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Archivio della Categoria 'A A - I FORUM APERTI DI LETTERATITUDINE'

giovedì, 14 ottobre 2021

IL SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2021: VITA SUPERNOVA

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logo_salone-libro-torino 14-18 ottobre 2021 | Lingotto Fiere | 33esima edizione

Dedico questo spazio al Salone del libro di Torino, il principale evento nazionale legato al mondo dei libri. Sarà uno spazio che verrà aggiornato annualmente con l’intento di contribuire a divulgare le notizie e i temi di volta in volta affrontati.
Ulteriore obiettivo, però, è anche quello di invitare gli amici di questo blog di raccontare il Salone dal loro punto di vista.
Siete invitati a dire la vostra, dunque (esprimendo opinioni, riportando notizie, ecc).

Grazie a tutti, per l’attenzione.

Massimo Maugeri

* * *

Il programma è disponibile qui.

Tutte le informazioni sull’edizione di quest’anno del Salone Internazionale del Libro di Torino le trovate anche su LetteratitudineNews

(continua…)

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giovedì, 7 ottobre 2021

ABDULRAZAK GURNAH vince il PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2020

Il forum permanente di Letteratitudine dedicato ai premi Nobel per la Letteratura.

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ABDULRAZAK GURNAH vince il PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2021

Il premio Nobel per la letteratura per il 2021 viene assegnato al romanziere Abdulrazak Gurnah (nato a Zanzibar nel 1948) “”per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti“.

Gurnah è nato nel 1948 ed è cresciuto sull’isola di Zanzibar nell’Oceano Indiano, ma è arrivato in Inghilterra come rifugiato alla fine degli anni ‘60. Ha pubblicato dieci romanzi e alcuni racconti. Il tema del disfacimento del rifugiato percorre tutto il suo lavoro.

Approfondimenti biografici
Abdulrazak Gurnah (Zanzibar, 20 dicembre 1948) è uno scrittore e romanziere tanzaniano naturalizzato britannico, vincitore nel 2021 del Premio Nobel per la letteratura.
Scrive in inglese e vive nel Regno Unito. I suoi romanzi più noti sono Paradiso (Paradise, 1994), che è stato selezionato per il Booker Prize e per il Whitbread Prize, Il disertore (Desertion, 2005), e Sulla riva del mare (By the Sea, 2001), che è stato selezionato per il Booker Prize ed è stato finalista per il Los Angeles Times Book Awards. (continua…)

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sabato, 11 settembre 2021

UNDICI SETTEMBRE

[torrigemelle.jpg]

VENT’ANNI DALL’11 SETTEMBRE

* * *

Ritorna l’undici settembre.

Riproponiamo il post (con le stesse domande… per noi ancora attuali). Chi vuole può lasciare le proprie considerazioni (magari ri-leggendo i vecchi commenti). Questo post, del resto, si traduce anche – e soprattutto – in un invito a ricordare…

È strano. A volte l’11 settembre 2001 ci sembra ieri. Altre volte ci sembra di pensare a un avvenimento lontanissimo, accaduto una vita fa.

È così anche per voi?
E quelle immagini…

Quelle immagini terribili degli aerei che trafiggono i grattacieli, pensate che abbiano mantenuta intatta la loro atrocità?

O le trovate un po’ sbiadite (magari perché, alla fine, ci si abitua a tutto)?

E cosa ritenete che, oggi, in riferimento a questa tragedia, sia particolarmente importante ricordare?

(continua…)

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domenica, 25 aprile 2021

25 APRILE

25aprile.jpgIl post annuale di Letteratitudine dedicato al 25 aprile

[La bellissima versione di "Bella Ciao" eseguita da Goran Bregovic]

Qui, l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Cerimonia in occasione del 76° anniversario della Liberazione

* * *

Cari amici,
ritorna il 25 aprile. Nel commemorarlo, riproponiamo questo post annuale. Un modo per darvi la possibilità di riguardarvi e rileggervi nel tempo.
Siete sempre gli stessi?
Qualcosa, forse, è rimasta uguale; qualcosa, forse, è cambiata.
Il 25 aprile, in fondo, è rimasto sempre lo stesso.
Oppure no…
Che ne dite?

Cosa rappresenta il 25 aprile, oggi, nell’Italia di oggi?

Buon 25 aprile a tutti!


(continua…)

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giovedì, 22 aprile 2021

GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO (e del diritto d’autore)

La Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore coincide con il primo giorno de Il Maggio dei libri, la grande campagna nazionale che inizia il 23 aprile e si conclude il 31 maggio.

Letteratitudine, ogni anno, sostiene con molto piacere la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore e Il Maggio dei libri.

Il libro è in grado di creare contatti tra uomini di epoche e orizzonti differenti e si pone come strumento della libera espressione, contribuendo quindi a costruire e consolidare la comunità umana mondiale e a favorire la causa dei diritti umani. La Giornata Internazionale del Libro e del Diritto d’Autore, celebrata il 23 aprile, vuole essere un invito a valorizzare quell’eterna fertilità delle idee di cui i libri sono rappresentanti e strumento di diffusione. (continua…)

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lunedì, 8 marzo 2021

8 MARZO

8-marzoTANTI AUGURI A TUTTE LE DONNE CHE GRADISCONO RICEVERLI… (il post “annuale” di Letteratitudine dedicato all’8 marzo)

Mimosa sì, o mimosa no?

Ritorna l’8 marzo e io, come sempre, non so bene come comportarmi. Conosco donne che gradiscono moltissimo ricevere gli auguri (e se non lo fai ci restano male), altre che sostengono che il tributare una giornata alle donne è prerogativa tipicamente maschilista (e perciò fuori luogo).

Auguri, dunque, a tutte le donne che gradiscono riceverli. Buon 8 marzo!

Massimo Maugeri

(continua…)

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mercoledì, 3 marzo 2021

SANREMO TRA I LIBRI

Il post “annuale” di Letteratitudine dedicato al Festival di Sanremo

Che piaccia o no, il Festival di Sanremo ha scandito il nostro tempo… a partire dal lontano 1951, anno del suo inizio, fino a oggi.

Vorrei dedicare questa pagina di Letteratitudine al Festival della canzone italiana e a qualcuno dei libri da esso ispirati.
Come ha scritto Giovanni De Luna su Tuttolibri del 5 febbraio 2011, “Sanremo cominciò nel 1951, con una «tre giorni musicale» (29-30-31 gennaio) trasmessa alla radio. L’orchestra la dirigeva il maestro Angelini e i cantanti erano solo due (Nilla Pizzi e Achille Togliani), con il supporto del Duo Fasano. Tutto qui. Pure, un Festival nato in sordina, senza «lanci» e «promozioni», riuscì a far diventare famose in una sola sera (e con un solo «passaggio» radiofonico!) molte canzoni, non solo quella vincitrice. La serata conclusiva fu seguita da circa 25 milioni di ascoltatori. Oggi quella data è diventata storica tanto da dare l’impressione che raccontare le vicende del festival sia un po’ come scrivere pagine importanti del nostro passato, quasi che anno dopo anno le sue canzoni abbiano composto la colonna sonora della nostra quotidianità”.

(continua…)

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martedì, 26 gennaio 2021

27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA

Il post annuale di Letteratitudine dedicato al “Giorno della Memoria”

GIORNO DELLA MEMORIA 2021 – nuovi libri per non dimenticare. Su LetteratitudineNews promuoviamo la lettura di nuovi libri incentrati sulla tragedia della Shoah

anna-frank-se-questo-e-un-uomo1«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati
Quello che avete appena letto è il testo dell’articolo 1 della legge n. 211 del 20 luglio 2000 con cui il nostro paese ha aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati (l’art. 1 evidenzia, appunto, le finalità del Giorno della Memoria). (continua…)

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mercoledì, 6 gennaio 2021

LETTERA DALLA BEFANA

Risultati immagini per befanaSalve a tutti. Sono la Befana e ringrazio Massimo Maugeri per lo spazio ricorrente che ogni anno mi concede sul suo blog.

Vorrei parlare un po’ di me e poi “chiedervi” qualcosa.

Forse non lo sapete, ma c’è chi dice che la mia sia una figura del folklore di alcune parti dell’Italia centrale, diffusasi anche in altre regioni. Il mio nome deriva dalla parola epifania, alla quale festività religiosa sono collegata. Appartengo dunque alle figure folkloristiche, dispensatrici di doni, legate alle festività natalizie.

Come certamente saprete, faccio visita ai bambini la notte precedente l’epifania per riempire le calze, appositamente lasciate appese in quella notte. A chi è buono elargisco caramelle e cioccolatini, gli altri li riempio di carbone.

Vi racconto una storia. (continua…)

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giovedì, 24 dicembre 2020

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO

http://www.carloneworld.org/images/Speciale_Natale/gif_animate/buon_Natale/snowybridgebymindy-blank.gifCare amiche e cari amici,
vi auguro di cuore di trascorrere un sereno Natale e uno splendido capodanno.

Per qualche giorno non pubblicherò nuovi post. E come di consueto rimetto in primo piano questo “spazio” dedicato al Natale e al nuovo anno.

Il 2020 è stato un anno particolarmente difficile e doloroso. Speriamo davvero che il 2021 possa offrire una luce diversa e nuove prospettive.

Ancora auguri! Buon Natale e felice anno nuovo a tutti!

Massimo Maugeri

(continua…)

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mercoledì, 16 settembre 2020

PORDENONELEGGE

Riportiamo in primo piano lo spazio periodico di Letteratitudine dedicato a PORDENONELEGGE, Festa del libro con gli autori: manifestazione che si svolge a Pordenone durante il mese di settembre.

Il festival, considerato uno dei più importanti appuntamenti letterari e “libreschi” italiani, ha visto passare nei suoi anni di storia narratori quali Luis Sepúlveda, filosofi (Richard Rorty, Peter Singer), scienziati (Margherita Hack, Giacomo Rizzolatti) e premi Nobel (J. M. Coetzee). Caratteristica peculiare di Pordenonelegge è la sua ubicazione: non si tiene infatti in un punto preciso della città ma coinvolge tutto il centro storico del capoluogo, che per l’occasione si tinge di giallo, il colore ufficiale della manifestazione.

L’edizione 2020 di Pordenonelegge si svolge dal 16 al 20 settembre.

(continua…)

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martedì, 8 settembre 2020

FESTIVALETTERATURA di Mantova

Il post annuale di Letteratitudine dedicato a Festivaletteratura: qui, informazioni sul programma e sulle attività della nuova edizione

* * *

Festivaletteratura

Comincia la nuova edizione di Festivaletteratura (a Mantova dal 9 al 13 settembre 2020).  Per contribuire a promuovere l’evento, abbiamo rimesso in primo piano questo breve post. Ne approfittiamo per augurare i classici “in bocca al lupo” agli organizzatori, ma anche per complimentarci con loro e ringraziarli per il lavoro eccezionale che hanno svolto in questi anni (e che ha permesso a questo evento di ergersi come uno dei più importanti appuntamenti del mondo della letteratura).
Grazie di cuore. Davvero. E tanti complimenti.

* * *

Negli scorsi anni (nel corso della discussione legata a questo post), con l’aiuto degli amici di Letteratitudine, abbiamo tracciato la storia recente del Festival Letteratura di Mantova.

Naturalmente segnaleremo gli appuntamenti principali dell’edizione in corso.  Intanto, è possibile seguire il programma del Festival cliccando qui…

Buon mese di settembre a tutti. (continua…)

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venerdì, 14 agosto 2020

PENSIERI VACANZIERI

BUONA ESTATE da Letteratitudine!

Buona estate da Letteratitudine

…Le attività di LetteratitudineBlog riprenderanno a settembre… (continua…)

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sabato, 23 maggio 2020

IN MEMORIA DI GIOVANNI FALCONE

In memoria di GIOVANNI FALCONE

Rimettiamo in primo piano questo “spazio” dedicato alla memoria di Giovanni Falcone, scomparso nella strage di Capaci il 23 maggio 1992.

* * *

Dove eravate quel 23 maggio del 1992? Come avete reagito alla notizia?

Cosa scrivereste, oggi, a Giovanni Falcone se potesse leggervi?

Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Giovanni Falcone e il suo impegno per la lotta alla mafia.

Segnalo i due seguenti libri…

Cose di Cosa Nostra

Cose di Cosa Nostra
di Giovanni Falcone, Marcelle Padovani – BUR Biblioteca Univ. Rizzoli – 2012

La penna è quella della giornalista francese Marcelle Padovani, ma la voce narrante è quella di Giovanni Falcone. Le venti interviste diventano materiale per dettagliate narrazioni in prima persona che si articolano in sei capitoli, disposti come altrettanti cerchi concentrici attorno al cuore del problema-mafia: lo Stato. Un’analisi che parte dalla violenza, dai messaggi e messaggeri, per arrivare agli innumerevoli intrecci tra vita siciliana e mafia, all’organizzazione in quanto tale, al profitto – sua vera ragion d’essere – e, infine, alla sua essenza: il potere. Una testimonianza resa da Falcone dopo aver lasciato Palermo nel 1991.

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La posta in gioco. Interventi e proposte per la lotta alla mafia

La posta in gioco. Interventi e proposte per la lotta alla mafia
di Giovanni Falcone – BUR Biblioteca Univ. Rizzoli – 2010

Trattamento e attendibilità dei pentiti, carcere duro ai mafiosi, intercettazioni telefoniche, separazione delle carriere: le proposte di Giovanni Falcone nella lotta alla mafia hanno contribuito allo sviluppo democratico del nostro Paese. A distanza di anni il suo pensiero sempre lucido è rimasto assolutamente attuale, e la sua lungimiranza lo ha portato ad affrontare quelle questioni che sono oggi al centro del dibattito politico. Oltre al Maxiprocesso e al patrimonio di conoscenze che ci ha tramandato su Cosa Nostra, questa raccolta di scritti ne restituisce le opinioni, le intuizioni, i progetti e le strategie per gestire e migliorare l’organizzazione della giustizia italiana. Finalmente un’immagine a tutto tondo del grande magistrato, ulteriore testimonianza della straordinaria passione civile che l’ha sempre animato e della sua perspicacia nell’individuare debolezze e criticità del nostro Stato. Una nuova edizione, perché le sue parole e le sue conquiste non siano perdute, dimenticate o, peggio, piegate a interessi particolari. (Presentazione di Giuseppe D’Avanzo; prefazione di Maria Falcone)

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Grazie in anticipo a chi potrà contribuire a riempire questo spazio di contenuti.

Massimo Maugeri

* * *

P.s. Questo post è stato pubblicato originariamente il 24 maggio del 2012. (continua…)

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mercoledì, 4 dicembre 2019

PIU’ LIBRI, PIU’ LIBERI 2019

Torna “Più libri, più liberi“, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria: Roma Convention Center / Eur– La Nuvola – dal 4 all’8 dicembre 2019

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Riproponiamo lo spazio di Letteratitudine dedicato a uno dei più importanti eventi “libreschi” dell’anno. Tra i commenti troverete: notizie, avvisi e contributi di vario genere. (continua…)

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lunedì, 18 novembre 2019

OMAGGIO A LEONARDO SCIASCIA (e al crollo del Muro di Berlino)

30 ANNI SENZA MURO, 30 ANNI SENZA SCIASCIA

muro-e-sciascia

Nel novembre del 2009 pubblicai il post che potete leggere di seguito, unendo due ricorrenze molto importanti.

La prima (come scrissi nel post in questione) riguardava un evento epocale, uno dei più importanti della storia recente: il crollo del Muro di Berlino, avvenuto il 9 novembre del 1989 (la ricorrenza del trentennale è stata celebrata qualche giorno fa).

La seconda segnava l’anniversario della morte di un grande della nostra letteratura, che si celebrerà tra un paio di giorni: Leonardo Sciascia (scomparso il 20 novembre del 1989).

Vi ripropongo il post in questione.

Massimo Maugeri

* * *

sciascia-muro-berlino1Ci voglio provare. Voglio provare a unire due ricorrenze che si incrociano in questo mese di novembre dell’anno 2009.
La prima riguarda un evento epocale, uno dei più importanti della storia recente: il crollo del Muro di Berlino (avvenuto il 9 novembre di vent’anni fa).
La seconda segna il ventennale della morte di un grande della nostra letteratura: Leonardo Sciascia (scomparso il 20 novembre del 1989).
Due eventi collegati dal decorso di due decadi, ma non solo (in un modo o nell’altro, sia Sciascia, sia la caduta di quel muro, hanno contribuito all’abbattimento di barriere).

Sciascia morì undici giorni dopo la caduta del muro di Berlino. Mi chiedo se ebbe il tempo (e la possibilità) di ragionare con il dovuto grado di analisi sulla portata storica dell’evento. Un evento che riunificava una città (Berlino), una nazione (la Germania), un continente (l’Europa) segnati da una piaga profonda e dolorosa.
Un evento che avrebbe rivoluzionato gli equilibri geopolitici del pianeta.
Vi domando…
Che effetto vi fa, oggi, ripensare alla caduta del Muro di Berlino?
Cosa pensaste – e provaste – quel giorno?
Le speranze che ne conseguirono, fino a che punto si sono tramutate in realtà? Quali, tra queste speranze, sono rimaste disattese?

(continua…)

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martedì, 5 marzo 2019

UN CARNEVALE DA RACCONTARE

Il Carnevale letteratitudiniano (ri)passa da questo post annuale che si prefigge di provare a… raccontarlo.
Siete tutti invitati a farlo.
In che modo? Ecco alcuni spunti, forniti a titolo di esempio:
- microracconti sul carnevale (pura fiction)
- il carnevale nei vostri ricordi d’infanzia e adolescenza
- il carnevale oggi
- citazioni di opere letterarie che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con il carnevale.

Di seguito, l’ormai storico articolo di Alessandro Defilippi pubblicato su Ttl del 26 gennaio 2008…

Inoltre, se vi va, – fino a martedì notte – potrete “mascherarvi” travestendosi in un personaggio letterario, dei fumetti, del cinema (ma va bene anche indossare una “maschera classica”)… per partecipare a una carnascialesca festa letteratitudiniana che avrà luogo proprio qui, in questo post.
Si tratta di scegliere un personaggio, “impersonarlo” (appunto) e rilasciare commenti in coerenza con il personaggio impersonato.

Grazie a chi potrà e vorrà partecipare!

(continua…)

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lunedì, 23 luglio 2018

IN MEMORIA DI UGO RICCARELLI

In occasione del quinquennale della scomparsa di Ugo Riccarelli (Cirié, 3 dicembre 1954 – Roma, 21 luglio 2013) rimettiamo in primo piano questo post pubblicato poco dopo la sua scomparsa

* * *

Post del 6 agosto 2013

ugo-riccarelliSono rimasto profondamente scosso dalla notizia della scomparsa di Ugo Riccarelli, avvenuta a Roma il 21 luglio scorso. Aveva 58 anni. Era nato a Ciriè, in provincia di Torino, il 3 dicembre 1954. La sua salute è sempre stata cagionevole, anche per via del doppio trapianto di cuore e polmone a cui fu costretto a sottoporsi anni fa in Inghilterra. La notizia, comunque, mi ha colto di sorpresa… e ho avuto bisogno di qualche giorno per “metabolizzarla” e organizzare questo dibattito su Letteratitudine dedicato alla memoria dello scrittore del “dolore perfetto”.

Ecco come si autopresentava Ugo Riccarelli nello spazio online a lui intestato sul sito de “Il Fatto Quotidiano”

Sono nato nel 1954, in una cittadina della cintura torinese, da una famiglia toscana. Ho studiato Filosofia presso l’Università di Torino e per molto tempo mi sono occupato di azione e promozione culturale in campo scolastico e teatrale, aprendo un cineclub, fondando un gruppo teatrale, lavorando in biblioteche civiche. Nel 1985 ho iniziato il mio percorso di emigrante al contrario, cominciando a scendere a Sud, verso Pisa dove ho vissuto per 16 anni occupandomi, tra le altre cose, di comunicazione: sono stato addetto stampa al Comune. Nel 2002 sono venuto a Roma dove ho lavorato prima nello staff del sindaco e quindi con il Teatro di Roma. Nel 1995 ho pubblicato il mio primo libro, “Le scarpe appese al cuore” con Feltrinelli (Mondadori 2002) al quale sono seguiti “Un uomo che forse si chiamava Schulz” (Piemme 1998) premiato con il Selezione Campiello 1998 e, nella traduzione francese, con il Prix Wizo 2001, “Stramonio” (Piemme 2000 e Einaudi 2009), “Il dolore perfetto” (Mondadori 2004) vincitore del Premio Strega 2004 e, nella traduzione spagnola, del Campiello Europeo nel 2006; “Un mare di nulla” (Mondadori 2006), “Comallamore” (Mondadori 2009), “La Repubblica di un solo giorno” (Mondadori 2011), “Ricucire la vita” (Piemme 2011) oltre alle raccolte di racconti “L’Angelo di Coppi” (Mondadori 2002), “Pensieri crudeli” (Perrone 2006) e “Diletto” (Voland 2009). Ho firmato alcune drammaturgie e collaborato con diverse testate giornalistiche e riviste tra le quali La Repubblica, Il Sole 24 Ore, Diario, Grazia, Il Tirreno. I miei libri sono tradotti in numerosi Paesi.

Il suo ultimo romanzo, edito da Mondadori, si intitola “L’amore graffia il mondo” ed è finalista al Premio Campiello 2013 (e in lizza per il SuperCampiello). Qualche mese fa ho avuto modo di incontrare Ugo Riccarelli nell’ambito del mio programma radiofonico “Letteratitudine in Fm“. È stata un bella chiacchierata. Ugo ha tracciato il suo percorso letterario parlando dei suoi inizi, delle letture con cui si è formato, delle sue abitudini di scrittura, dell’amicizia con Tabucchi e – naturalmente – del nuovo romanzo (di cui ha anche letto le prime pagine). Potete ascoltare la puntata cliccando sul pulsante audio (qui sotto)…

. . .

A pochi giorni dalla scomparsa, nella tradizione di Letteratitudine, mi piacerebbe ricordare questo nostro scrittore con il vostro indispensabile contributo. Dedico dunque questo “spazio” alla memoria di Ugo Riccarelli, anche con l’auspicio di contribuire a farlo conoscere a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.

Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Riccarelli e la sua produzione letteraria. Seguono alcune domande volte a favorire la discussione.

1. Che rapporto avete con le opere di Ugo Riccarelli?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. Qual è quella che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” di Riccarelli di cui avete memoria (o che magari avrete modo di leggere per questa occasione)… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. Qual è l’eredità che Riccarelli lascia nella letteratura italiana?

Grazie in anticipo per la vostra partecipazione.

Contestualmente, LetteratitudineNews accoglierà contributi dedicati a Riccarelli. Ne approfitto subito per ringraziare Stefano Petrocchi (segretario esecutivo della Fondazione Bellonci: Ugo Riccarelli era uno dei componenti del Comitato Direttivo del Premio Strega) e lo scrittore Paolo Di Paolo per gli articoli che hanno messo a mia disposizione (potete leggerli cliccando sui loro nomi).

(continua…)

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mercoledì, 9 maggio 2018

CETTI CURFINO di Massimo Maugeri (La nave di Teseo)

Cetti Curfino (Cover)Care amiche e cari amici di Letteratitudine,

desidero condividere con voi la notizia dell’uscita del mio nuovo romanzo edito da La nave di Teseo e intitolato “Cetti Curfino“.

Con molti di voi ho già avuto modo di interagire su Facebook (e vi ringrazio per il vostro commovente affetto).

Qui di seguito troverete: un mio articolo (pubblicato sulla pagina cultura del quotidiano “La Sicilia”) in cui racconto la genesi del romanzo, una sintetica rassegna stampa (in corso di aggiornamento), la scheda del libro e il booktrailer (con la splendida interpretazione di Carmelinda Gentile nei panni di Cetti Curfino).

Comincia una nuova avventura letteraria, cari amici.

Grazie di cuore per il vostro sostegno!

Massimo Maugeri

(p.s. per un po’ di tempo lascerò questo post in evidenza)

* * *

CETTI CURFINO: racconto di un romanzo

Massimo Maugeri racconta – sulle pagine de “La Sicilia” – come è nato il suo nuovo romanzo intitolato “Cetti Curfino”, in uscita il 10 maggio per La nave di Teseo (continua…)

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sabato, 25 marzo 2017

CINQUE ANNI DALLA MORTE DI ANTONIO TABUCCHI

CINQUE ANNI DALLA MORTE DI TABUCCHI (Pisa, 23 settembre 1943 – Lisbona, 25 marzo 2012)

Rimetto in primo piano questo post dedicato ad Antonio Tabucchi a cinque anni esatti dalla sua scomparsa (avvenuta il 25 marzo 2012). Sarò a grato a chiunque di voi vorrà contribuire a ricordarlo.

Massimo Maugeri

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POST DEL 24 SETTEMBRE 2012

Oggi, 24 settembre 2012, Antonio Tabucchi, avrebbe compiuto 69 anni.

Rimetto in evidenza questo post pubblicato in occasione della sua scomparsa, avvenuta il 25 marzo 2012.
In occasione di questa ricorrenza, la casa editrice Cavallo di Ferro ha pubblicato un volume intitolato Una giornata con Tabucchi.

Su LetteratitudineNews potrete leggere l’intervista che Romana Petri, Paolo Di Paolo e Ugo Riccarelli (tre dei quattro coautori di questo libro) hanno rilasciato a Simona Lo Iacono.

Naturalmente invito tutti a lasciare un nuovo pensiero per Tabucchi.

Buon compleanno, Antonio!

Massimo Maugeri

* * *

Post del 25 marzo 2012
http://cdn.blogosfere.it/arteesalute/images/ANtonio-Tabucchi-morto-a-Lisbona.jpgUn altro grande della nostra letteratura, ci lascia. Si tratta di Antonio Tabucchi, che si è spento oggi 25 marzo 2012, a Lisbona, all’età di 68 anni, a seguito di una lunga malattia.
Considerato una delle voci più rappresentative della letteratura europea, Tabucchi era nato a Pisa, il 24 settembre 1943. La sua impronta letteraria rimarrà per sempre legata al suo amore per il Portogallo. D’altra parte è stato il maggior conoscitore, critico e traduttore italiano dell’opera di Fernando Pessoa.
I libri di Antonio Tabucchi sono tradotti in quaranta lingue (in tutti i paesi europei, Stati Uniti e America Latina e nelle lingue più lontane, come il Giapponese, Cinese (Taiwan e Repubblica Popolare Cinese), Ebraico, Arabo (Libano e Siria), Kurdo, Indi, Urdu e Farsi.
Alcuni dei suoi romanzi sono stati portati sullo schermo da registi italiani e stranieri (Roberto Faenza, Alain Corneau, Alain Tanner, Fernando Lopes) o sulla scena da rinomati registi teatrali (Giorgio Strehler e Didier Bezace fra gli altri).
Ha ricevuto numerosi premi in Italia, fra cui il Pen Club Italiano, il Premio Campiello (per “Sostiene Pereira”) e il Premio Viareggio-Rèpaci; e prestigiosi riconoscimenti all’estero, fra cui il Prix Médicis Etranger (per “Notturno indiano”), il Prix Européen de la Littérature e il Prix Méditerranée in Francia; l’Aristeion in Grecia; il Nossack dell’Accademia Leibniz in Germania; l’Europäischer Staatspreis in Austria; il Premio Hidalgo e il premio per la libertà di opinione “Francisco Cerecedo” attribuito ogni anno dal Principe delle Asturie, in Spagna. È stato nominato “Chevalier des Arts et des Lettres” dalla Repubblica francese e ha ricevuto la decorazione dell’Ordine dell’Infante D. Henrique dal presidente della Repubblica portoghese.
È stato professore cattedratico dell’Università di Siena ed ha insegnato in prestigiose Università straniere (Bard College di New York, Ecole de Hautes Etudes e Collège de France di Parigi). Ha collaborato con quotidiani italiani e stranieri (“Corriere della Sera”, “Repubblica”, “L’Unità”, “Il manifesto”, “Le Monde”, “El País”, “Diário de Notícias”, “La Jornada”, “Allegemein Zeitung”) e riviste quali “La Nouvelle Revue Française” e Lettre International”. È membro fondatore dell’”International Parliament of Writers”. Dal 2000 era stato proposto dal Pen Club italiano all’Accademia di Svezia quale candidato italiano per il Nobel di letteratura.

Tabucchi ci lascia… e Il tempo invecchia in fretta: è il titolo di uno dei suoi libri più recenti. Ce ne parla l’autore stesso, in questo video pubblicato sul canale YouTube della Feltrinelli (il suo editore).

Dedico questo “spazio” alla memoria di Antonio Tabucchi. Come accaduto con altri artisti della scrittura che ci hanno lasciato, questo piccolo “tributo” vuole essere appunto un omaggio, ma anche un’occasione per far conoscere questo autore a chi non ha ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Antonio Tabucchi e la sua produzione letteraria.

Per favorire la discussione, vi propongo le seguenti domande…

1. Che rapporti avete con le opere di Antonio Tabucchi?
2. Qual è quella che avete amato di più?
3. E l’opera di Tabucchi che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?
4. Qual è l’eredità che Tabucchi ha lasciato alla letteratura mondiale?

Ringrazio tutti, in anticipo, per i contributi che riuscirete a far pervenire…

Massimo Maugeri

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venerdì, 24 febbraio 2017

LETTERATITUDINE 3: LETTURE, SCRITTURE E METANARRAZIONI

Care amiche e cari amici,
come qualcuno di voi saprà, di recente è uscito il volume intitolato “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria).
Si tratta del terzo volume che ho curato e pubblicato con riferimento alle attività di Letteratitudine. Quest’ultimo, tuttavia, è un libro speciale. Anzi, specialissimo. Perché nasce anche – e soprattutto – con l’intento di festeggiare i dieci anni di attività online di questo “luogo d’incontro virtuale” (Letteratitudine nasce, infatti, nel mese di settembre dell’anno 2006).
Come ho provato a spiegare nella prefazione del libro, quella di Letteratitudine è stata (e continuerà a essere) un’esperienza di “condivisione” (una parola che – credo – oggi più che mai debba essere tutelata e valorizzata).
In tutti questi anni posso dire che “condivisione” è stata la parola chiave per eccellenza di Letteratitudine. Del resto è evidente il fatto che la letteratura, la cultura, i libri, i “saperi”, hanno ragion d’essere solo in un’ottica di condivisione. Lo spirito di condivisione – peraltro – favorisce anche l’accoglienza di punti di vista differenti, persino opposti e contrapposti (partendo dalla considerazione che la diversità di idee e opinioni, fondata sul reciproco rispetto, è sempre occasione di crescita). In oltre dieci anni di attività ho sempre lavorato perché lo spirito della condivisione, così inteso, fosse presente e aleggiasse su ogni attività organizzata e portata avanti con Letteratitudine.
Ecco perché questo libro è nato nell’ottica dello spirito di condivisione.
Ringrazio, ancora una volta, di vero cuore le amiche scrittrici e gli amici scrittori che mi hanno aiutato a realizzarlo donandomi il loro contributo.
Grazie, amici cari. Grazie di vero cuore!

* * *

Ne approfitto per fornire qualche informazione ulteriore sui contenuti di questo libro.
Credo che il sottotitolo sia già di per sé piuttosto indicativo: letture, scritture e metanarrazioni.
In estrema sintesi direi che le sezioni che lo compongono ruotano fondamentalmente sui due pilastri della “condivisione letteraria”: la lettura e la scrittura.

Il volume è formato da quattro sezioni, precedute – come già accennato – da una mia prefazione dove tento di “fare il punto” su questi dieci anni. La prima parte del libro è dedicata a una serie di interviste (sulla lettura e sulla scrittura) incentrate sul numero dieci. Dieci interviste strutturate sulla base di dieci domande (in questa sezione ho coinvolto: Ferdinando Camon, Massimo Carlotto, Antonella Cilento, Giancarlo De Cataldo, Maurizio de Giovanni, Nicola Lagioia, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Raul Montanari, Clara Sereni). La seconda sezione ospita una lunga serie di Autoracconti (dove gli scrittori sono stati invitati a raccontare i loro libri concentrandosi soprattutto sull’aspetto “creativo” della loro attività di scrittura). La terza sezione è dedicata alle Lettere (rivolte a scrittori scomparsi e/o personaggi letterari): qui ho chiesto agli amici scrittori di scegliere uno scrittore scomparso che avevano avuto modo di conoscere personalmente (o di studiare in maniera approfondita) oppure un personaggio letterario particolarmente amato… e di scrivergli una lettera immaginando che il “ricevente” (scrittore scomparso o personaggio letterario) avesse davvero la possibilità di leggerla. La parte finale del libro è dedicata a Vincenzo Consolo che ho voluto ricordare con il contributo di tanti amici scrittori e critici letterari.

Di seguito, riporterò l’indice completo del volume.

* * *

Care amiche e cari amici di Letteratitudine, che ci seguite con affetto da così tanto tempo… spero che possiate trovare questo libro utile e di vostro gradimento. E spero che possiate darci una mano a renderlo “vivo” attraverso la vostra lettura.
Ancora una volta, la condivisione si rivela come necessaria. (continua…)

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giovedì, 13 ottobre 2016

OMAGGIO A DARIO FO

Ci lascia Dario Fo. Aveva festeggiato il suo novantesimo compleanno il 24 marzo scorso. Artista poliedrico: drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo, attivista e altro ancora. L’apice del suo successo è stato raggiunto con l’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura nel 1997 (con la seguente motivazione: “seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”). Il connubio artistico con l’amata moglie Franca Rame ha avuto un ruolo molto importante nel mondo artistico italiano (e non solo italiano).

Su LetteratitudineNews, a gennaio, avevamo pubblicato le prime pagine del suo recente romanzo RAZZA DI ZINGARO (Chiarelettere, 2016).

Dedico questo “spazio” alla memoria di Dario Fo con l’intento di celebrarlo, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere le opere di questo nostro artista.

Massimo Maugeri

(continua…)

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martedì, 13 settembre 2016

IL MI-TO DEL SALONE DEL LIBRO: UNA PROPOSTA

torino-milano-libriUNA PROPOSTA sul Salone del Libro (tra Torino e Milano)

di Massimo Maugeri

Da giorni si discute della problematica relativa alla organizzazione di  due “Saloni” del libro da svolgersi tra Torino e Milano più o meno nello stesso periodo (leggi qui, qui e qui).
Allo stato attuale, il tradizionale Salone del libro di Torino dovrebbe svolgersi – come sempre – a maggio, mentre la nuova fiera del libro di Milano vedrebbe la luce ad aprile.

Ieri il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini ha proposto l’organizzazione di  «un unico evento che metta insieme Milano e Torino nelle stesse date, che lavori sulla differenziazione e che punti a un’unica governance».
È già stato ampiamente evidenziato che non sarà facile trovare un accordo.
In ogni caso, al di là degli apprezzamenti per la buona volontà e per la proposta del Ministro Franceschini, sorgono alcune perplessità che provo a condividere brevemente qui di seguito.

Il Salone del Libro di Torino è sempre stato il Grande Evento nazionale (e il più conosciuto all’estero, tra quelli organizzati nel nostro Paese) dedicato ai libri e alla letteratura. I visitatori del Salone non sono soltanto i torinesi, ma lettori e addetti ai lavori provenienti da tutta Italia e dall’estero (così come una manifestazione simile realizzata a Milano non sarebbe solo per i milanesi). Immaginare un Salone unico, dislocato contestualmente tra Torino e Milano, non significherebbe dimezzare le possibilità di partecipazione tra le due sedi? Non avendo il dono dell’ubiquità i visitatori non potranno essere contestualmente presenti, nelle stesse date, a Torino e a Milano. Dovranno effettuare delle scelte. Scegliere di essere presenti un po’ qui e un po’ lì, peraltro, comporterebbe comunque evidenti disagi organizzativi e costi ulteriori per tutti. D’altra parte è difficile immaginare che gli editori imbastiscano stand in entrambi i luoghi. Certo, si potrebbe immaginare una sede dedicata alla parte più commerciale (con gli stand) e una dedicata ai grandi eventi. Ma chi farebbe cosa? Come ci si metterebbe d’accordo? E a chi servirebbe davvero uno sdoppiamento del genere?
E allora mi viene da pensare: non sarebbe più saggio e più utile per tutti immaginare un solo Salone, dislocato in una sola sede, da organizzare (insieme) ad anni alterni tra Torino e Milano?
A mio avviso potrebbe essere una buona soluzione.
Per il resto, se si volesse davvero organizzare qualcosa di nuovo e di “ulteriore” si potrebbe pensare a un altro Salone del libro per il Sud del Paese (dove si legge di meno e dove sarebbe davvero utile una presenza letteraria, editoriale e “libresca” forte)… magari itinerante (come è stato detto) e da organizzarsi in un diverso periodo dell’anno. Possibilmente insieme, ovvero per dirla con il Ministro Franceschini «puntando a un’unica governance».
Utopia? (continua…)

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giovedì, 14 luglio 2016

CENTO ANNI DALLA NASCITA DI NATALIA GINZBURG

Il 14 luglio del 1916, nasceva a Palermo, Natalia Levi Ginzburg (meglio nota come Natalia Ginzburg): una delle scrittrici più importanti del Novecento.
Suo padre, Giuseppe Levi, era uno scienziato triestino di origine ebraica; sua madre, Lidia Tanzi, una milanese cattolica. Il padre, peraltro docente universitario antifascista, sarà imprigionato e processato dal regime insieme ai tre fratelli di Natalia.
L’esordio letterario della Ginzburg risale al 1933, con la pubblicazione del racconto I bambini sulla rivista “Solaria”. Sposa Leone Ginzburg nel 1938 e da quel momento firmerà con il cognome del marito tutte le proprie opere. Dalla coppia nacquero tre figli: Carlo (che diventerà un noto storico e saggista), Andrea e Alessandra.

Nel 1940 Leone Ginzburg viene confinato a Pizzoli, in Abruzzo, per motivi politici e razziali (dove rimarrà fino al 1943). Natalia lo segue.
Il primo romanzo della Ginzburg vede la luce nel 1942 ed è, in origine, firmato con lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte. Si intitola: La strada che va in città.

Il 1944 è un anno cruciale, di dolore e cambiamento. Nel mese di febbraio Leone viene torturato e ucciso nel carcere romano di Regina Coeli. A partire da questo periodo Natalia intensifica la sua attività lavorativa presso la casa editrice la Einaudi (Leone ne era stato uno dei fondatori). Nel 1945 si ristabilisce a Torino (dove aveva trascorso l’infanzia e l’adolescenza). La raggiungono i genitori e i figli (che durante l’occupazione nazista si erano rifugiati in Toscana).

Natalia GinzburgNel 1947 esce il suo romanzo È stato così. Nel 1950 sposa Gabriele Baldini, docente di letteratura inglese e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra. Nasceranno due figli: Susanna e Antonio (entrambi portatori di handicap).

A partire dagli anni Cinquanta la produzione narrativa della Ginzburg si intensifica. Nel 1952 esce Tutti i nostri ieri; nel 1957 vede la luce la raccolta di racconti Valentino (premio Viareggio) e il romanzo Sagittario. Le voci della sera esce nel 1961, l’anno successivo pubblica la raccolta di saggi Le piccole virtù.
Lessico famigliareIl suo libro più celebre e fortunato è Lessico famigliare, con cui vince il Premio Strega nel 1963.
Negli anni successivi inizia a collaborare con la pagina culturale del Corriere della sera (in precedenza aveva collaborato con La Stampa), pubblica altri testi di narrativa e di saggistica, si dedica alla scrittura di testi teatrali e inizia a svolgere l’attività di traduttrice.
Negli anni Settanta pubblica: Mai devi domandarmi, 1970; Vita immaginaria, 1974; Caro Michele, 1973; Famiglia (racconto del 1977); La famiglia Manzoni, 1983; La città e la casa, 1984.

Di Natalia Ginzburg va ricordato anche il suo impegno politico, che giunge all’apice nel 1983 allorquando viene eletta al Parlamento nelle liste del Partito Comunista Italiano.

Natalia muore a Roma nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 1991.

Care amiche e cari amici di Letteratitudine, dedico questo “spazio” alla memoria di Natalia Ginzburg – a cent’anni dalla sua nascita – con l’intento di celebrarla, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere questa nostra grande scrittrice a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere… e vi invito (se ne avete la possibilità) a lasciare un vostro contributo tra i commenti di questo post.
Sono graditi interventi, contributi vari e la segnalazione di link attinenti ai contenuti di questo post.
Ecco qualche domanda volta a favorire i vostri interventi:

1. Che rapporti avete con le opere di Natalia Ginzburg?

2. Qual è quella che avete amato di più (oltre a Lessico famigliare)?

3. E l’opera della Ginzburg che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” della Ginzburg di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. A cent’anni dalla nascita, qual è l’eredità che Ginzburg ha lasciato nella letteratura italiana?

Ribadisco che qualunque tipo di contributo sulla vita e sulle opere di Ginzburg (citazioni, stralci di brani, considerazioni, recensioni, link e quant’altro) è gradito.

Di seguito vi propongo due video prodotti dalla Rai, dove potrete vedere e ascoltare la scrittrice: il primo è sull’intera vita di Natalia Ginzburg, il secondo è un approfondimento dedicato a “Lessico famigliare”. Per approfondimenti, vi consiglio la lettura di questo testo di Domenico Scarpa, tratto da Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 64 (2005).

Vi ringrazio anticipatamente per la partecipazione.

Massimo Maugeri


(continua…)

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sabato, 20 febbraio 2016

OMAGGIO A UMBERTO ECO

La notizia della morte di Umberto Eco ci coglie di sorpresa e ci lascia sgomenti. Abbiamo ancora nelle nostre orecchie il suono delle parole del celebre scrittore da dove emerge il disappunto per la nascita della cosiddetta “Mondazzoli” e il conseguente avvio del progetto editoriale “La Nave di Teseo” (ne approfittiamo, peraltro, per segnalare che secondo il settimanale “L’Espresso“, l’Antitrust sembrerebbe orientata a impedire al gruppo Mondadori, dopo l’acquisto di Rcs Libri, di mantenere il controllo di due importanti case editrici tra quelle incluse nel pacchetto: la Bompiani e la Marsilio).
Gianni Coscia – avvocato e noto fisarmonicista, nonché l’amico più caro di Eco sin dai tempi del ginnasio – commenta così la notizia della scomparsa dello scrittore sul sito de “La Stampa“: «Sapevo che Umberto era malato da due anni di tumore, ma nessuno pensava che la sua fine sarebbe stata così imminente». E aggiunge: «Era uscito di casa per l’ultima volta a metà gennaio per festeggiare in un ristorante gli 80 anni di mia moglie Laura. La dote più grande era il profondo senso dell’amicizia ed era molto legato ad Alessandria, per venire cercava solo l’occasione intelligente». E infine: «Era molto disponibile, anche se all’apparenza non sembrava, era umile ma quel suo atteggiamento spavaldo era solo una difesa. Era un uomo timido, anche se nessuno lo direbbe».

Umberto Eco era nato ad Alessandria, il 5 gennaio 1932. È morto a Milano ieri sera, il 19 febbraio 2016, a causa di un tumore. Aveva 84 anni.
Semiologo, filosofo e scrittore divenne celebre in tutto il mondo dopo la pubblicazione del romanzo “Il nome della rosa“, avvenuta nel 1980 (in Italia per i tipi di “Bompiani”). Fu un successo travolgente e inatteso, con grandissimo riscontro sia dal punto di vista della critica sia da quello del gradimento dei lettori. Best-seller internazionale tradotto in oltre 40 lingue e venduto in cinquanta milioni di copie, “Il nome della rosa” si aggiudicò il Premio Strega nel 1981, fu tra i finalisti del prestigioso Edgar Award nel 1984 ed è stato inserito nella lista de “I 100 libri del secolo di Le Monde”.
Dal romanzo fu tratto, nel 1986, il film omonimo per la regia di Jean-Jacques Annaud, con Sean Connery nei panni di Guglielmo e Christian Slater nel ruolo di Adso.

La produzione “libresca” di Umberto Eco è cospicua. Ricordiamo, tra gli altri: “Diario minimo” (1963), “Apocalittici e integrati” (1964 – con nuova edizione nel 1977).
Tra i romanzi, oltre al citato “Il nome della rosa“, ricordiamo: “Il pendolo di Foucault” (1988), “L’isola del giorno prima” (1994), “Baudolino” (2000), “La misteriosa fiamma della regina Loana” (2004), “Il cimitero di Praga” (2010) e “Numero Zero” (2015), tutti editi in italiano da Bompiani.

Nell’ambito della saggistica ricordiamo: “Il superuomo di massa” (1976), “Lector in fabula” (1979), “Sei passeggiate nei boschi narrativi” (1994), “Sulla letteratura” (2002), “Dire quasi la stessa cosa” (2003).

Intanto, venerdì 26 febbraio uscirà il nuovo libro di Eco per i tipi de “La nave di Teseo“. Si intitola “Pape Satàn aleppe(476 pag. – 20€).

Quella che segue è la scheda del libro…

Crisi delle ideologie, crisi dei partiti, individualismo sfrenato… Questo è l’ambiente – ben noto – in cui ci muoviamo: una società liquida, dove non sempre è facile trovare una stella polare (anche se è facile trovare tante stelle e stellette). Di questa società troviamo qui i volti più familiari: le maschere della politica, le ossessioni mediatiche di visibilità che tutti (o quasi) sembriamo condividere, la vita simbiotica coi nostri telefonini, la mala educazione. E naturalmente molto altro, che Umberto Eco ha raccontato regolarmente nelle sue Bustine di Minerva.
È una società, la società liquida, in cui il non senso sembra talora prendere il sopravvento sulla razionalità, con irripetibili effetti comici certo, ma con conseguenze non propriamente rassicuranti. Confusione, sconnessione, profluvi di parole, spesso troppo tangenti ai luoghi comuni. “Pape Satàn, pape Satàn aleppe”, diceva Dante nell’Inferno (VII, 1), tra meraviglia, dolore, ira, minaccia, e forse ironia.

Dedico, dunque, questo “spazio” alla memoria di Umberto Eco con l’intento di celebrarlo, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere le opere di questo nostro grande scrittore a chi non avesse ancora avuto modo di leggerle.

Pongo le solite domande (volte a favorire la discussione):

1. Che rapporti avete con le opere di Umberto Eco?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. E l’opera di Eco che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” di Eco di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. Qual è la principale eredità che Umberto Eco ha lasciato nella letteratura italiana?

Sono graditi (e ringrazio anticipatamente i partecipanti) interventi, contributi vari e la segnalazione di link attinenti ai contenuti di questo post.

Di seguito, due video dedicati a Umberto Eco relativi alla “Consegna a Umberto Eco del Sigillum magnum d’oro – Cerimonia Dottori di Ricerca 2015″ e alla “Lectio Magistralis – Comunicazione Soft e Hard – 2014″.

Massimo Maugeri (continua…)

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martedì, 8 dicembre 2015

35 ANNI DALLA MORTE DI JOHN LENNON

35 ANNI DALLA MORTE DI JOHN LENNON

Avevo 12 anni quando, la sera dell’8 dicembre 1980, John Lennon fu assassinato da Mark Chapman. L’ultimo album dell’ex-Beatle, “Double Fantasy“, era uscito poche settimane prima. Quella sera John e Yoko stavano rientrando alla loro residenza a palazzo Dakota, sulla 72ª strada, nell’Upper West Side a New York, di fronte al Central Park. Alle 22:51, questo folle omicida venticinquenne, colpì Lennon con quattro dei cinque colpi esplosi dalla sua pistola. La corsa al Roosevelt Hospital fu inutile. Il decesso fu dichiarato alle 23.07. L’artista di Liverpool aveva solo quarant’anni.

Devo tanto alla musica di John. I miei libri contengono molti riferimenti alle sue canzoni. Quello a cui sto lavorando adesso ne è proprio intriso.

Non aggiungo altro. Pubblico questo post e lo lascio aperto per vostri eventuali contributi, amiche e amici di Letteratitudine.
Riempitelo (se vi va) con notizie, citazioni, link, testi di canzoni e quant’altro possa contribuire a celebrare John Lennon e la sua arte.

Grazie, John!

Massimo Maugeri

* * *

P.s. Di seguito, vi propongo “Gimme Some Truth”: video relativo alla realizzazione dell’album “Imagine”


(continua...)

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giovedì, 26 novembre 2015

OMAGGIO A ELSA MORANTE

Ieri, 25 novembre 2015, ho ricordato la ricorrenza del trentesimo anniversario della morte di ELSA MORANTE riproponendo la puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” andata in onda venerdì 8 marzo 2013 dedicata, per l’appunto, alla vita e alle opere di questa nostra grande scrittrice. Ospite: Graziella Bernabò, autrice del volume “La fiaba estrema. Elsa Morante tra vita e scrittura” (Carocci).

Nei prossimi giorni pubblicherò un’intervista a Sandra Petrignani incentrata sul volume “Elsina e il grande segreto” (edito da Rrose Sélavy).

Qui di seguito, invece, ri-propongo il post (e il dibattito che ne è seguito) pubblicato in occasione del venticinquesimo anniversario della morte della Morante (con un contributo di Paolo Di Paolo).

Il post è aperto per altri eventuali nuovi contributi.

Grazie di cuore in anticipo per l’attenzione.

Massimo Maugeri

* * *

VENTICINQUE ANNI DALLA MORTE DI ELSA MORANTE
(post del 30 novembre 2010)

Periodo di “ricorrenze letterarie”, questo. Nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di ricordare Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini.
Con questo post vorrei che ci occupassimo di Elsa Morante, scomparsa venticinque anni fa (per l’esattezza il 25 novembre del 1985).

La Morante – nata a Roma il 18 agosto 1912 – è senz’altro una delle più importanti autrici italiane dal dopoguerra a oggi. Basti pensare a opere come il suo romanzo d’esordio, “Menzogna e sortilegio” (pubblicato nel 1948 e vincitore del Premio Viareggio); “L’isola di Arturo” (pubblicato nel 1957 e vincitore del Premio Strega); “Il mondo salvato dai ragazzini” (opera mista di poesia, canzoni e una commedia, pubblicato nel 1968); e poi “La Storia” (pubblicato nel 1974: grande successo internazionale, anche se non mancarono critiche dure da parte di alcuni critici). Il suo ultimo romanzo, “Aracoeli”, fu pubblicato nel 1982.

Vi invito a discutere sulle opere e sulla figura di questa grande autrice (e pongo le solite domande volte a favorire la discussione)…

1. Che rapporti avete con le opere di Elsa Morante?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. E l’opera della Morante che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” della Morante di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. A venticinque anni dalla morte, qual è l’eredità che Elsa Morante ha lasciato nella letteratura italiana?

Qualunque tipo di contributo sulla vita e sulle opere di Elsa Morante (citazioni, stralci di brani, considerazioni, recensioni, link a video e quant’altro) è gradito.
Siete tutti invitati a intervenire, dunque.
Vi ringrazio anticipatamente per la partecipazione.

Di seguito, un video dedicato alla Morante.

Massimo Maugeri


* * *

Aggiornamento del 3 dicembre 2010
Ringrazio Paolo Di Paolo, per avermi invato il pezzo che segue (dedicato alla memoria di Elsa Morante).
Massimo Maugeri
(continua…)

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lunedì, 2 novembre 2015

OMAGGIO A PIER PAOLO PASOLINI

QUARANT’ANNI DALLA MORTE DI PIER PAOLO PASOLINI

Il 1° novembre del 2010 pubblicai un post dedicato a Pier Paolo Pasolini in occasione del trentacinquesimo anniversario della sua morte (avvenuta a Roma, nella notte tra il 1 e il 2 novembre del 1975). Adesso, a distanza di cinque anni, in occasione della ricorrenza del quarantesimo, ripropongo quel vecchio post del 2010 anticipando che nel corso della settimana – su LetteratitudineNews – saranno pubblicati vari post sull’argomento (che poi verranno linkati qui di seguito a mano a mano che saranno online).
Ne approfitto, intanto, per segnalarvi questo bel docufilm visibile online su Repubblica Tv (e stasera disponibile anche su Sky Arte Hd alle 21.10 – canali 120 e 400 di Sky).
Nei giorni scorsi ho riproposto la puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” del 3 dicembre 2010 dove ho avuto il piacere di incontrare Marco Belpoliti per discutere del saggio “Pasolini in salsa piccante”, pubblicato dallo stesso Belpoliti per Guanda nel 2010 (in occasione, appunto, del 35° anniversario della morte di Pasolini).

Dedico, dunque, questo “spazio” alla memoria di Pier Paolo Pasolini con l’intento di celebrarlo, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere questo nostro grande scrittore a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.

Sono graditi (e ringrazio anticipatamente i partecipanti) interventi, contributi vari e la segnalazione di link attinenti ai contenuti di questo post.

Di seguito, il post pubblicato nel novembre del 2010.

Massimo Maugeri

* * *

TRENTACINQUE ANNI DALLA MORTE DI PASOLINI
(post del 1° novembre 2010)

Trentacinque anni fa, nella notte tra il 1 e il 2 novembre del 1975, Pier Paolo Pasolini veniva brutalmente ucciso (battuto a colpi di bastone e travolto con la sua auto) sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia, località del Comune di Roma.
In questi giorni, in occasione del 35°, si sta dando ampio risalto alla tragica notizia di allora, anche per via delle recenti riaperture delle indagini giudiziarie.
Vi segnalo questo servizio pubblicato su WUZ (a cura di Sandra Bardotti), che apre con questo cappello: “Trentacinque anni dopo, le indagini giudiziarie sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini all’Idroscalo di Ostia non sono ancora giunte a una verità accettabile e condivisibile da tutti. Indagini che si aprono e chiudono regolarmente a distanza di anni, da cui si ricava l’impressione che l’unica verità di cui siamo in possesso è che il caso Pasolini rimarrà irrisolto e che l’immagine che la società ha di lui sarà eternamente compromessa.
Nostro dovere in quanto cittadini è forse continuare a pretenderla, questa verità che da qualche parte deve pur trovarsi, senza rifugiarsi dietro inutili dietrologie e teorie di complotti, e contemporaneamente riappacificarci definitivamente con la figura e l’opera di Pier Paolo Pasolini, per capire quanto ancora i suoi scritti possono parlare al presente e alle generazioni future
”.

Ma la ricorrenza offre anche l’occasione per ricordare il Pasolini scrittore, poeta, regista e giornalista.
Ed è quello che vorrei fare (e invitarvi a fare) con questo post. Seguono le solite domande, volte a avviare la discussione…

1. Che rapporti avete con le opere di Pier Paolo Pasolini?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. E l’opera di Pasolini che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Preferite il Pasolini scrittore, poeta o regista?

5. Tra le varie “citazione” di Pasolini di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

6. A trentacinque anni dalla morte, qual è l’eredità che Pasolini ha lasciato nella letteratura italiana?

Nel corso del dibattito vi segnalerò alcuni articoli – in tema con questo post – pubblicati su quotidiani e magazine.
Di seguito, i riferimenti ad alcuni libri pubblicati di recente sulla figura di Pasolini e un video contenente l’ultima videointervista che ha rilasciato prima della morte.

Aspetto i vostri contributi…

Massimo Maugeri

* * *

———–

UN ELENCO DI ALCUNI DEI LIBRI DEDICATI A PIER PAOLO PASOLINI (di recente pubblicazione)
(continua…)

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venerdì, 2 ottobre 2015

RICORDANDO ALBERTO MORAVIA

Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6361580.jpg

25 ANNI DALLA MORTE DI ALBERTO MORAVIA

Nel novembre del 2007 pubblicai un post dedicato a Alberto Moravia in occasione del centenario della sua nascita (avvenuta a Roma, il 28 novembre 1907). Nei giorni scorsi è stata celebrata un’altra ricorrenza: il venticinquesimo anno dalla morte (avvenuta a Roma, il 26 settembre 1990). Per l’occasione vorrei riproporre quel vecchio post del 2007 (contenente anche un contributo di Massimo Onofri tratto dal volume “Tre scrittori borghesi. Soldati, Moravia, Piovene” – Gaffi, 2007).

Ne approfitto altresì per proporvi questo video che contiene:
- uno “scherzoso” scambio tra Indro Montanelli e Alberto Moravia (1959)
-un’intervista di Pasolini a Moravia sul tema dello “scandalo amoroso” (1965)
- una trasmissione dedicata a Moravia, condotta da Mirella Serri con il contributo critico di Antonio De Benedetti (incentrata sui “gusti letterari”)
- una trasmissione dedicata interamente al profilo dello scrittore (con una serie di interviste molto interessanti)

Dedico, dunque, questo “spazio” alla memoria di Alberto Moravia con l’intento di celebrarlo, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere questo nostro grande scrittore a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.

Sono graditi (e ringrazio anticipatamente i partecipanti) interventi, contributi vari e la segnalazione di link attinenti ai contenuti di questo post.

Di seguito, il post pubblicato nel novembre del 2007.

Massimo Maugeri

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CENTO ANNI DALLA NASCITA DI ALBERTO MORAVIA
(post del 25 novembre 2007) (continua…)

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venerdì, 18 settembre 2015

OMAGGIO A ITALO CALVINO (a trent’anni dalla sua morte)

Italo CalvinoCinque anni fa, nel settembre 2010, proposi un post in occasione del venticinquesimo anniversario della morte di Italo Calvino.

A distanza di cinque anni, in occasione del trentesimo (che ricorrerà domani 19 settembre 2015), vorrei riproporvi lo stesso post di allora, con le stesse domande, gli stessi spunti, gli stessi contributi, chiedendovi di contribuire a (r)innovarlo e a integrarlo, in omaggio a questo grandissimo scrittore del Novecento letterario (non solo italiano) che è stato Calvino.

Dedico, dunque, questo “spazio” alla memoria di Italo Calvino con l’intento di celebrarlo, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere questo nostro grande  scrittore a chi non ha ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.

Di seguito, il post pubblicato nel settembre del 2010.

Massimo Maugeri

* * *

VENTICINQUE ANNI DALLA MORTE DI CALVINO
(settembre 2010)
(continua…)

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venerdì, 22 maggio 2015

STORIE (IN) SERIE

Storie (In) Serie

di Massimo Maugeri

È da tempo che medito sulla possibilità di dedicare uno spazio di Letteratitudine alle Serie Tv che,  a detta di molti (e con riferimento a quelle prodotte negli ultimi anni), rappresenterebbero la nuova frontiera della narrazione. È innegabile che molte delle serie che sono andate in onda in questi ultimi anni sono di altissima qualità e hanno attratto una enorme fetta di pubblico. Basti pensare (giusto per citarne alcune delle più seguite) a: “House of Cards“, “Game of Thrones“, “The Walking Dead“. (Va subito precisato che qualità e abilità narrativa non risiedono solo nelle produzioni americane. Valga per tutti l’esempio della serie francese “Les Revenants).
Più volte, qui a Letteratitudine, ci siamo interrogati sul rapporto tra “letteratura e cinema” (non dimentichiamo, peraltro, la sezione “Letteratitudine Cinema” curata dalla critica cinematografica Ornella Sgroi). Anche la relazione tra “romanzi e serie tv” è molto stretta: “House of Cards” nasce dagli omonimi romanzi dello scrittore britannico Michael Dobbs; “Game of Thrones” deriva dal ciclo di romanzi “Cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R. R. Martin; la produzione di “Les Revenants” si è avvalsa della collaborazione (nel ruolo di sceneggiatore) dello scrittore francese Emmanuel Carrère; qui in Italia aspettiamo la serie tv tratta dalla saga de “L’amica geniale” di Elena Ferrante (per la sceneggiatura di Francesco Piccolo); di recente la Amblin Entertainment, la casa di produzione di Steven Spielberg, e il canale americano SyFy hanno annunciato la collaborazione per realizzare una serie tv tratta dal noto romanzo di Aldous HuxleyIl mondo nuovo” (classico della letteratura distopica). E poi (per rimanere in casa nostra)… come non pensare alla serie televisiva de Il commissario Montalbano tratta dai romanzi di Andrea Camilleri? Insomma: di esempi non ne mancano e potremmo farne tanti altri (e se guardassimo al passato, pensando alle serie tv storiche prodotte nei decenni precedenti, il campo si allargherebbe ulteriormente). In ogni caso, più di che competizione tra romanzo e serie televisiva (con vittoria della seconda sul primo), forse sarebbe opportuno parlare di commistione e di reciproco supporto (le serie tv di successo contribuiscono moltissimo alla vendita dei romanzi da cui sono tratte).
C’è da dire, inoltre, che il mondo di Hollywood guarda con molta attenzione al fenomeno in questione (e già da parecchi anni). Le stelle del grande schermo non ci pensano due volte a tuffarsi nel mare delle opportunità offerte dal piccolo schermo (le serie tv, oggi, sono guardate – ancora più dei “movie” – su diversi supporti: dai megaschermi casalinghi degli home theatre a quelli dei pc, dai tablet agli smartphone, ecc.). Giusto per fare un esempio, (il due volte Premio Oscar) Kevin Spacey non ci ha pensato due volte nell’accettare il ruolo di protagonista (Frank Underwood) nella citata serie “House of Cards” (peraltro affiancato dalla ottima Robin Wright): e milioni di persone in tutto il mondo sono rimaste incollate ai teleschermi per assistere all’ascesa politica del cinico e senza scrupoli deputato del Partito Democratico Frank Underwood che, da capogruppo di maggioranza al Congresso, conquista lo scranno di Presidente degli Stati Uniti d’America.
Sono tante le star di Hollywood che farebbero “carte false” (giusto per rimanere in tema con “House of Cards”) per accedere al ruolo di protagoniste di serie televisive da primato. Matt Dillon, per esempio, è il protagonista di “Wayward Pines” (adattamento televisivo del bestseller “I misteri di Wayward Pines“, romanzo di Blake Crouch), serie appena approdata in tv. Si è parlato di evento “epocale”, giacché la serie sta andando in onda in contemporanea mondiale in 125 paesi (a partire dal 14 maggio di quest’anno). “Quando ho letto gli script dei primi due episodi ho creduto davvero di essere finito dentro un libro“, ha affermato Dillon. “Ho pensato: wow, qui dentro c’è davvero un mondo“. E alla domanda ‘preferisci recitare in un film o in una serie?’, Dillon risponde così: “Amo il cinema, mi piace la magia del grande schermo e il modo in cui un film possa realmente cambiarti la vita. Tuttavia, la televisione ha un incredibile potenziale creativo perché, grazie alla serialità, permette di raccontare storie impensabili per un film. Che poi è la parte più bella del mio lavoro, raccontare storie“.
Raccontare storie, dunque. E qui torniamo a Letteratitudine… e a questa rubrica dedicata alle serie tv.

Il titolo è “Storie (in) Serie” ed è stato proposto da Carlotta Susca (foto accanto), a cui ho affidato il coordinamento della rubrica (uno spazio che sarà arricchito da recensioni, interviste e contributi di vario genere incentrati sulle serie tv ).
Ho conosciuto Carlotta nel 2012, nel corso dell’evento “k.Lit – Il Festival dei Blog Letterari“, e ho avuto modo di apprezzare il suo ottimo saggio “David Foster Wallace nella casa stregata” (Stilo). Tra le altre cose, Carlotta è una delle anime di “STORIE (IN) SERIE” (la rassegna dedicata alle Serie Tv organizzata a Bari) e dunque un grande conoscitrice delle tematiche in questione.
Ringrazio, dunque, Carlotta per la collaborazione… e ringrazio voi, amiche e amici di Letteratitudine, che vorrete seguirci in questa nuova avventura di… Storie (in) Serie.

P.s. Lascio la sezione commenti “aperta” per vostri eventuali contributi.

* * *

Carlotta Susca (1984) è una consulente editoriale e organizzatrice di eventi sulla narrazione nelle sue varie forme, anche quelle seriali; è docente del laboratorio di Editoria libraria e multimediale presso l’università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’ e insegna editoria e scrittura in vari corsi e workshop.
È autrice del saggio David Foster Wallace nella casa stregata. Una scrittura fra postmoderno e nuovo realismo (Stilo Editrice) e collabora con alcuni blog, per cui recensisce libri, film e serie tv. (continua…)

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lunedì, 20 aprile 2015

OMAGGIO A GÜNTER GRASS

Il 13 aprile 2015, a Lubecca, è morto Günter Grass scrittore tedesco insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1999 (motivazione: “le cui licenziose fiabe ritraggono la faccia dimenticata della storia”).

Il tamburo di lattaNoto soprattutto per il romanzo d’esordio “Il tamburo di latta” (1959), nonché primo scritto della Trilogia di Danzica (che comprende anche “Gatto e topo” del 1961 e “Anni di cani” 1963), Günter Grass è senz’altro uno dei massimi scrittori tedeschi della seconda metà del Novecento.

Nella tradizione di Letteratitudine, dedico questo “spazio” alla memoria di Günter Grass con l’intento di celebrarlo, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere questo grande autore di calibro internazionale a chi non ha ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.

Pongo, di seguito, alcune domande volte a favorire la discussione…

1. Che rapporti avete con le opere di Günter Grass?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. E l’opera della Grass che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” di Grass di cui avete memoria (o in cui, magari, vi siete imbattuti in questa occasione)… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. Qual è l’eredità che Günter Grass ha lasciato nella letteratura mondiale?

Qualunque tipo di contributo sulla vita e sulle opere di Günter Grass (citazioni, stralci di brani, considerazioni, recensioni, link a video e quant’altro) è gradito.

Siete tutti invitati a intervenire, dunque.

Vi ringrazio anticipatamente per la partecipazione.

Massimo Maugeri
(continua…)

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sabato, 7 marzo 2015

RATPUS va in scena

ratpus“RATPUS” VA IN SCENA

di Massimo Maugeri

Care amiche e cari amici di Letteratitudine,
sono molto lieto di condividere con voi una bella notizia che mi riguarda (e che qualcuno di voi conosce già).
Un mio personaggio letterario, che amo molto, la Cetti Curfino di un mio vecchio racconto intitolato “Ratpus“, prenderà vita a teatro.

Ratpus” andrà in scena con la riduzione, l’adattamento e la regia di Manuel Giliberti (autore della monografia teatrale “Bravo lo stesso” per i tipi di Lombardi Editori dedicata al teatro di Piera degli Esposti, consulente artistico dell’Istituto Nazionale Dramma Antico di Siracusa, regista, tra l’altro dello spettacolo dell’Accademia Giusto Monaco dell’Inda, in scena al Teatro Greco di Siracusa nel maggio del 2014 “Verso Argo”). A interpretare la protagonista, Cetti Curfino, sarà Carmelinda Gentile, già, tra l’altro, Ismene al fianco di Giorgio Albertazzi nell’”Edipo a Colono” in scena nel 2009 al Teatro Greco di Siracusa, ma conosciutissima dal grande pubblico anche grazie al ruolo di Beba del “Commissario Montalbano” televisivo. A eseguire dal vivo le musiche originali che ha composto per lo spettacolo, Antonio Di Pofi, autore delle musiche per l’”Agamennone” di De Fusco in scena la stagione del 2014 al Teatro Greco di Siracusa. Completa il cast tecnico Lidia Agricola, che firma scene e costumi.

* * *

IL TOUR DEGLI SPETTACOLI

- MESSINA:
nell’ambito di “
Atto Unico. Scene di Vita, Vite di Scena” di QuasiAnonima Produzioni. Lo spettacolo è andato in scena il 23 novembre 2015, a Messina,  presso la Chiesa di Santa Maria Alemanna in doppia replica (alle ore 18 e alle ore 21).

- CATANIA:
giorno 8 marzo 2015, a Catania, alle h. 18, presso il Teatro del Canovaccio (Via Gulli, 12, Catania)

- SIRACUSA:

28 marzo 2015, h. 21

29 marzo 2015, h. 18

ANTICO MERCATO ORTIGIA – VIA TRENTO, N. 2

(giovedì 26 marzo, h. 21 – serata extra per gli studenti)

- NOTO:
27 luglio 2015, nell’ambito dell’iniziativa “Atto Unico” di EFFETTO NOTO,  – Noto (Sr), alle h. 21:30, presso Largo Landolina

[E ci saranno tante altre date ancora... in giro per l'Italia e forse anche all'estero]


* * *

Qui di seguito, il video promozionale dello spettacolo con l’interpretazione di Carmelinda Gentile.

Due parole sul personaggio…
(continua…)

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lunedì, 5 gennaio 2015

OMAGGIO A PINO DANIELE

OMAGGIO A PINO DANIELE (Napoli, 19 marzo 1955 – Roma, 4 gennaio 2015)

Quando ci lascia un artista, scompare un po’ di luce che la sua arte aveva contribuito a generare. E tuttavia rimangono vive le sue opere, stelle accese sul firmamento della bellezza.

Dedichiamo questo spazio alla memoria di Pino Daniele, invitando i frequentatori del blog a lasciare un commento volto a commemorare l’artista scomparso.
Di seguito, due video che abbiamo selezionalo da YouTube.
Tra i commenti del post, la rassegna stampa dedicata alla morte di Pino Daniele.

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Il sito ufficiale di Pino Daniele. (continua…)

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lunedì, 14 luglio 2014

OMAGGIO A NADINE GORDIMER

È MORTA NADINE GORDIMER.

Il 13 luglio 2014, a Johannesburg, all’età di 90 anni (a causa di un tumore al pancreas), è morta la scrittrice sudafricana vincitrice del Booker Prize nel 1974 e del Premio Nobel per la letteratura nel 1991.

La ricordiamo proponendo questo video con traduzione in italiano (invitando i frequentatori del blog a intervenire per commemorarla)

Nadine Gordimer è nata a Johannesburg, il 20 novembre 1923. È stata una scrittrice sudafricana di grande successo. Ha ricevuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti, tra cui: il Booker Prize nel 1974 e il Premio Nobel per la letteratura nel 1991. Nel gennaio 2007 le è stato assegnato il Premio Grinzane Cavour.

Nella tradizione di Letteratitudine, dedico questo “spazio” alla memoria di Nadine Gordimer con l’intento di celebrarla, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere questa grande scrittrice di calibro internazionale a chi non ha ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere, tra cui (ne cito qualcuna): Un ospite d’onore (1970), Il Conservatore (1974), Qualcosa là fuori (1984).

La Gordimer con il suo impegno e le sue opere ha avuto un ruolo importante nella lotta contro l’apartheid.

Pongo, di seguito, alcune domande volte a favorire la discussione…
(continua…)

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mercoledì, 11 giugno 2014

IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI ANNA MARIA ORTESE

anna-maria-orteseIl 13 giugno 1914 nasceva, a Roma, Anna Maria Ortese (morì, a Rapallo, il 9 marzo 1998).
A cento anni dalla nascita, nella tradizione di Letteratitudine, vorrei ricordarla con il vostro aiuto.

Dedico, dunque, questo “spazio” alla memoria di Anna Maria Ortese con l’intento di celebrarla, ma anche con l’obiettivo (e la speranza) di contribuire a far conoscere questa nostra grande  scrittrice a chi non ha ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere, tra cui vanno citate senz’altro (giusto per ricordarne qualcuna): Il mare non bagna Napoli (1953, premio Viareggio), L’iguana (1965), Poveri e semplici (1967, Premio Strega), Il porto di Toledo (1975), Il cardillo addolorato (1993) e Alonso e i visionari (1996)…

Su LetteratitudineNews ospiterò alcuni contributi “speciali” (che saranno online già da domani mattina), ma chiedo a tutti di partecipare all’iniziativa lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Anna Maria Ortese e la sua produzione letteraria.

Pongo, di seguito, alcune domande volte a favorire la discussione…

1. Che rapporti avete con le opere di Anna Maria Ortese?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. E l’opera della Ortese che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra i suoi racconti, qual è quello che preferite?

5. Tra le varie “citazione” della Ortese di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

6. A cento anni dalla nascita, qual è l’eredità che Anna Maria Ortese ha lasciato nella letteratura italiana?

Come ho precisato sopra, qualunque tipo di contributo sulla vita e sulle opere di Anna Maria Ortese (citazioni, stralci di brani, considerazioni, recensioni, link a video e quant’altro) è gradito.
Siete tutti invitati a intervenire, dunque.

Vi ringrazio anticipatamente per la partecipazione.

Di seguito, vi propongo alcuni video relativi a un servizio della RAI dedicato alla Ortese.

Massimo Maugeri
(continua…)

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venerdì, 18 aprile 2014

OMAGGIO A GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ

Ieri, 17 aprile 2014, è scomparso lo scrittore e premio Nobel per la letteratura Gabriel García Márquez (era nato a Aracataca, 6 marzo 1927). Sapevamo che le sue condizioni di salute erano precarie: il 3 aprile scorso era stato ricoverato in un ospedale di Città del Messico a causa dell’aggravarsi di una polmonite.
Il patrimonio letterario e culturale che ci lascia García Márquez è immenso, a prescindere dal conferimento del Premio Nobel per la Letteratura (avvenuto nel 1982).
Il suo romanzo più celebre, “Cent’anni di solitudine“, è stato votato, durante il IV Congresso internazionale della Lingua Spagnola, tenutosi a Cartagena nel marzo del 2007, come seconda opera in lingua spagnola più importante mai scritta, preceduta solo da Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes.
Vorrei ricordarle Gabriel García Márquez in questo post, con il vostro preziosissimo contributo.
Dedico dunque questo “spazio” alla memoria di “Gabo”, anche con l’auspicio di contribuire a far conoscere questo autore a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare García Márquez e la sua produzione letteraria. Seguono alcune domande volte a favorire la discussione.

1. Che rapporto avete con le opere di Gabriel García Márquez?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. Qual è quella che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” di García Márquez di cui avete memoria (o che magari avrete modo di leggere per questa occasione)… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. Qual è l’eredità che García Márquez ha lasciato nella letteratura mondiale?

Di seguito, per celebrarlo, il video con una breve intervista (rilasciata qualche anno fa a Gianni Minoli).
Grazie in anticipo per la vostra partecipazione.

Massimo Maugeri


(continua…)

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mercoledì, 22 gennaio 2014

MAMMA ROMA, di Pier Paolo Pasolini

pellicole-italicheIl nuovo appuntamento della rubrica PELLICOLE ITALICHE da rivedere, curata da Gordiano Lupi, è dedicato a uno dei più grandi film girati da Pier Paolo Pasolini: “Mamma Roma” (con indimenticabile interpretazione di Anna Magnani).

Il post si presta per discutere del cinema di Pasolini e della figura della Magnani (di cui avevamo già avuto modo di occuparci in quest’altro post).

Di seguito, oltre all’articolo di Lupi, la locandina e la prima parte del film.

Massimo Maugeri

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MAMMA ROMA (1962) – di Pier Paolo Pasolini

recensione di Gordiano Lupi

Regia: Pier Paolo Pasolini. Soggetto e Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini. Consulente ai dialoghi: Sergio Citti. Fotografia: Tonino Delli Colli. Montaggio: Nino Baragli. Scenografia: Flavio Mogherini. Musiche: Carlo Rustichelli (rimaneggia Antonio Vivaldi). Aiouto Regia: Carlo Di Carlo.Assistente Alla Regia: Gianfrancesco Salma. Produttore: Alfredo Bini. Produzione: Arco Film (Roma). Distribuzione: Cineriz. Interni: Incir De Paolis (aprile – giugno 1962). Esterni: Roma, Frascati, Guidonia, Subiaco. Durata: 115’. Genere: Drammatico. Prima: XXIII Mostra di Venezia, agosto 1962. Premio Mostra di Venezia della FICC (Federazione Italiana Circoli di Cinema). Interpreti: Anna Magnani (Mamma Roma), Ettore Garofolo (Ettore), Franco Citti (Carmine), Silvana Corsini (Bruna), Luisa Orioli (Biancofiore), Paolo Volponi (il prete), Luciano Gonini (Zaccarino), Vittorio La Paglia (il signor Pellisser), Piero Morgia (Piero), Leandro Santarelli (Bengalo, il Roscio), Emanuele di Bari (Gennarino, il Trovatore), Antonio Spoletini, Nino Bionci, Roberto Venzi, Nino Venzi, Maria Bernardini, Santino Citti, Lamberto Maggiorani, Franco Ceccarelli, Marcello Sorrentino, Sandro Meschino, Franco Tovo, Pasquale Ferrarese, Renato Montalbano, Enzo Fioravanti, Elena Cameron, Maria Benati, Loreto Ranalli, Mario Ferraguti, Renato Capogna, Fulvio Orgitano, Renato Troiani, Mario Cipriani, Paolo Provenzale, Umberto Conti, Sergio Profili, Gigione Urbinati.

Pier Paolo Pasolini realizza il secondo film da regista e aggiunge un importante tassello al suo viaggio nell’umanità dolente delle borgate romane. Accattone (1961) mostra il mondo del sottoproletariato urbano della capitale visto dalla parte del maschio, con un grande Franco Citti, sublime interprete del ragazzo di vita pasoliniano. Pasolini continua l’adattamento cinematografico della sua opera letteraria (Ragazzi di vita, Una vita violenta, Il sogno d’una cosa, Poesia in forma di rosa…), definendo un discorso aperto da sceneggiature importanti come La notte brava (1959), di Mauro Bolognini, tratto proprio da Ragazzi di vita. Accattone narra la vita quotidiana dei ragazzi delle borgate romane, tra litigi, notti insonni, bravate, giornate all’osteria, piccoli furti e prostitute. La Borgata Gordiani viene messa in primo piano da sapienti movimenti di macchina, carrellate, poetiche panoramiche, primi piani e mirabili piani sequenza.
Mamma Roma gode della stessa ambientazione borgatara di Accattone, ma la protagonista è una donna, Anna Magnani nei panni di una prostituta romana che vuole cambiare vita per dedicarsi al figlio Ettore. Sergio Citti è fondamentale come consulente per i dialoghi in romanesco, recitati da attori dilettanti, a parte la grandissima Magnani. Le tematiche sono quelle care a Pasolini che accompagneranno tutta la sua vita artistica: gli emarginati, il sottoproletariato confinato in un ghetto di incomunicabilità con le altre classi sociali, la sconfitta del diseredato, l’impossibilità di affrancarsi da un destino di sofferenza. Anna Magnani non lega con il regista, le rispettive visioni del mondo non coincidono, ma nonostante tutto regala un’interpretazione memorabile. La sua Mamma Roma è una madre coraggio in pena per la sorte d’un figlio ribelle, in preda alle tempeste adolescenziali, che contraccambia il suo amore ma non lo sa esprimere. “Mia madre? A me che me frega di mia madre? In fondo credo di volerle bene, perché se morisse mi metterei a piangere”, confessa a Bruna, la ragazza che lo fa diventare uomo. Vediamo in breve la trama. Mamma Roma (Magnani) decide di abbandonare la vita da prostituta quando Carmine (Citti), il protettore, si sposa, liberandola da ogni obbligo. La donna decide di dedicarsi anima e corpo al figlio, Ettore (Garofolo), che non sa niente del suo mestiere ed è cresciuto nella vicina Guidonia. Mamma Roma si mette a vendere frutta e verdura, si trasferisce in un appartamento alla periferia di Roma, segue il figlio, cerca di indirizzarlo nelle scelte femminili e di trovargli un lavoro. Mamma Roma non vuole che il ragazzo faccia la sua fine, che si seppellisca nella periferia romana, ma sogna per lui un futuro di tranquillità, con un lavoro rispettabile. A un certo punto il protettore torna a cercare Mamma Roma e la riporta sulla strada, come il passato che non si può cancellare, l’ineluttabilità del destino. Ettore viene a sapere da Bruna quale sia la vera professione della mamma, per reazione comincia a delinquere, infine viene arrestato dopo per aver rubato una radiolina a un degente dell’ospedale. Finale melodrammatico: il ragazzo muore in carcere, legato a un letto di contenzione, in preda a un delirio febbrile.
Il film è dedicato allo storico dell’arte Roberto Longhi e certe rappresentazioni scenografiche sono pittoriche, grazie alla collaborazione di Flavio Mogherini, futuro regista di scuola pasoliniana. Il finale, con il ragazzo che muore legato al letto del carcere, ricorda un Cristo del Mantegna, una scena da struggente deposizione. Carlo Rustichelli compone una colonna sonora basata sulle musiche sinfoniche di Antonio Vivaldi che accompagna sequenze poetiche fotografate in un livido bianco e nero. Violino tzigano, di tanto in tanto, interrompe la musica barocca e porta in primo piano note di musica popolare. Il ritmo è lento, cadenzato, tra piani sequenza della periferia, panoramiche, dialoghi in romanesco. Puro cinema, una gioia per gli occhi vedere una Roma notturna e seguire le passeggiate logorroiche di mamma Roma che racconta episodi di vita mescolando fantasia e realtà. Pasolini narra per immagini un’umanità dolente che sogna un riscatto impossibile ma deve rassegnarsi a un destino infelice.
(continua…)

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lunedì, 9 dicembre 2013

CAPACITA’ NASCOSTE (la prima antologia diversamente thriller)

La prima volta che ebbi modo di “ospitare” Sergio Rilletti fu nell’ambito di questo vecchio post di Letteratitudine datato 2 marzo 2007. In seguito, il 16 marzo 2007, pubblicai il racconto SOLO (dove Sergio racconta una vicenda “difficile” che lo ha riguardato e che gli sta particolarmente a cuore). Lo stesso post fu poi aggiornato il 16 giugno 2009, con l’inserimento di un nuovo testo. In uno di questi post ebbi modo di definire Sergio come un… “abilmente diverso“. Queste diversità, in effetti, convergono – a mio modo di vedere – nelle due seguenti abilità: talento e tenacia.

Sergio racconta di se stesso in questo post di LetteratitudineNews, dove – tra le altre cose – parla delle sue capacità: “Capacità, più o meno nascoste, scoperte da tre lungimiranti maestre dell’asilo, quando, all’età di 5 anni, infilandomi un guantino dal quale spuntava il solo dito indice della mano destra, mi indussero a scrivere a macchina. Non sapendo assolutamente che razza di macchina per scrivere umana stavano mettendo in moto”.

Capacità nascoste. La prima antologia diversamente thrillerIl talento e la tenacia di Sergio l’hanno spinto, in questi anni, a creare un personaggio seriale (Mister Noir) e a collaborare a varie iniziative letterarie. La più recente riguarda la pubblicazione di un’antologia intitolata “Capacità nascoste” (edita da No Replay): una raccolta di racconti, curata da Sergio Rilletti, dove i protagonisti sono personaggi diversamente abili. Nonostante i loro handicap, e nell’ambito di atmosfere rigorosamente thriller, questi personaggi riescono ad affrontare e risolvere situazioni di pericolo proprio grazie alle proprie capacità.  Oltre ad aver ridato spazio al proprio personaggio seriale (il già citato Mister Noir), Sergio è riuscito a coinvolgere tanti bravi autori (tra cui A. Pinketts, Claudia Salvatori, Marilù Oliva, Luca Crovi, Andrea Carlo Cappi, Patrizia Debicke Van der Noot, Giuseppe Lippi, e talenti emergenti che, con la loro sensibilità, hanno voluto mostrare la disabilità in modo diverso).

Avevo promesso a Sergio che, nella tradizione di Letteratitudine, avrei organizzato un dibattito online dedicato a “Capacità nascoste”. Ed eccoci qua…
(continua…)

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mercoledì, 6 novembre 2013

IL CAIMANO, di Nanni Moretti

Il nupellicole-italicheovo appuntamento della rubrica PELLICOLE ITALICHE da rivedere, curata da Gordiano Lupi, è dedicato a uno dei più celebri film di Nanni Moretti: “Il caimano”.

Se vi va, potremmo cogliere l’occasione e approfittare di questo post per discutere del cinema di Moretti in generale.

Di seguito, oltre all’articolo di Lupi, la locandina e il trailer del film.

Massimo Maugeri

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IL CAIMANO (2006) – di Nanni Moretti

recensione di Gordiano Lupi

Regia: Nanni Moretti. Soggetto: Nani Moretti, Heidrun Schleefer. Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Federica Pontremoli. Fotografia: Arnaldo Catinari. Montaggio: Esmeralda Calabria. Musiche. Franco Piersanti. Scenografia: Giancarlo Basili. Costumi: Lina Nerli Taviani. Genere: Commedia, Drammatico, Politico. Durata: 112’. Produttore: Angelo Barbagallo e Nanni Moretti. Case di Produzione: Sacher Film, Bac Films, Stephan Films, France 3 Cinema, con la collaborazione di Wild Bunch, Canal+, Cinecinema. Distribuzione: Sacher Distribuzione. Interpreti: Silvio Orlando (Bruno Bonomo), Margherita Buy (Paola Bonomo/ Aidra), Jasmine Trinca (Teresa, la regista), Michele Placido (Michele Pulici/Silvio Berlusconi), Elio De Capitani (Silvio Berlusconi), Paolo Sorrentino (cammeo in Cateratte), Paolo Virzì (cammeo in Cateratte), Giuliano Montaldo (Franco Caspio, vecchio regista), Tatti Sanguineti (Beppe Savonese, il critico), Toni Bertorelli (Indro Montanelli), Lucia Arikò (Marica, la sceneggiatrice), Nanni Moretti (se stesso/Silvio Berlusconi), Jerzy Stuhr (Jerzy Sturovsky, produttore polacco), Matteo Garrone (direttore della fotografia), Luisa De Santis (Marisa, la segretaria di Bonomo), Anna Bonaiuto (Ilda Bocassini), Valerio Mastandrea (Cesari, il finanziere), Sofia Vigliar (baby-sitter), Cecilia Dazzi (Luisa), Carlo Mazzacurati (cameriere), Antonio Petrocelli (legale del caimano), Dario Cantarelli (critico gastronomico).

Locandina Il caimanoIl caimano è un film importante, tra i migliori realizzati da Nanni Moretti, non tanto per la feroce critica allo stile di vita incarnato dal modello berlusconiano, quanto per la piccola storia di fallimento esistenziale raccontata da uno straordinario protagonista. Silvo Orlando si cala con partecipazione nei panni di Bruno Bonomo, un produttore cinematografico che sta attraversando un periodo difficile, professionale e sentimentale. Negli anni Settanta faceva furore con il cinema trash, pellicole di genere dai titoli improbabili (Maciste contro Freud, Viterbo violenta, Violenza a Cosenza, Mocassini assassini, La vendetta di Aidra e il mitico Cateratte), la moglie (Buy) era al suo fianco e interpretava il ruolo di Aidra, eroina vendicatrice assetata di sangue. Adesso tutto è finito: la casa di produzione sta per fallire, il matrimonio va a pezzi, anche se il produttore è ancora innamorato della moglie, gli amici lo abbandonano, persino un vecchio collega (Montaldo) è stanco di lavorare per lui. A un certo punto si presenta una giovane regista (Trinca) con una sceneggiatura intitolata Il caimano, che lui scambia per cinema di genere, mentre si tratta di un film politico su Silvio Berlusconi. Bonomo dopo alcuni tentennamenti decide di fare il film, anche se in passato non ha mai voluto fare film impegnati, cerca un produttore polacco, un attore importante (Placido) e parte per l’avventura con una troupe di fedelissimi. Il mondo, intanto, gli crolla intorno, sua moglie vede un’altra persona, lui è costretto a incontrare i figli in uno squallido residence, il vecchio regista gli ruba un progetto su Cristoforo Colombo e persino l’attore importante abbandona il progetto Berlusconi. Bonomo è sull’orlo del fallimento, ma con i pochi soldi che gli restano gira un giorno della vita di Silvio Berlusconi: il processo al caimano, che si conclude con una profetica condanna a sette anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Finale imprevedibile con Berlusconi (Moretti) che esce dal Palazzo di Giustizia tra gli applausi mentre il popolo si ribella ai magistrati e li colpisce con sassate e bombe molotov.

(continua…)

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mercoledì, 9 ottobre 2013

IN MEMORIA DI GIULIANO GEMMA

Il secondo appuntamento della rubrica PELLICOLE ITALICHE da rivedere, curata da Gordiano Lupi, abbiamo voluto dedicarlo all’attore Giuliano Gemma, che è scomparso pochi giorni  fa (il 1° di ottobre) a causa di un incidente automobilistico. Tutti coloro che vorranno intervenire lasciando commenti volti a ricordare Giuliano Gemma (con riferimenti a uno o più film in particolare) saranno i benvenuti.

Qui di seguito troverete un articolo di Gordiano Lupi e la recensione del film “Arrivano i Titani” (1961) di Duccio Tessari (Giuliano Gemma era nel cast nei panni di Crios). In coda, il video con la presentazione dello stesso Tessari e uno spezzone del film.

Ringrazio tutti in anticipo per la partecipazione.

Massimo Maugeri

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Giuliano Gemma, l’eroe della mia generazione

di Gordiano Lupi

Giuliano Gemma (1938 – 2013) rappresenta buona parte della mia infanzia. La prima volta che l’ho visto al cinema – in una saletta di terza visione nel quartiere operaio della mia città – vestiva i pani di Ringo e si faceva chiamare Montgomery Wood. Credevo che fosse americano, pure mio padre lo pensava, lui che disprezzava il western italiano, ma era andato in delirio per tutte le pellicole di Sergio Leone, convinto che fossero interpretate da attori d’oltreoceano. Magia degli pseudonimi, ma pure magia del ricordo d’un bambino che stringeva un pacchetto di semi, varcava le porte del Cinema Teatro Sempione (scomparso nella nebbia del tempo perduto) per andare a vedere un peplum, al tempo che manco sapeva cosa volesse dire peplum, come Arrivano i Titani. Da grande quel bambino avrebbe scoperto che sia i due Ringo (Una pistola per Ringo, Il  ritorno di Ringo) che il peplum erano opera di Duccio Tessari, un regista italiano che avrebbe usato spesso Giuliano Gemma (Kiss kiss… bang bang, Vivi o preferibilmente morti, Tex e il signore degli abissi), considerandolo un suo attore feticcio. Abbiamo trovato un ricordo di Giuliano Gemma che fa riferimento a quel periodo storico: “Il primo film che ho fatto con Tessari è Arrivano i Titani, un lavoro che smitizza il peplum dove recito con il mio vero nome. Il primo western che ho interpretato è Una pistola per Ringo (1965), film in cui nasce il mio pseudonimo, Montgomery Wood. Si trattava di una condicio sine qua non per fare il film, imposta dalla produzione che voleva venderlo come nordamericano. Era una moda. Mi obbligarono e lo pseudonimo lo scelse il produttore. A me andava bene tutto. Sono riuscito a usare il mio vero nome solo a partire dal terzo western come protagonista. Ho fatto due western della serie Ringo, entrambi con Tessari, tutti e due buoni lavori, ma fondamentalmente diversi l’uno dall’altro. Una pistola per Ringo è un film ironico, nelle corde di Tessari, girato con il suo inconfondibile stile. Il ritorno di Ringo è un film drammatico, ispirato all’Odissea. Il primo è più divertente, il secondo più serio. (continua…)

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venerdì, 20 settembre 2013

GIORNATA MONDIALE DELL’ALZHEIMER

Sabato 21 settembre 2013 si celebra la XX Giornata Mondiale dell’Alzheimer.

Di questa terribile malattia abbiamo avuto modo di occuparcene qui a Letteratitudine in un post del 14 dicembre 2010 (dedicato al romanzo “Perdersi” di Lisa Genova, edito da Piemme). Lo ripropongo qui di seguito, dato che – tra i commenti – potrete trovare (o ritrovare) notizie utili.

PerdutamenteTornando alla letteratura, ci sono diversi libri che in questi anni si sono occupati dell’Alzheimer. Di recente, in Italia, è uscito Perdutamente” di Flavio Pagano (Giunti, 2013) di cui conto di pubblicare uno stralcio nei prossimi giorni.

Ne approfitto, infine, per segnalare questo articolo su “La Stampa“.

Questo, invece, è il link al sito della Federazione Alzheimer Italia.

Eventuali commenti e contributi saranno più che graditi.

Massimo Maugeri

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Post del 14 dicembre 2010

E SE I VOSTRI IERI SCOMPARISSERO FINO A… PERDERSI?
(continua…)

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giovedì, 12 settembre 2013

DAVID FOSTER WALLACE

Il 12 settembre 2008 moriva lo scrittore statunitense David Foster Wallace (nato il 21 febbraio 1962), autore di opere importanti come “La scopa del sistema“, “La ragazza con i capelli strani“, “Infinite Jest” (giusto per citarne qualcuna).
A cinque anni dalla scomparsa, vorrei ricordarlo riproponendo questo post.
Ne approfitto per segnalare quest’altro post, in tema, pubblicato su LetteratitudineNews.
Massimo Maugeri

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Post del 14 settembre 2008
Il 12 settembre si è suicidato lo scrittore americano David Foster Wallace.
Aveva 46 anni. Si è ucciso impiccandosi nella sua abitazione di Claremont, in California. Il cadavere è stato rinvenuto dalla moglie, Karen Green, alle ore 21.30.
Foster Wallace è diventato un autore di culto (anche se non mancano i detrattori), soprattutto in seguito alla pubblicazione dell’opera monumentale “Infinite Jest” (più di mille pagine… qui in Italia pubblicato prima da Fandango e poi da Einaudi).
Un altro scrittore che si aggiunge alla lista degli artisti della penna che hanno deciso di spegnere l’interruttore dell’esistenza (e potremmo anche discutere sul tema difficilissimo del suicidio).
Tempo fa lo stesso Wallace ebbe modo di sostenere: “Succedono cose davvero terribili. L’esistenza e la vita spezzano continuamente le persone in tutti i cazzo di modi possibili e immaginabili” (da Brevi interviste con uomini schifosi).

Quella che segue, invece, è una citazione tratta da “Infinite Jest”:
La persona che ha una così detta “depressione psicotica” e cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette “per sfiducia” o per qualche altra convinzione astratta che il dare e avere nella vita non sono in pari. E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente. La persona in cui l’invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme. Non vi sbagliate sulle persone che si buttano dalle finestre in fiamme. Il loro terrore di cadere da una grande altezza è lo stesso che proveremmo voi o io se ci trovassimo davanti alla finestra per dare un’occhiata al paesaggio; cioè la paura di cadere rimane una costante. Qui la variabile è l’altro terrore, le fiamme del fuoco: quando le fiamme sono vicine, morire per una caduta diventa il meno terribile dei due terrori. Non è il desiderio di buttarsi; è il terrore delle fiamme. Eppure nessuno di quelli in strada che guardano in su e urlano “No!” e “Aspetta!” riesce a capire il salto. Dovresti essere stato intrappolato anche tu e aver sentito le fiamme per capire davvero un terrore molto peggiore di quello della caduta.

Rattristato dalla notizia della morte mi piacerebbe ricordare David Foster Wallace, il suo talento letterario e la sua opera principale: “Infinite Jest“, appunto. Qualcuno di voi ha letto questo libro?

Di seguito potrete leggere l’estratto di un’intervista – pubblicata su Repubblica del 23 dicembre 2000 – che Foster Wallace rilasciò ad Antonio Monda.
Massimo Maugeri
(continua…)

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lunedì, 9 settembre 2013

OMAGGIO A ALBERTO BEVILACQUA

Oggi, 9 settembre 2013, a Roma, è morto Alberto Bevilacqua. Artista poliedrico (scrittore, regista, sceneggiatore, poeta e giornalista), era nato a Parma, 27 giugno 1934.

Nei primi anni cinquanta aveva iniziato a pubblicare i suoi scritti su invito di Mario Colombi Guidotti, responsabile del supplemento letterario della Gazzetta di Parma. La sua prima raccolta di racconti, “La polvere sull’erba“, (1955), ebbe l’apprezzamento di Leonardo Sciascia.
Nel 1961 pubblicò la raccolta di poesie “L’amicizia perduta“.
Il successo internazionale arrivò con “La Califfa” (1964). La Califfa è una bellissima ragazza di origine popolare che diventa l’amante di Annibale Doberdò: l’industriale più potente della città, una sorta di Mastro-don Gesualdo, autorevole e spregiudicato… La protagonista di questo romanzo, Irene Corsini, inaugura la galleria dei grandi personaggi femminili di Bevilacqua.

Nel 1966 Bevilacqua vinse il Premio Campiello con il romanzo “Questa specie d’amore” (di questo romanzo ne curò la trasposizione cinematografica, vincendo il David di Donatello per il miglior film).

Con “L’occhio del gatto” (1968) vinse il Premio Strega. Si aggiudicò inoltre, per ben due volte, il Premio Bancarella: nel 1972 con “Il viaggio misterioso” e nel 1991 con “I sensi incantati“.

Hanno goduto di un buon successo anche gli ultimi libri pubblicati. Ricordiamo, tra gli altri: Anima amante (1996), Gialloparma (1997), Sorrisi dal mistero (1998), La polvere sull’erba (Einaudi 2000), Roma Califfa (2012 – segue video tratto da “Che tempo che fa”).

Nel 2010 la Mondadori gli ha dedicato un volume nella collana “I Meridiani”.

Nella tradizione di Letteratitudine, dedico questo “spazio” alla memoria di Alberto Bevilacqua. Come accaduto con altri artisti della scrittura che ci hanno lasciato, questo piccolo “tributo” vuole essere appunto un omaggio, ma anche un’occasione per far conoscere questo autore a chi non ha ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.

Come sempre chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Alberto Bevilacqua e la sua produzione letteraria.

Per favorire la discussione, vi propongo le seguenti domande…

1. Che rapporti avete con le opere di Alberto Bevilacqua?
2. Qual è quella che avete amato di più?
3. E l’opera di Bevilacqua che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?
4. Qual è la principale “eredità letteraria” che Bevilacqua ci lascia?

Ringrazio tutti, in anticipo, per i contributi che riuscirete a far pervenire…

Massimo Maugeri (continua…)

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giovedì, 18 luglio 2013

VEDUTE DALL’AUSTRALIA

letteratitudine-chiama-mondoTempo fa creai una sorta di rubrica intitolata LETTERATITUDINE CHIAMA MONDO. In coerenza con gli obiettivi allora delineati, conto di coinvolgere (all’interno di questo spazio) donne e uomini di cultura che risiedono in altri Paesi (e che – in un modo o nell’altro – hanno un legame con il nostro) per farci raccontare la realtà del luogo in cui vivono e come ci vedono da lì.
Cominciamo con un intervento che proviene dall’Australia offertoci dallo scrittore italo-australiano Antonio Casella (ne approfitto per ringraziarlo) che per tanti anni è stato direttore della Società Dante Alighieri di Perth.
Antonio Casella sarà disponibile a rispondere a vostre eventuali domande sull’Australia e sulle tematiche affrontate sul post.
Grazie, dunque, agli amici di questo blog per l’interesse e la partecipazione con cui seguiranno questi articoli.
A presto!

Massimo Maugeri

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L’ITALIA VISTA DALL’ESTERO: vedute dall’Australia

di Antonio Casella

Vivo in Australia dal 1959, vale a dire da una vita. Come tanti emigranti italiani del dopoguerra ho guardato il mio paese di nascita attraverso i decenni e gli oceani che ci separano con un misto di sentimenti che scorre dall’orgoglio alla delusione. E non manca mai un pizzico di nostalgia. Ma lasciamo stare la nostalgia, anche perché in Italia ci vengo con frequenza e poi, oggi come oggi, il mondo te lo porti in tasca sullo Smartphone e i sogni di terre lontane vengono schiacciati dalla realtà di Google Earth.
Ciò nonostante il desiderio di viaggiare, di vedere, di provare emozioni nuove è tuttora vivo. Come pure sopravvive forte il desiderio d’Italia fra la gente d’Australia. Migliaia di miei concittadini si recano ogni anno in Italia in cerca di storia, di arte, di architettura, di eleganza, di buona cucina, di panorami mozzafiato. Cosa paradossale, mentre l’Italia giace in mezzo a una crisi economica, politica e sociale di vaste dimensioni, all’estero il paese riesce ancora a far sognare la gente.
A Perth, nella mia città, c’è una scuola d’Italiano per adulti, gestita dalla Società Dante Alighieri, frequentata da un gruppo eterogeneo di giovani e anziani: gente di razza anglo-sassone o asiatica, altri che magari vantano un nonno, o addirittura un bisnonno italiano e vogliono riallacciare il legame con le proprie radici. Tutti hanno una cosa in comune, una grande passione per l’Italia.
Dice un proverbio inglese , ‘imitation is the best form of flattery.’ Ebbene posso assicurare che lo stile di vita italiano – almeno da come lo si immagina – è molto apprezzato ed emulato nelle città d’Australia. Gli emigranti italiani hanno dato un forte contributo alla rivalutazione dello stile di vita nella mia città di Perth. Tantissimi bar e ristoranti portano nomi italiani e sono gestiti da italiani. Senza dubbio l’Italia – talmente divisa ed autocritica dentro i propri confini – è molto amata all’estero.

L’Australia dei grandi spazi.
Ho l’impressione che sia pure vero il contrario, cioè che l’Australia goda di una reputazione eccellente in Italia (tutto sommato meritata). (continua…)

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lunedì, 24 giugno 2013

DIECI ANNI DALLA MORTE DI GIUSEPPE PONTIGGIA

Dieci anni fa, per l’esattezza il 27 giugno 2003, moriva a Milano (colpito da collasso circolatorio mentre era ancora in piena attività) lo scrittore e critico letterario italiano Giuseppe Pontiggia.
Era nato a Como, il 25 settembre 1934.
L’attività letteraria di Pontiggia è stata molto intensa (già a partire dalla sua collaborazione con la rivista d’avanguardia “Il Verri” diretta da Luciano Anceschi) nonostante il “vincolo” dei primi anni dovuto all’impegno assorbente del lavoro in banca. Da tale attività lavorativa (e dalla frustrazione che ne derivò), Pontiggia prese lo spunto per la scrittura del suo primo romanzo autobiografico “La morte in banca” (1959). Nel 1961 decise di lasciare l’impiego in banca e si dedicò all’insegnamento serale e alla letteratura (a partire da quell’anno curerà per la Mondadori l’Almanacco dello Specchio).

Nonostante la prematura scomparsa, la produzione letteraria di Pontiggia è molto ricca. Ricordiamo le seguenti opere di narrativa (oltre al già citato romanzo “La morte in banca”): “L’arte della fuga“, (Adelphi, 1968 – di recente riedito da Mondadori); “Il giocatore invisibile” (1978); “Il raggio d’ombra” (1983); “La grande sera” (1989 – Premio Strega); “Vite di uomini non illustri” (1994 – Premio SuperFlaiano); “Nati due volte” (2000 – Premio Campiello e Premio Società dei Lettori Lucca-Roma); “Prima persona” (Mondadori); “Il residence delle ombre cinesi” (2003, postumo). Ricordiamo altresì che le “Opere” di Pontiggia sono pubblicate nei «Meridiani» Mondadori, a cura e con introduzione di Daniela Marcheschi.
Tra i vari riconoscimenti tributati a Pontiggia, non bisogna dimenticare il conferimento del Premio Chiara alla carriera nel 1997.

A dieci anni dalla scomparsa, nella tradizione di Letteratitudine, mi piacerebbe ricordare questo nostro scrittore con il vostro indispensabile contributo. Dedico dunque questo “spazio” alla memoria di Peppo Pontiggia, anche con l’auspicio di contribuire a far conoscere questo autore a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Pontiggia e la sua produzione letteraria. Seguono alcune domande volte a favorire la discussione.

1. Che rapporto avete con le opere di Giuseppe Pontiggia?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. Qual è quella che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” di Pontiggia di cui avete memoria (o che magari avrete modo di leggere per questa occasione)… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. A dieci dalla morte, qual è l’eredità che Pontiggia ha lasciato nella letteratura italiana?

Grazie in anticipo per la vostra partecipazione.

Contestualmente, a partire da domani (e per qualche giorno), LetteratitudineNews accoglierà contributi dedicati a Pontiggia.

Massimo Maugeri (continua…)

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lunedì, 8 aprile 2013

OMAGGIO A PAOLO DE CRESCENZO

Pubblico con piacere questo contributo messomi a disposizione dall’amico Franco Pezzini, dedicato alla memoria di Paolo De Crescenzo (che ricordo con particolare affetto anche per via della sua partecipazione al dibattito di Letteratitudine dedicato alla “letteratura dei vampiri“).
Massimo Maugeri

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RICORDO DI PAOLO DE CRESCENZO

di Franco Pezzini

Ci sono persone che hanno la capacità di conciliare il sogno – con quanto di azzardato o cocciuto ciò comporti, perché un sogno è più che un’aspirazione, un forte interesse o persino una passione – con la sana concretezza, impastata di fatica quotidiana: persone che sanno insomma armonizzare i due termini, senza rinunciare al secondo ma senza mai permettere che il primo sia avvilito. Vorrei iniziare a ricordarlo così, Paolo De Crescenzo, rispondendo all’invito dell’amico Maugeri su uno spazio a lui dedicato.
Tengo poi da subito ad aggiungere qualcosa che non riguarda un semplice dettaglio del ritratto, ma la chiave e il combustibile di quella capacità: cioè la sovrabbondanza di umanità (burbera, ironica, esigente ma rispettosissima, affettuosa) che chiunque abbia frequentato un po’ Paolo non poteva non riconoscergli. E che rappresenta – è un discorso già fatto – una merce non troppo considerata sul listino degli interessi diffusi: eppure, senza retorica da coccodrilli, è ciò che rende speciale condividere con una persona, lavorarci insieme. E continuare a ricordarla – e farcela mancare – quando gli occhi si siano chiusi.
Molti aspetti della vita di Paolo sono stati richiamati nei primi articoli a caldo, i giorni successivi alla morte: testimonianze, in particolare, sull’avventura di fondazione e conduzione di una casa editrice votata all’horror di qualità, sullo stile delle scelte autorali, sulla costruzione di una “squadra” italiana, e in ultimo sulla parabola che attraverso crisi economica generale e malattia ha condotto al suo abbandono del timone – e su ciò non tornerei. Mi sembra invece importante riprendere un aspetto particolare dell’esperienza della Camelot gotica edificata in quel breve volgere d’anni, perché permette di non guardare soltanto indietro ma avanti, a un’eredità ideale, a un futuro.
Lo stile di Paolo era di far collaborare le persone. Per carità, in un contesto di base imprenditoriale, non per generico buonismo: eppure tale mettere insieme non era semplicemente funzionale a un risultato di cassa. Il progetto editoriale si configurava come culturale ad ampio raggio: non solo un portfolio di autori più o meno apprezzati dagli acquirenti, non solo una “scuderia” di penne di qualità per introduzioni e prefazioni ai romanzi, ma un bacino di interlocutori con cui confrontarsi e sognare. Di qui progetti continui, fino alla fine: progetti in molti casi portati avanti e approdati a esiti felici, in altri ridefiniti via via o abbandonati per scelta, in altri ancora caduti con la fine della sua direzione. E ciascuno di noi che (in forme diversissime) con Paolo abbiamo collaborato trattiene probabilmente nel proprio archivio qualcuna di queste avventure mancate.
Uno stile, comunque, (continua…)

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giovedì, 21 febbraio 2013

CINQUANT’ANNI DALLA MORTE DI BEPPE FENOGLIO

Cinquant’anni fa – per l’esattezza il 18 febbraio 1963 – , a Torino, moriva lo scrittore italiano Beppe Fenoglio.
Era nato ad Alba il 1° marzo 1922. Nel corso della seconda guerra mondiale, combatté come partigiano. Quell’esperienza segnò in maniera determinante la sua scrittura e la sua produzione artistica. La sua opera più nota “Il Partigiano Johnny” (romanzo pubblicato postumo, nel 1968), ne è un valido esempio.
A cinquant’anni dalla scomparsa, nella tradizione di Letteratitudine, mi piacerebbe ricordare questo nostro scrittore con il vostro indispensabile contributo. Dedico dunque questo “spazio” alla memoria di Beppe Fenoglio con l’auspicio di contribuire a far conoscere questo autore a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Beppe Fenoglio e la sua produzione letteraria. Seguono alcune domande volte a favorire la discussione.
1. Che rapporto avete con le opere di Fenoglio?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. A parte “Il Partigiano Johnny” (l’opera più celebre di Fenoglio) qual è quella che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” di Fenoglio di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. A cinquant’anni dalla morte, qual è l’eredità che Fenoglio ha lasciato nella letteratura italiana?

Propongo, di seguito, l’articolo di Gianni Riotta pubblicato su La Stampa del 17 febbraio 2013.

Massimo Maugeri

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ITANGLISH: COSÌ PARLÒ IL PARTIGIANO (da La Stampa)

di Gianni Riotta

Insegnando cultura italiana all’estero si ha talvolta l’impressione che per tanti studenti la nostra sia una lingua morta, classica, ma spenta come il greco di Omero e il latino di Orazio. Che l’italiano sia invece vivo, in trasformazione continua e mai, come in questo XXI secolo, letto, parlato, studiato e innovato, si dimentica, schiacciati dalla grandezza di Dante, Machiavelli, Manzoni. A volte ho ricordato la citazione del De Mauro, meno del 2% dei cittadini parlava italiano al momento dell’Unità, 150 anni or sono, e una letteratura viva, scritta nella lingua della gente, nasce solo nel Novecento. E per interessare i ragazzi a Princeton ho citato Pavese, che scrive in inglese le sue ultime poesie, tenere e struggenti, Vittorini, a cui Hemingway dedica di pugno una prefazione all’edizione Usa di Conversazione in Sicilia, ma soprattutto Beppe Fenoglio. (continua…)

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lunedì, 18 febbraio 2013

ARRIVA LA FINE DEL MONDO (e ancora non sai cosa mettere)

Rimetto in primo piano questo post dedicato alla “fine del mondo” (secondo i Maya, ma non solo) per dare l’occasione alle autrici e agli autori dell’antologia ULTIME NOTIZIE: FINE DEL MONDO (Navarra editore) di dire la loro sull’argomento.

Massimo Maugeri

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Post del 18 dicembre 2012
Arriva la fine del mondo (e ancora non sai cosa mettere)Cari amici, ci siamo. Secondo i Maya, la fine del mondo si verificherà il prossimo 21 dicembre. Se ciò dovesse essere vero, questo potrebbe essere l’ultimo post di Letteratitudine. Uso il condizionale perché, nel caso in cui la fine del mondo iniziasse di sera, farei in tempo – venerdì mattina – ad accogliere in radio Melania Mazzucco (prossima ospite di “Letteratitudine in Fm”) e a pubblicare il relativo post. Voi, naturalmente, fate il vostro dovere per disinnescare la profezia mayana (o mayese?). Toccate ferro, o “altrove” (se è il caso). Andate a caccia di cacche di cane sui marciapiedi e schiacciatele con coraggio. Insomma, impegnatevi al massimo per scongiurare la catastrofe.
Che poi, a pensarci bene, come dovrebbe verificarsi questa fine del mondo? Improvvisa inversione dei poli? Arresto della rotazione terrestre? Pandemia? Impatto con un asteroide? Esplosione di una supernova? Queste domande le ho prese in prestito dalla scheda del volume di Roberto Alajmo intitolato “Arriva la fine del mondo (e ancora non sai cosa metterti)” (Laterza, 2012).
La funesta profezia del 21 dicembre 2012 è solo un esempio”, ci dice Roberto Alajmo. “L’ultimo, se i Maya avevano ragione. Il fatto è che periodicamente l’umanità si prepara a sloggiare dal pianeta Terra. Millenarismi di ogni tipo per secoli hanno attirato la credulità popolare, e ogni scampato pericolo è sempre servito solo come carburante per la profezia successiva. In particolare, però, è la generazione di noi contemporanei quella che sta coltivando con maggiore convinzione l’idea di essere l’ultima della Storia del Mondo. Dopo di noi, il diluvio: e pazienza per i posteri. Potrà essere un collasso finanziario, oppure un drammatico stravolgimento climatico. Forse un’ondata migratoria devastante. Uno tsunami di spazzatura. Una guerra mondiale. La fine delle risorse petrolifere. Oppure tutte queste cose assieme, senza escludere i classici del cinema: impatto con un meteorite o invasione di extraterrestri. Se pure i Maya avessero torto, un’Apocalisse sembra davvero alle porte. Se non altro la fine del mondo così come siamo abituati a viverlo da qualche secolo a questa parte. Ecco lo specifico contemporaneo: ci sentiamo talmente sicuri di un’imminente Apocalisse che ci siamo convinti di non poter fare nulla per fermarla. Se ne ricava la più classica delle profezie che si autoverificano: siccome la fine del mondo ci sarà, ci sarà la fine del mondo”.
Troverete un approfondimento sul libro di Roberto Alajmo cliccando qui. Cliccando su LetteratitudineNews, invece, avrete la possibilità di leggere un testo messo a disposizione da Roberto appositamente per questo dibattito.

In ogni caso non c’è dubbio che la profezia dei Maya abbia fatto presa sull’immaginario collettivo del pianeta Terra. E che tale suggestione sia stata fonte di ispirazione anche nel mondo della fiction. Come te la immagini la fine del mondo? Questa, per esempio, è stata la domanda alla base del progetto editoriale delle “Cronache dalla fine del mondo”: un’antologia di racconti, curata da Laura Costantini per i tipi di Historica edizioni, che ha coinvolto ben 25 autori ai quali è stato chiesto – appunto – di “immaginare” la fine del mondo. Su LetteratitudineNews, avrete la possibilità di leggere la prefazione di Maurizio de Giovanni.

Vi propongo di approfondire la conoscenza dei due libri citati, approfittando della partecipazione al dibattito degli autori coinvolti. Per favorire la discussione, provo a formulare qualche domanda “in tema”.

1. Che tipo di emozione, o reazione, ha suscitato in voi l’apprendimento della notizia della “fine del mondo” profetizzata dai Maya?

2. La diffusione della notizia della profezia ha causato davvero una sorta di psicosi collettiva, oppure no? Qual è la vostra percezione?

3. La popolazione del 2012 è più “immune” dal rischio di “superstizione apocalittica” rispetto a quella delle generazioni dei secoli scorsi, oppure – paradossalmente – la facilità della circolazione delle notizie e la maggiore possibilità di interazione (anche online) rendono tale rischio ancora più alto?

4. Domanda/gioco a) – giusto per sdrammatizzare. Vi viene chiesto di scrivere un messaggio, un testo breve. In caso di “fine del mondo” solo il vostro messaggio potrà essere salvato dall’oblio a beneficio di ipotetici posteri o di eventuali extraterrestri curiosi. Cosa scrivereste?

5. Domanda/gioco b) – giusto per esorcizzare. Se dovesse arrivare la fine del mondo, che abito indossereste?

Grazie in anticipo per la partecipazione.

Massimo Maugeri

(continua…)

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martedì, 5 febbraio 2013

IL PELE’ DEL SACRO CUORE (tra calcio e letteratura)

CopertinaAggiorno il post del 19 settembre, dove si è sviluppato il forum dedicato al rapporto tra “calcio e letteratura“, per ospitare un nuovo libro (e un nuovo autore). Si tratta del romanzo “Atletico Minaccia Football Club“, di Marco Marsullo (Einaudi).

Su LetteratitudineNews, potete leggere uno stralcio del libro.
Invito Marco Marsullo a partecipare alla discussione…

Massimo Maugeri

* * *

Post del 19 settembre 2012
Dedico questo post al gioco del calcio, il nostro sport nazionale (avevamo già avuto modo di parlarne in occasione del dibattito condotto su questo libro). L’idea mi è venuta quest’estate, nel corso di una breve vacanza a Parigi. Un pomeriggio, nel quartiere di Montmartre, proprio ai piedi della Basilica del Sacro Cuore, sono stato attratto da una folla raccolta attorno a un ragazzo che palleggiava. Mi sono avvicinato e… be’, non vorrei esagerare, ma… non ho mai visto nessuno palleggiare in quel modo. Quel ragazzo sembrava tutt’uno con il pallone… come se lo telecomandasse con la mente. Ma non aggiungo altro. Ho avuto la possibilità di registrare un video che vi propongo qui di seguito. Guardatelo. Poi, se vi va, ne discuteremo insieme…

Avete visto il video? Io, ripeto, sono rimasto molto colpito. E ho deciso di “battezzare” questo ragazzo come… Il Pelè del Sacro Cuore.
Prendendo spunto da questo video, vorrei organizzare un dibattito sul rapporto tra calcio e letteratura. E non è un caso se ho scelto come “immagine/icona” di questo post, la vecchia foto di Pasolini che gioca a pallone (Pasolini era un grande amante di questo sport).
(continua…)

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