Luglio 27, 2024

79 thoughts on “OMAGGIO A ENZO SELLERIO

  1. Cari amici,
    come qualcuno di voi saprà, ieri, 22 febbraio 2012, all’età di 88 anni, è morto Enzo Sellerio.
    Dedico anche a lui una pagina di Letteratitudine. Ancora una volta, l’obiettivo è quello di “offrire un omaggio”. Come sempre, chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Enzo Sellerio.
    Ecco, di seguito, la pagina di Wikipedia Italia a lui dedicata…

  2. Come sempre, chiedo il vostro contributo.
    Vi invito, dunque, a lasciare un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche, un semplice “pensiero”… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Enzo Sellerio.
    Grazie a tutti in anticipo.

  3. Solo per dire che non conoscevo moltissimo l’opera fotografica di Enzo Sellerio. Adesso la conoscerò un po’ di più anche grazie a questo post.
    Grazie.

  4. E’ una bella storia quella di Elvira ed Enzo Sellerio, una storia di idee e amore – l’ingrediente di cui sono fatti i libri.
    Nel “69 aprono la casa editrice e grazie al contributo dell’amico Sciascia danno alle stampe “L’affaire Moro”, che consente subito un balzo in avanti nel panorama editoriale nazionale. Poi la scelta indovinatissima di pubblicare Bufalino con “Diceria dell’untore”. E poi…scelte sempre più azzeccate: Camilleri, Carofiglio, Gimenez Bartlett… Un percorso fatto di innamoramenti degli autori e delle loro storie, quasi da lettori appassionati, o da scrittori al rovescio, che dei libri amano – ancor prima degli altri – il destino.
    Ma credo che la conquista più grande sia stata quella di mantenere in piedi la casa editrice nonostante la separazione personale.
    Non più marito e moglie, Elvira ed Enzo approfondiscono per la Sellerio ciascuno la propria vocazione (narrativa, lei, fotografica, lui), ma continuano a mantenere in piedi il progetto iniziale, la scintilla, l’originario sguardo sulla propria terra e sul mondo.
    Ecco. Questa unione che continua pur dopo lo scioglimento del vincolo, che si nutre ancora di bellezza, che sa resistere alle intemperie puntando sul desiderio di non demolire…va celebrata.
    Quante volte dal banco di udienza ho visto interi universi economici sfaldarsi a seguito di un divorzio. Quante divisioni giudiziali, quanti litigi sui rendiconti, quanto risentimento, quanti frammenti sparpagliati e dolorosi di una vita ridotta a cocci.
    A volte basterebbe mantenere intatto non l’amore (se non c’è più), ma le idee nate da quell’amore, il progetto che lo aveva animato, il sentimento vibrante per i propri desideri.
    Per non privare se stessi del dono iniziale. E per non privare neanche gli altri dei frutti sorprendenti di ciò che resiste grazie alla forza dei sogni.
    Un omaggio commosso ad Enzo, quindi. Sempre ricordando Elvira.

  5. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso alla famiglia i suoi sinceri sentimenti di cordoglio per la scomparsa di Sellerio, «testimone e protagonista dei movimenti più innovativi della cultura siciliana. Dedicatosi con successo alla fotografia, ha quindi concentrato il suo impegno nella cura delle pubblicazioni d’arte della casa editrice che hanno fatto conoscere all’intero paese espressioni altamente significative della storia e della realtà dell’isola».

  6. Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha espresso “cordoglio e rimpianto” per la morte di Enzo Sellerio. “E’ stato un autentico testimone della Sicilia piu’ vera fin dagli anni dell’immediato dopoguerra. Con le sue fotografie ha saputo cogliere e rappresentare l’anima di questa terra, regalandone l’essenza e le trasformazioni, senza nasconderne difetti e problemi. Resta, come eredita’ ai siciliani la casa editrice che porta il suo nome, e che con le opere pubblicate, continua il lavoro di diffusione e promozione dei nostri autori e della nostra cultura, che ha contribuito a elevare. Enzo Sellerio è stato uno dei grandi siciliani del XX secolo”.

  7. Cari amici,
    la “storia Sellerio”, ed ovviamente dei suoi fondatori, incarna la realizzazione di una sicilia protesa verso il bene, laddove la forza dell’intelletto e degli intellettuali siciliani cerca di riemergere da quel mare buio ed oscuro che si chiama pessimismo, così ben espresso in Pirandello o dal principe Tomasi di Lampedusa. Quei bei libri rilegati in blu scuro dai contenuti raffinati e di ottimo livello sono la Vittoria esportata al di là dell’isola, sono il riconoscimento di una cultura libera che disdegna il servilismo dedito al potere e alla corruzione, sono il trionfo dell’arte e del coraggio individuale. L’aggregarsi delle singole individualità che ha concretizzato un movimento collettivo, una forza compatta avanzata senza remore e che si chiama Sciascia, Bufalino, Buttitta, Camilleri, Sellerio, Carofiglio, solo per citarne alcuni, ma ce ne sono molti altri ovviamente, un alza bandiera di coscienze indomite che non ha accettato mai e poi mai la menzogna al posto della verità. Mi associo. Rossella Maria Pia Grasso.

  8. Cari amici,
    la “storia Sellerio” e dei suoi fondatori, incarna la realizzazione di una Sicilia protesa verso il bene, laddove la forza dell’intelletto e degli intellettuali siciliani cerca di riemergere da quel mare buio ed oscuro che si chiama pessimismo, così ben espresso in Pirandello o dal principe Tomasi di Lampedusa. Quei bei libri rilegati in blu scuro dai contenuti raffinati e di ottimo livello sono la Vittoria esportata al di là dell’isola, sono il riconoscimento di una cultura libera che disdegna il servilismo dedito al potere e alla corruzione, sono il trionfo dell’arte e del coraggio individuale. L’aggregarsi delle singole individualità che ha concretizzato un movimento collettivo, una forza compatta avanzata senza remore e che si chiama Sciascia, Bufalino, Buttitta, Camilleri, Sellerio, Carofiglio, solo per citarne alcuni, ma ce ne sono molti altri ovviamente, un alza bandiera di coscienze indomite che non ha accettato mai e poi mai la menzogna al posto della verità. Mi associo. Rossella Maria Pia Grasso.

  9. Bha, mio caro dottor Maugeri, eccomi nuovamente qui a commemorare.
    Glielo dissi ier l’altro. Che ultimamente celebro più la morte che la vita. E’ il giro del tempo, chi lo nega. E ci tocca nascere e morire.
    Però qui si esagera, cari miei. Qui si spopola l’universo tutto di scrittori, poeti ed editori.
    L’unico fortunato è il Padre Eterno, che se li gode tutti assieme.
    Passando a Enzo. Bella figura, sì. Caustica. Ironica. Bitorzoluta nelle asprezze e dolcezze caratteriali.
    Lo dicevano arguto, scherzoso, ma anche tutto immalinconito nella visione della terra sua, e di Palermo in special maniera.
    Il degrado lo avviliva…. La bellezza che tramontava, certe nostalgiche reliquie (balconi di clausure forzate, fiori di pietra, mosaici pantocratici) che venivano aggredite dal cemento…tutto ciò che lo sguardo aveva forato con l’obiettivo, sovrapponendo all’occhio un altro occhio, pietosamente si piegava a un decadimento, a una piangente perdita di bellezza.
    Ne soffrì, dicono. E lo denunciò. Con le immagini e con la penna.
    Resta la lezione di questo maestro che ha catturato la memoria, l’ha fatta trasalire dalle luci o dalle perdite del buio.
    Gran lezione, questo sopravvivere allo scempio rimpiangendo una Sicilia non ideale ma tutta venata di ingegni, tutta fremebonda e pronta a creare, salvo poi a mangiarsi i figli, a distruggerli morso a morso.
    Lo commemoro. Come commemorai altri che ci hanno di recente lasciato.
    Bel simposio, lassù, dottor Maugeri.
    Il suo affezionato
    Professor Emilio

  10. Che belle le parole del prof Emilio! Mi associo.
    Un pensiero affettuoso ad Enzo Sellerio ed ai suoi famigliari, a cui vanno le mie più sentite condoglianze.

  11. Adesso la casa editrice Sellerio camminerà senza Elvira, né Enzo.
    Per fortuna è nelle buone mani del figlio Antonio, pronta per sfornare nuovi successi.
    Un po’ della vita di Elvira ed Enzo sarà anche lì, in quei libri.

  12. Il silenzio nella sala Amari della società siciliana di Storia Patria a Palermo, dove oggi, venerdì 24 febbraio, si sono svolti i funerali laici del fotografo ed editore Enzo Sellerio è stato rotto da un lungo applauso non appena il feretro ha fatto il suo ingresso. Seduti in prima fila, davanti a una sala gremita, i due figli Antonio e Olivia. Numerose le personalità del mondo della cultura presenti, come Gioacchino Lanza Tomasi e Nino Buttitta. A ricordare la figura dell’intellettuale «di poche parole, essenziali, ma spesso pungenti, di grande rigore morale, di grande ironia» e la sua «fede laica nell’uomo» è stato il Presidente della società di Storia Patria, Gianni Puglisi. «Era un uomo ironico e selettivo – ha aggiunto – che disprezzava la stupidità».

  13. Nel ricordarne la carriera di fotografo e di editore Puglisi ha detto: «Da giovane assistente universitario ha lasciato l’università per mettersi a lavorare come fotografo, è stato un esempio di lungimirante intelligenza. Dentro questa bara c’è un archivio di immagini, ognuna delle quali è un capitolo di storia della Sicilia. Una terra che amava. Enzo sognava la rinascita di Palermo, non so quando ma quando avverrà ci sarà».

  14. Sarà intitolata al fotoreporter il museo siciliano di Storia della Fotografia, che sarà allestito a Palermo. Lo ha annunciato Michele Di Dio, curatore del museo durante i funerali. «Tutti – ha detto- ricorderanno l’appello dei 50 intellettuali lanciato da Enzo Sellerio per istituire il museo in quella sede. La richiesta è stata già inoltrata al dipartimento regionale dei beni culturali: il museo sarà intitolato a lui. Non appena i lavori di ristrutturazione saranno ultimati il museo, che attualmente si trova nella sede del centro per il catalogo, sarà trasferito nel Villino Favaloro, che si trova a piazza Virgilio a Palermo».

  15. Vediamo – un aneddoto.
    Venne fatto un libro, “grandi fotografi fotografati da grandi fotografi” ed Enzo era piuttosto perplesso, un po’ anzi schifato. Ci vedeva la vanteria, l’elitarismo era un terribile snob e guardava queste scelte con dissacrazione. “Una pidocchieria” Partecipò comunque però – e mandò una foto di profilo molto seria. Enzo Sellerio fotografato da xxy (un nome esoterico e lunghissimo che non ricordo).
    Aveva cioè fatto questo: aveva messo la macchina fotografica al suo adorato filippino e gli aveva detto: “fammi una foto, toh pigia qui.”

  16. Vorrei tanto che oggi venissero fuori editori come Sellerio, così come è stato per Bompiani e per lo stesso Feltrinelli, e altri ancora, ognuno con una storia particolare, ma accomunati da un grande spirito pionieristico e dalla passione per la scrittura come lievito per migliorare la società……..

  17. Una storia bellissima quella di Enzo ed Elvira, che ci lascia la speranza che in Sicilia avventure come la loro possano realizzassi.
    Una storia da raccontare ai giovani per spronarli a credere che sia possibile realizzare i sogni anche in una terra difficile.

  18. Quando si parla di Enzo Sellerio non si può non ricordare la sua passione per la fotografia neorealistica o la sua amicizia con Bruno Caruso, tanto che lo spronò nel 1952 a partecipare ad un concorso regionale di fotografia vincendo il primo premio che gli valsero, per quel tempo, una vero «gruzzolo» ben 50mila lire.
    Nel 1955 il suo primo reportage, «Borgo di Dio», è considerato ancora oggi uno dei capolavori della fotografia neorealistica in Italia.
    Non solo fotografia, ma anche editoria. Infatti, chiacchierando assieme ad altri suoi due amici di sempre Leonardo Sciascia e Antonino Buttitta, nel 1969 fonda sempre a Palermo, assieme alla moglie Elvira Giorgianni – scomparsa il 3 agosto 2010 – la «Sellerio Editore», che nelle sue collane annovera le pubblicazioni dei più grandi scrittori contemporanei e soprattutto tutte i romanzi di un altro siciliano doc, Andrea Camilleri che hanno avuto come protagonista il commissario Montalbano. Ma la sua passione rimase sempre la fotografia, gli «scatti» entrati prepotentemente nella storia. L’ultima sua mostra risale al 2007 dal titolo emblematico «Fermo immagine».

  19. Di lui un altro uomo di cultura siciliano, recentemente scomparso, Vincenzo Consolo scrisse: «La fotografia di Sellerio, come ogni vera arte non è naturalistica, ma è allusiva e metaforica».
    Fotografo-documentarista con una parentesi della sua vita vissuta verso i 40 anni, anche in America come fotoreporter. Poi il ritorno a casa, nella sua Palermo e con le sue iniziative coniugando arte-foto-editoria.

  20. Documenta l’esperienza siciliana del sociologo Danilo Dolci, racconta attraverso le sue immagini i paesi dell’Etna e naturalmente Palermo. Celebri i suoi scatti. Come quei fotogrammi che ritraggono alcuni ragazzini del quartiere della Kalsa che giocano a formare un plotone di esecuzione fucilando per finta un loro coetaneo. O il vecchio curvo che porta il suo asinello a vedere la portaerei americana. O ancora gli emigranti in partenza dalla stazione ferroviaria. O il riposo del giovanissimo suonatore di tromba seduto su un gradino.

  21. Ma di Enzo Sellerio, senza dubbio riecheggiano le sue disperate parole rivolte alla sua città che trasudano anche dalle antiche «balate» bagnate della Vucciria.
    Ebbe a dire parlando e criticando le sue brutture: «Palermo è senza scheletro. Come faccia a camminare non lo so. In questo senso è un luogo miracolato. Se tornassi a fotografare, per divertimento farei un servizio sulla maledizione dei normanni. Guardi che cosa hanno combinato. A Monreale con due statue di bronzo alte quattro metri hanno rovinato il portico del duomo. La sala Duca di Montalto a Palazzo dei Normanni (sede del parlamento siciliano, ndr) è un luogo che per come è stato restaurato sarà molto apprezzato dagli ortopedici perchè lì cadere è molto facile».

  22. Enzo ed Elvira Sellerio , hanno contribuito in maniera determinante, insieme agli intellettuali Consolo, Bufalino, Sciascia, Buttitta e Camilleri ed altri ancora, alla crescita culturale della nostra terra siciliana .

  23. Complimenti per questa bella pagina dedicata ad Enzo Sellerio. Volevo chiedervi se ci sono in commercio dei volumi contenenti la sua opera fotografica.

  24. Per Lucia di Pasquale.
    Segnalo il volume “Fermo immagine” pubblicato da Alinari IDEA (2007).
    “Descrizione
    Con il volume “Fermo immagine” l’opera di Sellerio viene presentata nella sua completezza attraverso 150 stampe fotografiche selezionate dall’artista tra le immagini più celebri ma anche tra alcuni scatti inediti e di vita familiare. Tra le voci dei fotografi italiani della seconda metà del Novecento che con la personale esperienza, ci hanno dato un’identificazione precisa del paesaggio e della dimensione sociale della propria terra, quella di Enzo Sellerio è sicuramente una delle più autorevoli. Trasmettendo per cinquant’anni al mondo il canto compiuto di una Sicilia non ancora travolta dalla globalizzazione del costume e del pensiero, Sellerio ci permette di riconoscere, con immediatezza, l’identità di quella sua terra natale, quasi riuscendo a sovrapporsi, con la propria indagine e con la sua persona, all’identità del territorio.”

  25.  
    «La morte di Enzo è stata un vero dolore». Così saluta l’amico Enzo Sellerio, Peppino Leone, a poche ore dalla scomparsa di uno dei massimi operatori culturali della Sicilia del ‘900, insieme alla moglie Elvira, con la quale condivise un sogno, in parte originato dalle conversazioni con Leonardo Sciascia e Antonio Buttitta. 
    La Sellerio diverrà una magnifica realtà editoriale, parallela al percorso di Enzo fotografo, intrapreso con quel “Borgo di Dio”, reportage valutato oggi come le migliori espressioni del neorealismo fotografico italiano. 

  26. Nel ricordo di Giuseppe Leone s’intreccia la figura dell’artista, quella dell’editore e quella intensamente affettiva di amico: “Conoscevo Enzo da trentacinque anni. È come se se ne fosse andata una parte di me. Incominciai proprio con lui la mia carriera, riguardo alla pubblicazione di volumi fotografici, per cui posso davvero parlare di un’amicizia non solo fondata sulla stima profonda, ma anche proficua riguardo agli scambi culturali”. 
    Leone s’intrattiene pure sul ruolo che il personaggio Sellerio ha rivestito nel panorama culturale secondonovecentesco: “Oggi con lui è scomparso un intellettuale, un esponente della grande fotografia del neorealismo poetico. Senza contare la sua splendida capacità di lettura delle immagini, dettata dalla sua grande esperienza e dalla sua cultura, dal suo gusto, affinata dal lavoro nella casa editrice”. 

  27. Non solo fotografo, dunque, Sellerio, come conferma Leone, ma forza attiva di promozione del prodotto artistico, guardato a trecentosessanta gradi: “Fotografo di primordine, editore, Enzo ha rappresentato la massima cultura della fotografia in Sicilia. Lui è anche uno dei maggiori italiani. Ha costituito un momento aureo nel campo della fotografia e dell’editoria in Sicilia”. 

  28. In controluce alle parole dell’amico, sfilano fotogrammi che bruciano icastica l’effigie di una Palermo scavata nella sua fortissima identità, coi bambini che simulano un plotone d’esecuzione o le riprese del ‘viaggio’ impegnato di Danilo Dolci. Enzo Sellerio ha testimoniato un’epoca, pure nel suo versante letterario, consapevolmente, quando affermava che “un fotografo che sia realmente tale non può essere che uno scrittore che si esprime per immagini”, per quella parentela che Consolo coglieva tra la sua fotografia e le ulteriori arti, quando definiva l’immagine di Sellerio non naturalistica, ma allusiva e metaforica. 

  29. Pertanto, probabilmente, attorno a Sellerio si raccolgono figure fondamentali della scrittura siciliana del XX secolo: “Il trio Sciascia, Bufalino e Consolo, ai quali ho dedicato tante immagini, esce con l’etichetta Sellerio”, conclude Leone: “l’editrice Sellerio è stata il punto di partenza e di passaggio obbligato della grande scrittura, oltreché della cultura figurativa”.

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