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mercoledì, 16 giugno 2010

SCARLETT, di Barbara Baraldi

Sono molto lieto di accogliere qui a Letteratitudine la scrittrice Barbara Baraldi, coinvolgendola in questa nuova discussione. L’occasione la fornisce l’uscita del suo nuovo romanzo per i tipi di Mondadori: Scarlett.

Per capire di cosa parla il libro, vi rimando a questa scheda e alla recensione di Salvo Zappulla che trovate in fondo al post.

Scarlett ha sedici anni e si è appena trasferita a Siena, lasciandosi alle spalle l’estate, la sua migliore amica e un amore che stava per sbocciare… Nella nuova scuola conosce Umberto, che le fa subito la corte, ma Scarlett ha capito che la sua compagna di banco, Caterina, è segretamente innamorata di lui. Cosa scegliere: l’amore o l’amicizia? La risposta arriva al concerto della scuola, quando sul palco sale un ragazzo con gli occhi chiari come il ghiaccio che la cercano in mezzo alla folla. Mikael, il bassista dei Dead Stones, sembra allo stesso tempo attratto e respinto da lei, e Scarlett non può evitare di tuffarsi in quegli occhi magnetici. Ma Mikael è troppo bello e troppo strano per essere vero: solo Umberto sembra conoscere il suo segreto, ma non riesce a mettere in guardia Scarlett… Poi un omicidio inspiegabile, e Scarlett viene aggredita da una spaventosa ombra dagli occhi di fuoco. Chi è veramente Mikael? Il suo angelo salvatore o il demone che la tormenta?

Vorrei riprendere questo passaggio della scheda, per poi porvi alcune domande (e avviare una discussione parallela a quella sul romanzo): “Nella nuova scuola [Scarlett] conosce Umberto, che le fa subito la corte, ma Scarlett ha capito che la sua compagna di banco, Caterina, è segretamente innamorata di lui. Cosa scegliere: l’amore o l’amicizia?”

Ed ecco le domande…

Secondo voi, tra amore e amicizia… cosa sceglierebbero i sedicenni di oggi?

E quelli delle generazioni precedenti?

Il valore che i ragazzi di oggi danno a sentimenti come “amore” e “amicizia” è cambiato, o è rimasto immutato nel tempo? E se è cambiato… in cosa è cambiato?

A voi le risposte… (e consideratevi tutti invitati a interagire con Barbara Baraldi, ponendole anche domande sul suo libro).

Massimo Maugeri

——————————

SCARLETT di Barbara Baraldi
Mondadori, 2010 – pagg. 319, € 16

recensione di Salvo Zappulla

salvo-zappullaScarlett, la protagonista del romanzo, ha sedici anni appena, gli occhi grandi e la purezza nel cuore, non ha ancora dato il suo primo bacio, è timida, insicura, complessata come quasi tutte le ragazze della sua età. Non è particolarmente bella ma piace, ha una sua intima luminosità, una fierezza che la contraddistingue. Ha dovuto ricominciare una nuova vita da quando i suoi hanno deciso di trasferirsi da Cremona a Siena: nuovo istituto scolastico, nuove amicizie, nuovi insegnanti. Le continue liti dei genitori non la agevolano, il fratellino impertinente la innervosisce.
Barbara attorno a lei ha costruito personaggi di grande spessore, veri, dotati di luce propria. C’è l’amica del cuore, lo spasimante non corrisposto, la belloccia della scuola perfida e dispettosa; Ofelia, la ragazza che veste sempre di nero, tanto affascinante quanto misteriosa. Il risultato è un romanzo armonico, gradevolissimo, che si dilata notevolmente con il susseguirsi delle pagine in un coro di voci perfettamente intonate. Un’orchestra di parole cui non è consentito steccare. E poi Mikael, un angelo scaturito dall’inferno, fisico scultoreo e occhi che lasciano senza fiato. Mikael è il brivido, la passione, il fuoco, la dannazione. Scarlett si vedrà catapultata dentro una storia più grande di lei.
BaraldiBarbara Baraldi in questo romanzo (Scarlett, edizioni Mondadori, pagg. 319, € 16.00) si fa interprete delle problematiche adolescenziali, il malessere, gli amori, le inquietudini, il loro status symbol: il pearcing, il tatuaggio, la musica da sballo, tutto ciò che fa figo. E lo fa con profondità di analisi e una scrittura che rifugge dalle forzature, efficace, minuziosa, leggera. Fin qui potrebbe essere una storia “comune”, un romanzo destinato a un pubblico giovane… ma a un certo punto l’autrice va oltre, si incunea nei labirinti del surreale, si addentra nel campo spinoso della metascrittura, un alternarsi di ombre e creature malefiche che ci riportano alle atmosfere cupe di Edgar Allan Poe. Vita e morte si sfidano, intrecciano relazioni. Esseri delle tenebre entrano in contatto con il mondo dei viventi cercando di sottometterli al proprio volere, i rivali di Dio alla ricerca di un loro regno. Maledizioni che riaffiorano dopo secoli e l’istituto scolastico diventa scenario di sangue. L’autrice ha la capacità di assemblare sogni e incubi, aspirazioni e delusioni, alterna momenti di frizzante letteratura e angoscianti capovolgimenti. Ma soprattutto sa bene come inventare storie che fanno accapponare la pelle ai suoi lettori. Esplora gli abissi reconditi della psiche umana, costruisce trame dove la suspence si mantiene sempre tesa. Il lettore si sente incalzato, sente uno spettro che gli alita sul collo, lo segue incessante, gli ruba lo spazio, gli nega i movimenti, lo tiene vigile nel corso della lettura. Un viaggio nelle fitte tenebre, dove i demoni hanno stabilito fissa dimora e spingono per tornare tra i vivi a placare il loro desiderio di sangue. E da sottofondo la musica, il linguaggio universale della musica, l’ebbrezza di potersi crogiolare al ritmo frenetico del rock.


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Scritto mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:35 nella categoria SEGNALAZIONI E RECENSIONI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.

118 commenti a “SCARLETT, di Barbara Baraldi”

Come ho scritto sul post, sono davverolieto di accogliere qui a Letteratitudine la Barbara Baraldi.
Ne approfitto subito per presentarla…

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:38 da Massimo Maugeri


Questa è la minibiografia che trovate sul suo sito.
-
BARBARA BARALDI racconta nei suoi testi le inquietudini e il lato oscuro della quotidianità. Esordisce con il romanzo “La ragazza dalle ali di serpente” (Zoe, 2007), pubblicato con lo pseudonimo di Luna Lanzoni e di grande successo negli ambienti alternativi.

Per PerdisaPop, in una collana a cura di Luigi Bernardi, già fondatore con Carlo Lucarelli della collana Einaudi Stile Libero Noir, è uscito nel 2007 “La collezionista di sogni infranti” a cui segue nel 2009 la novella nera “La casa di Amelia”.

Tra il 2006 e il 2009 vince alcuni premi letterari, tra cui il Mario Casacci (2006 e 2007), Orme gialle (2009) e il prestigioso Gran giallo città di Cattolica nel 2007. Nel 2008 “La collezionista di sogni infranti” è finalista nella cinquina del pubblico al Premio Scerbanenco.

Il romanzo “La bambola di cristallo” (Il Giallo Mondadori, 2008) la consacra come rivelazione del thriller gotico italiano, e uscirà a maggio 2010 in Inghilterra nella collana MaXcrime dell’editore di best seller John Blake. Il seguito “Bambole pericolose” esce a febbraio 2010 nella collana “Il Giallo Mondadori”.

Il suo romanzo “Lullaby – La ninna nanna della morte” inaugura nel marzo 2010 la nuova collana Le Torpedini dell’editore Castelvecchi.

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:39 da Massimo Maugeri


Con Barbara discuteremo del suo nuovo romanzo, pubblicato per i tipi della Mondadori.
Si intitola… “Scarlett”.

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:41 da Massimo Maugeri


Per capire di cosa parla il libro, vi rimando alla scheda e alla recensione di Salvo Zappulla che trovate sul post.

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:42 da Massimo Maugeri


Questo “passaggio” della scheda, mi ha ispirato alcune domande (finalizzate, come sempre, ad avviare una discussione parallela a quella sul romanzo): “Nella nuova scuola [Scarlett] conosce Umberto, che le fa subito la corte, ma Scarlett ha capito che la sua compagna di banco, Caterina, è segretamente innamorata di lui. Cosa scegliere: l’amore o l’amicizia?”

Ed ecco le domande…

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:44 da Massimo Maugeri


Secondo voi, tra amore e amicizia… cosa sceglierebbero i sedicenni di oggi?

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:44 da Massimo Maugeri


E quelli delle generazioni precedenti?

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:45 da Massimo Maugeri


Il valore che i ragazzi di oggi danno a sentimenti come “amore” e “amicizia” è cambiato, o è rimasto immutato nel tempo? E se è cambiato… in cosa è cambiato?

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:45 da Massimo Maugeri


A voi le risposte… (e consideratevi tutti invitati a interagire con Barbara Baraldi, ponendole anche domande sul suo libro).

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:45 da Massimo Maugeri


Ovviamente sarebbe bello se anche ragazzi della fascia d’età in questione (sedici anni, o giù di lì) potessero partecipare alla discussione per dire la loro.

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:46 da Massimo Maugeri


Una prima domanda a Barbara, la pongo io.
(una domanda “classica”, per la verità… che pongo spesso a molti dei miei ospiti).

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:47 da Massimo Maugeri


Cara Barbara,
intanto benvenuta a Letteratitudine.
Desideravo chiederti… come nasce questo tuo libro… da quale idea, da quale fonte di ispirazione?

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:49 da Massimo Maugeri


Inoltre, Barbara, mi farebbe piacere se anche tu provassi a rispondere alle domande “generali” del post (quelle evidenziate in grassetto).
Solo se ti va, ovviamente…

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:50 da Massimo Maugeri


Per oggi chiudo qui.
A tutti voi una serena notte.

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 22:51 da Massimo Maugeri


Ciao Massimo! Grazie per l’ospitalità :)
Scarlett è nato dall’esigenza di raccontare una storia sull’amore e sui suoi demoni, che a volte ci tormentano, e che in questo caso non sono solo metaforici…
Sono una grande amante della letteratura romantica e gotica ottocentesca e c’era in me l’esigenza di lasciarmi andare al soprannaturale, che, dal piano onirico in cui è confinata nei miei romanzi precedenti, irrompe con forza nella quotidianità di una scuola superiore di Siena.

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 23:01 da Barbara Baraldi


Massimo, mi piace davvero molto come hai impostato il dibattito, soprattutto il raffronto tra le generazioni di oggi e quelle nostre. Penso che allora fosse tutto più difficile (parlo del dopoguerra), quando sedevamo sui banchi di scuola noi, c’era maggiore difficoltà di approccio, qualchè tabù in più, mancavano i cellulari per scambiarsi gli sms. Oggi i giovani sono più liberi mentalmente, hanno una maggiore consapevolezza dei propri mezzi e se desiderano qualcosa cercano di prenderla.

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 23:07 da Salvo Zappulla


Ciao Barbara, da scrittrice che ama la notte e le tenebre penso potrai intervenire fino a tarda ora. Intanto complimenti di cuore, non ho letto i tuoi precedenti romanzi, ma Scarlett mi ha conquistato, per la freschezza di scrittura, la trama, i colpi di scena, quel misto di realtà e fantasia. Il brivido. C’è un segreto per riuscire a trasmetterlo ai lettori?

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 23:16 da Salvo Zappulla


Ciao Salvo, ti ringrazio molto per le tue parole. Ti posso dire che partecipo con tutti i sensi alle scene che descrivo. Mi commuovo, mi spavento, mi stupisco per la scelta di un personaggio. Cerco di lasciare molta libertà ai protagonisti, di non forzarli. Mi concentro più sulle loro motivazioni che le loro azioni.
Per quanto riguarda le domande in neretto… una mia opinione me la sono fatta. Come dici tu mi pare che ci sia più consapevolezza negli adolescenti di oggi, che tra sms e social network riescono a gestire i rapporti affettivi e quelli con gli amici. Quando ero adolescente io, uscire con un ragazzo sembrava una scelta di campo, e le amiche finivano sempre per mettere il muso!

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 23:37 da Barbara Baraldi


Ciao Barbara,
sono Carla della Del Vecchio Editore, mi fa piacere trovarti sul blog di Massimo! Volevo dirti che ho cominciato a leggere il tuo libro e mi sta prendendo davvero molto, complimenti! Ho letto che sei un’appassionata di letteratura gotica ottocentesca… ora, non so se anche “Cime Tempestose” di Emily Bronte si può inserire in quella categoria, però forse il personaggio di Heathcliff, anche lui un po’ angelo e un po’ demone, potrebbe essere ritrovato, in versione moderna, nel personaggio di Mikael o anche nei tanti romanzi che vedono come protagonisti i vampiri.
In fondo non rappresentano tutti la personificazione delle nostre pulsioni più
segrete? Tanto più in un periodo come l’adolescenza, in cui si comincia a definire la personalità e la scelta tra il bene e il male fa parte del processo.
Magari è solo una mia interpretazione, ma volevo sapere se avevi scritto il tuo romanzo partendo da premesse del genere…

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 23:51 da Carla De Caro


@Barbara. Confidenze per confidenze: ai miei tempi, in Sicilia, se mi beccavano a parlare troppo da vicino a una ragazza, veniva il padre con la lupara e mi costringeva a sposarla. Una volta me ne capitò una con un gran paio di baffi, solo per averle stretto la mano mi accusarono di averla compromessa. Sono dovuto fuggire a Milano per salvare la pelle.
Molto bello questo fatto di partecipare emotivamente alle vicende dei tuoi personaggi, è una maniera di diventare una di loro, calarti nelle loro vicissitudini, forse diventare parte integrante della storia stessa.

Postato mercoledì, 16 giugno 2010 alle 23:57 da Salvo Zappulla


Carla De Caro. Che cavolo ci fa qui, a quest’ora, il mio principale? E che domanda impegnativa.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 00:03 da Salvo Zappulla


@ Salvo: Principale!! Non esageriamo! E comunque io sono abbastanza notturna… :-)

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 00:10 da Carla De Caro


Ma ciao Carla! Che piacere “incontrarti” qui! Per quanto mi riguarda hai colto nel segno. Condivido in pieno quello che diceva Nathalie in merito all’adolescenza: è uno straordinario rito di passaggio e un grande laboratorio di pensieri, emozioni, al punto da diventare simbolo dell’esistenza stessa di noi creature sospese tra il mondo del reale e dell’immaginario. E trovo l’amore tormentato tra Catherine e Heathcliff di Cime tempestose di assoluta attualità…
@Salvo: accidenti! Ma la tua vita è un romanzo!

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 00:22 da Barbara Baraldi


@Barbara. Un’ odissea. Eternamente errante nel mare tempestoso della vita. “noi creature sospese tra il mondo del reale e dell’immaginario”. Si preannuncia un dibattito con i fiocchi.
@Carla. Lunga vita a tutti quelli della Del Vecchio, e che il buon Dio preservi il caro Pietro dalle malattie e dai virus telematici.

Io vado a nanna. Non so se voi la notte ve ne andate in giro ad azzannare il collo di qualche malcapitato, ma io sono un comune mortale.
A domani.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 00:52 da Salvo Zappulla


[...] Articolo completo fonte:  SCARLETT, di Barbara Baraldi [...]

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 03:07 da SCARLETT, di Barbara Baraldi


Barbara, è bello trovarti su Letteratitudine!
Ed è molto interessante quello che sta emergendo da questa discussione.
L’adolescenza… Credo che “Scarlett” racconti molto bene la visione mitologica e iperbolica che l’adolescente ha del mondo e di sé (nutrita di fantasmi, reminiscenze, paure protratte dall’infanzia, figure da film, e chissà che altro…). E il bisogno vitale del contatto e dell’accettazione, l’angoscia del tradimento (delle amicizie, dei sentimenti, della fiducia), quel sentirsi sempre un po’ esuli, un po’ fuori posto – e il sentirsi cambiare, dentro e fuori, colti da una metamorfosi che sembra procedere a caso…

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 08:15 da Claudio Morandini


Secondo voi, tra amore e amicizia… cosa sceglierebbero i sedicenni di oggi?

Ovviamente non posso rispondere da sedicenne odierno… posso solo pensare ai miei sedici anni. Probabilmente amore e amicizia erano vissute in modo differente. Spesso tutto nasceva all’interno della cerchia stretta del vicinato e delle frequentazioni scolastiche. Gli amori nascevano e morivano all’interno del gruppo e difficilmente si riusciva a entrare in contatto con una ragazza che faceva parte di un altro gruppo. Era come vivere in una micro-comunità… il rapporto di amicizia era comunque molto solido, tanto che, ancora oggi, io frequento la maggior parte degli amici dei miei sedici anni.
Oggi… oggi credo che queste mini-comunità si siano allargate parecchio. E’ mia opinione personale ma, la rete, il mondo telematico ha allargato lo spettro di conoscenze anche se probabilmente ne ha abbassato la qualità. Avere un gruppo di conoscenze più vasto finisce per ridurre il tempo da dedicare a ognuna di esse. In pratica, qui però posso essere in errore, i sedicenni di oggi hanno una visione ben più ampia del mondo e riescono a interagire in modo molto più tangibile con esso. Perdono qualcosa in tutto ciò, ma ottengono anche dei vantaggi. A sensazione potrei dire che oggi l’amore è più importante dell’amicizia, per i sedicenni di oggi. Forse un tempo c’era più equilibrio tra le due cose. Ho come la sensazione che i sedicenni di oggi vivano le due esperienze come cose separate… che le vivano all’ennesima potenza, sì, ma come fossero percorsi che divergono tra loro.

Quanto al significato delle parole amore e amicizia… l’interpretazione è complessa e dipende anche dalla società in cui i ragazzi sono cresciuti. Già ai miei tempi, tra il sud Italia e il nord Italia i rapporti tra i giovani erano ben differenti. Ancora oggi ci sono differenze sostanziali. Avendo qualche amico sparso per il mondo, mi rendo conto quanto sia differente il rapporto tra ragazzo e ragazza anche solo spostandosi di cento chilometri. E’ quindi difficile capire come i ragazzi d’oggi definiscano l’amicizia e l’amore.
Ai miei tempi l’amicizia era quasi un patto di sangue, una sorta di legame profondo che intersecava i mondi dei due amici. Per fare un esempio stupido. Io e il mio amico più importante eravamo talmente attaccati che pure i nostri genitori hanno finito per stringere un legame di amicizia tra loro. Era normale, per me, andare da lui senza preavviso, suonare il campanello ed essere accolto come un figlio in quella casa.
L’amore era forse qualcosa di differente. Era attrazione, esigenza, bisogno di darsi e prendersi. Un legame sicuramente intimo ma non troppo duraturo. Ricordo che ai miei tempi le coppie longeve sono state pochine. L’amore era acerbo… un mix tra sentimenti e sperimentazione… ancora incapace di creare qualcosa di tanto profondo quanto l’amicizia.
In effetti, riflettendoci bene, anche in fase adulta, è più facile che una amicizia sopravviva anche dopo un trauma terribile (un torto inaccettabile, una sorta di tradimento del legame etc etc), piuttosto che una storia d’amore.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 09:12 da Glauco


Altro post molto interessante, sia per il libro sia per il tema proposto.
Provo a rispondere alle domande.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 10:38 da Marco Vinci


Secondo voi, tra amore e amicizia… cosa sceglierebbero i sedicenni di oggi?
Certo, sarebbe interessante ascoltare gli stessi ragazzi oppure persone che vivono gomito a gomito con loro (penso agli insegnanti).
La mia sensazione è che i sedicenni di oggi ricerchino più l’amicizia che il grande amore. Forse il successo di una trasmissione come “Amici” dipende anche da questo.
Ma è solo una sensazione.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 10:40 da Marco Vinci


E’ anche vero che i ragazzi amano molto le storie che propongono Moccia e la Meyer, e questo è segno della loro propensione all’amore da fiction.
Insomma, mica facile rispondere.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 10:42 da Marco Vinci


E quelli delle generazioni precedenti?
Nelle generazioni precedenti forse ha più senso fare una distinzione di genere. I maschi davano più credito all’amicizia, le ragazze sognavano il grande amore.
Forse la vera differenza rispetto ad oggi è che non ha più senso distinguere tra i generi.
Non c’è più questa diversità.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 10:44 da Marco Vinci


Il valore che i ragazzi di oggi danno a sentimenti come “amore” e “amicizia” è cambiato, o è rimasto immutato nel tempo? E se è cambiato… in cosa è cambiato?
La mia sensazione è che c’è un po’ più di superficialità nella gestione degli affetti in genere. La causa potrebbe essere determinata da questa società ultraveloce e ipertecnologica che distrae molto e dà meno spazio all’approfondimento dei rapporti.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 10:46 da Marco Vinci


Complimenti a Barbara Baraldi per il libro. Sono sempre stato attratto dalle storie gotiche. Leggerò con piacere Scarlett.
Saluti a tutti.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 10:47 da Marco Vinci


Contrariamente a quanto si può immaginare, gli adolescenti di oggi non pensano solo al sesso.
È questo il risultato di uno studio condotto dagli psicologi della State University of New York di Oswego e condotto su ragazzi di 15 e 16 anni.
La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Adolescence e smentisce molte affermazioni fatte in passato sugli adolescenti e il loro esclusivo interesse per i rapporti sessuali, anche senza complicazioni sentimentali.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 11:01 da giovani.it


Per portare a termine questa ricerca sono stati intervistati 100 adolescenti maschi, “il 40 per cento sessualmente attivo”. A queste persone è stato chiesto il motivo principale che li spinge ad uscire con una ragazza. E le risposte date smentiscono lo stereotipo dell’adolescente superficiale che vuole solo fare esperienza. Ne è uscito infatti il ritratto di una generazione romantica che non ha timore né vergogna a parlare d’amore.
Certo ci sono anche ragazzi che ammettono di voler conquistare una ragazza soltanto per soddisfare il loro desiderio sessuale e quindi l’attrazione fisica è la seconda motivazione che li spinge a cercare di instaurare un rapporto più profondo con una persona del sesso opposto.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 11:02 da giovani.it


Ma “tra le ragioni del primo appuntamento le motivazioni romantiche superano quelle sessuali”.
L’80% degli intervistati ha infatti dichiarato di chiedere ad una ragazza di uscire spinto da “un reale interesse nell’altra persona”, per cercare di instaurare “un rapporto sentimentale in piena regola”.
Anche il successivo desiderio di avere rapporti sessuali è giustificato dall’amore che si prova per l’altra persona.
Insomma nella maggior parte dei casi non sono ragazzi che vogliono soltanto farsi belli con gli amici raccontando le loro esperienze sessuali, ma ragazzi che provano un profondo sentimento per la propria ragazza e credono in questo amore.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 11:02 da giovani.it


Una minoranza ha ammesso di essere spinto invece da motivazioni più fisiche: il 14% vuole “fare sesso per perdere la verginità” e il 9% “per non restare indietro rispetto agli amici”.
Andrew Smiler, professore di psicologia e autore di questa ricerca, si è chiesto se i ragazzi, dando queste risposte, sono stati sinceri o se magari possono aver cercato di nascondere “la spinta dell’ormone dietro a motivazioni più adulte”. Ma ritiene che bisogna dar credito ai risultati, in quanto come alcuni hanno ammesso di essere solo alla ricerca di esperienze, allo stesso modo si deve credere a quelli che hanno confessato di voler un rapporto serio.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 11:03 da giovani.it


Quindi secondo il professore “i nostri ragazzi non corrispondono al vecchio orribile stereotipo che conosciamo, in genere a loro interessa frequentare e approfondire la conoscenza del partner”.
Questa ricerca mette in risalto anche il bisogno dei ragazzi di ricevere suggerimenti da parte dei genitori sui rapporti sentimentali, in quanto molto spesso i genitori, magari ritenendo che i maschi non sono tanto interessati all’aspetto sentimentale, tendono a dare questo tipo di consigli esclusivamente alle figlie femmine.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 11:03 da giovani.it


@Marco:
Davvero pensi che siano superficiali i rapporti di oggi? Certo è possibile… Ma non ne sono poi così sicuro.

Credo che appaiano superficiali a noi che li abbiamo vissuti in un modo totalmente diverso. Non conosco molti sedicenni ma ho avuto la fortuna di poter aiutare (parola grossa…) qualcuno di loro e, nelle problematiche che mi raccontavano, percepivo una grande profondità. Però… a differenza della mia generazione, manca la pazienza, la capacità di percepire lo scorrere del tempo. Il sentimento deve scatenarsi come un uragano. Deve essere… immediato.
Oggi una amicizia profonda è capace di nascere in brevissimo tempo. E’ una sorta di legame basato più sulla fiducia che sulla conoscenza. L’amore… forse è percepito allo stesso modo.

Diciamo che, la mia generazione viveva le due emozioni in senso lineare… oggi invece vengono vissute verticalmente. Ciò è probabilmente dovuto al mondo in cui vivono… che è sicuramente più vasto e in cui paradossalmente le distanze sono più brevi. Mi sembro Dick in queste espressioni ma, ho la sensazione che la superficialità che io, e te, vediamo nei rapporti dei giovani d’oggi, dipenda dal fatto che non siamo in grado di comprendere appieno quanto vasto possa essere l’immediato.

Scrivendo, mi perdonerai per l’intervento lunghissimo, comincio anche a focalizzare una sorta di comportamento oscillatorio nel tempo. Negl’anni sessanta, il tempo dei figli dei fiori, delle grandi manifestazioni giovanili, probabilmente gli amori e le amicizie erano vissute così come lo sono oggi… anche se probabilmente le spinte emozionali venivano da un contesto storico ben diverso (oggi è la tecnologia a far correre le emozioni, un tempo erano i moti rivoluzionari e politici). La mia generazione, cioè quella successiva, è invece tornata più indietro… ha vissuto amori e amicizie in modo più contemplativo (per certi versi) forse anche per via della calma sorta dopo la tempesta del 68.
I giovani d’oggi vivono in mezzo a una nuova rivoluzione, probabilmente ne sono travolti e assorbiti…
Ciò fa apparire diverso ai nostri occhi il loro modo di vivere le emozioni… probabilmente non ci fa percepire appieno quanto esse possano essere profonde.
Solo il tempo può dirlo… quando da adulti, questi giovani si guarderanno attorno e scopriranno se gli amici e gli amori della giovinezza fanno ancora parte della loro vita o meno.

eh..eh.. però l’ho detto, eh? Che quando parto con questi pensieri mi sembro Philip K Dick!! :D

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 11:10 da Glauco


@giovani.it
Beh… certo che è così. E’ sempre stato così, no? Anche ai miei tempi c’erano ragazzi che pensavano solo al sesso e altri (io… in effetti…) che invece preferivo conoscere veramente la ragazza che mi interessava.

Ehm… beh… se ci penso, anche oggi, tra le persone che frequento, non è cambiato molto il modo di pensare ^_^

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 11:13 da Glauco


@ barbara baraldi
cara barbara, complimenti per questo tuo nuovo romanzo.
volevo chiederti questo. c’è qualche scrittore o scrittrice a cui ti ispiri, cioè hai un riferimento letterario particolare?

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 11:41 da laura


e poi anche, quali sono i tuoi libri preferiti?

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 11:42 da laura


Innanzitutto faccio i meritati complimenti a Barbara per il suo nuovo libro e gli auguri di un futuro luminosssssssssso!!
Francamente tra l’amore e i suoi demoni preferisco i secondi, ie storie d’amore sofferte mi fanno venire l’orticaria. Ma Barbarella è bravissima e sono certa che la sua storia esce dagli schemi Twilightiani che proprio non toccano le mie corde horrorifiche. E poi quello che dice Salvo Zap Zappulla è legge quindi credo in pieno alle sue parole ;)
Sui giovani non possiamo generalizzare, come sempre esistono diverse scuole di pensiero, dipende dalla sensibilità del soggetto. Il gap generazionale esiste in ogni caso come tra noi e i nostri genitori: credo sia un dato naturale e incancellabile.
Amore e Amicizia restano comunque due icone sacre, per cui la scelta è ardua.
Baci a tutti!
:)

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 13:06 da Simonetta Santamaria


@Claudio Morandini: sebbene fatichiamo a vederci di persona, è davvero un piacere incontrarti qui! Ed è proprio così: Scarlett è un racconto che in certi aspetti estremizza le inquietudini dell’adolescenza. Volevo raccontare una storia di formazione, e allo stesso tempo indagare sul lato oscuro della quotidianità, e sono partita dall’attrazione di Scarlett per il musicista di una band. Ho trovato terreno fertile nell’immaginario del rock per tutto ciò che è seducente e al tempo spaventoso. L’idea che dei demoni potessero vivere tra noi, portatori di un sapere in qualche modo proibito, mi girava in testa da un po’, anche perché è una colonna portante di molti manga di cui sono appassionata.

@Glauco: quello che dici mi ha molto colpito! Forse davvero il mondo sta cambiando, e gli adolescenti sono in prima linea.

@Laura: grazie! A Scarlett ho regalato la mia grande passione per la lettura, e come lei anche la mia adolescenza è stata scandita dalla lettura dei classici. Alcuni dei miei romanzi preferiti sono “L’amante” di Marguerite Duras (non mi stanco mai di rileggerlo), “Narciso e Boccadoro” di Herman Hesse e “Il ritratto di Dorian Gray”. Adoro “Frankestein” ancora più di “Dracula”, e i racconti di Edgar Allan Poe e di H.P. Lovecraft (uno dei personaggi di Scarlett si chiama Dagon). E poi mi piacciono romanzi di autori quali Bunker, Pennac, Izzo, Palahniuk, Ryu Murakami e John Fante. Sono influenzata dalle suggestioni del cinema, a partire da quello italiano di genere degli anni 70, e sono affascinata dalle figure femmininli del cinema degli anni 30. Cerco una scrittura musicale, e la musica ha davvero molto spazio in Scarlett, per cui ho scritto alcune strofe delle canzoni dei Dead Stones. E cerco sempre di scrivere le storie che mi piacerebbe leggere.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 13:12 da Barbara Baraldi


io posso solo parlare per me. A sedici anni ho scelto l’amicizia, perchè consapevole che l’amicizia dei sedici anni può anche durare tutta la vita…..mentre l’amore dei sedici anni dura una stagione, quando va bene! oggi a quarant’anni sceglierei sicuramente l’amore!!

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 13:39 da Stefania


@ Glauco
Sono d’accordo con te quando dici : ‘a differenza della mia generazione, manca la pazienza, la capacità di percepire lo scorrere del tempo. Il sentimento deve scatenarsi come un uragano. Deve essere… immediato’.
Intendevo dire questo, quando parlavo di superficialità. E mi riferivo alla velocità della società ipertecnologica che non favorisce l’introspezione. Magari ci sbagliamo, magari questi rapporti veloci, rapidi, immediati contengono nel loro dna anche il germe della profondità. Forse i ragazzi di oggi sono più veloci e profondi di come eravamo noi.
Me lo auguro per loro.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 13:55 da Marco Vinci


Comunque sia, sulla velocità sono d’accordo. Sulla profondità un po’ meno.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 13:56 da Marco Vinci


@ Barbara Baraldi
E Scarlett ed i suoi amici come sono, veloci e profondi? O solo veloci?
Con riferimento ai rapporti interpersonali, ovviamente.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 13:57 da Marco Vinci


Sono d’accordo con Simonetta, quello che dico io è Legge…ehm… sono d’accordo sul fatto che non si debba generalizzare sui giovani, cambiano le generazioni ma i sentimenti degli esseri umani rimangono sempre gli stessi. Variano semmai da una persona all’altra, ogni cervello fa storia a sé. Si allargano gli orizzonti, c’è una maggiore conoscenza delle lingue e ciò favorisce i rapporti di amicizia anche con gli stranieri. Si fanno vacanze di studio all’estero, si conoscono altri costumi ed altre civiltà. Internet offre possibilità di interazioni fino a qualche tempo fa impensabili. Il mondo prosegue la sua corsa e non si può arrestare. E’ fisiologico che sia così. A quanti rimpiangono certi valori perduti del passato, rispondo che forse più che valori erano restrizioni mentali: la verginità da esibire come un trofeo, l’abnegazione al lavoro, ecc. ecc. I giovani di oggi non sono affatto superficiali, anzi hanno la capacità di organizzare proteste e cortei per far sentire la loro voce. Sono più istruiti rispetto ai loro padri, leggono, si informano e decidono con capacità di analisi se vendere la propria coscienza ai padroni di turno o ribellarsi. Tornando al romanzo di Barbara, credo che una delle qualità che più emerge, è proprio la capacità dell’autrice di andare in profondità su queste problematiche esistenziali, scavare nell’animo dei suoi personaggi e farne risaltare virtù e contraddizioni. Il tutto condito con una bella innaffiata horror che mescola realtà e fantasia.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 14:01 da Salvo Zappulla


la mia impressione è che i ragazzi di oggi sono quantomeno più “distratti” di quelli delle generazioni precedenti. Forse gli stimoli che ricevono sono troppi, e gli eccessi a volte creano effetti paradossali.
non c’è dubbio comunque che il sentimento nostalgico è vizio di qualunque generazione più in là con gli anni.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 15:49 da claudia


auguri a Barbara Baraldi per il suo romanzo.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 15:49 da claudia


Ma ciao Simo!
Credo che anche per via dei ritmi veloci, gli adolescenti oggi siano alla ricerca di sentimenti veri e profondi, anche nell’amicizia. Tramite il mio fratello più piccolo, che ha appena compiuto 18 anni, ho scoperto che hanno una gran voglia di impegnarsi in sentimenti duraturi. Molti sono figli di genitori separati. I personaggi di Scarlett vivono il loro tempo, possono diventare amici con un’occhiata e soffrire immensamente per un’incomprensione. Si infilano nelle orecchie le cuffie dell’iPod per non sentire i genitori litigare e, in contrasto a quanto di artefatto che i media propongono, vogliono vivere davvero. E quando avviene un delitto incomprensibile, questo diventa il pretesto per indagare sulla propria interiorità, per capire se le scelte che si sono fatte sono giuste.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 16:34 da Barbara Baraldi


figli di genitori separati: vero.
in ricerca: vero.
gran voglia di impegnarsi in sentimenti duraturi: vero.
gran voglia di vivere davvero: verissimo.
Ma anche: difficoltà di percepirsi del mondo, se il mondo non ti assicura lavoro, casa, futuro. E poi. Adulti incerti, annaspanti, disorientati.
Gran voglia di sentirseli vicini.
Ma per davvero.
brava scarlett e brava la baraldi.
dora

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 22:30 da terzo anno di lettere moderne


Eccomi qui.
Come sempre ringrazio tutti per i numerosi commenti pervenuti.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:31 da Massimo Maugeri


Intano ringrazio Barbara Baraldi per la partecipazione.
E ne approfitto per porre qualche altra domanda…

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:32 da Massimo Maugeri


@ Barbara Baraldi
Un’altra cosa che chiedo spesso, è la seguente…
Che rapporti hai con la tua scrittura?
Scrivi preferibilmente durante certe parti della giornata (al mattino, di sera)?

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:34 da Massimo Maugeri


Sempre per Barbara…
Sei costante, nella scrittura, quando inizi a lavorare a un romanzo (o ti concedi pause)?

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:35 da Massimo Maugeri


Inoltre cara Barbara, ti chiedo – se possibile – di inserire qui tra i commenti qualche brano tratto dal tuo romanzo (senza problemi di spazio).
Magari qualche brano che consideri particolarmente significativo.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:36 da Massimo Maugeri


Ne approfitto, come sempre, per ringraziare e salutare gli amici che sono intervenuti…

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:37 da Massimo Maugeri


Un caro saluto a Carla De Caro (colonna della Del Vecchio editore)…

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:37 da Massimo Maugeri


Saluti e ringraziamenti a Claudio Morandini.
(Caro Claudio, non mi sono dimenticato di te… presto parleremo del tuo nuovo romanzo… ti scriverò in questi giorni).

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:39 da Massimo Maugeri


Un caldo benvenuto a Glauco (qui abbiamo ben oltre 30 gradi centigradi).
Grazie mille per i tuoi interventi.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:40 da Massimo Maugeri


Saluti e ringraziamenti a Marco Vinci, giovani.it e Laura

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:41 da Massimo Maugeri


Luminossssssssssssi saluti a Simonoir…

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:41 da Massimo Maugeri


E ringraziamenti anche a Stefania, Claudia e Dora (terzo anno di lettere moderne).

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:45 da Massimo Maugeri


Per oggi chiudo qui.
Una serena notte a voi.

Postato giovedì, 17 giugno 2010 alle 23:51 da Massimo Maugeri


[...] recensione di Salvo Zappulla (pubblicata sul blog Letteratitudine) [...]

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 08:59 da Scarlett: La recensione di Salvo Zappulla per il blog Letteratitudine | Barbara Baraldi


Quello che Barbara racconta dell’adolescenza (in “Scarlett” e nei suoi interventi in questa discussione) è giusto: ci ritrovo la mia, di adolescenza (roba lontanissima, e che non ricordo troppo volentieri, ma che mi fornirà spunti narrativi finché campo), ma soprattutto la vita degli adolescenti di oggi, che bene o male conosco e osservo quotidianamente in veste di insegnante.
Aggiungo che la visione di Barbara del mondo giovanile è sostanzialmente ottimistica, positiva e morale: l’adolescente reagisce, se non lo sa fare impara a farlo, e se dà forma di mostro alle proprie angosce lo fa perché i mostri sono nemici concreti, che si possono affrontare e vincere. Questo mi piace molto.
Continuerò a curiosare in questa conversazione. Un caro saluto a Barbara, a Massimo e tutti gli altri.

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 09:05 da Claudio Morandini


@ Barbara Baraldi
Nella copertina del tuo libro si legge questa frase: «L’amore ha occhi di ghiaccio. La morte di fuoco».
Perché l’amora ha occhi di ghiaccio?

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 09:11 da Andrea


@ Barbara Baraldi
Mi piacerebbe saperne di più sul personaggio Scarlett. Che caratteristiche ha?

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 09:11 da Andrea


Le domande di MAugeri:
Secondo voi, tra amore e amicizia… cosa sceglierebbero i sedicenni di oggi?
Per quanto la mia risposta possa sembrare banale, io dico: entrambe.

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 09:12 da Andrea


E quelli delle generazioni precedenti?
Sono d’accordo con chi ha detto che nelle generazioni precedenti i ragazzi privilegiavano l’amicizia, le ragazze l’amore

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 09:13 da Andrea


Il valore che i ragazzi di oggi danno a sentimenti come “amore” e “amicizia” è cambiato, o è rimasto immutato nel tempo? E se è cambiato… in cosa è cambiato?
Secono me oggi c’è maggiore consapevolezza. Nonostante tutto.

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 09:14 da Andrea


Massimo, la scrittura per me è esistenza, è bisogno, è espressione, è ricerca. Se non scrivo sto male, e allo stesso modo se mi sembra di leggere poco sto male. Ho un’idea molto “romantica” della scrittura, e non credo nella scrittura solo per se stessi, o fine a se stessa. Soffro quando un mio manoscritto rimane a lungo fermo, in attesa della risposta dell’editore. Ci sono voluti anni perché alcuni libri vedessero la luce, e ho un romanzo “nel cassetto” per cui so che ci vorranno altri anni. Uso un Pc portatile per scrivere (non mi sono mai avvicinata ai Mac, che usano molti miei colleghi, perché mi dà l’impressione di essere più “freddo”); tecnologicamente non è molto avanzato, anzi ha qualche anno di troppo e soffia, e sbuffa quando fa troppo caldo, ma ci sono affezionata e ce ne vorrà prima che lo sostituisca.

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 12:29 da Barbara Baraldi


Amo scrivere con metodo, e quando inizio un romanzo tendo a ridurre al minimo le distrazioni, e a “sparire” per un po’. Scrivo tutti i giorni, anche se a causa degli impegni a volte i ritagli di tempo diventano piccoli. Anch’io credo che “La prima pagina la scrivono gli dei, il resto è duro lavoro”. Sicuramente al mattino riesco a essere più concentrata. È capitato, durante la stesura di un romanzo, di essere costretta da impegni lavorativi a dover fare delle pause di qualche giorno in cui non riuscivo a mettere mano alla tastiera, ed è stata davvero dura. I tempi di stesura si sono prolungati e sono arrivata alla fine davvero esausta…

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 12:52 da Barbara Baraldi


Pubblico volentieri il link alla pagina dell’editore dove è possibile leggere i primi capitoli di Scarlett: http://www.librimondadori.it/web/mondadori/mediabox/sfoglialibro?_SfogliaLibro_WAR_SfogliaLibro_idScheda=ISBN_978880460058
Nel prossimo commento, invece, incollo un brano che a me piace molto e che ho scelto per le letture durante le presentazioni.
Qui invece si può vedere il booktrailer, un po’ in stile “manga”, che è proprio quello che cercavo per rendere visivo il mondo di Scarlett: http://www.youtube.com/watch?v=YFluZOeGRKQ

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 12:59 da Barbara Baraldi


Il lunedì arriva sempre di domenica pomeriggio. Per questo
la domenica non mi è mai piaciuta. Tutta la settimana la invoco
per sfuggire ai doveri scolastici e tirare tardi sotto le
lenzuola. Ma quando arriva penso: “Domani è già lunedì
e mi aspetta un’intera settimana di scuola!” La domenica è
troppo lunga da attendere e troppo breve da godere.
Jeans e canottiera, assaporo questo sole profumato d’estate.
Un miraggio, perché l’autunno ha già bussato alla porta
del tempo. Ma i miraggi servono a questo, no? A crogiolarsi
nel tepore di un’illusione.
Ho in mano il pennello intriso di colore appena miscelato.
La tela davanti a me e sulla tela lo schizzo di una piccola
torre immersa tra i colli. Osservo il paesaggio, poi torno al
dipinto. L’immagine visibile agli occhi. L’immagine trasfigurata
dal cuore. Eppure… c’è qualcosa che non va. La torre
è la stessa, con il suo aspetto vagamente spettrale. Sembra
uno spaventapasseri stagliato contro il cielo. Riconosco
anche le miniature delle colline panciute e gli alberi che ne
seguono il profilo e assomigliano a candeline verdi su una
torta al cioccolato. Allora cos’è che manca?
Il sentimento.
Scommetto che sarebbe diverso se mi abbandonassi al
desiderio di dipingere quello che voglio davvero. Stanotte
non ho chiuso occhio. Stringevo il cuscino e pensavo a
lui. Lo sento dentro di me come la spina di una rosa; la più
bella, profumata, ma che non puoi più togliere dalla carne.
Mikael… sussurro il suo nome al vento e appoggio il pennello.
Non è che uno sconosciuto, eppure… È strano, ma è
come se lo conoscessi da sempre. Forse popolava i miei sogni.
Forse mi accompagnava dal tramonto all’alba e la sua
immagine si dissolveva ai primi raggi del mattino.
Uff… sono solo una sognatrice. Io e le mie favole sull’amore
che quando arriva puoi solo accoglierlo perché non c’è altro
da fare. In un libro ho letto una leggenda degli indiani
Apache. Il pianeta Terra si è formato a seguito di una grande
esplosione, nel cielo. Le stelle si sono frantumate in due
metà e sono precipitate sulla Terra e così si è formata la vita.
Da quel giorno ognuno di noi vaga sulla Terra alla ricerca
della propria metà, la metà della stella perduta che ci può
completare e rendere migliori. Perché ne esiste soltanto una.

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 13:00 da Barbara Baraldi


@Andrea: la frase riassume molto bene secondo me il contenuto del libro: la protagonista è ossessionata dalla presenza di un’ombra minacciosa dagli occhi fiammeggianti, anche se inizialmente le sembra si tratti solo di un incubo. Il ragazzo di cui è innamorata si chiama Mikael, suona il basso nella band dei Dead Stones, e nasconde un terribile segreto. Tutto si complica quando, nella scuola, avviene un delitto orribile, che tocca Scarlett molto da vicino.
Le caratteristiche di Scarlett? È bionda, i capelli un po’ spezzati nelle punte. Ama le stelle e da piccola ha disegnato un cielo stellato nella sua cameretta a Cremona, con l’aiuto di sua padre perché anche in punta di piedi, sulla sedia, non ci arrivava fino al soffitto. Crede nell’amicizia e trasferendosi a Siena ha sofferto per il distacco con la migliore amica e il ragazzo con cui sembrava che stesse sbocciando un sentimento profondo. Forse è un po’ testarda. E poi… be’, molto di lei è presente nei primi capitoli del romanzo, di cui ho inserito il link :)

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 13:07 da Barbara Baraldi


@Barbara. Scarlett è una ragazza del nostro tempo, con tutte le sue insicurezze ma anche capace di grandi lampi e grandi impennate di ribellione per ottenere la propria indipendenza, gli spazi di libertà negati dai genitori. A mio parere fa presa sui giovani perchè si identificano in lei, la sentono una di loro. E’ un personaggio destinato a farsi amare. La svolta che mi ha fatto apprezzare ancora di più il tuo romanzo, è la forza con cui Scarlett si trova a fronteggiare gli eventi imprevisti, eventi soprannaturali che tuttavia non la scoraggiano, la spingono a indagare, ad andare a fondo per scoprire chi ha assassinato l’amico del cuore. Credo sia un messaggio positivo destinato ai giovani, a non arrendersi, a combattere i casi complicati che la vita pone nel corso della loro esistenza. Emerge nel complesso dell’economia del romanzo un quadro molto positivo sulla gioventù di oggi. I giovani non subiscono gli eventi ma li fronteggiano, vogliono andare fino in fondo, sono linfa vitale per la nostra società.
Brava Barbara. Sono convinto che una storia che non abbia messaggi da trasmettere serva a ben poco. Lo scrittore lancia l’amo, sta poi ai lettori interpretarne il pensiero, i risvolti nascosti di ogni pagina. Ri-brava Barbara

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 13:35 da Salvo Zappulla


E se è piaciuto a me, dal mio ricovero per anziani, letto tra un cambio di dentiera e una sistemata al pannolone… Però il rock non mi piace, continuo a rimanere un fan sfegatato di Orietta Berti

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 13:51 da Salvo Zappulla


@ Salvo Zappulla
Sono d’accordo con te, quando scrivi che una storia che non abbia messaggi da trasmettere serve a ben poco. E mi fa piacere che tu abbia ravvisato nei messaggi nella storia di Barbara.
Però anche su questo si potrebbe discutere. C’è chi sostiene che una storia non dovrebbe trasmettere alcun messaggio (tranne per es. nel caso di favole e fiabe, che hanno finalità specifiche).

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 15:39 da Angela


Insomma mi è capitato di sentir dire che una storia non deve contenere messaggi, altrimenti rischia di essere retorica.
Voi cosa ne pensate?
Spero che questa riflessione possa contribuire alla discussione. Se così non fosse, mi scuso…………

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 15:40 da Angela


A questo punto la domanda per Barbara Baraldi è d’obbligo.
Secondo te, la tua storia contiene messaggi? Quando hai scritto ti sei posta questi obiettivi?

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 15:41 da Angela


Comunque ribadisco che sono d’accordo con Salvo Zappulla. Per me una storia che non contenga un qualche messaggio è come un panino senza companatico.
Certo, devono essere messaggi impliciti e non palesati in maniera grossolana.
Ciao a tutti.

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 15:42 da Angela


Una storia trasmette SEMPRE messaggi. Sotto forma di sensazioni, emozioni, sentimenti in genere. Altra cosa è voler fare moralismo, pretendere di dire ciò che è giusto o sbagliato, ciò che è bene e ciò che è male. Questo, a mio parere, va lasciato al libero arbitrio del lettore. D’altra parte chi scrive comunica, attraverso un testo. E chi legge recepisce, quindi riceve un messaggio.
@Angela. Complimenti per la metafora del panino, mi hai fatto ricordare che sono a dieta da una settimana. Istintivamente ho dato un morso al libro di Barbara, che mi trovavo a portata di mano. Per fortuna non si è rovinato.

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 15:56 da Salvo Zappulla


@Angela. Specifico meglio. Ci sono anche libri che non riescono a trasmettere alcuna emozione. Almeno a me. Ne ho trovati di veramente piatti, didascalici, scritti quasi asetticamente, solo per fare sfoggio di erudizione. ecco in quel caso ritengo che non mi abbiano trasmesso alcun messaggio.

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 16:04 da Salvo Zappulla


Angela, secondo me la tua riflessione è interessante e ricchissima di implicazioni. Personalmente, non mi sono mai posta l’obiettivo di scrivere romanzi “a tesi”, o di veicolare un messaggio in particolare. Penso che le conclusioni spettino sempre al lettore, e che per una stessa storia due persone diverse possano trarre conclusioni diverse, o non trarne affatto, e beneficiare unicamente della storia in quanto “intrattenimento”. Le mie storie nascono da domande, ma al termine della stesura non mi trovo mai in mano le risposte, semmai altre domande. Mi viene in mente un passo del romanzo di Nathalie Kuperman, recentemente tradotto in Italia proprio dalla Del Vecchio, in cui l’autrice viene spinta a chiedersi se ciò che scrive siano “cose vere”. Questa domanda me la pongo sempre.
E leggendo l’intervento di Salvo, secondo me è proprio questo che intendeva. Un libro che ti lascia “qualcosa” (per quanto indefinibile possa essere quel “qualcosa”, spesso legato all’immaginario, alle emozioni…) è un libro che vale la pena ricordare, e rileggere, magari.

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 16:18 da Barbara Baraldi


@ Barbara Baraldi – Salvo Zappulla
Grazie a voi. :)

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 16:23 da Angela


Sono concorde con Salvo. Ogni storia contiene dei messaggi… messaggi che possono essere emotivi, ma anche più pragmatici e fisici. Solitamente rimango sulla difensiva quando sento un autore affermare di aver scritto una storia per trasmettere un “qualcosa” di ben preciso. Dubito che possa riuscirci con la totalità dei suoi lettori.
Spesso sono i lettori a trovare i messaggi all’interno del romanzo che leggono. E’ facile infatti che un qualcosa dato per scontato dall’autore venga invece colto come un qualcosa di speciale dal lettore. E’ una questione molto personale. Credo infatti che durante la lettura si instauri un rapporto intimo tra le pagine, la vicenda, le frasi scritte dall’autore, e il lettore. Si tratta di un legame inconscio che spesso sfocia in una comunicazione trasversale.
A volte può essere illuminante anche una sola frase del libro. Io non sono uno di quelli che sottolinea i libri che legge ma… in quanti lo fanno? A volte il messaggio si nasconde anche agl’occhi dell’autore stesso. Mentre legge, il lettore sintonizza i propri ricettori verso il contenuto del libro e… sono convinto che ogni persona, durante la lettura, è in grado di vedere qualcosa di leggermente diverso rispetto a tutti gli altri. E’ per questo che un libro può ricevere giudizi diametralmente opposti dai lettori. C’è chi si affeziona all’autore, chi al libro, chi invece lo critica aspramente.
Io, ad esempio, ho trovato messaggi, o meglio delle risposte, in Scarlett (…per quanto sia già grandicello ^^). Erano questioni mie, private, che ho ritrovato nascoste nelle pagine del romanzo e che Barbara ha descritto in un modo tale da rendermele più semplici da risolvere.

Per cui… beh, quando sento qualcuno dire che un libro non gli ha dato niente, ammetto che rimango leggermente turbato… mi chiedo, com’è possibile?

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 16:41 da Glauco


@Glauco. C’è un romanzo che io amo tantissimo, immensamente, forse in maniera spropositata, fatto sta che periodicamente continuo a rileggerlo ed ogni volta sento i peli che si rizzano. E’ “Il desero dei tartari” di Buzzati. Perché? mi chiedo. Non lo so, non riesco a spiegarmelo razionalmente. Probabilmente, forse in maniera incoscia, c’è qualcosa che mi lega a quel tenente Drogo che sente lo sgocciolio del tempo trascorrere senza incidere sulla propria esistenza. Quell’uomo ammantato di solitudine e di speranze che non si realizzeranno mai. Il grande evento, l’eterna attesa di qualcosa che anela invano, riescono a trasmettermi sensazioni dolorose. Trovo in quel romanzo una delicatezza impareggiabile, una sconfinata metafora della precarietà esistenziale. Riesce a entrare in sintonia con la mia sensibilità. Sicuramente ad altri non farà lo stesso effetto. Credo sia una questione personale, legata al nostro vissuto, alle esperienze accumulate, alle buche dove siamo caduti.

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 17:16 da Salvo Zappulla


Glauco, eccomi qua: una sottolineatrice instancabile! Sto male quando mi trovo a leggere un libro senza avere la matita a portata di mano :)

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 17:24 da Barbara Baraldi


maniera inconscia

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 17:25 da Salvo Zappulla


Anche nel romanzo di Barbara trovo molta similitudine tra me e Mikael.
Lui va in moto, io ai miei tempi andavo con la vespa 50 comprata di seconda mano. Lui suona nella band dei Dead Stones, io cantavo nel coro dei chierichetti nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù…

Postato venerdì, 18 giugno 2010 alle 17:34 da Salvo Zappulla


Un ringraziamento a tutti per i nuovi interventi.

Postato sabato, 19 giugno 2010 alle 00:32 da Massimo Maugeri


Cara Barbara, grazie per i link e per il gustoso brano che ci hai voluto offrire.
E grazie per avere risposto alle mie domande.

Postato sabato, 19 giugno 2010 alle 00:33 da Massimo Maugeri


Ne approfitto per ringraziare i nuovi intervenuti (Andrea e Angela) e tutti gli altri stanno continuando a discutere sul libro di Barbara e sui temi proposti.

Postato sabato, 19 giugno 2010 alle 00:34 da Massimo Maugeri


Interessante lo spunto di Angela incentivato dal precedente intervento di Salvo…
I libri, i romanzi, devono contenere “messaggi”? Se sì, di che tipo? Cosa, invece, bisognerebbe sempre evitare?
Avete già risposto… ma forse qualcun altro può avere voglia di aggiungere la sua voce alle altre.

Postato sabato, 19 giugno 2010 alle 00:36 da Massimo Maugeri


Ripropongo di nuovo le domande del post (per chi volesse fornire una propria risposta, in aggiunta alle altre):
-
Secondo voi, tra amore e amicizia… cosa sceglierebbero i sedicenni di oggi?
-
E quelli delle generazioni precedenti?
-
Il valore che i ragazzi di oggi danno a sentimenti come “amore” e “amicizia” è cambiato, o è rimasto immutato nel tempo? E se è cambiato… in cosa è cambiato?

Postato sabato, 19 giugno 2010 alle 00:38 da Massimo Maugeri


Come sapete è morto José Saramago. Siete tutti invitati qui: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/06/18/ricordando-jose-saramago/
Ma auspico che questa bella discussione con Barbara Baraldi e il suo libro “Scarlett” possa proseguire ancora.

Postato sabato, 19 giugno 2010 alle 00:39 da Massimo Maugeri


Intanto, cara Barbara, ne approfitto per inserire il bokk trailer del libro sul post (dopo la recensione di Salvo).

Postato sabato, 19 giugno 2010 alle 00:39 da Massimo Maugeri


Ho tre figli, di 33,31,21 anni, e non c’è dubbio qualcosa è cambiato nelmodo di considerare l’ Amore e l’ Amicizia.
I due grandi hanno sempre considerato l’ Amore più importante dell’ Amicizia, come del resto lo era ai miei tempi, quando per amore si intendeva l’ Amore, l’ Amore di una vita intera! Ma a quei tempi,l’amore resisteva a quasi tutte le difficoltà…!! ora che scoppiano dopo pochi anni se non mesi , non mi viene strano che mia figlia 21enne consideri l’Amicizia più importante…forse perchè le dico io non ha ancora incontrato l’Uomo della sua vita?
Molto triste dover scegliere a volte tra Amore ed Amicizia, ma purtroppo può capitare…
Io ho per ben due volte dovuto fare questa scelta, ho scelto l’Amore, ma questa scelta ha comunque lasciato il segno! fin quando tutto va bene il tuo lui,la tua lei sono anche il tuo miglior amico, o dovrebbe esserlo…ma se qualcosa non funziona a chi confidarsi, da chi farsi rincuorare, rimproverare, scuotere..continuo a sperare che l’amico/a vero, possano proprio perchè Amico, capirti, perdonarti e continuare a volerti bene.
Loren

Postato sabato, 19 giugno 2010 alle 22:47 da Loren


trovo questo post navigando in rete. qualche giorno fa ho comprato questo libro di barbara baraldi, Scarlett.
girando on line per trovare notizie sull’autrice, la trovo qui. che sorpresa sentirla “parlare” :)
ciao, barbara.

Postato lunedì, 21 giugno 2010 alle 13:06 da raffaella


Ciao Raffaella :)

Postato lunedì, 21 giugno 2010 alle 18:17 da Barbara Baraldi


Ne approfitto per salutare Loren, che – se non sbaglio – ci scrive dall’Inghilterra (in ogni caso è inglese).

Postato lunedì, 21 giugno 2010 alle 18:29 da Massimo Maugeri


Cara Raffaella, al saluto di Barbara unisco il mio.
Benvenuta da queste parti!

Postato lunedì, 21 giugno 2010 alle 18:30 da Massimo Maugeri


@ Barbara Baraldi
Cara Barbara, mi piacerebbe che questa discussione continuasse…
In attesa di ulteriori interventi di Salvo Zappulla, ti pongo una domanda da “lavori in corso”… (che è la seguente).
Sei già alle prese con la scrittura di un nuovo romanzo?
C’è qualche nuovo personaggio che ha bussato alle porte della tua creatività?

Postato lunedì, 21 giugno 2010 alle 18:33 da Massimo Maugeri


Che dirvi? Oggi è uscita su “La Sicilia” la mia recensione a Scarlett. Mi faccio i complimenti da solo, perchè è davvero una gran bella recensione.
Bravo Zap!!!

Postato lunedì, 21 giugno 2010 alle 19:02 da Salvo Zappulla


Bravo ZappullaZ…
:-)
Per la recensione e per quello che hai scritto di Buzzati.

Postato lunedì, 21 giugno 2010 alle 19:32 da Maria Lucia Riccioli


Grazie Ricciola. Domani dovrebbe uscire “La voce dellIsola” con il tuo articolo su Francesco Costa (speriamo)

Postato lunedì, 21 giugno 2010 alle 19:51 da Salvo Zappulla


Va bene, Salvo… ma qualche altra domanda a Barbara potresti porla… ;)

Postato lunedì, 21 giugno 2010 alle 19:54 da Massimo Maugeri


A Barbara desidero chiedere se si sente realizzata nella sua attività di scrittrice, se ritiene di avere il successo che merita e se si sente soddisfatta di ciò che la critica scrive di lei.

E soprattutto se ritiene che Maugeri stia rompendo un po’ le scatole.

Postato lunedì, 21 giugno 2010 alle 20:08 da Salvo Zappulla


Rieccomi qua dopo la “pausa” del fine settimana per presentare Scarlett al festival Mare di libri; una manifestazione dedicata ai ragazzi delle scuole e realizzata da studenti. Non la conoscevo e sono assolutamente entusiasta di questa esperienza. I ragazzi che hanno partecipato agli incontri sono stati straordinari, estremamente partecipativi, acuti e capaci di grande profondità.
Ringrazio Massimo e Salvo per le domande!
Sì, sono alle prese con la scrittura di un nuovo romanzo, anche se in questo periodo di trasferte, presentazioni e festival ho molte distrazioni. Però cerco di dedicare un po’ di tempo alla scrittura ogni giorno.
Sarà il mio carattere, ma non mi sono mai sentita realizzata. E penso che non sentirsi realizzati faccia parte dell’essere umano, e spinga a migliorarsi costantemente. È quello che mi auguro, e in ogni caso mi sento in continuo movimento. Sono grata a tutti coloro che hanno creduto in me, e a tutti quelli che continuano a farlo. Ricordo quando scrissi una email a un noto e prestigioso editor senza nemmeno conoscerlo, e lui si disse disposto a leggere un mio manoscritto, per poi scrivermi una mail dicendo “è dannatamente buono”. Ricordo quando ricevetti la telefonata da Cattolica con cui mi comunicavano che avevo vinto il Gran Giallo. Ho ricevuto delle belle recensioni e avevo le lacrime agli occhi quando ho finito di leggerle. Sono cose che spingono ad andare avanti, soprattutto sono grandi aiuti nei momenti di difficoltà. Posso dire che spero che i miei romanzi piacciano, e che trovino lettori che li apprezzino. E che spero di poter continuare nell’attività di scrittura perché è un lavoro che faccio con grandissima passione.

Postato martedì, 22 giugno 2010 alle 18:24 da Barbara Baraldi


Bellissime risposte Barbara, sono molto contento di aver incrociato la tua strada. Grandi lampi di umanità e umiltà che fanno bene al cuore di chi legge. Dietro ogni artista che si rispetti, sono convinto ci debba essere sempre una sensibilità particolare, le due cose non si possono scindere. Le eccezioni sono rarissime.

Postato martedì, 22 giugno 2010 alle 18:54 da Salvo Zappulla


Ti andrebbe di dare un consiglio a chi vuole iniziare la carriera di scrittore?

Postato martedì, 22 giugno 2010 alle 19:18 da Salvo Zappulla


Ricevo con una certa regolarità mail da parte di aspiranti scrittori in cui mi chiedono consigli. In effetti, non è un terreno facile: posso parlare solo della mia esperienza, perché il mondo dell’editoria è complesso e ricco di sfaccettature, a volte anche contraddittorio.
Il mio primo consiglio è sempre quello di leggere molti libri. E poi di rileggere ciò che si è scritto, magari a distanza di tempo. Di far leggere i propri manoscritti a qualcuno di “esterno” che non sia un fidanzato, o qualcuno della famiglia, prima di mandare il tutto a un editore. Di partecipare ai concorsi letterari, e di informarsi in rete prima di fare qualunque passo. Di cercare la propria voce, piuttosto che inseguire la moda del momento. Di evitare come la peste l’editoria a pagamento. E di avere tanta, tanta pazienza, perché gli editori a volte rispondono dopo svariati mesi.

Postato mercoledì, 23 giugno 2010 alle 11:19 da Barbara Baraldi


Grazie Barbara, sei stata gentilissima. Speriamo nel nostro piccolo di aver contribuito a far conoscere te e le tue opere. La scrittrice e la splendida persona che c’è dietro la scrittrice.
Un abbraccio.

Postato mercoledì, 23 giugno 2010 alle 13:18 da Salvo Zappulla


Grazie a voi tutti, di cuore. Grazie Massimo per la preziosa ospitalità, grazie Salvo per i tuoi puntuali interventi e grazie a tutti coloro che sono intervenuti nella discussione. Un abbraccio, Barbara

Postato venerdì, 25 giugno 2010 alle 14:49 da Barbara Baraldi


Carissima Barbara,
sono io che ringrazio te per aver partecipato a questa bella discussione. Ti faccio i migliori auguri per questo libro e per la tua produzione letteraria.
Un abbraccio a te. :-) )

Postato venerdì, 25 giugno 2010 alle 23:28 da Massimo Maugeri



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