Luglio 27, 2024

24 thoughts on “IL MI-TO DEL SALONE DEL LIBRO: UNA PROPOSTA

  1. Caro Massimo, la tua proposta mi sembra molto più sensata, anche se risponde sempre alla logica dell'”accontentiamo tutti”.
    Io penso che il Salone del libro di Torino non debba essere toccato. E’ come se si spostasse la sede del Festival del cinema di Venezia.
    Se è vero che Milano è la più europea delle città italiane è altrettanto vero che l’Italia non è solo Milano.
    Sono d’accordissimo quando dici che se si volesse organizzare un altro grosso evento sul pianeta libro, allora dovrebbe essere il meridione la sede elettiva, proprio per i motivi che hai addotto.
    In date diverse, fra l’altro, in modo da poter partecipare, volendo, a entrambi gli eventi. Spero che da questo blog si possa levare un coro unanime che abbia il suo peso nella decisione

  2. Caro Massi, la tua è una proposta saggia ed equilibrata. Resta il fatto, però, che esistono “luoghi del cuore”, a cui si torna per uno speciale stato di affezione e di sentimento, e che hanno la vocazione ad incarnare un sogno, un ideale. Torino è uno di questi. La fiera del libro non è solo un evento, ma un appuntamento atteso, meditato, vagheggiato per un anno intero come corollario proprio di quella città e di nessun’altra. Un’abitudine cara e famigliare, che segna anche un’identità, proprio per il fatto che costituisce il nostro passato e la nostra memoria.
    Ti auguro una felice serata e ti seguo con infinito interesse! Questa tua nuova rubrica (“A mio avviso”) si prospetta ricchissima e sono certa che sarà un successo! Simo

  3. Concordo sul fatto che l’idea di due saloni del libro è folle.
    Tra Milano e Torino anch’io preferisco che rimanga a Torino. In alternativa la tua ide mi pare sensata.

  4. Comunque a quel che ho capito difficilmente si metteranno d’accordo.
    E dunque avremo due saloni: uno a Torino uno a Milano.

  5. Cara Mavie,
    sono d’accordo con te. Anch’io preferirei che il Salone rimanesse dove è sempre stato. E l’alternativa di un ulteriore Salone itinerante al Sud (in aggiunta a Torino) sarebbe davvero l’ipotesi migliore (soprattutto per noi del Sud). 🙂
    Però per come si sono messe le cose credo che la manifestazione a Milano si farà comunque. E mi riesce davvero difficile immaginare un evento “unico” che si svolga contestualmente tra Torino e Milano.
    Vedremo…

  6. Cara Simo,
    anche tu sei sulla stessa linea di Mavie. E le motivazioni che adduci sono condivisibilissime.
    Ma l’idea di organizzare un unico evento che leghi contestualmente Torino e Milano come la vedi?
    (Grazie di cuore per il commento sulla rubrica).

  7. ma a Milano perché non si concentrano su Bookcity che potrebbe diventare, e forse lo è già, una delle manifestazioni culturali più importanti d’Europa?

  8. Purtroppo quello che piace a noi conta poco. Comandano i grandi gruppi editoriali. Quella dell’alternanza mi sembra comunque un’idea sensata.

  9. Forse manifestare il nostro dissenso sulla ipotesi dei due saloni libro è inutile, ma va fatto. In fondo il “mondo del libro” dipende da noi lettori, o no?
    Chi ha la possibilità di decidere purtroppo a volte lo dimentica.

  10. Come si farebbe a gestire un salone unico che si svolge tra Milano e Torino? Anche a me pare difficile. Sono curiosa di leggere le proposte che verranno avanzate.

  11. L’idea di un Salone al Sud sarebbe veramente intelligente… Per il resto: il Salone dovrebbe rimanere a Torino, perché sdoppiarlo tra due città come Milano e il capoluogo piemontese non farebbe altro che creare divisione e dispersione. Milano ha già diversi eventi, seppur più piccoli, dedicati all’editoria. Lasciamo a Torino ciò che storicamente gli appartiene… 🙂

  12. Se al di là delle nostalgie puntassimo solo all’interesse di noi lettori dovremmo auspicare un’organizzazione efficiente e “pulita”.
    La migliore possibile.
    Non importa se a Torino o a Milano.

  13. La proposta mi pare tutt’altro che malvagia, ma sono pronto a scommettere che non troveranno un accordo e alla fine ognuno si farà il suo bel saloncino.
    Antonio Vinciguerra

  14. L’idea, che condivido in pieno, di un Salone del Libro al Sud, potrebbe avere due risvolti positivi. Per i lettori potrebbe costituire un punto di riferimento valido e certamente più comodo, anche dal punto di vista economico, di una sede fissa, ma lontana. Per coloro che leggono poco potrebbe contribuire a solleticare la curiosità e, chi lo sa, ad avvicinare anche i più restii a coltivare il piacere di un buon libro.

  15. Ho ricevuto una lettera aperta da parte dell’associazione AMICI DEL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO (con preghiera di divulgazione).
    La pubblico qui di seguito ringraziando tutti per l’attenzione….

  16. LETTERA APERTA DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO

    Abbiamo apprezzato l’intervento del Ministro Franceschini per cercare di conciliare le posizioni del Salone Internazionale del Libro di Torino e di Fabbrica del Libro spa, società privata di cui è azionista l’AIE, che intende creare una manifestazione fieristica a Rho in date contemporanee o molto vicine a quelle fissate da tempo da Torino.

    Tuttavia, le interviste di Federico Motta, presidente dell’AIE, su illibraio.it e l’intervista di Corrado Peraboni, amministratore delegato della Fabbrica del Libro, su La Stampa, indicano che secondo AIE e Fabbrica del Libro l’unico accordo possibile consiste nel rendere marginale l’evento di Torino. Tra l’altro viene messo l’accento sulla valenza prettamente commerciale della fiera di Rho e quindi è lecito supporre che lo smantellamento del Salone di Torino comporterebbe la perdita di un patrimonio culturale accumulato in quasi trent’anni di storia. Un patrimonio nazionale che appartiene innanzitutto ai lettori, dunque agli italiani. Ricordiamo che 600 personalità della cultura di tutto il mondo hanno firmato un appello in difesa di questa eccellenza.

    In attesa di conoscere gli esiti dell’incontro di martedì 20 settembre al ministero per trarre le debite conclusioni, i settanta editori (numero in crescita) che fanno parte dell’associazione firmataria chiedono che si parta al più presto con un progetto forte di Salone a Torino, raccogliendo l’eredità delle precedenti 29 edizioni, che lo hanno portato a essere la terza manifestazione europea in ordine di importanza dopo Francoforte e Londra.

    Crediamo che ci siano le condizioni per correggere e sanare gli errori del passato che hanno contribuito a generare l’odierna situazione, e quindi per creare un Salone pubblico di interesse pubblico con una gestione efficiente e trasparente e un’organizzazione condivisa con editori, librai, bibliotecari e tutti coloro che hanno a cuore la promozione della lettura. Siamo pronti a partecipare a questo progetto nell’ambito della Fondazione per il Libro.

    Auspichiamo anche che, se ha a cuore i libri e i lettori, l’AIE faccia un passo indietro e sposti di qualche mese le date della fiera di Rho in modo che Milano abbia la sua manifestazione e allo stesso tempo si possa realizzare la regia unica proposta dal Ministro Franceschini. Due manifestazioni distanti nel tempo non si cannibalizzano, possono operare in sinergia e fare sistema.

  17. Caro Massimo,
    non penso sia opportuno spostare il Salone del Libro da Torino: la tradizione, la memoria, l’identità non si cancellano.
    Certo, Milano è effettivamente una città di grande rilevanza culturale, economica e politica. Non sarebbe da scartare, quindi, la collocazione, nel capoluogo lombardo, di un evento di grande respiro culturale, diverso comunque dal Salone di Torino, da tenere in un periodo che non coincida con la manifestazione di Torino.
    Ottima l’idea di un Salone pressappoco analogo al Salone di Torino da promuovere in una città del Sud, periodicamente ben distanziato. Anche se bisognerà fare i conti con gli aspetti organizzativi, i costi, le presenze sia degli editori che dei visitatori. Ma un Salone o qualcosa del genere non guasterebbe affatto, al Sud.
    Cordialmente.

  18. Ministro Cultura, l’Italia perde una grande occasione

    (ANSA) – ROMA, 20 SET – ”Purtroppo questa soluzione non è stata accettata. Ci siamo trovati di fronte a molte rigidità delle due città”. Lo ha detto il Ministro Franceschini sceso con il Ministro Giannini al termine della riunione di un’ora e mezza al Mibact con le due rappresentanze, parlando dell’accordo saltato sul futuro del Salone del libro tra Milano e Torino.
    ”Lo diciamo con molta amarezza nella consapevolezza di avercela messa tutta. L’Italia perde una grande occasione”, ha aggiunto Franceschini.

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