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martedì, 27 marzo 2007

FARMACI PER ADOLESCENTI E BAMBINI (di Luciano Comida)

Mi chiamo Michele Crismani, abito a Trieste, ho tredici anni e un problema : uno schifoso di nome Luciano Comida scrive, pubblica e fa tradurre in mezzo mondo dei bellissimi romanzi con me protagonista, arricchendosi così con lo sfruttamento del mio nome, della mia immagine e delle mie avventure.

La mia foto

Luciano Comida

Perciò ringrazio Letteratitudine che mi dà la possibilità di dire direttamente la mia. Vi riporto fedelmente un dialogo tra me e mio padre. E poi ditemi se non è una faticaccia stressante essere adolescente.

*

Michele…

Eh ? Cosa ? Eh ?

Che disattento che sei !

Un po’…

E poi adesso, finita la scuola, ti vedo particolarmente distratto e deconcentrato.

Non vorrai mica…

Cosa, Michele ?

Non avrai mica intenzione…

Ma di chè ? Spiegati.

Di impasticcarmi.

Impasticcarti in che senso ?

Ho letto un articolo su un giornale, sai.

E con questo, Michele ? Pensi sia il caso che io telefoni al vescovo per chiedergli di far suonare a festa le campane di tutte le chiese di Trieste ?

Che spiritoso, che sei, papà.

E’ che mi hai sorpreso.

Perché, secondo te, io non leggerei mai niente…

Solo qualche fumetto ogni tanto.

E per te i fumetti non valgono niente ?

Qualcuno anche sì, ma quelli che leggi tu di sicuro no.

Papà, mi fai venire il nervoso, quando fai così.

Michele, datti una calmata.

Ecco, vedi ! A proposito di nervi ! L’articolo che ho letto parlava proprio di questo.

Michele, non si dice "parlava". Un articolo non parla ma scrive.

Uffa che fastidioso che sei !

Esprimersi bene è importante.

Papà, ma che pizza che sai essere, quando ti ci metti…

Piuttosto, cosa mi dicevi di quest’articolo ?

Parlava… anzi scriveva del Ritalin. Lo conosci ?

No. Cos’è ?

Adesso te lo spiego. Tu conosci la adhd ?

Mai sentita.

E’ la… aspetta che tiro fuori l’articolo…

In tasca te lo sei messo ? Te lo porti dietro nella tasca dei jeans ?

Sì, perché è una cosa importante. L’articolo parla della… ecco qua : sindrome da deficit di attenzione e concentrazione con o senza iperattività.

E tu che c’entri ?

Non mi dici sempre che non aspetto il mio turno, che faccio difficoltà a seguire le istruizioni, che parlo troppo, che non ascolto, che prima di rispondere non aspetto che le domande finiscano, che mi impiccio degli affari altrui ? Eh ? Non me le rimproveri sempre, queste cose ?

Insomma, vorresti dirmi che anche tu hai la sindrome hadh o come si chiama?

No, il contrario. Non vorrei che tu pensassi che ce l’ho.

Ma dai, Michele ! Ma come ti vengono in mente certe cose ? Tu non hai nessuna sindrome, tu sei solo un rompiscatole.

Belle parole da dire al proprio figlio.

Cosa dovrei dire io di te ?

Non lo so : fa tu.

E poi, cosa c’entrava il Ritalin o come si chiama ? Qua non lo nominano nemmeno

Infatti… aspetta che lo trovo…

Un altro articolo ?

Sì, ma era su Internet. E dice che in America e in Inghilterra dànno il Ritalin ai bambini e ai ragazzi troppo vivaci o disattenti.

Fammi vedere un po’.

Ecco, papà. Leggi e poi, tu che sei giornalista, fa saltare fuori lo scandalo. Pensa ! In Italia c’è il Progetto Prisma per introdurre questo farmaco nelle scuole.

Michele, però…

Però cosa ?

L’articolo su Internet non dice proprio così.

E cosa direbbe ?

Che prima ci sarà per molte famiglie un questionario sui propri figli.

E poi ?

E poi per alcune famiglie e per alcuni bambini e ragazzi un incontro con lo psichiatra.

E poi ?

E poi e poi e poi.

Qua ti voglio, papà.

E poi finirà che li imbottiscono di farmaci per farli star buoni.

Cosa ti dicevo io ? Ma se anche te lo propongono, non mi darai mica il Ritalin ?

No, certo che no.

Sicuro ?

Sicuro.

Ma proprio sicuro sicuro ?

Se te l’ho detto !

Posso stare sereno e tranquillo ?

Ma sì, certo.

Sicuro ?

Michele, piantala !

Papà, ti sei innervosito ? Vuoi un Ritalin ?


Scritto martedì, 27 marzo 2007 alle 19:37 nella categoria MICHELE CRISMANI SECONDO IL MONDO (di Luciano Comida). Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.

42 commenti a “FARMACI PER ADOLESCENTI E BAMBINI (di Luciano Comida)”

Sono sconvolta dall’utilizzo indiscriminato che si sta facendo di questi prodotti.
Il problema è che io ultimamente ho l’impressione che i bambini siano meno vivaci di quelli di dieci, venti anni fa. Vedo un sacco di bambini di tre o quattro anni che mi sembrano davvero rallentati rispetto a quello che erano i miei figli e i loro compagni, amici, parenti, coetanei.
Ho il dubbio che in molti siano già imbottiti di ritalin.

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 09:28 da Lavinia


Davvero bello e indicativo questo racconto di Luciano.
Sarebbe bene farlo girare per le scuole e farlo avere ai genitori.
La preoccupazione di Lavinia è del tutto condivisibile. Mi piacerebbe conoscere il parere di Miriam Ravasio che se non ricordo male lavora, o ha lavorato, con i bambini.

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 10:00 da Rosa


Ciao Massimo, che dirti? Anche a me il pediatra aveva consigliato di dare a mia figlia un tranquillante perchè non dormiva di notte….ho preferito restare sveglia con lei e cogliere quei momenti come unici ed esclusivi…..

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 11:08 da caramella-fondente


Brava caramella-fondente, hai fatto benissimo!
Complimenti a Luciano per il bel racconto/dialogo.

P.s. non so se avete notato, ma questi primi commenti al post sono tutti di provenienza femminile… significherà qualcosa?

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 12:05 da Elektra


Questa cosa del Ritalin è il nocciolo di un problema serio, ma non mi piace per niente come è genericamente affrontato. Nello scandalo mediatico non ci si avvale di una serie di riflessioni che mi sembrerebbero necessarie. Ho delle domande:
1) I bambini e il loro linguaggio sono da prendersi seriamente o meno?
2) Come vogliamo considerare la nostra cura psichica: bologicamente o spiritualmente, o magari cautamente entrambe le cose?
Vogliamo prendere sul serio i disturbi psichiatrici o meno?

Allora. Premetto che io sono contraria alla somministrazione di psicofarmaci ai bambini, o adolescenti per una serie di motivi anche di ordine neurologico. Volendo sono anche allergica alle etichette diagnostiche, ma purtroppo almeno a parlare tra colleghi sono davvero necessarie. Ora, quando si parla di “disturbo da deficit dell’attenzione” non ci si riferisce a un bambino distrattello e scassacazzi, ma un bambino con dei problemi suoi, con un comportamento particolare e che usa queste modalità per esprimersi, per gestirsi. Il Ritalin non è pensato per quello che tira le pallette in classe. Il Ritalin è pensato per quello che tira solo pallette fa un sacco di altre cose, per comunicare che ha un problema. e non ci si deve illudere che le buone intenzioni dei familiari bastino.

Il problema è come reagire a questo disagio. Il Ritalin è la scorciatoia – perdonabile solo per esasperazione – ma credo abbastanza nefasta sotto tutti gli altri profili. Ma è la vecchia scorciatoia psichiatrica, che culturalmente è stata sempre avvallata per gli adulti, da cui per un po’ i bambini sono stati salvati, solo perchè non sono mai stati presi troppo sul serio.

Apprezzo infine l’uso della letteratura per questi temi. Apprezzo moltissimo Luciano Comida, di cui seguo il blog con interesse, ma trovo che qui affronti il tema un po’ superficialmente.

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 12:43 da zauberei


Sono abbastanza contrario all’uso di questo e/o di farmaci analoghi in generale, ed in particolare per i bambini/ragazzi. Ricordiamo anche in questo caso, contro la pervicacia delle lobbies farmaceutiche, le parole di FSB: “Resistere, resistere, resistere”.

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 12:45 da Valerio


Zauberei, non ha tutti i torti.
In tal senso sarebbe auspicabile l’intervento di uno specialista, di un addetto ai lavori, per poter avviare un dibattito controbilanciato.
Per quanto riguarda il racconto di Comida, Zauberei, forse è vero che affronta l’argomento con superficilità. Ma non è un po’ uno “spaccato” di come certe discussioni (con superficialità, appunto) si svolgono all’interno delle famiglie?

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 13:07 da Erika


Inoltre, molti bambini vanno dallo psicologo e non sempre, secondo me, per un valido motivo; ma non vanno più a lezioni. I genitori vantano la vivacità, e per questo sono più inclini alle “gocce” ( o allo psicologo) che a un sostegno didattico. Che dire? Un bambino vivace può diventare un buon calciatore, ma un bambino che fatica ad applicarsi è, sicuramente, un fallimento.
Cara Rosa, proprio in questi giorni ho deciso di pubblicare il mio diario di lavoro, perché penso sia utile e possa aiutare chi, come te, è particolarmente sensibile al problema dell’infanzia.
Oggi ho lavorato con una giovane insegnante straordinariamente brava: abbiamo realizzato cose importanti, ingombranti e impegnative, eppure tutto si è svolto nei migliore dei modi. In quella classe ben quattro bambini su diciotto vanno dallo psicologo perché troppo vivaci…forse imparare a memoria una poesia (come questa insegnante sta cercando di fare) li aiuterebbe di più.
Cari saluti, Miriam

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 15:02 da miriam ravasio


Dire che sono contraria è dire poco. Dare degli psicofarmaci ai bambini o agli adolescenti secondo me è scandaloso. Sono sicura che se non si tratta di problemi di grave natura e diagnosticati da specialisti, ai bambini e a tutti gli organismi in crescita meno farmaci si somministrano e meglio è. Già vivo nella convinzione che di farmaci indiretti ne ingurgitiamo anche a nostra insaputa…in quello che mangiamo chissà quanti elementi chimici di troppo ci sono…Inoltre, non posso negare che ci siano bambini veramente molto irrequieti o iperattivi, nelle classi dei miei figli ce ne sono stati di compagni veramente impossibili che come gesto più tranquillo scaraventavano oggetti di ogni genere in ogni dove anche in testa ai compagni. Ragazzini che non si concentravano e che di solito avevano alle spalle serie situazioni familiari. Spesso i miei figli li invitavano a casa e vi dirò, che con le dovute maniere molto serene e tenere sono sempre riuscita a capire i loro problemi e a farli collaborare magari in lavoretti insieme ai miei figli. Ricordo di un bambino che aveva molti problemi e che in classe veniva deriso e non capito dagli insegnanti invece a casa nostra riuscì anche a fargli fare una pagina di un giornaletto che mi ero inventata pur di interessarli e carinamente questo bambino così vivace mi portò una pagina di giornale dove c’era la ricetta di una torta che faceva sua madre e volle inserirla nel giornalino…e mi fece molto piacere questa sua partecipazione e pensai che ci voleva così poco per farlo collaborare mentre in classe non so perchè non ci riuscivano ed invece di promuoverlo a fine anno ricordo che fu bocciato e quando lo seppi me ne rammaricai tanto e fui consapevole di uno sbaglio madornale perchè io avevo intuito che invece era soltanto bisognoso di attenzioni supplementari che forse in casa non riceveva…Insomma prima di dare dei farmaci pesanti a ragazzi e bambini in pieno sviluppo occorre indagare sulle varie problematiche che lo investono da vicino..e poi decidere sulla scelta delle terapie e non sempre sono quelle con medicinali le migliori a risolvere il problema….e magari bisognosi di farmaci sono più le figure genitoriali di quel particolare caso….
Sono convinta che anche una camomilla data di troppo sia nociva figuriamoci quei farmaci i cui principi attivi magari devono ancora essere valutati nel tempo e nei vari casi. I bambini e i ragazzi sono organismi in continua evoluzione, quindi come non temere che elementi chimici forti non siano tossici!!!
Taluni casi clinici pertinenti età evolutiva dovrebbero assolutamente essere vagliati da medici specialistici e non solo dal medico generico…anzi addirittura ci vorrebbe una commissione medica composta dal medico di famiglia, dal pediatra che segue il bambino e poi a consulto uno specialista e diagnosi più che approfondite….

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 16:43 da gabry conti


quando si parla di medicinali spesso si parla di bambini che non riescono in certi momenti a controllare se stessi..basta un motivo insignificante (il colore di un righello di un compagno per esempio…) per provocare uno scatto aggressivo che a fatica si può contenere.
Sono bambini sconvolti da un energia interiore che spesso non riescono a frenare e allora si spogliano completamente a scuola, gridano forte anche per mezz’ora di seguito per riuscire a scaricare la rabbia che hanno dentro, e attirare così la nostra attenzione ma solo per chiederci aiuto credo..
Magari danno pugni e tirano sedie a maestre, educatrici e soprattutto ai compagni di classe che nonostante tutto continuano sempre a sostenerli ed aiutarli..

poi la rabbia va via e sono sfiniti..

facciamo grandi respiri insieme per mano e tutto per questa giornata sembra passare.. Insieme cerchiamo di organizzare bene le cose da affrontare,ora per ora ,aiutati da progetti bellissimi di maestre ed educatrici che non vogliono mai smettere di credere che un giorno possa andare meglio.. e che tutte le conquiste fatte (imparare a leggere, a scrivere, a fare calcoli anche se semplici, a prendersi cura di sè il più autonomamente possibile, a giocare con con gli altri..) possano anche portare questi bambini dolcissimi a saper gestire i brutti momenti di rabbia o il panico puro per piccoli cambiamenti che da soli proprio non riescono a gestire..
non è la soluzione un farmaco specie se da solo..sicuramente no.. ma quando si prova di tutto, quando si continua a lottare giorno dopo giorno ricominciando sempre da capo sfiniti.. a volte la domanda ce la facciamo..educatori psicologi e genitori insieme, magari davanti all’ennesimo colpo che fà male dato a qualcuno in classe ….come oggi ad esempio….davvero senza motivo…

federica

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 17:40 da FEDERICA


Ma Federica, in questo caso tu hai ragione, queste sono vere e proprie patologie nerurologiche e non solo comportamentali. Allora il farmaco non è soltanto un calmante ma una cura. Ho conosciuto un ragazzo schizofrenico e ti posso assicurare che il sentimento che hai descritto tu fu lo stesso per me, ti fanno tanta pena…ma non possono stare insieme agli altri se non sono curati e se la cura non dà risultati….Certo che sì, in quei casi il farmaco è un toccasana inevitabile. Però, sono convinta che se venisse inserito almeno per qualche periodo a settimana in luoghi ameni, dove il silenzio faccia da cura primaria e un ambiente rassicurante e con guide mediche sempre presenti, tutto si sistemerebbe e si vedrebbero risultati incredibili. Io credo molto nelle possibilità della psiche umana. Sono sicura che farmaci e vicinanza sono i passaggi obbligati. Spesso penso a queste persone e se cerco di capirli mi viene in mente che è soltanto una questione di comprensione e empatia…Ora mi chiedo se una persona anche sofferente dal punto di vista neurologico ha però coscienza di se per gran parte del suo tempo, come non capire quanto debbano soffrire nel sentirsi compatiti e impossibilitati a fare quello che ai loro occhi fanno le persone così diverse da loro e considerate normali…Prova, Federica ad immaginare…questo stravolgimento di esistenze e di quanto noi cosiddetti normali poi in effetti commettiamo magari in maniera involontaria errori all’infinito nei confronti di queste persone…So che non riuscirò nella mia vita a vedere realizzate quelle cose che una società civile dovrebbe aver messo in piedi, come per esempio degli istituti speciali per chi soffre di queste patologie…perchè anche se capisco che sia l’inserimento nel quotidiano una cura possibile penso anche che se queste persone sono coscienti della loro menomazione si sentano in difficoltà e la loro sensibilità ne viene ancor più turbata…proprio come accade ad ognuno di noi quando cerca di farsi capire e non trova comprensione… per loro è ancora più grave ed insopportabile lo stato d’animo che gli si crea nel sentirsi non adeguati…altresì, non li si può assolutamente emarginare ed isolare, sarebbe come ucciderli e allora ecco porsi la risoluzione ricorrendo alle cure e ai farmaci…Mi sembra proprio un circolo chiuso…e penso a quei genitori che si trovano di fronte a tali situazioni….occorre che la società ne prenda coscienza sempre più..perchè è come la questione dell’HIV in Africa, non è un problema circoscritto al luogo e da circoscrivere…con l’indifferenza, e anche queste sindromi patologiche se non curate poi, nelle loro forme magari meno gravi ed evidenti generano seri guai ed incidenti gravissimi, come vedasi i tanti infanticidi, e crimini tra familiari…non credete che dipenda proprio da turbe celate e non diagnosticate…io penso che sia così….e allora ci spieghiamo come avvengono tanti fatti delittuosi altrimenti inspiegabili e fuori da ogni logica….Qui, l’appello per sostenere la Ricerca si fa più vivo che mai, anche se non sono problemi che mi riguardano ma riguardano la società in cui viviamo….

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 19:45 da gabry conti


I psicofarmaci ai bambini normali no! D’accordo. Però il problema dei ragazzi iperattivi ecc. ecc. esiste, quindi cosa si dovrebbe fare: diversa educazione? Maggior attenzione? Miglior rapporto affettivo? Maggiore responsabilizzazione? Maggior ascolto? Più “prevensione” insomma! Ma… c’è un ma!
Chi insegna ai genitori e agli insegnanti a scuola come trattare questi ragazzi?
(Riflessioni, le mie, dell’uomo della strada)

Postato mercoledì, 28 marzo 2007 alle 23:35 da S.q.a.p.d.Irnerio


A parte che non ci si deve stupire se anche i genitori frequentassero corsi per genitori..mi sembra che anni fa forse a Firenze c’erano dei corsi simili..non so dire altro di più…Comunque, si potrebbero istituire delle facoltà apposite per formare insegnanti o tutori che assistano questi ragazzini iperattivi…comunque il fenomeno esiste, si vedono sempre più genitori in preda a crisi di panico alle prese con bambini capricciosi ma direi più che capricciosi…Comunque sia non si può chiedere ad un insegnante di seguire da vicino tali tipologie di ragazzini e nello stesso tempo prendersi cura di un’intera scolaresca…Gli insegnanti si sa spesso compiono miracoli ma mi sembrerebbe pretendere troppo. Chissà se istituire un gruppo di addetti possa risolvere queste problematiche e magari cercando di far praticare a questi bambini eccitati degli sport per sfogare tutto questo eccesso di energia che. Studiare dei programmi appositi dei software che dialoghino con il bambino anche dal computer o dalla televisione, dei canali studiati appositamente che distraggano il bambino attirandone l’attenzione..insomma da una che scrive poesie penso sia difficile saperne di più…i farmaci il meno possibile..e magari fare dei checkup clinici per vedere se tante volte fossero anche provocati da alcuni cibi questi stati di agitazione o perlomeno peggiorati….insomma io sto tirando ad indovinare…e mi fermo qui. ma non conviene tralasciare nessun percorso possibile…e questo mio interesse per la questione nasce dal fatto che davanti ad un genitore ed ad una insegnante che si arrende, come cittadina costatare questo stato di cose non fa piacere…

Postato giovedì, 29 marzo 2007 alle 00:21 da gabry conti


Scrivo al volo… poi magari stasera intervengo con calma.

Intanto vi ringrazio dei commenti. Il racconto di Luciano, in effetti, ha toccato un argomento spinoso.
A proposito, Luciano Comida è fuori sede… per questo non è intervenuto. Non appena rientrato, però, scriverà senz’altro per “dire” la sua.

Per Miriam:
stai pubblicando il tuo diario? Sono molto felice per te. Brava! Ma dimmi (anzi dicci) con quale editore? E quando?

Postato giovedì, 29 marzo 2007 alle 09:57 da Massimo Maugeri


Scusate devo tenere a freno tutto quello che conosco e cercare di non travalicare…siamo in pubblico. E’ risaputo che l’industria farmaceutica usa tutti i mezzi per aumentare il profitto. La ricerca è rivolta verso la ‘quantità’ che potrebbe in seguito commercializzare. I farmaci utili, ma non redditizi vengono cancellati dal programma di produzione.
La società gestisce il potere, attraverso la scala gerarchica delle sue istituzioni, così negli ospedali, nelle scuole, nelle università e nelle comunità in genere, anche nei canili.
La figura del primario è determinante per dare lo stile etico e medico di un reparto. Ma sappiamo che nel nostro paese, non è premiato il merito, ma l’appartenenza al partito in carica. L’istruzione superiore, può indirizzare il pensiero e le risorse dove meglio fa comodo. I liberi pensatori non fanno carriera. Tutto questo per arrivare a dire: rammento l’uso dei tranquillanti nei reparti pediatrici (i piccoli ricoverati non devono disturbare il sonno agli altri degenti o sanitari?),negli istituti per disabili, lo stesso trattamento è praticato nei ricoveri degli anziani. Questo accadeva. Rammento la semi nazista ostetrica del reparto di maternità
che voleva addormentarmi a tutti i costi. Io controllavo da sola il mio decorso notturno, passeggiavo senza disturbare, ma all’ostetrica rompevo l’ordine e il controllo. Al momento del parto, il cambio del turno, ha portato una persona umana.
Nella scuola quanti incontri sbagliati, nei miei confronti e con i figli. Quasi si dimenticano i personaggi negativi e rimangono nella memoria le persone di valore. Sono queste che aiutano a crescere. Ma quanti errori di valutazione e comportamento. Il problema è sempre gerarchico, il primo della piramide, deve avere delle qualità e abilità per poterle distribuire. Oggi si vogliono controllare gli scolari abbassando l’età di somministrazione? Come vengono convinti i dirigenti amministrativi, per arrivare ai ‘valutatori’, quanti posso avere la cultura e l’etica necessaria per comprendere. O il problema si risolve nella necessità del “controllo e del guadagno”?
Dagli uomini agli animali. Si sono inventati il cane da sedare, cambiando la naturale esuberanza data dall’età e dalla razza dell’animale. Il propagandista somministrava pillole di idiozia dal veterinario. Non si può accettare passivamente che la vita e la mente, in questo decantato occidente, venga controllata con la distribuzione di droghe istituzionali. Parliamo sempre.

Postato giovedì, 29 marzo 2007 alle 10:55 da Anna Maria E.


Come si poteva prevedere l’argomento è talmente spinoso da creare dei veri e propri e ponderati lais (con la dieresi).

Postato giovedì, 29 marzo 2007 alle 11:03 da gabry conti


Vi invito a leggere sul blog di Platinette un post che tratta argomenti simili a questo.
Ecco il link:
http://platinette.blog.deejay.it/il_mio_weblog/2007/03/fluoxetina.html

Postato giovedì, 29 marzo 2007 alle 19:06 da Massimo Maugeri


Mah, ho letto l’intervento di platinette. scusatemi se soffro di bastian contrarite, ma a me sembra, che sotto mentite spoglie il problema della sottovalutazione delle problematiche psichiche infantili e non, rimanga. D’accordo con chi protesta contro lo strapotere delle case farmaceutiche, ma a questo porposito inviterei ad un atteggiamento più cauto. In medicina i farmaci sono necessari, in psichiatria anche, solo in circostanze precise, e coordinatamente ad altri tipi di terapia.

A chi interessasse ho dedicato a temi analoghi due degli ultimi post sul mio blog. Nient’altro che pareri, ma sono cose su cose su cui rifletto per via della mia formazione professionale. (come psicologa)

Postato giovedì, 29 marzo 2007 alle 20:47 da zauberei


A parte tutto il racconto di Luciano è davvero gustoso! Un modo per divertire e far pensare…

Gordiano

Postato giovedì, 29 marzo 2007 alle 22:32 da Gordiano


Miriam, ti ringrazio molto per la risposta e ti faccio tanti auguri per il tuo diario di lavoro che diventerà libro.

Postato venerdì, 30 marzo 2007 alle 11:33 da Rosa


C’e un’ enorme letteratura in Educazione e Psichiatria rigiardo l’uso, misuso, ed eccessi di Ridolim (ie Ritalin). Ho trovato il racconto molto simpatico e stimolante — e’ un dialogo padre-figlio esattamente nei termini di un semplice dialogo…

E’ estremamente importante sottolineare il problema storico della Psichiatria: l’overuso delle Medicazioni, l’eccesso nell’affidarsi alla soluzione chimica, senza saperne le conseguenze e senza considerare che la soluzione chimica spesso-sempre e’ solo una piccola parte di una larga equazione… Gearge Albee, famoso psichiatra/psicologo USA – che, tra le latra cose, aveva realizzato quanto importante e’ il fattore poverta’ nelle ‘cosidette’ malattie e verso la cura delle stesse, disse -scherzando-: “.. eh certo, te li riempiono come Cavalli, quelli si calmano, e vengono a dirti: ‘Visto, la medicina funziona’…”.
E cosi’ e’ per l’ADHD e per l’ADD — cosi’ come per l’uso del Ridolin. ADHD e ADD: le definizioni di queste due condizioni sono ancora aperte -c’e’ ancora ampia discussione se si tratta di due condizioni Psichiatriche oppure solamente di un fatto Comportamentale (nel senso che il comportamento possa essere il frutto di una condizione abusiva -ad esempio- piuttosto che di una ‘malattia’ vera e propria del Cervello).
Ridolin, poi e’ una amfetamina, e le conseguenze a medio e lungo termine ancora non si conoscono – tanto che effetti collaterali ‘inaspettati’ vengono riportati. Quindi, questo posting, e’ tutt’altro che superficiale: e’ semmai un buon avvertimento sul fatto che la soluzioni dei problemi di convivenza e dialogo viene sempre piu’ affidata nelle mani degli esperti — e come in questo caso, gli esperti sembra che hanno preso una cantonata, grossa cantonata, sulle spalle e portafoglio di chi ci e’ cascato.. Buon spunto per discussione per tutti coloro che hanno a cuore il benessere degli adolescenti, piuttosto che l’ordine sociale all’interno della classe…

(ZAUBEREI: non e’ un trattato di Psichiatria, e’ solo un posting-dialogo)

Postato sabato, 31 marzo 2007 alle 20:43 da Giulio dal Canada


Ciao! Sono Maria Lucia Riccioli e sono insieme alla mia cara amica Maria Mantello, che si sta laureando in Scienze dell’Educazione. Come futura educatrice, Maria è contraria ad ogni impasticcamento dei bambini… invece è del parere che bisogna diffondere il culto della vita. Dalla sua esperienza di volontaria insieme a dei ragazzi “difficili” sta percorrendo con loro il cammino della loro crescita attraverso il dialogo, la recitazione, il canto, il ballo e l’informatica. Quello che vale per i ragazzi vale anche per gli adulti. Utilizziamo meno psicofarmaci e più solidarietà fondata sull’ascolto attivo e reciproco. Maria, come consigliere del suo quartiere, cerca di intervenire anche sulle difficoltà sociali e politiche… Impegno da parte di tutti: famiglia, scuola,istituzioni e… abbasso Prozac e Ritalin!!!

Postato sabato, 31 marzo 2007 alle 23:18 da Anonimo


E che me lo dici a fa Giulio, che io so d’accordo? Hai questo vizio di creare differenze dove non ce ne sono. Poi dici che la gente te ce manna….

Per quanto riguarda il testo di LUciano, si è utile, e gradevole. lo trovo leggero ecco. Ma ho bisogno di Luciano per chiarirmi un paio di cose.

Quanto quel papà era un papà comune, e quanto il LUciano papà?
Dal testo di Luciano la morale era, eh i bambini casinari ci sono sempre stati e mica se devono impasticcare tutti! E appresso la retorica del mondo moderno bieco che non tollera le piccole magagne della vita e giù pasticche. Che magari è pure vero. Ma ci sono magagne che era ora che qualcuno se ne occupasse, peccato che lo si faccia con una strategia sbagliata.

Quello che voglio dire è che se nelle scuole delle periferie romane entrassero dei test da somministrare a genitori, insegnanti e studenti, se ci fossero dei colloqui psicologici per gli adolescenti, non è che sarebbe sto’ gran male ecco.

Postato domenica, 1 aprile 2007 alle 09:22 da zauberei


Scusate, una curiosità: il testo di Luciano è un racconto a sè, o è stato estrapolato da uno dei suoi libri per ragazzi?
Chiarire questo non serve a molto, ma rispoderebbe a chi, a torto o a ragione (?), sostiene che l’agomento “Psicofarmaci ai bambini e agli adolescenti”, sia stato “buttato là”, da Luciano, con superficialità.
Comunque sia, il “gesto” è stato efficace per farci riflettere.

Postato lunedì, 2 aprile 2007 alle 11:36 da S.q.a.p.d. Irnerio


saggio Inrerio

Postato lunedì, 2 aprile 2007 alle 13:05 da zauberei


Di certo Luciano interverrà quanto prima… statene certi.
Un saluto a tutti.

Postato lunedì, 2 aprile 2007 alle 21:02 da Massimo Maugeri


Eccomi qua: ero in Puglia per una serie di incontri con le scuole (è venuta anche mia moglie così abbiamo fatto pure una vacanzetta)
Un paio di risposte: il dialogo non fa parte di nessuno dei miei libri ma è stato pubblicato sul mensile Konrad (anche on line al http://www.konradnews.it, che questo mese vede il testo in una nuova versione a fumetti, con disegni di Davide Laugelli). Io non volevo per nulla scrivere un saggio o un articolo sul Ritalin, ma semplicemente segnalare un problema, cercando di farlo in modo lieve, suggerendo una possibile alleanza tra genitori e figli, improntata alla discussione e alla reciproca ironia.
Non voglio certo nascondere che esistono bambini e adolescenti con gravi problemi. Ma non credo che la causa sia biologico-chimica e di conseguenza non credo che la via sia quella dell’intervento farmacologico. I faramaci possono servire (a volte sono indispensabili), ma stiamo attenti a non ridurre tutto a una questione di bio-chimica. A non delegare insomma la salute mentale alle industrie farmaceutiche.

Postato sabato, 7 aprile 2007 alle 18:02 da luciano / il ringhio di Idefix


MA SIETE TUTTI DEFICENTI?C E TUTTA STA DIFFERENZA TRA IL RITALIN E I PSICOFARMACI DEL SUO AMICO DELL-ACQUA?LEGGO SU KONRAD LA VIGNETTA SUL RITALI POI GIRO PAGINA E UNO PSICHIATRA AFFERMA CHE CHE SI DROGA LO FA X NASCONDERE LA SUA DEPRESSIONE E CHE BISOGNA INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE..MAGARI CON UN BEL TSO O UN ANTIDEPRESSIVO DROGA X COMBATTERE ALTRA DROGA!COMPLIMENTI X LA COERENZA!..A PROPOSITTO BELLI GLI ARTICOLI SU KONRAD SULLA MARIJUANA…CIRCENSE

Postato sabato, 28 aprile 2007 alle 00:19 da giorgio


Giorgio: perdona ma non ho capito se mi rimproveri la tavola a fumetti contro l’uso del Ritalin oppure l’ articolo arrivato dalla Francia sugli spinelli o ancora il pezzo più generico sulla droga. E non capisco poi cosa ci sarebbe di male nell’essere io amico di Peppe Dell’Acqua (per chi non lo conosce è psichiatra, a suo tempo collaboratore di Franco Basaglia all’epoca della fine dei manicomi, attualmente è direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste) Un’amicia della quale vado felice
Comunque sia, un saluto e un grazie: le critiche fano sempre bene. Se però sono più chiare, è meglio

Postato sabato, 28 aprile 2007 alle 18:39 da luciano / il ringhio di Idefix


beh…si sa nn ce peggior sordo di chi nn vuol capire ..mi sembrava di essere abbastanza chiaro…LEI E*RESPONSABILE DI TUTTO CIO CHE VIENE PUBBLICATO SULLA SUA RIVISTA KONRAD MA MI SEMBRA CHE CI SIANO DEKLLE EVIDENTI CONTRADIZZIONI!So che essere amico di dell*acqua e di tutta la nomenklatura psijkjiatjka da i suoi vantaggi…ma leggere vignette scritte da lei sul RITALIN e poi girare pagina e leggere le affermazioni di uno psichiatra nn tanto democratico affermare che chi si droga(sulla SUA rivista negli ultimi articoli pubblicavate gli effetti benefici della marijuana) o beve cioe 3/4 di trieste lo fa xche* e* depresso e magari prescrivergli un antidepressivo democratico o un bel TSO democratico..MA TRA LA DROGA CHE PRASCRIVE QUOTIDIANAMENTE E IL RITALIN C E TUTTA STA DIFFERENZA?In quel articolo si afferma che la depressione e la 2 malattia dopo quelle vascolari!E*DATO CHE VOI CONSIDERATE TUTTE LE MALATTIE PSICHIATRICHE(DEPRESSIONE,SCHIZOFRENIA)GENETICHE E- MAI STATO ISOLATO IL GENE DELLA SCHIZOFRENIA?E QUANDO?LA PROVA DELLA SEROTONINA E FACILE DA FARE E IN QUASI TUTTI I PAZIENTI PSICHIATRICI E* RISULTATA NELLA NORMA.ORA TIRERETE FUORI LO SCHIZZOCOCCO DI LOMBROSIANA MEMORIA BUFFONI.LA PSICHIATRIA E SEMPRE REAZIONARIA SI LEGGA GIORGIO ANTONUCCI,RENATO CESTARI TOMAS SASZ CHI LA COMBATTE NN FA CARRRIERA VIENE DENUNCIATO PERDE LAVORO…DELL-ACQUA APRITI UN CIRCO IL GIULLARE C*e* L*AVETE GIA*

Postato domenica, 29 aprile 2007 alle 14:34 da GIORGIO


Signor Giorgio, a me – onestamente – i suoi toni sono sembrati un po’ eccessivi.
Nessuno, poi, le ha mai spiegato che utilizzare il maiscolo (in questo casoin un blog) equivale a urlare in casa d’altri?
Non mi fraintenda lei ha tutto il diritto di esprimere le sue opinioni, le sarei grato, però, se potesse utilizzare toni meno aggressivi.

Postato domenica, 29 aprile 2007 alle 14:43 da Massimo Maugeri


ALCUNE CORREZIONI X RENDERE IL TESTO PIU- COMPRENSIBILE=
>NON C*E* PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE….MI SEMBRA DI ESSERE STATO ABBASTANZA CHIARO…TRA LE DROGHE CHE PRESCRIVE QUOTIDIANAMENTE IL SUO AMICO DELL*ACQUA E IL RITALIN C*E* QUALCHE DFFERENZA?LO SA CHE GLI ANTIPSICOTICI E GLI ANTIDEPRESSIVI PROVOCANO DUE TIPI DI SINDROME(ANTICOLINERCICA E DOPAMINERGICA NONCHE LA ROVINA DEI NEURONI)ALLA BASE DELLA PSICHIATRIA C*E* IL RAZZISMO LA FAMIGLIA CHE NON VUOLE CHI E DIFETTOSO.LA PSICHIATRIA E SEMPRE REAZIONARI.COMIDA LEI E DI ROIANO CONOSCE SERGIO VOTA SERGIO..VOTA SERGIO….VADA E TROVARLO ALLA CASA DI CURA FAVRETTO IN VIA GATTERI,SENBRA PROBABILMENTE LO E* LOBOTOMIZZATO CHISSA* ESSENDO DI ROIANO DAI SUI ANICHETTI COMUNISTI SARANNO VENUTI A PRENDERLO CON LA FORZA COME VENIVANO A PRENDERE LE PERSONE DURANTE I 40 GIORNI DELL OCCUPAZIONE TITINA…PSJKIATRIA STALINISTA VERGOGNATEVI!AUTOAFFERMARSI DEMOCRATICI NN SIGNIFICA ESSERLO!DARE VOCE A QUESTI PAZIENTI CHIEDERGLI SE GLI VENGONO RICONOSCIUTI I I LORO DIRITTI E DEMOCRAZIA!CAMBIANDO ARGOMENTO MA ALDILA*DI KRISMANCICH SA SCRIVERE QUALCOS*ALTRO?E DICA AI SUI INTERLOCUTORI XCHE* NN LAVORA PIU ALLA MOTORIZZAZIONE DI TRIESTE E POI FA IL SANTONE CON QUELLA BARBA ASSOMIGLIA AD ADRIAN PAUNESCU IL VATE DEL REGIME CEAUSISTA…

Postato domenica, 29 aprile 2007 alle 14:54 da giorgio


scrivero in minuscolo x non disturbare il signor comida…il ritalin e le droghe prescrive il suo amico dell*acqua C* E* QUALCHE DIFFERENZA?nn cerchi scuse e risponda x cortesia a questa e alle altre domande se vuole scrivo ancora piu* in piccolo….

Postato domenica, 29 aprile 2007 alle 15:02 da GIORGIO


TRA LE DROGHE PSICHIATRICHE CHE PRESCRIVE QUOTIDIANAMENTE IL SUO AMICO DELL-ACUQUA E IL RITALIN C* E* QUALCHE DIFFERENZA?SIAMO TUTTI MALATI POI C* E* GENTE COME PAOLINO BARUT BARUT CHE FA A PEZZI CON UN*ACCETTA UN UOMO STILE SHINING E GLI VIENE RICONOSCIUTA LA SANITA MENTALE RICEVENDO LETTERE DA MIGLIAI DI DONNE TRIESTINE O COME IL CASO DI COGNE O COME IL BOOM DELLE DONNE SOLDATO(AHH LE DONNE PORTATRICI DI PACE…) O QUELLE CHE AFFOGANO IL FIGLIO NELLA VASCA DA BAGNO O CHE LO GETTANO NELLE IMMONDIZIE!MA IL FUTURO E* DONNA!non sono gay semplicemente nn accetto i luoghi comuni della sinistra…complimenti infine x le 8 righe che date ai vostri su konrad o x l* impossibilita* di commentare i vostri articoli…KONRAD/PRAVDA2007

Postato domenica, 29 aprile 2007 alle 15:17 da GIORGIO


SIGNOR COMIDA NON MI FACCIA RIDERE…ABBATTIMENTO DEI MANICOMI?IN VIA DEI RALLI A TRIESTE LEI LO SA BENISSIMO STANNNO RICOSTRUENDO UNA CLINICA PSICHIATRICA IN ITALIA CE NE SONO ANCORA 40 X NN PARLARE DEI MANICOMI GIUDIZIARI DOVE SI FINISCE X UN NIENTE..I PAZIENTI PSCICHIATRICI CONTINUANO A NON CONTARE NIENTE SERVONO ALLE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO B X FARSI SOLDI CON I CONTRIBUTI DELLA REGIONE E SE SI RIFIUTONO IN CLINICA E POI IN CASA DI ACCOGLIENZA IN MANIERA COATTA LE MURA DEL MANICOMIO SONO DIVENTATE LA FAMIGLIA IL POSTO IN CUI LAVORI…SCRIVO IN MAIUSCOLO PERCHE* DOVETE VERGOGNARVI!!!!,NN HO MAI SENTITO UN PAZIENTE PSICHIATRICO RIUSCIRE A PRONUNCIARE LA PAROLA DEMOCRAZIA VENGONO TENUTI SULLA SOGLIA DELLA PIU TOTALE MISERIA COME AI TEMPI DEI REGIMI COMUNISTI VIOLATI DI OGNI DIRITTO DI PAROLA NEGATA LA PRIVACY RIDICOLIZZATI!GUARDI NEGLI OCCHI SPENTI CHIMICAMENTE LOBOCTOMIZZATI DI QUELLE PERSONE E* DEMOCRAZIA QUELLA?MA MI FACCIA UN PIACERE…ALLEN GINSBERG DEI VIZIATI FIGLI DELLA BORGHESIA PROGRRESSISTA!

Postato domenica, 29 aprile 2007 alle 15:37 da GIORGIO


Giorgio: alcune risposte, anche se trovo antipatico che io e lei invadiamo il blog letterario di Maugeri per i nostri battibecchi.
1) Se lei si riferiva alla vicenda giudiziaria nella quale sono stato coinvolto un paio di anni fa, è ampiamente superata e la stessa commissione disciplinare ministeriale mi ha dato impartito solo venti giorni di sospensione per “prassi irregolare”, pur riconoscendo la mia buona fede. Infatti lavoro ancora alla Motorizzazione (e questa settimana ero in giro per le scuole a fare sicurezza stradale) e ho degli incarichi molto delicati.
2) Quale losco vantaggio io trarrei dall’amicizia con Dell’Acqua, non lo so proprio.
3) All’interno di Konrad esistono opinioni che a volte non condivido, ma d’altra parte è un giornale libero (scritto da persone differenti con idee differenti) e non una mia emanazione, anche se ne sono il direttore.
4) I disturbi mentali non hanno una causa univoca e non possono certo venir “curati” solo con trattamenti farmacologici (che pure in certe fasi possono essere utili).
5) Cosa c’entri l’occupazione jugoslava a Trieste nel maggio 1945 con la psichiatria, non l’ho capito.
6) Di Sergio mi avevano detto che sta in una comunità.
7) Ho la barba lunga ma non faccio (nè tanto meno sono) “il santone” 8) Io sono di sinistra e ho sempre osteggiato i regimi totalitari (dall’Urss alla Cina, da Cuba al Cile fascista e così avanti)

Postato domenica, 29 aprile 2007 alle 17:39 da luciano / il ringhio di Idefix


Ringrazio Luciano Comida per il tono civile e signorile delle sue risposte.

Per Giorgio. I prossimi commenti scritti in maiuscolo e (a mio esclusivo giudizio) eccessivi nei toni e nei contenuti saranno automaticamente cancellati.

Postato domenica, 29 aprile 2007 alle 17:55 da Massimo Maugeri


Per Luciano comida:
Il giudizio morale e il pregiudizio sociale separano il normale(il convenzionale) dall’anormale(quello che esce dalle convenzioni),supponendo che la scelta convenzionale sia naturale e quella non convenzionale contro natura.
L’equivocoderiva dal considerare la norma sociale come una legge di natura.
Da qui il concetto di malattia mente.La norma o e’ giuridica o e’ regola di costume.Cosi’ il suicidio puo’ essere nel caso che sia previsto come reato o controla norma morale o religiosa o di costume.
Al di’fuori dei pregiudizi il suicidio e’ una scelta,e tutte le scelte sono argomento di discussione di filosofi e moralisti,ma nn oggetto di speculazione per false categorie cliniche.

Postato lunedì, 30 aprile 2007 alle 20:18 da giorgio


Anch’io penso che il confine tra “normale” e “anormale” sia molto labile: dipende dal contesto, dall’epoca, da tanti fattori.
In questo senso, trovo terrificante una psichiatria che decidesse una volta per tutte e in modo rigido COSA E’ SANO E COSA E’ FOLLE.
Riguardo al suicidio, penso che esso sia sempre un dramma, una tragedia che porta via (e per sempre)una persona : nei limiti del possibile bisogna cercare di evitarlo, aiutando quella persona che soffre.
Però io sono anche per una regolamentazione dell’eutanasia.
In ogni caso si tratta di materie complesse, sulle queli è non solo difficile ma anche pericoloso intervenire con l’accetta della VERITA’ ASSOLUTA E DECISA UNA VOLTA PER TUTTE.

Postato martedì, 1 maggio 2007 alle 14:50 da luciano / il ringhio di Idefix


Le considerazioni psichiatriche di distinzione tra sano e malato ,accettate spesso anche da freud e da lui usate anche nei riguardi di personalita’ della cultura come Leonardo,Michelangelo,Dostoevskij,e accettate oltra che dai psichiatri dai studiosi di psicologia e sociologia,riguardano ogni aspetto dei sentimenti,pensieri e comportamenti degli uomini,che possono essere,ogni volta che si vuole giudicati,da ogni parte e per ogni verso,arbitrariamente con conseguenze esclusivamente negative,che vanno dal discredito culturale e sociale sopratutto alla privazione dei diritti civili e politici alle demolizioni di trattamenti terapeutici al ricovero in istituti di sorveglianza o in reparti di segregazione.
COSI’ BRAHMS E QUESTA SUA PAURA DI ESSERE SMINUITO DALL’INVECCHIAMENTO,X I PSICHIATRI NON ERA DOVUTO AL PENSIERO DI UN UOMO,con la sua logica legale e legittima,ma a un suo presumibile stato di “malattia” psicologica o condizione di nevrosi.
Anche x Rossini una simile riflessione era stata considerata come effetto di malattia depressiva.Cosi’ tutti i nostri stati d’animo possono essere considerati malattie da curare dando agli psichiatri,una possibile condizione determinante sulla condizione dell’uomo.
Il potere dello psichiatra si estende su tutto l’arco delle esperienze possibili,vanificando ogni giudizio autonomo.
“quando un uomo cessa di avere possibilita’di scelta cessa di essere un uomo” GEORGE ORWELL 1984

Postato mercoledì, 2 maggio 2007 alle 17:10 da marco


QUESTA E’PROPRIO X COMIDA:
La persona definita dallo psichiatra schizofrenica o paranoica o psicotica tanto per citare solo alcune etichette del repertorio, diventa persona sospetta e sia sul piano sociale che su quello giuridico perde ogni credibilita’ anche se nn ha fatto nulla di irregolare,non c’e’ nessuno che possa essere garantito dal giudizio puramente cervellotico dei qualificati specialisti della saggezza.
Invece i delitti i massacrie i genocidiSTATALIsono ampiamente giustificati e ratificati dalle tavole rotonde degli intellettuali con l’indifferenza e il consenso di tutti i moralisti(KARADZIC ERA UNO PSICHIATRA)e sopratutto dagli strizzacervelli,sempre pronti a diagnosticare le piccole trasgressioni della vita quotidiana.
Cosi’ le carceri e i manicomi giudiziari sono pieni di giovani consumatori di droghe proibite,che hanno rubato un autoradio o offeso un pubblico ugfficiale.
NONOSTANTE L’ABBATTIMENTO DEI MANICOMI I PAZIENTI PSICHIATRICI NON GODONO DI NESSUN DIRITTO SONO MERCE X I GUADAGNI DELLA SINISTRA ISTITUZIONALIZZATA.QUELLA di basaglia e’ UNA BUFFONATA ALL’ITALIANA.

Postato mercoledì, 2 maggio 2007 alle 17:30 da marco


Non capisco perchè Marco ce l’abbia con me: io sono per la rigorosa difesa dei diritti individuali di tutte le persone (nessuna esclusa). E dunque per il pieno rispetto della dignità (e del diritto di cura) di chiunque.
Io penso che sia gravissima la strisciante psichiatrizzazione che (soprattutto negli USA) vorrebbe rigidamente catalogare le persone e i loro comportamenti. Io sono profondamente contro la criminalizzazione e la stigmatizzazione delle persone con disturbo mentale. Io sono contro quella psichiatria che tende a gettare le persone che hanno un disturbo mentale nelle periferie dell’esistenza e della società.
Considero Karadzic un criminale.
Perciò, ripeto: non capisco perchè Marco ce l’abbia con me. Che non sono nè psichiatra nè operatore nel campo della salute mentale nè esperto in questo settore.
Forse mi critica perchè la legge 180 (la cosiddetta legge Basaglia) mi pare un’ottima legge? Purtroppo male o nulla applicata in molte parti d’Italia?

Postato mercoledì, 2 maggio 2007 alle 17:50 da luciano / il ringhio di Idefix



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