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Archivio di luglio 2018

giovedì, 26 luglio 2018

OMAGGIO A CLARA SERENI

Ci lascia CLARA SERENI (Roma, 28 agosto 1946 – Perugia, 25 luglio 2018). Letteratitudine le dedica questo ricordo commosso

clara-sereni

di Massimo Maugeri

Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Clara Sereni e ho avuto la possibilità di intervistarla nel mio programma radiofonico in occasione dell’uscita del suo libro Via Ripetta 155″ (Giunti). Ho avuto anche la gioia e il privilegio di ospitare Clara nella prima sezione del volume “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria), quella dedicata alle dieci domande a dieci scrittori sulla lettura e la scrittura. In quell’occasione le chiesi anche di inviarmi una breve biografia, da inserire alla fine dell’intervista. Me ne inviò una brevissima, che riporto di seguito:

Clara Sereni è cresciuta a Roma ma vive da molti anni a Perugia, dove ha ricoperto incarichi amministrativi e politici. Attiva nella promozione della salute mentale con la Fondazione “La città del sole”-Onlus, è autrice di numerosi volumi di narrativa, da Casalinghitudine a Il gioco dei regni, da Il lupo mercante a Una storia chiusa e Via Ripetta 155. Dal 2009 dirige, per ali&no, la collana “Le farfalle”.

Vorrei ricordare Clara proponendo qui, in questo post, le sue risposte dedicate alla lettura e alla scrittura. La sua voce, invece, potete ascoltarla cliccando sul “pulsante audio“: è una registrazione del mio programma radiofonico del 22 aprile 2015. Discutiamo di Via Ripetta 155 e delle tematiche affrontate nel libro. Nella seconda parte della puntata abbiamo proposto, tra l’altro, un brano musicale composto e cantato dalla stessa Clara Sereni.

Chiedo agli editori di provvedere alla ristampa del volume “Manicomio primavera”. Il perché lo capirete leggendo quanto scritto poco più avanti (nella risposta alla domanda n. 7).

* * *

Dieci domande sulla lettura e sulla scrittura a CLARA SERENI

1. Partiamo dalla lettura. Perché leggere?
Non mi sento di dare una risposta in termini generali, dunque posso spiegare i motivi per i quali io leggo. A parte i motivi ovvi (si legge per imparare, esplorare, ecc.), per quanto mi riguarda posso dire che la lettura coincide con i pochi momenti della mia vita in cui posso stare davvero sola con me stessa. Sono sola, però al tempo stesso sono accompagnata da una guida… perché ciò che leggo mi guida. Alla fine, però, conta ciò che risuona dentro di me. Per questo parlo di solitudine. Ed è un’esperienza impagabile.

2. Fra gli innumerevoli testi di narrativa che hai letto nel tempo, quale “eleggeresti” come tuo testo di riferimento? E perché?
È difficile rispondere. Potrei indicare  un piccolo libro che ha una strana storia intitolato “Yossl Rakover si rivolge a Dio” di Kolitz Zvi. Il titolo più esatto forse sarebbe “Yossl Rakover discute con Dio”. È un libro inventato che si immagina sia stato scritto dall’ultimo sopravvissuto del ghetto di Varsavia, il quale chiede a Dio quando la smetterà di metterci alla prova e di essere così cattivo. Ma la cosa che mi interessa di più, e che mi rappresenta, è che a un certo punto il protagonista scrive: “forse smetterò di credere in te, ma non smetterò di credere nella tua legge”. Per una ebrea totalmente agnostica come me, questa è una bella indicazione.

3. Tra i grandissimi scrittori del passato, chi indicheresti come tuo possibile “padre letterario” (o “madre letteraria”)? E perché?
Anche in questo caso è difficile rispondere. Sinteticamente direi: Stendhal, perché con una scrittura modernissima (cosa che non appartiene affatto a tutti gli scrittori dell’Ottocento; per esempio, non appartiene certamente a Balzac, che è grande per altre ragioni… ma non ha questa caratteristica). Stendhal l’ho studiato e l’ho tradotto. E ho passato parecchio tempo leggendolo. Quello che più mi interessa di questo scrittore, ancor più dei grandi romanzi e degli scritti di viaggio, è il fatto che dopo una grande crisi mondiale – come quella attraversata dall’Europa dopo il 1815, in cui il sogno napoleonico in cui egli stesso aveva creduto si è infranto – Stendhal va cercando le scintille del nuovo; quelle che Carlo Ginzburg in un suo saggio molto famoso chiamava “spie”. Credo che provare a individuare le scintille di novità sia un’operazione particolarmente difficile, e utile oggi più che mai.
Tuttavia non posso fermarmi solo a Stendhal. Un’altra figura di riferimento, per me, è Jane Austen per la sua geometria e per la sua ironia. E poi aggiungo Alba de Céspedes, perché (sebbene forse non sia dotata di una grandissima scrittura), come dice il titolo di un suo libro, è sempre “Dalla parte di lei”. Riesce sempre a cercare e a trovare le ragioni delle donne… anche delle donne che stanno abbastanza antipatiche.

4. Passiamo alla scrittura. Perché scrivere? (continua…)

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giovedì, 26 luglio 2018

Il Cuore Rock di LINUS

graphic-novel-e-fumettiIl nuovo post della rubrica di Letteratitudine intitolata “Graphic Novel e Fumetti” lo dedichiamo al numero di luglio della storica rivista linus (tornata di recente in edicola e in libreria). Pubblichiamo l’editoriale di Igort e – in esclusiva per Letteratitudine – una tavola di Serge Clerc dedicata ai Beatles del periodo di Amburgo (prima di diventare celebri), dove figurano in bella vista due giovanissimi John Lennon e Paul McCartney (e, ai margini di una vignetta, George Harrison) con gli strumenti musicali sulle braccia mentre comunicano al pubblico che stanno per esibirsi nella cover di Long Tall Sally (brano di Little Richard). Un piccolo, ma gustosissimo, assaggio fumettistico/musicale. E sì, perché il numero di luglio di Linus si intitola “Cuore Rock!”

Per saperne di più sui contenuti, vi rinviamo all’editoriale di Igort che trovate qui di seguito.

* * *

CUORE ROCK!

SCHULZ * SANTONI * SWARTE * CATINARI * CLERC * MOCCIA * FEININGER * INTERDONATO * MÒ * WARE * CROCKETT JOHNSON * PICCININI * TOFFOLO * BACILIERI * SIST * BODÉ * BRANCATO * STIVÈ * SHORT * KESSLER * MUSCATELLI * NADJA SPIEGELMAN * WATTERSON * BINDI * PASTIS * FORNASIERO * TAIBO II * PEZZOTTA * DI GRADO * MARZOCCHI * TONETTO * CARRATELLO * BOCCIA ARTIERI * REVIATI * PERES

Il nuovo linus di luglio in edicola e libreria [120 pagine / 6,00 €].

di Igort

Il sommo Lyonel Feininger, che ci accompagna anche in questo numero, ha scolpito la Storia del fumetto, mentre fondava la Bauhaus, assieme ai suoi compagni di giochi, Walter Gropius e Henry van de Velde. Un’esplorazione visiva e poetica, a cavallo tra fumetto e arte, con un fare eclettico che riletto oggi sembra contenere la chiave della contemporaneità. Un lavoro antico e moderno, al tempo stesso. Cruciale per il dibattito tra tecnologia e cultura.
Un altro grande maestro della cosiddetta linea chiara, Joost Swarte, architetto e fumettista, debutta sulle pagine di linus, giocando con il suo personaggio feticcio, Jopo de Pojo, cui dedichiamo la nuova copertina, ispirata alla musica. Già, la musica, forse la chiave culturale per leggere le istanze di quella rivoluzione sociale che prese vita nel 1968, cinquant’anni fa, incendiando i palchi del rock’n’roll, che divenne più che mai una musica generazionale. Abbiamo chiesto una cronaca di quella stagione musicale a Davide Catinari, voce dei Dorian Gray, che racconta, con tono scanzonato e poetico cosa fu l’ondata di talento che ci avrebbe cambiato per sempre.
Le parole d’ordine di quella rivoluzione sociale e sessuale prendevano vita anche sulle pagine di riviste da pochi cent, pubblicate spesso su carta scadente. I fumetti di Crumb, Shelton, ma anche Moscoso o Bodé, diedero vita a narrazioni mai viste sino a quel momento. E l’ironia mista a una certa ossessività divenne il refrain di un mondo che tutti presto presero a chiamare underground. Oggi, a distanza di cinquant’anni, cosa rimane di quell’atteggiamento, di quelle estetiche? Valerio Bindi, esploratore del mondo sommerso, agitatore culturale, nella sua rubrica traccia un resoconto puntuale di ciò che oggi in tanti chiamano Internazionale Underground.

Con la crisi dei quotidiani la tradizione delle strip parrebbe al crepuscolo. Sarà poi vero? Richard Short sembra pensarla diversamente, ed eccolo tornare; con una scrittura ironica e cadenzata, striscia dopo striscia, ci permette di familiarizzare con il suo Klaus, tipicamente made in England, con venature internazionali e riferimenti coltissimi, che scopriamo grazie alla bella chiacchierata con Valerio Stivè, suo curatore. Tornano anche i meravigliosi talenti italiani Davide Toffolo, Leila Marzocchi, Fabio Tonetto e Lorenzo Mò, che debutta con Merendino, piccolo gioiello pop del futuro. Ma anche la giovane Veronica Carratello con un piccolo haiku visivo pieno di grazia.

Poi la camminata all’indietro sul filo della memoria, che dice di scoperte e languori estivi (ogni racconto è autobiografia, lo sanno perfino i cammelli oramai) a cura di Paco Ignacio Taibo II, che ci offre uno scritto inedito pensato apposta per le pagine di linus e illustrato dal sublime Anthony Mazza. Un segno di gran classe.
In questo numero anche un’intervista alla scrittrice Nadja Spiegelman, curatrice di Resist!. Intelligenza e impegno, oggi più che mai ne abbiamo bisogno. (continua…)

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lunedì, 23 luglio 2018

IN MEMORIA DI UGO RICCARELLI

In occasione del quinquennale della scomparsa di Ugo Riccarelli (Cirié, 3 dicembre 1954 – Roma, 21 luglio 2013) rimettiamo in primo piano questo post pubblicato poco dopo la sua scomparsa

* * *

Post del 6 agosto 2013

ugo-riccarelliSono rimasto profondamente scosso dalla notizia della scomparsa di Ugo Riccarelli, avvenuta a Roma il 21 luglio scorso. Aveva 58 anni. Era nato a Ciriè, in provincia di Torino, il 3 dicembre 1954. La sua salute è sempre stata cagionevole, anche per via del doppio trapianto di cuore e polmone a cui fu costretto a sottoporsi anni fa in Inghilterra. La notizia, comunque, mi ha colto di sorpresa… e ho avuto bisogno di qualche giorno per “metabolizzarla” e organizzare questo dibattito su Letteratitudine dedicato alla memoria dello scrittore del “dolore perfetto”.

Ecco come si autopresentava Ugo Riccarelli nello spazio online a lui intestato sul sito de “Il Fatto Quotidiano”

Sono nato nel 1954, in una cittadina della cintura torinese, da una famiglia toscana. Ho studiato Filosofia presso l’Università di Torino e per molto tempo mi sono occupato di azione e promozione culturale in campo scolastico e teatrale, aprendo un cineclub, fondando un gruppo teatrale, lavorando in biblioteche civiche. Nel 1985 ho iniziato il mio percorso di emigrante al contrario, cominciando a scendere a Sud, verso Pisa dove ho vissuto per 16 anni occupandomi, tra le altre cose, di comunicazione: sono stato addetto stampa al Comune. Nel 2002 sono venuto a Roma dove ho lavorato prima nello staff del sindaco e quindi con il Teatro di Roma. Nel 1995 ho pubblicato il mio primo libro, “Le scarpe appese al cuore” con Feltrinelli (Mondadori 2002) al quale sono seguiti “Un uomo che forse si chiamava Schulz” (Piemme 1998) premiato con il Selezione Campiello 1998 e, nella traduzione francese, con il Prix Wizo 2001, “Stramonio” (Piemme 2000 e Einaudi 2009), “Il dolore perfetto” (Mondadori 2004) vincitore del Premio Strega 2004 e, nella traduzione spagnola, del Campiello Europeo nel 2006; “Un mare di nulla” (Mondadori 2006), “Comallamore” (Mondadori 2009), “La Repubblica di un solo giorno” (Mondadori 2011), “Ricucire la vita” (Piemme 2011) oltre alle raccolte di racconti “L’Angelo di Coppi” (Mondadori 2002), “Pensieri crudeli” (Perrone 2006) e “Diletto” (Voland 2009). Ho firmato alcune drammaturgie e collaborato con diverse testate giornalistiche e riviste tra le quali La Repubblica, Il Sole 24 Ore, Diario, Grazia, Il Tirreno. I miei libri sono tradotti in numerosi Paesi.

Il suo ultimo romanzo, edito da Mondadori, si intitola “L’amore graffia il mondo” ed è finalista al Premio Campiello 2013 (e in lizza per il SuperCampiello). Qualche mese fa ho avuto modo di incontrare Ugo Riccarelli nell’ambito del mio programma radiofonico “Letteratitudine in Fm“. È stata un bella chiacchierata. Ugo ha tracciato il suo percorso letterario parlando dei suoi inizi, delle letture con cui si è formato, delle sue abitudini di scrittura, dell’amicizia con Tabucchi e – naturalmente – del nuovo romanzo (di cui ha anche letto le prime pagine). Potete ascoltare la puntata cliccando sul pulsante audio (qui sotto)…

. . .

A pochi giorni dalla scomparsa, nella tradizione di Letteratitudine, mi piacerebbe ricordare questo nostro scrittore con il vostro indispensabile contributo. Dedico dunque questo “spazio” alla memoria di Ugo Riccarelli, anche con l’auspicio di contribuire a farlo conoscere a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.

Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Riccarelli e la sua produzione letteraria. Seguono alcune domande volte a favorire la discussione.

1. Che rapporto avete con le opere di Ugo Riccarelli?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. Qual è quella che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” di Riccarelli di cui avete memoria (o che magari avrete modo di leggere per questa occasione)… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. Qual è l’eredità che Riccarelli lascia nella letteratura italiana?

Grazie in anticipo per la vostra partecipazione.

Contestualmente, LetteratitudineNews accoglierà contributi dedicati a Riccarelli. Ne approfitto subito per ringraziare Stefano Petrocchi (segretario esecutivo della Fondazione Bellonci: Ugo Riccarelli era uno dei componenti del Comitato Direttivo del Premio Strega) e lo scrittore Paolo Di Paolo per gli articoli che hanno messo a mia disposizione (potete leggerli cliccando sui loro nomi).

(continua…)

Pubblicato in A A - I FORUM APERTI DI LETTERATITUDINE, OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI   77 commenti »

lunedì, 23 luglio 2018

LetteratitudineNews: dal 17 al 23 luglio 2018

letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 17 al 23 luglio 2018

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COLPEVOLI. VITA DIETRO (E OLTRE) LE SBARRE di Annalisa Graziano (intervista)

PAOLO BORSELLINO

CLASSIFICA: dal 9 al 16 luglio 2018 – segnaliamo “Lettere dal carcere” di Nelson Mandela (Il Saggiatore)

LA FAMIGLIA AUBREY di Rebecca West (un estratto)

LIPARI NOIR 2018

LETTERA A ROCCO CARBONE

CETTI CURFINO va a Gela

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© Letteratitudine
(continua…)

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mercoledì, 18 luglio 2018

ERMANNO CAVAZZONI con “La galassia dei dementi” (La nave di Teseo) in radio a LETTERATITUDINE

ERMANNO CAVAZZONI con “La galassia dei dementi” (La nave di Teseo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)


In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: Ermanno Cavazzoni, autore di “La galassia dei dementi” (La nave di Teseo) – romanzo finalista al Premio Campiello 2018.

Tra funamboliche citazioni mitologiche e vicissitudini spassose, e deliranti, Ermanno Cavazzoni ci risucchia nella sua fantascienza ironica, sfrenata e surreale, dove il futuro ci appare sospetto e un po’ inquietante, un posto stranamente famigliare.

Con Ermanno Cavazzoni abbiamo discusso del romanzo e delle tematiche a esso legate.

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In un futuro dai confini incerti, in un paesaggio che assomiglia al Far West ma che è invece la pianura a volte nebbiosa, altre assolata, fra l’Emilia e la Romagna, tutto è cambiato. Siamo attorno all’anno 6.000 quando avviene la Grande Devastazione: un’invasione aliena ha distrutto le città lasciando dietro solo rovine, un’incredibile onda d’urto ha raso al suolo ogni sporgenza, ha fatto ribollire gli oceani, la popolazione umana è decimata ed è rintanata in case cubiche simili a termitai. Sono sopravvissuti però i sistemi industriali costruiti nel sottosuolo che continuano a produrre droidi, robot intelligenti che provvedono a ogni cosa e vivono assieme agli esseri umani. La tecnologia è al potere: governa, gestisce, organizza. Gli uomini sono liberi da ogni occupazione e lasciati al lassismo, all’obesità, alle strane manie che li afferrano, vivendo in aree urbane desolate e deserte. I coniugi Vitosi, fra i superstiti, passano il tempo collezionando grucce, oggetti vecchi e intrattenendosi con due robot da compagnia quasi erotica, una Dafne e un Piteco. Ma quando, a poco a poco, si sparge la voce che i robot immortali che avevano creato e amministrato questo nuovo mondo si sono ritirati, offesi dal carico delle incombenze e dalla mancanza di gratitudine a loro dovuta, il caos si propaga e inizia la vera catastrofe. Nuovi, improvvisi incendi sconvolgono le città, i robot domestici cominciano a delinquere, a darsi al brigantaggio e anche la Dafne e il Piteco decidono di scappare, preoccupati dai pericoli crescenti. Da giorni i notiziari riportano inoltre l’allarmante annuncio della fuga di un robot ritenuto molto pericoloso, uno Xenofon, che la Dafne e il Piteco saranno destinati a incontrare sul loro cammino. Su quello dei coniugi Vitosi e degli altri pochi umani sopravvissuti incombe invece un’altra minaccia, sotto forma di insetti giganti. Riusciranno a sopravvivere a questa nuova invasione aliena?

Ermanno Cavazzoni, nato a Reggio Emilia, vive a Bologna. È autore di vari libri di narrativa: Il poema dei lunatici (1987), Le tentazioni di Girolamo (1991), I sette cuori (1992), Le leggende dei santi (1993), Vite brevi di idioti (1994), Cirenaica (1999, riedito come La valle dei ladri, 2014), Gli scrittori inutili (2002), Storia naturale dei giganti (2007), Il limbo delle fantasticazioni (2009), Guida agli animali fantastici (2011), Il pensatore solitario (2015), Gli eremiti del deserto (2016). Da Il poema dei lunatici ha tratto con Federico Fellini la sceneggiatura per il film La voce della luna. È stato con Gianni Celati e altri ideatore e curatore della rivista “Il semplice”.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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La colonna sonora della puntata: dalla colonna sonora del filma “2001, Odissea nello Spazio” (tema principale); “Ciao mare” di Mirco Mariani; “Love Theme” dalla colonna sonora del film Blade Runner.

(continua…)

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martedì, 17 luglio 2018

LetteratitudineNews: dal 4 al 16 luglio 2018

letteratitudinenews
(libri, fatti ed eventi)

dal 4 al 16 luglio 2018

SCRIVERE CON L’INCHIOSTRO BIANCO di Maria Rosa Cutrufelli (un estratto)

LA NOTTE DELLE FALENE di Riccardo Bruni (recensione)

CLASSIFICA: dal 2 all’8 luglio 2018 – segnaliamo “La ragazza con la Leica” di Helena Janeczek (Guanda)

CETTI CURFINO va a Crotone

LE DONNE APRONO IL CIELO di Francesca Serra: incontro con l’autrice

A GIUSEPPE LUPO il PREMIO PROMOTORI DELLA LETTURA 2018

CLASSIFICA: dal 25 giugno all’1 luglio 2018 – segnaliamo “Il purgatorio dell’angelo. Confessioni per il commissario Ricciardi” di Maurizio de Giovanni (Einaudi)

LA MILANESIANA 2018: “La lingua dei furfanti” e “Il viaggio della signorina Vila”

CETTI CURFINO va a Torre Archirafi

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© Letteratitudine
(continua…)

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giovedì, 12 luglio 2018

MARCO TULLIO GIORDANA. UNA POETICA CIVILE IN FORMA DI CINEMA

Nella nuova puntata di Letteratitudine Cinema ci occupiamo del volume “Marco Tullio Giordana. Una poetica civile in forma di cinema” di Marco Olivieri e Anna Paparcone (Rubettino). Di seguito, un’intervista all’autore

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L’intervista. Fare cinema, fare letteratura. Intervista a Marco Olivieri sul libro Marco Tullio Giordana. Una poetica civile in forma di cinema

di Daniela Sessa

Marco Olivieri scrive di cinema, quello cosiddetto d’impegno civile e, se è concesso, anche estetico. Di Roberto Andò il cui cinema incarna il mistero di esistenze e di memorie risolte da una macchina da presa raffinata e suggestiva. Di Marco Tullio Giordana che ritrae “Pezzi di storia densi di ambiguità e dal fascino perverso, spesso rimossi da una realtà nazionale che tende a rifiutare ciò che appare sgradevole o non pacificato”. Un giudizio, questo, su “Sangue pazzo” da estendere a tutta la concezione della scrittura e della regia di Giordana. Marco Olivieri ha pubblicato un saggio sul cinema di Roberto Andò, “La memoria degli altri. Il cinema di Roberto Andò” ora in ristampa per Kaplan, ed è in libreria con “Marco Tullio Giordana. Una poetica civile in forma di cinema” (Rubbettino), scritto con Anna Paparcone della Bucknell University negli Stati Uniti (ha scritto saggi anche su Pasolini, Garrone, Pif e Quatriglio) e con i suggerimenti di Christian Uva, direttore della Collana Cinema di Rubbettino. Il libro di Olivieri ripercorre la cinematografia di Giordana dagli esordi nel 1980 con “Maledetti vi amerò” fino a “Lea” -film per la televisione-, passando attraverso i capolavori del cinema d’impegno: “I cento passi”, “Romanzo di una strage”, “La meglio gioventù”, “Sanguepazzo”, “Quando sei nato non puoi più nasconderti”, solo per citarne alcuni. Dal lavoro di Olivieri e Paparcone emerge tutta la cifra del cinema di Giordana teso tra memoria e letteratura, volto a indagare i misteri della storia italiana, a filmare la storia di una nazione molto spesso racchiusa dentro conformismo e ideologie asfittiche, un Paese (come si legge nella premessa) “condannato all’incompiutezza”. Al centro Pasolini, un personaggio che portava in sé il dramma: di uomo, di poeta, di regista, di intellettuale. Interessante nel libro è il rapporto tra il regista e Pasolini, un rapporto ambivalente fatto anche di tensioni e prese di distanza. Non è solo l’analisi su “Pasolini, un delitto italiano”, il film del 1995 che ricostruisce le indagini sul delitto e la risonanza mediatica dello stesso come “scatenamento dell’interpretazione”. Pasolini è il coprotagonista del libro: recuperarne la memoria è per Giordana, e forse per gli stessi autori, “una forma di resistenza…rispetto a un clima di anestesia politica e morale”, è riflettere sulla morte come “montaggio della vita”. Il libro di Olivieri e Paparcone ha il pregio di una scrittura lucida, talvolta didascalica come si addice a un lavoro saggistico, rigorosamente analitica e precisa nell’idea di fondo che il cinema di Giordana -come quello di Andò- sia letteratura per immagine, storia per immagine. Due citazioni letterarie per tutte: la bambina pascoliana del film di esordio e la citazione di “Supplica a mia madre” di Pasolini. Le immagini della storia sono quelle dalla Resistenza di “Notti e nebbie” (da un romanzo di Carlo Castellaneta) alle mafie e ai  testimoni di giustizia. E’ qui che il cinema di Giordana rivela il significato del suo impegno “dar voce non tanto alla Storia, ma alle storie, quelle dei vincitori ma anche dei vinti, perché è solo in questo modo che si può rimettere in moto la possibilità della convivenza”. Abbiamo posto a Marco Olivieri alcune domande sul libro.

-Il libro su Giordana è scritto a quattro mani. Racconta la genesi del libro?
Ho conosciuto Marco Tullio Giordana in occasione della presentazione del mio volume dedicato alla filmografia di Roberto Andò. Subito maturò in me l’idea di avviare un nuovo progetto che esplorasse i capitoli più noti e quelli meno conosciuti realizzati. È stato proprio lui a segnalarmi una studiosa che stimava, Anna Paparcone, che insegna alla Bucknell University negli Stati Uniti, era in procinto di dedicarsi a un’analisi approfondita delle sue opere. Ci siamo trovati d’accordo di scrivere un libro sul cinema di Giordana che ne esplorasse gli aspetti tecnici, estetici e tematici e capace di diventare punto di riferimento sia in Italia sia negli Stati Uniti. Il lavoro insieme, grazie ai continui confronti via Skype, è stato proficuo e ci siamo avvalsi dei suggerimenti di Christian Uva, direttore della Collana Cinema di Rubbettino.

-Tra le tante definizioni e riflessioni sul cinema di Marco Tullio Giordana vi è quella di Giovanni Grazzini che sul modo di esporre la storia da parte di Giordana afferma “Giordana non vuole scordarsi di essere un cinefilo”. Concorda con quest’affermazione? Chi è il cinefilo Giordana? (continua…)

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venerdì, 6 luglio 2018

HELENA JANECZEK vince il PREMIO STREGA 2018

HELENA JANECZEK con “La ragazza con la Leica” (Guanda), vince il PREMIO STREGA 2018.

Helena Janeczek vince il Premio Strega 2018

Di seguito lo speciale di Letteratitudine con la lunga conversazione radiofonica con  Helena Janeczek e l’Autoracconto d’Autore dedicato a La ragazza con la Leica” (in chiusura di post, alcune immagini della serata).

Helena Janeczek, autrice di “La ragazza con la Leica” (Guanda), vincitrice del Premio Strega 2018 e del Premio Selezione Campiello 2018, ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, giovedì 5 luglio 2018. Si è appena concluso, lo spoglio della seconda e ultima votazione che ha proclamato Helena Janeczek, con il romanzo La ragazza con la Leica, (Guanda), vincitore della LXXII edizione del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega .

Come da tradizione gli Amici della domenica si sono riuniti nel giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia dove Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017, ha presieduto il seggio di voto.

La somma dei voti elettronici e delle schede cartacee ha portato alla vittoria il romanzo di Helena Janeczek, La ragazza con la Leica, (Guanda) con 196 voti. Seguono Marco Balzano con Resto qui, (Einaudi), 144 voti; Sandra Petrignani con La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg, (Neri Pozza) con 101 voti; Carlo D’Amicis con Il gioco, (Mondadori) con 57 voti; e Lia Levi con Questa sera è già domani, (Edizioni e/o) con 55 voti; per un totale di 554 voti espressi.

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HELENA JANECZEK racconta il suo romanzo LA RAGAZZA CON LA LEICA (Guanda)

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di Helena Janeczek

Ogni libro ha una storia che può essere facilmente ripercorsa e una storia sotterranea di cui l’autore riesce a vedere alcune tracce. Entrambe cominciano nel 2009, con una visita al Forma di Milano che ospitava la prima retrospettiva di Gerda Taro accanto a una mostra di Robert Capa. In quel periodo lavoravo a Le rondini di Montecassino, dove Capa è menzionato per una foto dei funerali degli studenti del liceo Sannazaro caduti nel 1943 durante le “Quattro giornate di Napoli”. Però tutto il suo lavoro a seguito delle truppe americane mi aveva permesso di toccare con gli occhi la realtà della guerra che stavo raccontando. Erano quelle foto della “Campagna d’Italia” che volevo vedere in uno spazio espositivo. Questo significa che, sul versante della storia sotterranea, Robert Capa era già una presenza interiorizzata quando uscii dal Forma con il desiderio di approfondire la conoscenza di Gerda Taro. Comprai il catalogo a cura di Irme Schaber e poco dopo andai a procurarmi Gerda Taro, Una fotografa rivoluzionaria nella guerra civile spagnola (DeriveApprodi, 2007), la biografia con cui la studiosa di Stoccarda poneva fine al lungo oblio della sua concittadina morta a nemmeno ventisette anni nella Guerra di Spagna.
Ma soltanto sul finire del 2011 si affacciò l’ipotesi che quella lettura potesse fungere da base per un lavoro di scrittura. Non pensavo a un romanzo, bensì a un racconto da affiancare a altri due che componessero un trittico dedicato a tre donne reporter di guerra. Le rondini di Montecassino, uscito nel 2010, aveva suscitato spesso la domanda come mai avessi scelto un tema così maschile come la guerra. In realtà, non mi sentivo molto svantaggiata rispetto a uno scrittore, bastava solo studiare un po’ di più. Però restava vero che narrare qualcosa che travalica le esperienze di noi figli e figlie del dopoguerra comporta un rischio di inadeguatezza sia etica che estetica. Mi colpiva, perciò, che esistessero donne disposte a mettere a rischio la propria vita per testimoniare con le parole o con le immagini la realtà delle guerre ancora in corso. Avevo già scritto un contributo per un’antologia (I persecutori, Transeuropa, 2007) che riconvocava la figura di Anna Politkovskaja nella cornice della fiera del libro di Francoforte agitata dalla notizia del suo assassinio. Durante le ricerche per quel racconto, avevo scoperto che tra i pochissimi giornalisti presenti a Grozny nei giorni della caduta ci fosse un’altra donna. Già inviata a Gaza e Sarajevo e in molti altri conflitti (in italiano è stato tradotto Il giorno che vennero a prenderci; dispacci dalla Siria, La nave di Teseo, 2017), Janine di Giovanni ha scritto anche il memoir Ghosts by Daylight (2011), dove racconta come la scelta di mettere al mondo un figlio avesse attivato i traumi che lei e il suo compagno, un fotoreporter francese, avevano subito.
(continua…)

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mercoledì, 4 luglio 2018

SPECIALE PREMIO STREGA 2018

Anche quest’anno, come da tradizione, la proclamazione del vincitore del Premio Strega avverrà il primo giovedì del mese di luglio. Quindi, giovedì 5 luglio 2018, come di consueto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, sarà assegnato il Premio Strega a uno dei cinque finalisti dell’edizione in corso (qui di seguito elencati). In diretta su Rai 3 a partire dalle 23:00.

- Helena Janeczek, La ragazza con la Leica, Guanda (256 voti, nella votazione della cinquina)

- Marco Balzano, Resto qui, Einaudi (243 voti, nella votazione della cinquina)

- Sandra Petrignani, La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg, Neri Pozza (200 voti, nella votazione della cinquina)

- Lia Levi, Questa sera è già domani, Edizioni E/O (173 voti, nella votazione della cinquina)

- Carlo D’Amicis, Il gioco, Mondadori (151 voti, nella votazione della cinquina)

L’evento sarà trasmesso in diretta televisiva da Rai Tre, dalle h. 23 (la conduttrice della serata, Eva Giovannini, avrà come ospite di eccezione Giampiero Mughini).

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Di seguito, lo speciale di Letteratitudine, con i cinque finalisti ospiti dell’onomino programma radiofonico curato e condotto da Massimo Maugeri (cliccare sui link per accedere alle pagine)

- Helena Janeczek in conversazione con Massimo Maugeri racconta La ragazza con la Leica (Guanda)

- Marco Balzano in conversazione con Massimo Maugeri racconta Resto qui (Einaudi)

- Sandra Petrignani in conversazione con Massimo Maugeri racconta La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg (Neri Pozza)

- Lia Levi in conversazione con Massimo Maugeri racconta Questa sera è già domani (Edizioni E/O)

- Carlo D’Amicis in conversazione con Massimo Maugeri racconta Il gioco (Mondadori)

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(continua…)

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martedì, 3 luglio 2018

LetteratitudineNews: dal 26 giugno al 3 luglio 2018

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(libri, fatti ed eventi)

dal 26 giugno al 3 luglio 2018


LA NEMICA di Brunella Schisa (recensione)

LETTERATURA E MODA: intervista a Stefania Federico

ELBA BOOK 2018

GIANLUCA BARBERA racconta MAGELLANO

UNA BIBLIOTECA PER PIERLUIGI CAPPELLO

CLASSIFICA: dal 18 al 24 giugno 2018 – segnaliamo “Le persiane verdi” di Georges Simenon (Adelphi)

VENTO DI MARE di Paolo Sidoti: incontro con l’autore

LE CONVERSAZIONI 2018

LE STELLE CADRANNO TUTTE INSIEME di Iacopo Barison: incontro con l’autore

CORTONA MIX FESTIVAL 2018

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© Letteratitudine
(continua…)

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OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

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OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

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RATPUS va in scena ratpus

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Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

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"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

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