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Archivio di giugno 2010

venerdì, 25 giugno 2010

DIBATTITO SU LETTERATURA E MUSICA

imageQuesto post si è trasformato, nel tempo, in uno spazio permanente dedicato al dibattito sul rapporto tra letteratura e musica.
Si discuterà periodicamente su alcuni libri che rientrano nella tematica, coinvolgendo – laddove possibile – i rispettivi autori.
Ringrazio lo scrittore Claudio Morandini (consiglio la lettura di questa intervista sul blog “La poesia e lo spirito”), che mi darà una mano ad animare e moderare la discussione.
Massimo Maugeri
(11 ottobre 2010)

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POST ORIGINARIO DEL 25 GIUGNO 2010

letteratura-e-musicaVorrei avviare un nuovo e (spero) interessante dibattito su un tema particolare: il rapporto tra letteratura e musica…

Un rapporto che – a mio avviso – ha origini antichissime: basti pensare alla “musicalità” dei versi poetici o di certi testi narrativi (perché anche un romanzo deve “suonare” nella testa del lettore). Ma non mi riferisco solo a questo.
Mi piacerebbe poter prendere in considerazione, per poi analizzarli, i romanzi che si sono occupati di musica (e viceversa)… che hanno fatto vivere la musica all’interno delle loro pagine.

Di conseguenza, mi pongo (e vi pongo) alcune domande…

Che cosa hanno in comune letteratura e musica?
In cosa si differenziano nettamente?

In quali occasioni la musica è “entrata” nella letteratura (con particolare riferimento alla narrativa)?
Quali titoli di romanzi vi vengono in mente?

E in quali occasioni, viceversa, la musica ha “rappresentato” la letteratura?

Quale romanzo eleggereste come il più rappresentativo del rapporto tra musica e letteratura?

Per partecipare alla discussione inviterò alcuni autori che hanno scritto, di recente, romanzi che in un modo o nell’altro hanno a che fare con la musica.

Primi ospiti di questo forum (che spero possa diventare “permanente”) sono: Marta Morazzoni, Claudio Morandini e Achille Maccapani. Discuteremo dei loro nuovi libri e degli argomenti proposti.
Di seguito, le schede sui suddetti libri… e il contributo di Nicolò Carnimeo sul romanzo della Morazzoni.
Claudio Morandini mi darà una mano ad animare il post.

Mi raccomando… aspetto i vostri contributi.

Massimo Maugeri
(continua…)

Pubblicato in A A - I FORUM APERTI DI LETTERATITUDINE, LETTERATURA E MUSICA   944 commenti »

venerdì, 18 giugno 2010

RICORDANDO JOSÉ SARAMAGO

Oggi, 18 giugno 2010, è morto José Saramago. È spirato nella sua casa di Lanzarote, a causa di una leucemia cronica. L’orologio segnava all’incirca le ore 13, quando se n’è andato. Accanto a lui, la moglie Pilar del Rio.

Del trapasso del grande scrittore portoghese, premio Nobel per la Letteratura, se ne sta discutendo un po’ ovunque.

Vorrei ricordarlo anche qui, a Letteratitudine. E vorrei farlo insieme a voi, con il vostro supporto.

Il lascito letterario di Saramago è enorme: una grandissima eredità, quella incastonata nei suoi testi.

Fra i tanti, quello che ho amato di più è Cecità (il suo romanzo più celebre).

Un libro su come sarebbe il mondo se non vi fosse luce nei nostri occhi e nei nostri cuori. Un libro metaforico, che – nel buio – fa luce su noi stessi, sulle nostre meschinità, sulla nostra difficoltà a essere solidali.

Vorrei che ricordaste Saramago, lasciando un vostro pensiero… magari con riferimento alle sue opere o alla sua vita (o inserendo citazioni che vi hanno colpito).

Anche questo è condividere, per noi che amiamo i libri e la letteratura.

Vi ringrazio in anticipo.
Massimo Maugeri

P.s. di seguito, un articolo preso in prestito da La Stampa. Il post sarà aggiornato con eventuali interventi di scrittori e addetti ai lavori che invieranno i loro contributi per posta elettronica.
(continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI   219 commenti »

mercoledì, 16 giugno 2010

SCARLETT, di Barbara Baraldi

Sono molto lieto di accogliere qui a Letteratitudine la scrittrice Barbara Baraldi, coinvolgendola in questa nuova discussione. L’occasione la fornisce l’uscita del suo nuovo romanzo per i tipi di Mondadori: Scarlett.

Per capire di cosa parla il libro, vi rimando a questa scheda e alla recensione di Salvo Zappulla che trovate in fondo al post.

Scarlett ha sedici anni e si è appena trasferita a Siena, lasciandosi alle spalle l’estate, la sua migliore amica e un amore che stava per sbocciare… Nella nuova scuola conosce Umberto, che le fa subito la corte, ma Scarlett ha capito che la sua compagna di banco, Caterina, è segretamente innamorata di lui. Cosa scegliere: l’amore o l’amicizia? La risposta arriva al concerto della scuola, quando sul palco sale un ragazzo con gli occhi chiari come il ghiaccio che la cercano in mezzo alla folla. Mikael, il bassista dei Dead Stones, sembra allo stesso tempo attratto e respinto da lei, e Scarlett non può evitare di tuffarsi in quegli occhi magnetici. Ma Mikael è troppo bello e troppo strano per essere vero: solo Umberto sembra conoscere il suo segreto, ma non riesce a mettere in guardia Scarlett… Poi un omicidio inspiegabile, e Scarlett viene aggredita da una spaventosa ombra dagli occhi di fuoco. Chi è veramente Mikael? Il suo angelo salvatore o il demone che la tormenta?

Vorrei riprendere questo passaggio della scheda, per poi porvi alcune domande (e avviare una discussione parallela a quella sul romanzo): “Nella nuova scuola [Scarlett] conosce Umberto, che le fa subito la corte, ma Scarlett ha capito che la sua compagna di banco, Caterina, è segretamente innamorata di lui. Cosa scegliere: l’amore o l’amicizia?”

Ed ecco le domande…

Secondo voi, tra amore e amicizia… cosa sceglierebbero i sedicenni di oggi?

E quelli delle generazioni precedenti?

Il valore che i ragazzi di oggi danno a sentimenti come “amore” e “amicizia” è cambiato, o è rimasto immutato nel tempo? E se è cambiato… in cosa è cambiato?

A voi le risposte… (e consideratevi tutti invitati a interagire con Barbara Baraldi, ponendole anche domande sul suo libro).

Massimo Maugeri

(continua…)

Pubblicato in SEGNALAZIONI E RECENSIONI   118 commenti »

mercoledì, 16 giugno 2010

A PROPOSITO DI RACCONTI…

Nel gennaio del 2008, pubblicai questo post dedicato alle narrazioni brevi (i racconti)… sottolineando come il mercato premiasse le narrazioni lunghe (i romanzi).
A due anni di distanza, mi sento di dire che (forse) qualcosa è cambiato… che (forse), oggi, i racconti trovano più spazio rispetto a un paio di anni fa…
Cosa ne pensate? Siete d’accordo
?
Vi ripropongo il post con le domande originali. I vecchi frequentatori del blog potranno rileggersi e verificare se hanno cambiato idea, i nuovi avranno la possibilità di dire la loro.
(Massimo Maugeri)

—————–

C’ERA UNA VOLTA IL RACCONTO
(post del 24 gennaio 2008)

Su un articolo culturale del Corriere della Sera del 23 gennaio – che raccoglie testimonianze varie (da Stephen King, ad Andrea Di Consoli, a Massimo Onofri) – si evidenziano le “difficoltà” del racconto o short story (per dirla all’anglosassone). Badate bene… non difficoltà di scrittura, o di lettura. Si tratta, purtroppo, di mere questioni di marketing.

Il racconto non piace granché… dicono.

I lettori prediligono storie-fiume… dicono.

In altre parole: il racconto non vende.

Quindi, di conseguenza, gli editori si adeguano.

Certo, raccolte di racconti continuano a essere pubblicate (forse più dalla piccola editoria che dalla media o grande), ma le “difficoltà” di cui sopra sembrano lampanti.

Vi invito a discuterne.

Perché i lettori prediligono i romanzi lunghi ai racconti?

È così per voi?

Se così fosse, perché continuare a scrivere ancora racconti?

Quali sono i pro e i contro delle short stories?

(Massimo Maugeri)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SONDAGGI, GIOCHI E SVAGHI   304 commenti »

mercoledì, 9 giugno 2010

HO RUBATO LA PIOGGIA, di Elisa Ruotolo

Tra gli esordienti che meritano senz’altro di essere segnalati con convinzione, c’è Elisa Ruotolo.
Nata a Santa Maria a Vico (Ce) nel 1975 dove vive tuttora, laureata in Lettere Classiche, la Ruotolo – dopo aver pubblicato racconti in due antologie – approda in libreria con un suo libro pubblicato dalle edizioni Nottetempo, intitolato Ho rubato la pioggia.
Si tratta di una raccolta di tre racconti lunghi messi in scena con scrittura matura e di qualità… capace di tratteggiare in maniera convincente situazioni, luoghi e personaggi.

Ed ecco una breve presentazione di queste tre storie di provincia.

Nel primo racconto il figlio dell’allenatore di una squadra che perde sempre entra al posto del centravanti e la squadra comincia vincere. E vince tanto che cominciano a chiamarlo “Molto Leggenda”. L’osservatore di un club lo seleziona, ma nei campi di serie A il ragazzo si perde.

Il bambino è tornato a casa” racconta di due sorelle, una lenta e una veloce, che preparano conserve piccanti e sognano con le telenovelas sudamericane, e del nipote Matteo, che scompare a nove anni e forse un giorno ritorna.

Il ragazzino senza madre di “Guardami” abita con il padre e con Silvia, una ragazza che vive pulendo le case degli altri e nella loro si ferma. Cesare, l’amico di famiglia, si innamora di lei ma non riesce a dirlo. Il giovane narratore s’insinuerà in modo decisivo nello scambio silenzioso.

Vorrei concentrarmi sul primo racconto (poi, magari, ci soffermeremo sugli altri nel corso della discussione). Il protagonista, dunque, è un giovane calciatore di talento che comincia a riscuotere successo nei campi di calcio della provincia. Per lui la tifoseria locale conia il nome di “Molto leggenda” (che è il titolo del racconto, appunto). Ma non tutti i talenti sono uguali, e non tutti i talenti sono assoluti… capaci, cioè, di approdare al grande successo. Si ripropone, per certi versi, il tema affrontato dal romanzo di Salvatore Scalia, Fuori gioco. Ma se in quel caso le possibilità di affermarsi del giovane calciatore di provincia furono castrate da un ineluttabile problema di salute, nel caso di “Molto leggenda” la situazione è diversa: è il talento stesso che si mostra insufficiente per consentire il salto ai grandi palcoscenici del calcio nazionale.

Il tema centrale di questo racconto, a mio avviso, è quello del talento sopravvalutato e delle sue conseguenze.

Da qui, un paio di domande… come sempre poste nel tentativo di favorire la discussione.

Cosa accade (o rischia di accadere) quando ci si affida a un talento sopravvalutato?

Fino a che punto è giusto dare spazio al proprio talento? C’è un limite entro cui è meglio fermarsi da soli, o bisogna sempre attendere che siano la vita e gli eventi a sbarrare la strada?

La forza di volontà, può migliorare il talento… o può soltanto supportarlo?

Ed è più grande la delusione dell’insuccesso, o il rammarico di non averci provato?

Invito tutti voi a discutere di questo libro e dei temi proposti (con la partecipazione dell’autrice). Anzi, ne approfitto subito per presentarvi Elisa Ruotolo facendovi sentire la sua voce nell’ambito di questa intervista radiofonica rilasciata a Fahrenheit… mentre su Bookweb.tv potete anche vederla in video.

Massimo Maugeri

Pubblicato in SEGNALAZIONI E RECENSIONI   183 commenti »

giovedì, 3 giugno 2010

MANCA SEMPRE UNA PICCOLA COSA, di Alessandro Defilippi

Ho letto con particolare trasporto questo nuovo libro di Alessandro Defilippi, “Manca sempre una piccola cosa” (Einaudi): a mio avviso, uno dei migliori romanzi usciti negli ultimi mesi.
Il protagonista del libro, Giorgio Aguirre, è uno studente di medicina che non ha nessuna voglia di seguire le orme dei genitori (entrambi medici).
Giorgio vuole fare altro nella (e della) sua vita. E questo altro è in qualche modo legato a un “qualcosa in più” (una qualità?) che lo porta a diventare radiologo industriale in un’officina che produce fiancate per elicotteri. Questo “qualcosa in più” è una sorta di occhio assoluto capace di cogliere i difetti che nessun altro occhio umano sarebbe capace di individuare.
Ma fino a che punto questa caratteristica è “dono”? Non sarebbe meglio chiamarla, in qualche caso… “maledizione”?
Perché la facoltà percettiva di Giorgio va ben oltre il mero aspetto visivo… e talvolta diventa davvero scomodo gestire certe situazioni. E la capacità di individuare i difetti, ti si può anche ritorcere contro. Per questo, forse, Giorgio cerca di sfuggire a se stesso e agli altri andando in giro per il mondo, facendosi attraversare da relazioni amorose che – nella maggior parte dei casi – non gli lasciano addosso impronte tangibili.
Alle sue spalle, il Rospo: un uomo incontrato nel corso di un’esperienza lavorativa, che gli trasmette il mestiere e molto altro: una intera filosofia di vita. Il Rospo diventa l’amico per la pelle, una sorta di padre a cui fare riferimento, ma pure – a volte – un figlio da accudire… fino all’ultimo giorno.
Con una scrittura di alta qualità capace di inglobare efficacemente trama, personaggi e dialoghi – e che attraversa la Storia del nostro paese, dall’omicidio di Moro ai nostri giorni -, Defilippi narra una storia vibrante dove anche il possedere un “qualcosa in più” rischia di trasformarsi in inevitabile mancanza. Perché, alla fine, guardando dentro e fuori di noi bisogna forse rassegnarsi al fatto che manca sempre una piccola cosa.

Sono molto lieto di discutere di questo libro (e dei temi da esso trattati), approfittando della presenza e della disponibilità dell’autore (che vi presenterò meglio nell’ambito della discussione).

Per favorire la discussione provo, come sempre, a porre qualche domanda.

La precisione, la pignoleria, lo scrupolo… sono sempre pregi? Quand’è che rischiano di trasformarsi in difetti?

Dire a ogni costo “le cose come stanno”… è sempre utile?

Raccontare “verità scomode”, che rischiano di mettere in cattiva luce chi le proferisce, è sempre un dovere? Quand’è che – viceversa – il “tacere” può essere considerato una sorta di diritto a tutelare se stessi?

Sulla copertina del libro leggiamo questa frase: “Così si proteggeva dalla sofferenza, nell’unico modo che gli umani conoscono”.
Qual è – a vostro avviso – il modo (l’unico) che gli umani conoscono per proteggersi dalla sofferenza?

Vi invito a rispondere alle domande. Sull’ultima, Alessandro Defilippi ci fornirà la sua risposta alla fine della discussione.

Di seguito, la recensione del libro pubblicata su Tuttolibri e firmata da Lorenzo Mondo.

Massimo Maugeri
(continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   256 commenti »

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