Marzo 28, 2024

17 thoughts on “ROMANZI O RACCONTI?

  1. Non conosco la scrittrice che citi, ma ti dico la mia sull’argomento.
    Preferisco i romanzi ai racconti sebbene mi sia cimentata sui secondi.
    Ciao!

  2. Romanzi o racconti? A me vanno bene entrambi, purché siano scritti bene. Lancio una provocazione… non è che in Italia i racconti vanno meno bene dei romanzi perché tradizionalmente (a differenza per es. degli Usa) sono stati considerati meno importanti?

  3. Non considero il racconto una sorta di “promessa non mantenuta”, come si evince dalle parole della scrittrice, ma, proprio per la sua brevità, un ideale spunto per riflettere su un unico tema che viene focalizzato.Poche parole, ma giuste, e poi il silenzio gravido di echi tutt’intorno…
    Inoltre, secondo me, nel racconto si apprezza di più anche il lavoro di cesello (il “limae labor” di oraziana memoria!) che, a mio avviso, è indispensabile anche nella prosa affinchè possa degnamente sollevarsi dal piano denotativo a quello connotativo-il che è come dire dalla non-poesia alla poesia(nel senso esteso e polivalente, ovviamente, legato alle origini greche del termine che la designa).

  4. Ringrazio molto Elektra, Marzia ed Elio per i loro interventi costruttivi.
    Elio (sei sempre eccezionale nelle tue disamine) non credo che la Némirovsky quando ha scritto “una novella è una porta che per un istante ci fa intravedere una casa sconosciuta e che subito si richiude” avesse propositi riduttivi riguardo i racconti. Mi pare, invece, di scorgere le motivazioni di un maggior fascino attribuito ai racconti.

  5. Il romanzo ci porta per mano in un mondo e ci mostra tutto, ci spiega tutto.
    Un racconto ci guida alle porte di un mondo, poi ci permette di esporarlo utilizzando i nostri pensieri.

    Credo che il migliore, sia quello che ci regala l’emozione più grande. Non importa quante righe siano.

  6. A volte leggo le istantanee dei racconti, a volte ho voglia di immergermi nei tempi lunghi di un romanzo. Quali preferisco? Tra Carver Pirandello Cechov Maupassant Cortazar Means Borges da una parte e Proust D’Arrigo Vargas Llosa Simenon Roth Chandra dall’altra, quale categoria prediligo? In realtà non esiste una risposta, direi che dipende.
    Ancora due parole sul modesto successo, in Italia, dei racconti: in gran parte è dovuto ai pregiudizi degli editori. Eppure Carver (giusto per fare un nome) ha un discreto giro di vendite.
    Ma alla fin fine credo (lo vedo su mia moglie) che il maggior richiamo dei romanzi sia dovuto al fatto che un racconto ha una durata ovviamente breve, inferiore a quella di un romanzo, e dunque è più difficile “vivere” assieme ai suoi personaggi, partecipare davvero alle loro vite.
    Un racconto è come un incontro in treno, magari intenso e sconvolgente ma fuggevolissimo. Un romanzo può essere come una notte d’amore.

  7. Mi chiedo se davvero la domanda abbia un significato. Voglio dire, sono due generi complementari, contrapposti o semplicemente due modi diversi di intendere la lettura?
    Mi è molto piaciuto leggere le risposte ed in fondo posso dire che mi trovo d’accordo – stranamente, conoscendomi – con quasi tutte. Sono due amori diversi, è evidenti, e nel racconto l’amore dura giusto lo spazio di qualche parola, quelle che fanno da vero perno della storia, del pensiero, o più banalmente dell’incosistenza che le compone. Ed ora basta che sto scadendo nel falso pedagogico.

    Giancarlo

  8. Riprendo questa battuta di Luciano: “Eppure Carver (giusto per fare un nome) ha un discreto giro di vendite.”
    Aggiungo – facendo l’avvocato del diavolo – non è che gli americani sanno scrivere le short stories meglio di noi (italiani)?
    A Giancarlo dico… hai ragione. La domanda “romanzi o racconti?” è un po’ provocatoria e una possibile, giusta, risposta potrebbe essere: romanzi E racconti.

  9. Il racconto non mi dà il tempo di affezionarmi alla storia narrata, come invece accade con il romanzo.

  10. Caro Maugeri sono sempre io,quello dei libri da riscoprire e ripubblicare…Rimanendo sulla linea del post della letteratura,ritengo molto più complesso avere a che fare con la forma del racconto sia per il lettore sia (e ancor più) per lo scrittore.La prolissità di tanti romanzi aiuta spesso ad esprimere concetti che sarebbe pressochè impossibile condensare in poche righe se non si dispone del genio di un Cortazar, di un Paul Bowles o di Nerval per citarne solo alcuni.Vi propongo uno dei miei esperimenti in proposito pubblicato sul Caffè letterario dello Speaker’s Corner
    http://rcslibri.corriere.it/speakerscorner/raccontigiugno2005.spm
    Il titolo è “Cronache dall’alfabeto”
    Grazie per l’attenzione
    Giuseppe

  11. Caro Giuseppe,
    la sua annotazione mi pare più che sensata. Per quanto riguarda il suo racconto sperimentale, se vuole può “copincollarlo” all’interno della rubrica “Iperspazio creativo”. Potrebbe essere oggetto di discussione.

  12. Caro Maugeri, questo è il mio strano racconto “CRONACHE DALL’ALFABETO”, influenzato un po’dalle letture di quel periodo (Queneau, Perec…). Spero vi piaccia!

    Si svegliò nel mar cartico,splendida,a contenere con le sue curve alternativamente concave,due porzioni di informe bianco.Lui la guardava estasiato senza scomporsi, nell’adipe molle a gonfiare le curve,al limite della rottura,talvolta incrinate per i segni del tempo o dell’inchiostro sbadato. T l’Altera,cupo lo sguardo,non potè negare il fascino curvo di S la Splendida e la stizza e la solita smorfia schifata verso O l’adiposo.I l’Imponente si spinse ben oltre le sue possibilità altitudinali,affiancando r il Represso,a far da maiuscola per un poetico “andar”…A la Concreta rideva di quella coppia improbabile e scrutava il gruppo in cerca di una valida alternativa all’occasione sprecata, eh sì…il gemello di O l’Adiposo,incontrato il gruppo “RELT”,non si fece pregare due volte per capeggiare la realizzazione di “OLTRE” sulle istruzioni di un televisore…”Lascia L la Sciocca con noi che “OTRE” meglio si confà col tuo modo d’essere…” Ma il gemello Adiposo non vi badò e l’ipotesi “ARIOSTO” sulla copertina di un libro di scuola svanì,come le porzioni dell’informe bianco che talvolta sfuggono dalle curve di S la Splendida.”Non ti molla il pensiero di “ARIOSTO”? chiese T l’Altera ricordandogli la sua ipotesi “SARTI” e mandar via O l’Adiposo col gemello e il gruppo “RELT” e fatti loro se non fosse servito! …”SARTI”…mica male!,su un’elegante rivista di moda,è arte anche quella,ma tu così realista,tu,con l’arte e la moda,lo stile,tu cosa c’entri? Salutando il tepore morente del sonno, S la Splendida alzò lo sguardo e vide in successione l’Altera,l’Adiposo che la guardava estasiato,il Represso minuscolo all’inverosimile nei confronti dell’Imponente che gli ronzava attorno. E per ultimo vide,pensosa,la Concreta che la fissava. “STORIA”!!!!! urlò A la Concreta…STORIA ripetè S la Splendida senza nulla capire… “ROSITA” ripeteva sottovoce il Represso,col suo desiderio struggente di diventare grande ma col timore dei piccoli a proferir parola…

    Ciao a tutti
    Giuseppe

  13. Caro Giuseppe,
    grazie mille! Il suo microracconto mi pare davvero particolare e interessante. Invito Giancarlo Cobino (animatore della rubrica “Iperspazio creativo”) – naturalmente se è d’accordo – a copincollarlo e riportarlo nell’apposita rubrica.

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