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Archivio di aprile 2013

lunedì, 29 aprile 2013

Osservatorio LitBlog n. 19

Osservatorio LitBlog n. 19

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone


Vecchie e nuove lettere
(da Sul Romanzo)

Lettere, lettere di vecchi amici lontani, di amori mai dimenticati, di figli distanti, lettere che ci hanno fatto sognare attraverso la visione di pellicole romantiche, lettere che sono arrivate in ritardo o in tempo per salvare qualcuno da un destino che sembrava ormai ineluttabile. Lettere che hanno nutrito il sapore antico dell’attesa, quello che ti faceva contare i giorni fra la spedizione e la consegna del postino. Dimenticate? Poco usate? Forse non del tutto. La tecnologia moderna si unisce alla nostalgia della parola scritta e ci dona una nuova opportunità con un app per iphone.Non so come la prenderanno i “puristi” della lettera scritta a mano ma quella qui indicata mi sembra un’idea alquanto divertente.
Per approfondire leggete qui

* * *

Il significato della collaborazione in rete
(da Doppiozero)
(continua…)

Pubblicato in OSSERVATORIO LIT-BLOG (a cura di Francesca G. Marone)   Commenti disabilitati

domenica, 28 aprile 2013

È online la puntata con VIOLA DI GRADO e SIMONA SPARACO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 aprile 2013

viola-di-grado-simona-sparacoÈ online la puntata con VIOLA DI GRADO e SIMONA SPARACO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 aprile 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 aprile 2013 sono state le scrittrici VIOLA DI GRADO e SIMONA SPARACO, autrici rispettivamente dei romanzi “Cuore cavo” (edizioni e/o) e “Nessuno sa di noi” (Giunti). Due romanzi accomunati da tematiche che attraversano la vita e la morte: quello della Di Grado è incentrato sul tema del suicidio, quello della Sparaco (tra i 12 selezionati per l’edizione 2013 del Premio Strega) affronta il tema della interruzione di gravidanza.

Su LetteratitudineNews, il 1° capitolo di “Cuore Cavo” e uno stralcio di “Nessuno sa di noi“.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

domenica, 21 aprile 2013

È online la puntata con GIANCARLO DE CATALDO e MASSIMO CARLOTTO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 19 aprile 2013

È online la puntata con GIANCARLO DE CATALDO e MASSIMO CARLOTTO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 19 aprile 2013

de-cataldo-carlotto-cocaina

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 19 aprile 2013 sono stati gli scrittori Giancarlo De Cataldo e Massimo Carlotto. Con loro abbiamo discusso del volume “Cocaina” (Einaudi), contenente tre racconti firmati dagli stessi De Cataldo, Carlotto e da Gianrico Carofiglio.

Ne abbiamo approfittato per discutere delle problematiche legate alla cocaina. Inoltre abbiamo chiesto agli scrittori ospiti di anticiparci qualcosa sui loro “lavori letterari in corso”.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

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sabato, 20 aprile 2013

LA RESPONSABILITA’ DEL PROVIDER (Le nostre vite tra diritto e web n. 19)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N.19

LA RESPONSABILITA’ DEL PROVIDER

Il provider (prestatore) è un soggetto che, operando nella società dell’informazione, fornisce liberamente servizi di connessione, trasmissione, memorizzazione dati, anche attraverso la messa a disposizione delle proprie apparecchiature per ospitare siti. È, quindi, essenzialmente un intermediario, che stabilisce un collegamento tra chi intende comunicare un’informazione e i destinatari della stessa.

Il servizio principale che viene fornito in rete è, ovviamente, l’accesso (access provider), ma ci sono altri tipi di servizi, come la fornitura di mail, di spazio web per un sito (hosting), e così via. Si distinguono, infatti, content provider (fornitore di contenuti, autore quindi anche dei contenuti pubblicati sui propri server), network provider (fornitore di accesso alla rete attraverso la dorsale internet), access provider (offre alla clientela l’accesso ad internet attraverso modem o connessioni dedicate), host provider (fornisce ospitalità a siti internet), service provider (fornisce servizi per internet, come accessi o telefonia mobile), cache provider (immagazzina dati provenienti dall’esterno in un’area di allocazione temporanea, la cache, al fine di accelerare la navigazione in rete).
Quindi, qualsiasi attività venga posta in essere sulla rete, passa sempre attraverso l’intermediazione di un provider.
Si pone il problema della eventuale responsabilità dei provider in caso di violazioni della legge. Esistono due tipi di responsabilità, quella civile, che si ha nel momento in cui si realizza un danno ingiusto ad una persona, e quella penale, che si ha quando viene commesso un reato.

Nel secondo caso esiste una responsabilità solo se l’azione costituente reato è stata commessa personalmente, quindi si risponde penalmente soltanto per avere commesso consapevolmente (per dolo, salvi i casi eccezionali della colpa) un atto tipico (cioè previsto dalla legge) e antigiuridico. Corollari di questa impostazione sono: l’impossibilità di rispondere per fatto altrui e l’impossibilità di attribuire responsabilità penali alle persone giuridiche.
Si comprende facilmente che è più complicato, rispetto alla vita reale, attribuire un reato o comunque una responsabilità ad una persona nel web, date le ovvie difficoltà di identificare gli individui che commettono degli illeciti. In genere, comunque, è possibile risalire all’autore di un illecito attraverso i file di log del provider, cioè attraverso dei documenti online nei quali vengono memorizzati il nome di accesso dell’utente, la password e le azioni compiute dall’utente in rete. Per la precisione la persona rintracciabile è il titolare del contratto di connessione alla rete, spesso abbinato a quello di telefonia.
Sussiste, quindi, un’ovvia difficoltà nel rintracciare l’autore di un illecito, e per tale motivo si è valutato che il soggetto più facile da rintracciare è proprio il provider, cioè l’azienda che mette a disposizione lo spazio web o genericamente il servizio attraverso il quale viene commesso l’atto illecito. Perciò si rende necessario bilanciare l’esigenza di individuare figure cui imputare il danno, onde non lasciare inascoltate le pretese risarcitorie di chi ha subito ingiustamente un pregiudizio, e quella di non gravare eccessivamente sui soggetti privati come i provider, al fine di non impedire lo sviluppo e l’innovazione della rete.

Tralasciamo l’ipotesi in cui è il provider medesimo a porre in essere un illecito, caso in cui la responsabilità dell’intermediario è pacifica. Infatti, anche il codice di autoregolamentazione dell’AIIP (Associazione Italiana Internet Provider), afferma che “il fornitore di contenuti è responsabile delle informazioni che mette a disposizione del pubblico”.
I problemi si pongono, invece, nell’ipotesi in cui il provider sia solo concorrente nell’illecito, oppure addirittura l’illecito sia posto in essere non dal provider ma da un utente dei suoi servizi. (continua…)

Pubblicato in LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB (con la collaborazione di Simona Lo Iacono)   Commenti disabilitati

martedì, 16 aprile 2013

Osservatorio LitBlog n. 18

Come premessa a questa puntata di Osservatorio LitBlog vorrei segnalare il pamphlet in digitale di eFFe intitolato: I book blog. Editoria e lavoro culturale. Se ne occupa la nostra Francesca Marone nel corso della puntata.
Il prezzo è simbolico. Come dice lo stesso autore: “Lo si compra cliccando sul link, e costa quanto un cappuccino“.
Inoltre i ricavati delle vendite saranno donati all’Associazione Toscana Tumori.
Massimo Maugeri

* * *

Osservatorio LitBlog n. 18

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Libri e sconti
(da Finzioni)

La questione editoriale è sempre sul piatto delle discussioni ultimamente, con diverse sfaccettature: cartaceo contro e-book, quote di mercato, grandi case editrici, ma soprattutto la questione relativa ai prezzi dei libri. La Legge Levi disciplina in Italia il prezzo del libro e lo sconto applicabile- che non deve essere superiore al 15%-. Per approfondire sulla legge citata, cliccare qui…

Questa legge, giudicata miope dagli addetti ai lavori, nel suo intento primario aveva lo scopo di garantire la pluralità, invece pare stia apportando danni ai piccoli editori.
Il post che vi propongo tratta del tema dei prezzi scontati e si propone di essere una risposta critica ad un articolo di Luca Bianchini che sostiene che i libri venduti a basso costo siano un male per la letteratura e per il mondo editoriale in genere. Personalmente mi sento molto in sintonia con le motivazioni espresse nell’articolo di Marcon, e comprerei un libro a 99 centesimi senza sentirmi responsabile di un danno all’editoria. Penso ai grandi classici accessibili a tutti, ma anche ad autori stranieri ripubblicati dopo parecchio tempo dopo l’uscita nel nostro paese ed altrimenti dimenticati presto. Penso, in generale, alla gioia immensa della lettura anche per chi amerebbe farlo ma ha scarse possibilità economiche.
Per approfondire, cliccare qui…

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Garcia Lorca
(da BooksBlog)
(continua…)

Pubblicato in OSSERVATORIO LIT-BLOG (a cura di Francesca G. Marone)   Commenti disabilitati

lunedì, 15 aprile 2013

VUOI ESSERE UN UOMO? AMMAZZA UN ORSO

ferdinando-camonLa nuova puntata de “Il sottosuolo” di Ferdinando Camon abbraccia un argomento legato al romanzo “La pelle dell’orso” di Matteo Righetto (Guanda). Da domani, su LetteratitudineNews, sarà disponibile uno stralcio tratto da questo libro.
Massimo Maugeri

* * *

Vuoi essere un uomo? Ammazza un orso

di Ferdinando Camon

Son tornate le linci, le volpi, le aquile, i lupi, e gli orsi. Prima 5-6 coppie di Orso Bruno liberate nei boschi del Bellunese e del Trentino, a ridosso dell’Austria; adesso si calcola che ce ne siano alcune decine. Vai per i sentieri della Val Zoldana, e sai che a destra e a sinistra ce n’è qualcuno: tu non vedi lui, ma lui vede te. Andar per monti non è più come vent’anni fa. Allora eri padrone dispotico, potevi perderti in un bosco e dormire tranquillo sotto gli alberi, sapevi che tutto ciò che si muoveva e respirava intorno a te aveva paura di te: intorno a te si stendeva il creato, così com’era uscito dalla mani del Creatore, e tu eri il re del creato. Beh, non lo sei più. Prendiamo proprio la Val Zoldana: esci dall’autostrada, arrivi a Forno, e lì un orso ha sbranato un asino; arrivi a Dont, e lì s’aggira un orso piccolo, chiamato perciò “orsetto”. Un altro, sopra Trento, ha tagliato la strada statale e ha sbattuto contro un’Alfa Romeo. Danni all’Alfa, ma lui è morto. La Val Zoldana è vicina all’area che il mondo conosce per la catastrofe del Vajont: la catastrofe avvenne di notte, al mattino i giornali nazionali non avevano la notizia, il “Gazzettino” sì, a caratteri mastodontici, mai visti caratteri così grandi, sembravano tagliati con lo scalpello. In stazione, all’alba presto, era un via-vai di lettori che correvano in edicola a cambiare i loro giornali nazionali col “Gazzettino”. Passo spesso di lì, e ogni volta mi domando: nascerà un nuovo scrittore, capace di raccontare la nuova Natura, la paura dell’uomo detronizzato, la grandezza del piccolo uomo che affronta la Grande Bestia? E la dolcezza materna di questi monti e di queste valli, dove ci sono uomini che parlano con i cani in lingua tedesca? Cani che sono lupi, allevati da piccoli.
D’improvviso, in silenzio, eccolo il romanzo della nuova Natura, delle bestie selvagge, degli orsi e specialmente del Grande Orso, soprannominato El Diàol. Il centro del racconto sta a Colle Santa Lucia, uno di quei paesi bellissimi che però t’ispirano un senso di allarme: visiti il cimitero, delizioso, e dalle epigrafi capisci che le due guerre mondiali per loro non sono cominciate nel ‘15 e nel ’40, ma nel ’14 e ’39. Nel ’15 erano i nostri nemici. È un’oasi di lingua ladina. L’orso Diàol sta nel cuore del bosco, assalta caprioli e nella furia di sbranarli li scaraventa tra i rami degli abeti. Il romanzo ha un impianto apparentemente hemingwayano, padre e figlio che vanno a uccidere il Diàol per intascare una maxi-scommessa, ma in realtà Hemingway sta troppo in superficie, qui il testo scende più in profondità, non lo senti derivare da qualcuno dei “Quarantanove racconti” di Ernest, ma dalla “Linea d’ombra” di Conrad. La “linea d’ombra” segna l’uscita dell’uomo dall’età dell’innocenza e l’entrata nelle grandi sfide, la furia dell’oceano, i mostri della natura e dello spirito, fuori di te e dentro di te. Oltrepassi quella linea, e non sei più lo stesso. Qui la grande sfida sta nel cercare, trovare e uccidere il Grande Orso, El Diàol. La scommessa l’ha lanciata il padre, ma se a uccidere l’orso fosse il padre, sarebbe uno dei tanti racconti d’avventura a quota simbolica zero. Qui la quota simbolica è alta: è il figlio, 12 anni, che uccide la Bestia, su quella linea d’ombra avviene il passaggio delle consegne, il figlio è un vincente che vince la vita, il padre esce dalla vittoria e dalla vita. Lo scontro avviene nel cuore del bosco dove il padre, quand’era ragazzo, aveva una capanna segreta, per sé e per la sua ragazza. Il figlio studia bene il posto. Diventerà il suo posto segreto. Righetto sposta indietro la vicenda, al tempo della catastrofe del Vajont, ma la spinta a scrivere gli viene oggi dal ritorno delle bestie feroci. È da queste che è eccitato. Un tempo avremmo detto “ispirato”.
(continua…)

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sabato, 13 aprile 2013

IL CYBERSQUATTING (Le nostre vite tra diritto e web n. 18)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N.18

IL CYBERSQUATTING

L’espressione anglosassone cybersquatting, così come la locuzione domain grabbing (da to grab=ghermire) e domain squatting, indica il fenomeno di accaparramento di nomi di dominio corrispondenti a marchi altrui o a nomi di personaggi famosi al fine di realizzare un lucro sul trasferimento del dominio a chi ne abbia interesse.
Tale pratica, diffusissima negli Stati Uniti sul finire degli anni 90, ha avuto un notevole sviluppo anche in Europa. In Italia il fenomeno si è verificato specialmente in seguito all’entrata in vigore nel 1999 della regola che consente ai titolari di partita IVA la registrazione di un numero illimitato di domini.
Gli USA sono stati il primo paese al mondo ad occuparsi della lotta al fenomeno con una legislazione ad hoc.
In Italia , in assenza di una disciplina legislativa specifica, la giurisprudenza prevalente ha fatto ricorso alla normativa relativa al diritto al nome (art. 7 cod. civile: La persona alla quale si contesti l’uso del proprio nome o che possa risentire del pregiudizio dall’uso che altri indebitamente ne faccia può chiedere la cessazione del fatto lesivo, salvo il risarcimento dei danni) ed alla normativa dei marchi e dei segni distintivi (artt. 2569-2574 del codice civile; D.P.R. 8 maggio 1948 n. 795; d.l. 480/1992; D.P.R. 595/1993; d.l. 189/1996). In base a tale orientamento il titolare di un marchio registrato ha il diritto di servirsene in modo esclusivo, e quindi anche di registrarlo come dominio.
Inoltre in Italia esistono alcune autority, la Naming Authority e la Registration Autority che però non verificano direttamente l’identità della persona che chiede di registrare un sito con un determinato nome. Infatti la procedura avviene attraverso la compilazione di un modulo su internet e la sottoscrizione di un certificato inviato dall’autorità per posta. Attività che si potrebbero compiere rilasciando false generalità senza che l’autorità abbia gli strumenti per verificare la veridicità di queste dichiarazioni.
(continua…)

Pubblicato in LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB (con la collaborazione di Simona Lo Iacono)   Commenti disabilitati

lunedì, 8 aprile 2013

È online la puntata con VALERIO EVANGELISTI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 5 aprile 2013

valerio-evangelisti-cartagenaVALERIO EVANGELISTI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 5 aprile

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

L’ospite della puntata di venerdì 5 aprile di “Letteratitudine in Fm” è stato lo scrittore Valerio Evangelisti, creatore della figura letteraria di Eymerich, nonché dell’emagazine Carmilla on line. Con Evangelisti abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “Cartagena. Gli ultimi della Tortuga” (Mondadori), dedicato al ciclo dei pirati.

Abbiamo avuto modo di discutere con Evangelisti dei suoi prossimi progetti letterari. Ci sarà la possibilità di vedere un ritorno di Eymerich?

Nella seconda parte della puntata, Massimo Maugeri ha letto un brano tratto da “Cartagena” (che è disponibile per la lettura su “LetteratitudineNews“)

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

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lunedì, 8 aprile 2013

OMAGGIO A PAOLO DE CRESCENZO

Pubblico con piacere questo contributo messomi a disposizione dall’amico Franco Pezzini, dedicato alla memoria di Paolo De Crescenzo (che ricordo con particolare affetto anche per via della sua partecipazione al dibattito di Letteratitudine dedicato alla “letteratura dei vampiri“).
Massimo Maugeri

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RICORDO DI PAOLO DE CRESCENZO

di Franco Pezzini

Ci sono persone che hanno la capacità di conciliare il sogno – con quanto di azzardato o cocciuto ciò comporti, perché un sogno è più che un’aspirazione, un forte interesse o persino una passione – con la sana concretezza, impastata di fatica quotidiana: persone che sanno insomma armonizzare i due termini, senza rinunciare al secondo ma senza mai permettere che il primo sia avvilito. Vorrei iniziare a ricordarlo così, Paolo De Crescenzo, rispondendo all’invito dell’amico Maugeri su uno spazio a lui dedicato.
Tengo poi da subito ad aggiungere qualcosa che non riguarda un semplice dettaglio del ritratto, ma la chiave e il combustibile di quella capacità: cioè la sovrabbondanza di umanità (burbera, ironica, esigente ma rispettosissima, affettuosa) che chiunque abbia frequentato un po’ Paolo non poteva non riconoscergli. E che rappresenta – è un discorso già fatto – una merce non troppo considerata sul listino degli interessi diffusi: eppure, senza retorica da coccodrilli, è ciò che rende speciale condividere con una persona, lavorarci insieme. E continuare a ricordarla – e farcela mancare – quando gli occhi si siano chiusi.
Molti aspetti della vita di Paolo sono stati richiamati nei primi articoli a caldo, i giorni successivi alla morte: testimonianze, in particolare, sull’avventura di fondazione e conduzione di una casa editrice votata all’horror di qualità, sullo stile delle scelte autorali, sulla costruzione di una “squadra” italiana, e in ultimo sulla parabola che attraverso crisi economica generale e malattia ha condotto al suo abbandono del timone – e su ciò non tornerei. Mi sembra invece importante riprendere un aspetto particolare dell’esperienza della Camelot gotica edificata in quel breve volgere d’anni, perché permette di non guardare soltanto indietro ma avanti, a un’eredità ideale, a un futuro.
Lo stile di Paolo era di far collaborare le persone. Per carità, in un contesto di base imprenditoriale, non per generico buonismo: eppure tale mettere insieme non era semplicemente funzionale a un risultato di cassa. Il progetto editoriale si configurava come culturale ad ampio raggio: non solo un portfolio di autori più o meno apprezzati dagli acquirenti, non solo una “scuderia” di penne di qualità per introduzioni e prefazioni ai romanzi, ma un bacino di interlocutori con cui confrontarsi e sognare. Di qui progetti continui, fino alla fine: progetti in molti casi portati avanti e approdati a esiti felici, in altri ridefiniti via via o abbandonati per scelta, in altri ancora caduti con la fine della sua direzione. E ciascuno di noi che (in forme diversissime) con Paolo abbiamo collaborato trattiene probabilmente nel proprio archivio qualcuna di queste avventure mancate.
Uno stile, comunque, (continua…)

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sabato, 6 aprile 2013

UN GIORNO DEVI ANDARE, di Giorgio Diritti

Un giorno devi andare: la locandina ufficiale del filmUN GIORNO DEVI ANDARE, di Giorgio Diritti

con Jasmine Trinca, Pia Engleberth, Anne Alvaro, Sonia Gessner

Recensione di Ornella Sgroi

Succede che un giorno devi andare. Non per obbligo, ma per diritto. Il diritto di seguire quello slancio improvviso che spinge a mettersi in movimento verso qualcosa. Verso se stessi. Un richiamo magnetico che non ammette contrattazioni e che non a tutti capita di avvertire almeno una volta nella vita. Almeno non a chi non ha il coraggio di mettere da parte le proprie evanescenti certezze, per dare ascolto alla concretezza dei propri dubbi.
Succede che un giorno devi andare. A prescindere dal luogo di partenza e dal luogo di arrivo. Anche perché, quando succede, raramente può dirsi a priori dove si arriverà. Magari soltanto sotto casa, con una decisione coraggiosa in tasca. Oppure dall’altra parte del mondo, con nello zaino pochi amabili resti di una vita che non si può ricomporre. Come accade ad Augusta (Jasmine Trinca), giovane donna italiana in bilico sulla cui rotta ci porta con grazia e riserbo il regista Giorgio Diritti, paracadutandoci negli spazi infiniti dell’Amazzonia attraverso una luna argentea che si perde dentro un’ecografia.
È questa la prima, folgorante immagine con cui si apre “Un giorno devi andare”. Un film che prima ancora di essere narrazione è pura esperienza. Un’esperienza immensa, preziosa e rara che va oltre le abitudini e che lascia il segno già dal primo fotogramma, facendo del cinema di Giorgio Diritti un cinema che alla fine della proiezione non vorresti lasciare andare. Che ti entra e che ti resta dentro, per giorni, con tutto il suo bagaglio di bellezza, emozione, contrasti e contraddizioni.
Seguendo il viaggio di Augusta, prima al fianco di Suor Franca (Pia Engleberth) nei villaggi Indios con il libro “Attesa di Dio” di Simone Weil tra le mani, poi da sola nelle favelas di Manaus o in una capanna su una spiaggia deserta, anche lo spettatore si mette in cammino. Lungo un sentiero segnato da parole potenti come interiorità e ricerca spirituale, nello scontro con la prepotenza della natura, che non sempre mostra la propria generosità, e l’arroganza dell’uomo, che avido minaccia l’equilibrio di chi abita luoghi in cui è impossibile non percepire la forza dirompente della vita. Nei suo elementi più essenziali e autentici, da cui ripartire per ritrovare il senso delle cose. Soprattutto di quelle più dolorose, come la maternità negata e la maternità sottratta, in un parallelismo che incrocia il destino di due giovani donne, distanti per luogo di nascita e cultura ma vicine per le esperienze del cuore.
Tutto questo Giorgio Diritti lo racconta con eleganza e verità, bilanciando ciò che è terreno con una profonda e costante percezione del trascendente. Colto nello sguardo infinito dei bambini indios o nei sorrisi, prima solo accennati e poi sempre più pieni, della protagonista che ci parla di sé soprattutto attraverso il silenzio e la musica (di Marco Biscarini e Daniele Furlati), raggiungendo una simbiosi quasi perfetta con l’interprete che non risparmia niente di sé. Merito anche del regista – già acclamato con “Il vento fa il suo giro” e “L’uomo che verrà” – che, lasciandosi coinvolgere in prima persona, arriva a toccare con la macchina da presa l’anima dei suoi personaggi e dei suoi attori, attraverso un dialogo a più voci (e a più sguardi) di cui lo spettatore diventa a sua volta partecipe. Contagiato dalla dimensione di condivisione e di (ri)scoperta che ci abbraccia e ci scalda il cuore. A bordo di quella barca che, sul finale, sembra aver trovato al sua direzione, puntando dritto verso un orizzonte oltre le piante acquatiche che offuscano la visuale.

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Leggi l’introduzione di Massimo Maugeri

Il trailer del film
(continua…)

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martedì, 2 aprile 2013

È online la puntata con MAURIZIO DE GIOVANNI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 29 marzo

maurizio-de-giovanni-guarire-dalla-corruzioneÈ online la puntata con MAURIZIO DE GIOVANNI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 29 marzo

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

L’ospite della puntata di venerdì 29 marzo (puntata pre-pasquale) di Letteratitudine in Fm” è stato lo scrittore napoletano Maurizio de Giovanni, con cui abbiamo discusso del suo nuovo libro Vipera. Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi” (Einaudi Stile Libero)… romanzo ambientato nella settimana prepasquale della Napoli del 1932.

Nella seconda parte della puntata, Massimo Maugeri ha letto uno stralcio del volume Guarire dalla corruzione” di Jorge Mario Bergoglio (Papa Francesco), edito da Emi

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

Letteratitudine: da oltre 15 anni al servizio dei Libri e della Lettura

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Regolamento Generale europeo per la protezione dei Dati personali (clicca qui per accedere all'informativa)

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"Cetti Curfino" di Massimo Maugeri (La nave di Teseo) ===> La rassegna stampa del romanzo è disponibile cliccando qui

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OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

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OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

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RATPUS va in scena ratpus

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Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

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"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

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