Aprile 20, 2024

130 thoughts on “I CENT’ANNI DI ANNA MAGNANI

  1. Il post è strutturato in questo modo.
    1. Discuteremo del libro di Governi, “Nannarella”, dedicato ad Anna Magnani, approfittando della partecipazione dell’autore
    2. Dibatteremo sulla figura di Anna Magnani

  2. Riporto di seguito le domande inserite nel post.

    1. La Magnani ha avuto mai una vera erede?

    2. A vostro avviso che cos’è che ha reso (e rende) questa attrice così speciale?

    3. Ritenete che tra le attrici italiane di oggi ce ne sia qualcuna che, in un modo o nell’altro, faccia pensare alla Magnani?

  3. Nannarella oggi avrebbe cent’anni, ma per sua fortuna non e’ piu’ fra noi: cosa penserebbe dell’Italia, e, ancora, cosa restituirebbe del Belpaese alla pellicola o al palcoscenico, oggi, Nannarella nostra?
    No, no… per carita’. Meglio che Anna Magnani resti nei nostri ricordi, esattamente come l’Italia che era l’Italia. Tutto nella pudica sfera dei nostri ricordi. E niente piu’.

  4. Anna Magnani,
    fa paura persino scriverne il nome.
    La Magnani è stata la magia che ogni tanto colpisce il mondo – quello dello spettacolo e non solo. C’è una parola inglese che mi dicono intraducibile: “Serendipity”, quasi un “incidente fortunato”; come la mascella di Totò, che se non si fosse rotta la storia ci avrebbe tramandato un discreto attore drammatico.
    Il suo volto indefinibile, volgare, medievale, coniugato al corpo non esile, l’ha resa il manifesto di un’Italia che si rialza “ragazzina dopo una caduta”.
    La portata scenica del suo viso, unito alla violenza della rabbia che si portano dentro tutti i bambini soli come lo è stata Anna, è stata una delle alchimie che ha fatto sì che il cinema italiano desse lezioni al mondo intero.
    Monica Guerritore poteva esserne erede se non avesse fatti degli errori di scelta (Monica in uno scambio di lettere con me ha condiviso quest’analisi), o se la storia aversse scelto per lei.
    Sabrina Ferilli (scelta automatica) non ne ha la sofferenza, non sa “ancora” recitare ed è condannata (ahimè) da un corpo troppo perfetto e poco mammano.

    Buon compleanno, Geppina.
    Totò

  5. Che essere meraviglioso, vero, espressivo. Nannarella, così intensa e senza paura di rughe, non bella ma sensuale in quel volto imperfetto, consapevole di essere una donna di quelle vere, di quelle che non gliene frega niente del capello bianco e della messa in piega, del naso non perfetto, della bocca che si storce per un dolore che nessuno come lei è riuscito a rappresentare.
    Forse eredi non ce ne sono, in questo momento, almeno, non me ne vengono in mente.

  6. @Giancarlo Governi,
    avevo dimenticato di salutare una persona squisita ed un analista serio e garbato del costume e dello spettacolo. Le sue trasmissioni sono un esempio di buona televisione.
    Grazie

  7. PRESENTAZIONI DI NANNARELLA DI GIANCARLO GOVERNI
    .
    Passaggi tv e radio dell’autore:
    .
    lunedì 3 ore 15 – Italia Rai, RAI International – ospite di Gigliola Cin-
    quetti;
    martedì 4 ore 10 – TG2 – intervista;
    martedì 4 ore 18 – TG La7;
    mercoledì 5 ore 15-16 – Gli spostati, Radio 2 – ospite in diretta;
    giovedì 6 ore 8 – Uno Mattina, RAI 1 – ospite in studio;
    giovedì 6 ore 16-17 – Radio Città Futura – ospite in studio;
    venerdì 7 ore 11 – Piazza Grande, RAI 2 – ospite di Giancarlo Magalli;
    venerdì 7 ore 13.30 – TG2 Costume e società, RAI 2;
    venerdì 7 – TG1 e TG2 – servizi vari;
    venerdì 7 ore 15.30 – Siamo Stati Uniti, Coming Soon Television – ospite in diretta telefonica;
    sabato 8 ore 15-18 – Effetto Sabato, RAI 1 – ospite in studio;
    domenica 9 ore 18.30 – Domenica In, RAI 1 – ospite di Pippo Baudo;
    martedì 11 ore 10 – Cominciamo bene, RAI 3 – ospite di Fabrizio Frizzi.
    .
    .
    Incontri con l’autore:

    .
    – giovedì 6 alle 18 a Roma
    alla Feltrinelli Libri e Musica – Torre Argentina
    (largo di Torre Argentina, 11)
    Insieme all’autore interverranno
    Giovanna Ralli e Luca Magnani.

    .
    – mercoledì 12 alle 18 a Bologna
    alla Feltrinelli International
    (via Zamboni, 7/B)
    .

    – venerdì 14 alle 19 a Roma
    presso il Papyrus Cafè
    (Via De Lucchesi, 28)

  8. Anna Magnani è insostituibile nella sua profonda veridicità, in quella spontaneità che oggi in molte attrici si traduce in banalità espressive o forse lo diventano perché la nostra società con i suoi nuovi canoni e il suo odierno linguaggio è più ‘banale’ (?) rispetto a quella lontana Italia che usciva da poco dalla ‘bufera’.

    Caro Sergio Sozi io credo che la rimpianta Anna ergerebbe ancora una volta come superba interprete di quella commedia-tragico-drammatica che è la nostra Italia attuale.

    Mi piace ad esempio immaginare un possibile copione, una possibile sceneggiatura su quello che potrebbe essere il film di oggi adatto a lei e alla sua complessa e meravigliosa personalità di Attrice (permettetemi ila lettera maiuscola, stando agli attoruncoli che vengono fuori come funghi e che si credono tali solo perché ripetono quattro parole su un palco o davanti alla cinepresa).

  9. La Magnani non ha avuto eredi. Le attrici venute dopo di lei non reggono il confronto con la sua grandezza, la sua intensità, la sua umanità. Sono costruite, puntano tutto o quasi tutto sulla bellezza. Ma la bellezza della Magnani è una dimensione interiore che non si costruisce a freddo in nessun modo.
    Ben vengano le celebrazioni di questa grandissima attrice del cinema italiano.

  10. Anna Magnani è davvero grande. Una vera icona. Unica e ineguagliabile.
    Bel post, grazie.
    Comprerò il libro.

  11. Mentre ci sono ne approfitto per chiedere una cosa a Giancarlo Governi, che saluto con ammirazione.
    Cos’è che più ha amato nella Magnani?
    Può dirci un pregio e un difetto di Nannarell?
    Grazie e a presto.
    Anto

  12. Interessante! Quest’estate su Radio due hanno mandato in onda una bellissima intervista alla Magnani. Mi ha colpita la sua voce, le sue risposte mai banali, i discorsi “moderni” sull’essere madre. No, non ne conosco di attrici così; proprio non mi vengono in mente…

  13. mi dispiace introdurre una nota stonata in questa discussione, ma io Anna Magnani non l’ho mai potuta sopportare. Sopravvalutatissima, o forse no. ho detto la mia.

  14. Io credo che Anna Magnani sia una delle più grandi attrici della storia del cinema internazionale, non solo italiano.
    Onore e gloria.
    Grazie per il post e in bocca al lupo a Governi per il libro, che sarà il mio prossimo acquisto.
    Smile

  15. Sarei curiosa di conoscere l’opinione di Giancarlo Governi sul rifiuto dell’Oscar da parte della Magnani.
    Smile

  16. Caro Massimo, penso che la Magnani non possa avere eredi, in quanto totalmente unica nel suo genere. Una che ha saputo fare di se stessa un mito pur non essendo particolarmente bella (io per la verità la trovo bellissima!), né avendo una dizione assolutamente perfetta… Direi che tutto ciò non può che aver contribuito a renderla non clonabile. Della Magnani amo l’intensità, quel suo essere gatta e pantera, quello sguardo carico di malinconia, e poi la sua voce graffiante… Mica poco, no?

  17. Non credo che Anna Magnani possa avere eredi, soprattutto perchè al momento non c’è la disponibilità culturale a che essa abbia eredi. Era l’eroina di un momento culturale, di un certo tipo di vlaori, di un certo nostro meraviglioso cinema. Ma oggi il cinema italiano non vuole avere quelle storie, e le donne italiane non voglio riconoscersi in quei ruoli, in quella passionalità disgraziata che si butta per avere quello che non ha. se penso alla Magnani, penso a una passione bruciante che brucia di disperazione, di povertà di disgrazia, di quella strana fierezza che si ammischia a una profonda devastazione, in anni in cui la devastazione era profonda e sociale. E l’Italia era davvero povera.
    Oggi il malessere è strisciante disconosciuto e segreto. I luoghi dove è più palese sono separati ed emarginati: il cinema se ne occupa poco perchè la gente se ne vuole occupare di meno, le donne si amano un po’ di più e non vorrebbero buttarsi per terra in maniera così plateale, come certe belle interpetazioni di Nannarella.
    E io credo chese proprio c’è un’erede da qualche parte – m forse toccherebbe cercarla in un campo di zingari, o in quelle stanze dove vivono 4 o 5 giovani badanti russe, che lavorano ore ore ore al giorno, per mandare i soldi a casa alle loro figlie – bellissime.

  18. Che dire di Nannarella, io sono del 1952, fin da ragazzina l’ ho amata .
    Grande, Unica, Inimitabile . Non perfetta caratterialmente, ma proprio per questo VERA.
    Purtroppo non ha eredi, ma basta vedere i suoi film, che vengono trasmessi a tarda sera, per poter godere della sua grandezza.
    Grazie a Giancarlo Governi,comprerò sicuramente il suo libro.

    P:S: non ricordo che abbia rifiutato l’0scar, ma semplicente si trovava in italia e non ricordi chi, ma qualcuno l’ha ritirato per lei.

  19. Anna Magnani è un simbolo: del nostro cinema; di un’epoca ben precisa e di uno stile, il neorealismo, che è stata una stagione unica della nostra cultura e della nostra storia. Una stagione forte, di ripresa civile ed economica e di riscatto da quella precedente così carica di vergogna.
    Non vi possono essere eredi: viviamo un’altra epoca, in un altro contesto, in un’altra cultura, assai più debole.
    E non ci sono oggi attrici paragonabili: per carattere, per carisma, per capacità di riempire con la sola sua presenza lo schermo. Almeno in Italia.
    Forse all’estero: una Penelope Cruz come quella di “Volver” è semplicemente strepitosa, ma molto si deve anche al genio di Almodovar (come del resto molto di Nannarella è dovuto anche a Rossellini). Ed ottima è stata la sua prova anche in “Non ti muovere”.
    Ma un paragone con la Magnani forse è improponibile.

  20. Anna Magnani è grandiosa.
    Il libro di Giancarlo Governi mi incuriosisce perché se non ho capito male è scritto sotto forma di romanzo. Mi sbaglio?

  21. Nessuna erede per Nannarella.
    Unica e sola. bello il brano su “roma città aperta”

  22. Dicevano che un’erede della Magnani fosse la Ferilli.
    Ma per me ci sono persone (e momenti in cui vivono) inimitabili. E forse dev’essere così. Il taglio di certe epoche e dei loro personaggi non può che avere una voce. Un’atmosfera. Non è solo l’attore ad evocarla, ma tutto il mondo che gli ruota intorno, coi suoi alti e bassi.
    Pensiamo agli ambienti in cui i film venivano girati, alle difficoltà economiche, ai registi di allora. A quel fare il film con molti sogni addosso e pochi mezzi.
    La Magnani si colloca lì, in quel tempo, in quell’ora immobile che ancora galleggia nella pellicola.
    Guai ad imitarla.

  23. Nessuna erede. Perché lei è unica e inimitabile. Ricordo il giorno in cui intervistai la nipote, Olivia Magnani. Aveva qualcosa nello sguardo che ricordava vagamente Nannarella. Le chiesi di questa nonna meravigliosa e pesante. Rispose che non aveva fatto in tempo a conoscerla e che comunque non voleva avere niente a che spartire con la sua eredità. Lo scrissi e lei minacciò di querelarmi, affermando che le avevo messo in bocca parole non sue. Forse vedendole nero su bianco si era resa contro della corbelleria che aveva detto.
    Di Nannarella ho nella mente la bellissima immagine di lei su un palco, con un mazzo di fiori in mano, che canta con la sua roca non-voce “O’ surdato ‘nnammurato”. Non so in che contesto fosse, in quale film, in quale spettacolo. Ricordo lei che dava intensità a quelle parole e le rendeva estremamente sensuali.
    Laura

  24. Innazi tutto ringrazio tutti quelli che hanno partecipato a questo forum. Poi rispondo alle domande di partenza.
    1. alla prima rispondo decisamente no. La Magnani purtroppo non ha mai avuto un’erede.
    2.. Cosa ha avuto di speciale? Tante cose, ma una elementare: era vera, era se stessa, sia quando era dolorosamente drammatica sia quando era sfrenatamente comica (badate bene: ho scritto comica, non brillante).
    Perché questi due aspetti corrispondevano alla sua parsonalità, capace di grandi cupezze come di divertimento sfrenato.
    3. Oggi abbiamo tante attrici brave (in Italia mi viene subito da pensare a Giovanna Mezzogiorno) ma nessuna come Anna Magnani.

  25. @laura
    se vuoi è in quel clip che ho linkato sopra nel mio commento.
    era un film tv, credo. si chiamava ”la sciantosa”.
    è bello scoprire di condividere un’emozione.
    🙂

  26. A Elektra. Non ha mai rifiutato l’Oscar, sempicemente non si recò a LA per la consegna perché non ci credeva, avendo come rivali Katherine Hepburn e Bette Davis.

  27. A Manuela. E’ scritto sotto forma di romanzo, nel senso che la trama è costituita dai fatti della vita di Anna. Tutto rigorosamente documentato e raccontato in maniera immaginifica come in un romanzo.

  28. @GIANCARLO GOVERNI
    Gentile Giancarlo Governi,
    volevo chiederle se conosce un film interpretato dalla nostra Anna insieme al caro Gino Cervi, che non è mai uscito in Italia, ma solo in Francia. Mi pare si intitolasse “Il ritorno”, e fosse stato censurato proprio in Italia perché “diceva”, mostrava” troppo della realtà storica che in quel momento la nazione attraversava. Credo la pellicola fosse del ’45, al massimo del ’46: il film fu “adottato” dai francesi e da loro prodotto.
    A lei risulta?
    Grazie mille. Un saluto affettuoso, e a presto.
    Nina Maroccolo

  29. Per il dr. Giancarlo Governi
    Complimenti e auguri per il libro. Volevo chiederle se a suo giudizio, a livello internazionale, tra gli addetti ai lavori, Anna Magnani gode di maggiore considerazione rispetto a Sofia Loren o viceversa.

  30. @ Giancarlo Governi
    Caro Giancarlo, intanto benvenuto a Letteratitudine.
    Ti ringrazio per la tua partecipazione al dibattito. So bene che sei impegnatissimo a presentare in giro questo libro.
    Tanti in bocca al lupo anche da parte mia!

  31. Una precisazione. Ho paragonato la Loren alla Magnani anche per via degli Oscar e della fama internazionale, a prescindere dal fatto che la prima è vivente e la seconda no.

  32. @Nina Maroccolo.
    Si tratta di “Un uomo ritorna” di Max Neufeld.
    Il Italia è uscito regolarmente.
    Questa è la trama che ho trovato nel dizionario di Farinotti.

    E’ l’amaro quadro del dopoguerra, tra lo sfascio e la lacerazione delle famiglie. Il direttore di una centrale elettrica, tornato a casa dopo la guerra, trova tutto distrutto: non solo la centrale, ma la sua stessa famiglia. Il fratellino e la sorella sono a Roma, dove il ragazzo fa la borsa nera e lei si prostituisce. Il reduce tenta di ricostruire la centrale, ma la burocrazia lo disarma. Vede poi la famiglia cominciare a poco a poco a ricostituirsi, ma sa che nulla potrà mai più essere come prima.

  33. @Marco Pilozza.
    Anna Magnani, a oltre 30 anni dalla morte, per gli americani è ancora un mito.
    Sofia è considerata una buona attrice, che ha fatto i suoi successi in Italia e non negli USA. La Magnani invece andò nella “tana del lupo” sull’onda del grande successo di film come Roma città aperta, L’Onorevole Angelina e Bellissima. E a Hollywood si confermò strepitosamente.

  34. @Massimo Maugeri.
    I film più belli di Anna per me sono (In ordine di preferenza):

    Roma città aperta
    L’onorevole Angelina
    Bellissima
    La rosa tatuata

    L’ho vista anche in teatro, ne La lupa di Verga diretta da Zeffirelli: un ricordo sconvolgente.

  35. @Giovanni.
    Ha detto la sua (ma proprio sua… sua…)
    Lei non ci crederà ma a me è capitato di incontrare una persona che non amava Totò. E persino una che non amava Chaplin… e, guardate un po’, anche una con detestava i Beatles.
    Il mondo è bello anche per questo.

  36. Dimenticavo.
    Anna Magnani è insostituibile. La sua drammaticità era reale sotto ogni punto di vista. La vita non l’ha risparmiata da quel dolore che con dignità e fierezza è sempre riuscita a portare autenticamente di fronte alla macchina da presa. E, in fondo, anche la sua comicità era velatura di grande amarezza.
    No, non esiste attualmente un’attrice alla sua altezza.

  37. Gentile dr. Governi,
    la ringrazio infinitamente per la sua chiarificazione riguardo il film “Un uomo ritorna”.
    In bocca al lupo per il suo libro.
    Un caro saluto,
    Nina Maroccolo.

  38. Anna Magnani è un’opera. L’opera che l’artista pone, propone come offerta di sé e, se l’opera è grande, suscita emozioni infinite. Anna Magnani era artista di sé stessa. Un’artista d’avanguardia, le sue performance hanno il fascino delle Kore. Stupore, derisione, sentimento e quel senso di infinito che ammutolisce l’anima. Imparagonabile.
    Ferrilli : Magnani = Minnie : Nike di Samotracia
    Il suo film più bello? Forse Bellissima, ma l’interpretazione è così anticipatrice delle nostre barbarie che la visione dell’opera inquieta come uno sguardo all’Inferno.

  39. Un brivido: anche mia nonna e Vittorini erano del 1908, come la Magnani, e questo mi dà la misura della distanza tra di noi. No, la società e il cinema sono cambiati troppo per accogliere una Magnani, così asimmetrica, poco glamourous e poco bbona…
    Magnetica, intensa – lacrime agli occhi quando vidi “Roma città aperta” – , una donna vera che travasava la sua vita sullo schermo. Le attrici odierne lo sono per professione o vanità e non vedo eredi. La Mezzogiorno? Brava sì, ma il mito di Nannarella è irripetibile. Ma forse non è più tempo di miti. C’è il business, lo star system, chi non si adegua è fuori.
    Grazie a Governi, una persona competente e seria grazie alla quale ho potuto imparare alcune delle cose che so del cinema e dello spettacolo italiano in genere.

  40. @ Miriam
    D’accordo con te. Però la tua proporzione è durissima.
    Ne propongo un’altra, vediamo se siete d’accordo (mi rivolgo anche a te, Giancarlo).
    Ferrilli : Magnani = Verdone : Sordi

  41. Egr. Governi,
    eh… anch’io ho spesso le mie opinioni piuttosto ”mie” sui libri – che sono il mio campo specifico – e non temo di andar controcorrente: per esempio muovo un’osservazione – mi dica Lei – molto avversata alla Letteratura italiana odierna, la seguente: ci sono tanti bravi cantastorie ma che non hanno uno stile personale, un modo proprio di scrivere; per questo motivo potrei mettere la firma di Pinco al romanzo di Pallino e nessuno si accorgerebbe della differenza. Lo stesso discorso vale per altri artisti del cinematografo: per interpretare alla sciatta maniera attuale un qualsiasi ruolo, la Buy o la cameriera del bar dell’angolo non fanno troppa differenza. Perche’ non c’e’ il teatro alle spalle degli attori, e se c’e’ e’ un teatro che vale poco e non punta sulla personalita’ dell’attore, sulla sua unicita’, sul suo carisma. In un magma simile, chi emerge e’ solo uno che ha buone conoscenze nei posti giusti, non uno che se lo merita. Oggi.

  42. Sergio, sarò un ottimista… ma io penso che – alla lunga – chi vale davvero, in un modo o nell’altro, e con un pizzico di fortuna, riesce a emergere.

  43. Cio’ detto, mi sembra che anche Licia Maglietta sia una bravina. E la Mezzogiorno, pure. Verdone e Sordi, pero’… ce ne corre taaanto! Il Po e il Tevere: Sordi e’ tutti e due i fiumi messi insieme (sacro come il Tevere ed infinito come il Po), mentre Verdone e’ il Tevere nel Lazio. Manco tutto, un pezzo e basta.

  44. Sergio,
    era appunto una proporzione (un po’ scherzosa) volta a sottolineare che la distanza tra la Ferilli e la Magnani può essere paragonabile a quella tra Verdone e Sordi.

  45. Fabio e Massimo,
    nonono… io sostengo solo che oggi non ci sono due cose assiomatiche per ogni arte: la scuola e la societa’ tradizionale nazionale, e che senza scuola e senza tradizione culturale nazionale non si creano buoni attori ne’ buoni scrittori, poeti, eccetera. Si creano industrie e catene di montaggio di pezzi simili – che io, personalmente, becco al volo, individuo alle prime pagine sui testi e alle prime battute al cinema o a teatro.

  46. Vado un attimo fuori argomento ma… a proposito di attrici cinematografiche (italiane) dei nostri giorni: cosa ne pensate di Laura Morante?
    Tu, Giancarlo, che ci dici della Morante?

  47. Insomma: senza una societa’ che abbia vive le sue componenti arcaiche, ogni arte e’ un imbonimento, uno spettacolino lezioso. Questo e’ il presente italiano. Mi pare. Verdone, appunto, e’ lo scadimento di Sordi, solo il suo decadere, il suo involgarirsi, in sintonia coi tempi correnti. Mica e’ colpa sua, per carita’: e’ l’epoca, e’ la modernita’ stravolta che stravolge tutto e tutti. Poi io Verdone lo apprezzo anche, in fondo: il mestiere suo lo sa fare.

  48. Tornando al tuo commento di prima, Sergio, io sono convinto che gente che sgobba (tanto nella scrittura, quanto nella recitazione) ce ne sia ancora tanta in giro.

  49. Certo, Massimo, ma sgobbano anche gli operai in fabbrica, senza creare niente d’artistico. I motivi li ho suggeriti prima: tempi decaduti, assenza di scuola e di tradizione nazionale. Globalizzazione? Diciamo cosi’, per semplificare, o meglio: eccesso di comunicazione e pertanto indebolimento di ogni Paese e delle sue caratteristiche antiche. Il risultato e’ un cinema italiano che non coinvolge piu’ il mondo ed una Letteratura nostra che si fa appena appena notare all’estero (Milena Agus: se questo e’ un caso editoriale D’Arrigo cos’e’? Dio in terra?). Dati di fatto.

  50. La Morante e’ una bella donna. Con poche belle pellicole alle spalle. Ossia una Musa, visti i tempi.

  51. Sergio: hai ragione ma vorrei essere più ottimista – per motivi egoistici!!!
    Sì, Massimo, le uniche attrici italiane a non varcare i limiti della decenza forse sono solo la Morante e la Mezzogiorno, molto brave. Certo i miti non tornano anche perché manca l’humus. Immaginiamo Totò e i De Filippo senza la guerra, senza la fame… che sarebbero? Comparse di “Un posto al sole”.
    Sordi l’ho amato tardi, ora lo stimo un vero grande. Verdone è un bravo mestierante che ancora l’atmosfera del vecchio cinema l’aveva respirata, ma ormai se la so’ fumata…
    Riflettevo su Di Stefano. Capricci leggendari, voce istintiva, maschia, prepotente: un mito, anche per i duetti con la carissima Maria Callas. E chi li fa rinascere più dei miti simili?
    Oggi abbiamo chi ci è rimasto, che non è il meglio. Fiction arripizzate, allapazzate – Massi, come traduco? Raffazzonate…
    Altro che gli sceneggiati d’antan! Una palla se li trasmettessero oggi, dice Costanzo, ma non mi pare che gi attorucoli che sforna la De Filippi siano un granché… Io esco pazza per Gino Cervi: un uomo di teatro, un grande.
    Non m’immagino il futuro culturale d’Italia. Faremo retrofront? Spero negli immigrati, che studieranno la nostra cultura, si accorgeranno che l’abbiamo buttata ai cani e forse con un melting pot o non so che le ridaranno vita…

  52. Ma La ferrilli no, non ci entra proprio – è un tipo proprio diverso: bbona romana e gioconda. Non è che basta l’esse romane per esse magnani eh. e poi la ferrilli incarna un tipo femminile un po’ più sano, non così disperato.
    Poi il divismo oggi si distribuisce in altri modi, e non è che niente è peggiorato, è che il regno delle icone non riguarda più il cinema nostrano. (Ma il cinema? bah) Poi non so se dipenda dalla corruzione dei costumi -sinceramente.

  53. @ Sergio
    Ora che ci penso… citi D’Arrigo, ma non hai letto “Horcynus Orca”.
    Ahi-ahi-ahi…
    Sarebbe come citare la Magnani senza aver mai visto “Roma città aperta”
    🙂

  54. Sergio,
    sarebbe come dire: “Roma città aperta” non l’ho visto tutto, ma si capisce dalla prima scena che è un capolavoro.
    Tu lo sai che D’Arrigo è uno dei miei preferiti, vero?
    Se non finisci di leggere l’“Horcynus Orca” entro marzo ti tolgo la rubrica “Ritorno ai classici”.
    😉

  55. Maria Lucia,
    posso prospettare una soluzione diversa, e che io preferirei? Ecco: rimettiamoci a studiare le arti (tutte) seriamente e vediamo meno tv, meno o niente telefonino e computatore. Torniamo in piazza e campiamo con gli altri italiani. Come sempre e’ stato: libri, giornali, mercato e strada, bar. Condominio dove conosciamo tutti. E vedi che ritorna tutto anche senza meltinpot.

  56. Ah, ma questo e’ un ultimatum: e tu allora devi leggere e commentare ”Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, o ti faccio togliere la licenza di fare giochini fessi su Internet! Tu… ”filiprottiano”! Tanto perderai, eh! eh! eh!

  57. Sergio caro,
    Il pasticciaccio l’ho letto a quindici anni. E l’ho riletto di recente. Un paio di anni fa, credo. Contestualmente a “La cognizione del dolore”.
    Prima di parlare, “gadda” chi hai davanti!
    🙂
    Ora torniamo al tema del post.

  58. … ah, l’hai letto. Bene. Commentalo pure… eh eh eh! In centodue battute senza spazi.
    Va be’… vado a dormire va’.
    Buonanotte

  59. @massimo maugeri
    Ci rimette troppo Verdone, il quale non sarà Sordi (ma lui non lo ha mai preteso) però è un grande artista. La differenza fra lui e Alberto è tutta qui: Carlo è un grande costruttore di macchiette, che lui ama e racconta con pietà, Alberto è un grande satiro, cattivo e impietoso come deve essere il grande satiro.

  60. @sergio sozi
    Moltre delle attrici di oggi hanno cominciato con il teatro (la Buy, ad esempio, ma anche la Ferilli) ma poi si sono fatte catturare dal cinema e, ahiloro!, dalla televisione, dove tutto è approssimativo. Anche le esigenze del pubblico.

  61. @massimo maugeri
    La Morante? brava ma ingessata. Se la vai a vedere nei suoi primi film e negli ultimi ti accordi che non è cambiata affatto.
    Francamente preferivo… la zia.

  62. @maria lucia riccioli
    è vero quello che dice sulla fame. Totò diceva: “non si può essere comici se non si è fatto a pugni con la vita”. Un grande di oggi (sicuramente il più grande, degno erede di Totò e di Sordi), ha fatto a pugni con la vita: si chiama Roberto Benigni. Ed è l’unico.

  63. Ngiorno!
    Ngiorno signor Governi!
    Pensavo alla cosa che lei ha detto di Totò e di Benigni, e pensavo che era vera e che Benigni una volta è andato in televisione da Paolo Bonolis (paragone ai limiti del surreale ecco, cioè proprio due idnividui che uno accanto all’altro non ce ponno stà) e Bonolis, atrrancando e sudando ni ci chiede a Benigni: secondo lei che cosa c’era nella comicità di Totò?
    E Benigni ha risposto.
    “Dietro a Totò c’è una fila di morti.”
    (alludendo appunto alla sofferenza e alla miseria di un popolo in un certo periodo)

  64. @ Zauberei
    Forse quel “Dietro a Totò c’è una fila di morti.” si può interpretare anche in un altro senso…. e a me piace molto di più.

  65. prometto a tutti che rivedrò qualche film di Anna Magnani, chissà? forse mi ricrederò.

  66. @ GEA
    Grazie, mille volte grazie per quel link a YouTube. Era proprio quella la scena che ricordavo, anche se e’ diversa dall’immagine che ne avevo, non c’e’ il mazzo di fiori ma c’e’ la terribile intensita di quegli occhi. Era grandissima Nannarella. E’ grandissima.

  67. Anna Magnani amava molto gli animali, faceva anche la “gattara” a tempo perso. Chi è di Roma conosce bene queste figure. Sono donne che vanno a dare da mangiare ai gatti randagi, prevalentemente di notte. Lei ci andava con delle sua amiche, alcune attrici, alcune scrittrici. La mia mamma la conosceva. Ha sempre detto di lei che era una chicchissima, per nulla popolana, molto molto raffinata. Finissima intellettuale amava molto frequentare poeti e scrittori. Pare che dal vivo fosse molto molto più bella che in cinema. Un corpo fantastico, un seno statuario. Curatissima nell’abbigliamento, regalò alla mamma un vestito nero di Dior … questo per dire che non indossava stracci. Di contro era una democratica convinta, molto consapevole dei problemi sociali. Solitaria di carattere, aveva una villa piena di cani, tra cui un pastore belga bellissimo. Rinunciò al successo americano per tornarsene a Roma dai suoi animali. Negli States all’inizio si trovò bene, le piaceva la novità, l’eccitazione, lavorare con Marlon Brando … ma non poté mai rinunciare alla sua natura ribelle. Anche gli States dopo un po’ le stavano stretti. all’epoca in America c’era anche Vittorio Gassman che aveva sposato Sherley Winters. E’ li che mia madre conobbe tutti loro, lasciatemelo dire: che culo ragazzi! Del gruppo faceva parte anche Cary Grant e Lawrence Oliver.
    Nannarella era la novità, tutti erano curiosi di conoscerla. Facevano un sacco di feste, tutte a New York che era il posto dove vivevano gli intellettuali. A Los Angeles ci si andava solo per girare, era considerata un po’”buzzurra”.
    Ve be’ insomma comunque un periodo meraviglioso, la guerra era finita la gente aveva voglia di vivere, ricominciare … Anna Magnani era una donna speciale che è vissuta in un’epoca irripetibile.

  68. Ah, un’alra cosa curiosa che me stavo a dimenticà: nella vita parlava un italiano correttissimo, senza nessuna inflessione romanesca.
    Ve la immaginate?
    Questo fa di lei un’attrice (se possibile) ancira migliore di quanto crediamo. Popolana non lo era proprio per niente.
    Incredibile Nannarè.

  69. a me l’unica attrice, non una star, ma attrice vera, che talvolta ha ricordato la magnani, è lina sastri. grande intensità, grande espressività.

  70. sicuramente non c’e’ ancora attice italiana che la possa eguagliare,anche se per qualche sera ci hanno proposto la sabrina ferilli volendola farla somigliare a lei !!!!!!!!! non ci riusciranno mai !!!!! anna magnani aveva un volto troppo particolare, non bello (la ferilli e’ troppo carina) – forse, come dice gea, lina sastri potrebbe essere del suo spessore, ma anche qui non si centra ancora l’obiettivo!!
    mi sono ricordata ora che da ragazetta avevo in camera mia un poster di anna magnani tutto in bianco e nero……mi piaceva gia’ tanto….e poi portava il mio nome…..o io portavo il suo !!!!! e’ stata una grande attrice molto speciale, senza studiare molto recitazione era bravissima !!e poi ricordo ancora che girarono un pezzo di film con lei proprio sotto casa mia, a via lucio sestio dove allora c’era il mercato per la strada!!!! ed io per mano a mia nonna scendemmo giu’ per la strada a vedere !!!!!
    che ricordi !!!! proprio oggi, con anna magnani, ricordo questa piccola cosa con mia nonna !!!!!!
    grazie anna magnani di essere esistita !!!! un saluto caro a tutti anna di mauro

  71. Ma no!!! Un confronto con Anna Magnani non è possibile, non regge, non c’è storia. Impariamo dai francesi, Anna Magnani è un’icona, un patrimonio nazionale: sacra! Altri tempi, altre sensibilità, altra tecnica. Anzi forse la tecnica aveva, allora, la sola funzione di servire l’interpretazione e non, come oggi di sostituirsi ad essa. Brava la Bui ad interpretare la donna d’oggi, brava la Sastri nei suoi ruoli “etnici”, brava anche Licia Maglietta che in Pane e tulipani è straordinaria, ma sono solo brave attrici che interpretano con maestria ed estro una parte.
    Come altri hanno già scritto, Anna Magnani interpretava un’epoca “morente”. Oggi, forse, anche lei non sarebbe più la stessa. Teniamoci l’unicità della sua testimonianza come un regalo prezioso.
    baci

  72. 1. La Magnani ha avuto mai una vera erede?

    2. A vostro avviso che cos’è che ha reso (e rende) questa attrice così speciale?

    3. Ritenete che tra le attrici italiane di oggi ce ne sia qualcuna che, in un modo o nell’altro, faccia pensare alla Magnani?

    1-NO
    2- che rimanevi a guardarla e a seguirla anche se solo si limitava a respirare
    3-NO, ma ce ne sono tantissime che la fanno rimpiangere visto che recitano come se leggessero l’orario dei treni

  73. @ Gentilissimo Giancarlo Governi, da quel poco che ho letto sul blog e dalle sue cortesi spiegazioni, sono rimasta ammirata per l’ottimo profilo psicologico che ha tratteggiato per noi, sulla inarrivabile Anna Magnani.
    Mi hanno colpito i suoi scelti aggettivi, così aderenti allo straordinario personaggio, essi riescono a renderla viva, reale quasi palpabile. Dall’accurata descrizione da lei fatta, emerge nitido il magnifico temperamento dell’attrice, libero indipedentente passionale, irruento e selvatico;ma anche tenero ed ironico.Personalmente la reputo insuperabile nella parte della popolana, poiché Anna riesce ad incarnare
    il clima e lo spirito del tempo, in quel crudo periodo della guerra. Penso anche che il titolo del film ” Mamma Roma” (1962) di Pier Paolo Pasolini
    le calzi a pennello. Della Magnani mi ha sempre coinvolto e commosso il senso amorevole e profondo di maternità nei confronti del figlio malato e l’ostinatà volontà di volerlo guarire ad ogni costo. Anch’io reputo Lina Sastri brava ed intensa, fra le nostre attrici , forse è l’interprete che più si avvicina a Nannarella nostra, ma ancora non ha raggiunto i suoi alti vertici. Ringrazio lei e Massimo per avercela,caramente ricordata.
    Tessy

  74. RISPONDO.
    vi risulta che totò abbia vuto un erede,non in senso genealogico ovviamante,e Dante,e Caravaggio,e via discorrendo?
    Un talento unico e inrrivabile,non piu’ perfettibile,nn puo’ avere eredi,forse brutte imitazioni,ma nessuno sano di mente,si metterebbe a gareggiare con la certzza di un patetico esito.
    cosa aveva di unico la magnani?tutto,persino le occhiaie,avete mai visto un’attrice con le occhiaie e le borse sotto gli occhi?lei le portava disinvoltamente,l’antidiva per eccellenza.la sua personalita’ artistica era cosi’ forte che niente la oscurava,anzi era lei che dava carattere e forza ai personaggi che interpretava.
    Riguardo alle brave attrici vi assicuro che ce ne sono,come la Mezzogiorno o la Morante,anche la Buy,ma dipende dai registi e dai film.La laura morante nel film di verdone ‘L’amore e’ eterno finche’ dura’(se la memoria non mi inganna) fa un pezzo da antologia cinematografica indimenticabile,quando spara in faccia all’ex marito (Verdone),tutta la sua rabbia con le giugulari che le scoppiano,e la saliva che schizza,lo avete visto?
    Poi guardate le altre che ho nominato nei film di ozpetek,sono grandi interpreti,perfino Ambra Angiolini diventa credibile attrice nel film ‘Saturno contro’,il chè è sintomatico.
    Non tutte recitano come svampite bambole,specie quelle che le ossa se le sono fatte in teatro,quella scuola fa la differenza.
    Ma e’ chiaro che se guardate i telefilm in tv di grandi attrici ne vedrete poche.

  75. Caro Massimo,
    non saprei rispondere alle tue domande. Un’erede oggi di Anna Magnani? non ner vedo di simili in giro. Piuttosto vorrei parlare di quelle che nel ricordo mi sembrano le sue interpretazioni memorabili. Comincerei con l’episodio del film di più autori L’amore, quello dal titolo La voce umana, che era uina pièce di Jean Cocteau. Devo aver visto in un cineclub il film una sola volta. C’è la Magnani che a lungo parla al telefono con l’amante che l’ha lasciata. Per dire quanto fosse straordinaria la sua ionterpretazione, tutte le volte che ho parlato con un’attrice le proponevo di fare La voce umana, avevo in mente la voce della Magnani che riversava in quel monologo il dolore, la rabbia, la disperazione della donna lasciata dall’amante. Mi piacerebbe tanto rivedere il film.
    Un’altra grande cosa di Nannarella il film di Paosolini Mamma Roma. Mamma Roma è lei, con la sua maschera di dolore indomito, con la ferocia della madre disperata che difende il proprio figlio contro tutto e tutti. Ricordo il suo viso quando va ad aprire la porta e ha davanti l’amante stronzo che la perseguita, Franco Citti, venuto per vendicarsi di essere stato abbandonato, lui magnaccia, dalla prostituta che tenta inutilmente di sottrarsi alle sue prepotenze.
    Ciao,
    leandro Piantini

  76. ”Omnibus”… che bella definizione per ”pellicola di diversi registi”. Quanto mi piacerebbe vedere un bell’omnibus anche oggi… ce ne sono di decenti in giro, come per esempio (vado fuori argomento) ”Sabato, domenica e lunedi” (Mastroianni e la Loren… roba da sogno!)?

  77. Domani ricorre il centenario.
    Pensavo… magari potremmo approfittare di questo post per scrivere due parole direttamente a Lei. A Nannarella.
    Una piccola lettera…
    Un pensiero…
    Una poesia…

  78. L’italia con la i
    piccoletta ancora

    sventrata
    come gli occhi delle sue donne
    la fame nel ventre insieme ai figli
    italiani di domani
    tristi e sfacciati di sempre

    un cinema ogni tanto per sognare
    per ridere di sé o per sognare
    Totò e la Magnani da guardare

  79. Giusto, Maria Gemma,
    ma qualcosa mi dice che neanche il teatro di oggi e’ la stessa scuola di quello di ieri: perche’ la scuola da sola comunque non basta per fare della buona arte, serve la cultura italiana, insieme. E se non la piantiamo con questa vita da isolati, la nostra civilta’ se ne va e l’arte scivola con essa.

  80. @ Leandro Piantini
    Alcuni anni fa quando sono stata a Los Angeles al college c’era un indo-qualcosa (un piccoletto ) che studiava regia ed era anche abbastanza preparato sul cinema italiano sui i soliti Mastroianni, Fellini, le Loren, le Nannarelle, il prototipo italiano di mora formosa, femminile, sinuosa e senza scarpe da tennis (lodava molto anche Benigni e la sua vita è bella).
    La sottoscritta continuava a dirgli che anche da noi in Italia le donne sono molto cambiate dal modello di mamma sorella sposa che se non bada ai figli dà da mangiare ai gatti (Anna Magnani era la gattara di Roma), che da tempo è finito il dopoguerra, che le donne si automantengono, che non sono più sciatte e dialettali, che non siamo proprio come le rambo americane ma che il livello culturale si è elevato e che oramai facciamo volentieri a meno di quelle altrettanto patetiche figure maschili neorealistiche coi colletti alzati, un pò morti di fame,con sogni da dolce vita, un piagnisteo, demoralizzante.
    Ciao

  81. @Gea brava,
    conosco Lina Sastri, l’avevo pensato, l’avevo creduto, fortemente, ma avevo avuto paura di dirlo, troppo connotata nel mio paesino sul golfo.
    Chissa se “annamagnani” l’ha conosciuta “linasastri”.

    Signora Anna buongiorno e tanti auguri,
    oggi compie cent…no! Mica stavo dicendo gli anni? No signò.
    Oggi compie…/no, non compie; oggi è un bel giorno, signora Anna.
    Come? No, mi perdoni, Nannarella non mi viene, non saprei dirlo…
    e non per gli anni, 40 anni sono bellissimi.
    Ma Nannarella è troppo confidenziale e Mammà non l’avrebbe permesso.
    Si, ne avrà avuto venti e, quand’è andata di là…più di quaranta, ma io la ricordo quarantenne come quella bella amica di mammà di cui sono sempre stato innamorato e che ne avrà sempre quaranta.
    Perchè mi volto? Non è la sua sottoveste grigia come le perle,
    sono i suoi occhi, Signora Anna.
    Buon Compleanno.

  82. Innanzitutto vorrei rivolgere i miei complimenti a Giancarlo Governi per le sue trasmissioni televisive dedicate ai grandi artisti del passato, perché le trovo, ad un tempo, semplici ma coinvolgenti ed esaustive; inoltre contribuiscono ad educare il gusto del pubblico verso la qualità, mostrando veri talenti e la loro fatica per farsi strada nel mondo dello spettacolo. Con pieno rispetto e lontano da quella banalità e dai quei luoghi comuni che imperversano in molte altre trasmissioni e/o fiction. Mi aggiungo anche io agli auguri per questo suo recente libro dedicato alla Magnani. Voglio anche dire che ho trovato molto interessante e sensato quanto ha scritto Maria Gemma nel suo ultimo intervento. Penso infatti che, fatto salvo l’inarrivabile talento della Magnani, non bisogna considerare il nostro cinema del presente come del tutto privo di veri talenti femminili: molto dipende dai copioni e dai registi. Certo, qualunque cosa facesse, la Magnani era grande, ma, spesso, aveva dietro di lei Rossellini, Visconti, Pasolini, Williams ed altri altrettanto grandi. E poi c’era un’Italia molto diversa dalla nostra, con istanze e temi che riguardavano un’epoca oggi conclusa. Perché non considerare la Morante ne “La stanza del figlio” di Moretti, o la Buy in “Caterina va in città” di Virzì? O molte delle attrici italiane (dai ruoli secondari) che Tornatore ha diretto nei suoi film (mi viene in mente la bravura di Antonella Attili in “Nuovo cinema Paradiso”)? O perché non pensare alla Bobulova, che, a mio avviso è una grande attrice, sebbene molto diversa, fisicamente e nella recitazione, dalla Magnani? Pensate al suo ruolo in “Anche libero va bene” di Rossi Stuart. Forse non c’è, né ci sarà una vera erede della Magnani, però veri talenti sì. Oppure, perché non pensare ad Olivia Magnani? La esile protagonista de “Le conseguenze dell’amore” di Sorrentino? Se non sbaglio, nipote di Nannarella? D’accordo anche con Leandro Piantini: “La voce umana” è un pezzo che andrebbe rivisto. Spesso.
    Un caro saluto a tutti!
    Gabriele.

  83. Se vi può interessare c’è un servizio su Repubblica Tv, proprio su Nannarella:

    Smile

  84. ‘o devo da fa’ ‘n dialetto e me piagne er core pe’ chi nun è de roma ma nun vado troppo sull’antico cosi’ po’ esse che lo capischeno tutti. e poi, a di’ ‘a verità, a me me pare che er romanesco sia ‘n macello a capillo quanno se parla, ma si lo scrivi ce se sfaciola.
    è pure ch in ‘sto momento me viene ‘n mente nannarella a campo de’ fiori, quanno faceva la guera co’ fabrizi.
    te faceva ride, te faceva piagne e te faceva puro ‘ncazza’. ma in quer firme c’era tutto. tutta lei e tutta roma, ner bene e ner male.
    si poi l’oscare l’ha pijiato pe’ n’antro firme va bene ‘o stesso. Ma co’ campo de’ fiori, puro si ce passi oggi, quarcheccosa de anna t’aricordi. co’ a rosa tatuata, boh!

  85. A tutti.
    Che ve devo dì, fijetti belli m’avete fatto piagne… Così avrebbe commentato Nannarella.
    Io, più modestamente e indegnamente, vi dico, che mi avete emozionato. In questi giorni sto passando da una emozione all’altra.
    Ragazzi, io ne ho passate di tutti i colori e non mi sono emozionato mai, neppure quando sono andato in diretta davanti a milioni di spettatori. Neppure quando mi è capitato di salire su un palcoscenico di un teatro gremito..
    Ma ieri sono passato da una emozione all’altra.
    Alle 17.40 sono arrivato alla Feltrinelli insieme a mia moglie. La libreria era strapiena, per far sedere mia moglie ho dovuto chiedere una sedia alla direzione. Quando abbiamo iniziato erano più quelli che stavano in piedi che quelli che avevano trovato posto. Il direttore della libreria mi ha detto che in tanti anni non aveva mai visto una cosa del genere. Il successo è stato clamoroso. Applausi, domande a non finire a me ma anche a Luca Magnani e a Giovanna Ralli (la più bella settantenne d’Italia). Alla fine abbiamo dovuto smettere, su sollecitazione della direzione. Ho firmato un centinaio di copie, tanto che mi si era slogato la mano.
    Dopo, Daniele della Minimum fax mi ha portato a San Lorenzo a cena da Pommidoro, poi mi ha portato in un locale dove mi sono trovato di fronte ad una spettacolo incredibile: un club di 150 donne riunite per festeggiare il centenario della nascita di Anna Magnani e anche l’8 marzo, che mi hanno accolto in maniera trionfale, tutte con il libro in mano e già letto. Ho parlato e firmato tutte le 150 copie fino all’una di notte.
    PS. Mi hanno baciato quasi tutte e 150. Mia moglie mi è parsa più fiera che seccata.

    Grazie grazie e grazie a tutti.

  86. Chi vuole potrà “incontrare” Giancarlo Governi in Tv nei seguenti appuntamenti:
    sabato 8 ore 15-18 – Effetto Sabato, RAI 1 – ospite in studio;
    domenica 9 ore 18.30 – Domenica In, RAI 1 – ospite di Pippo Baudo;
    martedì 11 ore 10 – Cominciamo bene, RAI 3 – ospite di Fabrizio Frizzi.

  87. @ Giancarlo
    Dimenticavo… in risposta alla mia newsletter (relativa a questo post) ho ricevuto una mail da parte di Italo Moscati in cui mi dice di salutarti da parte sua.

  88. Italo è un caro amico e una grande persona. Anche lui ha scritto una bella biografia di Anna Magnani che però non ha avuto la fortuna di essere editata da un grande editore come Minimum Fax. Invecchiando, e arrivato al ventesimo libro, mi sono convinto che puoi scrivere pure Guerra e pace ma se non hai dietro un editore che ti sostiene non ce la fai.
    Ciao Italo, ti abbraccio.

  89. CENTO ANNI FA NASCEVA UNA GRANDE ATTRICE…

    Italo Moscati

    ANNA MAGNANI

    Vita, amori e carriera di un’attrice

    che guarda dritto negli occhi

    Edizione Ediesse-Eri


    Una donna che ha molto amato, molto sofferto e si è battuta con impeto per avere un’esistenza piena, secondo vocazione e talento, senza mai tradire coscienza e rigore nel suo mestiere e nelle apparizioni fuori scena. La Magnani viene presentata nel libro sia come personaggio del suo tempo, che incarna settant’anni di storia italiana- il periodo fra le due guerre mondiali, il ventennio, il dopoguerra, i “favolosi” anni sessanta-, sia come donna di spettacolo, capace di passare dal dramma alla rivista, e viceversa, dal film brillante al cinema neorealista di Rossellini, alle opere di Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, ai programmi radiotelevisivi. Ma soprattutto Anna è vista come protagonista di un grande film, quello che nasce dall’intreccio tra i fatti di tutti e i suoi personali, una narrazione intensa e ricca di particolari anche inediti.

    Italo Moscati, scrittore, regista, sceneggiatore. Tra i suoi ultimi libri: “Pasolini passione”, “I Piccoli Mozart”, “Gioco perverso”, “Sergio Leone- Quando il cinema era grande”

    “Come in un film, i primi piani di Nannarella raccontata come una donna
    battagliera, volitiva ma sempre pronta a cedere le armi davanti all’amore”- Alessandra Rota, La Repubblica

    “Un’agile, documentata biografia…Tornano ad affacciarsi in queste pagine, evocati con una curiosità fortunatamente non innocente, divi e registi della piccola, provinciale,arrogante non di rado intelligentissima Cinecittà delle origini…pagine scritte con gusto da narratore…”

    Antonio Debenedetti, Corriere della Sera

    “Credevamo di sapere tutto di lei…e invece, se vogliamo scoprire i risvolti più strani, curiosi e segreti…non possiamo trascurare il libro di Italo Moscati. Con uno stile da grande narratore Moscati, scrittore e regista, la Magnani la racconta dal di dentro. Ne cattura lo sguardo mobile, feroce, geniale. E ripercorre l’epoca d’oro della Holluywood sul Tevere”.

    Mirella Serri, La Stampa

    “Un racconto che Italo Moscati porta brillantemente a compimento perché da quegli occhi di Anna si lascia ipnotizzare…Una biografia che è un atto d’amore e che, come ogni atto d’amore, è spontaneo, sofferto, sincero”.

    Enzo Natta, Il Giornale dello Spettacolo

    “Chi era la Magnani ce lo svela con devozione e passione questo libro di Moscati che, con un tocco di leggerezza, sembra muoversi dentro un mistero. La carriera artistica, la ricerca biografica, i commenti e i ricordi di quanti le furono colleghi, compongono un quadro umano, umanissimo, pervaso dalla felicità della memoria”

    Osvaldo Guerrieri, Lo Specchio

    “Un ritratto a tutto tondo, vivido e partecipato”

    Francesco Troiano, TuttoLibri

    “Una biografia affettuosa, partecipe, che è anche un pezzo di storia del cinema italiano e un avvincente melò”.

    Filippo La Porta, Capitolium


    “Uno splendido libro che racconta ‘il film della vita’ dell’attrice e punta i riflettori anche sugli aspetti meno noti di Anna…una biografia e un canto d’amore…”

    Sentieri Selvaggi

    “Una storia raccontata con ammirazione e amore…Fin dalle prime pagine si delinea un ritratto a due facce, privata e artistica, che si legano, vivono e interagiscono in modo assolutamente inscindibile; un percorso affascinante che riesce a coinvolgere il lettore”.

    Caterina Pagnini, Drammaturgia.it

    “Manuel Puig affermava che un tempo ‘si diceva che la più grande attrice del momento fosse la Magnani, ma non so, era sempre l’immagine dell’Italia del dolore’ . Nel libro di Moscati anche questa storia”.

    Fulvio Abbate, L’Unità

  90. Caro Giancarlo, le tue parole sugli incontri in corso per il libro mi hanno toccato, come quelle che hai rivolto alla mia biografia. Per fortuna ci sono persone come Massimo Maugeri che nella rete riescono a tessere reti magari più piccole e personali che danno fiducia, svegliano o risvegliano amicizie. Auguri per il tuo lavoro. Tanto-io e te lo sappiamo, visto che ci vogliamo bene da anni anche se non ci frequentiamo molto: troppo da fare-certe strade vanno parallele anche se sembrano seguire direzioni diverse. A presto, Italo
    Sugli editori hai ragione…ragionissima…

  91. Roma 30.3.08 – Cento anni fa nasceva Nannarella, al secolo Anna Magnani: la capostipite delle dive moderne. Lo scrittore Giancarlo Governi e il critico tv del quotidiano Metro e di Eva Tremila, Mariano Sabatini, ne parlano domani alle 10 a Uno Mattina (Rai Uno).

  92. Che meraviglia di essere, di attrice, di carattere! Una miscelanea di doti che trasmettono vivide emozioni…
    Sentirla e guardarla è come osservare un cristallo o meglio uno specchio d’acqua, limpido …NITIDO! Si perchè la NOSTRA Anna era se stessa,era quel volto spontaneo di un’italia vera, che non si vergognava di essere se stessa e di nascondersi dietro a niente.
    Oggi in televisione i personaggi che ci propinano sembrano avere tutti gli stessi obiettivi, apparire belli,tonici e simpatici…mentre prima..prima si poteva posare lo sguardo su occhi che magari non avevano il nuovo rimmel extralong sulle ciglia,ma uno sguardo profondo ed espressivo come non mai.
    Se state pensando che queste siano le solite parole dette da una quarantenne che ricorda i suoi anni passati con malinconia,beh state sbagliando…sono quelle di una ragazza di appena 18 anni che si stà affacciando in un mondo troppo povero di sentimenti veri e spontanei.
    Grazie per questo intervento su Anna Magnani, comprerò il libro che parla di questa irripetibile donna.
    Laura

  93. @ Laura:
    benvenuta, ci sono ancora i personaggi forti , ma sono come i tartufi, bisogna cercarli. Letteratitudine è un ricco bosco.
    ciao
    🙂

  94. ANNA MAGNANI è PER ME PARTE INTEGRANTE DELLA MIA VITA,VIVE CON ME E DENTRO DI ME NONOSTANTE LA MIA GIOVANE ETà.NON MI LIMITERò AD ELENCAZIONI O AD ELOGI PERCHè COME TUTTE LE COSE CHE SI AMANO DI PIù NON VI SONO PAROLE PER SPIEGARE ALTRUI QUELLO CHE SI SENTE SI VIVE SI PROVA INTENSAMENTE PROPRIO COME FACEVA ANNA.PERCIò SPERO CHE ACCADA ANCHE A VOI QUELLO CHE è ACCADUTO A ME DI SENTIRLA COSì VICINA OGNI GIORNO E DI AVERLA A DIFFERENZA DI MOLTI (NN PECCANDO DI PRESUNZIONE):CAPITA!
    UN BACIO A TE UNICA GRANDE…IRRIPETIBILE!TI AMO..
    (spero di non essere stata fraintesa)
    saluti a tutti

  95. è davvero confortante sapere che delle diciottenni non si scelgano come modello la velina popputa o anoressica di turno o le tante bambole vuote che imperversano sulle patrie frequenze, sulle riviste, per strada e invece amino una donna, un’attrice vera. Brave!

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