Aprile 27, 2024

46 thoughts on “LA GRANDE DISTRIBUZIONE

  1. E’ vero, però con la grande distribuzione un libro forse, prima o poi, finisce nel carrello di qualcuno che non è mai entrato in una libreria.

  2. Sono convinta che con internet e i contatti personali con le librerie la grande distribuzione servirà solo per i supermercati.
    Chi ama i libri non va nei grandi megastore, ma nelle librerie vere.
    Florestano

  3. Fonte: CORRIERE DELLA SERA on line

    Bastano due euro per leggere un romanzo Juke-box letterario per diffondere la lettura A Parigi, nelle fermate della metropolitana, e non solo, si stanno diffondendo i distributori automatici di libri economici

    1. MILANO – Parigi. Una fermata della metropolitana. Il «pendolare« si avvicina al distributore automatico, infila due euro nella fessura, e invece della bibita o della barra di cioccolato, ritira il libro che ha appena scelto. Nella capitale francese i «juke-box letterari» si possono trovare nel metrò già da alcuni mesi . E pare che piacciano parecchio ai cittadini della Ville Lumiere. Tanto che qualcuno ipotizza che possa essere l’inizio di una vera rivoluzione nella distribuzione dei libri, un po’ sulla traccia di quello che è stata la free-press per l’editoria quotidiana.

    2. PROBLEMI DI DISTRIBUZIONE
    – «Mi sembra un’idea interessante» , commenta Alessandro Dalai, presidente della casa editrice Baldini-Castoldi-Dalai . «Più libri si trovano in giro meglio è, soprattutto in Italia, dove il problema della distribuzione rappresenta una vera e propria strozzatura alla diffusione della lettura». «Abbiamo un numero di punti vendita troppo basso rispetto alla nostra popolazione» spiega l’editore. «Su tutto il territorio nazionale non si contano più 1200 librerie, teoricamente, ma in realtà quelle vere non sono più di 600. Quindi la gente non sa, letteralmente, dove andare comprare i libri«. «La distribuzione, inoltre, è molto costosa» continua Dalai. «Non c’è da considerare solo il costo-libreria, ma anche la rete di vendita. Purtroppo in un mercato piccolo come il nostro queste voci incidono parecchio» . «Questa difficoltà oggettiva probabilmente contribuisce al fatto che la metà della popolazione italiana non compra ne’ regala mai un libro».

    3. RACCONTI – Favorevole all’iniziativa anche Giovanni Nucci, editor di Edizioni E/O «Qualsiasi idea possa contribuire a diffondere la lettura è bene accetta» chiosa. «Il problema forse può essere il prezzo: mi sembra difficile poter limare i costi fino a questo punto». «Tuttavia» continua l’editor, «forse, anche a questi prezzi, potrebbe essere un buon mezzo per diffondere un genere lettarario che in Italia ha una grande tradizione ma trova difficoltà di pubblicazione , e cioè quello dei racconti brevi».

    4. UN’OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI – Proprio di recente la Penguin, una grande casa editrice anglosassone, ha celebrato i suoi 70 anni con 70 libri da tre euro. «Ognuno non contava più di 48 pagine ed era dedicato a uno o più racconti brevi di grandi autori» precisa Nucci. «Se ci si pensa, persino un grande come Calvino ha prodotto soprattutto racconti, e questo ci fa capisce bene che non si tratta quindi di un genere minore». «Infine», conclude l’editor , «una distribuzione economica di questo tipo potrebbe forse aiutare a diffondere racconti o romanzi di giovani autori».

    5. TRE VOLTE MENO CHE IN FRANCIA – In Italia nel 2004 sono stati messi in commercio oltre 54 mila titoli . la maggior parte dei libri (78%) viene venduto in libreria, poco più del 15% attraverso la grande distribuzione, il 2,4% su Internet, meno del 2% in edicola, l’1,3% sulle bancarelle. «Un mercato tre volte inferiore a quello della Francia, e noi non siamo tre volte meno dei francesi, anzi…» precisa Alessandro Dalai.

    articolo di Luigi Ripamonti
    07 gennaio 2006

  4. cosa dire… la grande distribuzione è una mazzata per tutti noi librai. Certo la fa facile Alessandro Dalai, ma il problema in Italia non è la quantità di librerie, ma la grande distribuzione. Se la novità (Vespa, King, Pansa, ecc…) la vendono nel supermercato al 40% di sconto vuol dire che non la vendo più io libraio. E se non vendo la novità come faccio a mantenere il catalogo (che è molto meno ricercato, ma è anche ciò che differenzia la Libreria dal Take-away dei super)?
    In Italia sono anni che si parla di una legge del libro. E non se ne fa mai nulla… In questo i francesi sono decisamente meglio di noi!

  5. Dal Corriere.it

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    Grazie ai giornali 5 libri in più a famiglia Studio del Censis: le iniziative editoriali abbinate a quotidiani e settimanali hanno rimpolpato le (scarne) librerie degli italiani.

    ROMA – Nelle case degli italiani ci sono ogni anno almeno cinque libri in più rispetto a quanto avveniva in passato. E il merito di questo è delle iniziative editoriali abbinate a quotidiani e settimanali. A rilevarlo è il Censis, che nel suo 40esimo rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese, punta il dito sulla gran quantità di libri venduti in edicola insieme alle diverse testate. E sottolinea: «Se è aumentato il numero di lettori occasionali di libri, una parte del merito va sicuramente attribuita a questo fenomeno».
    VOLUMI IN EDICOLA – I dati a disposizione sulla produzione di opere allegate ad alcuni principali quotidiani italiani tuttora disponibili in edicola, perchè ancora in corso o da richiedere come arretrati, fanno notare i ricercatori, «sono sorprendenti per le dimensioni del fenomeno»: ben 89 iniziative editoriali per un totale di 1.397 volumi. I conti sono presto fatti. Il più presente in edicola – anche se questa precisano i ricercatori non è una classifica – è il Corriere della Sera con 45 opere allegate, dai classici dell’arte e della letteratura all’Atlante degli animali e ai libri di cucina. Totale: 643 volumi. Seguono La Repubblica con 24 opere per 239 volumi, La Stampa con 19 opere e 229 uscite, poi Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino (16 proposte editoriali per un totale di 318 volumi) e il Sole 24Ore (9 raccolte per un totale di 207 libri).
    I DATI DI VENDITA – Un fenomeno che ha funzionato. E che va considerato, secondo il Censis, «oltre che per i suoi risultati economici» anche per i cambiamenti sociali e culturali che ha saputo indurre. A dimostrarlo, anche i dati emersi dal Quinto Rapporto Censis sulla Comunicazione, secondo i quali il 46,2% dei lettori ha comprato volumi allegati ai quotidiani e fra questi l’84,7% ne ha acquistati da uno a dieci, l’8,2% tra 11 e 20, il 4,7% addirittura più di trenta. Conti alla mano, significa mediamente cinque volumi in più all’anno in ogni famiglia. Qualcuno chissà, li avrà anche letti. O si deciderà a farlo.

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    Sarà mica anche questo a distruggere i librai? Forse le famigli comprano i classici solo in edicola oramai…
    Parlo da non esperto in librerie, quindi mi piacerebbe conoscere il punto di vista di chi una libreria la porta avanti.

    Saltui
    Giancarlo

  6. Sinceramente, la cosa che più mi preoccupa quando entro in una grande distribuzione è vedere quei tristissimi cesti dove vengono ammucchiati o libri o cd e ancora cassette.
    Io li chiamo i cesti infernali….e somigliano tanto ai saldi….e il tutto mi appare veramente poco serio, molto poco serio.
    I libri devono avere un costo e quello rimane per sempre, semmai “il paghi uno prendi due”…mi sembra più decoroso…ma certi testi non possono venire deprezzati, semmai il loro valore dovrebbe aumentare come il buon vino…
    Comunque, l’approccio al libro, almeno secondo me, avviene meglio in luoghi meno appariscenti di quanto possa essere una libreria, a meno che, qualcuno degli arredatori d’interni non comprenda alla fine di far nascere delle librerie più simili a tanti salottini appartati, con tanto di poltrona comoda dove potersi alloggiare comodamente, sorseggiando una bibita con il libro appena scelto da leggere tra le mani….insomma, librerie con il paravento, dove sostare per sfogliare più libri e poi alla fine scegliere di acquistare quello che vuoi portarti a casa da leggere fino alla fine….sarà un sogno di un folle, non so, ma fino a quando non accadrà io non potrò entrare con simpatia e leggerezza ne’ in una libreria e neppure in una rivendita di libri di una grande distribuzione. Ecco perchè poi alla fine, l’edicola sotto casa o quella che capita, rimane il miglior luogo dove poter accarezzare un libro, odorarlo, sfogliarlo, soppesarlo e poi alla fine dire all’edicolante che non ti interessa ma con il sorriso sulle labbra, perchè magari non sei uscito a mani vuote, ti rimane comunque il quotidiano e l’utile gadget che finalmente ti farà finire di costruire quella pila di libri che hai sul mobile di famiglia che sta coprendo in altezza la litografia che ti fu regalata per quell’abbonamento al mensile che ti illustrava come si fa a pubblicare un libro che mai nessuno leggerà…e di questi ce ne sono anche troppi….ma anche quelli che si vendono alla grande, non credo vengano letti per intero…insomma a non far avvicinare il lettore al libro non dipende dal luogo di vendita, ma dalla presunzione di molti che ritenendosi grandi scrittori, consumano carta, mano d’opera, spazi culturali meglio meritati, invalidando il mercato e usurpando i veri meriti culturali….
    Inoltre, non sopporto i libri usati, quelli alla Montalcini-laboratory-screening, e non parlo di libri antichi, quelli si dovrebbero maneggiare con cura e con i guanti…Un libro usato non potrei mai leggerlo sdraiata sul letto….Quindi, grande distribuzione o libreria soft e in, il libro è oggetto sacro, guai a considerarlo na’ patata lessa….(la frase è nata a me in uno dei milioni di fax ed email che mi sono inventata)…Buona lettura e da domani, se mi incontrate potreste anche chiedermi notizie sul mio cd, E’ nato, è tra noi e in quanto a cover è bellissimo, il brano musicale è particolare non per tutte le orecchie, non da imporre comunque, ma gentile e poi dura soltanto 3 minuti e 04, quindi sopportabile, ciao!

  7. Mettiamo il caso che io sia un giovane disoccupato con la passione (vizio) della lettura. Mettiamo che se compro i libri in un ipermercato, e parlo di nuove uscite, ogni, che ne so, ogni cinque libri me ne esce uno gratis. Mettiamo il caso che io vada in libreria per rendermi conto meglio delle nuove uscite. Mettiamo che ogni tanto mi faccia anche una piacevole chiacchierata con il libraio, che non costa nulla. Mettiamo che in tasca però ho gli euro contati. Mettiamo sia così. Sono da condannare se compro laddove lo sconto è più alto?

  8. Caro Mark,
    come espone le domande lei, non posso che darle ragione, e tutto rivela che la sintesi di pensiero a me forse non riesce. Infatti, io ho ribadito che secondo me i libri valgono in assoluto sempre più e non sempre meno…altrimenti mi sento presa in giro se un libro a settembre in prima uscita costa venti euro e a fine stagione ne costa un terzo….Detto questo, ho indicato che preferirei piuttosto il sistema “paghi uno prendi due o tre” e non che un libro che è costato all’autore sangue e vita, stia sul mercato ad un costo ridicolo!!E’ una mancanza di rispetto per il pensiero e la sua vitalità, per il valore di chi lo costruisce e lo pensa…e per il peso delle idee. Sappia che a parlare è una che con i centesimi ha costruito un mondo di sogni che in parte sa anche realizzare in libertà e che considera il libro “qualunque sia il suo costo il libro è sempre un dono”…ed è proprio per questo suo intrinseco valore che se lo possiede non sfuma col tempo che va difeso egregiamente. Per quanto riguarda quel che riferisce sulla mancanza di possibilità economiche, lei fa pensare ad un altro problema molto grave..Sa quanti libri e riviste vanno al macero? Tantissimi…ed è un vero scandalo al confronto di chi non si può permettere di acquistarne.Quindi, come vede tutto dipende sempre da tanti disservizi messi insieme a sfavore della gente che invece in questo caso amerebbe tanto portarsi a casa più libri possibile….This is the problem! Non crede. Facciamo qualcosa perchè ci siano meno sprechi e il libro arrivi come un dono in tutte le case di tanti italiani che ne vorrebbero tanti e non se li possono permettere. Pensi, io ne pubblico a spese mie veramente scegliendo di rinunciare a tantissime cose, e proprio per donarli…probabilmente anche io mi sono sentita tante volte umiliata davanti a certe vetrine dove vedevo libri bellissimi ma irraggiungibili….Auguri e buona lettura spero a basso costo, sappia che chi scrive più di chi legge, ama smuovere le acque fino allo sfinimento!!!!

  9. Cosa dire Io ho una piccola libreria a Benevento, e ho riscontrato che in molti supermercati vendono con sconti eccessivi; ma ad ogni modo credo chi aquista un libro al supermercato non è un potenziale cliente di una libreria dove magari può chiedere consigli al libraio!

  10. Mark hai tutta la mia comprensione. Si fa presto a parlare avendo i soldi in tasca… ed io sono uno di quelli. Ma sarà che sono anche uno che i soldi non li ha mai avuti da giovane, e dire non averli significa davvero non averli, ho imparato col tempo ad apprezzarne il valore: non mi vergogno nel dire che se posso comprare nei supermercati con sconti del 15 o 20% lo faccio. Non ho colpa io se non esiste una regolamentazione in Italia e i supermercati possono fare una concorrenza tanto sleale.

    L’edicola è un caso a parte: non mi piacciono le edizioni da edicola e dunque evito, ed inoltre quella, tra tutte, mi sembra la concorrenza più sleale di tutte.

    Fausto, ti sbagli: chi acquista al supermercato è sì un potenziale cliente di una libreria, ma ti faccio il mio esempio. Non vado spesso in libreria nella mia città (Pisa) per tre motivi:

    1. Non riesco ad arrivarci: non trovo parcheggio, se lo trovo devo fare 6 km a piedi etc etc. Non voglio perdere un giorno intero i pochi we che scendo a casa.
    2. Le librerie della mia città fanno schifo: l’unica che consiglierei è la Feltrinelli, ma per mio gusto personale se devo comprare alla feltrinelli preferisco quasi il supermercato.
    3. non mi piace tanto la gente che va in libreria a Pisa: spocchiosi con la puzza sotto il naso: comprano i libri e poi magari neppure li leggono.

    Però vorrei dire una cosa: a Londra (scusate se faccio sempre esempi con Londra, ma ci abito e so come funziona) non esistono leggi speciali sui libri eppure le piccole librerie sopravvivono. Come? Si danno da fare con iniziative strane, promuovendo loro stesse autori sconosciuti che altrimenti non avrebbero sbocco dai vari books etc, waterstone, borders ed ancora offrendo sconti su testi fuori edizione, inserendo all’interno della libreria articoli diversi, quali cartoleria di alto livello, etc etc…
    Voi lo fate? Non è una domanda polemica, ma soltanto desiderio di conoscere come stanno le cose da chi questo lavoro lo fa.

    Scusate: sono stato logorroico. Non correggo neppure e scappo.

    Saluti
    Giancarlo

  11. Personalmente credo che la GDO non può togliere fascino alla LIbreria vera; anche se un cliente infila un libro nel carrello e magari lo paga con lo sconto del 30% … se il libri gli è piaciuto poi entra in libreria per sceglierne un altro … anche perchè può chiedere a noi operatori/amanti del settore qualche consiglio, visto che la GDO è fredda e, in molti casi, ignorante sui contenuti e le novità; Quindi non allarmiamoci, ma prendiamo la GDO come un possibile primo approccio per qualcuno che magari non è mai entrato in libreria, un pò come le edicole, che offrono tanti libri economici ma poi chi vuole la novità o il libro particolare, viene da noi.
    Un saluto a tutti e buone feste.
    Francesco

  12. Io capisco la posizione di Mark. Credo abbia ragione. Per questo penso che un ruolo molto importante devono assumerlo le biblioteche. Le biblioteche civiche, per esempio. Sarebbe bello che i Comuni anziché buttare soldi per portare avanti iniziative inutili, spesso per favorire tizio o caio, investissero più denaro pubblico per l’acquisto dei libri nelle biblioteche. E parlo di libri recenti, le nuove uscite a cui fa riferimento Mark.
    Per chi può permetterselo credo sia meglio acquistarlo un libro, tenerlo tra le mani, sfogliarlo con amore pirma della lettura. E poi conservarlo, inserirlo in uno scaffale della propria libreria e ogni tanto, se ti è piaciuto, riprenderlo.
    Io vado spesso da un mio amico libraio. Lui legge i libri per me e mi consiglia per gli acquisti. Lui conosce i miei gusti e le mie idee. Poi ne parliamo, ci confrontiamo. E’ davvero bello. Ed è un’esperienza che il supermercato non ti può dare. Ecco perché compro in libreria. A volte penso che sarebbe giusto pagare un sovrapprezzo a favore dell’insostituibile lavoro che svolge il mio libraio.

  13. A proposito di iniziative egregie da parte delle librerie a favore di scrittori sconosciuti o esordienti….Non ci credo! Ho sempre dovuto elemosinare uno spazio in qualche libreria e poche sono quelle che mi hanno accolto qualche volume col sorriso in fronte…se invece si tratta di dare spazio a qualche personaggio televisivo, sia che scriva bene e sia che scopiazzi cose di registrazione, lo fanno con grande trasporto, perchè lì interviene il culto dell’immagine e non del libro e della cultura….Ricordo, che al mio primo libro, sempre autoprodotto con tanta gioia, quando lo presentai ad alcuni librai della mia città, mi inventai anche come gadget per contenere il libro stesso, la ora famosa sportina di tela dove avevo fatto anche stampare sempre a mie spese, il nome di una mia poesia molto carina….orbene, l’idea mi venne sempre perchè considero il libro un valore da difendere e non mi piace sia contenuto nella plastica, ecologico il libro ed ecologico anche il contenitore, cioè la sportina di tela…..Dopo di me lo hanno fatto in tanti ed infatti in queste librerie oggi si possono vedere tante piccole borsette o sportine di tela appese nelle vetrine…ma l’idea fu la mia nel 1998… Così, come vedi, allora di libri ne ho venduti forse venti….l’idea della sportina me l’hanno subito copiata e fino a qui mi sta bene….ma anche il nome della mia poesia mi fu copiato, magari tradotto in inglese…ma sempre copiato fu….e non è che mi fu chiesto qualcosa, anche se il libro era regolarmente depositato alla Siae e provvisto di bollino…..Così, va la vita, ma io non sono una che molla….sono peggio di un elefante in quanto a memoria e di solito chi frega il prossimo prima o poi la paga e non va molto lontano, perchè la giustizia miete sempre nuovi geni…e se ai nostri figli non diamo il buon esempio non avremo loro fatto un favore e neppure alla società tutta….Questo è il trattamento che viene riservato agli scrittori esordienti sia dai librai, sia dalla grande distribuzione. Come riparare? Io a letto con qualche onnipotente non ci posso andare…se ne andrebbe per sempre la fantasia di scrivere cose belle…. Tanto io il mio cd l’ho fatto, peggio per chi non fa in modo di aiutare la diffusione, il mondo è di tutti e se non lo miglioriamo a pagare non sono soltanto gli sconosciuti..anzi!!!!Ciao

  14. Cara Gabry Conti, scrivere va bene, ma di tanto in tanto bisognerebbe perdere tempo anche nel leggere: parlavo di Londra e lì iniziative di quel tipo ne fanno… Se non ci credi vai a farti un giro. Ne guadagnerai in tutti i sensi.

    Sul fatto di presentare tuoi libri. Beh, se ti presenti dicendo che hai scritto una poesia molto carina e te lo dici da sola io non ti do ascolto per ovvie ragioni. E non offenderti… è ironia.

    Poi scusami, ma il tuo ultimo post mi sembra un misto di incazzatura, risentimento, invidia… rilassati, vedrai che qualcuno ti ascolta anche.

    Saluti
    Giancarlo

  15. Caro Giancarlo,
    mi stupisco di essere considerata una persona arrabbiata…a me fanno perdere le staffe soltanto le disgrazie che capitano agli innocenti e basta. Quindi, devi ammettere che in questo post, c’è il vizio di considerare lo stato d’animo di chi scrive senza conoscerlo. Pura impressione che spesso fa a pugni con la realtà delle cose..Mai stata così felice in vita mia…l’ho appena detto che ho sfornato il mio ultimo prodotto e mi piace da morire…In quanto a autolodarmi non era mia intenzione, ma ci sono i fatti che parlano, cioè gli amici che mi leggono ed io mi baso sulle loro lodi e non sulle critiche di chi non mi ha mai incontrato. Giusto! Sono un po’ terribile, ma coerente e se leggissi bene quel che ho scritto finora, ti accorgeresti che non ho mai criticato nessuno di voi tutti che scrivete qui. Non ne ho la possibilità, non vi conosco e dovresti ben sapere che criticare a distanza chi è abituato a scrivere per mestiere e hobby è un’impresa molto ardua…Tu non sai, quanta finzione, o quanta verità ci possano essere tra queste righe..Comunque sia, non sono arrivata ad adoperare internet per più di ventanni, scritto due libri corposetti, brani musicali, racconti, immagini, barzellette, foto e dintorni, favole e ricette, musica e canzonette, per non avere di me un’altissima considerazione…mi dispiace per te, ma potreste anche tutti insieme criticarmi da spavento, ma a me proprio non mi tocca….non mi sfiora…Possono bastare cinquantanni di sopportazione nel vedere gentuccia analfabeta che diventa famosa, per non ritornare sui miei passi e sentirmi insicura, manco per farti un piacere…Ciao carino…e buona fortuna a te, e al tuo stile annientatore e poco dialogante, in quanto a Londra, mi basta Roma, non la supera nessuno. E le idee caro mio, se ben usate sono alla portata….ma tu, a chi ti ispiri? Comunque sia, per farti contento ti posso dire, che il mio libro a Londra c’è anche arrivato, e sta assiso su poltrone che dirti non vo’.Bye…Bye…Aggiungo che mi hai fatto venire un’idea: il mio cd che è bellissimo lo manderò al Principe William, non si sa mai che sia più accogliente e gentile sicuramente di chi a Londra ci sta per caso!!!!

  16. La chiudo qui, perché è una polemica stupida, ma leggiti tutti i post e serenamente e obiettivamente (come dovresti fare con i tuoi libri: non sentendo amici e parenti oppure giudicandoli buoni perché corposetti) pensa a quanto hai offeso alcuni di quelli che hanno scritto cose diverse dai tuoi pensieri. Io lo so che lo faccio e non tendo di nasconderlo, ma non dico che a Londra qualcuno ci sta per caso a chi all’estero, con sacrifici e rinunce che forse non hai mai conosciuto in vita tua, si è costruito una vita ed una professionalità.
    E poi non eri quella che non giudicava nessuno perché non conosce? (incoerenza fatta persona).

    Il tuo libro a Londra ci è arrivato anche grazie a quel clima lungimirante che descrivevo, ma tu scrivi tanto e leggi poco.

    Ciao, anzi adddo perché discutere con te è un po’ perder tempo.
    Giancarlo

  17. Carissimo Giancarlo,
    di solito non riaccendo il pc di sabato sera, ma guarda caso, stasera è capitato… telepatia!!!..annusavo come un cane da tartufo che c’era qualcosa che emanava un certo odore…parole,parole e parole le tue, tante parole…e non so indirizzate a chi, non certo a me, deve esserti saltato il mouse e senza volerlo hai letto i post non miei…pazienza!
    Intanto, posso ben credere che tu di blog italiani ne hai frequentati pochini…ed infatti, ti riuscirà meglio esprimerti in un’altra lingua, in Italiano non va proprio!!!Ma dont’worry, mi sei simpatico ugualmente..e ti regalo un po’ di tempo anche serale…quindi ti spiego cosa intendo o cosa ho inteso io nel dire – corposetto – sottointendeva che con il gran numero di poesie che ho volutamente inserito in ogni mio libro, nel mercato dei libri di poesie se ne sarebbero ricavati perlomeno il triplo di libri…E te lo dico, perchè mi capitò di essere agli inizi della mia avventura poetica e un direttore di una importante rivista letteraria leggendo alcune mie poesie e pubblicandomele anche, mi suggerì di farle più brevi. Ti dico subito che nel sentire tale invito mi scandalizzai e pensai che non si poteva usare il centimetro nello scrivere i testi poetici. Una cosa simile detta a me che quando avevo un’ispirazione scrivevo anche sui biglietti del tram!!!Capisci perchè, è oltremodo fuori luogo giudicare qualcuno se non lo si è frequentato da vicino..Di superfluo e di approssimativo è pieno il mondo e ne ho piene le tasche…e ripeto, ho anche detto che per risparmiarmi la vista, in questi ultimi tempi non voglio leggere più di tanto, c’è già il computer che mi assorbe la capacità visiva e non ho ventanni….Inoltre. sei anche permaloso, e gli uomini permalosi sono una piaga…inoltre, quando ho presupposto la casualità era avendo come parametro con te a Londra nientepopodimeno che il Principe Will…. e solo per questo ti ho potuto considerare con quel – per caso – in quanto il Principe è uno dei pochi ai quali non si potrebbe certo dire altrettanto….Sicuramente lui non è a Londra per caso…Ma ripeto, tu l’Italiano e il senso del discorso forse proprio per la tua permanenza lontano da noi te lo sei un po’ dimenticato, ma beato te, che sicuramente conosci l’Inglese…..E poi, ho imparato che nel mio Paese riescono a scrivere articoli in prima pagina anche persone che non conoscono neanche Grazia Deledda, figurati!!! E dulcis in fundo…ma quando mai un Englishman può permettersi di terminare una missiva ad una donna, dicendole che è perdere tempo parlare con lei….Una chiusura indiscreta da Oscar al contrario che mi fa nascere la voglia di scrivere un thriller e saresti la vittima se non altro l’accusato per mancanza di bon ton…che io invece apprezzo moltissimo….Poi, la lungimiranza di cui parli non la capisco, io faccio tutto molto spontaneamente ma spinta da una ragione sul momento perchè in fin dei conti sono timida…Ammiro molto le donne con un certo stile, amo le tinte pastello, i living romm con tante poltrone e mobili English Style,i caminetti, le teiere, i letti col baldacchino e le antiche tradizioni, anche io come The Queen…se mi allontano di casa mi porto dietro la mia macchinetta del caffè…quindi per tutti questi motivi…nutro simpatia per coloro che fanno cose simili alle mie ….Se mi scruto a fondo il tutto ha una ragione: in questa vita mi è sempre mancata una sorella…E non sento nessuno in fatto di bon ton…se non lo possiedi o lo hai dimenticato aggiornati con un master….lì nella City non farai fatica a trovarne di adatti a te….magari dont’ forget quando entri in un luogo anche virtuale ti prego… saluta!!! Sappi, che non lascio mai i discorsi a metà anche dopo dieci anni li riprendo da dove si sono interrotti.Ciao

  18. Porgo le mie scuse a tutti..ma non ho potuto rispondere per via privata ai singoli partecipanti perchè con outlook si acquisiscono virus a non finire…e così sono stata obbligata a chiedee spiegazioni e a darne direttamente con il post. Scusatemi davvero!!!
    Finisco dicendo che dovunque si vendano libri, va benone!!!Magari invece di lavare i vetri gli extracomunitari ci fornissero libri, io ci ho provati, ma al contrario, li ho dati io ai lavavetri ai semafori!!!E poi anche con il book-crossing si fanno circolare volumi a piacimento….Comunque sono fuori sondaggio, a casa mia entrano molto più di cinque libri al mese, forse ne entrano anche venti….ma sinceramente non si riesce a leggerli….Mi dico, ogni giorno insieme ai miei familiari che “quando saremo vecchi li leggeremo” ma gli anni passano e non accade….e ancora al caro Giancarlo, voglio che sappia che nei primi dieci anni di vita di libri ne ho posseduti soltanto un paio…e sicuramente in quanto a privazioni e sofferenze potrei benissimo riscrivere o impersonare la – piccola fiammiferaia del secondo millennio – con l’unica differenza che sono io a dare fuoco a chi non vuole comprendere e non il contrario!!!!!Tutto cambia e il tempo ci è testimone e non posso scendere nel dettaglio della mia vita perchè fa parte di un copione che prima o poi riuscirò a scrivere….Buona notte

  19. Desideravo ringraziare tutti per la comprensione.
    Elektra, hai ragione: le biblioteche svolgono una funzione importante. Ma avrò pur il diritto di possedere anch’io qualche libro in edizione non-economica?
    Ovviamente non è colpa dei librai. Però, ripeto, uno che a 34 anni è stato costretto a tornare a vivere con i suoi perché la ditta dove lavorava è fallita si trova obbligato a risparmiare anche sui centesimi di euro.
    Che intervenga il governo, o il Parlamento, con questa legge sul libro se c’è la volonta.
    Un saluto.

  20. “…ed infatti, ti riuscirà meglio esprimerti in un’altra lingua, in Italiano non va proprio!!!”

    Questo non è offendere? Ma falla finita, che fai solo pessime figure. E poi da una che scrive metà italiano e metà inglese – anche usando parole sbagliate, peraltro – è dura accettar consigli.

    Dormi placida, ma da una che a mezzanotte scrive sui blog di internet c’è poco da aspettarsi. Forse non ti manca solo una sorella.

    Ha fatto bene Michele Metta nello scriverti addio e mi unisco al tuo pensiero.

    Ah, era questa la poesia bella?

    “RICORDARE”

    Quando il silenzio della crudeltà
    perfora i timpani della storia
    nascono come zampilli le parole
    con il rispettoso compito
    di rifocillare un ardore
    che si fa missione….
    Ricordare…ricordare…ricordare…
    Gabry Conti

    Io scrivevo così in terza elementare. E chiunque abbia un po’ di cervello sa che tutti quei puntini di sospensione, anche visivamente, stanno male.

    Ti do un consiglio………………… Passeggia per veder decervellar In via dell’euchadé da malaccorti…
    vedrai… che … capirai… quanto male scrivi.

    Addio
    Giancarlo

    P.s. Ogni tua risposta cadrà nel vuoto: ripeto che ho già perso troppo tempo.

  21. Carissimi,
    sono perfettamente d’accordo con Serena. In particolare sul fatto di come si mandino al macero anche i libri che interessano. Il mio per esempio, pubblicato da un grande editore, dopo aver venduto cinquemila copie è stato tolto dalle librerie, anche se continuava a vendicchiare. Risultato: molti lettori mi scrivono dicendo che non lo trovano più, sono passati due anni, sto per pubblicare il secondo ma sono amareggiata. Ho la consapevolezza che se non vendo almeno cinquantamila copie in due mesi, be’, la mia fatica andrà al macero in men che non si dica.
    Amici miei, purtroppo il tempo stringe anche per un libro, sono pochissimi quelli che rimangono almeno un anno in libreria, Serena credo lo sappia bene. Vi giuro viene un’ansia … ti contano i secondi.
    Baci a tutti
    Nessie

  22. Caro Giancarlo,
    siamo in Avvento, il periodo dell’attesa…Spero ci porti personalità più stabili.
    Comunque grazie per il contributo da parte tua involontario ma sempre a mio favore…almeno si è letta una delle mie mille poesie…che secondo me, sono molto intense ma solo per chi le capisce….
    Dalle parti mie si dice: “A invidioso!!!” E poi caschi proprio male a criticare quei versi perchè hanno un riferimento molto profondo..e non denigrare l’intelligenza dei bambini di terza elementare a quell’età perlomeno nessuno si diverte ad offendere il prossimo…si è candidi e sinceri…mi dispiace non averti convinto…ma mi sono divertita lo stesso…altrimenti sai che noia avere a che fare soltanto con quelli che ci sostengono….e poi sai che ti dico, anzi lo diceva un grande scrittore: “l’importante è che se ne parli”
    E poi io posso fare qualsiasi cosa e a qualsiasi ora..non sarà certo un Giancarlo che non conosco a farmi firmare il cartellino, non ho datori di lavoro almeno su questa terra!!!Grazie per il contributo ma se cerchi con cura troppe altre ne trovi di mie poesie…soltanto che non mi hai dato l’occasione per comunicarti gli altri miei pseudonimi…che mai ti dirò perchè al massimo ti posso dire:pss, pss, “Ti è propr andà for de testa” Povret ti” Ciao e cambia copione…altrimenti userò altri tipi di lessici più gergali….

  23. Cara Nessie,

    Quello del macero credo sia davvero un problema importante, e soprattutto lo è quando si mandano al macero libri ben scritti e di interesse.
    Dovremmo fare qualcosa per questi testi, magari creare una casa editrice che possa riproporne la pubblicazione, sempre che ci si riesca a svincolare dai diritti d’autore.
    Però almeno una soddisfazione te la sei tolta: hai pubblicato un libro con un grande editore.

    Saluti
    Giancarlo

  24. Non c’è da meravigliarsi se poi i libri giacciono, se intendiamo che sia l’autore soltanto a ritenersi soddisfatto nell’avere un grande editore…io la penso al contrario, dovrebbe essere l’editore grande o piccolo che sia a sentirsi soddisfatto di aver collocato un ottimo scrittore….questione di punti di vista, ma se finiscono gli scrittori mi dite che possono mai fare gli editori….
    E poi, non mi sembra che Serena abbia menzionato la parola – macero – .
    Il diritto d’autore inoltre, non finisce neanche se i suoi libri andassero tutti al macero…ma che strana sensazione si avverte da queste parti…è come se le idee avessero un peso soltanto nel mettere il francobollo sulla busta o quando fa comodo. Parola mia, per quel poco che conta, mi sembra di essere piombata tra i marziani.Ragazzi miei, l’è tut da rifar!!!! Ed io continuo da un’altra parte.Buona serata e andiamo a prendere lezioni dalla Castiglione, perchè poi in fin dei conti la moda di mostrar le tette ha sempre funzionato pure se sei analfabeta o quasi però, ai tempi della Contessa almeno non erano rifatte e oggi invece, Silicon..avalli. (per chi non lo sapesse avallo sta per garanzia).

  25. Questa leggetela però…

    UNA PREMESSA ANTIPATICA PER FARVI MEDITARE

    Ogni casa editrice e’ afflitta da decine di manoscritti (o dattiloscritti). Per la maggior parte sono impubblicabili per le seguenti categorie di ragioni:

    1 – conoscenza dell’ortografia e della sintassi da parte dell’Autore al di sotto di ogni speranza di revisione

    2 – assoluto non interesse dell’opera (in testa I libri di poesie, seguiti dalle autobiografie autoclebrative dello stile ‘la mia vita e’ un romanzo’

    3 – quando l’opera potrebbe anche meritare la pubblicazione, non appena l’editore dice all’Autore ‘parliamone’ ecco scattare la sindrome Dante Alighieri che si traduce in:
    A – si però mi date cento milioni di anticipo sui diritti d’autore
    B – sì però mi rifiuto categoricamente di apportare qualsiasi correzione
    C – sì però mi garantite almeno diecimila copie vendute
    D – voglio una copertina in oro zecchino con un quadro di Picasso e che apriate una nuova collana tutta per me

    4 – l’opera e’ meritevole, l’Autore sembra sano di mente, ma ecco scattare la sindrome della ‘revisione infinita’. L’Autore, non appena corregge le bozze, scopre che il capitolo 1, 2, 3 e gli altri dodici seguenti vanno riscritti. Alla seconda tornata di bozze pretende di aggiungere altre ottocento pagine, quindi rivede tutte le note, alla fine blocca tutto perché sta aspettando la prefazione di Umberto Eco (il quale, senza che l’editore ne sapesse nulla, ha ricevuto cento telefonate, duemila lettere e quindici copie delle bozze con il perentorio invito a scrivere la prefazione da parte dell’Autore). Al nome di Umberto Eco potete sostituire quello del Pontefice, di George Bush jr o di altro a vostro piacimento.

    Dulcis in fundo, l’Autore pretende ottocento copie in regalo da distribuire a tutti gli amici, togliendo così cento possibili acquirenti (gli altri settecento useranno comunque il libro come materia prima per scaldarsi davanti al camino). Infine telefona due volte al giorno all’editore per avere notizie del suo libro. Naturalmente alla ventesima telefonata, l’editore decide di annullare la pubblicazione o, se il libro e’ già stato pubblicato, di ritirarlo dal catalogo.

    Caso numero 5 (rarissimo)

    Viene proposto un testo dignitoso, meglio se un saggio piuttosto che un romanzo. Mai e poi mai un libro di poesie (quelle le potete pubblicare a vostre spese oppure le pubblicheranno I vostri nipoti post mortem nel caso abbiate ricevuto il Nobel).

    E’ scritto bene, e’ interessante e non e’ la copia di un romanzo già pubblicato (capita otto volte su dieci, credete, anche inconsciamente). Il testo e’ inoltre fornito su supporto magnetico, magari con un’attenta correzione preliminare. Corredato di liberatoria e disponibilità a fare l’autore (con la a minuscola), lasciando che l’editore faccia il proprio mestiere. L’autore esordiente si accontenta di cinque copie saggio.

    Magari la sua sarà un’opera unica, senza seguito. Magari da questa opera prima nascerà un vero Autore, che pubblicherà successivamente altri libri con grande soddisfazione e con grandi Editori.

    Se ritenete di appartenere al caso numero 5, qualche probabilità di essere pubblicati, senza necessariamente dover fare ricorso a strani percorsi alternativi, ce l’avete. Magari il vostro libro resterà mesi sulla scrivania dell’editore, ma alla fine vedrà la luce.

    In bocca al lupo, e con una preghiera. Se appartenete ai casi 1, 2, 3 e 4, dimenticatevi questo sito. Cestiniamo qualche decina di testi ogni giorno. Se ritenete di appartenere al caso 5, rileggete il vostro libro. Poi rileggetelo ancora. Quando avete finito, rileggetelo ancora una volta. Quindi chiedetevi: “io sarei disposto a spendere diecimila euro per pubblicarlo?”. Ecco, la stessa domanda se la deve porre l’editore. Con la differenza che quel libro neppure l’ha scritto. Se siete sicuri, ma proprio sicuri, che la risposta sia positiva, andate a leggere la pagina di istruzioni relativa alla proposte di pubblicazione, quindi inviate un’email così articolata:

    1 – Nome cognome indirizzo telefono titolo di studio, curriculum in dieci righe tassative
    2 – Presentazione dell’opera in venti righe tassative

    Se la risposta e’ NO, mettetevi il cuore in pace, e provate con qualcun altro. Se e’ SI, allora sarete invitati a inviarci l’opera, per la sua valutazione, con dichiarazione allegata di questo tenore:

    “Egregio editore, invio la seguente opera di cui dichiaro di essere autore (titolo, genere, caratteristiche) per una valutazione NON IMPEGNATIVA. E’ inteso che avrete il diritto di NON pubblicarla e che nessuna richiesta da parte mia potra’ essere a qualsiasi titolo avanzata per la mancata pubblicazione dell’opera inviata.

    Non ci impegnamo in alcun modo a garantirvi una risposta. I nostri tempi di eventuale risposta possono essere dell’ordine anche di diversi mesi.

    Speriamo di non avere urtato le sensibilita’ di qualche Autore con la A maiuscola. Se siete autori con la a minuscola, sarete sempre I benvenuti. Ogni editore sogna di incontrare un autore almeno una volta l’anno. Ah, dimenticavamo una cosa importante: manoscritti, dattiloscritti, floppy disk, cdrom, in ogni caso NON saranno restituiti.NON inviate raccomandate. Usate I plichi: costano meno e sono ugualmente tracciabili e recuperabili.

    MAgari qualcuno che crede di essere Dio crederà comunque di appartenere al punto 5. Pazienza. L’importante è esser convinti…

    Saluti
    Giancarlo

  26. Giancarlo,

    Spassosissimo questo testo. L’ho letto sul sito di un editore, ma non ricordo chi fosse…

    Comunque se posso darti un consiglio ed un supporto direi.
    1. lascia perdere la polemica.
    2. gabry conti non la capisco neppure io, dunque non crucciarti (se mai tu lo facessi).

    bye bye

  27. Perbacco,
    ma ancora vi va di ricordarvi di me? Ma finora vi stavate annoiando, e potevate dirmelo da subito, ed invece della distribuzione vi raccontavo qualche barzelletta o vi avrei cantato qualche canzonetta in dialetto, s’intende scritta da me.
    Ma lo sapete che siete divertenti? Giancarlo e Micaela, vi prego non pronunciate più il mio nome invano, potrei cambiarlo sull’istante.
    Dunque, la lista riportata non è di mio interesse, anche perchè non ho mai mandato un manoscritto a qualcuno in vita mia. Non ci penso proprio. I racconti che ho scritto non li pubblico. E risparmio ogni mese 100 euro per autoprodurmi tutti i libri che mi pare fossero anche di soltanto un paio di sedicesimi.Quindi, se qualcuno mi conosce è soltanto perchè qualcun’altro gli ha dato i miei libri. Una bella soddisfazione, vero? Perchè in effetti io non sono un poeta ma una matematica in erba sempre, e quindi se tanto mi dà tanto, da quel che si deduce dall’elenco fornito da Giancarli, io le umiliazioni me le sono sempre risparmiate. Soltanto all’inizio della mia vita di scrivana e dico scrivana perchè i miei primi scritti erano manoscritti in bella calligrafia anche scritti con l’inchiostro di china, ho inviato qualche testo qui e là, ma soltanto per avere la certezza di quel che già supponevo. Vedete la differenza tra un esordiente scrittore e me sta nel fatto che io non mi sento sola. Nutro una riconoscenza infinita verso chi mi ha creato perchè con le mie poche possibilità faccio anche troppo e quindi mi sento sempre enormemente sostenuta. Temo che non mi capirete. Inoltre, non chiederei mai una presentazione di qualche nome altisonante soltanto per fare una figurona, figuriamoci, non mi conosco neppure io, come potrei permettere a qualcuno di parlare di me. Comunque sono sempre più sicura che sia proprio da tutto il materiale che le case editrici ricevono che nascono le idee dei”best seller” che ci sono in giro. Quindi aboliamo l’invio dei testi perchè gatta ci cova….E se proprio qualcuno volesse per forza pubblicare, me lo sottoponga e ci penserò io ad indirizzarvi e a consigliarvi su chi vi possa stampare il vostro prodotto e a costi sicuramente modici. Prima di pubblicare i miei libri ho fatto ricerche di mercato e poi ho deciso. Certo che se vi venisse in mente di farvi consigliare da me, dovreste trascorrere dalle 4 alle 6 ore in tipografia a controllare di persona ogni singola sillaba e ogni singolo pixel del vostro lavoro che dovrà già essere trascritto su cd. E ora basta, altrimenti, Giancarlo si adombra che io stia scrivendo di domenica sera alle ore 24 e oltre. Buona notte!

  28. ah! dimenticavo…la prima puntata sulla Contessa di Castiglione: una lagna!
    Non si può definire bella una donna ripresa sempre di trequarti, e con il labbro inferiore sfuggito alle mire precise di una siringa di un’estetista maldestra. Invece mi è piaciuta molto la Principessa Altieri. Certe bellezze femminili di cui si favoleggia ho sempre pensato possano possedere un fascino particolare ma non un viso troppo surgelato. Sono sicura che l’occhio della Dellera sia un po’ miope. Manca di espressività e di vivacità, se questa è bellezza ecco perchè poi le guerre le perdiamo. Insomma le riprese non rendono il giusto merito a questa donna così tanto decantata, occorreva osare di più e soffermarsi più a lungo sugli sguardi ed essere più prodighi di zoom. Forse gli attuali costumi ci ha reso insensibli alla bellezza delle donne..dal 1850 ad oggi si sono scoperte troppo e non lasciano più spazio a nessun tipo di immaginazione. E poi mi chiedo, ma sta Contessa, sempre così con il dècolletè scoperto un mal di gola non le veniva mai con tutta la nebbia del nord italia? Almeno una sciarpettina intorno al collo ogni tanto. Diciamo quindi che sicuramente si sarà trattato di una bellezza molto robusta ma non travolgente. Vedremo la seconda puntata. Ciao

  29. Caro Giancarlo,
    è come dici tu, in genere sembra si abbia quasi fretta di mandare certi libri al macero. La cosa ironica è che un autore avendo venduto i diritti della propria opera (in genere per vent’anni) non può fare nulla per impedirlo. A meno che il successivo libro non abbia un successo stratosferico e allora, beffa delle beffe, normalmente l’editore ripubblica anche i precedenti, quelli che aveva precedentemente distrutto, per intenderci. Che spreco, caro amico! E che massacro di alberi! La mia casa editrice, come tutte le più grandi, pianta non so quanti alberi all’anno. Ma dico io: non sarebbe meglio distruggere di meno e fare vera economia di carta?
    Mah, sono veramente meccanismi incomprensibili.
    Sai, cos’è, il tempo per loro è danaro, invece il libro di solito necessita di una vita più lunga. Non voglio nemmeno riferirmi necessariamente al mio che può piacere o meno. Diciamo che mi immalinconisco non tanto perché hanno dimezzato le copie in circolazione: non ho mai pensato di aver scritto un capolavoro, però, cavolo, se ci hai creduto e l’hai pubblicato, be’ almeno non lo diustruggere dopo sei mesi. Ma tant’è …
    Un caro saluto
    Nessie

  30. Nessie,

    Ti capisco. Forse davvero dovremmo il mondo editoriale dovrebbe cominciare ad orientarsi verso internet e le infinite possibilità che tale sistema offre.

    Inoltre trovo abbastanza stupido dal punto di vista imprenditoriale scommettere su un’idea, spenderci dei soldi per poi toglierla dal mercato.

    Ti auguro comunque ogni bene per il tuo secondo libro.

    Giancarlo

  31. Grazie Giancarlo, anche se ti confesso, con un po’ di timore, che uno dei personaggi principali della storia è un cane. Eh, eh, eh, ricorderai la ‘polemica’ su Ammaniti. Ti assicuro però che non è un racconto strappalacrime, direi più surreale, buffo. Diciamo che io sono quel genere di scrittore che ama intrattenere.
    Boh, vedremo.
    Un abbraccio
    Nessie

  32. Nessie,

    In realtà la mia polemica non era tanto per il cane, ma per Ammaniti in sé.

    Ho letto invece un ottimo libro con protagonisti un cane ed un bambino… Pensa te 🙂
    Il titolo era The curios incident of the dog in the night-time. Meraviglioso.

    Piuttosto: se vuoi mi farebbe piacere se leggessi il mio lavoro. Senza impegno, ovviamente.

    Saluti
    Giancarlo

  33. Cara Gabry Conti,

    Non mi annoio di certo e se vuoi cambiar nome fai pure. Non mi strapperò i capelli. Sul fatto di aver nominato il tuo nome invano lìho fatto soltanto per far capire a Giancarlo che forse non era lui a non capirti, ma tu a scrivere maluccio ( ti hanno insegnato che scrivere tra i trattini ha tutt’altro significato?).

    Inoltre sulla lista Giancarlo non ha fatto nomi: se hai ritenuto opportuno dire che non ti interessa forse un pochino ti ci riconosci. Come tutti noi. Magari mi sbaglio ma fa niente.

    Comunque voglio seguire la linea di Giancarlo… non rispondo più.

  34. cobino, ma che combini. se devi fingere di essere un’altra persona almeno abbi l’accortezza di togliere il link al tuo sito bifolcus.net (che ti sarà scappato in automatico) nell’url della fantomatica micaela.
    ridiiiicolo!!!
    gabry conti avrà di che sbellicarsi dal ridere.

  35. Caro Gigi,

    La Micaela è una mia amica, che mi aiuta anche nella vendita del libro. Credo si notasse anche dal tono della sua risposta e di come parlasse di me.
    Mi fa dunque anche un po’ di pubblicità…

    Credo che in questo non ci sia nulla di cui sbellicarsi…. Se poi vuoi farlo, fai pure: non mi offendo e non mi leva l’appetito.

    Saluti e buona risata
    Giancarlo

  36. Mi intrometto giusto per ricordarvi che questo post è dedicato alla “grande distribuzione”, questione cruciale per gli amici librai.
    Se non avete altro da dire sul suddetto punto vi invito a partecipare all’interessante (almeno spero) post intitolato “cosa resta del Novecento”, possibilmente accantonando inutili polemiche.

  37. Caro e paziente Maugeri,
    come vedi del 900 resta moltissimo….restano le persone che devono criticare a iosa, vedi il rilievo sui …. e i trattini -…..-. Ma sono così piccoli i loro orizzonti o sono io che ormai appartengo al nuovo millennio mentre non è così per tutti.
    Comunque, non mi diverto per niente e vi saluto, augurando buone vendite a tutti gli scrittori e un avvenire luminoso a chi se lo merita senza alcuna invidia ma tanta partecipazione. Come mi piacciono i libri ricchi di fotografie, così mi piacciono i blog divertenti e illuminanti e non mi piace evidenziare le carenze delle persone…e per finire ricordo una mia poesia che si intitola “la perla e il tonno”…e che dice: “ma se sono così ignorante, perchè mi leggi, mi spii, mi osservi, ecc.ecc.”(…) “forse non te ne sei accorto che io son la perla e tu il tonno”.Ciao

  38. Giancarlo,
    Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è uno dei libri migliori che ho letto quest’anno, guarda ame piace anche la prosa svaporata da bambino autistico. Libro proprio grande, ecco, diciamo che scrivo un po’ così eh, eh, eh. Ma io sono cresciuta a New York, certe cose mi vengono naturali, come un italian basic slang, ma diverso da Ammaniti, più,come dire, Salinger. Ho capito bene che vivi a Londra? Sì, leggo volentieri le tue cose, ma come?
    Fammi sapere
    Nessie

  39. Cara Nessie con i tuoi commenti ni hai incuriosito, posso sapere come si chiama il tuo libro per, eventualmente comprarlo?
    Grazie
    Francesco

  40. Caro Francesco, mi piacerebbe tantissimo il tuo parere sul mio romanzo, vorrei veramente sapere cosa ne pensa un ‘maschietto’ dato che alle donne è piaciuto. Per crescere ho bisogno di opinioni maschili.
    Solo che: come faccio a scriverti? l’email non ce l’hai?
    Un saluto
    Nessie

  41. CARA NESSIE… GIU’ LA MASCHERA

    Ve l’avevo detto ieri che avevo sguinzagliato i miei segugi letterari (gente che sa il fatto proprio, potete scommetterci).
    Ora sono in grado di rivelarvi la vera identità di Nessie (e se dovessi sbagliare invito Nessie a smentirmi).

    Ebbene (udite, udite) il vero nome di Nessie è… Fausta Maria Rigo.
    Vi dico anche che: Fausta Maria Rigo è nata a Milano. Ha vissuto a Napoli e a Lisbona. Poi a New York per dieci anni. Lì ha studiato per fare l’attrice. Prende parte a qualche spot pubblicitario, poi finalmente arriva il teatro off Broadway. Vive attualmente tra Roma e Firenze dove lavora come regista ed autrice di teatro.

    E a proposito del suo libro (ma a questo punto è facile risalirci)… il titolo è “PIED – A` – TERRE” edito da Salani.
    Vi accenno anche la trama (eh, cara Fausta; quando mi ci metto faccio le cose per bene).
    “Una giovane regista, bella e corteggiata, tiene a bada con difficoltà l’assedio di svariati sintomi nevrotici: vertigini, svenimenti, panico, i quali culminano con l’impossibilità di tenere i piedi ancorati a terra, condannandola a una vita sospesa a mezz’aria. Ma la protagonista è anche piena di allegra inventiva e di risorse: un paio di pattini colma il vuoto tra i piedi e il pavimento, e la vita bene o male continua. La tensione verso l’alto contagia persino la sua opera di regista, quando metterà in scena una Madame Bovary volteggiante a mezz’aria. Ma la creatività, l’ironia, l’erotismo non reggono più di fronte all’instabilità psicologica: il cerchio intorno a lei si stringe, gli uomini l’abbandonano, i sintomi s’intensificano.
    Forse la verità sta negli occhi di un cane che le ricorda l’infanzia, forse bisogna avere il coraggio di “girare l’angolo” adottando un altro punto di vista. Ma non basta ancora: il mondo va rovesciato, e capovolgere la realtà si rivelerà un leggero, commovente e liberatorio gioco.”

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