Luglio 27, 2024

110 thoughts on “RISCHI SUL FUTURO DELL’INFORMAZIONE IN INTERNET. NEO-OSCURANTISMO O CIALTRONERIA?

  1. Cosa ne pensate delle controproposte “estreme” di Grillo?
    1- abolizione del finanziamento pubblico all’editoria
    2- l’abolizione dell’ordine dei giornalisti.

  2. Va bene, lo ammetto. La frase: “meno presenza in Tv e più occhi sulle carte” mi è stata ispirata da Valerio Evangelisti che ha scritto: “In quasi tutti i paesi, le tv propongono dibattiti su tematiche generali a cui fanno intervenire esperti e giornalisti di vario orientamento. Solo in Italia, mi pare, sono gli uomini politici le star obbligate, al di là delle loro competenze.”

    A proposito… per chi volesse “incontrare” Valerio Evangelisti, lui è disponibile qui:
    http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/10/09/la-luce-di-orione-intervista-a-valerio-evangelisti-di-ippolito-edmondo-ferrario/
    Ovvero… scrivete e vi risponderà.

  3. Io sono d’accordo con il Ministro delle Comunicazioni Gentiloni e spero che anche lui faccia si’ che tutto resti come e’ ora, poiche’ va tutto benissimo. Solo che sarebbe il caso di ricordargli di fare attenzione a quando autorizza una proposta di legge. Che razza di serieta’ ha, chi dice ”Scusatemi tanto, in realta’ vorrei lasciare le cose come stanno ma non mi sono accorto di aver autorizzato un Disegno di Legge che invece e’ pericoloso e va contro la mia volonta”’. Roba da non credere!
    Ovviamente tutti si arrabbiano, con simili superficialita’ al Governo!
    Adesso, dunque, spingiamo tutti per far fare marcia indietro al Governo: bisogna eliminare questo pericolosissimo Disegno di Legge, cestinarlo, insomma, senza radicalizzare la protesta, con equilibrio.
    Con Grillo discordo sull’eliminazione del finanziamento pubblico all’editoria e concordo sull’eliminazione dell’Ordine dei Giornalisti.
    Sergio Sozi

  4. Un’ultima cosa…
    —-
    Chi finirà, allora, nel registro ROC? “Non spetta al governo stabilirlo – dice Levi – Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute davvero alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà stata discussa e approvata dalle Camere”.

    Immaginiamo che in base al regolamento si stabilisca che un blog come questo (che non è un diario, parla di libri, può influenzare gli acquisti, ecc.) debba iscriversi al ROC.
    Dato che non sono un giornalista professionista iscritto all’albo, in quel caso, dovrei trovare un amico che (fungendo da testa di legno) mi faccia il direttore responsabile. Non sarebbe un problema, ma mi pare davvero ridicolo.
    ‘Notte.

  5. Certo. Oltretutto, a me sembra inaccettabile che l’On. Levi affermi in pratica che ha fatto una Legge dello Stato ma non sa come verra’ applicata! Eh no! Se fai una Legge devi sapere chi e’ dentro e chi e’ fuori, e il perche’ e il percome, eccetera. Mica hai dodici anni, Santo Cielo!Fare le Leggi dello Stato mica e’ come giocare a tombola (i numeri escono a casaccio dalla sacchetta). Davanti a tanto scaricabarilare, inizio a sospettare che qui o gatta ci cova o… anche Levi e’ uno che fa le cose senza avere un’idea chiara in testa, come Gentiloni. Dunque dovrebbe fare altri ”mestieri”.
    Ri-roba da pazzi!
    Sergio

  6. P.S.
    Piuttosto, le Autorita’ competenti cerchino di eliminare i siti pornografici e di vigilare maggiormente sui tanti altri reati che chi gode impropriamente della liberta’ internettiana compie ogni minuto. Ricordiamoci che un’offesa scritta su un giornale o apparsa in Internet, o detta a voce con dei testimoni, o scritta su un volantino o su di un muro, si equivalgono davanti alla legge: sempre diffamazione e’ – con diverse aggravanti dipendenti da molte circostanze. Quindi gli strumenti di legge per punire chi offende il prossimo gia’ ci sono. Basta applicarli.
    Sergio

  7. Concordo con Sozi, credo che siano sufficienti gli strumenti di legge già esistenti. Ma guarda caso adesso se ne escono con questa proposta minaccia, dopo il casino di Grillo. Cioé dopo essersi resi conto quanto possa essere potente la libera circolazione delle informazioni. La televisione é ormai roba passata da tecnosauri, c’é stata un’accelerazione di tutti i processi economici incontrollabile. La situazione é sfuggita di mano, e gli stessi giornalisti sentono le loro seggioline che scricchiolano sotto il peso delle loro certezze opulente. L’opulenza dei giornalisti non é certo economica, ma va a breaccetto con un certo potere che di quei giornalisti sente il bisogno. Il web permette un lusso che adesso ci vogliono tassare, quello della libertà.
    Dobbiamo aspettarci l’oscuramento dei siti? Così come la chiusura di centinaia di piccole aziende che non erano a posto con il gabinetto a norma o con l’ultima marca da bollo? Ma che cosa stanno facendo a questo paese?
    E ditemi voi se questo é un paese dove ci si sveglia ogni mattina e non si sa contro cosa si debba combattere, solo per arrivare a fine giornata.
    Aveva ragione Terzani quando diceva che progresso e civilizzazione hanno ben poco da spartire. Gli italiano sono quelli che usano il maggior numero di cellulari rispetto ad altri paesi europei. Gli italiani sono scesi al gradino più basso della civiltà democratica, e adesso se ne stanno lì a frignare con lacrime di coccodrillo. Potevamo pensarci prima…

  8. Io credo che questo sia quello che è: il tentativo di controllare una parte dell’informazione libera, nella fattispecie di mettere in difficoltà Beppe Grillo e di scoraggiare chi volesse seguirne l’esempio.
    Questo Governo, tendenze di questo tipo le mostra ovunque ci si volti. Ce l’ha nel DNA.
    Sta a noi (e a Beppe) non far passare il tentativo, ad esempio cominciando a firmare in massa questa petizione (fate girare l’indirizzo!) che ho riveuto via e-mail:
    http://www.petitiononline.com/noDDL/
    Ciao a tutti.
    Renato

  9. Sono allibito! Di stupidaggini questo governo ne ha fatte molte, ma quest’idea di censurare i blog va al di là di qualsiasi cretinaggine. Un’autogol clamoroso che dimostra come questo governo sia allo sbando e che nutre una voglia di censura terribile. Mi piacerebbe proprio sapere di chi è questa brillante idea. A proposito ma non è ora di togliere l’anacronistico albo dei giornalisti? E dire che sono costretto a sostenere questo governo acefalo!

  10. Anni fa vidi un film molto bello e comico con Giancarlo Giannini, se non sbaglio, dove lui era costretto da un mafioso a mangiare fino a strafogarsi. Nel mentre il mafioso gli raccontava che avevano trovato il corpo di un suo amico dentro una valigia fatto a pezzi ma…non era stato ucciso, si era suicidato ed il mafioso diceva: “tutto da solo fece!” ecco, e quello che sta facendo questo “agognato” e “sognato” governo di sinistra: si sta suicidando tagliandosi a pezzi, tutto da solo sta facendo, mentre l’opposizione sta a guardare!
    Sono penosi.

  11. perché pino granata sei costretto a sostenere questo governo acefalo?
    elemire zolla diceva che “volgarità è stare dalla parte della propria degradazione”
    non avertela a male

  12. Questa cosa, sinceramente Massimo mi preoccupa molto e hai fatto molto bene a farci un post. (tutti i bloggeur dovrebbero farlo! Ma quelli famosi conteno di più!)
    Grillo mi procura sistematicamente tutte bolle e pruriti, anche quando è dalla parte mia. Non c’è niente di peggio che un cretino arzillo a difendere le proprie posizioni in una discussione. Tira fuori argomenti e obbiettivi che manderanno sistematicamente tutto in malora. La proposta di legge nasce da diverse cose – immagino che non sia scissa dalla polemica intorno a certi blog – non tanto quello di grillo, che che ce mette a risolvere la cosa burocraticamente? – ma per esempio quelli li che si chiama “io odio mastella” per il quale mastella si è – in fondo manco a torto – tanto agitato. E’ il prezzo della democrazia anarchica di internet, tutti hanno diritto a dire nefandezze varie – tutto sommato ci piace così. Ma credo che il provvedimento sia anche legato al fatto che il giornalismo si sente minacciato da una forma di concorrenza che a voja a di’ – fornisce pareri non meno credibili – a costi inesistenti. specie considerando che il giornalismo nostrano non è mai stato giornalismo di informazione, ma sempre de opinione personale. Ancora mi ricordo l’ira funesta di Guia Soncini a proposito dei blog. Tanta ironia era la dimostrazione della paura di una nuova forma di potere.
    E Grillo che propone? l’abolizione dell’albo????
    Imbecille.

    Si devono battere altre piste. Mi chiedo e chiedo – ma noi bloggeurs come potremmo agire in maniera utile e strutturata? che possiamo fare?

  13. Salto qua e là perché MariaGiovanna Luini ti ha rilanciato nel suo blog. Concordo, si tratta di un problema serio per la libertà di espressione. Regole sono necessarie, chiusura oscurantista no.

  14. L’anarchia non serve a nessuno. È il popolo che è cialtrone e merita di essere sottoposto a controlli e limitazioni. Compreso quello di internet.

  15. Il popolo di internet deve rispettare regole precise. Che poi sia cialtrone o meno è questione di opinioni. Bisogna capire se una legge come quella di cui si discute oggi sia davvero la regola adatta a un mondo come internet.

  16. Popolo cialtrone? Ma siamo pazzi?
    Le regole ci sono già. Basta applicarle. Mi risulta, ad esempio, che ci sono stati blogger querelati.
    Ma chi sei, G., un dittatore?
    Smile

  17. La presa diposizione di Gentiloni pare rassicurante. Ma il sospetto che sotto ci sia dell’altro c’è. Che sia solo l’inzio di una campagna volta ad imbrigliare il web?
    Hai fatto bene a scrivere il post, Massimo. Bravo.

  18. La verità vera è che il web è un cane pazzo. Rischia di diventare un potere davvero forte che, a differenza dei giornali, può essere difficile da controllare. Vedrete che piano piano con una serie di norme leggere e indolori riusciranno a burocratizzare anche la rete così bene che finiranno per impantanarla e bloccarla. E l’obbiettivo sarà raggiunto. In Italia siamo specialisti in questo.

  19. Il problema è molto più complesso da un punto di vista giuridico di quanto non appaia.
    La legge di cui sopra va infatti inserita in un più ampio contesto normativo che prende le mosse dalla legge 1990-287 recante norme per la tutela della concorrenza e del mercato. Tale normativa – istitutiva, tra l’altro, dell’autority delegata a vigilare sul “registro” degli esercenti attività editoriali – modifica profondamente il sistema.Ai sogetti originariamente tutelati si aggiunge il popolo dei consumatori e alla generica nozione di mercato quella, polimorfica, dei “mercati rilevanti” caratterizzata più da fenomeni latu sensu economici che territoriali.
    In linea di estrema sintesi è in questo contesto che va calata la nuova previsione.Al tradizionale modo di intendere il fenomeno concorrenziale , siccome oggetto di regolamentazioni pattizie riservate al dominio dell’autonomia privata s’innesta quello, nuovo, imposto dall’esigenza di comparare quest’ultima con gli interessi della generalità sia pure per categorie distinte e in parte sovrapponibili.
    Ora, queste problematiche ( che traggono la loro origine dalla riflessione europea degli art 81 e 82 del trattato CE di cui la L. 90/287 è un’applicazione interna) suggeriscono nuove relazioni tra ordinamenti e poteri che , sancendo il logoramento di vecchie formule normative ( prime tra tutte quelle del codice civile), inducono a percorrere nuove strade e a ripensare – anche – ai paradossi cui la tutela delle ragioni della concorrenza può portare.
    Tra tali paradossi l’ultimo (la registrazione di qualsivoglia attività editoriale tanto in forma imprenditoriale quanto non, tanto avente finalità di lucro che finalità no profit) andrebbe fatto oggetto di una legislazione capillare e oggettiva , in grado di fare luci sulle nuove realtà distinguendo tra esse. Ne deriverebbe un elenco più puntuale di attività da considerare potenzialmente pericolose sul piano della concorrenza e quindi in grado di violare la normativa comunitaria e quelle che , invece, non possiedono tale impatto sulla realtà economico sociale.
    Cioè: la legislazione inizia, sulla scorta delle spinte comunitarie, a prendere in considerazione l’esigenza di regolamentare le fitte reti di rapporti che anche il canale di internet può suscitare. E questa non è una spinta negativa, tutt’altro.
    Cio’ che merita discernimento è dove tale controllo va ad incidere. Ma per far cio’ sarebbe necessario un osservatorio puntuale e informatissimo di tutte le tipologie di realtà che caratterizzano il sistema.

  20. Il sasso è stato lanciato nello stagno e, come spesso accade, i cerchi concentrici si propagano a dismisura. Nel senso che si è passati a toccare argomenti che, in definitiva, sono dei corollari al post diffuso da Massimo. Ma va benissimo, perché è segno che il dibattito è stimolante.
    La mia opinione è che G. (starà per Goering?) abbia un po’ estremizzato un concetto che, però, va tenuto presente. La libertà della rete, i controlli impossibili, l’inefficacia delle reprimenda consentono la diffusione di materiale e concetti che vanno contro la legge e contro la morale (anche se questo secondo elemento è elastico a seconda delle prerogative individuali). Volendo ci sono dei siti nei quali si può imparare, ad esempio, a fabbricare una bottiglia Molotov e a lanciarla in maniera efficace. Ho fatto un esempio fin troppo “soft”, ma fatto è che se io dessi lezione di “Molotov” su una pubblica piazza verrei come minimo deunciato. In rete, invece, si può anche imparare a fare il serial killer e nessuno può farci granchè.
    Io il pc lo so a malapena accendere, quindi non mi viene in mente alcuna strategia efficace per fronteggiare simili situazioni. Ma la rete, peraltro, continua a essere un mare magnum incontrollabile anche nelle situazioni innocue. Provate a cercare, per esempio, anche qualcosa di specifico sui Beatles e si apriranno alcuni miliardi di siti. Alcuni pieni di falsità, peraltro.
    Venendo ai blog, e alla loro eventuale sottoposizione a rigide misure, mi pare un atteggiamento aprioristicamente censorio. E’ comunque plausibile che se all’improvviso Maugeri decidesse di diffondere materiale pedopornografico, qualcuno dovrebbe fermarlo.
    Un cerchio concentrico è stato creato, per esempio, dall’ottimo Sergio Sozi che auspica l’abolizione dell’ordine dei giornalisti.
    Io, essendolo, sono ovviamente iscritto all’albo e ho le mie idee in merito all’esistenza dell’Ordine. Nel mentre, però, mi piacerebbe (senza impegno) conoscere le ragioni di chi vorrebbe sopprimerlo.

  21. chi su un sito spiega come costruire una bomba, o fa pedopornografia compie reati. e anche gravi. in tal senso è perseguibile dalla legge, come è ovvio e giusto che sia. in altri termini, i responsabili vengono arrestati.
    ho sentito parlare di hacker arrestati per motivi molto più futili.
    se poi non vengono arrestati perché scompaiono o sono latitanti, questo è un altro discorso.
    che si investa di più sui servizi di polizia in internet, allora.
    a parte il fatto che ladri e assassini che scompaiono nel nulla, purtroppo, ci sono anche nella vita ordinaria fuori dal web.
    insomma, gregori, non ho ben capito il tuo ragionamento.

  22. Non era un ragionamento, era una considerazione. Gli arresti, le multe, le condanne connesse ai reati via-web sono minime rispetto ai numeri perpetrati in rete.
    La stragrande maggioranza delle volte viene oscurato il sito e buonanotte.
    Paradossalmente, quindi, a farne eventuali spese sono proprio i blog come questo. Io non mi meraviglierei affatto, per esempio, che se un giorno tu scrivessi “questo libro fa schifo come la Coca Cola”, Massimo Maugeri possa ritrovarsi una bella querela spedita dalla multinazionale della bibita.
    Il tutto, è evidente, mentre in altri siti che nessuno controlla, ragazzine vengono adescate grazie a una ricarica telefonica da 25 euro.
    Quanto a dare più soldi alle forze dell’ordine per effettuare i controlli, beh, è molto velleitario. E’ come se, per eliminare i furti d’automobile, pretendessimo un agente a guardia di ogni macchina.

  23. Domenica ho letto un trafiletto su La Stampa di Torino in cui si parlava della denuncia di questo problema sul blog di Grillo, e dello scambio di opinioni e ammissioni sui blog dei ministri Di Pietro e Gentiloni. Venti righe e poco più, taglio molto basso, pagina molto interna.

    Avete notato come nell’era della comunicazione “alla Grillo” le notizie riescano ad avere più risalto sui blog che sulla carta stampata? O comunque il blog “precede” e le notizie vengono riprese dai giornali solo dopo? E se questi sono aspetti del tutto positivi della democrazia/informazione diffusa… sarebbe davvero strano (per non dire pericoloso) che qualcuno approvasse leggi di questa portata. Soprattutto se ha un blog personale, cosa che sembra oggi così di moda tra i politici nostrani.

    http://inprimapersona.blogspot.com

  24. se gli arresti, le multe, le condanne connesse ai reati via-web sono minime rispetto ai numeri perpetrati in rete forse è proprio perché il concetto di rete è nuovo.
    bada bene, sono d’accordo con quello che dici tu… ma non credo che il problema possa risolversi con una leggina nazionale che potrebbe fuoriuscire da questo aborto di decreto (dico aborto visto che è stato aspramente criticato dallo stesso gentiloni).
    proprio per via del concetto di rete (rete globale) i problemi che tu esponi dovrebbero essere affrontati a livello internazionale e di comune accordo.
    ecco, introduco questo ulteriore elemento di discussione.
    che senso ha legiferare a livello nazionale su una cosa globale come internet?

  25. E infatti la legislazione nazionale non è che un’applicazione di direttive comunitarie . L’Europa si pone poi a propria volta come interlocutore nei confronti degli altri soggetti politici (altri stati o comunità di stati).
    Cioè: sebbene il risvolto sia drammatico per l’informazione e per una certa e sana libertà di pensiero che in modo creativo si esplica in alcuni blog (quelli ben fatti, ovviamente, come letteratitudine e tutti quelli in cui non si presta fianco nè al turpiloquio nè ad attacchi gratuiti e diffamatori ) il disegno di legge nasce sulla scorta di altri imput che non attengono nè alla libertà d’informazione nè tanto meno alla specifia materia dei reati commessi a mezzo rete ( per i quali la normativa penalistica in materia è già sufficientemente estensibile ai mezzi di diffusione on line).
    Come già detto esso si inquadra invece nell’ambito della normazione antitrust che prende l’avvio dalla legge già citata del 90.
    Ossia….i blog vengono travolti da un complessivo sistema legiferante e di adeguamento che tuttavia non nasce per essi ma ha radici e motivazioni giuridiche decisamente diverse. Ribadisco, il processo ha avuto inizio con il trattato istitutivo della comunità europea che ha fatto assurgere a livello costituzionale le regole della democrazia economica e sociale. Le leggi nazionali sono semplicemente applicative. Pensiamo ad esempio alla L 14-11-95 n. 481 istirutiva delle “Autorità per i servizi di pubblica utilità” che si pone nel medesimo solco del disegno di legge che stiamo commentando.
    Quindi una sana contestazione del testo va inquadrata correttamente, comprendendo la sua evoluzione giuridica e legislativa. Solo così è possibile porre l’accento su ciò che è equo espungere dal disegno di legge e solo così è possibile razionalizzare i timori che ne nascono.

  26. Caro Massimo Maugeri,il magistrato Simona,secondo me, ci ha tranquillizzati riguardo il futuro del disegno di legge: organizzato esclusivamente ad intervenire nell’editoria ufficiale(del resto già disciplinata dalle leggi esistenti 1990-287 e interventi successivi atti a favorire la libera circolazione delle imprese editoriali in europea ) e strutturata in un libero mercato,che garantisca la concorrenza dal pericolo della posizione dominante,di un’eventuale soggetto Editoriale, che prevede di pubblicare via Web: quotidiani,libri, e quant’altro attiene all’oggetto e scopo della casa Editrice(Profit), derivante l’ampliamento e l’acceso delle nuove attività al finanziamento pubblico.Il no Profit invece,presente in rete,Blog per sonali o altre iniziative che riguardano la libera circolazione di idee e informazioni, hanno già un garante che monitora e interviene.(vedi legge PT) .Non siamo Noi “blogger” a dover temere, se non essere coinvolti in lotte di “lobby dell’Editoria”,presenti in Parlamento, il cui unico scopo è: ottenere maggiori finanziamenti,anche,per attività collaterali attraverso la presenza sul Web. Beppe Grillo,comunque,apprezzabile per il Suo impegno civile, dovrebbe conoscere meglio le leggi vigenti in vigore e non passare subito a una provocazione, che confermerebbe il dubbio sorto all’Onorevole Di Pietro, che dietro il disegno di legge si possa leggere la volontà di andare verso la direzione della limitazione della libertà di stampa e di opinione,nella fattispecie,in rete,così alla stessa stregua Beppe Grillo incita: – l’abolizione dei finanziamenti all’editoria –
    l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti –
    Io non sono un giornalista e nemmeno un magistrato, ma, ritengo che sull’onda dell’ emotività sia opportuno “leggere bene le carte” e non farsi influenzare da intenti meramente politici trasversali.
    Caro Massimo Maugeri, se il magistrato Simona ci spiegherà meglio l’utilità e la legalità-efficacia della petizione on-line, potrebbe essere,adesso, l’unica reale forma organizzata, che anticiperebbe un referendum abrogativo,successivo,sulla questione.Mi sono dilungato,perché sto reagendo a caldo.
    Luca Gallina
    P.S. serve un avvocato,anche, per valutare se i “blogger” NO PROFIT, hanno titolo e a quale, possono raccogliere pubblicità, rischiando,verosimilmente, di venire considerati PROFIT e, quindi, l’implicazione all’iscrizione nel ROC.

  27. Per Renato De Lorenzo

    Devo appoggiare questo governo acefalo ed imbarazzante perchè l’alternativa sarebbe un governo Mediaset-Fininvest-Mondadori con i vari Previti, Dell’Utri, Miccichè, Storace e via dicendo. Il che , secondo me, sarebbe molto, ma molto peggio.

  28. Beh, se venissero colpiti i piccoli editori, quelli che ti pubblicano solo se versi loro cifre esorbitanti, a me non dispiacerebbe affatto( e sono un’infinità!!!!! Nascono come i funghi)
    Anche questo è uno scandalo.
    Purtroppo la fanno sempre franca e se ne approfittano dell’ingenuità dei poveri esordienti.
    Ne so qualcosa, avrei dei nomi da fare ma, per non cadere in diffamazione, resto nei miei silenzi.

  29. a luca: l’art 50 della nostra costituzione afferma che:”tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”.
    Pertanto il valore giuridico di una petizione, anche on line, è garantito a livello costituzionale quale strumento di democrazia attiva della comunità.
    Però è essenziale individuare bene l’oggetto della petizione e, nel caso che ci occupa, conoscere accuratamente il testo di legge e, come già dicevo, la sua origine storica e normativa.
    Poichè infatti il disegno di legge ha una finalità essenzialmente economica e mira a tutelare il mercato e i consumatori, l’attenzione della petizione dovrà essere particolarmente curata e volta a specificare come e perchè taluni blog non debbano farne parte.
    Attenzione perchè anche le imprese no profit entrano nel testo normativo ove perseguano finalità considerate editoriali.
    Quindi una petizione che intenda davvero essere incisiva ed efficace non può fermarsi alla superficie ma deve essere oggetto di studio approfondito da parte di addetti al settore (avvocati e specialisti della materia : vedi professori universitari).Altrimenti non è adatta a perseguire lo scopo che si propone.

  30. Vi ringrazio per i vostri preziosissimi commenti.
    Come avevo anticipato nell’incipit del post, titolo, contenuto e immagine sono un po’ provocatori. Se ho un po’ esagerato chiedo venia. L’intento era quello di suscitare un dibattito che – mi pare – si è poi sviluppato in maniera equilibrata.

  31. @ Simona.
    Consentitemi di ringraziare particolarmente Simona Lo Iacono (grazie Simo, davvero!) che con le sue competenze da magistrato ci ha “illuminato” sulla questione da un punto di vista giuridico mettendo in rilievo il contesto e l’evoluzione normativa.
    Come dico sempre: senza di voi questo blog non varrebbe nulla.

    Una piccola anticipazione. Simona oltre a essere un valente magistrato è pure una brava scrittrice. Le ho affidato la recensione di un libro (un romanzo) che ha a che fare con la magistratura. Lei ha accettato (grazie ancora, Simona). Di conseguenza, tra qualche giorno, dibatteremo sulla recensione di Simona e su questo misterioso libro (di cui, per il momento, non vi anticipo né il titolo né il nome dell’autrice. Sì, trattasi di autrice: così vi ho fornito una piccola indicazione).

  32. Non credo si possa liquidare Grillo con un insulto. L’incongruenza del nostro parlamento è sotto gli occhi di tutti. A 70 anni vanno in pensione anche i prof universitari, che hanno le menti certamente più allenate, e basti questo. (O vogliamo definire imbecille anche Diogene e la sua lanterna?) Il signor G (sarà Gentiloni?) pone un problema non da poco: il controllo di coloro che si fanno scudo dell’anonimato e vanno dal minimo di pavidi-ignoranti al massimo di pedofili-delinquenti. Propongo l’introduzione del codice fiscale per operare: l’onesto non ha paura di essere identificato e, anzi, rivendica la paternità delle proprie idee.
    Grazie al Massimo Informator e a Simona.

  33. A SIMONA: DOTTISSIMO INTERVENTO… BACI!
    A MASSIMO: NON TEMERE, SAREMO TUTTI CON TE SE IL BLOG VENISSE OSCURATO!

  34. Caro justfrank, se vogliamo individuare dei nemici della rete, cerchiamo personaggi meno improbabili di Franco Frattini.
    Che abbia le mani in pasta è ovvio. Ma se credi che chiunque nel mondo si occupi seriamente di antiterrorismo dia retta a Frattini, sei fuori strada.
    Frattini, sono pronto a fornire documentazione, definì “imminente” un attacco terroristico a Roma nel 1999. Ha reiterato i suoi timori nel tempo definendo sempre “imminente” un raid di Al Qaeda nella Capitale.
    Ora, diciamo, basta mettersi d’accordo sul concetto di “imminente”. Ai comuni mortali come me (che però guarda caso per il mestiere che faccio i contatti “veri” con l’antiterrorismo ce li ho)
    “imminente” significa che avviene entro un massimo di sei mesi.
    Se per Frattini significa un lasso di tempo di 32 anni, allora le sue previsioni sono ancora attuali. Direi anzi premonitrici.
    Credo che Frattini, ormai, a prescindere dagli incarichi che avrà in ragione di non so quali logiche, decida al massimo il colore della sua cravatta.

  35. A Massimo.
    Ecco, siccome in caso di oscuramento (come sostiene Maria Lucia Riccioli), saranno tutti con te, io mi asterrò dal darti qualunque forma di solidarietà. Anzi riterrò sacrosanta la soppressione di una voce che ancora ci strazia l’anima con “Horcynus Orca” 🙂

  36. @ MariaLucia:
    Grazie! Sei un tesoro. Ma non preoccuparti, il blog non verrà oscurato.
    🙂

    @ Gianmario:
    L’appellativo di Massimo Informator mi piace. Molto gentile da parte tua.
    😉

  37. Dimenticavo di ringraziare Enrico Gregori!
    (Vi ricordo che è il capo della cronaca nera presso il quotidiano “Il Messaggero”).
    Come ho potuto!
    Il buon Enrico si è “fatto avanti”.
    Nel caso in cui l’eventuale normativa dovesse prevedere la necessità – anche per un blog come questo – di dotarsi di un direttore responsabile lui si è “offerto” per la modica cifra di tremila euro (netti).
    Verrebbe da dire: com’è umano lei! (immaginate un’intonazione fantozziana).

  38. E se questo G. fosse Grillo anziché Gentiloni?
    Noooo, scherzo. Non è né Grillo né Gentiloni. Secondo me ha sbagliato. Doveva firmarsi C., non G.
    Perché è ovvio che il vero Cialtrone è lui.

  39. Be’… pero’ spesso e’ vero che ”noi popolo” siamo un tantino cialtroni, no? Dopotutto i politici ce li mandiamo noi, li’, e dopotutto anche mica sempre ci comportiamo onestamente, nel nostro piccolo. Giusto?
    Sergio

  40. Sono lieto che Massimo abbia accettato la mia proposta professionale ed economica. Comincerò a lavorare al piano editoriale di cui vi anticipo alcuni punti.
    1-ostracismo incondizionato verso libri che superino le 500 pagine.
    2-supervisione a carattere censorio degli interventi di Sergio Sozi.
    3-organizzazione mensile di cene in fiaschetterie dei Castelli Romani impreziosite da triviali stornellate romanesche.
    4-contributo “una tantum” al direttore per spese di energia elettrica e di bolletta telefonica in relazione all’attività svolta per il blog.
    5-seminari episodici sui significati e la semantica nelle opere di Federico Moccia.
    🙂

  41. Il popolo dev’essere guidato. Lasciato a se stesso si perde nel caos, che non è cosa buona. Il caos logora le società, le distrugge. Internet, in tal senso, rappresenta un grosso pericolo.

  42. ringrazio la dottoressa simona per le dotte delucidazioni.
    al signor g.
    le società sono logorate dalla cattiva gestione del potere. come disse andreotti, il poter logora chi non ce l’ha. aggiungo io, il potere logora chi lo sta per perdere o se lo vede ridurre. uno dei vantaggi di internet è che la gente può comunicare annullando le distanze e può mettere in comune le conoscenze. comprese quelle relative alle vergogne di certi signori politici che oggi più di ieri vengono posti sotto osservazione dal “popolo cialtrone”.
    hai ragione, g. internet rappresenta un pericolo. un grosso pericolo.

  43. secondo me g. sta per giufà.
    aggiungo… il mondo cambia in fretta, le vecchie e sclerotizzate posizioni rischiano di essere ribaltate. il “potere” tende all’autoconservazione e a combattere i pericoli che rischiano di comprometterne l’esistenza. è nelle cose.

  44. credo che se andiamo avanti possiamo arrivare a sostenere che il grosso pericolo è rappresentato dal libero arbitrio. internet è pericoloso. ma anche guidare la macchina ubriachi, camminare sul cornicione al settimo piano, provare il fucile d caccia sparando in piazza ad altezza d’uomo. ovvio che reprimere quanto sopra è più facile che reprimere i reati via internet. ma, in teoria, è tutto pericoloso, o può diventarlo.

  45. enrico gregori, quando ho scritto “hai ragione, g., internet rappresenta un pericolo. un grosso pericolo”, l’ho fatto in maniera sarcastica. è evidente no?
    sono d’accordo con te. tutto in teoria può diventare pericoloso. non dipende dallo strumento, dal mezzo, ma da chi lo usa. vogliamo dare delle regole a internet? bene, son d’accordo. ma evitiamo che le esigenze di regolamentazione vengano strumentalizzate per altri scopi. tutto qui.
    comunque ‘sto g. a me non piace.

  46. l’ironia l’avevo colta e “scavalcata”. per il resto mi pare che io e te diciamo più o meno le stesse cose in maniera diversa.
    ps: se non ti piace G. non mi sembra un problema, a meno che tu non sia in cerca di un fidanzato 🙂

  47. Sono d’accordo con molti punti di vista qui espressi. Io trovo allarmante la legge Levi-Prodi sulle nuove normative legate ad uno spazio fino ad ora libero come quello di internet. Si parla persino di tasse per ogni blog o spazio web gestito…Non sono dell’opposizione ma quando delle scelte sono errate lo sono a prescindere dal colore politco a cui mi sento più vicina.

    Per quanto riguarda il caso Grillo, mi spiace vedere ancora una volta un attentato alla libertà di parola, di stampa…
    Bravo Massimo! L’immagine da te scelta è adeguata e provocatoria così comìè giusto che sia.

  48. Trovo che l’immagine scelta per questo post sia bellissima e fortissima. Fa venire un po’ i brividi, ma rende l’idea. La rende molto bene.
    Al di là di tutto quello che è stato detto e precisato negli altri commenti, e al di là delle rassicurazioni, un bravo a Massimo anche da parte mia.
    Se Elektra chiude i suoi commenti con “smile”, io chiudo così…….
    Smack

  49. Bene. Plaudo al piano editoriale di Enrico Gregori e accetto l’incarico di ”Sergione il Censore”. I seminari su Moccia mi sembrano l’acme delle nostre future attivita’, vista la pregnanza e profondita’ – nonche’ la difficolta’ esegetica – dei testi che l’illustre autore elargisce al suo colto pubblico.
    Gregori presidente!
    Sergio

  50. Sono contento che Sozi abbia approvato. Temevo soprattutto che il nostro aristocratico intellettuale sloveno trovasse un po’ troppo elitario dibattere sul Moccia-pensiero. Avevo infatti in animo di esordire nella mia direzione proponendo un testo ugualmente profondo ma di maggior popolarità come “Il cuore nel sesso”, di Franco Califano. Praticamente l’intera collezione del cantautore dedicata alla “trombosi” (non è la malattia, ma…se semo capiti).
    D’altro canto è meglio così. Perchè dopo aver letto un testo di tale portata che solo un genio dell’editoria poteva pubblicare, ci poteva venir da commentare …
    leggete califano, è un libro proprio bello.
    saprete dal romano cosa fa col suo pis…(bip)
    letto? divulgato? bè, tutto il resto è noia.
    e chi lo ha pubblicato è un gran figlio di una tr..(bip)

  51. Mi permetto di uscire dalla mia ormai arcinota pulizia lessicale con il seguente commento a Califano:
    BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP!! e anche Bip bip e poi bip. Ma anche, perche’ no: diciamo pure BIP.
    Scusatemi per la stroncatura. Non si ripetera’ mai piu’.
    L’intellettuale sloveno.

  52. state andando fuori tema. appena se ne accorgerà “il boss” temo che andrà su tutte le furie.
    eh, eh.

  53. Siamo già al giolittiano “popolo gobbo” ed al mussoliniano “italiani un popolo di pecore”. La libertà? Un optional. Se la vuoi ti devi inginocchiare. Ma la “cadrega” per i politici ( detta più comunemente “potere-poltrona”) è più forte delle tentazioni e la proposta sarà ritirata. Nessuno potrà mai bloccare la libertà di pensiero. E’ un gravissimo attentato alla democrazia, un pugnale conficcatto alle spalle, alla libertà ed alla dignità umana.
    Sono ottimista. Nessuno vuole farsi condizionare,sottomettere da una “casta” rissosa, ignorante,poco preparata al delicato compito affidato. Sconosciuti perchè non eletti da noi. Il discorso vale anche per quelli che verranno sia che stiano a sinistra, al centro o a destra. Stanno dimostrando che l’antipolitica sono loro. Per intenderci!

  54. Sei libero di pensarla come vuoi, caro Gregori. Tutto il mio rispetto. Ma io non mi sposto di un dito perchè mi sento cittadino libero di pensarla come vuole. Dovresti almeno aver rispetto dell’altrui libertà di espressione. O no?

  55. Cari Giovanni ed Enrico,
    vi invito a fare i bravi. Lo faccio a scopo preventivo. Io mi sono ritagliata anche il ruolo di “paciera” del blog. So che Massimo apprezza e io sono contenta 🙂
    Che ognuno la pensi come vuole, ci mancherebbe. L’importante è non scaldarsi, giusto?
    Ora una maschia e salutare stretta di mano. Anche questa a scopi preventivi.
    A Laura F….. Mi dispiace, ma il tuo smack non potrà mai eguagliare il mio smile.
    Smile.

  56. Mi rendo conto che nonostante le faccine gialle a disposizione del sistema sia abbastanza difficoltoso comunicare l’ironia di un intervento. Ma, a beneficio della chiarezza, ti comunico esplicitamente che manderei volentieri Borghezio, Mastella et similia a caricare stabbio da concime per almeno un paio d’anni. Mo’ è chiaro che l’intervento precedente era ironico?

  57. Urca Enrico! Ho sbagliato vocabolo. Volevo dire, meglio piacente che paciera. Però visto che mi dicono che sono molto carina mia autodefinisco come “piacente paciera”.
    P.s. sono un’incontentabile.
    Smile

  58. Attenti, signori discettanti su questo oscurando blog! Il tempo a vostra disposizione e’ quasi terminato. Per continuare a scambiare carinerie et florilegi lirici cum amenerrimi sollazzi, fra esattamente dieci minuti e dieci microsecondi dovrete versare Lire 289.001 sul Conto Corrente intestato a: ”Nuova Letteratitudine – di Massimo Gregori”, mettendo come causale: ”critica letteraria e discettazioni d’amor cortese”.
    Grazie
    Sergione il Censore
    P.S.
    Se mi becca Massimo mi interdice per incapacita’ di intendere e di volere. Speriamo che non mi becchi: non lo faro’ piu’! Lo prometto!

  59. Tenterò una sorta di difesa (senza parcella, obviously) del siderale Sergio Sozi.
    Signori della corte, avete qui davanti a voi uno studioso, un letterato. Una delle menti critiche più fervide d’Europa. Sì lo so, abbassate lo sguardo, e vi sarà più facile comprenderlo. Sì, giudice, e lo so, signori giurati, a guardarlo in volto semra un abbrutito serial killer che ammazza le prostitute a colpi di falcetto. E poi, indomito, colleziona i perizoma delle vittime.
    Eppure, credetemi, le uniche colpe di quest’uomo sono il leggere pile e pile e ancor pile di mattonate destabilizzanti. Volumi pesanti quanto la piramide di Cheope e brutti come Tina Pica. Naturalmente, per dimenticare gli orrori che legge, si concede facilmente al riesling, che in Slovenia si esprime a ottimi livelli.
    Ma vi prego, signori della Corte e signori giurati, io ho qui dichiarazioni giurate dei famigliari del convenuto. Ce lo dipingono come uomo mite, mansueto. Praticamente assente. Ma del resto, vi chiedo, in che stato dovrebbe trovarsi colui il quale in pieno 2007 attorrona (mi si passi il termine) il prossimo suo con la riscoperta di Emilio De Marchi?
    Ecco, signori miei, avete di fronte a me un uomo. Ma che dico, un uomo! Avete di fronte a voi un relitto. Ma che dico, un relitto! Insomma che cosa cacchio volete che dica per un’arringa gratuita? Basta, sono statnco, mi rimetto alla clemenza della Corte.

  60. A Sergio ed Enrico:
    Ma bravi! Vi divertite in mia assenza!
    Ho l’impressione che Sergio si stia facendo un “tantino” (tanticchia, direbbe Montalbano) trascinare da Enrico.

    @ Giovanni Venezia:
    un saluto a te! Vedo che “Il pungolo” procede a gonfie vele. Bene!

    @ Elektra:
    Grazie per il tuo intervento pacificatore (e preventivo). Prima di conferirti il titolo di “piacente paciera” devo visionare una tua foto. È da tempo che mi prometti di inviarmela (“Domani te la mando, Massimo…). Io ancora aspetto. Guarda, quando me la invii la pubblico a dimensioni cubitali!

  61. ”Brutti come Tina Pica” no! Semmai ostici e materni al contempo come Ave Ninchi, o intriganti come l’attorronante Gene Gnocchi (”attorronare”: neologismo di Enrico per definire le cose che rompono i santissimi).
    Il Praticamente Assente Sergione il Censore

  62. Tranquillizzati, Massimo: quando pubblichero’ su Letteratitudine di Enrico Maugeri il mio trattatino di centoventitre’ pagine sul verso ”Ahia l’amor che nuoce al fegato” del celebre Vincenzo Ponti (poeta settecentesco vicino d’osteria del Monti), tutti vedrete che la serieta’ ha tornato a brillare – salvifica mina – nella mia mente!
    Sergio(ne il Censore)

  63. Considerando il livello dei vostri ultimi interventi comincio a pensare che questo disegno di legge sull’editoria (applicato al web) abbia una sua ragione d’essere.

  64. Massimo ed Enrico: se non volete che io cominci a ridere in sloveno, dovrete sopportare qualche innocente sfogo.
    Sergio

  65. D’accordo, pero’ il te’ lo preparo io, non si sa mai.
    Sergio
    (”Cosi’ dunque la sete affannosa si deterge / dal nostro corpo (…)”, Lucrezio, De rerum natura, trad. G. Milanese, Mondadori 1992, vv.875-6, liber IV)

  66. Io ho solo notato che la notizia della legge Levi-Prodi finora NON HA AVUTO alcun risalto sui telegiornali, purtroppo. Qualcuno potrebbe fortunatamente contraddirmi? Spero di assermi perso qualcosa – guardo poco il mostro catodico.
    Sergio Sozi

  67. Susanna Sarti ha perfettamente ragione. Io i nomi dei tanti cialtroni che stampano a pagamento li ho fatto in due libri: Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura e Nemici miei editi da Stampa Alternativa. Non è servito a niente perchè continuano ad arrivare a casa mia libri che non leggo solo perchè editi da Il Filo, Ibiskos, Prospettiva, L’Autore LIbri, LIbroitaliano e molti altri. Io i nomi li facio, come vedi.

    Gordiano Lupi

  68. Mercoledì al via l’iter parlamentare con l’audizione in commissione Cultura
    «No ai bavagli, i blogger stiano tranquilli»
    Il sottosegretario Levi: le nuove norme sulla registrazione riguardano solo editori e giornali online
    «La legge è una legge che intende regolare il mercato dell’editoria – spiega il sottosegretario in questa intervista rilasciata all’agenzia di stampa Agr (■ – e dunque si rivolge agli operatori del mercato dell’editoria, tutti quelli che professionalmente producono giornali, riviste, libri e dunque esclude, per definizione, i blog o i siti individuali che non sono oggetto della nostra legge. Questo è stato chiaro fin dall’inizio, visto che però c’è stata qualche preoccupazione in materia e c’è qualche margine di ambiguità possibile nella legge, io già fin da domani nel mio primo incontro con la Commissione proporrò un’aggiunta alla legge che chiarisca fino in fondo che in questa legge non ci si occupa dei blog».
    Chi allora ha l’obbligo di registrazione nel Roc?
    «Solo gli operatori professionali, quelli che svolgono come mestiere quello dell’attività editoriale. Il senso della legge per quanto riguarda Internet è quello di estendere ai giornali pubblicati su Internet le regole per i giornali pubblicati sulla carta stampata».
    Quindi le preoccupazioni per chi ha un blog privato non esistono?
    «Non esistono nella maniera piu’ assoluta. Possono stare non tra due ma tra dieci guanciali».
    un piccolo contributo,come avevo già previsto nel mio intervento precedente,ciao Massimo Maugeri & C.
    Luca Gallina

  69. Dico… abbiamo inteso bene? Se quanto ha appena riferito il nostro solerte Luca corrispondera’ a Legge dello Stato, possiamo dare il cessato allarme e chiudere qui il post. Abbiamo frainteso – o meglio: Levi e compagni ci hanno fatto fraintendere.
    Spero che non succeda mai piu’!
    Bacioni a Luca Gallina
    Sergio Sozi
    P.S.
    Certo che, pero’, ‘sti politici del Centrosinistra qualche volta fanno in***zare tutti, per superficialita’ e mancanza di capacita’ di spiegare SUBITO il nocciolo delle loro Leggi. Impareranno mai a parlare semplicemente e a sintetizzare il contenuto di una nuova Legge?

  70. Cosa posso aggiungere ancora agli ottimi commenti che ho letto? Poco o nulla. So solo che da entusiasta sostenitore di un Governo, quello di Romano Prodi, così desiderato e agognato sto per trasformarmi – in modo abberrante – in un suo definitivo…oppositore.
    E’ da troppo tempo che siamo costretti a soffrire in silenzio di fronte alle scelte di questo centro-sinistra. Imbavagliare, o meglio, incatenare al cappio di regole pretestuose eventualmente anche i piccoli siti e i blog personali significa, miei cari, DAVVERO LA FINE DELLA DEMOCRAZIA.
    E’ proprio vero allora, come ha detto un editorialista su un importante quotidiano nazionale qualche giorno fa che il c.d. Berlusconismo, come una terribile malattia infettiva, un cancro inesorabile aveva già da tempo iniziato a minare le fondamenta della nostra Costituzione e della tanto sbandierata Democrazia che ne è alla base? Direi che su questo, prima che su singoli disegni e decreti di legge dobbiamo cominciare tutti seriamente a riflettere.

  71. Se il governo Berlusconi ha dato più volte prova di voler imbavagliare la libertà di espressione, questo governo mi dà un’impressione ancora peggiore: quella di essere un branco di pasticcioni.

    E secondo me è il peggior epiteto che si possa rivolgere a chi abbia la pretesa di governare un paese.

    Anche io non credo che di tutte quelle proposte si farà nulla, e sarà l’ulteriore prova di quanto appena affermato.

    Pasticcioni e cialtroni. Ma dove sono finiti, benedetto Iddio, De Gasperi e Togliatti?

  72. SHARK: PERCHè TI STANNO SULLE SCATOLE LE PERSONE CHE SI CHIAMANO LEVI?
    IO AMO PRIMO LEVI E CONOSCO E APPREZZO MOLTISSIMO LIA LEVI, LA SCRITTRICE DI ORIGINE EBRAICA CHE è UNA PENNA E UNA PERSONA DAVVERO IN GAMBA…

  73. Solo per desidertio di apprendere, Pier Paolo, quali sono le numerose prove che il governo Berlusconi ha dato di voler imbavagliare la libertà di espressione
    ps: non ho votato e non voterò mai Berlusconi

  74. Enrico,
    la liberta’ d’espressione, in Italia, non sono i politici (nessuno di nessuno schieramento, intendo) ad imbavagliarla, ma i giornalisti e le loro clientele e piccolezze mentali – come avviene in ogni campo lavorativo d’altronde.
    Scusami la sincerita’, ma parlo cosi’ a te perche’ so che sei fuori da questa impietosa e paracriminale tendenza diffusa in ogni ambito lavorativo. Come me, sei uno che fa le cose seriamente, mi sembra. Un isolato, in un certo senso.
    Sergio

  75. P.S.
    Se non avessi subito pensato che tu fossi una persona vera, non avrei mai accettato di scherzare con te, spesso adeguandomi al tuo stile.
    S.
    P.P.S.
    Hai mai letto ”Storie dell’anno Mille” di Malerba e Guerra? Ti ci vedrei bene, in quelle situazioni. E ci vedrei bene anche me.

  76. Caro Sergio, potrei dilungarmi su quello che hai scritto. Confermando alcuni punti e smentendone altri. Taglio corto dicendo una cosa molto semplice. Io mi occupo di morti ammazzati e simili amenità dal 1980. E sono arciconvinto di occuparmi della cosa più “pulita” nell’ambito del giornalismo.

  77. E’ la fine della libertà di stampa e d’espressione, bisogna individuare tutti i politici, gli editori ed i soggetti che ricoprono altri incarichi, individuarli nel senso del nome e cognome, che stanno da più parti e sparsi nei diversi partiti, nelle diverse formazioni culturali o di qualunque altro tipo, portando avanti incessantemente questo progetto che è, senza esagerazione per una volta, di neofascismo. Mi dispiace che quest’ ultima parola in Italia sia stata spesso utilizzata a sproposito, perché adesso il pericolo c’è ed è tangibile; servono i nomi, e serve pubblicarli su internet, sulla stampa e dirli ad alta voce in televisione e per radio, perché non c’è solo questo Levi, dobbiamo sapere i nomi e i cognomi di tutti quelli che lo hanno mandato avanti a fare la parte del cattivo; senza nomi non si può fare niente.

  78. A me pare come altri hanno detto, che questo disegno di legge sarà impraticabile ma farà danni lo stesso, come tutto quello che viene pensato da maldestri incompetenti e apprendisti stregoni. mi pare che ha scritto il testo non sappia bene la materia di cui parla per cui questo genererà equivoci, continui chiarimenti ecc. ecc. fino all’esaurimento delle energie. Il problema italiano è che questo avviene ormai in ogni campo.

Comments are closed.