Maggio 16, 2024

10 thoughts on “IL RITORNO DI PHILIP ROTH

  1. Ringrazio Comida, Maria Giovanna e Vincenzo Mantovani. Ho letto qualcosa su questo libro e mai mi sono sentita così convinta di averlo tra le mani. Una copertina completamente nera, può dire molto. E’ come una lingua che pur non avendo l’osso rompe l’osso.Ma, prima ancora di sfogliarlo mi chiedo perchè mai gli uomini abbiano voglia di sentirsi dire quello che in definitiva già sanno e che si identifica con il patrimonio introspettivo del cammino di un essere umano. Forse gli scrittori autentici servono proprio a questo. Far emergere i significati del vissuto di ognuno di noi, comparandoli alla fine di un percorso vitale. La comparazione scaturisce dalla lettura stessa, non sempre è richiesta esplicitamente dall’autore…ma appartiene allo scopo dell’autore. Un libro utile è tale quando porta a pensare e forse lo spettro della Morte è la copertina per eccellenza: ecco perchè in definitiva la sofferenza apre tante porte e riesce a vedere la luce anche oltre il buio di una porta oscura.All’apice della parabola esistenziale, la forza di gravità prorompe su tutte le cose e ti aiuta a fare una completa e definitiva opera di discernimento. E’ permesso parlare di un libro ancor prima di averlo letto? E’ forse questa la misteriosa forza che unisce l’intero patrimonio umano e ci allontana dall’indifferenza? Lo leggerò.

  2. Mamma mia, mi avete fatto venire una voglia pazza di questo libro. Lo vado a comprare anche se Roth non l’ho mai letto.
    Se non mi dovesse piacere chiederò il rimborso a Massimo Maugeri e a Luciano Comida. Fifty fifty…

  3. Ho letto il libro. Senz’altro bello. Solo che, dopo aver gustato “Pastorale americana” credo sia impossibile, almeno per me, riconoscere in altri romanzi il Capolavoro.

  4. Domanda a Marvin: uno scrittore può sfornare più di un capolavoro? Io penso di sì. E allora ecco che Philip Roth ne ha creati…quanti?…due?….tre?…Sicuramente Pastorale Americana, ma io direi pure Everyman e il Lamento di Portnoy. E Il Teatro di Sabbath? Dove lo mettiamo?
    Insomma, gira e volta, è un grande.

  5. Luciano,in linea di massima ho sempre pensato che più che di grandi scrittori sarebben meglio parlare di grandi libri. Se uno scrittore riesce a scrivere un grande libro allora è un grande scrittore. Su Roth non c’è alcun dubbio. E comunque Pastorale americana è ormai un pezzo importante della storia della letteratura statunitense.

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