Quando acquisto il Domenicale de Il Sole-24Ore una delle prime cose che faccio è andare alla ricerca della rubrica Ex Libris di Stefano Salis. Seguo questa rubrica con interesse costante perché Salis riesce, tra le altre cose, a informare in maniera sintetica ed efficace sulle evoluzioni o involuzioni del mercato editoriale (nostrano ed estero). Sul numero del 17 dicembre 2006, per esempio, scopro che Montale (il nostro Montale) è stato uno degli autori meno venduti in Germania nell’arco del 2006. Vi riporto uno stralcio dell’articolo:
« (…) Ci sono poi le classifiche di vendita. E quelle sono un po’ più serie, perché “fanno” il mercato molto più del gusto dei letterati. E lo conferma, ahinoi, una singolare classifica pubblicata ieri dalla “Faz” (Frankfurter Allgemeine Zeitung). Il gioco è stato fatto al contrario: quali sono i libri meno venduti dell’anno? E quando hanno venduto? I risultati sono desolanti. In cima alla “s-classifica” ben due italiani. Nientemeno che Eugenio Montale, che nel 2006 in Germania ha venduto appena 14 copie della raccolta delle sue poesie. Peggio ha fatto solo l’autrice scozzese (ma toscana d’adozione…) Muriel Spark,il cui romanzo Loitering with Intent del 1981 ha trovato solo 6 acquirenti. Dopo Montale ecco Stefano Benni. Con Saltatempo ha venduto ben due copie in più del poeta e si è piazzato al terzo posto dei Worstseller ».
Eugenio Montale
Avete capito? L’autore di Ossi di seppia, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1975, è il secondo dei più non-venduti in Germania per il 2006. Solo 14 sfigati (?) hanno acquistato la raccolta delle sue poesie. E Benni avrà di che consolarsi dall’alto (in questo caso dal basso) delle sue 16 copie vendute. E già qui ci sarebbe un po’ da riflettere…
E ancora di classifiche parla Ex Libris sul Domenicale del 7 gennaio 2007: « (…) Abbiamo spesso ripetuto che l’affidabilità delle classifiche è condizionata dal fatto che i campioni (di rilevamento) penalizzano i campioni (di vendita). Lo conferma una conversazione con l’editore Alessandro Dalai. “Faletti ha venduto 770mila copie, è in rottura di stock e le richieste continuano. Eppure risulta solo al settimo posto”, dietro Gomorra che dovrebbe aver venduto circa 450mila copie. Come mai? “Le classifiche – dice Dalai – non rilevano la grande distribuzione, dove Faletti ha venduto quasi 400mila copie, più della metà del totale”, cosicché le vendite di Fuori da un evidente destino sono, in proporzione, per il tempo di vendita, superiori a quelle di Io uccido.»
Nel frattempo Tuttolibri del 13 gennaio pubblica la classifica dei cento libri (cliccando potrete scaricare il file in pdf) più venduti nel 2006 secondo le rilevazioni Demoskopea. Ecco i primi dieci:
1. Harry Potter e il principe mezzosangue, Rowling, (Salani)
2. Il cacciatore di aquiloni, Hosseini, (Piemme)
3. Ho voglia di te, Moccia, (Feltrinelli)
4. Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra, Saviano, (Mondadori)
5. La fine è il mio inizio. Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita, Terzani, (Longanesi)
6. La vampa d’agosto, Camilleri, (Sellerio)
7. Fuori da un evidente destino, Faletti, (Baldini Castoldi Dalai)
8. Inchiesta su Gesù, Augias-Pesce, (Mondadori)
9. Rivirgination, Littizzetto, (Mondadori)
10. Le ali della sfinge, Camilleri, (Mondadori)
Sul Domenicale del 14 gennaio (pag. 38) Salis riprende il "discorso classifiche":
« (…) La pubblicità dei libri, fateci caso, sull’aspetto numerico punta moltissimo, se non tutto. Come a dire: “di questo libro ne abbiamo vendute tot copie; dunque non potete non leggerlo”. (…) Ma la confusione, purtroppo, regna sovrana anche tra gli addetti. (…) In Inghilterra le classifiche dei libri riportano la data di pubblicazione del libro e, soprattutto, le unità vendute. Cioè dei numerini nudi e crudi. Che fanno effetto; buono o cattivo. E che ci ricordano che la matematica non è un’opinione. Nonostante che in campo editoriale si faccia di tutto per farla sembrare tale. »
(Sulla stessa pagina compaiono interessanti dichiarazioni di Stefano Mauri e Alessandro Dalai: presidenti del Gruppo GeMS, il primo, e della Baldini Castoldi Dalai, il secondo).
Mi viene da domandarmi (e giro le domande a voi amici scrittori, lettori e librai):
1. Ma davvero – e fino a che punto – le classifiche di vendita “fanno” il mercato?
2. Ma a cosa e a chi serve una classifica dei libri meno venduti?
Poi ci sarebbe una terza domanda. Non sarebbe più interessante una classifica dei libri più letti (piuttosto che dei più venduti)? Alcuni dei libri acquistati rimangono sugli scaffali delle librerie di famiglia a prendere polvere, senza nemmeno essere sfogliati. Altri invece passano di mano in mano: dal padre al figlio, dal fratello alla sorella, dall’amico al conoscente. Sono i libri “vissuti”. Quelli che hanno (o che avrebbero) una loro storia da raccontare per il sol fatto di esser stati compulsati e letti da diverse persone.
Una classifica dei libri più letti… Credo sia impossibile realizzarla (a meno che non ci si accontenti di proiezioni statistiche su campioni di lettori, sperando nella veridicità degli intervistati e nell’efficienza dei campionamenti).
Però… come sarebbe bello se ci fosse!
sono un’autrice esordiente che ha pubblicato un romanzo con una casa editrice piccola, che riceve mail di lettori sconosciuti entusiasti e generosi di complimenti… nonostante purtroppo non sia facile reperire il mio libro. Magari ci fosse una classifica dei libri più letti! O, meglio, più meritevoli e amati! Però, che fare… il mondo va così! Sto lavorando duro sul secondo e spsero di fare un salto di qualità ( e che la ‘fortuna’ -?- mi assista…).
Infine, complimenti per questo blog interessante.
Devo dire che quando acquisto un libro lo faccio senza mai guardare, o farmi condizionare, dalle classifiche di vendita. Mi fido di più dei consigli degli amici o delle dritte del mio libraio di fiducia.
A cosa serva una classifica dei libri meno venduti non riesco proprio a capirlo. Credo che l’unico risultato che si possa ottenere sia quello di mortificare chi ha la sventura di trovarsi in vetta. Povero Montale! Oggi andrò in libreria e acquisterò una nuova edizione di una sua raccolta di poesie.
Rosa ti sei risposta da solo a che cosa serva una classifica dei libri meno letto, a suscitare la ocmpassione dei lettori.
Tu oggi comprerai un libro di Montale arricchendo la sua casa editrice cosa che non avresti fatto se non avessi letto la classifica dei libri meno venduti.
saluti
F.G.
Ciao Francesco. Guarda che la mia era solo una battuta. I libri di Montale ce li ho già, mica mi servono doppioni.
Non avevo colto l’ironia scusa.
ciao
Ovvio che le classifiche siano una faccenda perniciosa, perché rafforzano gratis l’azione di marketing dell’editore.
E’ un po’ come se l’editore potesse congratularsi con se stesso perché ha visto giusto, e invece quello è solo il risultato dei suoi investimenti di marketing su quel nome, che sia Faulkner o non lo sia fa mica tanta differenza…
La classifica del gambero mi era sfuggita! E’quasi divertente il bene di parole che, sui libri, sappiamo produrre. Nebulose brillanti che ci conducono sempre allo stesso punto: la vendita e la lettura.
Saluti.
G.
Può accadere che uno scrittore venga trasformato in un divo
dall’editoria indirizzata a fini commerciali e tale espressione è già di per
se stessa minacciosamente significativa. In campo letterario prendono piede
fenomeni di mercificazione, e certi libri vengono lanciati quasi come si
farebbe per un sapone o un nuovo capo di vestiario.
La classifica cui si fa cenno non è perciò che l’aspetto vistoso delle
nuove condizioni create dalla società di massa, che riesce a produrre
consenso attraverso massicci e insistiti messaggi pubblicitari. Vi sono
recenti grandi successi di cassetta in campo librario che hanno avuto
fortuna proprio grazie a questi metodi. E’ una strada che porta (per la
prima volta nella storia) a squalificare il libro come strumento di cultura
e a trasformarlo in oggetto di consumo.
Ma no!! A che ci servono tali classifiche?! Se si ama leggere lo si fa a prescindere dalle classifiche, ma servendosi di altri input(articoli letti, recensioni, passaparola etc..) ma non le classifiche, no, men che meno quelle degli invenduti.Io leggo tanto e compro i libri in base a dei miei criteri che sono il genere ,la casa editrice, la copertina, il toccare il libro,l’annusarlo nel senso di sentirlo e poi anche altre informazioni, suggerimenti ,scambi di informazione anche su questo genere di forum o altro.Ora sto leggendo Suite francese di Irene Newhiroskj (non mi ricordo se si scrive così)scritto molto bene e con una intensa e perfetta narrazione di storie di vari personaggi in uno scenario di guerra ed occupazione tedesca….e poi ho trovato molto bello quela sera dorata di Peter Cameron…e poi…e poi…non mi basterebbe tutto lo spazio….Buona lettura a tutti….ALINA
Secondo me le classifiche settimanali lasciano il tempo che trovano… forse hanno senso quelle di fine anno, se pubblicate nella primavera successiva 😉
La mia opinione:
Se nelle classifiche ci fossi anch’io, forse crederei a questi elenchi come pure se trovassi il tempo per leggere tutto che va in classifica potrei avere una idea più certa. Però, le classifiche anche se io parlo da persona non inclusa, ma non perchè esclusa, ma solo perchè esordiente che in questo caso mi verrebbe voglia di scrivere eso-r-diente…rende meglio l’idea di colui che sta fuori…dunque, termino col dire che alle classifiche non ho mai badato…ma soltanto perchè sono una distratta da altro.
Come al solito uscire dal tema è il mio forte o il mio punto debole..e rileggendo i vostri commenti e l’introduzione alla tematica in corso…ne esco rafforzata e non perchè io figuri in qualche classifica ma soltanto perchè andando bene in matematica ai miei tempi, non ho mai messo in vendita o ritenuto di poter mettere in vendita quel che scrivo, almeno finora, e così, avendo voluto trasformare i miei libri in piccoli doni, inventandomi anche la frase “qualunque sia il suo costo il libro è sempre un dono” che scrissi in un dicembre di qualche anno fa, ricordando un sig.Leonardo…aver avuto l’idea di non vendere…i miei figlioletti di carta non hanno potuto subire il ghigliottinamento di queste classifiche, insomma veramente con i libri in questione mi sono comportata da mammina oltre che da autrice…Fate come me, se non potete vendere, cari miei, donate, donate, donate e nessuno vi potrà mai emarginare nel bene e nel male……e chi vivrà vedrà!!!!!
Sicuramente noi qui che leggiamo non badiamo alle classifiche e non ci facciamo certo influenzare nell’acquisto di un libro dal numero di copie che sono state vendute.
Ma gli altri, le centinaia di migliala di potenziali acquirenti, comperano solo i successi.
Ci sono salotti dai quali ti cacciano fuori se non hai letto “io uccido” e se hai letto “Saltatempo” non sanno neppure di cosa stai parlando.
Maugeri, devo dirle che anch’io seguo con molto interesse gli articoli di Salis sul domenicale del sole24ore.
Per quanto concerne le classifiche ritengo sia meglio non nascondersi dietro un dito. Che piaccia o no le classifiche fanno tendenza, influenzano gusti e scelte. Certo poi ci sono i lettori più attenti, i lettori forti. Ma sono una minoranza. La maggioranza dei lettori, secondo me, compresi i lettori occasionali pensano che se un libro l’hanno compratoin tantideve per forza avere delle qualità. Mi pare piuttosto ovvio. Da qui l’importanza delle classifiche per autori ed editori.
Caro e gentile Spartacus, mi viene da chiederle..e allora se lo spazio delle idee e opinioni è vasto come l’universo, queste classifiche come accettarle, se ci sarebbe da chiedersi allora se a fare la qualità di un libro sia soltanto una questione numerica. Ma se fosse così, è più importante studiare la matematica piuttosto che leggere o scrivere…
Gabry Conti dice: “ci sarebbe da chiedersi allora se a fare la qualità di un libro sia soltanto una questione numerica.”
La risposta è no. Assolutamente no. Nonostante ciò ribadisco il concetto: “Che piaccia o no le classifiche fanno tendenza, influenzano gusti e scelte.”
Grazie Spartacus, adesso capisco perchè non seguo la moda in maniera ossessiva e neanche le tendenze mi scalfiscono la mente.Ciao
Gentilissima Gabry Conti, guardi che io sono perfettamente d’accordo con lei. E fa bene a non seguire mode e tendenze. Però molta gente lo fa, per cui dobbiamo comprendere gli editori che chiedono chiarezza e precisione nelle classifiche che, ripeto, fanno tendenza…
Confermano il lavoro di marketing, consegnano uno spettro (speriamo attendibile per la raccolta dati) sui gusti dei lettori, danno soddisfazione agli autori che sono presenti. A volte fanno anche moda e tendenza. Non ci trovo nulla di male. Anzi mi diverto a leggerle e ogni volta mi sembra di imparare qualcosa. Poi talvolta capita che ci caschi un gioiellino, che magari ho letto da poco… e allora mi riempio di gioia. Quelle on line, di Ibs per esempio, sono mitiche. Lì puoi anche vedere quali libri vengono comprati “di nascosto”…
buona settimana
elisabetta
Cara Elisabetta,
il tono delle tue parole m’inebria. Finalmente un tocco di positivo perchè sentire dire un – Sì – fa molto meglio che udire un – No – Ti ringrazio di questo.
Ti prendo sul serio, allora, ti chiedo e vi chiedo, perchè non fare le classifiche di ogni cosa, di tutto quello che riguarda il gestire le cose pubbliche…ed ecco comparire i famosi sondaggi..ma questi sondaggi chi li fa e come li fa…come vedi, dietro ad ogni tipo di classifica esistono sempre e soltanto dei numeri…e per farti contenta, ben vengano questi numeri del resto mi chiamo conti…ciao e grazie dell’atmosfera di serenità che ci hai donato.
Nella classifica dei bloggers sei tra i primi tre, va bene?
impossibile che sia vero… intendo nei primi tre… ci deve essere un trucco sotto… comunque signorina Conti lei mi fa sempre sorridere e non capita spesso, quindi continui così! Mi viene in mente un filmetto degli ultimi tempi, su Fox crime credo, o Life (!?!), il titolo è Numb3rs. Giallo e nero come tanti, le metafore che preferisco. La base del filmetto è risolvere casi delittuosi riconducendoli e riducendoli a una formula matematica. Intrigante. I numeri in qualche modo, cercano di placare le ansie. Vediamola un po’ anche così…