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Archivio di marzo 2017

mercoledì, 29 marzo 2017

CROCIFISSO DENTELLO e SERGIO CLAUDIO PERRONI a “Letteratitudine in Fm”

CROCIFISSO DENTELLO (con “La vita sconosciuta” – La nave di Teseo) e SERGIO CLAUDIO PERRONI (con “Il principio della carezza” – La nave di Teseo) ospiti del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 27 marzo 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

* * *

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Crocifisso Dentello e Sergio Claudio Perroni sono stati gli ospiti della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 27 marzo 2017.

Con Crocifisso Dentello abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato La vita sconosciuta (La nave di Teseo)

Con Sergio Claudio Perroni abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato Il principio della carezza (La nave di Teseo)

Di seguito, informazioni sui libri protagonisti della puntata.

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La vita sconosciuta di Crocifisso Dentello (La nave di Teseo)

Milano, primi anni Duemila. Ernesto, cinquantenne disoccupato, reduce da un incontro sessuale con un gigolò arabo, rincasa nel cuore della notte e scopre la moglie Agata riversa senza vita sul divano. Il tragico evento è preceduto alcune ore prima dall’ennesima disputa coniugale perché Agata – costretta a lavorare come domestica per salvare il bilancio familiare – rimprovera al marito una colpevole rassegnazione.
Il lutto improvviso esaspera i sensi di colpa di Ernesto. Da anni conduce una doppia vita costellata da menzogne e tradimenti. Agata, siciliana dal carattere ribelle, ignora che il marito la tradisce con prostituti nel degrado di parchi pubblici e toilette di stazioni ferroviarie. Così com’è all’oscuro del terribile segreto che Ernesto custodisce, risalente al loro comune passato di rivoluzionari negli anni Settanta.
Scandito da capitoli che si accumulano come istantanee capaci di illuminare il nostro passato prossimo grazie a un particolare, un dettaglio, un’emozione, il romanzo attraversa la memoria intima e pubblica di un uomo che si mette a nudo in una confessione senza sconti. Crocifisso Dentello, alla sua seconda prova, racconta due vite perdute, un marito e una moglie offesi dalla Storia e dai sentimenti negati.

Crocifisso Dentello è nato a Desio, in Brianza, nel 1978. Ha esordito nel 2015 con Finché dura la colpa (Gaffi), romanzo che è diventato un caso editoriale grazie alla calorosa accoglienza della critica e dei lettori.

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Il principio della carezza di Sergio Claudio Perroni (La nave di Teseo)

Una donna, un uomo, una città deserta, una finestra che separa mondi e unisce solitudini. Con questi semplici elementi, Sergio Claudio Perroni costruisce una storia che racchiude due vite. Lei, scrittrice disincantata, e lui, lavavetri sognatore, non potrebbero essere più diversi, ma hanno due cose in comune: un passato da rimarginare, un presente che intreccia amarezza e amore. Il principio della carezza è la storia del loro incontro, dunque del loro destino.

Sergio Claudio Perroni vive e lavora a Taormina. Ha pubblicato Non muore nessuno (Bompiani, 2007), Raccapriccio. Mostri e scelleratezze della stampa italiana (Aliberti, 2007), Leonilde. Storia eccezionale di una donna normale (Bompiani, 2010), Nel ventre (Bompiani, 2013), Renuntio Vobis (Bompiani, 2015).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata: “Vita” – Lucio Dalla & Gianni Morandi; “Come Due Bambini” – La Bottega Dell’Arte.


(continua…)

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lunedì, 27 marzo 2017

LetteratitudineNews: dal 20 al 26 marzo 2017

letteratitudinenews

(libri, fatti ed eventi)

dal 20 al 26 marzo 2017


MUCCAPAZZA vince la sezione “Corteggiando” dell’Adriatico Film Festival

VENTO TRAVERSO di Anna Pavone

TEMPO DI LIBRI: la nuova Fiera dell’editoria italiana (Fiera Milano Rho, 19-23 aprile 2017)

TABUCCHI DOPO TABUCCHI

GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA 2017

OMAGGIO A DEREK WALCOTT


© Letteratitudine
(continua…)

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sabato, 25 marzo 2017

CINQUE ANNI DALLA MORTE DI ANTONIO TABUCCHI

CINQUE ANNI DALLA MORTE DI TABUCCHI (Pisa, 23 settembre 1943 – Lisbona, 25 marzo 2012)

Rimetto in primo piano questo post dedicato ad Antonio Tabucchi a cinque anni esatti dalla sua scomparsa (avvenuta il 25 marzo 2012). Sarò a grato a chiunque di voi vorrà contribuire a ricordarlo.

Massimo Maugeri

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POST DEL 24 SETTEMBRE 2012

Oggi, 24 settembre 2012, Antonio Tabucchi, avrebbe compiuto 69 anni.

Rimetto in evidenza questo post pubblicato in occasione della sua scomparsa, avvenuta il 25 marzo 2012.
In occasione di questa ricorrenza, la casa editrice Cavallo di Ferro ha pubblicato un volume intitolato Una giornata con Tabucchi.

Su LetteratitudineNews potrete leggere l’intervista che Romana Petri, Paolo Di Paolo e Ugo Riccarelli (tre dei quattro coautori di questo libro) hanno rilasciato a Simona Lo Iacono.

Naturalmente invito tutti a lasciare un nuovo pensiero per Tabucchi.

Buon compleanno, Antonio!

Massimo Maugeri

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Post del 25 marzo 2012
http://cdn.blogosfere.it/arteesalute/images/ANtonio-Tabucchi-morto-a-Lisbona.jpgUn altro grande della nostra letteratura, ci lascia. Si tratta di Antonio Tabucchi, che si è spento oggi 25 marzo 2012, a Lisbona, all’età di 68 anni, a seguito di una lunga malattia.
Considerato una delle voci più rappresentative della letteratura europea, Tabucchi era nato a Pisa, il 24 settembre 1943. La sua impronta letteraria rimarrà per sempre legata al suo amore per il Portogallo. D’altra parte è stato il maggior conoscitore, critico e traduttore italiano dell’opera di Fernando Pessoa.
I libri di Antonio Tabucchi sono tradotti in quaranta lingue (in tutti i paesi europei, Stati Uniti e America Latina e nelle lingue più lontane, come il Giapponese, Cinese (Taiwan e Repubblica Popolare Cinese), Ebraico, Arabo (Libano e Siria), Kurdo, Indi, Urdu e Farsi.
Alcuni dei suoi romanzi sono stati portati sullo schermo da registi italiani e stranieri (Roberto Faenza, Alain Corneau, Alain Tanner, Fernando Lopes) o sulla scena da rinomati registi teatrali (Giorgio Strehler e Didier Bezace fra gli altri).
Ha ricevuto numerosi premi in Italia, fra cui il Pen Club Italiano, il Premio Campiello (per “Sostiene Pereira”) e il Premio Viareggio-Rèpaci; e prestigiosi riconoscimenti all’estero, fra cui il Prix Médicis Etranger (per “Notturno indiano”), il Prix Européen de la Littérature e il Prix Méditerranée in Francia; l’Aristeion in Grecia; il Nossack dell’Accademia Leibniz in Germania; l’Europäischer Staatspreis in Austria; il Premio Hidalgo e il premio per la libertà di opinione “Francisco Cerecedo” attribuito ogni anno dal Principe delle Asturie, in Spagna. È stato nominato “Chevalier des Arts et des Lettres” dalla Repubblica francese e ha ricevuto la decorazione dell’Ordine dell’Infante D. Henrique dal presidente della Repubblica portoghese.
È stato professore cattedratico dell’Università di Siena ed ha insegnato in prestigiose Università straniere (Bard College di New York, Ecole de Hautes Etudes e Collège de France di Parigi). Ha collaborato con quotidiani italiani e stranieri (“Corriere della Sera”, “Repubblica”, “L’Unità”, “Il manifesto”, “Le Monde”, “El País”, “Diário de Notícias”, “La Jornada”, “Allegemein Zeitung”) e riviste quali “La Nouvelle Revue Française” e Lettre International”. È membro fondatore dell’”International Parliament of Writers”. Dal 2000 era stato proposto dal Pen Club italiano all’Accademia di Svezia quale candidato italiano per il Nobel di letteratura.

Tabucchi ci lascia… e Il tempo invecchia in fretta: è il titolo di uno dei suoi libri più recenti. Ce ne parla l’autore stesso, in questo video pubblicato sul canale YouTube della Feltrinelli (il suo editore).

Dedico questo “spazio” alla memoria di Antonio Tabucchi. Come accaduto con altri artisti della scrittura che ci hanno lasciato, questo piccolo “tributo” vuole essere appunto un omaggio, ma anche un’occasione per far conoscere questo autore a chi non ha ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Antonio Tabucchi e la sua produzione letteraria.

Per favorire la discussione, vi propongo le seguenti domande…

1. Che rapporti avete con le opere di Antonio Tabucchi?
2. Qual è quella che avete amato di più?
3. E l’opera di Tabucchi che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?
4. Qual è l’eredità che Tabucchi ha lasciato alla letteratura mondiale?

Ringrazio tutti, in anticipo, per i contributi che riuscirete a far pervenire…

Massimo Maugeri

Pubblicato in A A - I FORUM APERTI DI LETTERATITUDINE, OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI   324 commenti »

mercoledì, 22 marzo 2017

ALAN FRIEDMAN (con “Questa non è l’America”) a “Letteratitudine in Fm”

ALAN FRIEDMAN (con “Questa non è l’America” – Newton Compton) ospite del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 20 marzo 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

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In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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È stato Alan Friedman l’ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 20 marzo 2017.

Con Alan Friedman abbiamo discusso del suo nuovo libro intitolato Questa non è l’America (Newton Compton)

Di seguito, informazioni sul libro protagonista della puntata.

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Questa non è l’America” di Alan Friedman (Newton Compton)

Le rivelazioni shock, le storie inedite e i retroscena che svelano i segreti del paese di Trump

Che cosa è successo all’America? Che fine ha fatto il sogno americano? E qual è il vero significato dell’arrivo di Donald Trump?
Dietro l’immagine del Paese più influente del mondo si intravede una nazione lacerata, impaurita e rabbiosa. È vero, gli Stati Uniti sono ancora una superpotenza mondiale, ma le tensioni interne sono sintomo di sofferenza e profonda divisione. E cosa cambierà con l’elezione di Donald Trump?
Alan Friedman ci racconta in presa diretta quali siano le condizioni attuali e quali i sentimenti reali del popolo americano. In Questa non è l’America vediamo un Friedman inedito, in un’indagine sul campo: vicino ai suoi connazionali e capace di raccontare le loro storie in modo vivido. Arricchito da interviste a persone comuni e a figure di primo piano della politica e dell’economia statunitensi, questo libro di grande impatto traccia il percorso e fa il punto sulle cause della terribile disuguaglianza dei redditi che affligge gli Stati Uniti e ci accompagna nel cuore di una cultura vasta e contraddittoria, ricca ma spesso incomprensibile. Dalla povertà estrema di alcune zone rurali come il Mississippi, agli eccessi di Wall Street, fino all’incontro con Donald Trump a bordo del suo Trump Force One, Friedman ci racconta la vera America, come non l’abbiamo mai vista prima. Ci spiega chi è Trump e ci fa capire cosa sta per cambiare negli Stati Uniti e nel mondo intero.

Per la prima volta Alan Friedman indaga sul suo paese e racconta cosa dobbiamo aspettarci dall’America di Trump

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Alan Friedman è un giornalista esperto di economia e politica, conduttore televisivo e scrittore statunitense. All’inizio della carriera fu un giovanissimo collaboratore dell’amministrazione del presidente Jimmy Carter, poi è stato per lunghi anni corrispondente del «Financial Times», in seguito inviato dell’«International Herald Tribune» e editorialista del «Wall Street Journal». È conduttore e produttore di programmi televisivi in Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia, dove ha lavorato per testate come RAI, Sky Tg24 e La7. Celebri i suoi scoop giornalistici e i numerosi riconoscimenti (è stato insignito per quattro volte del British Press Award, e del Premio Pannunzio nel 2014). Tra i suoi libri: Tutto in famiglia, La madre di tutti gli affari, Il bivio, Ammazziamo il Gattopardo (Premio Cesare Pavese), My Way. Berlusconi si racconta a Friedman (i cui diritti sono stati venduti in 30 Paesi). Il suo documentario su Berlusconi è stato distribuito da Netflix in 190 Paesi. In Italia è editorialista per «Il Corriere della Sera». Per saperne di più: www.alanfriedman.it

Foto dell’autore: © Basso Cannarsa

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata: “Born In The U.S.A”, “The River”, “This Hard Land”  (di Bruce Springsteen)


(continua…)

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lunedì, 20 marzo 2017

LetteratitudineNews: dal 13 al 19 marzo 2017

letteratitudinenews

(libri, fatti ed eventi)

dal 13 al 19 marzo 2017


DIEGO MARANI racconta VITA DI NULLO

LA BOLGIA DELLE ERETICHE di Marinella Fiume (intervista)

Uno scrittore allo specchio: AGATHA CHRISTIE

BOOK PRIDE 2017

CALIBRO 2017


© Letteratitudine
(continua…)

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sabato, 18 marzo 2017

CENTO ANNI DALLA NASCITA DI CARLO CASSOLA #2

IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI CARLO CASSOLA (Roma, 17 marzo 1917 – Montecarlo, 29 gennaio 1987) ri-proponiamo uno stralcio dell’intervista che ci ha rilasciato Elisabetta Risari (Responsabile Editoriale Classici Mondadori) in occasione della ripubblicazione (negli Oscar Mondadori) di due romanzi di Carlo Cassola: “Un cuore arido” (1961) e “Il cacciatore” (1964).

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I 50 ANNI DI OSCAR MONDADORI E CARLO CASSOLA

di Massimo Maugeri

In data 5 maggio 2015, in concomitanza con il 50° anniversario della nascita della collana “Oscar Mondadori“, sono stati ripubblicati (negli Oscar, appunto) due romanzi di Carlo Cassola, “Un cuore arido” (1961) con introduzione di Anna Bravo e “Il cacciatore” (1964) con introduzione di Massimo Onofri.
Questa scelta non è stata casuale. Nel maggio 1965 il capolavoro di Carlo Cassola, “La ragazza di Bube“, fu pubblicato nei neonati Oscar Mondadori come primo volume in assoluto di un autore italiano (fu il secondo titolo dopo “Addio alle armi” di Hemingway).
In questi ultimi anni si è proceduto alla ripubblicazione delle opere di Cassola negli Oscar con il coordinamento scientifico di Alba Andreini. Il primo volume fu, appunto, “La ragazza di Bube” (collana “Classici moderni”).
Le introduzioni ai volumi che escono nella serie “Scrittori moderni” sono di volta in volta affidate a personalità del mondo letterario affinché rileggano i testi su nuove basi. Così “Il taglio del bosco” (2011) ha un’introduzione di Manlio Cancogni; “Fausto e Anna” (2012) di Eraldo Affinati; “La visita” (2013) di Massimo Raffaeli; “L’uomo e il cane” (2014) di Vincenzo Pardini (approfondimenti su LetteratitudineNews).
Già nel 2007 Mondadori aveva pubblicato un corposo volume dei “Meridiani” dedicato a Cassola. Intitolato “Racconti e romanzi”, il volume raccoglie una selezione – dagli esordi al 1970 – delle principali pubblicazioni uscite per Einaudi. La curatela di Alba Andreini, ricchissima di materiali inediti, ha segnato l’avvio di una fase scientifica fondata sull’analisi dei documenti nello studio dell’opera nel complesso e nei suoi singoli titoli.

In occasione del centenario della nascita di Cassola, ripropongo alcuni passaggi dell’intervista che nel 2015 mi rilasciò Elisabetta Risari (nel suo ruolo di Responsabile Editoriale Classici Mondadori).

-Cara Elisabetta, veniamo al caso Cassola. Quali sono i principali elementi di attualità riscontrabili nell’intera opera di questo autore?
Leggere Cassola significa incontrare un narratore tenacemente dedito a scavare il senso profondo e misterioso dell’esistenza e a ricercare la verità della storia; coraggiosamente refrattario, come autore, ai compromessi e al conformismo delle parole d’ordine, indipendente e fuori dal coro: uno scrittore di successo ma controcorrente; una personalità di grande libertà di pensiero, di onestà e purezza incorruttibili.
In particolare, già negli anni Cinquanta Cassola mette in luce gli effetti negativi del condizionamento ideologico (nella realtà e nell’arte), argomento divenuto ormai oggetto di revisione storica, ma anche il progressivo eclissarsi delle ideologie – ciò che fa dell’oggi un’era post-ideologica.
Nell’ultima fase del suo impegno (negli anni Settanta), inoltre, Cassola si è coraggiosamente battuto con notevole anticipo su questioni ancora oggi alla ribalta, anzi la cui urgenza si è addirittura acuita: il tema della pace e del disarmo, connesso a quello della riduzione della spesa per gli armamenti; e il problema della salvaguardia dell’ambiente (dal paesaggio agli animali) e della difesa della vita stessa, in un mondo a rischio di autodistruzione o catastrofe nucleare che ne minaccia la sopravvivenza. Proprio a questa fase risale, ad esempio, l’apologo L’uomo e il cane (1977), ripubblicato negli Oscar nel 2014, che tramite il racconto delle traversie del cane Jack – che per correre dietro a un padrone finisce vittima della sua spietatezza –, esprime il timore di Cassola che l’uomo preferisca la dipendenza servile all’avventura della libertà, bene per lui supremo.

- Come già accennato, per Oscar sono stati ripubblicati due romanzi di Cassola. Partiamo da “Un cuore arido” (1961). Qual è il tema forte di questo romanzo? (continua…)

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sabato, 18 marzo 2017

CENTO ANNI DALLA NASCITA DI CARLO CASSOLA #1

IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI CARLO CASSOLA (Roma, 17 marzo 1917 – Montecarlo, 29 gennaio 1987) ri-pubblichiamo uno stralcio dell’introduzione di Anna Bravo dedicata al volume di Carlo Cassola, Un cuore arido (Oscar Mondadori, Milano 2015).

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LE DONNE DI CASSOLA (stralcio dall’introduzione di Anna Bravo a Carlo Cassola, Un cuore arido, Oscar Mondadori, Milano 2015)

Fra i narratori italiani Cassola spicca per la frequenza con cui elegge a protagonista una donna, per l’ascolto che dedica alle figure femminili e per la sua visione del rapporto fra i sessi: “coesistenza” necessaria ma non per questo armoniosa, che contiene in sé il germe del conflitto, e di un conflitto a armi dispari. La Anna di Un cuore arido mostra uno dei modi possibili di affrontare questo squilibrio.
Ciononostante nel 1974 un testo di riferimento del femminismo italiano colloca Cassola fra I padri della fallocultura,[1] responsabili di aver descritto una femminilità subalterna, equivoca, debole e insieme pericolosa, e di aver imprigionato le donne nella dicotomia cultura/natura, dove al maschile spettano l’attività e il pensiero razionale, al femminile la passività e la ripetizione.
L’accusa riflette l’atmosfera di quei primi anni Settanta. Sull’onda del femminismo, sempre più donne avevano preso atto che i discorsi in circolazione non rendevano loro giustizia su niente o quasi e, dopo aver rotto il vecchio vincolo di fedeltà al mondo degli uomini, si applicavano a smontarne ideologie e stereotipi – nella quotidianità, in politica, nella cultura. A cominciare dalla pretesa maschile di rappresentare il soggetto unico e universale. La consapevolezza che i soggetti sono due, uomo e donna, e che il primo non può parlare per il secondo, era un “arrivano i nostri” della libertà così seducente da rendere simpatici ancora oggi certi eccessi di cipiglio e la perentorietà di alcune generalizzazioni.
Ma quel giudizio resta ingeneroso. Alle due autrici Cassola aveva risposto che le sue protagoniste erano donne degli anni Trenta e Quaranta. Donne, dunque, soffocate dal greve virilismo fascista innestato su una cultura patriarcale e su una religiosità bigotta. Donne intimorite dalla sessualità maschile, angosciate dal dilemma fra respingerla (e perdere il fidanzato) o compiacerla (e magari perderlo ugualmente, insieme alla rispettabilità). E se durante la guerra i ruoli maschili e femminili erano spesso cambiati, con il ritorno alla normalità si erano in buona parte ristabiliti. Come si poteva pretendere che le donne di allora fossero «campioni di razionalità e di modernità»?[2]
È una giusta affermazione di principio, ma fa torto al Cassola narratore, che in virtù dell’adesione alle sue donne riesce a vedere molto al di là dell’associazione femminilità-natura, o del paradigma dell’oppressione, secondo cui la storia è una catena di sopraffazioni maschili e di sofferenze femminili senza scampo. Le sue ragazze e spose sanno negoziare il proprio assenso alle norme, manipolare i rapporti, farsi valere, trasgredire cercando di non pagarne il prezzo. Possono vincere o perdere, resta il fatto che sono soggetti che cercano di decidere la propria vita, che a volte si fanno complici del maschile, che creano le proprie reti di relazione e esercitano facoltà e veti – avere un potere limitato non equivale a non averne affatto. Negli scenari cari all’autore, scenari del quotidiano, del privato, delle cose all’apparenza piccole e tenute ai margini, l’impronta femminile è visibilissima. Ne escono narrazioni punteggiate di scarti e ambivalenze – ciascuna donna i suoi scarti, ciascuna le sue ambivalenze.
La Anna di Paura e tristezza ha poco in comune con la Anna di Un cuore arido, che la precede di quasi dieci anni. È una bimba poi ragazza contadina, costretta a spostarsi dalla campagna alla città. Bellissima, luminosa, vivace, si misura fra ansie e speranze con il nuovo ambiente, cerca di decifrarne le regole per capire cosa si sente di accettare e cosa no. Nella campagna e nella polverosa dimora nobiliare in cui è a servizio sembra non succedere niente, ma nel suo cuore scorre molta vita presente e passata. La tenerezza provata da bambina nel rapporto con un ragazzino sfollato; la gratitudine verso la madre che ha trovato il coraggio di averla pur in assenza di un marito; la scoperta di abitudini sconosciute; l’innamoramento. Il prescelto è un alabastraio che la affascina e la turba, ma che di lì a poco parte per il servizio militare. E la forza di lei si disfa. Quando un contadino del paese, un vecchio corteggiatore cui si è data per inerzia, la mette incinta, sente di aver perso ogni valore, e finisce per rassegnarsi a un matrimonio di riparazione. Tradendo se stessa e uscendone sfigurata – corpo appesantito, bocca vuota di denti, capelli radi nascosti sotto un fazzoletto, la salute perduta per le gravidanze e il lavoro ininterrotto.
Un’altra Anna, quella di Fausto e Anna (1952 e 1958), è diversa da tutte e due le sue omonime. Nel romanzo, l’amore fra un velleitario ragazzo della borghesia e una ragazza del piccolissimo ceto medio si logora nell’indecisione di lui, che vorrebbe essere aspettato indefinitamente; al contrario Anna va avanti con la sua vita, si sposa, ha una bambina, e a Fausto riserva sì un posto nel suo cuore, ma un posto residuale, quasi un omaggio a un passato che, pur restando amabile nel ricordo, non deve interferire con il presente. (continua…)

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mercoledì, 15 marzo 2017

SILVANA GRASSO (con “Solo se c’è la Luna” – Marsilio) a “Letteratitudine in Fm”

SILVANA GRASSO (con “Solo se c’è la Luna” – Marsilio) ospite del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 13 marzo 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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È stata Silvana Grasso l’ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 13 marzo 2017.

Con Silvana Grasso abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato Solo se c’è la Luna (Marsilio)

Di seguito, informazioni sul libro protagonista della puntata.

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Solo se c'è la Luna Solo se c’è la Luna (Marsilio) – di Silvana Grasso

Il manovale Girolamo, dopo trent’anni d’America, dove ha imparato marketìnghi e bisinès, torna in Sicilia, primi anni Cinquanta, col nuovo nome americano di Gerri. Nel suo paese arretrato, dove ancora si usa la cenere per lavare e lavarsi, fonda una gigantesca fabbrica, stile americano, di sapone e saponette, la Gerri Soap, che esporta, con grande successo economico e d’immagine, i suoi prodotti in tutta Italia. L’America, che ha fatto di lui un imprenditore, gli ha insegnato le strategie di mercato, di comando, sempre e comunque, perché, quando si è padroni, non esiste il torto, ma solo la ragione. Da uno sciagurato matrimonio con una ragazza che trascorre il tempo a intagliare volti e corpi sul legno, nasce Luna, minuta quanto un coniglietto, per di più con una rarissima malattia che la costringe a vivere al buio, solo se c’è la Luna, perché il Sole ucciderebbe le sue tenere carni. Per farle compagnia, e soprattutto prenderne le distanze, Gerri le “compra” una quasi sorella, Gioiella, figlia di una sua operaia, ragazza madre, che vuol vivere, anche lei, col suo nuovo amore il sogno americano. Gioiella cresce con una spaventosa bellezza bruna e sensuale, ma è chiusa, scontrosa, ostile a ogni avventura sessuale o sentimentale. Nel frattempo, nella grande villa, Luna studia, legge avidamente poeti e scrittori, nell’illusione di conoscerlo quel mondo che non conoscerà mai nelle geografie dei luoghi, finché a 16 anni non le basta più innamorarsi di uomini scolpiti nel marmo o nei versi dei poeti: vuole un maschio vero, di carne vera. Non sa, però, che la quasi sorella prova per lei un sentimento d’attrazione sessuale devastante, contro cui nulla può la volontà o la preghiera. Con la potenza di un’immaginazione sgargiante e l’estro di una lingua febbrile, Silvana Grasso racconta lo scontro tra la natura e il moderno nella scena mediterranea di una Sicilia marina e assolata obbligata a piegarsi al primato notturno, per costringerci a ripercorrere il percorso della metamorfosi del mondo nella storia e a ritrovare le tracce di quel destino fatale che – nonostante ogni sforzo di sfuggirgli alla ricerca di un futuro migliore – resiste vitale, luminoso e feroce.

Silvana Grasso è nata a Macchia di Giarre, in Sicilia. Vive tra Gela e Giarre. È filologo classico, scrive racconti, romanzi, pièce teatrali e collabora con diverse testate. È stata assessore alla cultura del comune di Catania. Le sue opere sono state premiate con importanti riconoscimenti, tra cui: il Premio Mondello, il Premio Brancati, il Premio Vittorini, il Premio Flaiano Narrativa, il Premio Grinzane Cavour Narrativa italiana. Ha pubblicato: Nebbie di ddraunàra (La Tartaruga 1993), Il bastardo di Mautàna (Anabasi 1994, Einaudi 1997, ripubblicato da Marsilio nel 2011), Ninna nanna del lupo (Einaudi 1995, ripubblicato da Marsilio nel 2012), L’albero di Giuda (Einaudi 1997, ripubblicato da Marsilio nel 2011), La pupa di zucchero (Rizzoli 2001), Disìo (Rizzoli 2005), 7 uomini 7. Peripezie di una vedova (Flaccovio 2006), Pazza è la luna (Einaudi 2007), L’incantesimo della buffa (Marsilio 2011), Il cuore a destra (Le Farfalle 2014).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata: “Luna” di Gianni Togni; “Libertango” di  Astor Piazzolla; “Libertango” (versione live – Berlin Philharmonic).

(continua…)

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lunedì, 13 marzo 2017

LetteratitudineNews: dal 6 al 12 marzo 2017

letteratitudinenews

(libri, fatti ed eventi)

dal 6 al 12 marzo 2017


ZERO K di Don DeLillo (recensione)

PREMIO BANCARELLA 2017: i vincitori

LIBRI COME 2017

VOLUMINOSI 2017

LETTERATITUDINE 3 ad Adrano

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA 2017: intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

LA CASA DELLA MEMORIA E DELL’OBLIO di Filip David (un estratto)

IL MAGGIO DEI LIBRI 2017


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(continua…)

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lunedì, 13 marzo 2017

LA PREGHIERA DELLA LETTERATURA

LA PREGHIERA DELLA LETTERATURA. Sulla misericordia, il bene e la fededi Andrea Caterini (Fazi editore)

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di Massimo Maugeri

Il nuovo appuntamento della rubrica di Letteratitudine chiamata “Saggistica Letteraria” è dedicato a questo ottimo lavoro di Andrea Caterini intitolato “La preghiera della letteratura. Sulla misericordia, il bene e la fede” (Fazi editore).

In queste pagine, Andrea Caterini (scrittore e saggista: ne approfitto per ricordare il suo romanzo “Giordano”… qui un’intervista all’autore), propone una riflessione su alcuni termini chiave della cristianità: Pace, Sacrificio, Misericordia, Bene, Santità e Fede. Sono parole antiche (potremmo dire “eterne”) e pregne di significato. Caterini analizza ogni parola attraverso la lettura e l’analisi di uno o più scrittori, da Virgilio a Dostoevskij, da Anna Achmatova ad Anton Cechov. Come precisato nella scheda del volume, “La preghiera della letteratura” non è però un libro di critica letteraria (anche se attraverso la letteratura costruisce i suoi ragionamenti filosofici, con la convinzione che essa sia ancora uno strumento privilegiato di conoscenza)… ma “riflette su quanto la letteratura sia essa stessa una particolare forma di preghiera e di come poesia e testi sacri abbiano da sempre dialogato tra loro“.

Per gentile concessione dell’autore e della casa editrice, pubblichiamo di seguito il capitolo intitolato “Il sacrificio” (dove lo scrittore “protagonista” è Cechov).

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Il sacrificio

(da La preghiera della letteratura di Andrea Caterini – Fazi editore)

1.

[…]

In ogni pagina di Čechov ci sembra che un senso d’affanno, uno spezzarsi del fiato, un’angoscia di soffocamento stiano sempre a un momento dall’arpionarci. Eppure Čechov non si lamenta di nulla, si nasconde discreto dietro le parole. No, non è lui che impreca miseria e ingiustizia. Delega ai suoi personaggi ogni espressione. Li osserva, convinto di non poterli curare, di non poter curare, nonostante la scienza – lui medico, oltre che scrittore – il tumore che s’annida dentro ognuno: il terrore della morte, il senso di inadeguatezza e impotenza rispetto alla vita, l’incapacità che gli uomini hanno di comprendersi. Eppure è lì, al lume fioco di una lampada, stretto all’angolo, piegato su una sedia dietro le quinte, sempre sfuggente, con l’atteggiamento di chi pare abbia un’anima fredda, schermato da una patina di imperturbabilità. Se nessuno può nulla, sembra però dica, bisognerà pure che qualcuno si sacrifichi per l’umanità, che all’umanità sia concessa una felicità che io, Anton, osservandovi da dietro e piangendo, ma sempre senza lacrime, non posso concedermi. Che gli uomini siano felici. Ma come? Che qualcuno vi racconti, nel bene e nel male, chi siete. (continua…)

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martedì, 7 marzo 2017

SANDRO CAMPANI (con “Il giro del miele” – Einaudi) e DOMENICO TRISCHITTA (con “Le lunghe notti” – Avagliano) a “Letteratitudine in Fm”

SANDRO CAMPANI e DOMENICO TRISCHITTA ospiti del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 6 marzo 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

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In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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Sono stati Sandro Campani e Domenico Trischitta gli ospiti della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 6 marzo 2017.

Con Sandro Campani abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “Il giro del miele” (Einaudi).

Con Domenico Trischitta abbiamo discusso della sua raccolta di racconti “Le lunghe notti” (Avagliano)

Di seguito, informazioni sui libri protagonisti della puntata.

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Libro Il giro del miele Sandro CampaniSandro Campani – “Il giro del miele” (Einaudi)

Mentre una presenza si aggira per i boschi (è forse la lince di cui si vocifera in paese?), due uomini si confrontano in un singolare duello scandito dalle tacche su una bottiglia di grappa. Sono le loro vite che scorrono in questa lunga notte: l’amore che dura e quello che si perde, gli errori dei padri, gli errori dei figli, il dolce e l’amaro, il peso specifico di ciascun essere umano. Un bicchiere dopo l’altro, parlano fino all’alba. Intanto i ciocchi di legno scoppiettano nel camino e l’alcol brucia la gola, ed è come se l’autore si sedesse accanto al lettore a raccontare. Nessuno potrà muoversi finché la storia non sarà finita.

-

Sandro Campani vive e lavora in un paese dell’Appennino tosco-emiliano, dove è nato nel 1974. Ha pubblicato È dolcissimo non appartenerti piú (Playground 2005), Nel paese del Magnano (Italic Pequod 2010) e La terra nera (Rizzoli 2013). Per Einaudi ha pubblicato Il giro del miele (2017).

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Libro Le lunghe notti Domenico TrischittaDomenico Trischitta – “Le lunghe notti” (Avagliano)

I personaggi de “Le lunghe notti” sono personaggi estremi – prostitute, alcolizzati, assassini – tutti legati dal male di vivere. Sono figure penitenziali alla ricerca di un senso. Esistenze infelici che vacillano sul baratro della notte più cieca. Decideranno di cambiare pagina, di dare una svolta alla loro vita miserabile. In un solo giorno, in una sola notte, nulla sarà più come prima. Forse li spinge il desiderio inconscio di espiazione di una colpa, un pentimento che però arriva troppo tardi, perché un destino già scritto alla fine deve compiersi. Storie di chi vive male e troppo in fretta.

-

Domenico Trischitta, catanese, è scrittore e autore per il teatro. Ha pubblicato il romanzo Una raggiante Catania (Excelsior 1881), vincitore del Premio Martoglio. Nel 2016 è andato in scena il suo testo teatrale Sabbie Mobili, prodotto dal Teatro Stabile di Catania. Per Avagliano editore ha pubblicato il romanzo Glam City.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata: “Well You” di John Coltrane & Thelonious Monk. (continua…)

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lunedì, 6 marzo 2017

LetteratitudineNews: dal 27 febbraio al 5 marzo 2017

letteratitudinenews

(libri, fatti ed eventi)

dal 27 febbraio al 5 marzo 2017


ENRICO MACIOCI racconta LETTERA D’AMORE ALLO YETI

UN ANNO DALLA MORTE DI UMBERTO ECO

ALESSANDRO ZACCURI racconta LO SPREGIO

L’UOMO CHE VENIVA DA MESSINA di Silvana La Spina

Una Giornata di Studi dedicata a GIUSEPPE PONTIGGIA

NEL DOLORE di Alessandro Zannoni (intervista)

NEVE, CANE, PIEDE: effetto Modus Legendi

BOLOGNA CHILDREN’S BOOK FAIR 2017


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(continua…)

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venerdì, 3 marzo 2017

IL TEMPO TAGLIATO

letteratura-e-musicaIl nuovo appuntamento del forum di Letteratitudine intitolatoLETTERATURA E MUSICAè dedicato al romanzo “Il tempo tagliato” di Silvia Longo (Longanesi). Di seguito, l’autrice in una conversazione con Claudio Morandini.

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CONVERSAZIONE CON SILVIA LONGO: autrice de “IL TEMPO TAGLIATO” – (Longanesi, 2012)

A cura di Claudio Morandini

Con il romanzo “Il tempo tagliato”, uscito nella collana longanesiana “La gaja scienza” nel 2012, Silvia Longo racconta la storia di una donna, Viola, che di recente ha perduto il marito, celebre direttore d’orchestra dalla personalità insieme forte e fragile, del quale è stata per anni silenziosa vestale; e racconta della sua fuga imprevista, una sera, nel corso di un concerto in onore del coniuge, con un giovane tecnico del suono. Combattuta tra tentazione di abbandono all’avventura e desiderio di autocontrollo, Viola vive quella fuga, solo in parte sentimentale, come un allontanamento da tutto ciò che la tratteneva al ricordo ingombrante del marito, al suo bisogno perenne di ordine e equilibrio.
La musica c’è, a diversi livelli, in questo romanzo di grande finezza: è presente nella vita dei personaggi, che di musica vivono e si circondano, nei loro discorsi, addirittura nel loro modo di percepire il mondo; si intravede anche nella struttura del libro, nel titolo, perfino nella scelta del nome della protagonista. Sono motivi sufficienti per invitare Silvia Longo a una conversazione su un tema che ci sta a cuore, il rapporto tra scrittura e musica, tra parola e suono.

CM – La protagonista del tuo romanzo si chiama Viola. Una scelta che non mi suona casuale: la viola, tra gli archi, è lo strumento che di rado assume un ruolo di primo piano, e il più delle volte rinforza il tessuto armonico, lasciando liberi gli altri strumenti di fare i protagonisti. È uno strumento umile, ma indispensabile, senza il quale le altre parti perderebbero di significato. Anche tu lo hai inteso in questo modo?
SL – Hai centrato in pieno, Claudio. Presto molta attenzione quando si tratta di scegliere i nomi dei miei personaggi, seguendo gli insegnamenti dei Maestri: pensa al Manzoni, per esempio. Ne “I promessi sposi” i nomi dei personaggi rispecchiano il modo di essere e di agire, le qualità morali di ciascuno. Per la protagonista de “Il tempo tagliato” volevo un nome simbolico che ne rappresentasse l’umiltà (la viola è anche un fiore spontaneo che, quasi per pudore, cresce celandosi tra le foglie, alle radici di alberi maestosi), lo spirito di abnegazione per la buona riuscita di una causa, la capacità di adattamento alle necessità altrui. Come fa la viola in una orchestra: quasi mai è strumento solista e si può dire che lavori nell’ombra. Ma a un orecchio attento non sfugge quanto necessario sia il suo apporto.

CM – Sin dal titolo, “Il tempo tagliato”, il tuo romanzo è incentrato sul concetto di tempo, anzi sulle possibili declinazioni del concetto di tempo. Tecnicamente, “tempo tagliato” è la misura in 2/2, segnata con una C appunto tagliata, ma forse questo significato non mi pare determinante nel libro. Vi è invece, in senso più generale, il rapporto complesso con il passato (la vita con il marito direttore d’orchestra), il “taglio”, cioè la frattura determinata dalla morte di lui, il senso di spaesamento nel presente. Poi, sempre più insistente, si fa strada il tempo inteso come elemento centrale del linguaggio musicale: il marito, in quanto direttore, domina il tempo, lo scandisce, lo impone agli altri, ne ha bisogno in quanto gli garantisce controllo sul caos della vita, sulle sue paure più profonde. Il tempo si presenta a questo punto anche come ossessione, concretamente, nell’oggetto della sveglia dal ticchettio molesto. Liberarsi di quella sveglia, per Viola, diventerà un emanciparsi dal ruolo paziente e passivo messole addosso dal marito (e dalla famiglia di lui). (continua…)

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mercoledì, 1 marzo 2017

LetteratitudineNews: dal 20 al 26 febbraio 2017

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(libri, fatti ed eventi)

dal 20 al 26 febbraio 2017


UN ANNO DALLA MORTE DI UMBERTO ECO

LA DONNA DAI CAPELLI ROSSI di Orhan Pamuk (recensione)

LA VITA SCONOSCIUTA di Crocifisso Dentello (un estratto)

OLTRE IL CONFINE: l’intervento del Direttore Editoriale Nicola Lagioia

OLTRE IL CONFINE: l’intervento del Presidente Mario Montalcini

OLTRE IL CONFINE: il tema del 30° Salone Internazionale del Libro di Torino

INTERVISTA A GIOIA PACE: presidente del Comitato di Siracusa della Società Dante Alighieri

BOLOGNA CHILDREN’S BOOK FAIR 2017

LE COCCINELLE NON HANNO PAURA di Stefano Corbetta (recensione)

LE LUNGHE NOTTI di Domenico Trischitta (recensione)


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(continua…)

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"Cetti Curfino" di Massimo Maugeri (La nave di Teseo) ===> La rassegna stampa del romanzo è disponibile cliccando qui

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OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

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OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

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RATPUS va in scena ratpus

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Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

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"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

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