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Archivio di gennaio 2016

giovedì, 28 gennaio 2016

IL FIGLIO DI SAUL

Locandina italiana Il figlio di SaulLa nuova puntata de “Il sottosuolo” di Ferdinando Camon è dedicata al film “Il figlio di Saul” di  László Nemes.

Camon ha consigliato di celebrare il giorno della memoria con la visione di questo film.

A proposito di giorno della memoria, ne approfitto per segnalare: il post annuale di Letteratitudine, 10 libri per non dimenticare, l’intervento del Presidente Mattarella.

In fondo al post, il trailer del film.

Massimo Maugeri

* * *

Un canto fra i latrati

ferdinando-camondi Ferdinando Camon

Il modo migliore di celebrare il giorno della memoria è andare a vedere il film Il figlio di Saul. Terribile a vedersi, ma non vederlo è un delitto. Un capolavoro aumenta in chi lo vede la voglia di vivere, una vita che ti fa incontrare capolavori è un regalo del destino. Ma stavolta non è così. Vedi questo film perfetto, e resti muto e spento. C’è un attimo di smarrimento in sala quando il film finisce, nessuno fiata. Non so se esista uno strumento in grado di misurare la “vitalità” delle persone, la voglia, la capacità di vivere, ma se esiste, e se si potesse usarlo sugli spettatori che escono dalla sala dopo aver visto questo film, si scoprirebbe che la loro vitalità è prossima allo zero. È un film che ti fa vergognare. Perché mostra che cosa sono stati capaci di fare gli uomini, e poiché tu sei un uomo, vergognandoti di loro ti vergogni di te. Non conosciamo ancora bene le lugubri imprese del Daesh, non ce le hanno mostrate per intero, e siamo grati di non averle viste. Chi verrà dopo di noi le vedrà. E proverà la stessa vergogna che proviamo noi oggi, vedendo questo film che ci mostra il macabro lavoro di un Sonderkommando. Sì, tutti abbiamo visto Birkenau (nessuno doveva uscire dal secolo scorso senza averlo visto), dunque abbiamo visto i luoghi dove si svolgeva l’abominevole operazione che si chiamava Sterminio. (continua…)

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lunedì, 25 gennaio 2016

LetteratitudineNews: dal 18 al 24 gennaio 2016

letteratitudinenewsLetteratitudineNews:

dal 18 al 24 gennaio 2016

-Uno scrittore allo specchio: ANTONIO TABUCCHI

-L’ORO DI SAN BERILLO

-SCUOLA PER LIBRAI 2016: eccellenza e innovazione in libreria

-LETTERA A UN FIGLIO SU MANI PULITE di Gherardo Colombo (un estratto)

-CLAUDIO MORANDINI racconta NEVE, CANE, PIEDE

© Letteratitudine
(continua…)

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sabato, 23 gennaio 2016

L’ALLIGATORE INNAMORATO

Un video dedicato a Marco Buratti (alias l’Alligatore), personaggio letterario di Massimo Carlotto.

Dal romanzo di Massimo Carlotto – “Per tutto l’oro del mondo” (Edizioni E/O)

Lettura (tratta dalle prime pagine del romanzo) e realizzazione del video di Massimo Maugeri

Qui, la puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” con Massimo Carlotto incentrata su “Tutto l’oro del mondo(continua…)

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lunedì, 18 gennaio 2016

Il nuovo romanzo di TONI MORRISON (“Prima i bambini”) e MARIO DI CARO – “Letteratitudine in Fm”

Il nuovo romanzo di TONI MORRISON (“Prima i bambini”) e MARIO DI CARO (con “La capitana dell’isola di nessuno”) – “Letteratitudine in Fm” – lunedì 18 gennaio 2015 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

* * *

La prima parte della puntata di “Letteratitudine in Fm” di lunedì 18 gennaio 2016 è stata incentrata sul nuovo romanzo di Toni Morrison (premio Nobel per la letteratura nel 1993) intitolato “Prima i bambini” (Frassinelli). Nel corso della puntata: approfondimenti sul romanzo (e sulle tematiche trattate) e una lettura della stessa Morrison.

Ospite della seconda parte della puntata: Mario Di Caro, autore del romanzo “La capitana dell’isola di nessuno” (Mursia). Con Di Caro abbiamo discusso del romanzo e delle tematiche in esso affrontate.

Di seguito, le schede dei due libri.

* * *

“Prima i bambini” di Toni Morrison (Frassinelli)

«Quello che fai ai bambini conta. E loro non lo dimenticano più.» Protagonista del nuovo romanzo di Toni Morrison – il primo ambientato in epoca contemporanea – è una giovane donna che si è scelta il nome di Bride, di bellezza straordinaria, anzitutto per la pelle di un nero lucente e assoluto, che l’ha resa unica e le ha dato successo. Famosa e richiestissima, Bride pare aver cancellato così l’insicurezza e la fragilità dell’infanzia, segnata da una madre fredda che non l’ha mai accettata proprio per quella pelle d’ebano tanto, troppo, più scura della sua. E le ha negato anche la più semplice delle forme d’amore. Ora, però, il passato torna per metterla alla prova, e per Bride arriva il momento di fare i conti davvero con la bambina che è stata, senza menzogne, né le proprie né quelle degli altri. Quelle di Booker, l’amante pieno di rabbia che è stato testimone della peggiore delle violenze. Quelle di Sweetness, la madre distante che l’ha respinta anche nel momento più difficile. Quelle della stessa Bride, disposta a tutto per una briciola d’affetto. I mali dell’infanzia non si dimenticano mai, è vero, ma si può scegliere di non restarne prigionieri e di essere liberi, per guardare al futuro con serenità. Breve, asciutto, selvaggio. Un romanzo feroce e provocatorio che aggiunge una nuova sfaccettatura all’impareggiabile opera di Toni Morrison. Un appello al senso di responsabilità, verso i nostri figli in primis. E un manifesto di speranza nella resilienza dei giovani, nonostante le colpe dei padri.

Toni Morrison, premio Nobel per la letteratura nel 1993, è nata a Lorain, nell’Ohio, e vive tra Rockland County, nello Stato di New York, e Princeton nel New Jersey, dove insegna all’università. È autrice di romanzi che sono ormai pietre miliari della letteratura americana, tutti pubblicati in Italia da Frassinelli: L’occhio più azzurro, Sula, L’isola delle illusioni, Canto di Salomone – che nel 1978 ha ottenuto il National Book Critics Circle Award – Jazz, Amatissima – vincitore del Premio Pulitzer nel 1988 -, Paradiso, il saggio Giochi al buio, Amore, Il dono e, con Slade Morrison, la fiaba Chi ha più coraggio? La formica o la cicala?. Nel 2012 il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama le ha consegnato la Medal of Freedom.

* * *

La capitana dell’isola di nessunodi Mario Di Caro (Mursia)

La Capitana è tornata sull’isola. E ha una storia da raccontare: la sua. Perché prima di essere la Capitana lei era solo Carmen, una donna bella, indipendente, sensuale, capace di far nascere nella «Bottega delle melanzane» piatti prelibati i cui profumi si trasformano nella promessa di una vita migliore per tutti e di riscatto dalla miseria e dai soprusi.
La «Bottega» diventa il luogo del futuro possibile da cui si alzano venti benevoli che sanno di salmastro e di cannella.
Troppo bello per durare a lungo. Fiamme nere del malaffare avvolgono la speranza e Carmen deve scegliere: piegarsi o lottare. Anche contro i fantasmi che arrivano dal suo passato. Una favola nera, magica e crudele.

Mario Di Caro è nato a Palermo dove vive e lavora come giornalista di «Repubblica», con l’incarico di responsabile alla cultura e spettacoli. È autore di racconti, tra cui Mezzanotte al Teatro Massimo e L’ultimo miracolo di Santa Rosalia.

* * *

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: André Previn “Mercy”, “Shelter” e “The Lacemaker” (su testi della stessa Morrison) e “Carmen” Habanera di Bizet.

(continua…)

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lunedì, 18 gennaio 2016

LetteratitudineNews: dal 21 dicembre 2015 al 17 gennaio 2016

letteratitudinenewsLetteratitudineNews:

dal 21 dicembre 2015 al 17 gennaio 2016

-ANNA di Niccolò Ammaniti (recensione)

-ROBERTO MISTRETTA racconta ROSARIO LIVATINO: l’uomo, il giudice, il credente

-GINEVRA BOMPIANI lascia NOTTETEMPO

-LA LETTURA IN ITALIA NEL 2015 (Istat)

-DARE VOCE ALL’INVISIBILE – Indagine sull’ineffabile in musica

-Paul McCartney e Yoko Ono ricordano DAVID BOWIE

-DAVID BOWIE (in memory)

-Al tramonto della luna

-GIOVANNI COCCO racconta LA PROMESSA

-ANARCHIA COME ROMANZO E COME FEDE

-QUATTRO SCRITTORI QUATTRO SICILIE

-BUON NATALE DA LETTERATITUDINE

-PRIMA FAMIGLIA di Pietro Valsecchi (un estratto)

-MEMORIALI SUL CASO SCHUMANN di Filippo Tuena (un estratto)

© Letteratitudine
(continua…)

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venerdì, 15 gennaio 2016

PREMIO OSCAR 2016: le nomination

Nell’ambito della rubrica Letteratitudine Cinema, pubblichiamo l’elenco delle nomination del PREMIO OSCAR 2016

con i link alle schede dei film (e dei relativi attori) selezionati nelle principali sezioni

Ieri, 14 gennaio 2016, sono state annunciate le candidature relative alla edizione 2016 del Premio Oscar. Segnaliamo, in particolare, per quanto riguarda la “partecipazione” italiana agli Oscar di quest’anno che Ennio Morricone è candidato nella categoria migliore colonna sonora, per “Hateful Eight” di Quentin Tarantino. Il compositore italiano ha già vinto il Golden Globes per lo stesso titolo. Inoltre “Simple Song Number 3” (composta da David Lang), canzone della colonna sonora di “Youth” di Paolo Sorrentino, è fra i candidati agli Oscar alla migliore canzone.

La 88ª edizione della cerimonia degli Oscar si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles il 28 febbraio 2016. Conduttore della serata sarà Chris Rock, già presentatore della 77ª edizione nel 2005. La cerimonia, trasmessa in diretta in oltre 225 Paesi, sarà visibile anche in Italia (sul canale Sky Cinema Oscar e in chiaro su Cielo).

Segue l’elenco delle candidature: cliccare sui titoli e sui nomi per aprire le schede (fonte wikipedia)

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Miglior film

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Miglior regia

(continua…)

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martedì, 12 gennaio 2016

DACIA MARAINI ospite di “Letteratitudine in Fm” (La bambina e il sognatore)

DACIA MARAINI ospite di “Letteratitudine in Fm” – lunedì 11 gennaio 2015 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

È stata Dacia Maraini l’ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 11 gennaio 2016. Con Dacia Maraini abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “La bambina e il sognatore” (Rizzoli), di cui riportiamo la scheda di seguito.

Nella seconda parte della puntata, con Dacia, abbiamo discusso della figura di una donna molto coraggiosa: Topazia Alliata (pittrice, scrittrice, gallerista… nonché madre della stessa Dacia Maraini), scomparsa il 23 novembre 2015 (un approfondimento è disponibile su LetteratitudineNews)

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La bambina e il sognatoreLa bambina e il sognatore” – di Dacia Maraini (Rizzoli)

Ci sono sogni capaci di metterci a nudo. Sono schegge impazzite, che ci svelano una realtà a cui è impossibile sottrarsi. Lo capisce appena apre gli occhi, il maestro Nani Sapienza: la bambina che lo ha visitato nel sonno non gli è apparsa per caso. Camminava nella nebbia con un’andatura da papera, come la sua Martina. Poi si è girata a mostrargli il viso ed è svanita, un cappottino rosso inghiottito da un vortice di uccelli bianchi. Ma non era, ne è certo, sua figlia, portata via anni prima da una malattia crudele e oggi ferita ancora viva sulla sua pelle di padre. E quando quella mattina la radio annuncia la scomparsa della piccola Lucia, uscita di casa con un cappotto rosso e mai più rientrata, Nani si convince di aver visto in sogno proprio lei. Le coincidenze non esistono, e in un attimo si fanno prova, indizio. È così che Nani contagia l’intera cittadina di S., immobile provincia italiana, con la sua ossessione per Lucia. E per primi i suoi alunni, una quarta elementare mai sazia dei racconti meravigliosi del maestro: è con la seduzione delle storie, motore del suo insegnamento, che accende la fantasia dei ragazzi e li porta a ragionare come e meglio dei grandi. Perché Nani sa essere insieme maestro e padre, e la ricerca di Lucia diventa presto una ricerca di sé, che lo costringerà a ridisegnare i confini di un passato incapace di lasciarsi dimenticare. Con questo romanzo potente, illuminato per la prima volta da un’intensa voce maschile, Dacia Maraini ci guida al cuore di una paternità negata, scoprendo i chiaroscuri di un sentimento che non ha mai smesso di essere una terra selvaggia e inesplorata.

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Foto Dacia MarainiDacia Maraini è una delle scrittrici italiane più lette al mondo. È autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, editi da Rizzoli e tradotti in venti Paesi. Nel 1990 ha vinto il Premio Campiello con “La lunga vita di Marianna Ucrìa” e nel 1999 il Premio Strega con “Buio”. Nel 2011 è stata tra i finalisti del Man Booker International Prize e dal 2014 è tra gli scrittori italiani “in odore” di Premio Nobel per la Letteratura. Il suo più recente libro, precedente a “La bambina e il sognatore”,  è “Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza” (2013).

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Topazia Alliata con il marito Fosco Maraini e le figlie (Foto d’archivio)

(Nella foto: Topazia Alliata con il marito Fosco Maraini e le figlie –
Foto d’archivio: fonte Il Corriere della Sera)

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali di Claude Debussy: “Clair de Lune”; “Rêverie”; “Sarabande pour le Piano”.

(continua…)

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lunedì, 11 gennaio 2016

QUO VADO?

Locandina Quo Vado?

La nuova puntata di Letteratitudine Cinema è dedicata al nuovo film di Checco Zalone

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QUO VADO?

di Gennaro Nunziante
con Luca Medici, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Lino Banfi, Maurizio Micheli

Recensione di Ornella Sgroi

Quo vado? Siamo in tanti a chiedercelo. Di ogni età, cultura ed estrazione sociale. Ma di una sola nazione, l’Italia. E siamo tutti italiani, i destinatari del film che in questi giorni sta letteralmente facendo esplodere sale cinematografiche e botteghino, scatenando la fantasia analitica di giornalisti, sociologi, produttori, intellettuali e spettatori. Tutti a chiedersi perché.
Perché? Forse perché se c’è qualcuno che viene preso di mira da Luca Medici e Gennaro Nunziante in “Quo vado?”, attraverso la maschera di Checco Zalone, quello è proprio l’italiano. Né medio, né alto, né basso. Semplicemente italiano. Spettatore e soprattutto cittadino, senza fare sconti a nessuno.
Del resto, se di questi tempi non facciamo altro che chiederci “dove stiamo andando?” la colpa è anche nostra. Come dice Checco, non si tratta di corruzione né di concussione, ma di educazione. Salvo poi decidere da che punto di vista affrontare la questione, considerato che nei suoi film non ce n’è mai uno soltanto e tutto può essere guardato da prospettive speculari ed inverse.
Corruzione e concussione in Italia sono all’ordine del giorno, purtroppo. Ma la principale fonte di nutrimento per certe derive è senz’altro la mancanza di educazione e di senso civico nella maggior parte degli italiani, pronti a puntare il dito – a ragione – contro politici e amministratori, ma mai disposti a fare un po’ di sana autocritica.
Ciò che più colpiva dei film di Luca Medici, che è persona ben diversa dal Checco che impersona, per quanto cerchi di farci credere il contrario, era quel paradosso scatenato in sala dalle risate convulse di quella parte di pubblico che solo Zalone riusciva a trascinare al cinema e che sembrava non rendersi conto di essere il destinatario mirato della satira stessa che lo faceva tanto ridere.
Adesso in “Quo vado?”, dietro luoghi comuni e stereotipi, che un fondo di verità ce l’hanno sempre, Luca Medici e Gennaro Nunziante fotografano l’Italia intera e tutti gli italiani con il ritratto di un Checco Zalone che non è più l’eccezione, alieno dal quale difendersi, ma la regola in cui si specchia un’intera nazione. La nostra.
Il risultato è una fotografia lucida, divertentissima e profondamente amara, ben oltre il mito del posto fisso che è stato un tarlo per diverse generazioni alimentando quel circolo vizioso di favori e clientele che hanno mandato a picco il sistema Paese. Non è solo questo, infatti, il nodo narrativo della questione “Quo vado?”, ma anche l’immobilismo nel quale è precipitata l’Italia, ancora oggi impantanata in una palude di finte riforme che rottamano tutto, per poi riproporre gli stessi articoli con nomi nuovi e nuove etichette, comprese le province prima abolite e poi ripescate come aree metropolitane. Per la felicità di Zalone e dei tanti come lui. (continua…)

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sabato, 9 gennaio 2016

MARCEL PROUST – SAGGI: intervista a Mariolina Bertini

MARCEL PROUST – SAGGI (Il Saggiatore)

edizione integrale curata da Mariolina Bongiovanni Bertini e Marco Piazza

di Massimo Maugeri

Il nuovo appuntamento della rubrica di Letteratitudine chiamata “Saggistica Letteraria” è incentrato su un bellissimo e corposo volume dedicato all’intera produzione saggistica di Marcel Proust. Il libro, edito da Il Saggiatore e intitolato “Marcel Proust – Saggi” (pagg. 974, euro 75), offre molteplici spunti di riflessione sulle svariate tematiche culturali e letterarie che l’autore della Recherce ha prodotto nel corso dell’esistenza in parallelo alla sua attività di romanziere.

Ne ho discusso con Mariolina Bertini (foto in basso), curatrice dell’opera (nonché, tra le altre cose, docente di Letteratura francese all’Università di Parma; curatrice delle edizioni delle principali opere di Proust presso Einaudi, Bollati Boringhieri e Suhrkamp; curatrice, nei Meridiani Mondadori, di una scelta in tre volumi della Commedia umana di Balzac: un estratto della prefazione del 3° volume è disponibile qui).

-Marcel Proust è universalmente noto per la sua Recherche. Nell’ambito della sua attività saggistica (raccolta in quest’opera monumentale pubblicata da “Il Saggiatore”) quali sono gli elementi che lo avvicinano e quali quelli che lo distanziano dalla sua attività di romanziere?
Una delle particolarità della Ricerca del tempo perduto è quella di essere un’opera nella quale sono confluite  tutta l’esperienza  e tutta la cultura del suo autore.  I critici si affannano a ripetere ai lettori comuni che la Ricerca non è un’autobiografia e che il personaggio che da un capo all’altro dei sette romanzi che la compongono dice “io”, non è Marcel Proust. Tuttavia  il lettore ingenuo, non prevenuto, che tende ad identificare Proust con il suo narratore , coglie una verità profonda dell’opera:  il fatto che dal 1908 al 1922 Proust ha lavorato a trasporre e rielaborare nel suo romanzo i propri ricordi, la propria conoscenza della società francese, il proprio pensiero sull’arte e sui rapporti tra l’arte e la vita. Dunque , nella Recherche c’è tutto Marcel Proust, l’inventore di personaggi ma anche il critico (vi troviamo pagine su Dostoevskij, su Balzac  e su altri scrittori), l’umorista, il sociologo, lo psicologo…  Una ricchezza senza fine. Attraverso i Saggi, è possibile seguire la genesi nel tempo di questa ricchezza di idee che caratterizza la Recherche : negli articoli  giovanili  emergono l’interesse per l’arte medioevale , ma anche la curiosità per la mondanità e per la moda, l’attenzione per le letture infantili, le riflessioni sulla creazione artistica. Leggere questi Saggi spesso  equivale dunque ad entrare nel laboratorio mentale da cui nasce la Ricerca , con tutti i suoi temi  e con lo sfondo della cultura fin de siècle vista da un testimone d’eccezione.

-Nel dedicarsi alla lettura di questi saggi qual è la sorpresa principale in cui potrebbe imbattersi il conoscitore di Proust romanziere?
Come dicevo prima, la Ricerca ha una forte dimensione autobiografica : mette in scena un narratore chiuso ermeticamente nelle proprie impressioni, nei propri desideri, nelle proprie fantasie. Dai Saggi viene fuori  invece – gradevole sorpresa per il lettore del grande romanzo- un Proust attento a tutto e curioso del mondo esterno, pronto a pronunciarsi polemicamente su una legge che non gli piace (la legge laicista che voleva trasformare le cattedrali in musei) o a commentare con accento dostoevskiani una tragedia di cronaca nera (Sentimenti filiali di un matricida).

-Se invece volessimo rivolgerci a coloro che non hanno mai letto nulla di Proust… quali opportunità offre questa raccolta di saggi?
Per chi non sia un frequentatore della Ricerca, questi saggi costituiscono comunque una via d’accesso privilegiata al mondo artistico e intellettuale europeo dell’epoca . Leggerli ci offre l’occasione di guardare la pittura di Gustave Moreau o  le cattedrali amate da Ruskin con gli occhi di un giovane colto vissuto tra la fine del XIX° secolo e l’inizio del XX°; un giovane che ha fatto a tempo a  conoscere personalmente Oscar Wilde ma che è anche tra i primi ammiratori di Picasso, in quel momento cruciale e contraddittorio che è l’ aurora della cultura modernista.

-Nel volume sono raccolti saggi, recensioni e cronache mondane che ricoprono un arco temporale molto ampio della vita dello scrittore (dagli anni del Collège fino al periodo successivo alla Prima guerra mondiale). Cosa puoi dirci in merito alla evoluzione della scrittura di Proust, con riferimento a questi suoi testi?
Proust conquista  presto una scrittura personale : già le pagine, inedite in vita, scritte sull’ispirazione e sulle leggi della poesia negli ultimi anni del XIX° secolo, annunciano la lunga frase sinuosa della Recherche, che cerca di far percorrere al lettore lo stesso cammino mentale  che lo scrittore intraprende per comunicargli le proprie impressioni. E’ interessante leggere, a questo proposito , il saggio Sulla lettura , del 1905 , in cui un Proust non ancora romanziere (ha alle spalle soltanto un tentativo non riuscito, l’autobiografico Jean Santeuil ) ci conduce nel mondo della sua infanzia, nel giardino di Illiers dove ha  fatto le sue prime esperienze di lettore. La Ricerca non è ancora stata concepita, eppure il suo tema centrale (quello della memoria “involontaria”, destata da sensazioni improvvise) comincia a profilarsi, in un contesto dal fascino singolarissimo. E  questo tema  esige una scrittura  che lo esprima con assoluta originalità: la scrittura che sarà della Ricerca, ma che vede la luce in queste pagine saggistiche del 1905.

-Per ciò che emerge da questi saggi, come si pone Proust rispetto ai principali scrittori e critici suoi contemporanei? (continua…)

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