l’opera capolavoro che pure inizialmente era stata rifiutata, viene riletta in maniera nuova: si parla di sogni, animali, viaggio; di scrittura letteraria, commedia e tragedia; di vergogna, di memoria, del rapporto con altri scrittori come Kafka e Perec, Améry e Šalamov… Temi come l’ebraismo, il lager, la testimonianza percorrono e innervano tutto il libro, che si arricchisce inoltre di fotografie di grande impatto e di materiale epistolare ritrovato dall’autore in archivi finora non esplorati dagli studiosi. Marco Belpoliti ha scritto il libro definitivo su Primo Levi, un tesoro di storie e riflessioni che compongono un saggio con il respiro di un’opera letteraria multiforme.

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Marco Belpoliti, saggista e scrittore, ha curato le opere di Primo Levi e pubblicato diversi libri, tra cui: Settanta, Diario dell’occhio, L’occhio di Calvino, Camera straniera. Alberto Giacometti e lo spazio, Il segreto di Goya. Condirettore della rivista-collana Riga (Marcos y Marcos) e di www.doppiozero.com, insegna all’Università di Bergamo e collabora a La Stampa e a L’Espresso.

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Un americano a Parigi” di Gershwin; “Quadri di un’esposizione” di Mussorgsky; “Bridge on the River Kwai”.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

lunedì, 9 settembre 2019

“IL GUARDIANO DEL TEMPO. Il nonno è un pirata!” di Antonino Genovese

Il guardiano del tempo. Il nonno è un pirata! - Antonino Genovese - copertinaPer GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi“, ci occupiamo del nuovo libro di Nino Genovese intitolato “Il guardiano del tempo. Il nonno è un pirata!” (edizioni Il Foglio)

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Antonino Genovese
, classe ’84, è anestesista, rianimatore e algologo. Ideatore e promotore del “Gioiosa Book festival” (il Festival letterario di Gioiosa Marea), ha all’attivo diverse pubblicazioni. Teste (Ed. Il Foglio 2004), Questioni d’onore (Ed. Il Foglio 2005), Il Principe Marrone (Ed. Il Foglio 2007), Il Dottor Maus e il settimo piano (Ed. Smasher 2009). Per le edizioni Il Foglio ha pubblicato, tra le altre cose, il libro per ragazzi “Il nonno è un pirata” a cui ha fatto seguito il volume “Il guardiano del tempo“.

Abbiamo incontrato Nino Genovese per chiedergli di raccontarci qualcosa su questo nuovo libro (sequel del precedente)… (continua…)

Pubblicato in GIOVANISSIMA LETTERATURA   Commenti disabilitati

lunedì, 9 settembre 2019

LetteratitudineNews: dal 26 agosto all’8 settembre 2019

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 26 agosto all’8 settembre 2019 (clicca sui link per aprire le pagine)

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ISOLITUDINI di Massimo Onofri (recensione)

CIBO di Helena Janeczek (intervista)

CLASSIFICA: dal 26 agosto al 1 settembre 2019 – segnaliamo “Possiamo salvare il mondo, prima di cena” di Jonathan Safran Foer (Guanda)

IL CANTO DELL’IPPOPOTAMO di Alberto Garlini (intervista)

IL SUSSURRO DEL MONDO e La Madre dei Draghi

LO STRADONE di Francesco Pecoraro (un estratto)

ROSELLA POSTORINO vince il Premio Jean-Monnet 2019

PREMIO SCIASCIA RACALMARE 2019: vincono Evelina Santangelo e Cristina Cassar Scalia

NADIA TERRANOVA vince il Premio Alassio Centolibri

NAXOSLEGGE 2019

SAN GIUDA di Marcella Argento

IL TEATRO SULL’ACQUA 2019

FESTIVALETTERATURA 2019

PREMIO VIAREGGIO – RÈPACI 2019: i vincitori

I DIALOGHI DI TRANI 2019

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(continua…)

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domenica, 8 settembre 2019

VENEZIA 76: i premiati della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

Si è conclusa la 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia. Si è svolta al Lido di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre 2019. L’attrice Alessandra Mastronardi ha condotto la serata di chiusura. Di seguito: tutte le informazioni, il video integrale della cerimonia di premiazione e i commenti “speciali” di Nicola Lagioia.

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In questi giorni abbiamo seguito i principali eventi legati a Venezia 76 in questa pagina speciale di Letteratitudine Cinema.

imageNel corso della cerimonia di premiazione, che si è svolta nella serata del 7 settembre, sono stati celebrati i vincitori delle varie sezioni.

Il Leone d’oro per il miglior film è andato a “Joker” di Todd Phillips (Usa).

All’italiano Luca Marinelli, protagonista di “Martin Eden” di Pietro Marcello, la Coppa Volpi maschile (premio per il miglior attore).

Coppa Volpi per la miglior attrice a: Ariane Ascaride per la sua interpretazione nel film “Gloria Mundi” di Robert Guédiguian (Francia, Italia).

Gran Premio della Giuria a “J’accuse” di Roman Polanski (Francia, Italia).

Leone d’Argento per la migliore regia a: Roy Andersson per il film “Om det oändliga (About endlessness)” (Svezia, Germania, Norvegia).

Di seguito: il commento di Nicola Lagioia, i video della premiazione e le informazioni su tutti i premiati

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VENEZIA 76: il commento di Nicola Lagioia (continua…)

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lunedì, 2 settembre 2019

ROBINSON CRUSOE di Daniel Defoe (Leggerenza n. 9)

imagedi Gianni Bonina

Il naufragio di Robinson Crusoe è il più desiderabile, tale da poter essere considerato l’antecedente storico delle odierne trasmissioni Tv di survival dove i concorrenti sono chiamati ad affrontare prove di sopravvivenza nella certezza di ogni comfort. Robinson capita in un’isola lussureggiante, ricca di acqua e di risorse, priva di belve feroci e di ogni tipo di insidia naturale, dotata di un clima tropicale che la preserva dal freddo, tanto grande da potere essere percorsa a piedi e comodissima per le numerose opportunità che offre, compreso un terreno dove coltivare addirittura il grano. Non solo: ha l’impagabile fortuna che la nave naufragata si areni con tutto il suo carico a portata di zattera e che una seconda nave faccia la stessa fine e gli consenta così nuovi approvvigionamenti. Ha armi e polveri con cui cacciare, derrate alimentari, conserve, liquori, utensili, tessuti, vestiti e ogni altro mezzo necessario a chi debba vivere in un luogo non antropizzato: ciò che non riesce ai naufraghi spagnoli finiti in un’isola vicina e, perché privi di tutto, soggetti al dominio dei selvaggi in un impronosticato rovesciamento di poteri.
Un naufragio tipicamente inglese quello di Robinson che piacque infatti molto ai connazionali di Daniel Defoe, determinato a mettere i lettori di fronte alla natura meno minacciosa e oscura, anzi la più irenica ed edenica, testimoniale della creazione divina. L’autore che, esattamente trecento anni fa, inaugurò il romanzo moderno come oggi lo conosciamo intese non terrorizzare i lettori britannici rappresentando l’incubo di una morte lenta e inesorabile che giungesse per le privazioni indotte dalla forza primordiale della natura, ma al contrario volle dimostrare loro quanto la stessa natura risulti benigna all’uomo che si affidi alla Provvidenza. Il tema al centro del dibattito filosofico settecentesco circa lo “stato di natura” nel quale l’uomo sia visto agire senza i condizionamenti moderni viene da Defoe affrontato con un romanzo che, indulgendo a un tono a volte predicatorio e un po’ quaresimalista, più esattamente intriso di quel puritanesimo che l’autore professò in atteggiamento anti-cattolico, dà una risposta soterica nella prospettiva di una salvezza celeste e di una regolazione cosmica del destino umano che guarda non allo stato di natura illuministico come esperimento teista delle qualità innate nell’uomo, ma alla natura dell’uomo nel rapporto di scambio con Dio. «Invocami nel giorno del dolore e io ti libererò e tu mi glorificherai» è il passo biblico che Robinson assume come un credo nelle proprie azioni e motivo della sua condizione.
(continua…)

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