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venerdì, 3 marzo 2017

IL TEMPO TAGLIATO

letteratura-e-musicaIl nuovo appuntamento del forum di Letteratitudine intitolatoLETTERATURA E MUSICAè dedicato al romanzo “Il tempo tagliato” di Silvia Longo (Longanesi). Di seguito, l’autrice in una conversazione con Claudio Morandini.

* * *

CONVERSAZIONE CON SILVIA LONGO: autrice de “IL TEMPO TAGLIATO” – (Longanesi, 2012)

A cura di Claudio Morandini

Con il romanzo “Il tempo tagliato”, uscito nella collana longanesiana “La gaja scienza” nel 2012, Silvia Longo racconta la storia di una donna, Viola, che di recente ha perduto il marito, celebre direttore d’orchestra dalla personalità insieme forte e fragile, del quale è stata per anni silenziosa vestale; e racconta della sua fuga imprevista, una sera, nel corso di un concerto in onore del coniuge, con un giovane tecnico del suono. Combattuta tra tentazione di abbandono all’avventura e desiderio di autocontrollo, Viola vive quella fuga, solo in parte sentimentale, come un allontanamento da tutto ciò che la tratteneva al ricordo ingombrante del marito, al suo bisogno perenne di ordine e equilibrio.
La musica c’è, a diversi livelli, in questo romanzo di grande finezza: è presente nella vita dei personaggi, che di musica vivono e si circondano, nei loro discorsi, addirittura nel loro modo di percepire il mondo; si intravede anche nella struttura del libro, nel titolo, perfino nella scelta del nome della protagonista. Sono motivi sufficienti per invitare Silvia Longo a una conversazione su un tema che ci sta a cuore, il rapporto tra scrittura e musica, tra parola e suono.

CM – La protagonista del tuo romanzo si chiama Viola. Una scelta che non mi suona casuale: la viola, tra gli archi, è lo strumento che di rado assume un ruolo di primo piano, e il più delle volte rinforza il tessuto armonico, lasciando liberi gli altri strumenti di fare i protagonisti. È uno strumento umile, ma indispensabile, senza il quale le altre parti perderebbero di significato. Anche tu lo hai inteso in questo modo?
SL – Hai centrato in pieno, Claudio. Presto molta attenzione quando si tratta di scegliere i nomi dei miei personaggi, seguendo gli insegnamenti dei Maestri: pensa al Manzoni, per esempio. Ne “I promessi sposi” i nomi dei personaggi rispecchiano il modo di essere e di agire, le qualità morali di ciascuno. Per la protagonista de “Il tempo tagliato” volevo un nome simbolico che ne rappresentasse l’umiltà (la viola è anche un fiore spontaneo che, quasi per pudore, cresce celandosi tra le foglie, alle radici di alberi maestosi), lo spirito di abnegazione per la buona riuscita di una causa, la capacità di adattamento alle necessità altrui. Come fa la viola in una orchestra: quasi mai è strumento solista e si può dire che lavori nell’ombra. Ma a un orecchio attento non sfugge quanto necessario sia il suo apporto.

CM – Sin dal titolo, “Il tempo tagliato”, il tuo romanzo è incentrato sul concetto di tempo, anzi sulle possibili declinazioni del concetto di tempo. Tecnicamente, “tempo tagliato” è la misura in 2/2, segnata con una C appunto tagliata, ma forse questo significato non mi pare determinante nel libro. Vi è invece, in senso più generale, il rapporto complesso con il passato (la vita con il marito direttore d’orchestra), il “taglio”, cioè la frattura determinata dalla morte di lui, il senso di spaesamento nel presente. Poi, sempre più insistente, si fa strada il tempo inteso come elemento centrale del linguaggio musicale: il marito, in quanto direttore, domina il tempo, lo scandisce, lo impone agli altri, ne ha bisogno in quanto gli garantisce controllo sul caos della vita, sulle sue paure più profonde. Il tempo si presenta a questo punto anche come ossessione, concretamente, nell’oggetto della sveglia dal ticchettio molesto. Liberarsi di quella sveglia, per Viola, diventerà un emanciparsi dal ruolo paziente e passivo messole addosso dal marito (e dalla famiglia di lui). (continua…)

Pubblicato in LETTERATURA E MUSICA   Commenti disabilitati

martedì, 15 marzo 2016

PIERLUIGI BATTISTA (con “Mio padre era fascista”) e MIRELLA SERRI (con “Gli invisibili”) a Letteratitudine in Fm

PIERLUIGI BATTISTA (con “Mio padre era fascista”) e MIRELLA SERRI (con “Gli invisibili”) a Letteratitudine in Fm di lunedì 14 marzo 2016 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino).

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Pierluigi Battista e Mirella Serri sono stati gli ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di lunedì 14 marzo 2016.

Nella prima parte della puntata con Pierluigi Battista abbiamo discusso del suo nuovo libro intitolato “Mio padre era fascista” (Mondadori).

Nella seconda parte della puntata abbiamo incontrato Mirella Serri per discutere del suo nuovo volume: “Gli invisibili. La storia segreta dei prigionieri illustri di Hitler in Italia” (Longanesi).

Di seguito, le schede dei libri.

* * *

Mio padre era fascistaMio padre era fascista” – di Pierluigi Battista (Mondadori)
«Quando, dopo la sua morte, ho letto il diario che aveva custodito nel segreto per tutta la vita, mi è parso di avere una percezione più chiara del tormento che ha dilaniato per decenni mio padre fascista, prigioniero a Coltano dopo aver combattuto, ventenne o poco più, dalla parte dei “ragazzi di Salò”. «Ho capito che cosa abbia rappresentato per lui il dolore di essere stato internato in quel campo per i vinti della Rsi vicino alla “gabbia del gorilla” in cui era rinchiuso Ezra Pound. Ho capito quanto abbia sanguinato il suo cuore di sconfitto, di “esule in Patria” nell’Italia in cui era un borghese integrato, maniacalmente attaccato alla civiltà delle buone maniere, ma covando il sentimento di un’apocalisse interiore da cui non si sarebbe mai affrancato. Ho capito quanto sia stata aspra e dolorosa la mia rottura con lui e quanto mi pesi, ancora oggi, il fardello di una riconciliazione mancata. «Allora ho pensato che fosse giunto il momento di raccontare, con i miei occhi e il mio modo di sentire le cose della vita, chi fosse mio padre fascista e cosa pensasse nell’Italia che non credeva più nei miti in cui lui era cresciuto. Che rapporto ricco e difficile avesse instaurato con i suoi figli. Che cosa abbia significato per me essere figlio di un fascista, e vergognarsi di avere provato vergogna per i padri che abbiamo tradito andandocene da un’altra parte, e che invece hanno vissuto con dignità, coraggio e coerenza la loro solitudine. «Per scoprire, alla fine, che gli esseri umani non sono monoliti, figure unidimensionali sulle quali incollare un’etichetta semplificatrice, ma persone vitali e vitalmente piene di contraddizioni. E per capire che i concetti più cari a noi italiani, la “parte giusta” e la “parte sbagliata”, sono molto più friabili e complicati di quanto ci piacerebbe immaginare.» Pierluigi Battista riapre le ferite di un rapporto irrisolto con il padre fascista, e gli concede idealmente l’onore delle armi. Così, riannoda i fili spezzati di una tormentata vicenda familiare e trova un modo adulto di confrontarsi, in un libro indimenticabile, con un pezzo non meno tormentato della nostra storia.

Pierluigi Battista (Roma, 1955) è inviato e editorialista del «Corriere della Sera», di cui è stato vicedirettore dal 2004 al 2009. Ha lavorato come inviato alla «Stampa» e come condirettore a «Panorama». Per La7 ha condotto il programma «Altra Storia» (2003-2007). Fra i suoi libri ricordiamo: La fine dell’innocenza. Utopia, totalitarismo e comunismo (Padova 2000), Cancellare le tracce. Il caso Grass e il silenzio degli intellettuali italiani dopo il fascismo (Milano 2007), La fine del giorno. Un diario (Milano 2013) e I libri sono pericolosi, perciò li bruciano (Milano 2014).

* * *

Gli invisibili. La storia segreta dei prigionieri illustri di Hitler in Italia“Gli invisibili. La storia segreta dei prigionieri illustri di Hitler in Italia” – di Mirella Serri (Longanesi)
All’alba del 28 aprile 1945 alcuni pullman carichi di prigionieri si fermano all’entrata del paesino di Villabassa, in Sudtirolo. A scendere per prima è la scorta delle SS, seguita da un gruppo di 139 detenuti tra cui donne e bambini. Sembrano venire dall’oltretomba, trascinano fagotti a cui sono appese pentole e gamelle, valigie legate con lo spago. Ma, nonostante l’aspetto, sono alcuni dei più noti protagonisti della recente storia europea. Tra loro ci sono l’ex cancelliere austriaco Kurt von Schuschnigg; l’ex primo ministro francese Léon Blum; il famoso industriale Fritz Thyssen… A questi si aggiungono, fra gli altri, gli italiani Mario Badoglio, figlio del generale Pietro; il generale Sante Garibaldi, nipote dell’eroe dei due mondi. Sono i cosiddetti «prigionieri d’onore» di Hitler, personaggi di spicco detenuti segretamente in vari lager del Reich e che Himmler, il potente ministro dell’Interno e capo delle SS, in previsione della sconfitta vorrebbe utilizzare nelle trattative di pace con gli Alleati. Gli invisibili ripercorre la loro avventurosa storia, i motivi che li hanno condotti nei lager e le loro terribili peripezie per approdare in Sudtirolo. Ma ricostruisce anche le vicende fino a oggi mai raccontate dell’intreccio che porta detenuti ebrei e antifascisti a trovarsi a fianco di altri prigionieri che hanno fatto parte della schiera dei «carnefici» di Hitler o di Mussolini: come il capo della polizia di Salò Tamburini, o come Filippo d’Assia, la cui moglie, la principessa Mafalda di Savoia, sarà la vittima sacrificale di oscure trame.

Mirella Serri insegna Letteratura e giornalismo all’Università La Sapienza di Roma. Collabora a La Stampa, a Ttl e a Sette-Corriere della Sera. Tra i suoi libri: Carlo Dossi e il racconto (Bulzoni), Storie di spie. Saggi sul Novecento in letteratura (Edisud), Il breve viaggio. Giaime Pintor nella Weimar nazista (Marsilio), I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte. 1938-1948 (Corbaccio, 2005), I profeti disarmati. 1945-1948. La guerra tra le due sinistre (Corbaccio, 2008). Ha curato Doppio diario. 1936-1943 (Einaudi) di Giaime Pintor e ha partecipato ai volumi collettivi Donne del Risorgimento e Donne nella Grande Guerra (entrambi per Il Mulino). Con Longanesi ha pubblicato nel 2002 Sorvegliati speciali. Gli intellettuali spiati dai gendarmi (1945-1980) e nel 2014 Un amore partigiano.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Il cuoco di Salò” di Francesco De Gregori; “Misty” di Groove Holmes – “Servire qualcuno” di Francesco De Gregori.

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

venerdì, 13 giugno 2014

ROMANA PETRI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 13 giugno 2014

romana-petri-giorni-di-spasimato-amoreROMANA PETRI, ospite di  Letteratitudine in Fm” di venerdì 13 giugno 2014 – h. 13 circa [e, in replica, il mercoledì successivo (h. 9 circa)]

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

LA PUNTATA È  GIA’ ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

È Romana Petri, l’ospite di di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 13 giugno 2014.

Con Romana Petri discutiamo del suo nuovo romanzo “Giorni di spasimato amore” (Longanesi) e delle tematiche da esso affrontate.

Nella seconda parte della puntata Romana Petri legge le prime pagine del romanzo.

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È  GIA’ ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

venerdì, 31 gennaio 2014

È online la puntata con ALESSIA GAZZOLA, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 31 gennaio 2014

alessia-gazzola-le-ossa-della-principessaÈ online la puntata con ALESSIA GAZZOLA, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 31 gennaio 2014

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

L’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 31 gennaio 2014 è stata la scrittrice Alessia Gazzola, con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo che ha per protagonista il personaggio seriale Alice Allevi.

Si intitola “Le ossa della principessa” e, come i precedenti, è pubblicato da Longanesi.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

giovedì, 19 dicembre 2013

ILDEFONSO FALCONES scrive a Letteratitudine (per “La regina scalza”)

Il secondo ospite di “L’autore straniero racconta il libro” è lo scrittore spagnolo Ildefonso Falcones, autore del celebre bestseller “La cattedrale del mare“, edito da Longanesi.
Sempre per Longanesi è uscito di recente il nuovo romanzo intitolato “La regina scalza” (anche questo ha scalato la classifica dei libri più venduti).

Ildefonso Falcones ha scritto a Letteratitudine per raccontarci qualcosa sulla sua scrittura, sul suo rapporto con le storie che scrive e sui passi che hanno portato alla stesura de “La regina scalza”. Noi, ovviamente, lo ringraziamo… e insieme a lui ringraziamo Tommaso Gobbi, dell’ufficio stampa della Longanesi, per l’indispensabile supporto fornitoci soprattutto per la traduzione del testo.

Massimo Maugeri

P.s. Il precedente ospite di questa rubrica è stato Glenn Cooper

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File:Ildefonso Falcones en la Iglesia de Santa Maria del Mar.jpgIl coraggio delle donne e “La regina scalza”
: riflessioni sulla scrittura e sulle storie

di Ildefonso Falcones

“Signor Falcones vuole spiegarci cosa intende quando dice che il coraggio delle donne è il modo migliore che conosce per raccontare la Storia?”
Guardo il giornalista che mi ha fatto la domanda.
“Lei crede che mi avrebbe chiesto la stessa cosa se avessi parlato di uomini anziché di donne? Mi avrebbe fatto la stessa domanda se avessi detto che è il coraggio degli uomini a cambiare la Storia?”
Nei giorni scorsi in Italia mi hanno posto molte volte questa domanda ma solo dopo un po’ ho capito che era proprio il fatto che mettessi le donne al centro che incuriosiva e faceva scattare l’interrogativo. Credo che gli stessi giornalisti non ne fossero consapevoli, quindi ho iniziato a rispondere rigirando la domanda. La Storia purtroppo è sempre stata fatta dagli uomini, e dagli uomini ancora oggi sono fatti i governi, è per questa ragione che sentirsi dire che il coraggio delle donne può cambiare la Storia è destabilizzante. E in questo concetto c’è quello – più ampio – dell’ingiustizia, concetto che torna sempre nei miei romanzi.
Ma mettiamo subito in chiaro una cosa: io scrivo romanzi d’intrattenimento e non voglio indottrinare nessuno. L’unico scopo che ho quando scrivo è quello di procurare al lettore lo stesso piacere che anche io cerco nei libri: sarebbe a dire l’evasione, il divertimento. Se non cercassi questo, non prenderei in mano un romanzo ma un saggio. Io scrivo letteratura popolare, punto a raggiungere il maggior numero di persone possibile per divertirle e non mi interessa in alcun modo l’entrare a far parte di una cerchia intellettuale ristretta. Se scrivo di ingiustizie è perché credo che sia il tema più affascinante e coinvolgente di cui si possa parlare e voler leggere. L’eterna lotta dell’oppresso contro l’oppressore, del giusto contro l’ingiusto. Chi non vorrebbe essere un combattente che si batte contro le ingiustizie? Come ve lo spiegate il successo di Zorro altrimenti? Il lettore deve identificarsi ed emozionarsi, ecco come la vedo io.
Questo non significa che prima di iniziare a scrivere non mi documenti a fondo. Tutt’altro. La Storia è al centro di ogni mio libro ed è il faro che mi guida. Invento dei personaggi, certo, ma ognuno di essi è profondamente legato al periodo storico che sto raccontando. È una sorta di patto che ho fatto con me stesso ma che ho sempre considerato come naturale. La Storia è un vincolo per me, un limite invalicabile. Non invento dei fatti, piuttosto cerco di ricreare delle situazioni che siano assolutamente verosimili e per farlo è chiaro che devo documentarmi, leggere e studiare moltissimo. Se non si è rigorosi, se non si riescono a fornire dettagli fisici, particolari dell’epoca o persino odori, il lettore avvertirà un senso di estraneità, un qualcosa che non torna.

Per scrivere “La regina scalza” ho impiegato tre anni e ho letto centinaia di testi. La maggior parte dei volumi di cui ho bisogno li acquisto da un sito internet spagnolo che si chiama Iberlibro e che dispone di un catalogo vastissimo, anche di testi antichi o introvabili in qualsiasi libreria. Poi ovviamente mi documento molto anche su internet e ogni tanto ricorro alla biblioteca e solo dopo aver studiato ed essermi completamente immerso nell’epoca che voglio raccontare, comincio a scrivere.
Non credo ci sia un unico metodo o regole ben precise per scrivere un buon romanzo, ma se dovessi proprio individuare una norma per me sempre valida, è il partire dalla fine. Quando inizio un nuovo romanzo devo avere bene in testa quale sarà la conclusione, dove voglio andare a parare. Tutto il resto della storia viene dopo, ma il finale è il punto verso il quale mi sto dirigendo e deve essere chiaro fin da subito. Nel corso della storia cambierò idea, alcune storie si intrecceranno tra loro in modi che magari stupiranno anche me, ma so che tutto deve portarmi in un punto ben preciso. E a proposito delle storie che si intrecciano mi viene in mente un’altra piccola confidenza. Mi hanno chiesto tante volte, vista la mole dei miei libri, come faccio a tenere a mente tutto dall’inizio alla fine e se per caso ho una grande lavagna in cui disegno degli schemi o una parete su cui attacco post-it, come si vede in qualche film. Ma perché – rispondo io – dovrei fare cose di questo tipo quando abbiamo uno strumento come excel? Con excel ho sempre tutto sotto controllo, qual è il retroterra dei vari personaggi, come questi sono legati tra loro, in che momento sono accaduti alcuni fatti e tutto ciò che è necessario. E così è stato anche per “La regina scalza”.

Dopo aver ambientato il primo libro, “La cattedrale del mare”, nel XIV secolo, e il secondo, “La mano di Fatima”, nella seconda metà del ‘500, con “La regina scalza” siamo nel XVIII secolo, in pieno illuminismo. Il racconto è ambientato in Spagna anche se sono partito da una mia grande curiosità per il periodo della schiavitù a Cuba. Si è trattato di un periodo durissimo per gli schiavi delle piantagioni: lo zucchero veniva ancora raffinato a mano e gli uomini e le donne che lavoravano nei campi erano sottoposti a ritmi e trattamenti disumani, soprattutto nelle settimane della raccolta. Quando sento dire che oggi la nostra libertà subisce delle privazioni mi viene quasi da ridere. Non abbiamo idea di cosa significhi davvero essere privati della libertà e della dignità…
Se avessi scelto di ambientare il romanzo a Cuba, però, mi sarei dovuto trasferire là per un lungo periodo per potermi documentare a fondo e non credo che mia moglie avrebbe preso bene la cosa…! Allora ho pensato a questa donna (continua…)

Pubblicato in L'AUTORE STRANIERO RACCONTA IL LIBRO   Commenti disabilitati

lunedì, 13 maggio 2013

È online la puntata con ROMANA PETRI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 10 maggio 2013

romana-petri-figli-dello-stesso-padreÈ online la puntata con ROMANA PETRI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 10 maggio 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 10 maggio 2013 è stata la scrittrice Romana Petri, con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Figli dello stesso padre” (Longanesi): uno dei 12 libri selezionati per l’edizione 2013 del Premio Strega.

Nella seconda parte della puntata Romana Petri ha letto un brano tratto dal romanzo.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO


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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

Pubblicato in LETTERATITUDINE RADIO (trasmissione radiofonica curata e condotta da Massimo Maugeri)   Commenti disabilitati

venerdì, 25 giugno 2010

DIBATTITO SU LETTERATURA E MUSICA

imageQuesto post si è trasformato, nel tempo, in uno spazio permanente dedicato al dibattito sul rapporto tra letteratura e musica.
Si discuterà periodicamente su alcuni libri che rientrano nella tematica, coinvolgendo – laddove possibile – i rispettivi autori.
Ringrazio lo scrittore Claudio Morandini (consiglio la lettura di questa intervista sul blog “La poesia e lo spirito”), che mi darà una mano ad animare e moderare la discussione.
Massimo Maugeri
(11 ottobre 2010)

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POST ORIGINARIO DEL 25 GIUGNO 2010

letteratura-e-musicaVorrei avviare un nuovo e (spero) interessante dibattito su un tema particolare: il rapporto tra letteratura e musica…

Un rapporto che – a mio avviso – ha origini antichissime: basti pensare alla “musicalità” dei versi poetici o di certi testi narrativi (perché anche un romanzo deve “suonare” nella testa del lettore). Ma non mi riferisco solo a questo.
Mi piacerebbe poter prendere in considerazione, per poi analizzarli, i romanzi che si sono occupati di musica (e viceversa)… che hanno fatto vivere la musica all’interno delle loro pagine.

Di conseguenza, mi pongo (e vi pongo) alcune domande…

Che cosa hanno in comune letteratura e musica?
In cosa si differenziano nettamente?

In quali occasioni la musica è “entrata” nella letteratura (con particolare riferimento alla narrativa)?
Quali titoli di romanzi vi vengono in mente?

E in quali occasioni, viceversa, la musica ha “rappresentato” la letteratura?

Quale romanzo eleggereste come il più rappresentativo del rapporto tra musica e letteratura?

Per partecipare alla discussione inviterò alcuni autori che hanno scritto, di recente, romanzi che in un modo o nell’altro hanno a che fare con la musica.

Primi ospiti di questo forum (che spero possa diventare “permanente”) sono: Marta Morazzoni, Claudio Morandini e Achille Maccapani. Discuteremo dei loro nuovi libri e degli argomenti proposti.
Di seguito, le schede sui suddetti libri… e il contributo di Nicolò Carnimeo sul romanzo della Morazzoni.
Claudio Morandini mi darà una mano ad animare il post.

Mi raccomando… aspetto i vostri contributi.

Massimo Maugeri
(continua…)

Pubblicato in A A - I FORUM APERTI DI LETTERATITUDINE, LETTERATURA E MUSICA   944 commenti »

giovedì, 28 gennaio 2010

DIBATTITO SU LETTERATURA E PIRATI: da Salgari ai nostri giorni

Sono molto lieto di poter avviare un nuovo dibattito letterario a largo respiro. Il tema che propongo è il seguente: “Letteratura e pirati (da Salgari ai nostri giorni)“.
La figura del pirata è entrata a far parte dell’immaginario collettivo da moltissimo tempo: ha invaso le pagine di romanzi e saggi, di film e serie Tv, di cartoni animati e opere musicali. Eppure ho l’impressione che, di recente, si sia sviluppato un interesse ancora maggiore, che dal cinema (valga come esempio “I pirati dei Caraibi” di Johnny Depp) si è riversato sulle pagine dei libri e altrove.
Diversi gli ospiti che parteciperanno a questa discussione. Intanto, Maria Lucia Riccioli (a cui chiedo di darmi una mano a coordinare e a moderare gli interventi) che ha scritto un articolo sui “pirati in letteratura”. E poi alcuni autori di saggi molto interessanti (che mi piacerebbe potessero discutere del tema in generale, parlarci dei loro libri e interagire tra loro):
- Nicolò Carnimeo, autore di “Nei mari dei pirati. I nuovi predoni degli oceani” (Longanesi)
- Giovanna Fiume, autrice di “Schiavitù mediterranee. Corsari, rinnegati e santi di età moderna” (Bruno Mondadori)
- Ignazio Cavarretta e Eletta Revelli, autori di “Pirati. Dalle origini ai giorni nostri, dai Caraibi alla Somalia” (Nutrimenti).
Di seguito troverete le schede dei tre volumi. Nel corso della discussione avrò modo di presentare gli autori e di fornire ulteriori contributi sulle loro opere.
In coda al post troverete un doppio articolo di Alberto Pezzini sui “nuovi romanzi dei pirati”, con riferimento alle recenti pubblicazioni di Michael Crichton, Valerio Evangelisti, Arturo Pérez–Reverte.

Per avviare il dibattito provo a formulare alcune domande (che potrebbero essere integrate e/o modificate nel corso della discussione).

Che tipo di rapporto avete con la “letteratura dei pirati”?

Qual è, a vostro avviso, il miglior romanzo sui pirati della storia della letteratura?

Di recente, c’è stato davvero un effettivo aumento di interesse per la “figura” del pirata? E se sì, per quale motivo?

La “figura” del pirata è stata eccessivamente “mitizzata”? C’è uno scollamento tra “fiction” e realtà? Che percezione avete in proposito?

Al di là dell’invenzione letterario-cinematografica… avete mai pensato di poter rimanere vittime di una reale “scorribanda piratesca”?

Che rapporto c’è tra storia e letteratura a proposito del fenomeno di cui ci stiamo occupando?

Che rapporto c’è (e c’è stato) tra pirateria e schiavitù?

Siete tutti invitati a partecipare.

Massimo Maugeri
(continua…)

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   232 commenti »

martedì, 31 marzo 2009

RECENSIONI INCROCIATE n. 7: Marino Magliani, Stefania Nardini

recensioni-incrociate.jpgNuova puntata delle “recensioni incrociate” di Letteratitudine. Gli scrittori/ospiti coinvolti sono Marino Magliani e Stefania Nardini.

I libri oggetto delle recensioni sono ”La tana degli Alberibelli“ (di Marino Magliani) e “Gli scheletri di via Duomo” (di Stefania Nardini).

Due libri diversi, ma che hanno tratti in comune…

La Liguria di Magliani a confronto con la Campania della Nardini; un incrocio tra Napoli e una città della costa ligure; due noir, due romanzi incentrati sull’indagine e sulla ricerca della verità.

E proprio la ricerca della “verità” – basata sull’indagine, ma non solo – potrebbe essere uno dei temi che lega i due libri…
Così vi domando:
quali sono i principali limiti della ricerca della verità (nella vita e in letteratura)?
spesso la verità è sfuggente, multiforme, difficilmente individuabile… ma esistono situazioni oltre le quali la verità assume una veste univoca e incontrovertibile?

Di seguito potrete leggere le recensioni incrociate dei due scrittori/ospiti di questa puntata.

Vi chiedo di interagire con Marino Magliani e Stefania Nardini, che parteciperanno alla discussione. Che ciascuno di voi – se vi va – faccia il giornalista culturale e ponga delle domande per scoprire (insieme) cosa offrono questi due libri. Chi ha già avuto modo di leggerli è pure invitato a esprimere la propria opinione.

Massimo Maugeri
(continua…)

Pubblicato in RECENSIONI INCROCIATE, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   113 commenti »

Letteratitudine: da oltre 15 anni al servizio dei Libri e della Lettura

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"Cetti Curfino" di Massimo Maugeri (La nave di Teseo) ===> La rassegna stampa del romanzo è disponibile cliccando qui

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OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

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OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

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RATPUS va in scena ratpus

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Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

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"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

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