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Archivio di ottobre 2013

sabato, 26 ottobre 2013

È online la puntata con SILVIA AVALLONE, OSPITE DI “Letteratitudine in Fm” di venerdì 25 ottobre 2013

silvia-avallone-marina-bellezzaÈ on line la puntata con SILVIA AVALLONE, OSPITE DI “Letteratitudine in Fm” di venerdì 25 ottobre 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Silvia Avallone è stata la scrittrice ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 25 ottobre 2013.

Con Silvia Avallone abbiamo discusso del suo nuovo romanzo, “Marina Bellezza” (Rizzoli), e delle tematiche a esso legato.
Nel corso della puntata l’autrice ha letto brani tratti dalla sua opera.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

domenica, 20 ottobre 2013

È online la puntata con MASSIMO CARLOTTO, OSPITE DI “Letteratitudine in Fm” di venerdì 18 ottobre 2013

massimo-carlotto-saraÈ online la puntata con MASSIMO CARLOTTO, OSPITE DI “Letteratitudine in Fm” di venerdì 18 ottobre 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Massimo Carlotto è stato lo scrittore ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 18 ottobre 2013.

Abbiamo discusso del nuovo romanzo del ciclo delle “Vendicatrici”: “Sara.Il prezzo della verità“, scritto con Marco Videtta e pubblicato da Einaudi Stile Libero.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

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domenica, 20 ottobre 2013

LetteratitudineNews: dal 14 al 20 ottobre 2013

LetteratitudineNews: dal 14 al 20 ottobre 2013

© Letteratitudine

(continua…)

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mercoledì, 16 ottobre 2013

CI LASCIA LUIGI BERNARDI

Ho appreso la notizia da questo comunicato della casa editrice Perdisa. Lo ricopio di seguito…

* * *

Ozzano Emilia, 16 ottobre 2013

Questa mattina lo scrittore, drammaturgo e fondatore della casa editrice Perdisa PopLuigi Bernardi, è scomparso.

Riportiamo qui di seguito la dichiarazione dell’editore in ricordo dell’amico Luigi.

Alberto Perdisa, con tutto lo staff della casa editrice, ricorda Luigi Bernardi, fondatore di Perdisa Pop, di cui ha diretto le collane per lungo tempo.
La scomparsa del grande scrittore e intellettuale, sempre avanti di un passo nell’intuire nuove tendenze e forme letterarie, costituisce una grave perdita per tutta la cultura nazionale.
L’augurio è che, finalmente, la sua grandezza venga riconosciuta da tutti.
Ciao Luigi.

* * *

La notizia mi ha scosso tanto. Sono molto addolorato. Mi sentivo legato a Luigi Bernardi. Devo a lui la pubblicazione della mia raccolta di racconti “Viaggio all’alba del millennio” (Perdisa Pop).

Tra qualche giorno, con la collaborazione degli amici di Luigi, mi piacerebbe organizzare qualcosa per ricordarlo… anche qui, su questo blog.
Per il momento (con lo spazio commenti chiuso) mi limito a proporre la puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” del 4 febbraio 2010, in cui ebbi il piacere e l’onore di ospitare Luigi per discutere sulla sua raccolta di racconti “Niente da capire” (Perdisa Pop, 2011). In quell’occasione discutemmo sulla differenza tra “giallo” e “noir”… e sulle “direzioni” prese dalla letteratura italiana di oggi…

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE

Ciao, Luigi!

Massimo Maugeri

Pubblicato in OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI   Un commento »

mercoledì, 16 ottobre 2013

DOVE SEPPELLIRE PRIEBKE?

La nuova puntata deIl sottosuolodi Ferdinando Camon riguarda la attualissima e scottante “questione Priekbe” e le problematiche a essa collegate.

Di seguito, l’opinione di Camon.

Massimo Maugeri

* * *

DOVE SEPPELLIRE PRIEBKE?

ferdinando-camondi Ferdinando Camon

Su Priebke corrono molti equivoci, ed è bene chiarirli subito. Non era un soldato. Le SS non erano soldati, erano una milizia del nazismo. Che il nazismo nascesse con intenti criminali, era chiaro prima che nascesse, perché prima di prendere il potere Hitler aveva pubblicato in un libro il suo programma. Nel libro c’è tutto. Distruzione degli ebrei, divisione dell’umanità in razze, soppressione delle razze inferiori, guerra all’est, cancellazione del Cristianesimo e del suo amore per i deboli e i perdenti, imposizione del diritto del più forte… Tutto. Priebke lo sapeva? Ma certo. Priebke fu tra i primissimi a iscriversi al neonato partito nazista. Faceva il cameriere a Rapallo quando sentì nascere il partito nazista, mollò tutto e corse in Germania a iscriversi. Fu un iscritto della primissima ora. Come mai in tanti anni diventò soltanto capitano? Per chi non lo sa, capitano è un grado bassissimo, appena sopra il tenente. Evidentemente, Priekbe era stupido. La sua qualità era l’obbedienza. Ma che cos’è l’obbedienza? È la dote di chi rispetta gli ordini? Tutti dicono così, ma non è così. Un tribunale italiano ha perfino assolto (o scarcerato) Priebke su questa base, ma ha sbagliato. La perfetta obbedienza sta nel condividere l’ordine prima che venga impartito, e nell’eseguirlo con volontarietà, non recalcitrando. Priebke era così ben disposto a massacrare i prigionieri delle Ardeatine, che doveva ammazzarne 330 e arrivò a 335. Lui ripeteva: “Personalmente, non ho ucciso nessuno”. È falso. Anche se non fosse falso, sarebbe inaccettabile lo stesso, perché dare l’ordine di uccidere significa uccidere. Ma poi dentro le Fosse successe questo: molti soldati tedeschi, al momento di sparare in testa ai prigionieri legati col fil di ferro e urlanti, vomitavano o tremavano o svenivano. Bisognava che l’ufficiale desse l’esempio e sparasse lui. Priebke lo fece. Visto l’esempio del loro capitano, i soldati prendevano coraggio e ammazzavano per alcuni minuti. Poi di nuovo tremavano e vomitavano. Bisognava ridare l’esempio. Il capitano Priebke lo ridiede. Quante volte? Lui dice: “Solo due”. Con ogni probabilità furono molte di più. Ma che importanza ha? (continua…)

Pubblicato in IL SOTTOSUOLO (di Ferdinando Camon)   Commenti disabilitati

martedì, 15 ottobre 2013

Osservatorio LitBlog n. 25

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Non solo dolore

(da Nazione Indiana)

Senza parole, si resta per un momento senza parole di fronte alla tragedia di Lampedusa. Ma poi bisogna trovare le parole giuste, e che non siano solo di dolore ma di promesse concrete; c’è una parola in particolare nella lettera di Arminio che vi propongo di leggere e di tenere ben stretta : Decoro. E non l’ho scritta con la maiuscola per errore ma per dare dignità a questa parola che pare essere scomparsa da ogni campo della nostra vita ultimamente. Dovremmo garantire il diritto sacrosanto, ad ogni cittadino del mondo, di spostarsi da terre sofferenti e difficili verso la possibilità di altri destini, e soprattutto di poterlo fare con ogni mezzo legale e sicuro disponibile. Insomma una vita vissuta ovunque si voglia ma vissuta con decoro. E perché la speranza di un futuro migliore non si perda più fra le onde del mare. Altro non saprei dirvi se non di leggere e riflettere sulle intense parole che seguono qui…

* * *

Un Nobel meritatissimo

(da Minima et Moralia)
(continua…)

Pubblicato in OSSERVATORIO LIT-BLOG (a cura di Francesca G. Marone)   Commenti disabilitati

lunedì, 14 ottobre 2013

ANNI FELICI, di Daniele Luchetti

ANNI FELICI, di Daniele Luchetti

con Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti, Martina Gedeck, Samuel Garofalo, Niccolò Calvagna

Recensione di Ornella Sgroi

“Indubbiamente erano anni felici. Peccato che nessuno di noi se ne fosse accorto”. Certo per un bambino di 10 anni come Dario era complicato capirlo. Testimone silente, insieme al fratellino più piccolo Paolo, della storia della sua famiglia un po’ eccentrica e dell’estate del ‘74. Quella stessa estate iniziata poco dopo il referendum abrogativo del divorzio, rimasto invece in vigore con la vittoria del NO, con una certa preoccupazione del piccolo Dario per le sorti del matrimonio dei propri genitori. Guido e Serena. Ostinato artista d’avanguardia ancora in cerca del proprio talento, lui. Moglie e madre affettuosa, lei, in costante competizione con la passione del marito per l’arte e le modelle.
Anche se Anni felici, il nuovo film di Daniele Luchetti, è raccontato a ritroso dal punto di vista del loro primogenito Dario e dalla sua voce fuori campo (in realtà quella dello stesso regista, che altri non è se non la sua proiezione adulta), sono proprio Guido e Serena a conquistarsi la scena. Dominata dalla bravura e dalla bellezza dei due interpreti, Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti, che attirano in modo magnetico la macchina da presa – e lo sguardo – del regista, attento e partecipe delle emozioni dei due piccoli protagonisti (sorprendenti anche Samuel Garofalo e Niccolò Calvagna, rispettivamente nei panni di Dario e di Paolo) ma irrefrenabilmente attratto dalle dinamiche affettive e personali di questa coppia tutt’altro che ordinaria.
Nel ripercorrere quella che in fondo è la storia “mitica” della sua famiglia (come recitava il titolo provvisorio del film di ispirazione autobiografica), Daniele Luchetti segue infatti Guido e Serena da una distanza molto ravvicinata, con continui primissimi piani per cogliere anche le più impercettibili espressioni dei loro visi, sempre vivi, sempre veri. Affidando a lievi ma efficaci dettagli le loro emozioni più forti e contraddittorie, le loro identità più profonde.
Quanto ci dice la balbuzie appena accennata da Kim Rossi Stuart della fragilità del suo artista, che per reazione ad una madre che lo ha cresciuto sminuendone il talento e le capacità insegue un’idea di arte contro ogni convenzione, per scoprirsi poi incapace di accettare la libertà sessuale conquistata dalla moglie. E quanto ci dice quel “pulviscolo erotico” che circonda Micaela Ramazzotti della inattesa capacità della sua madre e moglie di rompere tutti gli schemi possibili per assecondare la sua attrazione verso un nuovo modo di vivere la propria femminilità accanto ad un’altra donna (l’altrettanto brava Martina Gedeck). Momenti di scoperta che Daniele Luchetti affida a vecchi filmini amatoriali girati dall’incarnazione infantile di se stesso, Dario appunto, e che coincidono anche con la scoperta personale dell’amore per il cinema e del potere rivelatore della cinepresa.
È forse per compensare tanta potenza emotiva ed evocativa che il regista si affida ad un tocco discreto, classico, quasi d’altri tempi. Ma è quasi certamente per trovare la giusta distanza con una storia vissuta in prima persona che Luchetti di distanza finisce con il metterne troppa. Raffreddando il racconto almeno nella prima parte del film che procede senza riuscire mai a portare lo spettatore davvero dentro la storia, distratto anche dall’uso della voce fuori campo che rimanda costantemente all’idea di un passato ormai compiuto. Ciò nonostante, quella di Anni felici è una storia che alla fine conquista, lasciando allo spettatore un’appagante sensazione di bellezza. La bellezza di un caos che trova il suo ordine, dando un senso – seppur nuovo – ad ogni cosa, anche la più imprevedibile.

* * *

Leggi l’introduzione di Massimo Maugeri

Il trailer del film
(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE CINEMA   Commenti disabilitati

domenica, 13 ottobre 2013

È online la puntata con GIUSEPPE LUPO, OSPITE DI “Letteratitudine in Fm” di venerdì 11 ottobre 2013

giuseppe-lupoÈ online la puntata con GIUSEPPE LUPO, OSPITE DI “Letteratitudine in Fm” di venerdì 11 ottobre 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Giuseppe Lupo è stato lo scrittore ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 11 ottobre 2013.

Con Giuseppe Lupo abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Viaggiatori di nuvole” (Marsilio), vincitore dell’edizione 2013 del Premio Dessì.

Nel corso della puntata, l’autore ha letto un brano del libro.
Chi avesse voglia di leggere il primo capitolo del romanzo, può farlo cliccando su LetteratitudineNews.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

domenica, 13 ottobre 2013

LetteratitudineNews: dal 6 al 13 ottobre 2013

LetteratitudineNews: dal 6 al 13 ottobre 2013

© Letteratitudine

(continua…)

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mercoledì, 9 ottobre 2013

IN MEMORIA DI GIULIANO GEMMA

Il secondo appuntamento della rubrica PELLICOLE ITALICHE da rivedere, curata da Gordiano Lupi, abbiamo voluto dedicarlo all’attore Giuliano Gemma, che è scomparso pochi giorni  fa (il 1° di ottobre) a causa di un incidente automobilistico. Tutti coloro che vorranno intervenire lasciando commenti volti a ricordare Giuliano Gemma (con riferimenti a uno o più film in particolare) saranno i benvenuti.

Qui di seguito troverete un articolo di Gordiano Lupi e la recensione del film “Arrivano i Titani” (1961) di Duccio Tessari (Giuliano Gemma era nel cast nei panni di Crios). In coda, il video con la presentazione dello stesso Tessari e uno spezzone del film.

Ringrazio tutti in anticipo per la partecipazione.

Massimo Maugeri

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Giuliano Gemma, l’eroe della mia generazione

di Gordiano Lupi

Giuliano Gemma (1938 – 2013) rappresenta buona parte della mia infanzia. La prima volta che l’ho visto al cinema – in una saletta di terza visione nel quartiere operaio della mia città – vestiva i pani di Ringo e si faceva chiamare Montgomery Wood. Credevo che fosse americano, pure mio padre lo pensava, lui che disprezzava il western italiano, ma era andato in delirio per tutte le pellicole di Sergio Leone, convinto che fossero interpretate da attori d’oltreoceano. Magia degli pseudonimi, ma pure magia del ricordo d’un bambino che stringeva un pacchetto di semi, varcava le porte del Cinema Teatro Sempione (scomparso nella nebbia del tempo perduto) per andare a vedere un peplum, al tempo che manco sapeva cosa volesse dire peplum, come Arrivano i Titani. Da grande quel bambino avrebbe scoperto che sia i due Ringo (Una pistola per Ringo, Il  ritorno di Ringo) che il peplum erano opera di Duccio Tessari, un regista italiano che avrebbe usato spesso Giuliano Gemma (Kiss kiss… bang bang, Vivi o preferibilmente morti, Tex e il signore degli abissi), considerandolo un suo attore feticcio. Abbiamo trovato un ricordo di Giuliano Gemma che fa riferimento a quel periodo storico: “Il primo film che ho fatto con Tessari è Arrivano i Titani, un lavoro che smitizza il peplum dove recito con il mio vero nome. Il primo western che ho interpretato è Una pistola per Ringo (1965), film in cui nasce il mio pseudonimo, Montgomery Wood. Si trattava di una condicio sine qua non per fare il film, imposta dalla produzione che voleva venderlo come nordamericano. Era una moda. Mi obbligarono e lo pseudonimo lo scelse il produttore. A me andava bene tutto. Sono riuscito a usare il mio vero nome solo a partire dal terzo western come protagonista. Ho fatto due western della serie Ringo, entrambi con Tessari, tutti e due buoni lavori, ma fondamentalmente diversi l’uno dall’altro. Una pistola per Ringo è un film ironico, nelle corde di Tessari, girato con il suo inconfondibile stile. Il ritorno di Ringo è un film drammatico, ispirato all’Odissea. Il primo è più divertente, il secondo più serio. (continua…)

Pubblicato in A A - I FORUM APERTI DI LETTERATITUDINE   32 commenti »

lunedì, 7 ottobre 2013

SUICIDIO DI LIZZANI. A 90 ANNI È MEGLIO MORIRE?

La nuova puntata deIl sottosuolodi Ferdinando Camon riguarda la recente scomparsa del regista Carlo Lizzani (morto il 6 ottobre) e affronta tematiche forti… sul vivere e sul morire.

Massimo Maugeri

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SUICIDIO DI LIZZANI. A 90 ANNI È MEGLIO MORIRE?

ferdinando-camondi Ferdinando Camon

Carlo Lizzani s’è buttato dal terzo piano ed è morto. Non sopportava più la vita? Ma aveva 91 anni, quanta vita aveva ancora da vivere? Pochissima. Ma anche quella pochissima ha voluto rifiutarla, non ce la faceva più. La stessa cosa è capitata a Mario Monicelli, per restare nel cinema. Monicelli aveva 95 anni quando si buttò dalle finestre della clinica dov’era ricoverato, aveva un cancro ed era appena stato operato. Malato, ultravecchio, non autosufficiente, comunista e ateo dichiarato, cosa gl’impediva di uccidersi? Niente. Ma Lizzani era con me tra gli ospiti di Ratzinger, i 250 artisti che il Papa aveva chiamato da tutto il mondo per incontrarli. Non è detto che fossero (che fossimo) tutti cristiani credenti, ma eravamo intellettuali (registi, attori, cantanti, scrittori…) che, se sentiamo parlare la Chiesa, non ci turiamo le orecchie. E tra le cose che abbiamo sentito, e che han segnato la nostra cultura, c’è la gravità del suicidio: gesto estremo, col quale “rifiuti di esistere”, ti sottrai alla famiglia, agli amici, all’umanità. Prima di farlo, t’interroghi migliaia di volte: cosa perdi? cosa guadagni?
A novant’anni non è che quel che può ancora darti la vita sia poco o niente, cioè un valore positivo prossimo allo zero, o lo zero addirittura. No, per gli uomini della quinta età (oltre i novanta), quel che la vita riserva è un valore negativo. Sotto lo zero. Soltanto sofferenze e umiliazioni. Hai bisogno di tutto e di tutti e non puoi più dare niente a nessuno. Se sei stato un grande (Lizzani è stato un grande, Monicelli è stato un grande), il ricordo della passata grandezza diventa un dolore lancinante quando ti accorgi che gli altri cominciano a dimenticarti. Si dice: la storia cambia e la vita si rinnova. Sì, ma mai come adesso. Adesso s’affaccia una nuova generazione di scrittori registi pittori, insomma artisti, ogni dieci anni. Sono feroci: vogliono prendere il tuo posto e seppellirti. Fanno cose diverse dalle tue, non capiscono le tue e tu non capisci le loro. Chi decide tra i due? (continua…)

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lunedì, 7 ottobre 2013

LetteratitudineNews: dal 30 settembre al 6 ottobre 2013

LetteratitudineNews: dal 30 settembre al 6 ottobre 2013

© Letteratitudine

(continua…)

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sabato, 5 ottobre 2013

IL TESTAMENTO DIGITALE (Le nostre vite tra diritto e web n. 23)

diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 23 –

Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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L’IDENTITÀ DIGITALE E IL TESTAMENTO DIGITALE

Nel linguaggio comune, la locuzione “identità digitale” indica l’insieme di informazioni presenti on line e relative ad un soggetto, o ad un ente. Si pensi ad esempio ai dati inseriti nell’account su un social network in cui vengono riversate informazioni della più varia natura: pensieri, foto, video, note, opinioni: una vera identità digitale, alternativa e cumulativa con quella reale.
Benché priva di specifici riscontri normativi, tale nozione è comunque entrata a far parte, in questi ultimi anni, del vocabolario del giurista, in due distinte declinazioni.
In una prima, e più ampia accezione, l’espressione è utilizzata come sinonimo di identità in rete o virtuale. Frequente è, ad esempio, il suo impiego nell’ambito dei discorsi giuridici e sociologici circa la distinzione tra “corpo fisico” e “corpo elettronico” oppure, e soprattutto, circa la possibilità di assumere diverse “identità personali” in rete (cfr. S. RODOTA’, Tecnopolitica. La democrazia e le nuove tecnologie della comunicazione, II ed., Roma-Bari, 2004, 139 ss. il quale sottolinea come, mai come in questo caso, risulta appropriato il richiamo alla radice etimologica del termine persona, in quanto “prosopon”, maschera).
In un’accezione più ristretta, che rivela molteplici punti di contatto con la formula legislativa di “identità informatica”, l’espressione identità digitale è impiegata dagli esperti di informatica e dai cultori del diritto dell’informatica per designare: l’insieme delle informazioni e delle risorse concesse da un sistema informatico ad un particolare utilizzatore del suddetto (questa è la definizione proposta da Wikipedia).
Già da questi rilievi, emerge chiaramente come qualsiasi discorso sull’identità digitale dovrebbe toccare necessariamente due aspetti: quello della tutela dell’identità personale in rete (specie nei suoi profili reputazionali) e quello delle tecniche di identificazione del soggetto a mezzo di strumenti informatici. Si tratta di aspetti logicamente distinti, ma strettamente correlati, se solo si considera che la capacità di assumere diverse identità in rete è condizionata alla possibilità di mantenere una qualche forma di anonimato e dunque di non essere identificati per la propria identità reale.
Altro problema che pone l’identità digitale è quello della sua gestione post mortem.
(continua…)

Pubblicato in LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB (con la collaborazione di Simona Lo Iacono)   Commenti disabilitati

giovedì, 3 ottobre 2013

LUTTO PER LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA

Boldrini: "Nulla sia più come prima" I pescatori: "Ora nuovo corso"   Video

LUTTO PER LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA

3 OTTOBRE 2013

(continua…)

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Letteratitudine: da oltre 15 anni al servizio dei Libri e della Lettura

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"Cetti Curfino" di Massimo Maugeri (La nave di Teseo) ===> La rassegna stampa del romanzo è disponibile cliccando qui

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OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

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OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

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RATPUS va in scena ratpus

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Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

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"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

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