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lunedì, 15 ottobre 2012

Osservatorio LitBlog n. 3

Osservatorio LitBlog n. 3: settimana dall’8 al 14 ottobre 2012

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

La letteratura che ci libera
(Post di Davide Ecatti da Sul Romanzo)

E’ il potere della letteratura, è la forza dell’immaginazione che ci cattura e ci porta via, lontano dalla vita che altrimenti sarebbe una prigione di regole imposte. E’ la letteratura che fa spiccare il volo all’anima verso la libertà. E’ tutto questo, ed altro ancora, ciò che ci suggerisce questo post raccontandoci come i personaggi della letteratura possano diventare anelli di congiunzione fra noi e i mondi altri. Sancho Panza crea Don Chisciotte per poi seguirlo nelle sue scorribande e vivere in un mondo immensamente più colorito, è quanto nasce dalla penna del grandissimo scrittore ceco Franz Kafka con il racconto breve “La verità su Sancho Panza”.
Scopriremo leggendo l’interessante articolo di Ecatti che anche il D’Annunzio giovane scrisse un racconto dal titolo “ La morte di Sancho Panza” un povero cane ammalato in un’ambientazione fra fanciulle dell’alta società. Non è solo forza dell’immaginazione, suggestione semplice, credo che anche l’autore dell’articolo voglia suggerire qualcosa di più. Un’identificazione in alcuni paradigmi letterari che travalicano il tempo stesso della loro creazione per sollevarci da un quotidiano e renderci la dimensione più alta e sensibile della cosiddetta follia.

* * *

Insolite bizzarrie delle case dei libri
(Tour tra le biblioteche più bizzarre del mondo di Barbara: da Booksblog)

Piccolo e colorito questo articoletto delizioso che è stato capace di ampliare l’orizzonte della mia immaginazione dei luoghi deputati alla conservazione dei libri e alla conoscenza.
Nell’arte contemporanea esiste sempre qualcosa di discutibile che non metterà mai d’accordo tutte le persone, che farà gridare i puristi all’orrore di fronte a forme insolite, strambe o eccessivamente colorate per il contesto abitativo in cui verranno inserite.
Eppure provo grande simpatia per questi tentativi originali e bizzarri di custodire cultura coniugando nuove forme architettoniche ed espressività funzionale.
Alle fotografie già belle e curiose, che richiamano architetture strambe, ne aggiungerei un’altra visitata proprio ad agosto scorso: quella della bellissima biblioteca di Copenaghen “Black Diamond”, una costruzione inaugurata nel 1999 collegata con un ponte trasparente alla vecchia ala della Royal Library della città. Un connubio felice fra antico e super moderno che utilizza materiali provenienti da tutte le parti del mondo, granito dalle miniere dello Zimbabwe e tanto vetro anche sul soffitto. Una concezione dello spazio estremamente dinamica che si presenta fortemente compatta ma sospesa magicamente in un contesto meraviglioso e che si staglia imponente come un tempio di fronte all’acqua.
Sappiamo bene quanto la costruzione della nostra identità passi anche attraverso il rapporto con lo spazio che ci circonda ed è bello pensare a come i templi del nostro sapere e della cultura possano cambiare esprimendosi con nuovi linguaggi.
Quindi buon viaggio attraverso le biblioteche più strane del mondo!

* * *

La teoria dei sei gradi di separazione vale anche per la lettura?
(Totti, Mo Yan e i sei gradi separazione di Michele Marcon: da Finzioni)

Per introdurre questo post mi permetterò di illustrarvi prima la teoria cui si fa riferimento. La teoria dei sei gradi di separazione.
Nel ’67 il sociologo americano Stanley Milgram teorizzò il sistema per dimostrare una tesi – chiamata anche “la teoria del mondo piccolo”- . La tesi sosteneva che bastassero dai cinque ai sette passaggi per mettere in contatto una qualunque persona con un’altra nel mondo. Il sociologo verificò la bontà della tesi con un gruppo di volontari del Nebraska e del Kansas in grado di mettersi in contatto con sconosciuti nel Massachusetts utilizzando esclusivamente la loro rete di conoscenze. La teoria è stata anche d’ispirazione per un film e punto di partenza per ulteriori sviluppi della stessa teoria dei sei gradi separazione in diversi campi applicativi.
Curiosa e divertente la teoria applicata da Michele Marcon alla lettura: una persona può iniziare dalla lettura di un libro di Totti e arrivare a Mo Yan- vincitore dell’ultimo Nobel per la letteratura-
seguendo un iter proprio in virtù della teoria dei sei gradi di separazione. Insomma non ci sarebbero letture brutte o sbagliate ma semplicemente letture che avrebbero in sé il germe di altre letture, in un percorso di avvicendamento e di sovrapposizione di letture più giuste o più colte a letture meno giuste e meno colte. Non so quanti di voi saranno d’accordo con la teoria, o quanti abbiano incontrato lettori che da Moccia e Totti siano passati a Kafka o Proust, sta di fatto che il timore che ho è che le cattive abitudini- anche nella lettura- poi si rivelino dure a morire. E magari a Mo Yan non ci si arrivi più.

* * *

In ultimo tengo a segnalare una bella iniziativa che è stata realizzata dall’artista Alessandro Vettori a Ronciglione e di cui si è ampiamente parlato in quest’articolo di Caffenews.it

Il cuore della città è stato spento ed illuminato da cinquecento metri di poesie. Una catena luminosa di parole che vuole farsi scudo contro la solitudine sociale.

Mi pare un’iniziativa lodevole e originale.

(Francesca G. Marone)

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Scritto lunedì, 15 ottobre 2012 alle 20:00 nella categoria OSSERVATORIO LIT-BLOG (a cura di Francesca G. Marone). Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.

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