Aprile 26, 2024

362 thoughts on “FESTIVALETTERATURA di Mantova

  1. E tanti in bocca al lupo ai cinque finalisti, vincitori del Premio Selezione Campiello 2012:
    Carmine Abate con il romanzo “La collina del vento” (Mondadori), Marcello Fois con il romanzo “Nel tempo di mezzo” (Einaudi), Francesca Melandri con “Più alto del mare” (Rizzoli), Marco Missiroli con “Il senso dell’elefante” (Guanda) e Giovanni Montanaro con “Tutti i colori del mondo” (Feltrinelli).
    Per chi desiderasse avere informazioni ulteriori sui libri in questione vi rimando ancora una volta al link già indicato sopra: http://letteratitudinenews.wordpress.com/2012/08/30/premio-campiello-2012-finale/

  2. Stasera, come si diceva, conosceremo il nome del vincitore o della vincitrice (l’unica finalista di questa edizione è Francesca Melandri).
    Ma torniamo all’argomento del post…

  3. Sta per cominciare la nuova edizione del Festivaletteratura di Mantova (5-9 settembre 2012) e io vorrei dedicare all’evento questo breve post sia per augurare i classici “in bocca al lupo” agli organizzatori, ma anche per complimentarmi con loro e ringraziarli per il lavoro eccezionale che hanno svolto in questi anni (e che ha permesso a questo evento di ergersi come uno dei più importanti appuntamenti del mondo della letteratura).
    Grazie di cuore. Davvero. E tanti complimenti.

  4. Come ho già anticipato, con l’aiuto degli amici di Letteratitudine tracceremo la storia del Festival Letteratura di Mantova e segnaleremo gli appuntamenti principali.

  5. Ribadisco l’invito rivolto agli uffici stampa delle case editrici – se lo desiderano – a segnalare, tra i commenti, gli appuntamenti che coinvolgono i loro autori.

  6. Ciao. Buon rientro dalle ferie a te.
    Stasera purtroppo non potrò vedere il Campiello. Ma chi saranno quei coraggiosi che resteranno a casa un sabato sera d’estate per vedersi il Campiello in TV?
    Comunque mi terrò aggiornato anche attraverso il blog.

  7. Quanto al Festival di Mantova l’ho sempre visto con ammirazione. Qualcosa di bello e di difficilmente replicabile.
    Prima o poi ci andrò.
    Ciao.

  8. Il Festivaletteratura di Mantova è una manifestazione culturale nata nel 1997, in cui, nei primi giorni di settembre, si susseguono incontri con autori, reading, spettacoli, concerti, installazioni artistiche. La manifestazione riscuote un notevole successo di pubblico fin dai primi anni ed è attualmente tra gli appuntamenti culturali e letterari più importanti d’Italia e d’Europa.

  9. Gli organizzatori hanno preso spunto da iniziative simili vissute nei paesi anglosassoni: nello specifico il Festival di Mantova non ha mai nascosto di essersi ispirato a quello di Hay-on-Wye nel Galles: formula questa che ben si è adattata alle caratteristiche della città di Virgilio. La particolarità di questo evento è la dimensione “ridotta”: gli incontri tra il pubblico e gli autori si svolgono infatti nel centro storico della città, all’interno dei palazzi signorili, nei giardini e nelle piazze: la città stessa diventa quindi cornice degli eventi. L’autore è al centro dell’attenzione: gli incontri ruotano intorno alle sue esperienze e lasciano molto spazio alle domande del pubblico, dando la possibilità di interagire con chi di solito resta “al di là” del libro. Questo aspetto della manifestazione rende il Festivaletteratura diverso da altri appuntamenti simili.

  10. Il Festivaletteratura ha inizio di mercoledì, con l’inaugurazione alla presenza delle autorità e del comitato organizzatore, e termina la domenica successiva, con l’evento conclusivo di Piazza Castello. Ognuno dei cinque giorni propone tra i quaranta e cinquanta incontri, a numero chiuso o a partecipazione libera, gratis o a pagamento, che si svolgono in piazza o in altri luoghi della città. Gli spazi possono anche essere messi a disposizione da privati, come succede ad esempio ai bar del centro che ospitano le mattutine “Colazioni con l’autore”, o ai giardini di case signorili, nei quali trovano posto eventi da trenta o quaranta persone.

  11. I LUOGHI DEL FESTIVAL
    Piazze, chiese, teatri e palazzi ospitano gli eventi del festival. Alcuni di questi ogni anno vengono riproposti, altri vengono inseriti a rotazione con, ogni anno, nuovi luoghi proposti:
    Atrio degli Arcieri (Palazzo Ducale)
    Fondazione Università di Mantova – Aula Magna
    Bosco Fontana
    Cantine di Vincenzo Gonzaga (Palazzo Ducale)
    Cappella di Palazzo del Mago
    Casa della Beata Osanna
    Chiesa di San Maurizio
    Chiesa di Santa Maria della Vittoria
    Chiostro della chiesa di San Barnaba
    Conservatorio “Campiani”
    Cortile della Cavallerizza (Palazzo Ducale)
    Liceo ginnasio “Virgilio”
    Palazzo d’Arco
    Palazzo dell’Agricoltura
    Palazzo della Ragione
    Palazzo di San Sebastiano
    Piazza Castello (Palazzo Ducale)
    Piazza Erbe
    Piazza L.B. Alberti
    Piazza Mantegna
    Piazza Lega Lombarda
    Piazza Virgiliana
    Seminario Vescovile
    Teatreno
    Teatro Ariston
    Teatro Bibiena
    Teatro Sociale
    Tenda Sordello

  12. L’ultimo giorno del festival viene proposto il titolo di un libro che sarà alla base di una grande comunità di lettori. L’idea fu lanciata per la prima volta in occasione del decennale di Festivaletteratura. Durante l’inverno e la primavera questo libro, distribuito gratuitamente, è occasione di incontri e di animazione culturale.
    Sul sito internet http://www.quicomincialalettura.it vengono segnalati i sostenitori del progetto e le manifestazioni organizzate incentrate sul libro proposto. La distribuzione gratuita in un grande numero di copie impone che il titolo sia esente da diritti d’autore, quindi la scelta è caduta su autori nati nel XIX secolo:
    2006 – Jolanda, la figlia del Corsaro Nero (1905) di Emilio Salgari
    2007 – Il bacio di una morta (1889) di Carolina Invernizio
    2008 – Alpinisti Ciabattoni (1888) di Achille Giovanni Cagna
    2009 – Amore e Ginnastica (1892) di Edmondo De Amicis
    2010 – Zanna bianca (1906) di Jack London

  13. Nel 2006 il concorso, intitolato “Scrivi… di Jolanda”, chiedeva di riscrivere il personaggio salgariano di Jolanda. Nella sezione narrativa del concorso sono stati premiati Scilla Bonfiglioli, Paolo Giordano e Maria Francesca Zimi.
    Dal concorso è nata un’antologia di racconti che è stata intitolata Sangue corsaro nelle vene – Avventurose riscritture dalla Jolanda di Emilio Salgari. Gli autori che hanno collaborato all’antologia sono:
    Paolo Agaraff,
    Roberto Barbolini,
    Antonio Barocci,
    Matteo Bortolotti,
    Davide Bregola,
    Cristiano Brignola,
    Cristian Cizmar,
    Alfredo Colitto,
    Gianluca Di Dio,
    Marco Felicioni,
    Emanuele Ferrari,
    Alessandro Ghebreigziabiher,
    Kai Zen,
    Luca Masali,
    Gianluca Morozzi,
    Donatella Placidi,
    Federico Platania,
    Barbara Pumhösel,
    Paolo Roversi,
    Silvia Torrealta.
    L’antologia è stata presentata durante l’edizione del Festivaletteratura di Mantova del 2007 nel cartellone degli eventi collaterali a cura dell’Assessorato alla cultura del Comune di Mantova.

  14. La forza del Festivaletteratura sono i volontari: persone di tutte le età, per la maggior parte ragazzi e ragazze tra i 15 ed i 25 anni, che mettono a disposizione il loro tempo e la loro energia per la perfetta riuscita del Festival. Dopo i primi anni, Mantova ha iniziato ad ospitare anche volontari da tutt’Italia e dall’estero, raggiungendo ben presto cifre elevate di partecipazione (nel 2004 i volontari sono stati più di 800). I volontari si occupano di tutti gli aspetti dell’organizzazione, affiancando in questo il Comitato Organizzatore: i loro ruoli sono la segreteria, il botteghino, l’assistenza agli eventi, l’allestimento dei luoghi, la realizzazione di audio e video, la redazione del giornalino. La “divisa” dei volontari è una maglietta blu, che l’Associazione Filofestival regala loro al momento dell’iscrizione, insieme ad una copertura assicurativa, al pass che permette loro di assistere a tutti gli eventi, ed al vitto ed alloggio gratuiti.

  15. Il Festivaletteratura di Mantova vive grazie al felice connubio tra scrittori, pubblico, organizzatori e volontari: tutti contribuiscono a creare un’atmosfera unica e festosa. Nel corso della manifestazione la città si anima e vengono riscoperti e goduti angoli particolari del centro cittadino, che diventa così un vivace “salotto letterario”. Si può dire che il Festivaletteratura sia riuscito nell’obiettivo di rendere la letteratura a portata di tutti: è impossibile in quei giorni non imbattersi in un incontro con l’autore o in un reading. Il successo di questo progetto di diffusione culturale è testimoniato dalla grande partecipazione e collaborazione dei cittadini mantovani, e dal fiorire di diversi festival “paralleli” nella stessa città, come il Mantova Musica Festival, il Festival Teatro – Arlecchino d’Oro e Segni d’Infanzia, o in città vicine, come il Festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo e altri. Il Festivaletteratura propone anche percorsi guidati al patrimonio artistico, concerti, reading di poesia, spettacoli teatrali e numerose altre iniziative collaterali. Tutto questo contribuisce a rendere Mantova, nella settimana del Festival, una città diversa, più cosmopolita e frizzante.

  16. Nel giugno 2009 fu annunciato che Festivaletteratura avrebbe avuto un proprio archivio. Obiettivo dell’iniziativa era di dare ordine ai materiali cartacei, fotografici, sonori e video relativi alle edizioni di Festivaletteratura, consentendone la fruizione per studio o diletto a studiosi e semplici appassionati di letteratura. Altro scopo dichiarato dagli organizzatori era che l’archivio servisse alla nascita e alla creazione delle iniziative dei successivi futuri festival. L’archivio infine realizzato, ha la sua sede in via Accademia.

  17. Il Campiello 2012 l’ha vinto Carmine Abate. Questo libro non l’ho letto, ma altri suoi si’. Un autore che merita, Abate.

  18. Carmine Abate con il romanzo “La collina del vento” (Mondadori) è il vincitore della 50/ma edizione del Premio Campiello. Lo scrittore ha avuto 98 voti sui 273 voti arrivati della giuria dei lettori.

    Al secondo posto Francesca Melandri con “Più alto del mare” (Rizzoli), che ha avuto 58 voti e al terzo Marcello Fois con “Nel tempo di mezzo” (Einaudi), 49 voti. Al quarto Marco Missiroli con “Il senso dell’elefante” (Guanda), e all’ultimo Giovanni Montanaro con “Tutti i colori del mondo” (Feltrinelli), con 32 voti.

  19. Questa volta Carmine Abate, già fra i cinque autori finalisti del Campiello nel 2004 con ‘La festa del ritorno’, è riuscito a superare tutti e anche con un notevole distacco sugli altri autori diventati “suoi amici” in questi mesi di appuntamenti in giro per l’Italia del premio promosso da Confindustria Veneto. Con la sua saga di una famiglia “davvero specialé raccontata ne ‘La collina del vento’ (Mondadori), lo scrittore arbresh, la comunità albanese che vive in Calabria, è il supervincitore della cinquantesima edizione del Premio Campiello con 98 voti, 40 più di Francesca Melandri che con ‘Piu’ alto del maré (Rizzoli) ne ha avuti 58. Durante lo spoglio la scrittrice, che indossava un abito confezionato dalla figlia quindicenne, è stata per lungo tempo a pari merito con Abate nella serata finale del premio al Teatro La Fenice, condotta da Bruno Vespa e trasmessa su Rai1

  20. Spero davvero che il Festival di Mantova si ponga come un appuntamentp sempre più atteso da lettori e semplici curiosi.
    Tutto serve al libro nel senso più alto del termine: incontri e dibattiti devono porre l’accento sulla lettura e sul libro, che non dev’essere un pre-testo appunto ma il cardine intorno al quale far ruotare tutto.
    Vorrei poter essere dei vostri, ma la collocazione settembrina dell’evento lo rende un po’ out per noi insegnanti…

  21. Festivaletteratura Mantova

    XVI^ EDIZIONE DI FESTIVALETTERATURA MANTOVA
    DAL 5 AL 9 SETTEMBRE 2012

    Idee e memorie contro la crisi, non solo economica. Ospiti internazionali, scrittori, saggisti, alcuni riconosciuti, altri meno noti. Con una certezza: è attraverso le voci più differenti, attraverso le idee e i vicinati inediti che si crea dialogo e produzione intellettuale. A Mantova, quest’anno, grandi nomi della letteratura: da Seamus Heaney a Ngugi Wa Thiongo. E ancora: i ritorni di Englander e Pablo d’Ors.
    Gli ospiti che non ti aspetti: Shaul Ladany e Jan Douwe van der Ploeg. Attenzione alla poesia: omaggi a Turoldo e Szymborska, una retrospettiva per il premio nobel Toni Morrison e uno sguardo anche alla
    storia recente.

  22. La sedicesima edizione di Festivaletteratura si terrà a Mantova da mercoledì 5 a domenica 9 settembre 2012. In un momento d’inquietudine diffusa, a causa della perdurante crisi economica e del sisma che ha colpito Mantova insieme ad altre città, gli organizzatori del Festival pensano che la cosa migliore da fare sia realizzare il Festival secondo lo spirito degli esordi, nel lontano 1997. Per l’edizione 2012 Festivaletteratura procederà applicando la formula già felicemente collaudata: chiamerà a Mantova autori e lettori, farà vivere la città come luogo di dialogo e produzione di idee e narrazioni, offrirà per cinque giorni
    suggestioni e letture da mettere a frutto nei mesi a seguire.

  23. Per quanto riguarda il programma, Festivaletteratura sceglie per il 2012 di partire dai fondamentali. In molti degli incontri o delle serie di appuntamenti che compongono il calendario di questa sedicesima edizione ci si addentrerà nelle forme o nei generi della letteratura, secondo modalità di volta in volta diverse ma che puntano a metterne in luce specificità stilistiche, potenzialità creativa, apertura alla contaminazione, attraverso il confronto – in presenza o a distanza – tra alcuni dei loro maggiori interpreti o incursioni a volte più ludiche e spettacolari.

  24. In questo senso, uno degli eventi più attesi è la festa sull’Orlando Furioso che si terrà tra Palazzo Te e l’exSagrestia della SS. Trinità annessa all’Archivio di Stato. L’idea è di riportare a Mantova questo capolavoro spesso dimenticato a cinquecento anni dalle prime letture che Ludovico Ariosto ne faceva a Isabella d’Este.
    La macchina fantastica del poema sarà rimessa in moto chiedendo a oltre quaranta tra scrittori, poeti, artisti, studiosi di varie discipline di raccontare per mezz’ora ciascuno il proprio Orlando Furioso. Il pubblico sarà invitato a perdersi nelle sale di Palazzo Te come tra le stanze del poema e, attraverso le varie storie che incontrerà, a lasciarsi trasportare dagli infiniti rimandi della narrazione. Nello spazio presso l’Archivio di Stato sarà allestita, per i cinque giorni della manifestazione, una stanza multimediale che permetterà al pubblico di guardare e ascoltare documenti d’epoca, immagini di affreschi, programmi radiofonici, spettacoli teatrali e film televisivi ispirati all’Orlando Furioso.

  25. Tre incontri saranno dedicati alla forma racconto, capace spesso di mettere in crisi anche i più affermati tra i romanzieri. Aimee Bender, Nathan Englander, Pablo d’Ors, Etgar Keret e alcuni scrittori italiani che felicemente frequentano il racconto saranno invitati a confrontarsi sulla gestione del ritmo, sugli artifici stilistici, sui modelli presenti e passati utili a tenere il passo della narrazione breve.

  26. La favola entra a Festivaletteratura nella ricorrenza del bicentenario della pubblicazione della prima edizione delle Favole dei fratelli Grimm. In una serie di incontri organizzati in collaborazione con il Goethe Institut, Pino Costalunga chiamerà narratori italiani come Marcello Fois o Michela Murgia, un poeta tedesco come Lutz Seiler, scrittori-illustratori per ragazzi come Simone Frasca, o persone apparentemente lontane dal mondo delle fiabe come Gherardo Colombo a raccontare o a reinventare una favola dei Grimm, per mostrare ad adulti e ragazzi come queste storie – a duecento anni di distanza – continuino a toccarci nel profondo, esprimendo le nostre paure e i nostri desideri più inconfessati.

  27. Sul rapporto tra maestro e allievo si giocheranno invece gli appuntamenti di quest’anno dedicati al giallo. A tre tra i più popolari giallisti italiani – Massimo Carlotto, Carlo Lucarelli e Marco Malvaldi – è stato chiesto di scegliere l’autore del passato sulla cui lettura si sono più esercitati per affinare i ferri del mestiere.
    A questo sguardo sul lavoro di apprendistato della scrittura nera e poliziesca, si affiancano per gli appassionati del genere gli incontri con due fra i più interessanti interpreti a livello internazionale: l’argentina Claudia Piñeiro e gli svedesi Lars Kepler.

  28. Con costante interesse il Festival segue gli autori che si cimentano con la narrazione per immagini, genere che si presta a ibridazioni e sperimentazioni costanti. Insieme alla presenza di un illustratore classico come Emiliano Ponzi (autore dell’immagine del programma 2012), di un osservatore a fumetti dell’antropologia degli spazi urbani come Guy Deslile, del giovane autore di graphic novel per adolescenti Sualzo, vanno segnalati gli incontri con Vittorio Giardino e lo storico Gabriele Ranzato sulla genesi delle graphic novel dai documenti d’archivio, e quello con Emmanuel Guibert e Fréderic Lemercier, che compongono i loro libri-reportage mescolando racconto a fumetti, fotografia, inchiesta giornalistica. Per rendere più appassionante per il pubblico il confronto tra narrazione scritta e narrazione per figure, il Festival rinnova gli appuntamenti delle temporary stories, che vedono parallelamente all’opera uno scrittore e un autore di graphic novel nello sviluppo di una stessa storia; mette la spontaneità della matita di Yocci al servizio della
    voce di Paolo Nori; offre la possibilità nei laboratori di ri-tratto di cimentarsi ora con il disegno (insieme a Chiara Carrer), ora con la scrittura (con Marcello Fois).

  29. “E’ ancora possibile la poesia?” è il tema che attraversa in filigrana tutta la sezione dedicata alle scritture in versi e che sarà al centro di uno specifico incontro con due studiosi della lingua e della letteratura italiana
    come Maria Luisa Altieri Biagi e Pietro Beltrami, coordinati da Daniele Piccini. I poeti italiani ospiti a Festivaletteratura 2012 saranno Cristina Alziati, Pierluigi Cappello, Anna Maria Farabbi, Giulia Perroni e Antonio Prete. Gli omaggi di la parola cui abbiamo creduto sono rivolti a Ezra Pound, David Maria Turoldo e Wislawa Szymborska, alla cui opera sarà dedicato anche un recital al Teatro Bibiena che vedrà protagonista Licia Maglietta. Uno speciale focus – germanica – sarà dedicato ad alcuni dei principali interpreti della poesia tedesca contemporanea: Ulla Hahn, Michael Krüger e Lutz Seiler. Il posto d’onore spetta però al premio Nobel irlandese Seamus Heaney, per la prima volta a Festivaletteratura, il cui intervento è previsto nel giorno inaugurale della manifestazione.

  30. All’indagine su modi e forme della creazione letteraria si affianca l’attenzione all’esperienza della fruizione.
    Il gusto del racconto, il desiderio del libro, i poteri della lettura rappresentano un altro fil rouge cui si può ricondurre un nutrito numero di eventi di questa edizione. Libri di scena è la serie di letture che la compagnia del libro coordinata da Luca Scarlini terrà più volte al giorno. I lettori-volontari che hanno prestato la propria voce lo scorso anno a “Il Confortatorio di Mantova”, e ora costituitisi in compagnia stabile, hanno scelto quest’anno di intrattenere il pubblico leggendo libri che parlano di libri (La lettura di Cechov, a Leggere Hegel in Siberia di Foldeny e molti altri ancora).

  31. Lo stesso Luca Scarlini terrà una lettura-spettacolo su quei “Libri maledetti”, a cui nei secoli sono stati attribuiti poteri misteriosi, talvolta malefici. E ancora in questo ambito si possono citare le non-letture di libri
    di Pierre Bayard; gli incontri sulla lettura di Peter Bichsel, Alberto Manguel, Aidan Chambers; il confronto di David Lodge e Laura Boella sul ruolo della letteratura nella formazione della coscienza. Il premio Pulitzer Stephen Greenblatt, insieme a Nicola Gardini, ripercorrerà una delle più appassionanti ricerche di codici antichi della storia moderna: quella del ritrovamento del De Rerum Natura di Lucrezio da parte dell’umanista Poggio Bracciolini.

  32. La biblioteca negli ultimi anni è divenuta a Festivaletteratura occasione di approfondimento, oltre che una biblioteca vera e propria che raccoglie centinaia di volumi legati a un autore o a un tema e lasciati alla lettura libera di tutto il pubblico. Dopo l’esperienza della biblioteca di fantascienza dello scorso anno, proseguita in forma itinerante dopo la fine della manifestazione in diverse biblioteche della provincia di Mantova, nel 2012 l’attenzione andrà alle biblioteche popolari circolanti. Richiamando le coraggiose e libertarie esperienze di biblioteche nate oltre cent’anni fa per l’emancipazione e l’educazione delle classi subalterne, il Festival ha chiesto a quattro intellettuali di diversa formazione – Claudio Bartocci, Alberto Manguel, Massimo Recalcati e Marco Romanelli – di compilare il catalogo di una biblioteca circolante contemporanea, in grado di rispondere alle esigenze di una formazione di “base” per interpretare e per acquisire piena cittadinanza nel mondo contemporaneo. Le quattro biblioteche – di circa 200 volumi l’una – circoleranno su due bibliobus per le varie piazze della città. Insieme a queste, attraverso alcuni fondi conservati presso le biblioteche mantovane, sarà ricostruita una biblioteca popolare di inizio Novecento. Due degli incontri delle biblioteche circolanti, coordinati da Guido Vitiello, vedranno protagonisti i quattro “bibliotecari” sopra citati; il terzo incontro, dedicato alla storia e all’attualità delle biblioteche popolari, avrà come protagonisti lo storico Nicola Labanca e Sergio Dogliani, inventore degli Idea-Store londinesi.

  33. Un analogo e apparentemente straniante accostamento tra tradizione e modernità avverrà per i laboratori dedicati alla redazione delle voci di Wikipedia. All’interno dei settecenteschi saloni della Biblioteca Teresiana recentemente restaurati, i volontari della più consultata enciclopedia on-line – coordinati da Roberto Casati – insegneranno ai partecipanti come si redige e si corregge una voce, attraverso un’analisi e una comparazione delle fonti che non escluderà il patrimonio librario presente all’interno della stessa biblioteca.

  34. L’archivio è un altro dei luoghi entrati definitivamente nell’immaginario e nella pratica del Festival.
    L’Archivio di Festivaletteratura offrirà i materiali sonori per gli omaggi dedicati a due grandi protagonisti delle passate edizioni della manifestazione (Anna Politkovskaja e Tiziano Terzani), scritti da Silvano Piccardi e Luciano Minerva e che vedranno la partecipazione di Ottavia Piccolo e Rita Marcotulli. La selezione di registrazioni sonore messa quest’anno a disposizione del pubblico presso la sede dell’Archivio
    in via Accademia comprenderà tutte le testimonianze dei giornalisti d’inchiesta o degli inviati nelle zone “più calde” del pianeta intervenuti a Mantova nelle passate edizioni. In questo solco si inseriscono gli incontri con due fotoreporter dalle aree di conflitto come Alain Keler e Paolo Pellegrin, e il ritorno a Mantova di un grande corrispondente di guerra come Valerio Pellizzari.

  35. La ricerca sui documenti d’archivio accomuna molti degli eventi dell’edizione di quest’anno. Il restauro e la riedizione delle carte di Aldo Moro scritte durante la prigionia, paragonabili per molti aspetti a quelli
    compiuti sui manoscritti più antichi della nostra letteratura, saranno al centro di un incontro con Miguel Gotor e con alcuni esperti dell’Archivio di Stato di Roma. Delle agghiaccianti testimonianze scoperte nelle trascrizioni effettuate dall’esercito alleato delle conversazioni dei prigionieri tedeschi parlerà lo storico Sönke Neitzel. Testimonianze dirette che permettono di rileggere eventi del nostro passato recente (o di strettissima attualità) sono quelle di Gherardo Colombo sui vent’anni di Mani Pulite, di Paolo Mieli sul caso Mattei, del procuratore antimafia Pietro Grasso, che terrà sul tema delle mafie anche un incontro per ragazzi insieme a Silvana Gandolfi. Attraverso un reading collettivo dei racconti prodotti durante un laboratorio di scrittura, gli ex-dipendenti dell’Eutelia ripercorreranno la loro infinita vertenza, emblematica di un mondo del lavoro in grande sofferenza e sempre meno ascoltato.

  36. Non sono pochi i narratori europei presenti al Festival che affrontano nei propri romanzi temi legati alla controversa eredità storica del Novecento: l’evoluzione dei regimi ex-comunisti, le violenze etniche, le guerre civili, la riduzione della memoria a monumento. Tra questi segnaliamo la romena Gabriela Adamesteanu, il catalano Jaume Cabré, lo svedese Steve Sem-Sandberg, il ceco Jáchym Topol, tra i più giovani firmatari di Charta 77. L’attenzione di Festivaletteratura alla pluralità di voci della letteratura europea trova conferma – oltre che negli autori già citati – nelle presenze di Peter Nadas, Jón Kalman Stefánsson, Olga Tokarczuk, Ernest Van der Kwast, e nei ritorni di Pablo d’Ors, Roddy Doyle ed Eric-Emmanuel Schmitt.

  37. Proseguono inoltre due dei progetti più consolidati del Festival, dedicati rispettivamente ai nuovi scrittori e alla ricchezza linguistica del nostro continente: Scritture Giovani e Vocabolario Europeo. “Why?” è il tema su cui si sono cimentati i quattro autori selezionati per Scritture Giovani 2012 – Antonia Baum, Andrea Lundgren, Eurig Salisbury, Francesca Scotti – nello scrivere il loro racconto e sul quale si confronteranno nei due incontri che li vedranno protagonisti al Festival. Dieci le nuove parole che si aggiungeranno al Vocabolario Europeo quest’anno: agli incontri, coordinati da Giuseppe Antonelli, Matteo Motolese e Lucilla Pizzoli, interverranno tra gli altri Antonio Prete, Gabriela Adamesteanu, Peter Nadas, Jón Kalman Stefánsson, Lutz Seiler.

  38. Ampio spazio viene riservato nel programma di quest’anno alla letteratura israeliana e, più in generale, alla cultura ebraica. Torna a Festivaletteratura Etgar Keret, considerato uno dei principali esponenti della generazione della letteratura israeliana affermatasi negli anni Novanta; generazione a cui appartiene anche Eskhol Nevo, per la prima volta a Mantova. Il marciatore Shaul Ladany racconterà la sua vita straordinaria che lo ha visto da bambino prigioniero a Bergen-Belsen e, al culmine della carriera sportiva, nella squadra olimpica israeliana a Monaco ’72, l’anno della strage provocata dal commando di Settembre Nero. Le lettere dell’alfabeto ebraico saranno al centro di un singolare laboratorio di scrittura per ragazzi tenuto da Matteo Corradini.

  39. E alla cultura ebreo-americana fanno riferimento due dei grandi narratori statunitensi presenti al Festival quest’anno, Nathan Englander e Shalom Auslander, che hanno saputo in pochi anni consolidare un grande
    seguito di lettori anche nel nostro paese. Anche riguardo alla letteratura americana Festivaletteratura non viene comunque meno alla sua vocazione di portare a conoscenza del pubblico talenti ancora poco
    conosciuti, come ad esempio Aimee Bender, la canadese Miriam Toews, o ancora Mischa Berlinski e Sarah Braunstein da poco tradotti nel nostro paese da piccoli editori. Sempre dagli Stati Uniti proviene Louis Sachar, uno dei più importanti scrittori che parteciperanno agli incontri per ragazzi. La retrospettiva di Festivaletteratura 2012 sarà invece dedicata al premio Nobel Toni Morrison: la grande scrittrice afroamericana terrà tre incontri in cui affronterà vari aspetti della sua vasta produzione letteraria.

  40. Non mancherà quest’anno lo spazio dedicato alla letteratura africana. Dal Kenya, uno dei paesi più dinamici dell’Africa contemporanea, Ngugi Wa Thiong’o, voce tra le più autorevoli della letteratura africana postcoloniale e più volte candidato al premio Nobel. Dalla Nigeria, l’Africa al femminile di Lola Shoneyin, poetessa e narratrice.

  41. Immagini, parole e idee che partono da un angolo del mondo e diventano del mondo intero. Il Festival mantiene nel suo programma alcune “zone di transito” dove si possono cogliere in modo scoperto i passaggi da una cultura all’altra: i translation slam, dove due traduttori si confrontano di fronte al pubblico nella versione di un testo inedito; le pagine della cultura, eventi d’inizio giornata durante i quali alcuni degli ospiti internazionali del Festival riflettono sul come e scegliendo quali argomenti i giornali parlano di cultura; gli eventi in lingua, incontri senza traduzione che quest’anno vedranno sul palco tra gli altri David Lodge, Aidan Chambers e Pierre Bayard.

  42. Come sempre molto nutrita la pattuglia di narratori italiani presenti quest’anno a Festivaletteratura. Accanto a due maestri come Claudio Magris e Raffaele La Capria, saranno ospiti a Mantova scrittori ormai solidamente affermati come Niccolò Ammaniti, Fulvio Ervas, Melania Mazzucco, Michela Murgia, Francesco Piccolo. Un viaggio nelle storie della Sardegna tra racconto e musica sarà quello che vedrà impegnato Marcello Fois con il sassofonista Gavino Murgia. Guido Conti compirà con il pubblico un viaggio storico e antropologico lungo il Po; mentre sulle narrazioni milanesi si confronteranno Hans Tuzzi e il giovane Giorgio Fontana. Il romanzo sulla terza età sarà al centro dell’incontro tra Piersandro Pallavicini e Marco Malvaldi.

  43. Sul fronte della saggistica vanno messe in primo piano le presenze di Zygmunt Bauman e di Edgar Morin: entrambi i pensatori interverranno al Festival sui temi legati all’educazione e alla trasmissione del sapere.
    Intorno al ruolo dell’Occidente nell’attuale confronto tra le culture verterà l’intervento dell’antropologo francese Jean-Loup Amselle in dialogo con Marco Aime. Nell’ambito della riflessione psicoanalitica si collocano, seguendo diverse modalità d’approccio, gli interventi sul desiderio di Umberto Curi e di Massimo Recalcati. Un incontro a più voci sarà dedicato all’attualità della lezione di Jung.

  44. In un momento in cui la crisi economica sembra spegnere il futuro, anestetizzare le democrazie e trasformarsi in una crisi più che economica, Festivaletteratura cercherà di mettere a disposizione del pubblico parole, strumenti, approcci inediti che permettano di leggere meglio quanto sta accadendo. Paul Wilmott, secondo un approccio economico-quantistico, cercherà di mostrate i limiti dei presupposti matematici su cui si basa l’economia ufficiale; Giuliano Poletti rilancerà la soluzione cooperativa. Per i ragazzi, un inedito laboratorio sui principi dell’economia sarà tenuto da Davide Ciferri e Stefano Di Colli. E proprio su una domanda di attualità economica “uscire dall’euro: una soluzione possibile” il Festival compie il primo esperimento di Oxford Style, un confronto in cui due relatori parleranno a favore della tesi proposta (Loretta Napoleoni e Claudio Borghi) e due contro (Tito Boeri e Pietro Garibaldi), avendo esattamente dieci minuti a disposizione ciascuno. All’inizio e alla fine dell’incontro si misurerà l’orientamento del pubblico, per vedere se e come è variato. Cinque delle lavagne scientifiche previste in piazza saranno dedicate a spiegare alcune parole abitualmente utilizzate sui giornali per parlare della crisi economica.

  45. Per quanto riguarda l’ambito delle scienze e della tecnologia, uno degli incontri più attesi verterà sul bosone di Higgs, con la partecipazione del fisico Gian Francesco Giudice e del blogger scientifico Tommaso
    Dorigo. L’immunologo Camillo Ricordi illustrerà le più recenti scoperte nella lotta contro il diabete, il biologo Marco Di Domenico racconterà – in modo provocatorio – le insidie che si nascondo nella fauna autoctona italiana, Telmo Pievani – con il sostegno di Federico Taddia – tutte le circostanze nella storia del nostro pianeta in cui l’umanità ha rischiato (davvero) di scomparire. E di animali parlerà – con i ragazzi – anche la scrittrice e zoologa Nicola Davies, mentre l’astrofisico Giovanni Bignami anticiperà ai più piccoli le scoperte scientifiche che ci aspettano nel futuro. Ai temi legati all’informazione scientifica è dedicato uno dei due incontri dell’etica del giornalismo di quest’anno, che vedrà sul palco lo stesso Bignami insieme al giornalista Marco Cattaneo. Da segnalare inoltre, nell’ambito delle tracce (i brevi interventi d’autore su idee, curiosità, passioni o progetti futuri ospitati tradizionalmente nella tenda di piazza Sordello), una serie di appuntamenti sull’influenza dei linguaggi propri delle nuove tecnologie sui processi cognitivi, sul mondo dell’informazione e della scienza, sulla produzione e sulla diffusione delle opere creative.

  46. La riflessione sull’ambiente si concentra quest’anno in primo luogo sulla terra, sull’alimentazione e sulle trasformazioni dell’agricoltura, prendendo in considerazione la lotta per l’accaparramento dei terreni coltivabili (Danielle Nieremberg), il nuovo ruolo dei contadini nel quadro delle trasformazioni economiche e sociali (Jan Douwe Van der Ploeg), i tentativi di “rivoluzione dal basso” degli orti urbani e dei gruppi di acquisto (Franca Roiatti). Vicina a questi temi la serie ‘incontri l’appetito vien leggendo, anche quest’anno nella sede di Casa Slow, in cui si parlerà pranzando di tradizioni culinarie e buone pratiche alimentari
    insieme a Simonetta Agnello-Hornby, Shalom Auslander, Fulvio Ervas, Massimo Montanari e – negli incontri per ragazzi – a Sara Marconi e Francesco Mele.

  47. L’altro punto di osservazione privilegiato nella discussione sui temi della natura è quello del giardino.
    Giardino come natura coltivata ad arte (per la vivaista Anna Peyron), giardino come luogo dello spirito (secondo Pia Pera), giardino come risorsa per la comunità, come verrà proposto in un work café condotto dalla giornalista Pia Meda con la partecipazione di vari esperti del settore. Prossimi ai temi di questi due ultimi incontri sono rispettivamente il racconto per immagini e letture di Laura Pariani sulle esplorazioni in Patagonia di padre Alberto Maria De Agostini e la conversazione tra l’architetto-paesaggista Andreas Kipar con Luca Molinari sulle interazioni possibili tra pianificazione urbanistica e spazi naturali. I quattro incontri dei luoghi del cuore – organizzati in collaborazione con il FAI-Fondo Ambiente Italiano – raccoglieranno invece le memorie sentimentali di alcuni degli autori presenti al Festival legate a un territorio, una città o una piazza del nostro paese e si svolgeranno in alcuni luoghi di Mantova di rilievo storico-artistico, raramente visitabili e mai precedentemente utilizzati per Festivaletteratura. Un laboratorio pratico per adulti sui giardini sarà tenuto da Nadia Nicoletti.

  48. Olmi, Kubrick, Bergman: tre maestri del cinema per tre incontri a Festivaletteratura 2012. Ermanno Olmi sarà ospite del Festival per una lunga conversazione sulla sua vita e sulla sua opera. Emilio D’Alessandro, autista e uomo di fiducia di Stanley Kubrick, ricorderà il regista americano attraverso fotografie e aneddoti dal set con il contributo del critico Filippo Ulivieri. Alexander Ahndoril, autore di una biografia prima calorosamente approvata e poi rifiutata dal regista svedese, parlerà della figura di Ingmar Bergman con Luca Scarlini. Del mondo del cinema e dei festival, ma più in generale sul costume italiano, converserà Natalia Aspesi con Concita De Gregorio. Frédéric Dard, Ruth Klüger, Anna Politkovskaja W.G. Sebald, Wisława Szymborska e Yoshihiro Tatsumi sono alcuni degli autori di cui racconteranno i documentari selezionati per la rassegna Pagine nascoste, che comprenderà anche quest’anno una decina di titoli, con diverse anteprime italiane.

  49. Uno straordinario dietro le quinte della discografia sarà possibile quest’anno grazie agli incontri con Joe Boyd, il produttore che lanciò i Pink Floyd, e con Camillo Ricordi, Claudio Ricordi e Giovanni Gavazzeni, eredi della casa discografica che ha fatto la storia della musica italiana. Per la musica segnaliamo ancora gli spettacoli Gaber se fosse Gaber di Andrea Scanzi, il concerto-anniversario della Scraps Orchestra che vedrà come special guests Lella Costa e Fausto Mesolella, nonché la doppia serie serale di lavagne musicali, che proporrà al pubblico lezioni-concerto di musica classica e musica jazz.

  50. Per quanto riguarda l’arte, tra le presenze già confermate segnaliamo quelle dell’industriale Ennio Brion, uno dei committenti più illuminati per designer e architetti, della designer di moda Nanni Strada, della storica dell’arte Chiara Frugoni e del direttore del British Museum Neil MacGregor.

  51. Le ultime note sono per gli incontri per ragazzi dedicati allo sport e condotti da Andrea Valente con la partecipazione del presidente della Juventus Andrea Agnelli e il campione di basket Dino Meneghin, e per la serie di blurandevù: tra gli autori intervistati quest’anno dai giovani volontari ci saranno Massimo Carlotto, Michela Murgia e Telmo Pievani.

  52. In questo quadro Festivaletteratura si pone per il 2012 un nuovo obiettivo: quello di favorire la partecipazione del pubblico dei giovani come investimento sull’innovazione. La creazione di un ostello diffuso, agevolazioni sul trasporto urbano, l’apertura di un sito dedicato per facilitare la condivisione dell’esperienza del Festival, spazi di approfondimento post-evento, sono alcune delle iniziative del progetto diciottotrenta che, grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, il Festival metterà in campo per rendere più sensibile la presenza dei giovani lettori.

  53. Il Festivaletteratura induce dipendenza
    con annesse crisi d’astinenza, soprattutto
    se si è alla prima esperienza e si viene
    da posti geograficamente distanti occorre
    fare molta attenzione, nulla sarà più come
    prima, sarete portati a domandarvi di continuo:”
    Come ho fatto senza? Come farò d’ora in poi?”
    Provoca altresì stati di euforia e insonnia nel
    mentre, dopo lascia un senso di vuoto pazzesco.
    Può generare dolori acuti agli arti superiori e
    inferiori e il totale sconquassamento dei piedi,
    guariti i quali sintomi resta come una…nostalgia
    degli stessi. Può accadere di sentirsi inadeguati
    e in colpa per non essere più capaci, più abili, più
    preparati e di patire la cosidetta “ansia da prestazione”.
    A lavoro ultimato, invece, si è colti da una specie di
    sconfinato senso di soddisfazione, al limite col
    delirio d’onnipotenza. Può succedere di perdere
    la cognizione del tempo e dello spazio, di vedere
    modificate le normali modalità di relazione tra
    individui, capita di sentirsi a casa ovunque o
    straniti per l’estrema disponibilità tutt’intorno e
    che persino gli antipatici risultino addirittura
    accettabili. Chi ha vissuto l’esperienza è piuttosto
    reticente a parlarne, difficilmente vuole condividerla,
    è portato piuttosto a custodire gelosamente ogni
    singolo ricordo, quasi temesse di perderlo per sempre
    a rivelarlo. Di tanto in tanto ci si sorprende a ripensarci
    come a un amore impossibile ma corrisposto, che
    resta ancorato ad un angolo del cuore e segretamente
    si accarezza l’idea di riuscire a riviverlo prima o poi.

    Rosanna Palmieri, Volontaria;-)

  54. Cara Rosanna, grazie mille per il tuo commento qui sopra e per il lavoro che svolgi come volontaria.
    Molto bello l’inizio del tuo commento: “Il Festivaletteratura induce dipendenza con annesse crisi d’astinenza”.
    Una dipendenza così è da augurare a tutti coloro che amano i libri e la letteratura!

  55. Ma questo post è dedicato all’edizione 2012 del Festivaletteratura di Mantova. Dunque, vi ripropongo le domande

    – Avete avuto modo di partecipare al Festivaletteratura di Mantova?

    – Qualcuno di voi sarà presente all’edizione di quest’anno?

    – Secondo voi, quali sono stati (e quali sono) i segreti del successo?

  56. Caro Massimo, intanto bentornato. Mi è mancato l’appuntamento con le tue newsletter e con i tuoi post.
    Rispondo alle tue domande.

  57. – Avete avuto modo di partecipare al Festivaletteratura di Mantova?

    Non ancora. Ma sono tra coloro che dicono “prima o poi ci andrò”. E spero che accada molo presto.

  58. – Secondo voi, quali sono stati (e quali sono) i segreti del successo?

    Come qualcuno ha detto, credo che il successo di questa manifestazione dipenda dal fatto di essere riusciti a coinvolgere (e a far convergere) tutto il territorio di Mantova con le sue forze. Altro motivo è che si n da subito gli organizzatori sono riusciti ad assicurarsi la partecipazione di scrittori di fama internazionale.

    E poi, naturalmente, dietro non può che esserci tanto (ma tanto) lavoro.

    Tanti auguri per questa nuova edizione di festivaletteratura.

  59. E quindi mi dico….quale migliore evento per ricordarci della letteratura?
    Il festival di Mantova, ma anche il compleanno di uno dei blog più amati e più seguiti. Due momenti che si sovrappongono e che colorano di festa l’inizio dell’anno letterario!

  60. La letteratura diventa un luogo che rimanda ad altri luoghi, gli scrittori sono i suoi custodi, i lettori e i curiosi i suoi abitanti. Una città di carta con cittadini affatati da strade che non hanno nomi, ma titoli, le cui parole non hanno lingua, ma tutte le lingue, e in cui – per capirsi – non serve parlare, ma saper leggere…

  61. Lunga vita al Festivaletteratura di Mantova. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.
    Per fortuna c’è!

  62. ASCA) – Roma, 3 set – Telecom Italia rinnova la sua presenza come main partner del Festivaletteratura di Mantova a sostegno della cultura e della diffusione dei contenuti digitali, per far conoscere al pubblico di Internet i grandi autori contemporanei e nuovi percorsi di lettura e di consultazione grazie alla rete e agli ebook reader.

    Quest’anno Telecom Italia e Festivaletteratura – si legge in una nota – presentano ”scrittorinellarete”, otto appuntamenti in streaming live con grandi nomi della letteratura e della cultura selezionati dal programma principale del Festival e che verranno resi disponibili in live streaming su http://www.telecomitalia.com.

    Massimo Gramellini, Joe R. Lansdale, Luciano Ligabue, Claudio Magris, Melania Mazzucco, Zygmunt Bauman, Carlo Lucarelli e Natalia Aspesi si confronteranno con il pubblico presente a Piazza Castelloe con quello della rete grazie ai social network e alle chat attivate per l’occasione su http://www.telecomitalia.com, inaugurando cosi’ un’inedita e diretta modalita’ di partecipazione al Festival anche per il popolo del web. ”scrittorinellarete” sara’ disponibile gratuitamente in streaming on demand fino ad agosto 2013.

    Durante le giornate del Festivaletteratura nello spazio Telecom Italia in Piazza Sordello torna per il terzo anno consecutivo ”Tracce”, 23 incontri con scrittori e personalita’ della cultura moderati da Maurizio Matrone per condividere, anche attraverso Twitter (#tracce), la loro visione sul mondo contemporaneo. Sempre nella Tenda Sordello il pubblico potra’ ”sfogliare”i libri preferiti nella versione ebook, avvicinandosi cosi’ alla lettura digitale grazie a Biblet, l’ebook reader di Telecom Italia che accede a cubolibri.it, uno dei piu’ ricchi store del panorama nazionale con oltre 27 mila titoli in catalogo.

    Con la realizzazione di queste iniziative Telecom Italia prosegue la riflessione sul ruolo del web come strumento culturale in grado di avvicinare e diffondere il sapere contemporaneo rendendo la rete un libero spazio di discussione e di crescita.

  63. (ANSA) – ROMA, 3 SET – Sara’ il poeta premio Nobel Seamus Heaney ad aprire il 5 settembre il Festivaletteratura di Mantova che nella 16/a edizione dedica un evento speciale all’Orlando Furioso, a 500 anni dalle prime letture che Ludovico Ariosto faceva del poema a Isabella d’Este, e rende omaggio ai fratelli Grimm nel bicentenario della prima edizione delle Favole. A chiudere il Festival, il 9 settembre, il filosofo Edgar Morin, a Mantova con ‘La via. Per l’avvenire dell’umanita” (Raffaello Cortina).

  64. (La Stampa) – Cinque giorni ricchi di eventi nel segno della letteratura e non solo. Si rinnova, dal 5 al 9 settembre, l’appuntamento con il Festivaletteratura di Mantova, la rassegna “cult” dedicata al mondo della scrittura e della cultura più in generale, giunta quest’anno alla sedicesima edizione. Che assume peraltro un significato particolare per la città colpita anch’essa dal recente terremoto che ha sconvolto l’Emilia.

    Mantova si trasformerà come di consueto per la manifestazione nell’ideale luogo di incontro tra autori e lettori, attraverso una lunga serie di incontri, a cui saranno presenti i più importanti personaggi della produzione intellettuale mondiale.

    Romanzieri quali Aimee Bender, Nathan Englander, Pablo d’Ors, Etgar Keret si confronteranno con il pubblico sull’ampia tematica del racconto.

    C’è poi la favola, nella ricorrenza del bicentenario della pubblicazione della prima edizione delle Favole dei fratelli Grimm, protagonista di questa edizione. Con incontri organizzati in collaborazione con il Goethe Institut, in cui narratori italiani come Marcello Fois o Michela Murgia, un poeta tedesco come Lutz Seiler, scrittori-illustratori per ragazzi come Simone Frasca, o persone apparentemente lontane dal mondo delle fiabe come Gherardo Colombo raccontano o reinventano una favola dei Grimm, per mostrare ad adulti e ragazzi come queste storie continuino a toccarci nel profondo, esprimendo le nostre paure e i nostri desideri più inconfessati.

  65. Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare». Scriveva così il sommo poeta Gabriele D’Annunzio. E allora è tempo di andare a Mantova dove, da mercoledì a domenica, ritorna il «Festivaletteratura», nonostante la città sia rimasta ferita, in alcuni monumenti, dal terremoto del maggio scorso. «Il nostro sforzo in questi sedici anni – scrive il comitato organizzatore – è stato quello di trasformare l’acuto desiderio di conoscenza e divertimento che muove il Festival in una pratica quotidiana, in un’azione vissuta come normale e necessaria, e così è stato anche in quest’anno particolare».
    Perduti, a causa dei danni provocati dal terremoto, alcuni luoghi storici della manifestazione letteraria, come il Cortile della Cavallerizza di Palazzo Ducale, gli organizzatori puntano forte su piazza Sordello, che diventa il «cuore» di Festivaletteratura. Duecentoventuno gli eventi in programma: tra gli scrittori due Premi Nobel come Toni Morrison e il poeta Seamus Heaney, i giallisti Marco Malvaldi, Carlo Lucarelli e Massimo Carlotto, e poi Raffaele La Capria, Melania Mazzucco. E una rockstar come Luciano Ligabue.
    Non mancano, come sempre, gli incontri riservati ai bambini, gli esperimenti letterari con «Scritture Giovani». Da non perdere «L’Orlando Furioso» di Ludovico Ariosto: due giornate e quattro tornate complessive (venerdì e sabato – Palazzo Te). Il «Furioso» diventerà una fantasia contagiosa grazie ai racconti e alle suggestioni di scrittori, studiosi e artisti. I biglietti per gli eventi sono già in vendita; info su http://www.festivaletteratura.it.
    Gli anni della giovinezza e l’impegno politico anti-coloniale saranno al centro dell’evento con lo scrittore keniota Ngugi wa Thiong’o (mercoledì, alle 16.30 – chiostro del Museo Diocesano). Il volo breve del racconto richiede allo scrittore un controllo preciso dei propri mezzi: ne parleranno lo spagnolo Pablo d’Ors e l’italiano Andrej Longo (mercoledì, alle 17.30 – Casa del Mantegna). Nella sua lunga carriera di giornalista ha scritto di sport, di guerra, di politica: a Mantova Massimo Gramellini parlerà del suo secondo romanzo, «Fai bei sogni», con Federico Taddia (mercoledì, alle 18 – piazza Castello). Un Premio Nobel – lo ha vinto nel 1995 – per chiudere la prima giornata: Seamus Heaney. Il poeta ha prestato la voce alle cause dell’indipendentismo irlandese (mercoledì, alle 21 – piazza Castello). Ancora una volta l’Afghanistan è «il cimitero degli elefanti», come la tradizione ammonisce da secoli. Valerio Pellizzari ne parla con il giornalista Giulio Anselmi e il fotografo Mario Dondero (giovedì 6 settembre, alle 17.45 – cortile dell’Archivio di Stato). Horror, fantascienza e comicità nello stile narrativo di Joe R. Lansdale in più di trent’anni di attività (giovedì , alle 18.30 – piazza Castello).
    Il simbolo del rock italiano sarà protagonista, come scrittore, in piazza Castello: Luciano Ligabue, messa da parte la chitarra, ha preso la penna ed ha scritto «Il rumore dei baci a vuoto», tredici piccole storie che parlano di morte, amore e imprevisti della vita. Lo intervisterà il critico letterario Giuseppe Antonelli (giovedì, alle 21.30). Il giallo irrompe al Festivaletteratura: così si potrà scoprire un genere insieme Massimo Carlotto (venerdì, alle 11 – palazzo di San Sebastiano). La singolare storia del musicista Giovanni Marini da Apricale, che passò dalle battaglie risorgimentali con Garibaldi al 7° Cavalleggeri con il generale Custer: ne parla David Riondino (venerdì, alle 15.15 – tenda in piazza Sordello). Un altro Nobel (era il 1993) a Mantova: Toni Morrison, scrittrice raffinata e coltissima, ritorna al Festival con il suo ultimo romanzo «A casa» (venerdì alle 18.30 – piazza Castello). Il coraggio di fare letteratura raccontando l’Italia di oggi: parliamo di Melania Mazzucco (venerdì alle 21.15 – piazza Castello). Quando gli anziani sono protagonisti: il merito è di autori come Marco Malvaldi («La carta più alta») e Piersandro Pallavicini («Romanzo per signora»): venerdì alle 21.30 – Casa del Mantegna. Raffaele La Capria parla di sè parlando d’altro e parla d’altro parlando di sè, tenendo il mare e Napoli come punti di riferimento imprescindibili (sabato 8 settembre, alle 16.45 – cortile dell’Archivio di Stato).
    Olga Tokarczuk, la scrittrice polacca più nota in patria, incontra l’attrice Lella Costa (sabato alle 18 – chiostro del Museo Diocesano).
    Un racconto di favole amare nella proposta teatrale di Ascanio Celestini, che legge e racconta da «Io cammino in fila indiana» e «Pro patria» (sabato alle 22.30 – piazza Castello).
    Alla scuola di giallo arriva Carlo Lucarelli, scrittore e autore televisivo affermato, che ha seguito le orme del suo maestro Giorgio Scerbanenco (domenica, alle 11 – piazza Castello).
    Mani Pulite, vent’anni dopo: il racconto «da dentro» arriva dal magistrato Gherardo Colombo, che tenta un bilancio di quell’esperienza (domenica, alle 14.30 – palazzo di San Sebastiano).
    Attori, stilisti e star della televisione sono finiti nel mirino di Natalia Aspesi nella «sua» storia d’Italia narrata in «Festival e funerali» (domenica alle 16 – piazza Castello).
    Infine lo scrittore parmigiano Guido Conti racconta la geografia umana e letteraria di un fiume chiamato Po (domenica alle 17.30 – chiostro del Museo Diocesano).

  66. di STEFANIA PARMEGGIANI
    Torna il festival della letteratura di Mantova. Per cinque giorni, da mercoledì a domenica, la città diventa luogo di dialogo e produzione di idee e narrazioni: 300 ospiti italiani e internazionali, dibattiti, reading, spettacoli, concerti con artisti provenienti da tutto il mondo. Secondo un’accezione ampia della letteratura, che parte dalla forma racconto, attraversa la narrativa di genere e abbraccia discipline diverse, dalla scienza alla tecnologia, dal giornalismo al cinema, dalla musica al costume. Una formula questa, sperimentata con successo fin dall’esordio nel 1997 e riproposta nella sedicesima edizione, quella del post-terremoto, con l’obiettivo di ricomporre la frattura emotiva generata dal sisma e di offrire un “nuovo umanesimo” fondato sulla riconciliazione dei saperi.
    http://temi.repubblica.it/repubblicaspeciale-festivaletteratura-mantova-2012/2012/09/02/il-furioso-il-giallo-e-le-favole-la-letteratura-esplode-a-mantova/

  67. (di Susanna Nirenstein)
    Quasi fuggita in cerca d’avventura dalla sua tradizionale scena letteraria, quella delle passioni intime e dell’universo femminile, Anita Nair, la scrittrice indiana ben nota al pubblico internazionale per i suoi Cuccette per signora, L’arte di dimenticare e Un uomo migliore, entra nel mondo della detective e della dark story. Lo fa col suo consueto passo brioso, con quello sguardo un po’ ironico attento ai drammi privati e pubblici, mettendo a fuoco il suo complesso paese così come è ora, tra modernità e tradizione, tra marginalità assoluta e ricchezza sfacciata. Contrapposizioni ancor più evidenti se il palcoscenico è, come ne La ferocia del cuore (in libreria dal 30 agosto, Guanda), Bangalore, la cosiddetta Silicon Valley dell’India, capitale del megasviluppo informatico quanto regno di un vasto sottobosco criminale e criminogeno. È qui che all’ispettore Gowda – deluso dalla vita, dal matrimonio, dalla corruzione del sistema, un po’ troppo dedito all’alcol ma dotato di un fiuto formidabile – uno dopo l’altro si parano davanti uno, due, tre, quattro omicidi perpetrati con una stessa e incomprensibile tecnica. Potrebbero sembrare delitti consueti per i bassifondi, questioni di prostituzione e malaffare, o meri regolamenti di conti, roba destina ta a cadere nel dimenticatoio. Ma Gowda è testardo: anche se un antico amore di gioventù emerso dal nulla lo coinvolge e lo distrae, contravvenendo agli ordini muove le indagini tra eunuchi, transgender e intoccabili politici d’alto rango, cercando e trovando un unico colpevole, un unico movente dai risvolti psicologici inimmaginabili. Come e quando ha deciso di scrivere un giallo? “Come scrittrice ho bisogno di sfidarmi e di muovermi in aree sconosciute. Tutti i miei romanzi nascono da una scena che mi si presenta alla mente. Questa volta lo spunto, assolutamente fuori contesto, mi si è palesato a Roma, nel maggio 2010. Ho subito capito che non rientrava nel mio genere. Non sapevo come procedere. Poi ho visto un’altra immagine, quella di Gowda. E ho capito esattamente di cosa avrebbe trattato il mio nuovo libro. Sarebbe stato un noir e avrebbe pescato nel ventre molle di Bangalore, dove vivo, con un eroe, un ispettore di polizia”. Come ha scelto il carattere di Gowda, così irrisolto, così rude, così di cuore? Quali crime story conosceva? “Poche. Solo quando ho iniziato a lavorare gli amici hanno iniziato a consigliarmi cosa leggere. Ian Rankin. Michael Rebotham. Mark Billingham. Daniel Pennac. Ma Gowda ha poco a che fare con i poliziotti della letteratura occidentale. È un uomo pieno di difetti, ma lo redime la sua fiducia nella giustizia. E non è libero di essere quel che vorrebbe perché in fondo è troppo legato alla tradizione. Alla famiglia. Forse dei miei personaggi Gowda è quello che preferisco. Come tutti noi sta ancora cercando di capirsi, una ricerca difficile perché il suo lavoro gli richiede invece esattezza, precisione. Oltretutto ha di fronte un sistema corrotto: la sua vita è una battaglia tra due scelte, combatterlo o limitarsi a galleggiare”. Nel libro ci sono tanti eunuchi, transgender… è un fenomeno così esteso in India? “Non è tanto esteso: è vistoso. Che esistano e che facciano parte della società è un dato familiare per ogni indiano. Tuttavia hanno pochi diritti, vengono trattati con disprezzo. Pochi di loro sono istruiti e possono trovare un impiego, piuttosto finiscono nella prostituzione o nel mondo criminale. Il mio libro non giudica, descrive solo la loro condizione. Mi piaceva permettermi anche una lettura sociale e non esclusivamente una ricerca nel mondo emotivo dei personaggi”. I matrimoni che lei dipinge non funzionano, quasi come in Occidente. “Le coppie sono insoddisfatte e vanno in crisi molto più di 10 anni fa. I divorzi aumentano. La gente non vuole tenere in piedi connubi disastrosi. Tuttavia le percentuali sono inferiori rispetto ai paesi occidentali. Spesso sono le famiglie, che hanno ancora un ruolo importante e dominante, a tenere mogli e mariti insieme “. Anche se lei è molto nota per i suoi personaggi femminili, non è la prima volta che sceglie un protagonista uomo. Come si sente quando cambia identità di genere? “È molto eccitante scrivere da un punto di vista maschile. Non è facile. Quando lo faccio interpello spesso amici e famigliari maschi per capire come reagirebbero di fronte a certi stimoli. C’è un vero e proprio cambio di personalità quando entro nella pelle di un uomo, specialmente in uno così complicato come Gowda. La cosa più interessante è che non mi devo tenere sotto controllo: anche i pensieri più violenti, insensibili, sembrano naturali quando si presentano in un personaggio maschile”. Ci sono molti momenti erotici, crudi. Come reagiscono i suoi connazionali? “Ogni volta ci sono state delle risposte energiche, ho suscitato delle discussioni. Ma, a parte rare occasioni, gli indiani hanno apprezzato che non indietreggiassi dal descrivere le cose così come sono. Perché lo scopo non è né titillare né scioccare ma solo ritrarre l’intensità di un avvenimento, che sia una scena d’amore o un assassinio”.
    ****
    Domenica 9 settembre
    Anita Nair con Lella Costa
    ore 11.00 • palazzo di san sebastiano • € 4,50

  68. (di Sigmund Ginzberg)
    “Racconti le storie che hai, come meglio puoi”. L’importante è metterci davvero “letteralmente tutto quello che hai”. Sai che il mondo è pieno di storie. Ne leggi ogni giorno sul giornale. Te ne hanno raccontate tante, sin da quando eri bambino, perché sei cresciuto in una famiglia ebraica, e non c’è famiglia ebraica nella quale, qualcuno, in qualche momento del Novecento, non le abbia subite, e fatte, e ascoltate di ogni sorta. Ma cosa fai se sei americano, sei cresciuto alla periferia di Brooklyn – e non in Europa al tempo dell’Olocausto, non in Russia al tempo di Stalin, non in Israele al tempo delle guerre o dell’Intifada? Se “i tuoi più vivi ricordi d’infanzia sono le trame dei sit-comche guardavi alla tv, se perfino i tuoi sogni, quando li ricolleghi, risultano essere frammenti di film che ti entravano nelle orecchie mentre dormivi?”. Se ti accorgi che anche le storie che ti hanno raccontato non quadrano, si ramificano continuamente in versioni discordanti, e scopri per ciascuna “un’altra storia, diversa da quella che hai custodito tutta la vita”? Ebbene, se hai il talento di Nathan Englander, allora metti tutto un mondo – mi viene quasi da dire tutto il mondo – in ciascuna delle tue storie. Certo il mondo che ti è famigliare, che conosci, che hai frequentato, o anche solo orecchiato. Ma non un mondo che parla solo di sé stesso a sé stesso. Questo scrittore appena quarantaduenne ha qualcosa di raro, come dire?, lo stato di grazia dei classici, la capacità di comunicare a tutti un intero universo di emozioni, di ricordi, di esperienze vicine o lontane, di contraddizioni, di cose dette e non dette, di risate e di lacrime, di comico e tragico, con (apparente) semplicità, anche in poche pagine. E lui ne è ben cosciente, senza false modestie. Gli hanno chiesto cosa significhi per lui “scrivere di ciò che sa”. Ha risposto: “Credo davvero che la fiction sia più vera della verità… Sono cresciuto in uno dei suburbia di Long Island, frequentando i centri commerciali e guardando la tv. Quando non andavo alla shul (scuola) o alla yeshiva(scuola religiosa), guardavo la tv 24 ore al giorno… Cosa si scrive quando non si ha alcuna esperienza? “Scrivi quello di cui sai” non significa affatto mettere la gente nei panni che hai indossato, o che angiano solo il cibo che hai assaggiato. Sarebbe un’interpretazione riduttiva dell'”esperienza”. Hai mai conosciuto la solitudine? Hai mai conosciuto la tristezza?… Ebbene, allora puoi scrivere anche della tristezza nella perdita di una nazione, o nella perdita di un figlio. Si tratta di conoscenza emotiva…”. Vi devo confessare che non avevo ancora letto nulla di Englander prima di recensire questa sua ultima raccolta di storie che ora viene pubblicata da Einaudi. Devo ringraziare per questa occasione. Mi ha consentito una scoperta. Se credete che i “grandi” siano solo Yehoshua, Grossman e Oz, provate anche voi a leggere Englander, e cambierete idea. Si intitola Di cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank. Il titolo non mi avrebbe attirato di per sé. Ancora?, mi sarei stupidamente detto. E non avrei avuto idea di cosa stavo perdendo. È il titolo del primo degli otto racconti, un omaggio a Raymond Carver, al suo What we talk about when we talk about Lovedi almeno 15 anni prima, la conversazione di due coppie mature, ebrei ortodossi gli uni, laici, quasi miscredenti gli altri, attorno ad una bottiglia di vodka, sul tavolo del loro condominio da pensionati in Florida. Parlano di tutto. Di passato, di presente, e persino di attualità a venire (c’è persino una battuta sui Mormoni, quando ancora nessuno si poteva immaginare la candidatura di Mitt Romney). Ad un certo punto, ormai ubriachi tirano in ballo quel che uno di loro definisce “il gioco di Anna Frank”, che poi “non è un gioco, ma una cosa serissima, una specie di preparazione, e una vera e propria patologia”. Lo chiamano anche “il gioco del Gentile Giusto”: chi ci nasconderà, tra i non ebrei che conosciamo, se dovessero tornare a venire a prenderci? “Che fare? Cosa ne verrà fuori? E allora restiamo così, tutti e quattro, intrappolati nella dispensa. Timorosi di aprire la porta e lasciar uscire quello che abbiamo chiuso dentro”. Ma è solo il primo di otto gioielli, uno più bello dell’altro. Se fossi stato il suo editor avrei forse suggerito per titolo della raccolta quello del quinto racconto: Tutto quello che so della famiglia dalla parte di mia madre. È il più originale, in 63 brevi paragrafi numerati riesce a dire tutto quel che si può scrivere sull’intreccio tra la propria storia personale e l’oceano delle storie, anzi della Storia con la maiuscola, che ciascuno si porta dentro. Non solo le nostre storie ma anche quelle degli altri, qui quelle dell’ebreo Englander con quelle della sua “fidanzata” bosniaca, ad esempio. Siamo tutti quel che siamo, ma anche quel che sono stati altri. Le storie, la Storia dei nonni che non hai conosciuto, sbriciolatasi per molti paesi e secoli, fatta di verità e miti, fatta di cose grandi e di minuzie che sembrano senza alcuna importanza, di cose di cui ti hanno raccontato tante volte (o non hanno mai voluto raccontarti) che le davi come assodate, per poi scoprire magari che non quadrano, che di ogni capitolo ci sono più versioni in contraddizione tra di loro. Come tutti i grandi scrittori ebrei (pensate un attimo a Singer o Shalom Aleichem, i capostipiti dello yiddish e degli shtetl dell’Europa dell’Est trapiantati in America), Englander non rinuncia mai allo humour, sublime anche quando parla di cose che ti fanno venire un groppo in gola. Il protagonista dell’ultimo racconto, Frutta gratis per giovani vedove, dedicato all’amico scrittore Etgar Keret che gli aveva raccontato la vicenda, è un tranquillo “professore” che durante la guerra dei Sei giorni non ha esitato a piantare una pallottola nella nuca a quattro soldati egiziani che si erano infiltrati nelle file israeliane, e prima ancora, appena liberato dal campo di sterminio, aveva massacrato l’intera famiglia della tata polacca. Se volete sapere il perché, dovete leggere il racconto. Lo rovinerei se ve lo anticipassi. Ma anche di fronte a gesti atroci e deliranti come questo, non aspettatevi che Englander prenda posizione, dia ragione o parteggi per l’uno o l’altro dei suoi personaggi. Li fa parlare, li scortica mettendone a nudo i nervi, poi lascia che sia il lettore a farlo, se gliene resta il fiato. Non aspettatevi di indovinare le sue posizioni politiche, anche se parla di vicende reali o di attualità. Raramente si tradisce. “Non sono i film che ci entrano in testa… è la nostra testa che entra nei film. È colpa della storia se certi pensieri orribili vengono fuori”, fa dire ad uno dei vecchi ospiti del villaggio vacanze in Camp Sundown. “Capii che per me prenderle sarebbe sempre stato meglio che darle: quello era il mio punto debole…”, la conclusione di Come vendicammo i Blum. Se ci fosse l’equivalente di slow food per la scrittura, sarebbe una definizione appropriata per Englander. “Sì, sì, un libro ogni dieci anni, è come essere una cicala. Passi un sacco di tempo sottoterra, impegnato a sopravvivere. E quando risali in superficie, non sai mai che mondo ti aspetta”, dice il vecchio scrittore protagonista de Il lettore, che non a caso si chiama semplicemente Autore. La precedente sua raccolta di racconti, Per alleviare insopprimibili impulsi, risale al 1999, tredici anni fa. Da uno di questi, il 27mo uomo, ha tratto una piéce teatrale in scena a New York. Il suo primo romanzo, Il ministero dei casi speciali, che parla dell’Argentina dei desaparecidos degli anni Settanta, al 2007. Ci ha messo anni a preparare una traduzione americana della Haggadah, il racconto dell’Esodo, che da millenni gli ebrei leggono a tavola la sera di pasqua. Non credo che sia pigro. Il fatto è che certe storie si cucinano solo a fuoco lentissimo. Ma ne vale la pena.
    ****
    Sabato 8 settembre 2012
    Nathan Englander e Etgar Keret con Stefano Salis
    ore 10.45 • cortile dell’archivio di stato • € 4,50

  69. (di Angiola Codacci-Pisanelli)
    Ogni anno la stessa storia. La prima settimana di settembre arriva il Festivaletteratura di Mantova e ci si ritrova con il solito problema: ci vorrebbe il dono dell’ubiquità. L’imbarazzo della scelta inizia dalla prima sera, mercoledì 5. Cosa scelgo alle sette? Faccio la persona seria e mi guardo l’omaggio ad Anna Politkovskaya (“A bitter taste of freedom”) o vado alla festa d’inaugurazione? E alle nove, meglio ascoltare l’autista di Stanley Kubrick o vedere “Patience”, film dedicato a W. G. Sebald, incontrare il Nobel irlandese Seamus Heaney o il Diavolo scovato da Chiara Frugoni nel cielo di un affresco di Giotto? Giovedì pomeriggio vado a sentire lo storico Miguel Gotor che parla delle 97 lettere e 245 pagine del memoriale di Aldo Moro, scritti durante il sequestro dello statista? E avanti così, fino a domenica 9: ci si trova a dover gettare dalla torre Ludovico Ariosto o Wislawa Szymborska, Zygmunt Bauman o Eric-Emmanuel Schmitt, Edgar Morin o Massimo Cacciari. Il programma completo del festival e degli eventi collaterali si trova online, dove sono anche indicati modi di prenotazione ed eventuale costo dei biglietti. Noi abbiamo fatto la nostra scelta: nata anche dal bisogno di rendere omaggio alla bellezza di una città che solo tre mesi fa una mattina è stata svegliata dal terremoto.
    http://temi.repubblica.it/repubblicaspeciale-festivaletteratura-mantova-2012/2012/08/30/incontriamoci-a-mantova/

  70. Un ringraziamento specialissimo a Simona, mia cara socia letteraria, che mi porge un “assist” quando mi domanda se sono previsti festeggiamenti per i sei anni di Letteratitudine.
    Ebbene sì, cara Socia… entro il mese uscirà il secondo volume di “Letteratitudine, il libro”… con una selezione dei dibattiti più importanti che abbiamo organizzato e portato avanti su questo blog nel periodo 2008-2011.
    Il volume sarà pubblicato da Historica, lo stesso editore che ha pubblicato questo volumetto sull’ebook http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/06/20/ebook-e-il-futuro-del-libro/

  71. Aggiungo che a metà settembre sarà disponibile la versione ebook di “Letteratitudine, il libro” su Bookrepublic. A fine mese uscirà anche la versione cartacea.

  72. grazie per tutte queste belle informazioni sul Festival di Mantova, Massimo. Sto meditando di andarci. forse riesco a coinvolgere il mio boyfriend in una vacanza festivaliera in quel di Mantova.

  73. Ah! L’antica Mantova, detta Mantua, città del divino Virgilio e degli Scaligeri!
    Ben fatto, Maugeri, a ricordarne il lustro!
    Avessi gambe meno incerte e tremebonde certo m’avventurerei…anche perchè lessi della partecipazione di poeti a me sì cari…Ermanno Olmi, Claudio Magris, l’eccellente Murgia e la Mazzucco…
    Mi trastullerei di certo, ma mi contenterò di seguir da qui, dal caro sito del Maugeri.
    Mi abbia suo, caro ragazzo
    Professor Emilio

  74. Io farò una capatina perchè sono un estimatore di Fulvio Ervas, e del suo “Se ti abbraccio non aver paura”. E dato che Ervas sarà presente a Mantova …corrooooo!
    Caro Massimo, dedicherai qualche spazio a Ervas?
    Aspetto impaziente
    Un caro saluto a tutti e una buona notte!

  75. E non dimentichiamo che Mantova è stata tra le città colpite dal terremoto…quindi aver confermato questo appuntamento è un segno di grande forza, entusiasmo e speranza!
    Bravo Ervas, condivido, caro Antonio. Ma anche le favole dei fratelli Grimm! Per chi non lo sapesse è il bicentenario della pubblicazione della prima edizione delle Favole!
    Notte stellata da …Stella

  76. Caro Massi…
    Letteratitudine il libro merita un bel festeggiamento! E quindi ti invito a presentarlo qui a Siracusa nell’ambito della rassegna “autunno Letterario”, una serie di incontri in cui abbinerò ad ogni libro un’arte….si inizia il 15 settembre con Letteratura e cucina (in cui abbinerò le pagine dei libri ai cibi e sarò accompagnata da uno chef)
    …per te ho pensato a una commistione originalissima!Ma è una sorpresa.
    Ti aspetto il 10 novembre alla Galleria Roma!
    Una felice notte, socio

  77. Auguri a tutta Mantova per il Festivaletteratura ed auguri a Massimo Maugeri per il nuovo libro sul suo blog.

  78. Mercoledì 5 settembre
    ore 21 
    Aula Magna dell’Università

    Trent’anni accanto a Kubrick

    Emilio D’Alessandro 
    e
    Filippo Ulivieri

    Negli anno ‘60 il giovane Emilio d’Alessandro parte per l’Inghilterra in cerca di fortuna. Fa il pilota nelle corse automobilistiche, ma un incidente lo costringe a riciclarsi come semplice autista. Un bel giorno, una strana richiesta: deve trasportare un fallo gigante da casa di un certo Stanley Kubrick sul set di Arancia Meccanica. E’ l’inizio di un’avventura che durerà trent’anni. Leale, discreto, trasparente, Emilio si guadagna presto la fiducia del regista e ne diventa l’autista personale e l’amico più fidato. Sarà Emilio a fare da interprete nelle lunghe telefonate di Kubrick a Fellini, a rassicurare un terrorizzato Ennio Morricone chiamato per le musiche di Barry Lyndon, a spiare Spielberg sul set di Jurassic Park. 
    Arricchito da un tantissime fotografie inedite – raccolto da Filippo Ulivieri, curatore di ArchivioKubrick e coautore di Stanley Kubrick e me – Emilio d’Alessandro ci regala il ritratto nuovo e straordinariamente intimo della vita e del lavoro di un mito del cinema.

    Stanley Kubrick e me
    Trent’anni accanto a lui
    Rivelazioni e cronache inedite dell’assistente personale di un genio

    Euro 17,00 
    pp. 360 brossura

    in libreria dal 31 agosto 2012

  79. Domenica 9 settembre
    ore  16
    Piazza Castello

    Omaggio a Natalia Aspesi

    Natalia Aspesi 

    Concita De Gregorio

    La Signora del giornalismo italiano festeggia a Mantova i suoi primi 50 anni di scrittura, raccontandosi a Concita De Gregorio e raccontandoci, con l’eleganza e l’ironia che la contraddistinguono, i Festival e funerali di mezzo secolo d’Italia.

    Festival e funerali
    Dai costumi ai malcostumi. Una storia italiana

    Euro 16,50
    pp. 456 

  80. @ Simona
    Mia cara Socia Letteraria,
    grazie per le tue parole. E grazie di cuore per il tuo invito, che accetto con gioia!
    Del resto è noto che subito dopo il Festivaletteratura di Mantova vengono i salotti letterari siracusani di Simona Lo Iacono! 😉

  81. Sarà il poeta premio Nobel Seamus Heaneyad aprire il Festivaletteratura di Mantova che nella 16esima edizione dedica un evento speciale all’Orlando Furioso, a 500 anni dalle prime letture che Ludovico Ariosto faceva del poema a Isabella d’Este, e rende omaggio ai fratelli Grimm nel bicentenario della pubblicazione della prima edizione delle Favole. A chiudere il Festival, il 9 settembre, il filosofo Edgar Morin a Mantova con ’La via. Per l’avvenire dell’umanità’ (Raffaello Cortina).

  82. Nonostante la crisi e il terremoto del maggio scorso, evocato nell’immagine di questa edizione, realizzata dal giovane illustratore Emiliano Ponzi – con la punta del campanile danneggiata della Basilica palatina di Santa Barbara – il Festival continua a far vivere la città come luogo di dialogo, anche se con un numero di autori ospiti ridotto rispetto alle edizioni precedenti: saranno 293 gli scrittori e artisti presenti (negli ultimi tre anni sono stati 400) e potrebbe essere un bene ritornare ai numeri più o meno delle prime edizioni (nel 1999 erano 300).

  83. Sempre tanti invece gli eventi, 321 (l’anno scorso 386) ai quali vanno aggiunti i microeventi. Particolarmente ricca l’inaugurazione che vede, oltre a Heaney, lo scrittore africano Ngugi wa Thiong’o, più volte candidato al Nobel per la Letteratura, del quale è appena uscita l’autobiografia “Sogni in tempo di guerra” (Jaca Book), lo spagnolo Pablo d’Ors e l’arrivo di Emilio d’Alessandro che nella biografia “Stanley Kubrick e me” (Il Saggiatore) racconta i suoi 30 anni accanto al regista, anche con foto inedite. Uno dei maestri del cinema, Ermanno Olmi, ripercorrerà la sua vita e le sue opere sul filo dell’autobiografia “L’apocalisse è un lieto fine” (Rizzoli).

  84. Grande attesa anche per la scrittrice Premio Nobel Toni Morrison, alla quale il presidente Obama ha recentemente conferito la Medal Of Freedom, il più alto riconoscimento civile negli Usa, a cui il Festival dedica una retrospettiva, a Mantova con il nuovo romanzo “A casa” (Frassinelli) sull’indissolubilità dei legami famigliari.

  85. Tra gli incontri imperdibili quello con Stephen Greenblatt, autore de “Il manoscritto” sul ritrovamento del De Rerum Natura con cui Rizzoli inaugura I Sestanti, collana di saggistica diretta da Paolo Mieli. E ancora Jon Kalman Stefansson, nuovo talento della letteratura islandese, con il suo romanzo “La tristezza degli angeli” (Iperborea), David Lodge con “Un uomo di fascino” (Bompiani), l’indiana Anita Nair che ne “La ferocia del cuore” (Guanda) ha scelto il giallo per raccontare l’India di oggi e l’ungherese Peter Nadas con “Libro di memorie” (Dalai editore) considerato da Susan Sontag “il più grande romanzo dei nostri tempi”. E il grande Joe.R.Lansdale con “Acqua buia” (Einaudi).

  86. Quarant’anni dopo l’attacco di Settembre Nero, il 5 settembre del 1972 alle Olimpiadi di Monaco, Shaul Ladany, uno degli atleti sopravvissuti, sarà a Mantova per ripercorrere, a 76 anni, la sua storia. In arrivo anche Nathan Englander e Shalom Auslander. Fra i nostri big, Claudio Magris con una riflessione sul rapporto fra vita e finzione letteraria.

  87. Fra gli esordienti, l’americana Karen Thompson Walker, autrice de “L’età dei miracoli” (Mondadori), che mescola reale e surreale nella storia di una dodicenne alle prese con il rallentamento della terra. Oltre 40 tra scrittori, artisti e studiosi fra cui Stefano Benni, Melania Mazzucco, Laura Parriani, Ottavia Piccolo, Bianca Pitzorno e David Riondino proporranno passi dell’Orlando Furioso a Palazzo Te mentre negli spazi dell’Archivio di Stato sarà allestita una grande sala multimediale con documenti d’epoca sul capolavoro dell’Ariosto. A raccontare o reinventare una favola di Grimm saranno invece narratori italiani come Marcello Fois o Michela Murgia ma anche Gherardo Colombo, il poeta tedesco Lutz Seiler.

  88. Al festival uno dei massimi autori americani di narrativa per ragazzi: Louis Sachar con il romanzo di formazione “Il voltacarte” (Battello a vapore) ambientato nel mondo del bridge. Imperdibile per gli amanti di “Paddy Clarke ah ah ah!”, l’appuntamento con Roddy Doyle. Spazio anche alla storia del rock con Joe Boyd, uno dei più importanti produttori musicali della swinging London, autore del memoir “Le biciclette bianche” (Odoya).

  89. Il Festival ricorda Enrico Mattei con la presentazione, in collaborazione con Eni, della versione restaurata del film ’Il caso Matteì e del libro ’Enrico Mattei. Tutti i discorsi 1945-1962’ (Rizzoli), con Paolo Mieli. Spazio anche a “Scrittorinellarete”, otto appuntamenti con Massimo Gramellini, Joe R. Lansdale, Luciano Ligabue, Claudio Magris, Melania Mazzucco, Zygmunt Bauman, Carlo Lucarelli e Natalia Aspesi, in live streaming sul sito di Telecom Italia. La Gazzetta online trasmetterà in diretta questi otto eventi.

  90. Mantova, segnata dal terremoto come evidenzia inequivocabilmente il logo di questa sedicesima edizione, tornerà ad accogliere i grandi ospiti internazionali. Una città che mostra i segni del suo patrimonio artistico ferito ma che ha la forza di reagire e continuare ad essere un punto di riferimento importante per la letteratura.

  91. IL TEMPO. Tanti lettori in queste ore di pioggia e maltempo, stanno consultando le previsioni meteo. «Ma siamo attrezzati anche per questo – assicura Alessandro Della Casa della segreteria del festival – in queste ore stiamo ultimando gli allestimenti e non ci sono stati problemi. I luoghi degli incontri sono protetti da tendoni – aggiunge – e quindi anche in caso di pioggia normale il pubblico sarà protetto. In caso di forte maltempo decideremo in giornata». Al coperto saranno anche gli incontri di piazza Castello dove è già stato allestito il tendone, ma anche alla Casa del Mantegna e San Sebastiano. Allestimento quasi ultimato al Camping di Sparafucile.

  92. I VOLONTARI. «Quest’anno al festival – conclude Della Casa – ci saranno settecento volontari che saranno impegnati in settori come sempre diversi» . E proprio parlando di questo mini “esercito” segnaliamo che ha preso il via la ricerca Volontari in maglietta blu promossa da Festivaletteratura, Centro Servizi Volontariato di Mantova, Comune e Dipartimento di Filosofia, Pedagogia e Psicologia dell’Università degli Studi di Verona. I volontari avranno la possibilità di compilare un questionario online in forma anonima. I dati raccolti dalla ricerca verranno elaborati e presentati pubblicamente nei prossimi mes

  93. Buongiorno, caro Massimo, e bentornato!
    Rispondo alle tue domande:
    non ho mai avuto modo di partecipare, purtroppo, al Festivaletteratura di Mantova, e non sarò lì nemmeno quest’anno.
    Non ho seguito nei particolari le edizioni più recenti. Penso tuttavia che in passato alcune ragioni del suo successo siano da ricercarsi nel coinvolgimento diretto degli abitanti. La piccola città di Mantova non si è sentita invasa da una iniziativa “esterna”. E’ rimasta invece intimamente collegata al festival attraverso un folto gruppo di cittadini e amici che ha curato programmi e organizzazione, anche a livello volontaristico, con scelte di autori e temi di notevole qualità. Ciò forse ha garantito anche di evitare l’accademicismo stucchevole e le trappole del mercato.
    *
    Apprendo con gran piacere della prossima pubblicazione con Historica Edizioni (entro settembre, vero?) di “Letteratitudine il libro – vol. 2”.
    E’ possibile qualche piccola anticipazione sui suoi contenuti? Ci sarà, per esempio (richiesta interessata, perchè mi coinvolge direttamente…), il dibattito su Giuseppe Bonaviri e quello sul libro “Italia de profundis” di Genna?
    *
    Grazie, Massimo, ti abbraccio. Un caro saluto inoltre a tutti i letteratudiniani,
    Gaetano

  94. Venerdì 7 settembre – ore 17.30 – PARCOBALENO
    IL MONDO SALVATO DAI CONTADINI

    Marco Aime incontra

     Jan Douwe van der Ploeg

    autore del libro

    I nuovi contadini
    Donzelli editore
     

     
    In questi ultimi anni il ruolo del contadino ha perso progressivamente importanza,  reso quasi superfluo da una progressiva meccanizzazione e da sementi più produttive. Ora che l’agricoltura industrializzata si dimostra sempre meno sostenibile e che dobbiamo liberarci degli “imperi agroalimentari”, secondo Jan Douwe van der Ploeg, autorità a livello internazionale nel campo della socio-economia rurale e autore di I nuovi contadini. Le campagne e le risposte alla globalizzazione (Donzelli, pp. X-408│ € 39,50) è proprio la figura del contadino che può consentire la rinascita di un’agricoltura riproduttiva, attenta alle risorse e alla storia dei territori. Lo incontra l’antropologo Marco Aime.

     —

    Jan Douwe van del Ploeg è professore di Sociologia rurale all’Università di Wageningen nei Paesi Bassi. E’ stato consulente del ministero italiano dell’Agricoltura e collabora con la Comunità europea in progetti di ricerca sull’impaggo socio-economico nei processi rurali. I nuovi contadini è considerato il libro di culto dell’agricoltura eco-compatibile.

  95. Venerdì 7 settembre – ore 10,15 – SAGRESTIA DI SAN BARNABA
    Elia Malagò incontra

    Antonio Prete

    autore delle raccolte poetiche

    Menhir e Se la pietra fiorisce

    Donzelli editore

     

    Antonio Prete, nato nel Salento, docente di Letterature comparate all’Università di Siena, si occupa di autori europei tra Otto e Novecento, concentrando la sua attenzione sulla rappresentazione delle passioni nel linguaggio poetico, sull’avventura della traduzione tra le lingue, sul concetto di natura e naturale in letteratura. I temi della sua indagine critica tornano nella lingua poetica delle raccolte, Menhir (Donzelli, 2007) e Se la pietra fiorisce (Donzelli, 2012). “Lo incontra Elia Malagò”

  96. Venerdì 7 e sabato 8 settembre – ore 18,15/21,30 – PALAZZO TE
    Il FURIOSO IN FESTA

    Laboratorio di Luisa Mattia e Vittoria Facchini

    a partire dal libro

    Per filo e per segno
    Donzelli editore

     

    Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori: ecco Ludovico Ariosto a Palazzo Te. Due serate di festa tra le ottave dell’Orlando Furioso. Poeti, artisti, narratori e studiosi, dispersi per le sale di Palazzo Te, leggono, interpretano, reinventano il poema seguendo il proprio piacere. Vittoria Facchini e Luisa Mattia, autrici del libro Per filo e per segno, che racconta di bambini inventori di storie, inventeranno storie a partire dall’Orlando Furioso. E istigheranno i più piccoli a crearne anche loro. (Sezione consigliata a un pubblico dai 7 ai 10 anni).

  97. non dimentichiamo però anche Podenonelegge che aprirà il 19 settembre con ospite d’onore niccolò ammaniti e un evento speciale dedicato al vincitore del premio campiello carmine abate in dialogo con raffaele silvano nigro…

  98. Sono bolognese ma l’appuntamento di Mantova è una tradizione. Salgo ogni anno almeno per un giorno.
    Quest’anno credo che la novità più curiosa sia quella delle biblioteche circolanti che riprendono un’idea risalente ai primi del secolo scorso con l’intenzione di portare il sapere anche nelle zone periferiche e industriali. Di quello spirito viene ripreso il nomadismo culturale al quale si unisce l’attenzione per il ruolo importante che hanno svolto e che svolgono le biblioteche pubbliche.

  99. e da non perdere lo scrittore Marcello Fois che proprio oggi insegna come fare un ritratto letterario accompagnato dall’artista Chiara Carrer che invece pensa a matite e pennello…letteratura e pittura, una bella idea.

  100. Non mancherà neanche un percorso dedicato alla lettura: l’iniziativa Dai libri nascono libri si propone di ricomporre/scomporre le opere letterarie come fossero puzzle. Si parte da una vicenda storica importantissima, che cambiò le sorti degli studi: come l’umanista Poggio Bracciolini scoprì nei sotterranei di un convento nel 1400 il manoscritto del De rerum natura di Lucrezio….

  101. insomma…ce n’è per tutti i gusti ma va ricordato che il festival di Mantova esiste perchè esistono i volontari della cultura…
    il terremoto ha infatti reso necessaria la verifica della sicurezza per palazzi antichi, giardini, chiese, luoghi ormai connotati anche dalla parte che hanno sempre svolto in questo importantissimo appuntamento annuale. Ciò nonostante ha funzionato ancora una volta il volontariato, come dicevo…
    …. Singoli, associazioni, aziende hanno offerto spazi alternativi e il Festival ha rilanciato, per necessità, ma con ottimi risultati di immagine, una diversa idea di città, una città talvolta rimasta nascosta e ora aperta alla folla che si riverserà su Mantova nei prossimi giorni.

  102. Da siciliana approdata al continente mi sentivo come Totò e Peppino all’arrivo della stazione di Milano …
    e invece niente nebbia, niente ostilità…accoglienza pura e un ristorantino letterario che DOVETE conoscere…
    …. la Librogusteria, una libreria che è anche un buon ristorantino: la si trova in via Accademia 56, aperta dalle 10 alle 23…
    provare per credere…(Totò e Peppino avrebbero approvato)

  103. e di letteratura e cucina si occuperanno anche gli scrittori ….Ogni giorno dal 6 al 9 settembre, alle ore 13, nella sede Slow Food di via Arrivabene 22, Simonetta Agnello-Hornby, Shalom Auslander e Fulvio Ervas, parlano di ricette e letteratura. E alla chiacchierata segue una degustazione tematica.

  104. io però vado a scuola di giallo…sono salita proprio per questo, scrivo gialli da quando sono nata….
    Le “lezioni” saranno tenute da una pattuglia di insigni giallisti italiani: Massimo Carlotto, Marco Malvaldi e Carlo Lucarelli …
    Dimenticavo….sono di Vigata (ehmmmm…porto Empedocle, città natale di tale Montalbano Salvo. Sarà per questo che nacqui giallista)

  105. torno per dire che annualmente viene designata la capitale europea della cultura: nel 2019 il titolo toccherà ad una città italiana e mantova accetta la sfida…..
    buona notte (nel 2019 avrò 28 anni….)

  106. @ Gaetano Failla
    Caro Gaetano, grazie per il tuo commento. E ti confermo che nel libro ci sarai anche tu (come protagonista)!
    Ci sarà tutta la parte dedicata a Bonaviri (compresa la tua intervista), purtroppo non ci sarà la bellissima discussione che abbiamo organizzato su “Italia, De Profundis”. Siamo stati costretti a tagliare tanto… e nonostante questo il libro ha sforato le 500 pagine…

  107. Questa della diretta tvWeb non la sapevo. Grazie per le info. Seguirò senz’altro. E’ previsto anche il collegamento con Magris. Una chicca.

  108. Gabriela Adamesteanu al Festivaletteratura di Mantova (5-9 settembre 2012) 

    Domenica 9 settembre alle ore 17 (Casa del Mantegna) 
    Titolo dell’incontro “Ulisse abita qui”. Con l’autrice interviene la giornalista Marilia Piccone
    Con il contributo dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

    Arriverà nei prossimi giorni in Italia, ospite al Festival di Mantova, la scrittrice Gabriela Adamesteanu.
    Saggista, giornalista, traduttrice, la Adamesteanu è considerata tra le voci più rilevanti della letteratura e della cultura romene contemporanee, esponente di spicco dell’intellighenzia post-decembrista.
    Domenica 9 settembre alle ore 17, presso Casa del Mantegna a Mantova, l’autrice incontrerà i lettori; con la giornalista Marilia Piccone parlerà di sé e della sua opera, ripercorrendo alcune tappe significative della storia del suo paese, la Romania.

    Proprio nei giorni della rassegna – il 6 settembre – Cavallo di Ferro manderà in libreria il romanzo, fino ad oggi inedito, con cui l’autrice si è imposta all’attenzione del pubblico e della critica europea: Verrà il giorno.

    Attraverso gli occhi dell’adolescente Letitia, in questo libro la Adamesteanu racconta al lettore gli anni dell’ascesa di Nicolae Ceaușescu in Romania; ne descrive le situazioni di miseria, la condizione di alcuni intellettuali caduti in digrazia perché invisi al regime, e soprattutto narra come una vita normale e spensierata possa d’un tratto trovarsi abortita, monca, priva di ogni prospettiva o slancio per la costruzione del proprio avvenire. In un susseguirsi di giorni sempre e tutti uguali, la giovane vita della protagonista invece di schiudersi al futuro finisce per “imbozzolarsi”, per rimanere intrappolata in una forma che non le appartiene, impedita com’è a scegliere il proprio destino. Ma un giorno Letitia deciderà di partire per cercare a Bucarest la sua felicità…

  109. Non so se avete visto, ma alle 18,30 c’è il live streaming con J. Lansdale. Praticamente un mito!

  110. Mio buon Maugeri
    sono un po’ triste. Un mio carissimo amico sta male e io non so come aiutarlo. Me ne sono venuto qui, in questo bel sito in cerca di conforto. Mi fa bene stare con Lei e con quanti in Mantova vivono la festa della letteratura.
    Mi piacque assai il riferimento ai volontari della cultura. A Mantova è sempre andata così e molti figli dei miei vecchi alunni hanno partecipato. Guardi qui, buon Maugeri:

    http://www.festivaletteratura.it/volontari.php

    Quanto a me, me ne vado a nanna…ho un po’ di febbre settembrina che passerà con una sua buona parola di consolazione.
    Mi abbia suo
    Professor Emilio

  111. Leggendo piuttosto rapidamente il programma del festival, mi hanno interessato in particolar modo le due serate sull’Orlando Furioso e gli incontri con Roddy Doyle e Baumann.
    *
    @ Massimo
    Caro Massimo,
    tanti auguri per “Letteratitudine – il libro – vol. 2”. Immagino sarà proprio un bel libro! Anzi, librone, con oltre 500 pagine!
    Mi piacerebbe partecipare a una eventuale presentazione del libro. Chissà. Sarebbe anche una bella occasione per un incontro con te e con gli amici di Letteratitudine.

  112. Carissimo Gaetano,
    mi permetto di risponderti al posto del mio caro socio letterario.
    Una prima presentazione di “Letteratitudine il libro” si terrà qui a Siracusa, il 10 novembre p.v. nell’ambito della rassegna letteraria da me ideata “Autunno letterario”! Si tratta di una kermesse di presentazioni nell’ambito della quale assocerò ad ogni libro un’arte.
    Si inizia questo 15 settembre con “letteratura e cucina” (presenterò un diario di guerra con l’aiuto di uno chef che farà rivivere pagina dopo pagina i gusti più antichi) , per proseguire con altri appuntamenti dedicati alla letteratura e ad altre meravigliose discipline (non posso svelarle perchè gli autori non sanno mai cosa ho preparato per loro e giungono alla presentazione ignorando la sorpresa).
    Per Massimo ho pensato a un accostamento inusuale ma molto…molto…suggestivo e divertente (che avrebbe entusiasmato Bonaviri!).
    Quindi, se passi dalla Sicilia….mi piacerebbe che tu fossi mio graditissimo ospite!
    Pensaci!
    Ora ti saluto perchè anche io, come il prof. Emilio, sono molto influenzata!
    Un carissimo saluto in attesa di rivederti!
    Un abbraccio anche al mio socio
    Simo

  113. Salve. Buon Festival a tutti.
    Lo so che non c’entra molto, ma vorrei copiare i versi di una canzone per una persona che so che segue questo blog.
    E’ una canzone dei Pink Floyd, tratta dall’album “The Wall”

    Outside the Wall
    Pink Floyd

    All alone, or in two’s,
    The ones who really love you
    Walk up and down outside the wall.
    Some hand in hand
    And some gathered together in bands.
    The bleeding hearts and artists

    Make their stand.
     
    And when they’ve given you their all
    Some stagger and fall, after all it’s not easy
    Banging your heart against some mad bugger’s wall.

  114. La traduzione e’ questa.

    Fuori dal Muro
    Pink Floyd

    Da soli, o in coppia,
    Gli unici che realmente ti amano
    Passeggiano su e giù fuori dal muro.
    Alcuni mano nella mano
    E altri radunati insieme in comitive.
    I cuori teneri e gli artisti
    oppongono resistenza.
     
    E quando ti avranno dato tutto
    Alcuni barcolleranno e cadranno, dopo tutto non è facile, sbattere il cuore
    contro il muro di un folle mascalzone.

  115. Carissima Simona,
    ti ringrazio tantissimo dell’invito a partecipare alla prima presentazione di “Letteratitudine – il libro – vol. 2” da te organizzzata. Temo tuttavia che sarà molto difficile per me poter essere a Siracusa il 10 novembre (abito in Toscana). Però, chissà. Nel caso fortunato di farò sapere col dovuto anticipo. E grazie mille ancora!

    Be’, mi hai molto incuriosito, in una sorta di suggestione enigmistica, a proposito della tua associazione a sorpresa di ogni libro a un’arte, quando dicevi che per quella relativa al volume di Letteratitudine Bonaviri ne sarebbe stato entusiasta… E allora, rimanendo nell’enigmistica, ti mando un vaghissimo indizio, connesso a un oggetto, per sapere se ho scoperto l’arte in questione: cammello…
    Abbracci, buon fine settimana e auguri di rapidissima guarigione dalla tua influenza,
    Gaetano
    Un caro saluto anche al prof. Emilio, col medesimo augurio di rapidissima guarigione,
    G.

  116. Grazie di cuore a Simona, mia splendida Socia letteraria, per la sua generosità rivolta alla imminente nascita di questo nuovo libro che – a sua volta – è figlio di questo blog.
    Grazie, Simo!

  117. Ringrazio Salvo Guarnera per il link a Rai Letteratura (altro luogo dove è possibile connettersi in streaming con il Festival). E un caro saluto e ringraziamenti anche a Filippo, Rita e Susanna Amantia.

  118. Nei prossimi due giorni molto difficilmente riuscirò a connettermi, dunque ne approfitto per salutarvi adesso.
    Buon Festivaletteratura a tutti coloro che lo vivranno dal vivo e a tutti coloro che lo seguiranno via web.

  119. Carissimo Gaetano
    no…l’indizio non è quello giusto…a cose fatte SAPRAI!!!
    Anzi, spero di fare delle foto e magari un video per farti godere questa strana commistione che ho in mente….e che credo lascerà di stucco anche il nostro Massi!

  120. Caro Massi
    ma che meraviglia il booktrailer di Letteratitudine!
    Che ritmo, che pulsazioni, che anni, questi trascorsi insieme!
    I dibattiti, gli incontri, la scrittura, i volti che si fanno materia, le presentazioni dei libri, i salotti letterari, la scrittura a quattro mani…
    quanta strada!
    Lunga vita a Letteratitudine e buon compleanno!
    La tua socia

  121. Carissima Simona,
    la mia curiosità sulla tua “strana commistione” cresce ancor di più… e anche la voglia di essere a Siracusa il 10 novembre, per la prima presentazione di “Letteratitudine – il libro. Vol. 2”. Sono ancora in attesa di conoscere il mio giorno settimanale lavorativo libero per potermi organizzare meglio.
    @ Massimo
    Ho visto il booktrailer ed è proprio bello! Complimenti vivissimi e tanti auguri per “Letteratitudine – il libro. Vol. 2”!

  122. Carissimo Gaetano
    il 10 novembre è un sabato e l’incontro sarà alle 18,00 circa….quindi con un pizzico di fortuna e di …”ali” (dell’aereo) puoi farcela.
    Inutile dirti che saresti festeggiatissimo e che sarei felicissima di accoglierti sia per rendere omaggio al libro del nostro Massi, sia per guidarti nella mia bella Siracusa…magari facendoti assaggiare alcune delle mie specialità culinarie (come forse saprai, adoro cucinare).
    Insomma….se riesci…la festa sarebbe davvero completa!
    E Letteratitudine si ricomporrebbe anche fisicamente, non solo virtualmente….
    Evviva!

  123. bellissimo il booktrailer…. ma è maugeri a realizzarlo? bello anche parlarne qui, nel post di mantova…adattissimo al festival perenne della letteratura che è questo blog

  124. Cara Simo,
    ancora una volta grazie di cuore a te (nel booktrailer ci sei anche tu… hai visto?).
    Sei anni son passati. Ebbene sì, mia cara Socia… qui a Letteratitudine si invecchia piacevolmente insieme. 😉

  125. Caro Gaetano, sarebbe ottima una tua discesa qui in Sicilia.
    In alternativa potremmo incontrarci a Roma alla fiera “Più libri, più liberi” (anche se non sono ancora sicuro di andarci, quest’anno).

  126. @ Antonio
    Grazie per le tue belle parole. E sì, il video è autoprodotto.
    Be’, è risaputo che “l’uomo con la camicia celeste” è un autodidatta incallito…
    😉

  127. NEW YORK – Undici anni. Tanto è passato da quell’11 settembre del 2001 che sconvolse l’America e il mondo intero. Quel giorno persero la vita 2.983 persone. E oggi, a distanza di 11 anni, gli americani ricordano le vittime del più grave attentato mai compiuto negli Stati Uniti. Quel giorno non fu colpito soltanto il cuore di New York: mentre due aerei dirottati da kamikaze di Al Qaeda si schiantavano sulle Torri Gemelle, un altro colpiva il Pentagono e un quarto precipitava su un campo della Pennsylvania.

  128. Come ogni anno da quel giorno, una cerimonia ha commemorato le vittime i cui nomi sono stati letti a voce uno ad uno a Ground Zero. E poi un minuto di silenzio nel momento esatto in cui i quattro aerei precipitarono e altri due minuti di silenzio osservati nel momento in cui i due grattacieli crollarono. Una cerimonia senza fasti e in tono minore, rispetto agli anni precedenti. E se Barack Obama e Joe Biden hanno sospeso la campagna elettorale, Bill Clinton ha fatto sapere che sarà oggi a Miami, in Florida, come da programma. La natura dell’anniversario è segnata anche dal fatto che i parenti delle vittime hanno chiesto l’assenza di politici alle celebrazioni. Così il presidente non ha partecipato alla cerimonia, ma ha osservato il silenzio davanti alla Casa Bianca per poi visitare il memoriale del Pentagono. L’America oggi è “più forte e più sicura”, ha detto Barack Obama, sottolineando che gli Usa da allora hanno sferrato “un colpo durissimo ad al Qaida”, decapitandola
    e indebolendola. “Osama bin Laden non ci minaccerà mai più”, ha detto, “un giorno nei libri di storia ciò che rimarrà dell’11 settembre non saranno né l’odio, né le divisioni, ma un mondo più sicuro, più forte e più unito”. Mitt Romney, candidato repubblicano alla Casa Bianca e avversario di Obama nella corsa alle presidenziali, ha affidato il suo commento ad una nota: “Gli Usa sono una nazione unita, guidata da Dio e determinata a fermare i terroristi e proteggere la libertà a casa e in tutto il mondo” ha scritto. “Gli Stati Uniti”, ha aggiunto l’ex governatore del Massachusetts nel comunicato, “non dimenticheranno mai le vittime degli attentati”.

  129. Il Museo alla memoria.
    Intanto si discute ancora sull’apertura del Museo della memoria a Ground Zero, costato più di un miliardo di dollari e la cui inaugurazione è stata rinviata al 2014. Lo scontro è su chi dovrà pagare, gestire la struttura e occuparsi della sorveglianza. La controversia tra la fondazione che controlla il memoriale e l’Autorità Portuale di New York e New Jersey, che sta costruendo la struttura sotterranea, ha bloccato per mesi la realizzazione del progetto. L’intesa, però, pare sia stata raggiunta ieri, alla vigilia delle celebrazioni: “Sono molto soddisfatto che alla vigilia di questo importante anniversario, siamo in grado di annunciare un accordo che garantisca il completamento del Museo dell’11 settembre – ha dichiato Micheal Bloomberg, sindaco di New York – L’accordo assicura che verrà riavviata molto presto la costruzione e non si fermerà fino a quando il museo non sarà completato”.

  130. E poi sì: Massimo è un autodidatta in ogni cosa che fa! Ha imparato da solo ogni mistero dell’informatica (ed è bravissimo), della radio, della telecamera, del montaggio, della musica (è un ottimo chitarrista).
    Ma soprattutto, e prima di ogni altra cosa, Massimo è uno scrittore!
    Persino il blog ha struttura fortemente narrativa. Come gli dico sempre: hai creato un libro che si scrive da solo….
    Vi aspetto per festeggiare i primi sei anni di Letteratitudine!
    Siracusa, Galleria Roma (piazza San Giuseppe, Ortigia) 10 novembre ore 18.

  131. Caro Massimo. Tanti complimenti!!!!
    Sia per il nuovo libro su Letteratitudine, sia per l’ottimo booktrailer che fa pure venire voglia di ballare.

  132. Complimenti complimenti anche da parte mia al libro Letteratitudine e a Massimo, bravissimo, intelligente, sensibile e generoso come pochi.
    Anche io come Amelia aspetto la copia cartacea perché devo sottolineare, scarabocchiare e fare cuori e fiori accanto ai post più belli!
    Spero tanto che Massimo e le edizioni Historica vogliano fare una capatina anche a Napoli…potrei farvi “un servizio che non dimenticherete mai”(come disse un attore in un celebre film di Totò…). 😉

  133. Grazie grazie, carissima Simona! Sei davvero gentilissima. E sì, un po’ di fortuna e anche un bel paio d’ali, Pisa-Catania e ritorno… Sarebbe proprio un bellissimo incontro, con Massimo e il suo nuovo “Letteratitudine – il libro”, e altri amici del blog (e a proposito di Sicilia, ho ripreso in mano ieri un capolavoro incomparabile: “Horcynus Orca”).
    Tanti abbracci a te e a Massimo,
    Gaetano

  134. Grazie mille, cara Simo. Sei splendida, come sempre. Ma, essendo tu la mia Socia Letteraria, i tuoi complimenti potrebbero non essere credibili. 🙂
    Grazie ancora per l’invito del 10 novembre!

  135. Cara Francesca Giulia, grazie di cuore anche a te per le belle parole e per “l’invito partenopeo”!
    Noi, comunque, ci vedremo sabato a Modica!
    Si può dire il motivo? Io, per ora, taccio… e lascio la scelta di una eventuale “comunicazione” a te (tenendo, comunque, sempre le dita incrociate).
    😉

  136. Caro Gaetano, ancora una volta grazie anche a te per i tuoi commenti e per la tua presenza in questo blog.
    Spero di rivederti presto, in un modo o nell’altro.
    W l’ “Horcynus Orca”!!!
    Diverse volte, con il caro e indimenticato Luciano Comida, ci eravamo detti di organizzare un dibattito sul capolavoro di Stefano D’Arrigo!
    Un forte abbraccio a te.

  137. Ciao Massimo. Scusami. Sono stata io a postare i commenti sull’11 settembre, da Repubblica.it
    Sarebbe possibile spostarli nel giusto luogo?
    Grazie e scusa ancora.

  138. molto bello il trailer del libro letteratitudine. era da tempo che non ascoltavo quel brano musicale: ottima scelta!

  139. Salve a tutti!… E’ con immenso piacere che posso annunciarvi che MARTEDI’ 4 GIUGNO, alle Ore 21, presso il CENTRO CIVICO (Via D’Annunzio, 35 – Monza), Andrea Carlo Cappi e Dario Crippa – con la partecipazone mia e di altri autori – presentano “CAPACITA’ NASCOSTE – LA PRIMA ANTOLOGIA Diversamente THRILLER” (edizioni No Reply), ovvero la prima antologia italiana di racconti thriller con protagonisti diversamente abili, che ho curato io insieme a Elio Marracci.
    Un’antologia a cui hanno partecipato con passione ben 26 autori, e che contiene anche un’avventura inedita di Mister Noir – il primo eroe disabile italiano, protagonista di thriller umoristici –, che ho scritto appositammente per questo volume.
    Un modo diverso di parlare di disabilità.
    Un evento unico, patrocinato dal Comune di Monza!

    Se volete ulteriori informazioni su questa antologia, cliccate qui: http://www.myspace.com/sergiorilletti/blog/546379830 .
    Se volete leggerne la Prefazione, cliccate qui: http://letteratitudinenews.wordpress.com/2012/12/01/capacita-nascoste-sergio-rilletti/#more-1584 .
    Se volete leggere “SOLO!”, il mo thriller autobiografico che ha fatto scaturire il progetto di questa antologia, cliccate qui: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/16/solo-racconto-di-sergio-rilletti/comment-page-5/ .

    VI ASPETTIAMO NUMEROSI!


    A presto!
    Sergio Rilletti

  140. Care amiche e cari amici,
    spero che abbiate trascorso buone vacanze!
    Il mese di settembre dell’anno 2013 è ormai alle porte… e dunque sta per cominciare la nuova edizione del Festivaletteratura di Mantova (quest’anno sarà dal 4 all’8 settembre 2013).

  141. Per contribuire a promuovere l’evento, ho rimesso in primo piano questo breve post. Ne approfitto per augurare i classici “in bocca al lupo” agli organizzatori, ma anche per complimentarmi con loro e ringraziarli per il lavoro eccezionale che hanno svolto in questi anni (e che ha permesso a questo evento di ergersi come uno dei più importanti appuntamenti del mondo della letteratura).

  142. Nel corso della discussione, con l’aiuto degli amici di Letteratitudine, abbiamo tracciato la storia del Festival Letteratura di Mantova.

    Naturalmente, di seguito, segnaleremo gli appuntamenti principali dell’edizione in corso.
    Invito gli uffici stampa delle case editrici – se lo desiderano – a segnalare tra i commenti gli appuntamenti che coinvolgono i loro autori. Intanto, è possibile scaricare il programma del Festival cliccando qui…
    http://www.festivaletteratura.it/download/programma/programma2013.pdf

  143. Agli amici (vecchi e nuovi) di questo blog ripropongo le seguenti domande:

    – Avete avuto modo di partecipare al Festivaletteratura di Mantova?

    – Qualcuno di voi sarà presente all’edizione di quest’anno?

    – Secondo voi, quali sono stati (e quali sono) i segreti del successo?

  144. Festival letteratura di MAntova? Sì, mi sembra un buon modo di cominciare il mese di settembre.
    non potrò andarci, perchè non son di quelle parti, ma seguirò.

  145. Io, se tutto va bene, parteciperò al Festivaletteratura.
    Eventualmente vi scriverò le mie impressioni.

  146. Letteratura e tecnologia: è stata creata un applicazione per i-phone e i-pad con lo scopo di aggiornare gli interessati sugli sviluppi del festival. Può essere scaricata gratuitamente da AppStore digitando semplicemente Festivaletteratura. Nel menù dell’applicazione leggo voci come “biglietteria” oppure “come spostarsi” o ancora “come arrivare”, e aprendo ciascuna voce si possono leggere tutta una serie di utili e dettagliate informazioni. C’è anche una sezione dedicata alle biografie degli autori che presenziano all’evento. Buona lettura a tutti.
    Dora Paternò

  147. Mi farebbe tanto piacere partecipare, ma è troppo distante per me.
    Per fortuna ci sono le dirette web per alcuni degli eventi più importanti.

  148. il fatto che il festival letterario di Mantova sia riuscito a sopravvivere alla crisi economica mi pare già una bella notizia.

  149. dico questo perché molte iniziative culturali e festival purtroppo sono stati aboliti. una delle prime vittime della crisi, a quanto pare, è la cultura. purtroppo!

  150. Festivaletteratura Mantova

    4-8 settembre 2013

    Gli incontri degli autori Einaudi

    Giovedì 5 settembre

    Ore 12.00 • tenda sordello

    Salvatore Settis

    UN AMBIENTE A MISURA D’UOMO.“Abbiamo portato in tutti i villaggi le nostre armi segrete: i libri, i corsi, le opere dell’ingegno e dell’arte. Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura che dona all’uomo il suo vero potere”. Così scriveva Adriano Olivetti nel 1959 in Il cammino della Comunità: un libro secondo Salvatore Settis ancor più indispensabile oggi, per ricostruire su nuove basi la nostra convivenza civile.

    Di recente pubblicazione:

    Alice Leone, Paolo Maddalena, Tomaso Montanari, Salvatore Settis, Costituzione incompiuta. Einaudi 2013

    Salvatore Settis, Azione popolare. Einaudi 2012

    Ore 18.45 • piazza castello

    Tomaso Montanari e Salvatore Settis

    ARTICOLO 9: ARTE E COSTITUZIONE. “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” Come le politiche culturali in atto nel nostro paese interpretino il dettato dell’articolo 9 della Costituzione, è quanto meno discutibile. Al di là dello stato di incuria in cui versa una parte non secondaria dei nostri monumenti, ormai da molti anni infatti si è affermata l’idea che il beneficio derivante dalla cultura, per una comunità, debba essere prevalentemente monetario, attraverso lo sviluppo di un indotto turistico per il territorio. Salvatore Settis (Azione popolare) e Tomaso Montanari (Le pietre e il popolo) ripartono invece dalla Costituzione, per riaffermare l’idea di una cultura che si pone prima di tutto al servizio della crescita civile di una comunità in trasformazione.

    Di recente pubblicazione:

    Alice Leone, Paolo Maddalena, Tomaso Montanari, Salvatore Settis, Costituzione incompiuta. Einaudi 2013

    Salvatore Settis, Azione popolare. Einaudi 2012

  151. Venerdì 6 settembre

    Ore 14.30 • casa del mantegna

    Francesco Abate e Cristiano Cavina con Valerio Mastandrea

    STRADE. Strade obbligate, strade deviate, strade eleganti e strade polverose, strade deserte o affollate, strade in discesa e strade senza fine. Che strada prendiamo nella vita non dipende sempre da noi, ma da dove siamo nati, da chi sono i nostri genitori, dagli incontri che facciamo e magari anche dalla scuola e dagli insegnanti che incrociamo. E anche dal fisico che ci portiamo addosso. Di destini più o meno segnati parleranno Francesco Abate (Un posto anche per me) e Cristiano Cavina (Inutile Tentare Imprigionare Sogni), insieme all’attore Valerio Mastandrea.

    Di recente pubblicazione:

    Francesco Abate, Un posto anche per me, Einaudi 2013

    Ore 14.30 • palazzo di san sebastiano

    Mohsin Hamid con Marco Mancassola

    ASCESA E CADUTA DI GIOVANI ARRAMPICATORI GLOBALI. “Scrivo perché scrivere mi permette di esplorare le tensioni che convivono dentro di me”. Le tensioni che lo scrittore anglo-pakistano Mohsin Hamid traspone nelle pagine dei suoi romanzi, rispecchiano le precarietà esistenziali e identitarie di un’epoca come la nostra, in cui tutto risulta ugualmente possibile e incerto. Ne Il fondamentalista riluttante aveva raccontato l’inattesa trasformazione, di fronte al crollo delle Torri Gemelle, di un giovane pakistano felicemente integrato nel mondo dell’alta finanza americana. Nel nuovo libro Come diventare ricchi sfondati nell’Asia emergente, Hamid sceglie il continente asiatico come scenario della rapida ascesa sociale del suo spregiudicato protagonista, costretto dal fallimento e dalla malattia a ripensare a ciò che conta davvero nella vita. Lo incontra lo scrittore Marco Mancassola.

    Di recente pubblicazione:

    Mohsin Hamid, Come diventare ricchi sfondati nell’Asia emergente. Einaudi 2013

    Ore 15.00 • cortile dell’archivio di stato

    Peter May con Marco Malvaldi

    DELITTI RACCONTATI CON CURA. Come lavora un giallista per preparare un bestseller? Peter May dedica almeno quattro mesi a sviluppare un’idea per un nuovo romanzo, facendo ricerche e visitando i luoghi in cui ha scelto di ambientare la sua storia. Da questo accurato lavoro di documentazione e da uno straordinario talento descrittivo nel ricreare le atmosfere, i suoni, i singoli particolari sulla pagina scritta, sono nate le serie che hanno decretato il successo internazionale dell’autore britannico: dai China thrillers agli Enzo Files, fino alla recentissima trilogia scozzese con protagonista l’ispettore Fin Macleod, di cui è stato tradotto in italiano il primo episodio, L’isola del cacciatore di uccelli. A presentare Peter May interviene lo scrittore Marco Malvaldi.

    Di prossima pubblicazione:

    Peter May, L’uomo di Lewis. Einaudi 2013

    16.00 • tenda sordello

    Piero Negri Scaglione UNA QUESTIONE PRIVATA? La redazione di Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio costituisce uno dei più intri- cati e studiati casi della filologia del Novecento. Secondo Piero Negri Scaglione, il momento a metà degli anni ‘50 in cui lo scrittore decide di mettere da parte questo lavoro ci dice molto sulla sua personalità e sulla sua opera.

    Ore 17.45 • aula magna dell’università

    Michela Murgia, Antonella Tarpino e Giorgio Vasta

    RITROVARSI TRA LE ROVINE. C’è una geografia silenziosa, nascosta fra le pieghe del nostro territorio. È fatta di case golenali lasciate alla natura del fiume, paesi abbandonati dell’Appennino, capannoni industriali inutilizzati. Rovine senza dignità monumentale, che sembrano arrivare non si sa bene da dove. Sono i resti di un paese che non c’è più o di un futuro tradito, a cui occorre ridare voce perché ci raccontino che cosa eravamo, che cosa avremmo voluto essere. Due narratori – Michela Murgia e Giorgio Vasta – e una storica – Antonella Tarpino, autrice di Spaesati – provano a restituirci i mondi e le vite trattenute dalle rovine sparse per l’Italia. Perché “sta a noi”, scrive Antonella Tarpino, “far sì che la rovina ci esenti non tanto dal senso della fine, ma dalla fine del senso di noi stessi”.

    Di recente pubblicazione:

    Antonella Tarpino, Spaesati. Einaudi 2012

    Ore 18.15 • sagrestia di san barnaba

    Alessandro Fo con Roberto Andreotti

    LA VOCE DI VIRGILIO. Il paese più straniero. “Se si torna così di frequente a reinterpretare e a riscrivere Virgilio, è proprio perché ogni generazione ha i suoi nuovi e peculiari interrogativi da porgli”. Alessandro Fo si è recentemente cimentato nell’impresa di riproporre la voce di Virgilio, una voce – come scriveva Carlo Emilio Gadda – che sembra insorgere “da un profondo sacerdozio della tenebra” e il cui sentimento scaturisce da una fonte che “è insieme

    lo sgomento e la panica delizia del vivere, del conoscere”. Insieme al giornalista Roberto Andreotti, Fo ripercorre il lungo lavoro in dialogo con Virgilio sull’Eneide, nel tentativo di restituire attraverso una traduzione metrica, una lingua apparentemente vicina al parlato, in realtà costantemente orientata verso il sublime.

    Di recente pubblicazione:

    Publio Virgilio Marone, Eneide. Einaudi 2012

    Ore 19.15 • palazzo d’arco

    Diego De Silva e Dan Lungu con Simonetta Bitasi

    INNAMORAMENTI. Umorismo e amore possono convivere? Nello stesso scrittore sicuramente sì, come dimostrano Diego De Silva e Dan Lungu, accomunati dall’uso raffinato e pungente dell’ironia, ma anche dalla capacità di raccontare l’innamoramento. Così il papà letterario dell’avvocato Malinconico e il narratore delle vicende della Romania post-comunista nei loro romanzi più recenti (Mancarsi per De Silva e Come dimenticare una donna per Lungu) si sono concentrati su un amore quasi impossibile e sulla difficoltà di resistere alla passione amorosa, come raccontano a Simonetta Bitasi. Con il contributo dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.

    Di recente pubblicazione:

    Diego De Silva, Mancarsi. Einaudi 2013

    Ore 21.00 • piazza castello

    Lella Costa con Stefania Bertola, Bianca Tarozzi e Vanna Vinci

    RAGAZZE CHE SORRIDONO Non c’è niente che non si possa dire, né argomento che non si possa affrontare con ironia” dice Lella Costa, maestra nel provocare sorriso e pensiero nei suoi spettacoli. E così l’attrice e autrice, capace di tracciare una mappa dell’ironia nella letteratura, nella musica, nella politica, nella vita quotidiana (Come una specie di sorriso) ha coinvolto altre ragazze che sanno sorridere e far sorridere, la scrittrice Stefania Bertola (Romanzo rosa), la poetessa Bianca Tarozzi (La signora di porcellana) e l’artista Vanna Vinci (La bambina filosofica), per regalarci un catalogo di punti di vista inattesi e di cambiamenti di sguardo imprevedibili.

    Di recente pubblicazione:

    Stefania Bertola, Romanzo rosa. Einaudi 2012

  152. Sabato 7 settembre

    Ore 11.15 • chiesa di santa maria della vittoria

    Marcello Fois con Paolo Simoni e Ilaria Ferretti

    IL FILM DELLA MIA FAMIGLIA. Una delle più straordinarie fonti per la ricostruzione delle storie familiari è rappresentata dai filmati amatoriali girati per immortalare eventi speciali come matrimoni, nascite, comunioni oppure in occasione di feste o semplici momenti di svago o di vacanza. Questi documenti, oltre al valore privato, offrono come pochi altri la possibilità di indagare la storia sociale e del costume di anni ormai lontani e di raccogliere le microstorie di territori e quartieri. L’Associazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia di Bologna svolge da più di dieci anni un ruolo fondamentale nella raccolta, nel restauro e nella valorizzazione di questi materiali. Marcello Fois, autore di apprezzate saghe familiari come Stirpe e Nel tempo di mezzo, commenta insieme a Paolo Simoni e Ilaria Ferretti di Home Movies alcuni di questi filmati, evidenziandone il valore antropologico e il potenziale narrativo.

    Di recente pubblicazione:

    Marcello Fois, Nel tempo di mezzo. Einaudi 2012

    Ore 14.00 • tenda sordello

    Enzo Ciconte e Carlo Lucarelli

    TUTTE LE MAFIE D’ITALIA (E DEL MONDO). La mafia è un fenomeno con un’origine storica e geografica ben definita. Ma oggi che il modello organizzativo si è dimostrato replicabile in ogni parte del mondo, il plurale è d’obbligo – secondo Enzo Ciconte (Atlante delle mafie) e Carlo Lucarelli – e l’estensione del fenomeno quasi incommensurabile.

    Di recente pubblicazione

    Carlo Lucarelli, Il sogno di volare. Einaudi 2013

    Ore 17.00 • piazza castello

    Carlo Lucarelli con Andrea Buffa e Massimo Picozzi

    NOIR DI RABBIA. La rabbia sta diventando una malattia sociale, secondo Carlo Lucarelli. In un mondo che si fa fatica a capire, dove idee e poteri sono confusi e – se ci sono – non si vedono, si sta facendo largo un disagio che non aspetta altro che una scintilla per esplodere in violenze gratuite contro i più deboli o contro chi capita. In Il sogno di volare, Lucarelli recupera il noir e il commissario Grazia Negro, per raccontare l’insorgenza di questo male ferino e lo smarrimento profondo di una città, cercando al Festival di trovare una cura insieme a Massimo Picozzi – criminologo e personaggio del romanzo – e al musicista Andrea Buffa.

    Di recente pubblicazione

    Carlo Lucarelli, Il sogno di volare. Einaudi 2013

    Ore 17.15 • cortile dell’archivio di stato

    Paola Mastrocola con Massimo Cirri

    GENITORI E FIGLI AL TEMPO DELLA CRISI. Con eleganza e ironia, Paola Mastrocola, nei suoi romanzi, non ha mai smesso di raccontarci una società che sembra omologarsi al peggio, in cui a prevalere è il conformismo e che poche speranze lascia a chi vorrebbe provare a guardare altrove, o più in alto. Con rigore e vis polemica, nei suoi pamphlet (La scuola raccontata al mio cane, Togliamo il disturbo) ha cercato di mostrare come gli stessi atteggiamenti si siano radicati nella scuola, rischiando di lasciare i giovani senza più nulla: una preparazione su cui contare, un futuro verso cui tendere liberamente. Con Non so niente di te Paola Mastrocola torna al più ampio respiro del romanzo, proponendo in modo spiazzante il disastro del nostro tempo attraverso una storia di figli troppo educati per deludere le aspettative e genitori che non hanno mai trovato il tempo per conoscerli. La incontra il conduttore radiofonico Massimo Cirri.

    Di recente pubblicazione

    Paola Mastrocola, Non so niente di te. Einaudi 2013

    Ore 18.30• palazzo d’arco

    giallo a contrasto

    Maurizio De Giovanni e Valerio Varesi con Luigi Caracciolo

    La Napoli degli anni ’30 (e non solo) e la Parma di oggi (e non solo), mare e colline, colori e nebbia, un poliziotto gran gourmet e un altro che appena si alimenta, dolori privati e drammi collettivi. Niente di più diverso, eppure – magia del giallo – entrambi convivono sullo scaffale dello stesso lettore. Maurizio De Giovanni (Il metodo del coccodrillo, I bastardi di Pizzofalcone) incontra Valerio Varesi (La casa del comandante, È solo l’inizio, commissario Soneri). Coordina Luigi Caracciolo, sostituto commissario di polizia.

    Di recente pubblicazione

    Maurizio De Giovanni, I bastardi di Pizzofalcone. Einaudi 2013

    Ore 20.45 • casa del mantegna

    Eraldo Affinati e Marcello Fois con Piero Negri Scaglione

    IL VALORE DELLA SCRITTURA. Quattro parole per Beppe Fenoglio

    “Scrivo per un’infinità di motivi (…). Non certo per divertimento. Ci faccio una fatica nera. La più facile delle mie pagine esce spensierata da una decina di penosi rifacimenti. Scrivo with a deep distrust and a deeper faith”. Beppe Fenoglio è scomparso cinquant’anni fa: per dire di sé gli bastavano il nome, e “la qualifica di scrittore e partigiano”. Abbiamo pensato di ricordarlo al Festival con quattro parole che esprimono una qualità della sua scrittura, scelte da quattro narratori italiani di oggi, insieme a un racconto o a un romanzo di Fenoglio che ce la rende evidente.

    Eraldo Affinati parla di energia attraverso Una questione privata; Marcello Fois parla di sobrietà attraverso La paga del sabato.

    Di recente pubblicazione

    Marcello Fois, Nel tempo di mezzo. Einaudi 2012

    Ore 21.00 • palazzo di san sebastiano

    Taiye Selasi con Marino Sinibaldi

    PER UNA LETTERATURA AFROPOLITAN

    Afropolitan è il termine coniato da Taiye Selasi per descrivere la generazione di afri- cani cosmopoliti nati nella diaspora, che sente come propria tanto l’eredità culturale dell’Africa, quanto quella dell’Occidente. Apprezzata da Toni Morrison e Salman Rushdie e inserita da Granta nella lista dei venti più promettenti autori inglesi under 40, con il suo romanzo d’esordio – una saga familiare che si sviluppa tra diversi continenti e generazioni – Taiye Selasi interpreta alla perfezione questo spirito nuovo del romanzo africano, che rivendica piena cittadinanza in una letteratura globale. Presenta l’autrice di La bellezza delle cose fragili il giornalista Marino Sinibaldi.

    Di recente pubblicazione

    Taiye Selasi, La bellezza delle cose fragili. Einaudi 2013

    Ore 22.30 • chiostro di santa paola

    Sinfonia con parole con Enzo Bianchi

    TRA LE PIEGHE DEL SILENZIO

    ideazione, cura, realizzazione di Marco Olivieri, Fabrizio Orlandi, Claudio Ponzana C’è un inizio che chiamiamo desiderio e, quasi senza rumore, diviene necessità: ascoltare il silenzio, nella sua essenza risuonante. Dentro questa convinzione è cresciuta l’idea ardita e funambolica di condividere con altri la possibilità di esperire l’ascolto di qualcosa che non abbiamo abitudine a vivere, lontano dal frastuono verbale del nostro quotidiano. Silenzio di parole, silenzio nelle profondità di un’esplorazione soggettiva e collettiva, metafora di una ricerca lontana che affonda le radici nella scelta della solitudine, ma anche nella vita comunitaria dei primi cristiani, nei monaci buddisti come nel samādhi induista. Padre Bianchi è la guida che ci conduce in questi territori; l’ascolto riguarda il tempo registrato e vissuto a Bose, all’interno di una comunità che dal silenzio trae ispirazione.

    Di recente pubblicazione

    Enzo Bianchi, Fede e fiducia. Einaudi 2013

  153. Domenica 8 settembre

    Ore 9.00 • piazza leon battista alberti

    Taiye Selasi con Piero Zardo

    LE PAGINE DELLA CULTURA

    Di recente pubblicazione

    Taiye Selasi, La bellezza delle cose fragili. Einaudi 2013

    Ore 10.00 • basilica palatina di santa barbara

    Enzo Bianchi

    MEMORIA DELLE ORIGINI E DEL FUTURO. “Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo”. Così si apre il Vangelo di Matteo: Dio ha scelto, per diventare uomo, una lunga storia uma- na, quella del popolo di Israele, nella quale la venuta di Cristo si pone come “evange- lo”, buona notizia, compimento di una promessa. Una storia di vite vissute, di uomini retti e improbi, di solidarietà tra generazioni, di speranze. “L’uomo – ha scritto Elie Wiesel – è definito dalla sua memoria individuale, legata alla memoria collettiva”. Dimenticare chi ci ha preceduto – secondo Enzo Bianchi – significa uccidere, con il passato, anche il futuro che esso conteneva, negandosi ogni possibilità di giungere alla propria e all’altrui verità.

    Di recente pubblicazione

    Enzo Bianchi, Fede e fiducia. Einaudi 2013

    Ore 10.30 • tenda sordello

    Paola Mastrocola

    LE PAROLE PERDUTE DELLA POESIA

    Un tempo la poesia ci cambiava la vita, mentre oggi sembra aver perso qualsiasi ascendente su di noi. Paola Mastrocola parla della sua prima vera, appassionata e illuminante lettura poetica, quella di Giuseppe Ungaretti, e di un rapporto con la poesia che non è più riuscito a rinnovarsi.

    Di recente pubblicazione

    Paola Mastrocola, Non so niente di te. Einaudi 2013

  154. Donzelli editore al Festivaletteratura Mantova 2013

    Mercoledì 4 settembre – ore 18:00 – AULA MAGNA DELL’UNIVERSITA’

    ANTENATI IN VIVA VOCE

    Juri Meda incontra Alessandro Portelli

    Autore di STORIE ORALI

    Donzelli Editore

    Alessandro Portelli è considerato uno dei padri fondatori della storia orale non solo italiana ma internazionale. Deve tale fama al paziente accumulo di decenni di viaggi e interviste a cavallo dei continenti ai protagonisti della storia non ufficiale, quella fatta attraverso le voci dei testimoni diretti di grandi eventi che hanno segnato epoche e svolte culturali. Solo oggi, però, i saggi di Portelli apparsi sul mercato editoriale americano sancendo la sua autorevolezza scientifica, vengono raccolti in una sorta di canone. Nell’ultimo quarto di secolo essi hanno contribuito a trasformare il metodo, gli obiettivi, le finalità stesse della storia orale, diventando riferimenti obbligati in ambito internazionale, sono ora per la prima volta tradotti in italiano.

    La storia orale ricostruisce gli eventi del passato, soprattutto del mondo popolare e non egemone; ma soprattutto ne esplora il significato, attraverso l’analisi del racconto, l’immaginazione, il desiderio, il sogno, la soggettività – e attraverso il dialogo fra culture e persone, intervistati e intervistatori, ricercatori e narratori. La storia orale si intreccia con la letteratura, la linguistica, l’antropologia, le religioni, la musica, la cultura di massa – e la politica. Ecco perché i saggi di Portelli percorrono un tempo che va dalle stragi naziste e i bombardamenti della seconda guerra mondiale all’impatto della globalizzazione sul mondo operaio e agli eventi del G8 di Genova, e uno spazio che va dalle acciaierie di Terni al Kentucky, da Roma all’India, passando per il Brasile o per il Vietnam. Partendo da eventi puntuali e da luoghi definiti essi elaborano proposte generali di teoria e di metodo. A tenerli insieme è una immutata passione, un unico stile, e una insaziabile curiosità che contagia il lettore pagina dopo pagina.

    Alessandro Portelli, nato a Roma nel 1942, è considerato tra i fondatori della storia orale. Professore di Letteratura angloamericana all’Università «La Sapienza» di Roma, ha fondato e presiede il circolo Gianni Bosio per la conoscenza critica e la presenza alternativa delle culture popolari. Collabora con la Casa della Memoria e della Storia di Roma e con «il manifesto», «Liberazione» e «l’Unità».

  155. Venerdì 6 settembre – ore 17:45 – CORTILE DELL’ARCHIVIO DI STATO
    LA NOSTRA RIVOLUZIONE CONTINUA

    Peter Florence incontra Ahdaf Soueif

    Autrice del libro IL CAIRO

    Donzelli editore

    Il 25 gennaio 2011, quando scoppia la rivoluzione in Egitto, Ahdaf Soueif, giornalista e scrittrice di fama internazionale, è colta da un unico, irrefrenabile istinto: scendere in strada per mescolarsi ai milioni di giovani che sciamano verso piazza Tahrir. Nessuno sa ancora, neppure lei, che la folla deciderà di fermarsi in quella piazza per diciotto interminabili giorni. Poco più di due settimane: il tempo di una rivoluzione tanto fulminea quanto covata per decenni. Diciotto giorni che hanno segnato la storia presente di un popolo tuttora in pieno fermento, raccontati da chi li ha vissuti in quel luogo simbolo della «primavera araba».

    Ahdaf Soueif ci conduce per mano tra i vicoli affollati del Cairo in rivolta; ci fa respirare quella straordinaria atmosfera, quella spinta collettiva che porta il singolo a sentirsi finalmente parte attiva di una comunità. Giorno dopo giorno, notte dopo notte, l’autrice segue il succedersi dei drammatici sconvolgimenti che hanno determinato la caduta del regime di Hosni Mubarak; il racconto, tuttavia, non si traduce mai in semplice cronaca: «la storia che ho scritto non riguarda solo gli eventi oggettivi ma anche il modo in cui io, noi, li abbiamo vissuti, sentiti, interpretati. Ed è anche una storia che riguarda me, la mia famiglia e la mia città».

    La rivoluzione, comunque, è un processo, ha una vita propria, che si dipana indipendentemente dal modo in cui i suoi stessi artefici l’avevano immaginata. E Ahdaf Soueif non può fermarsi a quei decisivi diciotto giorni: deve andare avanti, perché la rivoluzione stessa va avanti, e conduce fino all’oggi, a un paese profondamente cambiato ma ben lontano dall’aver concluso il suo percorso verso una vera democrazia partecipativa.

    Le violenze, gli scontri, le proteste non si sono fermati, hanno preso una piega diversa, sono l’altro volto di una rivoluzione che sulle prime sembrava condurre altrove. «La nostra rivoluzione continua – scrive l’autrice – ma è diventata più grande, più dura, più reale, ha perduto molta della sua innocenza e, forse, ancora ne perderà».

    Ahdaf Soueif, nata al Cairo nel 1950, è autrice del best-seller The Map of Love (Il profumo delle notti sul Nilo, Piemme, 1999), tradotto in più di venti lingue. È inoltre commentatrice culturale e politica, e autrice di reportage pubblicati dalle testate di tutto il mondo. Collabora regolarmente con il quotidiano britannico «The Guardian» e tiene una rubrica settimanale sulla rivista egiziana «al-Shorouk».Nel 2007 ha fondato l’associazione senza fini di lucro Engaged Events, con sede in Gran Bretagna. Il suo primo progetto è stato il Palestine Festival of Literature (PalFest) che svolge a Gerusalemme, Betlemme, Ramallah, Nablus, Jenin e Hebron.

  156. Venerdì 6 settembre – ore 11:00 – SAGRESTIA DI SAN BARNABA
    PAROLE COME FRAMMENTI

    Paola Spendore incontra Karen Press

    autrice della raccolta poetica

    PIETRE PER LE MIE TASCHE

    Donzelli editore

    Frammenti del passato
    mi finiscono nelle tasche

    luminosi come gli occhi dei cani randagi,
    imploranti e feroci.

    Per simpatia il presente si spacca in mille pezzi
    e ci s’infila dentro.

    Karen Press è nata nel 1956 a Cape Town, dove risiede tuttora; è stata attiva in vari movimenti sociali nella lotta anti-apartheid. Lavora come freelance editor di libri di testo per le scuole di matematica e scienza. A partire dagli anni ottanta ha pubblicato otto raccolte di poesia e libri per bambini.

  157. sabato 7 settembre – ore 10:45 – TEATRO ARISTON
    UNA STORIA DELL’ITALIA REPUBBLICANA

    Roberto Napoletano incontra Guido Crainz

    Autore del libro IL PAESE REALE
    Donzelli editore

    La fine degli anni settanta segna una svolta nella storia della Repubblica: agli ultimi, cupi sussulti del decennio morente si intreccia l’emergere di trasformazioni colossali che riguardano l’economia e la cultura, il privato e il pubblico, la politica e la comunicazione. Nella convulsa stagione degli anni ottanta si ripropongono inoltre quelle tendenze esasperate all’affermazione individuale, quello sprezzo delle regole, quell’atteggiamento predatorio nei confronti del bene pubblico che erano già apparsi negli anni del «miracolo». Al tempo stesso giunge al punto estremo di crisi un sistema dei partiti sempre più portato a esaudire gli egoismi di ceto, pur di ottenere il consenso. Di qui un dilatarsi del debito pubblico fino a livelli intollerabili. Di qui, anche, un dilagare della corruzione politica che avrebbe portato al crollo della prima Repubblica, e – ben lungi dall’essere sradicato dall’esplosione di Tangentopoli – avrebbe segnato in profondità anche tutta la fase successiva. Per molti versi dunque i lunghi anni ottanta si presentano come un luogo di incubazione del nostro presente. Il nesso fra gli anni di Craxi e l’era berlusconiana ha qui le sue radici, e in questo scenario si collocano le domande che oggi ci incalzano: perché l’anomala alleanza di centrodestra che si affermò inaspettatamente all’alba della seconda Repubblica riuscì a improntare largamente di sé l’intero ventennio successivo? Quali sono le ragioni della quasi ventennale stagione di Berlusconi? E che Italia ci lascia, quella stagione? E ancora: ci sono le energie e le qualità per affrontare una difficile ricostruzione e misurarsi con la crisi internazionale che chiama in causa l’identità e il futuro dell’Europa? Da dove prendere l’avvio per invertire il degrado di un sistema politico e di una «partitocrazia senza i partiti» che ha superato ogni livello di guardia?

    Guido Crainz, nato a Udine, è docente di Storia contemporanea nella Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Teramo. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato: Padania. Il mondo dei braccianti dall’Ottocento alla fuga dalle campagne (1994, 2007); Storia del miracolo italiano (1997, 2003); Il paese mancato (2003); Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa (2005); L’ombra della guerra. Il 1945, l’Italia (2007); Autobiografia di una Repubblica. Le radici dell’Italia attuale (2009).

  158. Farei carte false per essere a Mantova, ma pure io sarò costretta ad accontentarmi delle dirette streaming.
    Bravi agli organizzatori!

  159. Sarebbe bello che Festival come quello di Mantova (con il coinvolgimento delle realtà locali: associazionistiche, imprenditoriali, bancarie, istituzionali) nascano anche in altri luoghi.

  160. Con “Campobello”, il nuovo romanzo di Daniele Sartini, l’editoria giovane sbarca al Garage Bonci.
    Appuntamento il 10 novembre, alle 18.00

    A un anno dalla sua inaugurazione la mission di Garage Bonci è sempre quella: ricavato da un’ex officina meccanica nel centro di Pietrasanta, in Versilia, Garage Bonci non è una galleria tradizionale ma una vetrina per nomi giovani o ancora inediti nel mercato dell’arte contemporanea.
    Giovane è lo staff – tutti trentenni -, come giovani sono gli oltre 40 artisti che, nelle sei collettive di questi primi 12 mesi, hanno esposto il loro lavoro, proponendo sguardi e accenti originali sull’oggi, spaziando dalla pittura alla scultura, dividendosi tra la fotografia e l’installazione ambientale.
    A conferma di questa sua vocazione, Garage Bonci apre ora per la prima volta una finestra sulla media editoria presentando “Campobello”, l’ultimo libro di Daniele Sartini pubblicato per i tipi di Marco Del Bucchia.
    Trentaquattro anni, toscano di Marina di Massa, l’autore, introdotto da Tatiana Vaccarezza, presenterà il suo quarto romanzo domenica 10 novembre, alle 18.00, tra le immagini di Fotosintesi, l’ultima mostra fotografica dello spazio pietrasantino di piazza della Repubblica.
    Al centro di “Campobello” c’è il conflitto, generazionale (padre/figlio) ed esistenziale (amore/carriera): protagonista è Massimo, erede dell’industria paterna che metterà in gioco tutto per ritrovarsi in balia dei sentimenti (incerti) altrui. Un circo, e l’arrivo di un giovane misterioso, virano la narrazione al noir, mettendo Massimo di fronte a un nuovo conflitto, stavolta imbastito sui meccanismi mentali – spesso tanto rassicuranti quanto non risolutivi.
    Con la presentazione di “Campobello” chiude Fotosintesi, la sesta collettiva di Garage Bonci che, grazie alle opere di Aqua Aura, Raffaella Badalotti, Lorenza Ceruti, Carola Gatta, Stefano Germi, Jule Hering, Stefano Lanzardo e Maurizio Vezzoli, ha tracciato un percorso essenziale – e sintetico -, sull’immagine d’arte.

    L’autore: Daniele Sartini (Massa, 1979), ha esordito nel 2008 con il romanzo “L’isola dei pellicani” (Marco Del Bucchia Editore). Nel 2010 ha vinto il Premio Nazionale IL FORTE con “Sacrificio d’alfiere” (Marco Del Bucchia Editore). Nel 2012, grazie alla vittoria di un contest letterario, ha pubblicato il suo terzo romanzo “L’alba nell’imbrunire”, al quale ha fatto seguito, sempre per Del Bucchia, la raccolta “Cinque al tramonto”. A fine novembre un suo racconto farà parte dell’antologia “SAPPY – racconti non autorizzati su Kurt Cobain” (Edizioni La Gru).

    L’editore: Marco del Bucchia (Massarosa, LU), è una realtà editoriale giovane impegnata nella pubblicazione e nella diffusione di opere inedite senza – è bene sottolinearlo -, la richiesta di alcun contributo da parte degli autori. Nata nel 2005 ed espansasi negli ultimi anni anche a livello nazionale, la proposta di Del Bucchia (catalogo e vendita online su delbucchia.it) spazia su tutti i generi – dal giallo al noir, dalle storie per ragazzi e ragazze nella collana “Juvenilia” alle scienze umane in “Studia” fino alla saggistica territoriale -, attingendo sia dalla prosa che dalla poesia. Organizzatore del Premio 8 marzo e Le Storie della Via Francigena, Marco Del Bucchia Editore sarà anche al Pisa Book Festival, dal 15 al 17 novembre 2013.

  161. Quest’anno a Festivaletteratura, tra i molti percorsi che il pubblico potrà seguire, uno merita particolare attenzione per l’occasione che concede di avvicinarsi alla produzione letteraria di un paese che, ora più che mai, disorienta per la sua complessa stratificazione. Mantova ospiterà, infatti, alcuni degli autori di punta della letteratura palestinese, come Murid Barghouti e Suad Amiry, ma saranno presenti anche figure di grande rilievo nella diffusione di questa letteratura in Italia, tra cui la traduttrice Elisabetta Bartuli e Wasim Dahmash, ricercatore di Lingua e Letteratura Araba all’Università di Cagliari, che aiuteranno gli spettatori degli incontri a meglio entrare nella cultura scrittoria della Palestina. A questo proposito buona attenzione sarà riservata anche a Mahmud Darwish, considerato da molti come il miglior poeta contemporaneo in lingua araba e non solo.

    Si inizia venerdì 5 con un evento che sicuramente inaugura l’itinerario sulla letteratura palestinese in maniera coinvolgente: si tratta di un translation slam (Evento 69, venerdì 5 ore 10.45, Chiesa di Santa Maria della Vittoria). Due traduttrici italiane si sfideranno su un componimento del poeta Murid Barghouti. Il pubblico sarà chiamato a partecipare in prima persona nella valutazione della versione migliore e potrà così entrare pienamente nella lingua araba e gustarsi al meglio la poetica dell’autore che sarà presente. Assistendo a questo primo incontro sarà poi più apprezzabile quello successivo (Evento 81, venerdì 5 ore 14.30, Conservatorio di musica Lucio Campiani) dal titolo La poesia della terra, che avrà come protagonista sempre Murid Barghouti, accompagnato questa volta dall’intellettuale palestinese Wasim Dahmash; preparato e, in un certo senso, introdotto dal translation slam della mattina, chi decide di partecipare sarà pronto a comprendere più soddisfacentemente lo scrittore, che parlerà, così come suggerisce il titolo, della poesia della propria terra e di come attraverso le parole e la letteratura si possa in un certo senso riscattarla e perpetuarla.

    Sabato 6 sarà, invece, la giornata dedicata a Mahmud Darwish. Anche in questo caso la concatenazione degli eventi permetterà di immergersi in modo migliore nell’opera e nella personalità dell’autore in questione. Alle 19 (Cinema Oberdan), infatti, si potrà vedere Write down, I am an arab, film che fa luce, anche grazie a materiali inediti, sulla vita e l’esperienza artistca del poeta palestinese. Con tempismo perfetto, subito dopo (Evento 187, ore 21.15, Conservatorio di musica Lucio Campiani), il pubblico potrà prendere parte ad Affinché il vento non mi disperda, commemorazione letteraria proprio in onore di Darwish, in occasione dell’uscita in Italia di “Una trilogia palestinese”, raccolta dei suoi più importanti testi in prosa.

    La stessa cosa vale per la giornata conclusiva di domenica con l’autrice Suad Amiry, che si è saputa distinguere negli anni per la profonda vena di ironia con cui affronta i temi più disparati, anche i più drammatici. Il primo evento a lei dedicato è il Blurandevù delle ore 12.00 (Piazza Leon Battista Alberti). Sarà interessante vedere come i giovani intervistatori metteranno alla prova la scrittrice e architetto palestinese con le loro domande curiose e originali. Il pubblico avrà modo di conoscerla sotto aspetti meno usuali e arrivare all’Evento 230 (Ore 16.45, Teatro Ariston) con un bagaglio di informazioni utili per partecipare con coinvolgimento all’incontro tra la Amiry e Dahmash, Una bellezza senza dimora, che, anche attraverso l’ultimo libro dell’autrice, verterà sull’importanza per l’identità palestinese dell’esperienza di espropriazione del patrimonio architettonico e, in particolare, della propria casa.

    Si conclude con ciò il percorso sulla letteratura palestinese. Lo spettatore avrà avuto modo di avvicinarsi a molti aspetti di essa: dalla prosa alla poesia, dalla tragicità delle parole di Darwish all’umorismo agrodolce di Amiry, passando dalle opere di Barghouti attaccate all’ironia della realtà e alla realtà dell’ironia. Insomma, incontri da non perdere assolutamente, non solo per la rara possibilità che concedono di toccare con mano tutta un’area di letteratura non sempre così esplorata, eppure così fruttifera, ma anche perché, adattando le parole di Tullio Avoledo, che suggerisce caldamente alcuni degli eventi qui elencati, quest’anno questi autori potrebbero profondamente aiutare a capire cosa sta succedendo in Palestina, la loro terra.
    http://www.festivaletteratura.it/news.php?azione=dettaglio&id=1884

  162. In una babilonia di cultura e divertimenti, dal 3 al 7 settembre la città di Mantova torna a tingersi di giallo.

    Tornano infatti gli appuntamenti tanto attesi sul genere con quattro nuovi ed imperdibili eventi, che si accompagnano ad eventi incidentali sulle tematiche di giustizia, mafia e violenza nel nostro paese.

    I quattro eventi principali di quest’anno esploreranno un aspetto inusuale del genere, tramite il confronto tra alcuni degli autori più eccentrici e intriganti che l’Italia abbia conosciuto. Attraverso le loro storie ci porteranno in una nuova dimensione del giallo italiano parlandoci dei loro lavori e di come siano uguali ma diversi tra loro, seguendo un semplice filo rosso: il giallo è la ricerca, è una profonda indagine su sé e gli altri.

    Il primo evento Il giallo d’introspezione vede protagonisti Elisabetta Bucciarelli e Davide Longo, due scrittori che, affidandosi alle passioni, fanno muovere i loro protagonisti tra l’incognito delle indagini e la ricerca di sé stessi, in un mondo che si muove tanto veloce quanto i nostri pensieri. Un aspetto del giallo che ci mostra come per capire la mente umana sia necessario capire e ascoltare prima di tutto sé stessi. La ricerca di risposte però molto spesso può costringerci al limite, può richiederci di entrare in contatto con le realtà che non sembrano le nostre. Quelle descritte in un romanzo giallo però non rappresentano nulla se non ciò che ci circonda, sono fatte di morte e segreti, oscure come la notte più buia: Roberto Costantini e Stefano Tura nell’appuntamento Il male vicino ci accompagnano nel mondo tetro della scrittura violenta, dove perversioni e pulsioni primitive guidano i personaggi dei romanzi su una scia rosso sangue.

    A completare un percorso che vede il giallo come l’indagine nell’animo profondo dell’uomo ci sono Patrick Fogli e Simone Sarasso (L’Italia del noir) che ci mostrano come il giallo italiano si avvicini sempre più al genere noir, presentandoci la società come una squallida imitazione del perbenismo e della cultura dietro la quale si nasconde un paese sempre più frammentato e oscuro.

    A chiudere la rassegna troviamo tre nomi importanti del panorama giallistico, Sandrone Dazieri, Veit Heinichen e Carlo Lucarelli che attraverso un dibattito sul genere (Tris di gialli) ci faranno percorrere le varie sfumature di questa narrativa che non smette mai di affascinare ed intrigare.
    http://www.festivaletteratura.it/news.php?azione=dettaglio&id=1881

  163. Attraverso lo sguardo originale e profondo, talvolta leggero, ma mai sciatto, che è la cifra comune agli ospiti della kermesse, Festivaletteratura porrà la sua attenzione su temi legati all’arte, alla poesia, ma anche alla politica e all’attualità.

    In piazza Sordello si svolgerà la serie Accenti, incontri gratuiti che potranno essere seguiti anche da casa in diretta streaming sulla pagina dedicata. La serie vedrà misurarsi una vasta gamma di ospiti, tra scrittori, drammaturghi, insegnanti, autori radiofonici e televisivi, psichiatri, magistrati, linguisti, sociologi, con un vasto orizzonte di temi. Si abbracceranno arte e letteratura, come in “L’eco di una musica lontana” in cui Luca Scarlini introdurrà la fiaba italiana del Novecento partendo dal lavoro spesso dimenticato di Guido Gozzano, spingendosi sino all’analisi dell’attualità, come nella serata dedicata a “Le mafie del nuovo tempo”, in cui Giuseppe Ayala e Isaia Sales racconteranno il processo di “modernizzazione” della criminalità organizzata.

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    http://www.festivaletteratura.it/news.php?azione=dettaglio&id=1898

  164. Ogni anno, all’apertura delle biglietterie, molti eventi festivalieri registrano il tutto esaurito in un breve lasso di tempo, come forse molti avranno già sperimentato in passato. Fortunatamente il Festival offre anche moltissimi eventi e installazioni a ingresso libero, come pure un gran numero di eventi a pagamento senza necessità di prenotazione. Cerchiamo di passare brevemente in rassegna quelli previsti per il 2014:

    1) In primo luogo vanno enumerati gli Intermezzi, nella maggior parte dei casi a ingresso libero, che rappresentano da tempo una delle categorie più nutrite del programma di Festivaletteratura: dagli incontri di mezz’ora degli accenti alle ormai tradizionalissime Lavagne in Piazza Mantegna, passando per il Palazzo delle Fiabe presso l’Atrio degli Arcieri, le letture delle fiabe italiane d’autore in Piazza Pallone e i laboratori di ricerca sui ruoli matricolari militari, il pubblico troverà tantissime occasioni di confronto e apprendimento per le vie e i palazzi di Mantova. Quest’anno vanno segnalate ulteriori novità, a partire dal ciclo di incontri de Le parole del cibo presso la Tenda dei Libri alle suggestioni sonore del progetto suii soldati della Grande Guerra Caro padre, vidirò… nel Famedio del Tempio di San Sebastiano, passando per le Macchine per il teatro incosciente, le performance del collettivo Matita e le sessioni di Pitching aperte al pubblico sotto la tenda di Piazza Alberti, che vedranno intervenire diversi protagonisti del giornalismo contemporaneo.

    2) Ci sono poi diversi appuntamenti di vecchia data che rappresentano altrettanti fiori all’occhiello del Festival, come ad esempio gli incontri a ingresso libero di blurandevù, tenuti e coordinati dal tradizionale gruppo di volontari-intervistatori. Quest’anno i quattro eventi, che non si svolgeranno più in Piazza Virgiliana ma in Piazza Leon Battista Alberti, avranno come protagonisti Massimo Recalcati, Fabio Geda, Stefano Benni e la scrittrice palestinese Suad Amiry. Sempre in Piazza Alberti avrà luogo la rassegna di Scritture giovani, il progetto che dal 2002 porta a Mantova i talenti emergenti della letteratura italiana ed europea. Venerdì 5 e Sabato 6, accompagnati dalla guida puntuale di Chicca Gagliardo, dalle note del dj Jonny Honda e dalla testimonianza di una narratrice di prima razza come Elisa Ruotolo, interverranno Luca Giordano, Jemma L. King e Florian Kessler.

    3) Last but not least, torna a grande richiesta la rassegna di Pagine nascoste a cura di Stefano Campanoni e Sergio Fant di Cienagenzia. Anche in questo caso il biglietto si fa direttamente sul luogo degli eventi, vale a dire il Cinema Oberdan. Da mercoledì a domenica, le proiezioni di docu-film legati al mondo della letteratura (con diverse anteprime italiane) verranno talora accompagnate dall’intervento in sala di registi e autori, in particolare della scrittrice brasiliana Adriana Lisboa e del regista Enrico Menduni.

    http://www.festivaletteratura.it/news.php?azione=dettaglio&id=1838

  165. Il Festival di Mantova è stato il primo grande festival letterario d’Italia.
    Adesso ci sono tanti altri eventi, ma per me rimane il numero 1 insieme al Salone del libro di Torino.

  166. Però non è vero il contrario. Cioè: non è che se ci fossero meno Festival ci sarebbero più lettori. Dunque ben vengano i festival letterari.

  167. Ciao Massimo. Grazie per le info. Anche io cercherò di seguire il festival con le notizie e con gli streaming.

  168. La voce autentica di Matilde Serao – Intervista ad Antonia Arslan
    03/09/2014
    L’anno scorso ha proposto Ada Negri, quest’anno Matilde Serao. C’è qualcosa che lega le due figure? Che importanza ha recuperare queste figure “minori”, che forse minori non sono?
    Non molto, tranne il fatto che tutte e due nella loro epoca erano conosciutissime, vere e proprie star. La prima in poesia, tanto da essere chiamata “la poetessa d’Italia”, e l’altra, Matilde Serao appunto, in quanto prima grande giornalista d’Italia, con un fiuto per la notizia, una capacità e una tenacia nel ricercare scoop e fare reportage che sono ineguagliate.

    Il fatto che ebbero un grande successo anche tra il pubblico illetterato ha pesato sul loro oblio?
    Questo vale per tutte queste scrittrici che facilmente vengono liquidate quando muoiono, si pensi al destino di Anna Banti, che fino a qualche anno fa era conosciutissima: ora si fatica a trovare ristampe delle sue opere. In qualche modo il fatto che fossero donne e che ebbero successo suscitò intorno a loro un’aura di malignità e invidia, una specie di lurido rancore che poi gli si rovesciò addosso quando non poterono più difendersi.

    A tal proposito fu la stessa Serao che in un’intervista a Ojetti disse «Noi quattro (intendo Verga, De Roberto, me e un po’ Capuana), accusati di scorrettezza, abbiamo un pubblico che ci segue e ci legge: perché nella posterità dovremmo morire?». In realtà per lei è successo proprio questo: i primi tre sono finiti nelle antologie, lei no.
    Infatti, Matilde Serao non ci è finita. O forse è l’unica delle donne che ho presentato al Festival in questi anni che nei testi letterari almeno compare come nome, ma è solo un flatus vocis. Ma questo ingiustamente perché alcune sue novelle sono tra i più bei racconti di tutto l’Ottocento. “Catinuccia”, per esempio, o “La fioraia” sono testi da cui anche Verga ha imparato molto. Capuana invece non ha mai raggiunto queste altezze. Ovviamente la Serao ha scritto anche tante opere di minor qualità. Ma questo non è un di meno, un qualcosa che compromette il personaggio, al contrario è un dato di modernità: queste sono donne che non scrivono diari nel privato delle loro case, ma son donne che pubblicano e si mantengono con quello che scrivono.

    E’ quindi possibile individuare una connessione tra la Serao e le autrici ‘rosa’ degli anni successivi come Liala o Peverelli, autrici a cui spesso Matilde Serao è ricondotta? Gli studi che vengono fatti sulla Serao sono infatti soprattutto di tipo linguistico, storico e socioletterario, non propriamente letterari.
    Questo è vero ma sbagliato. E’ certamente vero che ha scritto anche paraletteratura, come un orrendo romanzo scopiazzando “I misteri di Napoli” di Mastriani o “I miserabili”, che non consiglio a nessuno di leggere, ma questo lo ha fatto per vivere. Ma ha scritto anche opere come “Il ventre di Napoli”, di grandissima qualità. Per quanto riguarda i romanzi rosa, invece, questi sono un genere ben preciso con le sue regole e uno statuto molto rigido, per esempio non possono mai finire male. E ci sono indubbiamente autrici rosa rispettabili in Italia, come Gaserini, Peverelli… ma non è il caso di Matilde Serao.

    Quindi lei stessa percepiva la differenza fra i lavori migliori e quelli di minor qualità?
    Lei non lo dice mai. Non poteva dirlo esplicitamente, ma è chiaro che lo sapeva. Per esempio scrive un romanzo ispirato alla vicenda di suo padre, che era giornalista. Al tempo era un mestiere terribile perché ci si poteva inventare un giornale che poteva arrivare a vendere 100000 copie e far guadagnare molti soldi, ma poco dopo il giornale poteva andava in crisi e il fondatore non aveva nessuna rete di protezione. Serao racconta questo in “Vita e avventura di Riccardo Johanna”, che in realtà è la storia suo padre. Matilde Serao scriveva come un poligrafo, tutti i giorni e tanto, scrisse persino testi pubblicitari.

    Anche le sue figure femminili sono molto diverse dalle protagoniste dei romanzi rosa. Quale profilo delinea delle sue protagoniste femminili?
    Nei romanzi di minor qualità spesso ci son anche donne di alta società con le loro malinconie, la mancata realizzazione di sé, le loro tristezze, il difficile rapporto con i loro uomini, come nei romanzi rosa. Però la Serao è soprattutto capace di immergersi nel popolo napoletano, che lei chiama ‘plebe napoletana’, come nessun altro seppe fare, forse solo Salvatore Di Giacomo. E fa questo con enorme immediatezza e spontaneità. Per esempio in “Canituccia”, dove racconta di questa bambina povera che riesce a sopravvivere perché fa la guardia a un porco di cui si affeziona. A un certo punto bisogna ammazzare l’animale e Catinuccia, appartata in un angolo vicino al caminetto, non ha niente, ha perso persino l’animale a cui si era affezionata. Quando la donna le dà un pezzo di pane con un po’ del sanguinaccio del maiale lei, seppure affamata, non mangia. Sembra un racconto patetico ma la Serao lo conduce con una tale asciuttezza di frase e una tale precisione di linguaggio che questo è certamente uno dei grandi racconti italiani dell’Ottocento.

    Oggi lo scenario culturale è popolato da figure analoghe di giornaliste-scrittrici, probabilmente con meno potere della Serao. Senza la necessità di tracciare una linea continuità, vorrei sapere se c’è ancora una peculiarità nella scrittura femminile o femminista?
    La peculiarità, in chi scrive bene s’intende, è l’attenzione e la capacità di osservare le piccole cose e gli eventi, e da questi capire cosa succederà su scala più grande. Questa è una peculiarità rara, che io ho trovato spesso in queste figure. Ovviamente bisogna guardarsi dalla sirena di pubblicare tutto quello che hanno scritto a qualsiasi costo. Ma il saper passare dall’attenzione al piccolo dettaglio a ragionamenti su scenari più vasti è certamente la loro peculiarità. Per esempio, per fare un nome, Barbara Palombelli è capace di questo, cioè di portare dal dettaglio della vita di Roma a ragionamenti più ampi. Non sempre ovviamente, ma bisogna considerare che quando una persona scrive per mangiare e vivere non è detto che tutto quello che scriva sia ispirato. E’ sbagliato pubblicare tutto di un autore, perché è ovvio che non tutto ciò che egli ha scritto può essere buono. Anzi in questo modo le opere di miglior qualità finiscono in un mare magnum in cui si perdono. Un esempio classico è Montale, che ha scritto alcune delle più belle poesie del Novecento. Mi piace ricordare “Sulla colonna più alta”, che è di una modernità sconcertante:

    «Dovrà posarsi lassù
    il Cristo giustiziere
    per dire la sua parola.
    Tra il pietrisco dei sette greti, insieme
    s’umilieranno corvi e capinere,
    ortiche e girasoli.

    Ma in quel crepuscolo eri tu sul vertice:
    scura, l’ali ingrommate, stronche dai
    geli dell’Antilibano; e ancora
    il tuo lampo mutava in vischio i neri
    diademi degli sterpi, la Colonna
    sillabava la Legge per te sola».

    Alla fine cita la famosa colonna di S.Simeone Stilita in Siria, e pensare che ora tutta questa civiltà antichissima è in fiamme è sconcertante. Questo testo è straordinario, ma Montale è lo stesso che scrive due versi su un tovagliolo di carta per farsi offrire il pranzo, versi che trent’anni dopo vengono ripubblicati. A me non interessa che si pubblichino questi versi solo perché Montale è un premio Nobel, mi interessa che si possano ricordare e studiare i versi degni.

    Quindi il compito e la responsabilità sono della critica in ultima analisi?
    Certamente. La critica invece tende a essere prona, a pubblicare tutto. Per esempio Leopardi a 16 anni copiava, non scriveva cose meravigliose, queste le scriverà solo dopo. E lo stesso vale per quelli che che ti dicono che hanno scritto una poesia, a cui suggerisco sempre di fare attenzione, perché la poesia va scritta avendone letta molta. E’ come la musica, posso avere in mente un motivo ma non lo si può suonare al pianoforte se non dopo anni di studio. La Serao stessa, giustamente, avrebbe distinto fra le opere ripubblicabili oggi e quelle da trascurare. E “Il ventre di Napoli” rientra certamente tra le prime.

  169. 03/09/2014

    La tartaruga era il portafortuna, il simbolo, del Mantovano Volante, di Nuvolari. Philippe Daverio la riceve come onorificenza dal Museo Nuvolari di Mantova e saliamo subito tutti insieme in piazza Castello su una velocissima macchina del tempo che ci trasporta attraverso secoli, regioni e continenti, attraverso riflessioni e considerazioni storiche, politiche e filosofiche. Ovviamente con l’unico scopo di “abolire il limite di velocità sulle autostrade italiane”, scherza (ma non più di tanto) il critico d’arte italo-francese. E allora si comincia davvero a viaggiare veloce. Marinetti, Balla, Boccioni, Sironi. Il manifesto del futurismo italiano. E ovviamente D’Annunzio. Motori, velocità, automobili, aerei. Il concetto di velocità portato all’estremo in un paese che in brevissimo tempo riuscì ad arrivare ai vertici tecnologici di quell’epoca. Eroi della modernità (e anche di una ingenua incapacità, visti gli incidenti motoristici occorsi proprio a Marinetti e D’Annunzio). La Pechino-Parigi, il primo rally epico del 1907, vinta da un equipaggio italiano con venti giorni di vantaggio sul secondo classificato.
    Velocità come mito stabile, utilizzato anche dall’industria bellica della prima guerra mondiale. La grande guerra, ricordata in maniera particolare anche in questa edizione di Festivaletteratura. La teoria del fuoco e della velocità, il motore che cambia il modo di fare guerra e le nazioni che non ne intuiscono la portata che vengono travolte. Nel primo come nel secondo conflitto mondiale. Hemingway che guida pericolosissime ambulanze, De Gaulle che impara la lezione, Hitler che la mette drammaticamente in pratica. Ma la macchina del tempo torna adesso indietro (eppure anche avanti, per certi aspetti). La locomotiva a vapore e le domande se l’uomo sarebbe sopravvissuto a quelle velocità. Gli incidenti ferroviari descritti in musica da Rossini. L’eterna punizione di Icaro: l’uomo attratto dalla velocità che si brucia costantemente. Tutta la storia dell’umanità è fatta di movimento. L’Europa stessa è fondata sul movimento. E sul libro. Giulio Cesare che inventa i numeri di pagina per non fare confusione sulle leggi romane. I concili ecumenici che stabiliscono i libri della Bibbia. Le informazioni che viaggiano velocissime, a 500 chilometri al giorno. Perché se si controllano le comunicazioni e il territorio, si domina il mondo. Così le strade dell’impero diventano perfette e portano Roma a comandare ovunque. Carlo Magno intuì che per riconquistare l’Europa occorreva proprio questo e fece le stesse cose: riformò la scrittura e introdusse la ferratura dei cavalli. Libri e velocità, ancora una volta. Fino ad arrivare ad internet. La Cina, a confronto, rimane lenta. Inventa la stampa e non la usa (il mandarinato pone il veto di casta), inventa la polvere da sparo e la usa per i fuochi d’artificio. Niente velocità: così ci dovrebbero fare meno paura. Perché il nostro tempo è sempre proteso in avanti. E’ il tempo ebraico. Il tempo greco invece ritorna sempre su se stesso. Quello ebraico è proteso verso la venuta del messia. Achille è veloce, ma gira solo attorno alle mura di Troia. Noi invece abbiamo una prospettiva votata sempre al futuro. Il prossimo passo è quindi il superamento della velocità della luce. Einstein dice che se si potesse fare, entreremmo in altre dimensioni. “Non lo so, ma intanto pensiamoci” conclude un potentissimo Daverio.

  170. 03/09/2014
    Se la “rivoluzione elettronica” è considerata l’evento fondamentale del XX secolo, quella digitale lo è del XXI. Non solo i dispositivi elettronici collegati a Internet sono diventati indispensabili, ma lo stesso modo di produrre e accedere all’informazione, di creare e usufruire di un’opera d’arte sta totalmente cambiando. Per analizzare i molteplici cambiamenti che tale nuovo ordine porta con sé, Festivaletteratura propone numerosi eventi.
    Prima di tutto fermatevi alle Pagine Nascoste: grazie al film “The typewriter in the 21st century” di Lockett entrerete in un mondo digitale e iperconnesso con guide d’eccezione: scrittori, blogger, artisti e veri inventori per aprire le danze a un mondo che cambia.
    Un ciclo di tre incontri paragona il digitale alla più famosa rivoluzione del passato, quella francese, accostandone i pro e contro alle tre parole d’ordine del 1789: liberté, egalité, fraternité. Un modo intelligente per riflettere sul nostro presente, considerando che – se applicati a Internet – tutti e tre questi concetti hanno una doppia faccia. Di liberté parleranno Juan Carlos De Martin, co-fondatore del Centro Nexa su Internet e Società, e il filosofo Roberto Casati, direttore di ricerca al CNRS dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi. Internet ci ha infatti aperto immense praterie di libertà, sia individuali (su Internet possiamo esplorare tutto ciò che vogliamo, anche l’illecito) che collettive (Internet è un’arma fondamentale contro i regimi totalitari, le restrizioni a cui è soggetto in alcuni Paesi lo dimostrano). Ma ognuno dei movimenti che compiamo su Internet lascia una traccia, come in un enorme e invisibile Grande Fratello. Come ci condiziona tutto ciò quando navighiamo? Come condiziona la nostra libertà? Ancora Roberto Casati, ma con Antonio Casilli (professore associato in Digital Humanities al Paris Tech), discutono di fraternité: i concetti di amicizia e relazione sono profondamente influenzati dai social network. Da un lato, essi abbassano le barriere formali tra le persone, dall’altro rischiano di ridurre i rapporti con i nostri “amici” a scambi virtuali dove la fisicità (anche solo dello stare insieme) non viene più considerata e tutto si riduce a superficiali scambi nel mondo fittizio della virtualità, che influenzano anche i rapporti “reali”, gestiti sempre più come nei social network. Infine, fraternité sarà lasciata a Roberto Casati e Marina Petrillo, conduttrice su Radio Popolare di “Alaska”, un programma realizzato con materiali della Rete. Anche in questo caso a essere messo in discussione è l’accesso che Internet ci consente alle informazioni. La Rete ha aperto a chiunque – anche a un banale cittadino – l’accesso a informazioni importanti e, fino a poco tempo fa, irraggiungibili. Ma è una conoscenza davvero profonda quella che se ne può acquisire, oppure si limita all’accumulo di nozioni superficiali con fonti poco attendibili? Ciò vale soprattutto in politica: la “cittadinanza attiva” proposta dalla Rete è utile a un sano dibattito oppure anch’essa, nelle sue espressioni partitiche o movimentiste, razzola molto peggio di come parla?
    Una questione molto simile, ma focalizzata sul reportage giornalistico, sarà al centro dell’evento 115, dove Christian Elia rifletterà sugli apporti che il web può dare, e sta dando, al racconto delle notizie. La questione, come per i precedenti eventi, riguarda sempre la qualità in rapporto all’accesso: la Rete infatti favorisce una diffusione molto più rapida e virale di fatti, ma allo stesso tempo rischia di uniformare tutto in un gigantesco pentolone dove il gattino è allo stesso livello della politica. La Rete è però anche il mezzo che più rischia di soffrire di pregiudizi: mai fare di tutta l’erba un fascio, e lo dimostrano Ander Izagirre e Giuliano Santoro, anche loro giornalisti, che per raccontare le loro storie non solo viaggiano con aerei, Vespe e a piedi (il primo sul Karakorum, in Groenlandia e Islanda, in tutta la Penisola Iberica, il secondo si è fatto tutta la Calabria a piedi) ma sanno sfruttare le potenzialità di approfondimento che la Rete offre.
    Alcuni degli incontri del ciclo Accenti sono invece dedicati all’influsso del web sul mondo della comunicazione. Sabato alle 16.30 Silvia Bencivelli, giornalista scientifica, e Stefano Caserini, docente del Politecnico di Milano, ci parlano di un fenomeno che il web ha amplificato: le bufale, nel loro caso ambientali o alimentari. Se è vero che il web ne ha ampliato la cassa di risonanza, è però vero che esso offre la possibilità di informarci in maniera adeguata e decidere noi stessi della veridicità di queste storie. Sabato alle 22, invece, lo scrittore statunitense Gary Shteyngart discuterà con i blogger letterari presenti a Festivaletteratura di come scrivere, recensire e comunicare i libri nell’era di Internet. Il web infatti non è solo un contorno della discussione e promozione editoriale, ma si sta rivelando un canale sempre più efficace di commento e influenza che, tramite bookblog o booktrailer, riesce a captare meglio di altri il fondamentale giudizio dei lettori. Infine, domenica, il giornalista Marino Sinibaldi si interrogherà sulla figura dei mediatori culturali: in un contesto globalizzato Internet è il veicolo per eccellenza degli scambi internazionali, anche di cultura. Fondamentale è allora la figura dei mediatori culturali, che possono rappresentare un ponte utile a smorzare le incomprensioni.
    Per concludere, domenica al Teatro Ariston si parlerà delle promesse e delle insidie della scuola digitale. Internet infatti sta diventando una parte sempre più importante della didattica, non fosse altro perché è una parte fondamentale della nostra società. Ecco quindi che Festivaletteratura propone un vero e proprio dibattito Oxford style, ovvero con schieramenti opposti pro o contro un argomento e che devono convincere il pubblico per essere dichiarati vincenti, tra Paolo Ferri e Gino Roncaglia da un lato e Antonio Calvani e Raffaele Simone dall’altro. Quanto digitale dev’esserci nella scuola sarà il tema affrontato: un tema caldissimo nel nostro Paese, dove ai sostenitori dell’innovazione, convinti che il digitale sia il mezzo adatto alla condivisione del sapere, si oppongono coloro che sono convinti che esso sia una minaccia all’apprendimento perché rischia di ridurlo a un insieme indistinto di nozioni frammentate e superficiali. Paolo Ferri, direttore del Laboratorio Informatico di Sperimentazione Pedagogica dell’Università Bicocca di Milano, e Gino Roncaglia, docente di Informatica applicata alle discipline umanistiche all’Università della Tuscia, sosterranno i pro; Antonio Calvani, docente di Metodi e tecniche della didattica a Firenze, e il linguista di fama internazionale Raffaele Simone i contro. All’inizio e al termine dell’incontro sarà misurato l’orientamento del pubblico, per capire quanto il dibattito ne ha influenzato ed eventualmente mutato l’opinione.

  171. Libero – le parole del cibo
    04/09/2014

    «La speranza è di tutti o non è speranza». Don Ciotti ha voluto chiudere con questo semplice ma forte messaggio l’incontro dal titolo “Libero – le parole del cibo”, che lo ha visto protagonista. La tenda dei libri ha dunque contenuto a fatica il pubblico accorso per ascoltare le parole del prete, coraggioso fondatore di Libera e in prima linea nella lotta alle mafie (a tal punto da essere minacciato dal boss Totò Riina).
    Don Ciotti, guardato a vista dagli uomini della scorta, ha voluto ricordare le vittime di mafia partendo proprio dagli “angeli custodi” che hanno perso la vita per la «libertà e la democrazia del nostro paese», invitando il pubblico a non limitarsi a celebrare le ricorrenze, ma a costruire un impegno di memoria giorno per giorno, ognuno secondo le proprie possibilità e competenze. Testimone vivente di una passione dedicata all’impegno civile, don Ciotti con voce imponente e allo stesso tempo umile, ha scosso le coscienze dei presenti, sciorinando dati sulla penetrazione delle mafie nell’economia reale («Le mafie oggi sono tornate forti, in un momento di crisi economica hanno tante liquidità: si sono fatti imprenditori, operano in nuovi settori, stringono alleanze: la forza della mafia non sta all’interno di essa, ma fuori, in quanti gli permettono di fare queste operazioni») e ripercorrendo le tappe fondamentali della lotta antimafia: dalla legge Rognoni-La Torre alla nascita di Libera dopo la strage di Capaci, passando per le cooperative agricole sui beni confiscati, i cui prodotti sono stati degustati al termine dell’incontro.
    Il cibo come strumento di liberazione e di libertà: non solo cibo per il corpo, ma soprattutto per lo spirito. «Abbiamo fame di cultura, lasciatemelo dire qui a Mantova: Nino Capannetto, ricevette qui la cittadinanza onoraria e disse: «La mafia tema la scuola più della giustizia, l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi alla cultura mafiosa». Parole che dobbiamo ricordare oggi più che mai.

  172. 03/09/2014

    “Liberté” ha aperto il primo di tre incontri dedicati alla rivoluzione digitale. Tre appuntamenti, ognuno dei quali ha come titolo una delle parole del motto nazionale francesce: Liberté, Égalité, Fraternité. Introdotto dal filosofo Roberto Casati, Juan Carlos De Martin (Professore di ruolo presso il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino – dove è co-fondatore del Centro Nexa su Internet e Società) ha introdotto il pubblico ad un rapido viaggio nella storia dei media, dal telegrafo ad internet, spiegando le varie caratteristiche, le peculiarità, ma soprattutto la grande differenza che corre tra i media classici come la tv e internet. I primi, come ha sottolineato lo stesso De Martin erano e sono media passivi. L’utente ne subisce il contenuto. La rete invece ha la peculiarità di essere anche attiva. L’utente fruisce i contenuti, ma è messo nella condizione di diventare lui stesso ‘content producer’. All’alba di internet e fino a non troppo tempo fa le procedure per operare sulla Rete erano abbastanza complesse e fruibili solo a poche persone, ma negli ultimi anni il mercato ha intuito una opportunità cominciando a fornire servizi in grado di rendere le operazioni su internet accessibili a tutti. Molto spesso gratis, a parole. Ne sono un esempio i social network. Di fatto però, come ha spiegato De Martin, l’accesso e l’utilizzo di queste piattaforme ha un prezzo: i dati, da quelli anagrafici ai nostri gusti, ciò che vediamo, leggiamo, etc. Ogni informazione raccolta su di noi, quando ad esempio usiamo un social network, vale oro per le aziende, e spesso la dinamica della loro acquisizione non è comunicata agli utenti proprio chiaramente . Il tema centrale è dunque la gestione delle informazioni e la privacy sul web, uno dei punti cruciali nella Rete di oggi . Il caso ‘Snowden’ insegna. De Martin ha poi concluso aprendo ad alcuni temi importanti quali la governance di Internet di cui si discute da mesi e la ‘net-neutrality’, argomenti di cui nei prossimi mesi e anni sentiremo parlare molto, e che sono fondamentali per un futuro sano della Rete.

  173. Carissimo Massi, ti segnalo che nel sito del festival della letteratura di Mantova c’è uno spazio dedicato agli eventi in streaming. La pagina mette in evidenza l’appuntamento in attesa di andare in onda (per esempio, adesso è programmato un evento alle 16,30) e offre la possibilità di seguire in diretta moltissimi incontri con gli autori! Ecco il link:
    http://www.festivaletteratura.it/streaming/
    Vai a dare un’occhiata, è bellissimo!
    Un bacio da Simo

  174. Scrittura è la parola chiave di questa diciannovesima edizione di Festivaletteratura che si terrà a Mantova da mercoledì 9 a domenica 13 settembre: scrittura – come segno grafico, rappresentazione simbolica, trasposizione fisica del pensiero, strumento cognitivo, espressione inequivocabile della personalità – e ricerca sul linguaggio. Festivaletteratura ancora una volta sperimenta, lavora sulle possibilità di nuovi linguaggi, e al contempo valorizza il suo passato, la quasi ventennale materia storica del suo archivio, che non è solo memoria, ma serve a innescare nuovi progetti culturali. In questa edizione del festival si parlerà dunque del futuro della scrittura con prototipi, il cantiere progettuale che parte già dal 24 agosto: uno spazio per immaginare nuovi supporti al racconto in cui 10/15 giovani saranno chiamati ogni anno a progettare e – se possibile – a realizzare un prototipo (una forma di neo-libro?) che sappia cogliere tutte le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per la produzione di nuova letteratura e per la trasmissione del sapere. E insieme al futuro, anche il passato si radica e struttura, e finalmente diventa fruibile l’immenso materiale di chi ha lasciato il proprio segno grafico e di presenza al festival in tutti questi anni, con l’apertura dell’archivio di Festivaletteratura, attraverso l’Opac. Un catalogo on-line di foto, video, registrazioni sonore e molto altro consentirà a tutti di prendere coscienza del notevole patrimonio documentario sulla letteratura contemporanea raccolto e di utilizzarlo come partenza per nuovi progetti culturali. A questo scopo, il nuovo sito riprenderà articoli, discussioni, commenti, produzioni originali, costruendo “racconti” di scrittori e temi di cui si tratterà, e che permetteranno ai suoi visitatori, già nelle settimane precedenti, di leggere, confrontarsi, partecipare alle riflessioni e ai pensieri che animeranno il Festival.

  175. Quest’anno a Festivaletteratura si ritrova la bellezza e il senso della scrittura manuale, la sua storia e il suo futuro, con i laboratori di calligrafia tenuti da Ewan Clayton, il passaggio dal segno manuale al carattere tipografico – con la rivoluzionaria invenzione del corsivo a stampa di Aldo Manuzio nel 500esimo anniversario della morte –, gli incontri con il maestro indiscusso della grafica internazionale Giancarlo Iliprandi, la scrittrice designer tedesca Judith Schalansky, il giovane designer polacco Jan Bajtlik. E c’è sapore di antico e insieme contemporaneo nella scrittura in scena con gli autori più apprezzati del teatro italiano di oggi – Lucia Calamaro, Laura Curino, Letizia Russo, Fausto Paravidino e Michele Santeramo – a cui si aggiungerà uno speciale incontro con il premio Nobel Wole Soyinka, grande drammaturgo africano contemporaneo. Sull’onda della scrittura in scena, sono numerosi gli appuntamenti del Festival 2015 proposti in forma scenica o di conferenza/spettacolo, molti dei quali dedicati a figure della storia e della letteratura, opere o eventi del nostro passato più o meno recente. Così Anna Bonaiuto ripercorrerà sul palco del Teatro Bibiena la straordinaria vita di Cristina di Belgiojoso; Guido Ceronetti riprenderà appositamente per Festivaletteratura Quando il tiro si alza, lo spettacolo sulla prima guerra mondiale portato in scena con il suo Teatro dei Sensibili. Si cimentano invece con le Scritture, Sandro Veronesi con un monologo sul Vangelo di Marco e Davide Longo rivisitando con drammatizzazioni e musiche la storia delle Nozze di Cana.

  176. La passione per la scrittura passa per le biblioteche e quest’anno Festivaletteratura si avventura nelle oscure e terribili meraviglie del gotico italiano, tra testi spesso dimenticati o negletti, che coinvolgono autori più o meno sospettabili come Arrigo Boito, Luigi Capuana, Tommaso Landolfi, Federico Tozzi, Italo Svevo, Luigi Pirandello, Massimo Bontempelli, Grazia Deledda, Curzio Malaparte, Leonardo Sciascia, Alberto Moravia e molti altri. Sotto la guida di Luca Scarlini, il Festival allestirà nello spazio dell’Atrio degli Arcieri di Palazzo Ducale una biblioteca da paura per grandi e piccoli lettori con oltre mille volumi – in digitale e in cartaceo – completa di un juke-box dell’orrore con musiche e partiture che vanno dall’opera lirica agli Squallor. E dall’alba a notte fonda si susseguiranno le letture di racconti gotici italiani della Compagnia della Lettura. Una città in libri sarà dedicata quest’anno a San Pietroburgo: una bibliografia esposta attraverso volumi, curata da Gianpiero Piretto e Luca Scarlini per immergersi nelle atmosfere e nella storia della città russa con Tolstoj, Dostoevskij, Puskin, Gogol, Goncarov ma anche Algarotti, Sacher-Masoch, Coetzee e Ken Follett. Tra gli oltre settanta ospiti internazionali, invitati quest’anno a Festivaletteratura, il premio Nobel Mario Vargas Llosa, nuovamente a Mantova a più di dieci anni dalla sua precedente partecipazione, per la chiusura della manifestazione. Altra voce della letteratura latinoamericana è quella dell’argentino Marcelo Figueras, che attraverso i suoi romanzi ripercorre la tragica stagione delle dittature.

  177. Saranno presenti anche Javier Cercas, Martín Caparrós, Richard Ford, la poetessa Jorie Graham, gli statunitensi Andrè Dubus III,Percival Everett, Allan Gurganus o l’australiano Richard Flanagan, vincitore del Booker Prize 2014. Con György Konrád Festivaletteratura porta a Mantova uno degli scrittori che meglio ha testimoniato la perenne lotta contro l’autoritarismo sostenuta dagli intellettuali dell’est Europa. La complessa coesistenza di retaggi culturali differenti, l’amaro risveglio nel mondo post-comunista che accomuna l’esperienza di molte realtà dell’Europa orientale torna nelle opere di altre due autrici ospiti, la bulgara Zdravka Evtimova e la croata Daša Drndic´,mentre nel poeta albanese Gëzim Hajdari trova espressione l’universale condizione erratica del migrante. Di particolare rilievo quest’anno la presenza di autori francesi: Maylis de Kerangal, Florence Delay, narratrice, drammaturga e membro dell’Académie française; Philippe Forest, apprezzato per la capacità di fondere sapientemente nei suoi racconti prosa diaristica, critica letteraria, speculazione filosofica. La poetessa anglo-pachistana Moniza Alvi, il pungente umorismo del finlandese Kari Hotakainen, la nostalgia per l’adolescenza del norvegese Lars Saabye Christensen, e l’altro grande nord del giallo con Jo Nesbø, Peter May e David Lagercrantz, lo scrittore svedese che si è assunto l’onere di dare un seguito alla trilogia Millenium di Stieg Larsson.

  178. Due prestigiosi ritorni sono quelli di Joseph O’Connor e di Kazuo Ishiguro con il nuovo romanzo dopo dieci anni di silenzio. Tracy Chevalier condurrà un’inusuale immersione per fantasie di stoffe e colori nella vecchia America dei pionieri, con laboratori per grandi e piccini. Björn Larsson sarà il protagonista dell’incontro dedicato alla fan fiction, pratica che coinvolge migliaia di ragazzi nella scrittura di nuove storie a partire da personaggi e mondi di romanzi o saghe di successo. Tra gli autori che incontreranno il pubblico dei ragazzi segnaliamo anche la canadese Susin Nielsen, Ingrid e Dieter Schubert, la coppia di scrittori/disegnatori olandesi, Zerocalcare e l’inglese Kevin Brooks. Un focus particolare è dedicato alla letteratura greca: saranno rappresentate tre generazioni di scrittori ellenici attraverso Alki Zei, Petros Màrkaris, Christos Ikonomou, per capire come si vede il mondo dalla Grecia, quali sono i sentimenti, le speranze, i timori vissuti quotidianamente, e come tutto questo si riflette nella produzione artistica e letteraria. Lo sguardo del Festival si rivolgerà anche all’Africa, ai suoi narratori, ai testimoni della sua vivace e contraddittoria modernizzazione. Un dialogo d’eccezione è quello del premio NobelWole Soyinka e Romano Prodi, più volte negoziatore Onu in Africa.

  179. La seconda generazione di scrittori africani della diaspora sarà rappresentata dai nigeriani Okey Ndibe e Noo Saro-Wiwa, figlia del grande intellettuale e attivista politico Ken Saro-Wiwa. Spostandoci verso il Mediterraneo, tra gli ospiti più attesi di questa edizione ci sono l’algerinoKamel Daoud, autore di una riscrittura di Lo straniero di Camus, l’egiziano Mohamed Shennawy e la libanese Lena Merhej che parleranno degli spazi di libertà aperti ai fumettisti nelle società islamiche; mentre l’israeliano Assaf Gavron affronterà la controversa realtà degli insediamenti dei coloni israeliani in Cisgiordania. Al centenario del genocidio degli armeni è dedicato l’incontro tra Antonia Arslan, Marcello Flores e Pinar Selek, attivista per i diritti umani e sociologa turca.

  180. Alla ricerca dell’Italia s’indirizzano molti degli incontri con i narratori italiani di questo Festival: Vinicio Capossela e Fabio Genovesi inerpicandosi tra i paesi dove il tempo si è fermato, Andrea Vitali e Adrian Bravi scovando la vena comica della provincia italiana,Melania Mazzucco ritrovando il nostro patrimonio artistico, Silvio Perrella cercando di riportare alla luce – insieme a Luca Molinari – gli angoli più nascosti di Napoli, Maurizio Maggiani chiamando all’appello un’intera generazione per comprendere il fallimento storico del nostro paese. A questi si affianca l’incontro con Letizia Battaglia, che permetterà di ripercorrere una vita straordinaria impegnata a fotografare le tradizioni, i volti, i lutti della Sicilia. A forme e generi della narrativa sono dedicati, spesso per coppie di opposti, gli incontri tra Mauro Covacich e Sandro Veronesi (racconto vs romanzo), Elisabetta Bucciarelli e Paolo Colagrande (scrittura femminile vs scrittura maschile), Michele Mari e Francesca Scotti (sul romanzo di formazione), Luigi Guarnieri insieme allo scrittore belga Stefan Hertmans, Marcello Fois con l’inglese Charles Lambert (sulla saga familiare).

  181. Otto anni dopo la scuola Levi pensata per Festivaletteratura 2007, Marco Belpoliti farà il punto sul suo lungo lavoro di ricerca dedicato all’autore torinese. Per la poesia, saranno presenti quest’anno al Festival Franco Marcoaldi, Anna Maria Farabbi e Franco Pusterla. Il programma di Festivaletteratura quest’anno accoglie anche lo smarrimento di questo inizio millennio e cerca, attraverso molti dei suoi incontri, di rimettere insieme i pezzi o piuttosto di ricollocarli, di trovare parole e visioni del mondo meno abusate, più vicine alla realtà, capaci di rispettare il presente e di mantenere fede nel futuro. Edgar Morin e Tariq Ramadanapriranno il Festival confrontandosi a viso aperto sui fondamenti dell’illuminismo e della religione islamica. Interverranno lo psicanalista argentino Miguel Benasayag, Tzvetan Todorov, il teologo ortodosso Christos Yannaras, e ancora Carlo Ginzburg, Gianrico Carofiglio, Christian Salmon, Paolo Legrenzi, Luca Sofri, Gustavo Zagrebelsky, Raffaele Cantone, Giuseppe Pignatone, Lirio Abbate e Piercamillo Davigo, Stefano Rodotà, Luigi Zoja e padre Virginio Colmegna.

  182. Anche gli incontri dedicati all’architettura si allineano sulla doppia prospettiva passato/futuro. All’incrocio tra storia urbanistica, forma della città, narrazione familiare, dimensione privata e identitaria dell’abitare si colloca La storia della mia casa, il progetto laboratoriale coordinato da Danilo Craveia attraverso il quale Festivaletteratura rinnova la collaborazione con l’Archivio di Stato di Mantova. Come già gli anni scorsi con Genealogie e I soldati negli archivi, l’idea è di portare le persone a riconoscere la propria storia individuale in quella più grande che coinvolge tutta una comunità o il mondo intero. Quest’anno la ricerca si concentrerà sulla casa: attraverso i documenti dei catasti teresiano, lombardo-veneto e dello stato italiano relativi alla Mantova storica – interamente digitalizzati per l’occasione – i partecipanti potranno ricostruire le vicende delle proprie abitazioni partendo dal 1950 circa e risalendo all’indietro fino alla fine del XVIII secolo. Un ospite d’eccezione quest’anno sarà l’atleta cubano Alberto Juantorena uno dei più grandi campioni di tutti i tempi: vincitore nel 1976 alle Olimpiadi di Montreal della medaglia d’oro sui 400 e sugli 800 metri e in seguito ministro dello Sport del suo paese.

  183. Non meno epiche sono le imprese sportive che si consumano al bar o all’oratorio intorno al calcio-balilla: così mentre il fumettista Alessio Spataro e Marco Malvaldi parlano delle sue origini sconosciute e dell’inventore Alejandro Finisterre, pubblico, volontari e scrittori potranno cimentarsi in una partita nel “villaggio biliardino” allestito nel centro storico della città. Rimangono anche quest’anno i consueti appuntamenti a cui i fan del festival sono affezionati: il Vocabolario europeo, le Lavagne, scritture giovani, i Blurandevù, le parole del cibo,pagine nascoste, testimoni d’archivio, pagine della cultura, il progetto di giornalismo narrativo Meglio di un romanzo, affiancati da incontri sul tema della formazione e delle emergenze climatiche e ambientali.

  184. Mantova, 13 settembre 2015 – «Fare cultura» è sempre una gioiosa passione, anche alla vigilia dei vent’anni. Festivaletteratura rilancia: le autoproduzioni, i progetti, la valorizzazione di un archivio imponente. E ancora: l’attenzione all’universo della Biblioteca, alla drammaturgia, a tutte le scritture alternative nei diversi formati. È stata più che mai un’edizione-laboratorio: delle idee, delle progettualità amate e apprezzate dal pubblico, che, come da tradizione, ha affollato anche gli incontri con gli autori più differenti. Del resto a Mantova si viene e si torna, come da sempre specificano gli organizzatori, perché non c’è formula, non c’è riproduzione, non è solo una storia di confronto tra lettori e autori, ma perché, alla base, c’è un desiderio comune: vivere la cultura facendosi coinvolgere più che mai anche dall’impegno, dal senso civico, pensando, ripensando, osando. E ora anche facendo festa. È questa l’intenzione dichiarata alla vigilia della ventesima edizione, per cui il Comitato Organizzatore garantisce sorprese.

  185. Si comincia a giocare da subito con le nuove cartoline che, quest’anno, una diversa dall’altra ricordano e invitano alla prossima edizione con immagini – di lettori, autori, pubblico, volontari – raccolte nelle diverse annate di Festivaletteratura. L’edizione del ventennale si terrà dal 7 all’11 di settembre 2016. Quella presente, 2015, saluta con buoni risultati anche nei numeri. 67.000 i biglietti staccati. 58.000 le presenze agli eventi liberi per un totale di 125.000 partecipanti. In rete grande successo per l’app del Festival, molto scaricata. Bene anche il sito (sale del 25% il dato relativo alle pagine visualizzate). Migliaia le persone raggiunte attraverso i social della manifestazione – 750.000 via facebook, oltre 200.000 via twitter – e che hanno voluto interagire nelle piazze virtuali del Festival grazie a nuove applicazioni.

  186. 20 ANNI
    “Venti anni di Festivaletteratura! Venti anni sono un importante traguardo e un momento di passaggio, in cui si guarda avanti con la consapevolezza di avere fatto un percorso e di avere proposto una formula di progetto culturale e organizzativo che negli anni ha mutato il modo di intendere e di vivere le manifestazioni e le produzioni culturali del nostro Paese”.

  187. Mettere scrittori e lettori in uno stesso discorso: questa senz’altro è l’unità di base su cui si regge ancora oggi la grammatica del Festival. Traducendo una fortunata formula anglossassone, Festivaletteratura ha annullato le distanze tra chi scrive e chi legge senza confondere i ruoli e ha aperto una relazione a doppio senso di percorrenza. In ogni incontro gli autori sono chiamati a mettersi in gioco di fronte a un pubblico che ascolta, chiede, rilancia. Attraverso questa formula semplice e oggi ampiamente diffusa, Festivaletteratura ha saputo soprattutto intercettare e dare espressione a un sentito bisogno di confronto su questioni che la letteratura – e non solo quella – propone e mette in discussione.

  188. Negli anni la definizione del programma si è trasformata in un lavoro di produzione aperto ogni volta a collaborazioni diverse, grazie al quale Festivaletteratura ha potuto proporre contenuti, spazi laboratoriali e officine progettuali svincolati dalle logiche del libro novità e con un coinvolgimento di pubblico sempre più attivo.

  189. Gli stimoli e le conferme arrivate dal pubblico hanno dato il coraggio per provare modalità d’incontro sempre più originali. Con blurandevù sono saliti sul palco a far domande agli autori ragazzi con meno di vent’anni, con le lavagne si sono portati in piazza esperti a spiegare i fondamenti delle proprie discipline, si è chiesto agli scrittori di donare una parola della propria lingua e ne è nato il vocabolario europeo, e ancora si è dato vita alle retrospettive sugli autori, ai translation slam, e a cento altre formule mutuate poi felicemente da altre manifestazioni in tutta Italia.

  190. Appassionato è stato anche il lavoro sui progetti dedicati ai bambini: il Festival – fin dalla prima edizione – non solo ha rivolto una particolare attenzione a questa fascia di pubblico, ma ha accuratamente evitato di fare degli appuntamenti per i lettori più giovani una sezione a parte. Gli incontri per adulti e ragazzi si presentano nel programma volutamente mescolati, con un travaso di autori e formule da un pubblico all’altro.

  191. Festivaletteratura è diventato con soddisfazione anche un terreno dove vengono concepiti nuovi progetti destinati a svilupparsi altrove. Dagli incontri più o meno casuali tra gli scrittori presenti a Mantova nascono spesso idee per l’anno successivo o si iniziano a pensare libri, spettacoli, persino festival letterari che vedranno la luce lontano da Mantova. Il clima che si respira fa bene agli scrittori, e peraltro gli scrittori restano i migliori e più convinti ambasciatori di Festivaletteratura nel mondo.

  192. Festivaletteratura ha in qualche modo anche riscritto la città: ha colto la vocazione dei suoi spazi storici e li ha restituiti alla loro funzione civile, ne ha interpretato la misura urbana come dimensione ideale per favorire il dialogo e la prossimità. Sono 160 i luoghi che in vent’anni il Festival ha aperto agli incontri: Mantova ne è così uscita con una mappa completamente nuova, e forse con una coscienza diversa.

  193. La ventunesima edizione di Festivaletteratura si terrà a Mantova da mercoledì 6 a domenica 10 settembre 2017. Dopo la festa grande del ventesimo anniversario, il Festival riprende il suo cammino con rinnovata attenzione ai bisogni di confronto e di condivisione culturale del nostro tempo.
    Vent’anni fa Festivaletteratura riscopriva la città – nella sua articolata trama di piazze, palazzi e giardini – come meccanismo ideale per rimettere in moto il dialogo e incrociare i pensieri. Oggi che Mantova ospita a settembre una comunità che si estende ben oltre i suoi confini, la sfida è dare a ogni Festival nuovo alimento al dialogo, mantenendolo aperto, fresco, diretto e necessario come negli incontri delle prime edizioni, e cercando allo stesso tempo di farlo crescere. Insieme alla continua proposta di scrittori di valore spesso ancora poco noti al grande pubblico, già da tempo Festivaletteratura caratterizza il proprio programma attraverso progetti partecipati di lettura, ricerca e rielaborazione dei saperi, spazi per la promozione del talento, momenti di formazione confidenziale, che rappresentano un unicum nell’offerta dei festival letterari italiani.
    La ventunesima edizione si mette una volta di più al servizio di questo sempre più sensibile desiderio di ascolto e di rifiuto delle semplificazioni, e lo fa dando vita a inediti esperimenti, impegnando gli autori in nuovi cimenti, reinventando spazi e tempi degli incontri.

  194. Tra gli ospiti internazionali di maggiore richiamo vanno ricordati: Chimamanda Ngozi Adichie, scrittrice nigeriana divenuta punto di riferimento per la lotta contro il razzismo e per i diritti delle donne, lo statunitense George Saunders, la giallista Elizabeth George, il cinese Yu Hua, più volte candidato al Nobel e apprezzata firma del New Yorker, la scrittrice inglese per ragazzi Frances Hardinge, oltre ai ritorni di Arturo Pérez-Reverte, Richard Mason ed Elizabeth Strout, nomi che rappresentano solo alcuni dei punti verso i quali orientare la propria navigazione nel mare di Festivaletteratura 2017.
    Una rotta ben distinguibile in questa edizione è quella che traccia le storie di chi ha perduto la propria terra: la condizione di profugo accomuna infatti molti degli autori stranieri presenti, tra i quali il libico Hisham Matar, premio Pulitzer 2017 per l’autobiografia; Kim Thúy, scrittrice naturalizzata canadese fuggita dal Vietnam nella stagione dei boat people; Madeleine Thien, figlia di esuli cambogiani; Tash Aw, giovane autore britannico di origini malesi.
    Le guerre di oggi e di ieri fanno da sfondo alle narrazioni di molti scrittori, come il pluripremiato autore angolano Josè Eduardo Agualusa, l’indonesiano Eka Kurniawan e il poeta ed esule siriano Faraj Bayrakdar. Le guerre dell’Occidente contro il terrorismo verranno rilette nel dialogo tra l’inglese Harry Parker e lo statunitense Brian Turner, reduci rispettivamente delle campagne in Afghanistan e in Iraq.
    Al racconto della guerra e dell’esilio si accompagna una riflessione da diversi punti di vista sulle tensioni che stanno attraversando il mondo musulmano: Joby Warrick, giornalista del Washington Post e due volte premio Pulitzer, ripercorrerà la vicenda dell’ISIS, il politologo Olivier Roy cercherà di individuare i legami tra istanze sociali insoddisfatte delle seconde e terze generazioni di migranti e islamismo radicale, Fethi Benslama tenterà una lettura psicoanalitica della disposizione al sacrificio che anima decine di giovani musulmani, lo scrittore tunisino Shukri al-Mabkhout tornerà sulle speranze tradite della stagione delle primavere arabe. Un confronto tra società arabe e occidentali a partire dai valori e dai diritti sanciti dalle carte costituzionali verrà poi condotto da Valerio Onida, da padre Ignazio De Francesco della Comunità di Monte Sole e da Yassine Lafram.

  195. Il centenario della Rivoluzione d’Ottobre sarà l’occasione per indagare il rapporto incendiario tra letteratura e rivoluzioni: Che fare? si propone come un percorso in tre tappe per rileggere alcuni dei libri che hanno scatenato rivolte e sommovimenti sociali. In tre incontri affidati ad Alessandro Portelli (La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe), Marcello Flores (I diritti dell’uomo di Thomas Paine) e Gian Enrico Rusconi (Mein Kampf di Adolf Hitler), si indagherà come le parole abbiano spinto ad armare la mano in diversi momenti della nostra storia. Ai memoir, romanzi e diari che hanno testimoniato in diretta la rivoluzione russa sarà dedicato uno speciale condotto da Marcello Flores. Sul tema delle guerre civili va rimarcata la presenza al Festival di uno dei più importanti storici contemporanei: David Armitage. Piotr M. A. Cywiński, direttore del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau, s’interrogherà su come trasmettere alle generazioni future la memoria dei campi di sterminio. A una delle icone del Novecento rivoluzionario, Fidel Castro, sarà dedicato l’incontro tra Ignacio Ramonet e Francisco López Sacha.

  196. Nato per scoprire le relazioni profonde tra le culture linguistiche che attraversano l’Europa, il progetto del Vocabolario Europeo, arriva finalmente a compimento. Curato da Giuseppe Antonelli e Matteo Motolese, il volume sarà distribuito gratuitamente durante i giorni del Festival. Per accompagnare la pubblicazione del Vocabolario europeo, un nuovo e partecipato vocabolario adottivo verrà compilato grazie ai contributi spontanei del pubblico, per mostrare come parole, memorie e storie europee appartengano ormai all’esperienza comune di ognuno di noi. Nel programma del Festival, oltre agli incontri dedicati agli ultimi lemmi portati da Fernando Aramburu, Velibor Čolić, Nicola Gardini, Laurent Gaudé, Mercedes Lauenstein, Lars Mytting e Olja Savičević, si terrà un momento conclusivo di discussione su parole d’autore e parole adottive che vedrà coinvolti – oltre ad Antonelli e Motolese – Diego Marani ed altri autori.
    Mai la “questione europea” è stata così presente a Festivaletteratura: scrittori come Martin Pollack, Jan Brokken, Velibor Čolić raccontano di un’Europa in cui i confini nazionali si fanno permeabili e le memorie, i dolori, le grandi avventure intellettuali riescono a parlare diverse lingue. Alle illusioni e alle ferite ancora aperte del Novecento tornano in molti per tentare di interpretare il presente: così Jachina Guzel’ agli anni del terrore staliniano, Clemens Meyer all’”età dell’oro” della DDR, Fernando Aramburu alla stagione più cruenta del terrorismo basco; Anthony Cartwright e Jonathan Lee al decennio Thatcher. Uno sguardo disincantato, acuto, programmaticamente estraneo ai nazionalismi, caratterizza invece le più giovani generazioni di scrittori europei, rappresentate al Festival da autori come Jonas Hassen Khemiri, Olja Savičević e Mercedes Lauenstein.

  197. Se i confini geografici sono valicabili, ancor più lo sono quelli che convenzionalmente delimitano i generi letterari: gli scrittori di questa edizione si dimostrano tra i più propensi a muoversi liberamente tra canoni, forme e registri espressivi. Jan Brokken, Artemis Cooper e Helena Janeczek, con intenti diversi, conferiscono ritmo romanzesco al consumato genere delle vite di uomini (e di donne) illustri, Helen Phillips e Ayelet Gundar-Goshen trasferiscono il romanzo psicologico nei territori del giallo, Lars Mytting inventa una sorta di noir forestale, Olja Savičević adotta il western per raccontare la Croazia dopo la guerra civile, Melania Mazzucco usa il romanzo come strumento di denuncia e di indagine sociale, Davide Enia incardina un racconto familiare in una struttura apparentemente documentaristica, Jonas Hassen Khemiri gioca sulla moltiplicazione dei punti di vista per parlare di un tema di bruciante attualità come l’immigrazione.

  198. Il trasferimento delle storie personali in uno spazio più proprio della finzione letteraria è un altro dei fili rossi che uniscono i narratori presenti a Festivaletteratura 2017: lo si ritrova nella saga familiare in pochi metri quadrati di Christophe Boltanski, nell’elaborazione del lutto di Marianne Leone, nei diari a fumetti di Gusti e Nicoz Balboa e in autori come Teresa Ciabatti, Michele Mari e Alberto Rollo. Negli scrittori italiani i racconti familiari tendono a tramutarsi in racconti di città – la Milano di Alberto Rollo e Gaia Manzini, la Bologna di Francesca Capossele, la Roma di Luca Giachi e la Napoli di Domenico Starnone – fino a divenire ritratti urbani legati alla memoria storica (la Trieste di Mauro Covacich) o intima (la Venezia di Andrea Molesini). Uno sguardo verso il territorio che si perde al di fuori degli agglomerati urbani accomuna invece i racconti abruzzesi di Donatella Di Pietrantonio, gli spopolati bar padani di Diego Marani, la riflessione “paesologica” di Franco Arminio, tanto quanto l’isolamento montano dei personaggi di Paolo Cognetti, Claudio Morandini, Arno Camenisch.

  199. La voce delle donne si riconferma potentissima: se Chimamanda Ngozi Adichie è senza dubbio la figura più emblematica, di non minore forza vanno considerate le presenze di Naomi Alderman, americana cresciuta in una comunità ebrea ortodossa, e della ghanese Yaa Gyasi, che offre una rilettura dell’imperialismo coloniale attraverso gli occhi delle donne, e ancora, passando al programma ragazzi, quelle di Jennifer Niven e Nina LaCour o di Francesca Cavallo ed Elena Favilli, la cui galleria di rebel girls è divenuta un caso editoriale internazionale. Una vita femminile totalmente fuori dall’ordinario e irriducibilmente anarchica è quella di Gertrude Stein, ricordata nell’omaggio che le verrà attribuito da Laura Lepetit, Giulia Niccolai e Barbara Lanati insieme ad Anna Nogara, in occasione della riedizione della sua Autobiografia di tutti.

    E ancora alle donne sarà dedicata la serie dei Processi, la riapertura di storici casi giudiziari attraverso documenti archivistici, inserita a programma in continuità con le iniziative di public history. Storici, archivisti e narratori – tra i quali Federica Ambrosini, Danilo Craveia, Diego De Silva, Michele Di Sivo, Andrea Molesini, Elisabetta Mori, Manola Ida Venzo – rivestiranno i ruoli di procuratori e avvocati difensori in casi passati di grande clamore che hanno visto donne salire sul banco degli imputati. Le vicende di streghe come Giovanna Monduro, di eretiche come Isabella della Frattina, di parricide come Beatrice Cenci, di sedotte e abbandonate come Lidia Cirillo, ci restituiscono la storia di un’identità femminile messa costantemente sotto processo.

  200. Non mancherà lo spazio riservato agli appassionati di giallo: Elizabeth George, vero pezzo da novanta della letteratura del brivido, sarà una delle protagoniste più attese di questa edizione. A lei si affiancano Patrick Manoukian (autore, con lo pseudonimo di Ian Manook, delle indagini del commissario Yeruldelgger) e, tra gli italiani, Loriano Macchiavelli e Carlo Lucarelli, che celebrano il ritorno dei loro investigatori Sarti e De Luca; Mirko Zliahy, autore della fortunata serie di gialli-splatter con protagonista il commissario Mancini; Marcello Fois e Maurizio De Giovanni.

  201. Blurandevù resta senz’altro una delle poche palestre di formazione al confronto letterario attive nel nostro paese. Un gruppo di una decina di ragazzi dai 16 ai 22 anni anche quest’anno sarà chiamato a salire sul palco di piazza Leon Battista Alberti per presentare Senel Paz, Marianne Leone, Teresa Ciabatti, in incontri per la prima volta proposti anche in streaming. A curare la loro preparazione saranno Fabio Geda e Marco Magnone. Un rapporto corpo a corpo con il testo letterario è proposto nei laboratori rivolti agli adolescenti che Festivaletteratura ha affidato a due delle più interessanti compagnie emergenti della scena contemporanea italiana: Anagoor e Babilonia Teatri. Sulla lettura ad alta voce come diversa esperienza del testo si concentra l’incontro che radunerà i gruppi di lettura adolescenti di diverse biblioteche italiane: a leggere insieme ai ragazzi saranno Arturo Pérez-Reverte e Davide Enia. Grazie anche a queste presenze prosegue inoltre la scrittura in scena, il percorso di conversazioni sulla scrittura per il teatro che quest’anno vedrà come ospite internazionale Wajdi Mouawad, narratore e drammaturgo libanese naturalizzato canadese, di cui Festivaletteratura proporrà in esclusiva una mise en scène di Assetati con gli attori della Scuola del Piccolo Teatro di Milano.

  202. Bambini e ragazzi avranno quest’anno una casa tutta loro al Festival: la Casa del Mantegna si trasformerà infatti in uno spazio-museo-laboratorio a più piani, vero e proprio condominio creativo. Tra gli autori che ne popoleranno le stanze ci saranno: lo scrittore catalano Jordi Sierra i Fabra, promotore di una fondazione a sostegno degli Under 18 che desiderano mettersi alla prova con la scrittura, la statunitense Nina LaCour, tra le più acclamate autrici internazionali di romanzi per young adults, Marianne Barcilon e Magali Bonniol, amatissime dai piccoli grazie alle loro storie di bambini e animali, i fiamminghi Bart Moeyaert, Stefan Boonen e Melvin, e il nostro Bruno Tognolini. Pino Costalunga – con l’aiuto di Bart Moeyaert, Olja Savičević – racconterà favole della tradizione europea, mentre Chiara Lagani aprirà i quattordici libri di Oz pubblicati dopo quello del Mago e totalmente sconosciuti in Italia. La conduzione dei laboratori dedicati alle forme di racconto per immagini saranno affidati all’illustratore argentino Gusti, alla poliedrica Silvia Bonanni e ad Andrea Antinori. I Ludosofici si dedicheranno invece a una lettura architettonico-filosofica della Casa del Mantegna con ospiti a sorpresa.

  203. Nate per il gusto di stupire il pubblico attraverso accostamenti inediti, valorizzando al contempo patrimoni letterari sconosciuti ai più, le biblioteche di Festivaletteratura si offrono come occasioni di rilettura della nostra storia letteraria attraverso il filtro di un genere o di un tema rivelatori di cambiamenti culturali, sociali e di costume. Realizzata in collaborazione con la Biblioteca Sportiva Nazionale del CONI, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e i sistemi bibliotecari di Mantova e Brescia, l’edizione 2017 della biblioteca, rinominata palestra letteraria, si dipanerà lungo il fil rouge dei nobili principi dello sport, aprendosi a due secoli di gesti atletici in tutte le loro forme: dai campioni entrati nell’immaginario collettivo, fino alla pratica sportiva più quotidiana. Selezionati da Luca Scarlini, gli oltre 400 volumi di cui si compone saranno posti in libera consultazione tra attrezzi ginnici, spalliere e quadri svedesi presso la Palestra del Seminario di via Cairoli. Oltre alle consuete letture della Compagnia della Lettura, la palestra letteraria prenderà vita in un programma di incontri: ecco dunque Federico Buffa rendere omaggio al mito di Alì, Duncan Hamilton ripercorrere la sfortunata carriera di George Best, William Finnegan raccontare la propria formazione sentimentale attraverso il surf. Un’altra biblioteca, l’ormai tradizionale città in libri, farà invece tappa per la ventunesima edizione nella malinconia transoceanica di Buenos Aires per celebrare la città vissuta e sognata da Jorge Luis Borges, Julio Cortázar, Ernesto Sabato, Adolfo Bioy Casares, così come da decine di altri autori di tutto il mondo. La Tenda dei Libri di piazza Sordello sarà il varco d’accesso per entrare e perdersi nel luminoso e dolente immaginario porteño, attraverso il quale si verrà condotti da un servizio di “guide” formato da giovani ricercatori di letteratura ispano-americana alla scoperta dei 150 volumi presenti, selezionati dallo stesso Luca Scarlini e da Francisco Amaya e Dante Liano.

    Per i lettori incontentabili Federico Taddia condurrà una serie di dieci brevi incontri dedicati alla ri-lettura con autori italiani e internazionali che racconteranno i libri che hanno ripreso in mano perché troppo difficili, legati a un momento particolare della vita, spuntati fuori per caso, o perché indispensabili. Tra questi, la lezione di Alessandro Piperno su Philip Roth e la conversazione tra Hans Tuzzi e Giuseppe Montesano sugli scrittori che scrivono di scrittori, passando per la testimonianza di Senel Paz sul suo rapporto decennale con Gabriel García Márquez. Un approccio critico innovativo sarà infine quello proposto da Michele Cometa in un incontro dedicato all’interpretazione dei testi letterari secondo i principi delle neuroscienze.

  204. Continua la riflessione sulle relazioni tra letteratura, produzione culturale e nuove tecnologie sviluppata negli ultimi anni anche grazie all’officina di Prototipi. Lo spazio di Santa Maria della Vittoria quest’anno sarà interamente dedicato alla logica computazionale, mostrando a giovani e adulti come ragiona un computer. L’intervento di Scott Aaronson, tra i massimi esperti di teoria della complessità computazionale, mostrerà le connessioni con il pensiero umano e le possibili prospettive di sviluppo interdisciplinare. All’interno degli accenti, la serie prossimamente – finestra sugli argomenti dei Festival di domani con interventi di ospiti a distanza intervistati dai blogger di La Balena Bianca e di Il lavoro culturale – si occuperà degli scenari futuri e delle trasformazioni in atto nel campo della scrittura e della produzione artistica con l’avvento della nuove tecnologie. Sui temi legati ai mutamenti della percezione e della rappresentazione in campo artistico nell’era di internet dialogheranno infine Mauro Carbone e Stefano Catucci, mentre sul legame tra creatività e innovazione tecnologica interverrà Jeffrey Schnapp, tra le più autorevoli voci internazionali nel campo delle digital humanities.

    Rivoluzione dei paradigmi economici, sommovimenti geo-politici, ripensamento della forma città: l’emergenza climatica richiede con sempre maggiore urgenza un nuovo paradigma di pensiero. Al centro dell’incontro di Kate Raworth e Leonardo Becchetti sarà l’idea di un’economia circolare e inclusiva, capace di rigenerare i sistemi naturali e di contrastare le crescenti disuguaglianze economiche. Massimiliano Bucchi e Gianluca Ruggieri si interrogheranno invece sugli scenari energetici che si aprono con il progressivo consumo delle risorse minerali; Grammenos Mastrojeni e Antonello Pasini sulle incidenze che i cambiamenti climatici avranno sulle migrazioni e sul conseguente acuirsi delle tensioni internazionali. Nella prospettiva di un ripensamento delle pratiche agricole Salvatore Ceccarelli racconterà della sua esperienza nella selezione partecipata delle sementi come alternativa agli OGM e si confronterà con Jonathan Silvertown sulla magia ancora non del tutto svelata dei semi. Per aiutarci a prestare una maggiore attenzione all’esaurimento delle risorse, attraverso una serie di laboratori e incontri per adulti e ragazzi Mark Miodownik, direttore dell’Institute of Making dell’UCL di Londra, renderà evidente come la nostra vita sia totalmente dipendente dagli oggetti che ci circondano e dai materiali con cui vengono prodotti.

  205. Un viaggio a piedi per disegnare una nuova mappa della Lombardia: con l’avventura del progetto Atlante Festivaletteratura prosegue nella sperimentazione di forme di partecipazione diretta del pubblico. Venti persone e quattro giorni di tempo per realizzare una guida illustrata e commentata del territorio lombardo tra Brescia e Mantova: a partire dalle segnalazioni che verranno raccolte da luglio attraverso il sito del Festival, il gruppo si metterà in cammino cercando di documentare i punti di attrazione nascosti – tesori artistici, squarci di paesaggio, ma anche storie locali, personaggi e curiosità – ad uso dei visitatori futuri. L’impresa partirà da Brescia domenica 3 settembre e si concluderà in piazza Sordello a Mantova mercoledì 6, giorno di inaugurazione del Festival. I taccuini redatti dai partecipanti andranno poi a formare una speciale installazione allestita presso la Tenda dei Libri e visitabile per tutta la durata del Festival.

    Giornalismo e narrazione si ritrovano uniti anche quest’anno per Meglio di un romanzo, il progetto attraverso il quale Festivaletteratura punta a sostenere i giovani aspiranti giornalisti che intendono cimentarsi con la tradizionale forma del reportage, declinandola attraverso linguaggi diversi. Quest’anno verrà presentato Isole del silenzio di Melissa Magnani, il primo lavoro commissionato direttamente da Festivaletteratura e pubblicato a puntate sul web a partire da marzo 2017. Il racconto giornalistico rimane al centro degli incontri che vedranno sul palco Carolin Emcke, vincitrice del premio della pace assegnato dai librai tedeschi, e gli italiani Domenico Quirico, Ferruccio De Bortoli, Valerio Pellizzari, Pietro Grasso.

    In un’epoca in cui il compito di testimoniare la contemporaneità viene sempre più demandato all’immagine, tre fotogiornalisti tra i più apprezzati sulla scena internazionale illustreranno la profondità di campo sottesa al loro lavoro, che dilata l’istantaneità del singolo scatto in un racconto universale: Buhran Ozbilici, vincitore del World Press Photo 2017 con lo scatto del killer dell’ambasciatore russo ad Ankara, Giulio Piscitelli, il fotografo italiano salito sulle imbarcazioni dei migranti, e Monika Bulaj che – in forma di spettacolo – mostrerà le immagini degli ultimi luoghi rimasti dove fedi differenti ancora dialogano. A loro si unisce un artista della fotografia come Ferdinando Scianna, che con il poeta Franco Marcoaldi svilupperà attraverso immagini e parole un confronto tra condizione umana e animale.

  206. Anche quest’anno il programma del Festival prevede una stimolante sezione dedicata ad arte, design e architettura. Un bilancio sinestetico della propria carriera di artista vedrà protagonista un instancabile sperimentatore come Ugo La Pietra. Lea Vergine – in dialogo con Luciana Castellina – ripercorrerà il rapporto contrastato e appassionante lungo una vita tenuto con l’arte. Di design anonimo o involontario parlerà Dario Scodeller; Victor Stoichita rivelerà le regole che presiedono al gioco della rappresentazione tra immagine e sguardo, cinema e arti visive; mentre Antonio Forcellino ragionerà con Caterina Volpi sul restauro come occasione di rilettura e reinterpretazione dell’opera d’arte. Per l’architettura, ospite d’onore sarà Kjetil Thorsen, progettista della Biblioteca di Alessandria d’Egitto e del National 9/11 Memorial & Museum di New York, mentre Cherubino Gambardella, attraverso una rilettura di Villa Malaparte, proporrà una riflessione sul Mediterraneo.

    Intorno al connubio poesia-canto, motore di arte colta e popolare, Festivaletteratura – in collaborazione con il Centro d’Arte e Cultura di Palazzo Te, il Museo Civico di Palazzo Te, e con il sostegno di Regione Lombardia – ha ideato La parola che canta, un progetto distinto dal programma “ordinario” che si configura come esplorazione in forma di festa del dialogo ininterrotto tra musicisti e poeti. Nelle serate di giovedì, venerdì e sabato scrittori, studiosi e artisti di varia esperienza e formazione terranno conversazioni, concerti, letture, improvvisazioni felicemente disperse tra cortili e stanze affrescate. Con La parola che canta Festivaletteratura sperimenta un utilizzo della villa gonzaghesca che ne reinterpreta la vocazione originaria: tra gli invitati si segnalano Francesco Guccini, Giovanna Marini, i Fanny & Alexander, Mariangela Gualtieri, i Cuncordu e Tenore di Orosei, Umberto Fiori, Giovanni Bietti, Fabrizio Scipioni, Massimo Giuntoli, Michele Spanghero.

  207. Per le notti di Festivaletteratura Music Hall al Museo Diocesano, il club di piazza Virgiliana propone quest’anno il rap letterario di Murubutu combinato all’immigrazione amplificata in musica di Stregoni (giovedì 7), il post-modern blues di L.A. Salami unito al dream pop notturno di His Clancyness (venerdì 8), una delle band più rappresentative dell’indie-pop italiano, gli Ex-Otago, con il contorno delle trascinanti melodie dei Welcome Back Sailors (sabato 9). Un laboratorio di creazione musicale su un testo letterario sarà condotto dal musicista Fabrizio Puglisi: cantanti, compositori, strumentisti saranno chiamati per quattro giorni a confrontarsi con Ubik, di Philip Dick, per trarne materia d’ispirazione per improvvisazioni e scrittura di partiture minime, che confluiranno infine in una performance collettiva. Cambiando genere, Festivaletteratura non poteva certo trascurare l’anniversario monteverdiano: saranno Luca Scarlini, attraverso una conferenza/concerto dedicata alle cantatrici di Monteverdi, e Dario Moretti, attraverso una rivisitazione della favola d’Orfeo pensata per i ragazzi, a rendere omaggio al grande compositore barocco con l’accompagnamento musicale dell’Accademia degli Invaghiti.

  208. Il denso palinsesto di appuntamenti che andrà a distendersi tra piazze, palazzi e altri luoghi della città arriva da un appassionante lavoro di tessitura che ha messo in connessione artisti provenienti da mondi diversi, creato corrispondenze tra scrittori, chiamato all’opera nuovi attori della scena culturale e – in particolare quest’anno – centinaia di adolescenti. È per questa strada che la partecipazione di ciascun autore viene a trasformarsi in un “incontro”, l’elemento di base della festosa costruzione di Festivaletteratura. Incontrarsi al Festival significa infatti ritrovarsi ad allargare i discorsi avviati, approfondire gli scambi, dare corso alle idee, verificare – nel confronto con il pubblico – quello di cui si è discusso per mesi, al di là dei singoli appuntamenti in calendario, prendendosi il tempo che occorre e trovando la giusta atmosfera.

  209. SFOGLIANDO IL PROGRAMMA

    Festivaletteratura continua a guardare al mondo, cercando di affiancare ai nomi più riconosciuti inviti più di proposta. Tra gli ospiti che animeranno gli appuntamenti della prossima edizione vanno segnalati Nicole Krauss (ev.80), tra le più popolari scrittrici statunitensi della sua generazione, nuovamente al Festival dopo dieci anni; il giornalista e scrittore anglo-americano Simon Winchester (ev.181); Nona Fernández (ev.100), giovane talento della letteratura latinoamericana; Yan Lianke (ev.124), scrittore cinese impostosi all’attenzione mondiale da oltre quindici anni, presenza fissa nella rosa di favoriti per il Nobel; Yanis Varoufakis (ev.25), economista ed ex-ministro delle Finanze del governo Tsipras, e ancora – come attesi ritorni – Richard Flanagan (ev.134), Helen Humphreys (ev.35), Nicola Davies (ev.68, 88), Aidan Chambers (ev.118), Patrick McGrath (ev.91) e David Sedaris (ev.107).

  210. FRONTIERE

    Sono oltre trenta i Paesi di provenienza degli artisti e scrittori ospiti quest’anno, ed è proprio sul crinale delle frontiere che si può tentare una prima via di accesso al programma del 2018. La frontiera del resto è un segno su un foglio di carta, un atto di scrittura che separa stati, genera conflitti, crea e disperde identità nazionali. In un momento in cui soffiano i venti identitari e sembrano svanire le speranze universalistiche, Festivaletteratura percorre queste linee contese per raccogliere storie e cercare nuovi paradigmi che ci aiutino a interpretare le trasformazioni in corso e a ritrovare un’idea condivisa di mondo. Un esperto di relazioni internazionali, un geografo e un inviato di guerra – Bruno Tertrais, Franco Farinelli e Valerio Pellizzari (ev.51) – cercheranno di individuare storie e ragioni delle frontiere, tra volontà di dominio e rappresentazione della Terra; Tim Marshall (ev.177), per oltre trent’anni corrispondente della BBC dai fronti più caldi, illustrerà le cause geografiche che portano popoli e stati a scatenare guerre e a innalzare muri.

    Linee arbitrarie o barriere naturali, le frontiere danno confini alla cittadinanza, ai diritti, spesso a valori che riteniamo universali, escludendo – oggi come in passato – le migliaia di persone che provano in ogni modo a superarle. I grandi flussi migratori impongono un cambiamento di pensiero e di sguardo. Donatella Di Cesare e Francesca Rigotti (ev.45) interverranno sulla necessità di una “filosofia della migrazione”, Agus Morales (ev.37) sul valore simbolico del rifugiato come nemico. La reinvenzione della tecnica del fotoracconto di Carlos Spottorno e Guillermo Abril (ev.20) e il racconto di Ascanio Celestini a partire dalle opere create dall’artista Giovanni Albanese (ev.12) testimonieranno l’esigenza di trovare nuove forme di rappresentazione per le storie dei migranti. Le frontiere attraverseranno persino le lavagne in piazza Mantegna, nelle lezioni di geografia tenute da Franco Farinelli (questa, questa e questa).

  211. PIANETA EUROPA

    Negli ultimi cento anni l’Europa ha mutato le proprie frontiere più di ogni altro continente, e intorno alle patrie, alle identità, alle lingue che a fatica si riconducono dentro i confini ridisegnati per tutto il Novecento si annodano molte delle potenti narrazioni degli scrittori europei ospiti quest’anno a Festivaletteraura. Diana Bosnjak Monai (ev.47) riscrive l’assedio di Sarajevo attraverso le pagine del diario del nonno, Eduardo Mendoza (ev.156) – considerato l’autore che meglio ha saputo raccontare le trasformazioni della società spagnola negli ultimi decenni – affronta le istanze dell’indipendentismo catalano (qui), György Dragomán (ev.114) da narratore e Géza Szocs (ev.29) da poeta restituiscono il punto di vista di una minoranza – quella linguistica ungherese in Romania – nell’esperienza delle dittature dell’Europa orientale. Da quella stessa minoranza proviene Agi Mishol (ev.115), poetessa isrealiana oggi tra le più note al mondo, che ha abbandonato l’ungherese materno adottando l’ebraico come lingua sacra, identitaria e nel contempo aperta all’esperienza universale. Robert Menasse, il narratore e saggista austriaco vincitore del Deutscher Buchpreis 2017, che al Festival incontrerà Luca Sofri (ev.187), capovolge la prospettiva e guarda le nostre piccole nazioni dall’anonima Bruxelles, cuore dell’eurocrazia, mentre Sergej Lebedev (ev.155) ci porta in una Russia che non fa i conti con il proprio passato. In questo quadro si inseriscono anche la riflessione sul riemergere della questione ebraica proposta dalla psicoanalista Elisabeth Roudinesco (ev.146) e soprattutto il bilancio su speranze e conseguenze del Sessantotto fallito ad Est, condotto da Guido Crainz insieme a Diana Bonjak Monai, Wlodek Goldkorn e Patrik Ouredník (ev.196). Tra le presenze europee più prestigiose non vanno inoltre dimenticate quelle dell’inglese Matt Haig (ev.28) e dell’islandese Jón Kalman Stefánsson (ev.101), di ritorno al Festival dopo la sua partecipazione nel 2012.

  212. PRAGA “CITTÀ IN LIBRI”

    Sarà Praga, a cinquant’anni dalla sua primavera, la “città in libri” di Festivaletteratura 2018 (vedi qui). La capitale ceca, dove “ancor oggi, ogni notte, alle cinque, Franz Kafka ritorna a via Celetna a casa sua, con bombetta, vestito di nero” come scriveva Angelo Maria Ripellino, sembra essere fatta della sostanza stessa della letteratura a giudicare dai quasi trecento volumi di Guillaume Apollinaire, Jorge Luis Borges, Karel Capek, Bruce Chatwin, Umberto Eco, Jaroslav Hasek, Bohumil Hrabal, Franz Kafka, Milan Kundera, Rainer Maria Rilke, Philip Roth, Jaroslav Seifert e moltissimi altri autori che saranno lasciati in consultazione al pubblico del Festival nella centralissima tenda dei libri. Ad accompagnare la biblioteca, curata da Luca Scarlini e Alessandro Catalano (vedi qui), saranno gli appuntamenti con gli scrittori cechi Patrik Ouredník (ev.140) e Katerina Tucková (ev.74), l’incontro su Kafka tra Adriano Sofri e Giorgio Fontana (ev.163), il percorso notturno nella letteratura gotica praghese condotto dallo stesso Scarlini al Cimitero Monumentale di Mantova (ev.97).

  213. ALTRI MONDI

    Altri mondi, altre frontiere. Uscendo dall’Europa, Zahra Abdi e Inaam Kachachi (ev.76) rappresenteranno idealmente allo stesso tavolo Iran e Iraq e i conflitti più o meno dichiarati che attraversano i due paesi da oltre trent’anni, Bachtyar Ali (ev.199) porterà la voce del popolo curdo, la giovane Kaouther Adimi (ev.180) la resistenza culturale e le complesse vicende dell’Algeria contemporanea. È alla narratrice Minh Tran Huy (ev.59) che si deve la definizione di “viaggiatore suo malgrado” per definire la condizione universale dei milioni di esuli che dalla guerra del Vietnam in poi hanno battuto tutte le possibili rotte in cerca della salvezza. A. Igoni Barrett (ev.4), nuovo interprete della nobile tradizione letteraria nigeriana, riporterà al centro la questione razziale, in un’Africa tutt’altro che rassegnata.

    L’America che raccontano i narratori presenti quest’anno a Festivaletteratura è quella più profonda e selvaggia, infinitamente lontana dalle mille luci newyorkesi, che affronta a muso duro il mondo e si rifiuta di cambiare. Chris Offutt (ev.170), erede dei grandi maestri del racconto americano, racconterà la bellezza e la brutalità dei territori più isolati del Kentucky e degli uomini che vi abitano, Tom Drury (ev.81) – oggi docente all’Università di Lipsia – la vita delle comunità rurali del Midwest. Due osservatori stranieri – Gary Younge, editorialista e inviato del Guardian, e Francesco Costa (ev.46), vicedirettore del Post – guarderanno invece all’America che spara, e alle questioni legate alla violenza e alla diffusione delle armi.

  214. LETTERARIE PASSIONI

    È comunque la letteratura a ricercare il senso, a ricostruire quanto la Storia ha spezzato, a restituire umanità là dove è stata negata. Una letteratura che diventa sentimento naturale come per la scrittrice turco-americana Elif Batuman (ev.204), veicolo per esplorare i meandri più oscuri della mente, come per Patrick McGrath (ev.91), o strumento di educazione alla libertà, come per Aidan Chambers (ev.118), che tornerà al Festival per ripercorrere la sua straordinaria vita dedicata ai libri e ai ragazzi. Con il suo memoir americano Michael Frank (ev.165) ci porterà in un viaggio struggente e avventuroso al cuore di quel mistero chiamato famiglia; mentre sarà l’amore per la letteratura italiana a fare incontrare Jhumpa Lahiri e Marcello Fois (ev.63), due autori diversamente distanti dalla nostra tradizione. Hans Tuzzi e Robert Darnton (ev.125) valuteranno i benefici della presenza fisica dei libri accanto a noi; Chiara Codecà e Marco Rossari (ev.21) parleranno dei problemi (e delle gioie) legati alla traduzione dei grandi autori del passato; Giuseppe Marcenaro e Massimo Raffaeli (ev.94) si interrogheranno su che fine abbia fatto la letteratura nel nostro paese, ora che gli ultimi “classici” del Novecento sono venuti a mancare. Un incontro corale, coordinato da Elia Malagò e Antonio Prete (ev.157), sarà dedicato ad alcune voci dimenticate del Novecento letterario italiano. Vere e proprie scorribande nella storia della letteratura saranno invece quelle di Agnese Grieco (ev.200), all’inseguimento del mito delle Sirene da Omero fino ai nostri giorni, e di Paolo Nori (ev.182), attraversando senza autorizzazioni l’immaginario della grande Russia.

  215. OMAGGI

    Ad alcuni classici contemporanei e ad autori forse meno noti ma non meno preziosi, saranno dedicati omaggi e inedite rivisitazioni all’interno del programma del Festival. Overload (ev.104, 148, 160) è un gioco teatrale sull’ecologia dell’attenzione e sui meccanismi diversivi del nostro cervello che i Sotterraneo metteranno in scena prendendo spunto dai testi di David Foster Wallace a dieci anni dalla sua scomparsa. Ulf Stark, uno degli scrittori per ragazzi più affezionati a Festivaletteratura, tornerà a Mantova attraverso i racconti di Janina Orlov e Pino Costalunga (ev.121). Vittoria Caterina Caratozzolo, Mario Piana ed Elvira Seminara (ev.49) ricorderanno una delle intellettuali più brillanti e sofisticate del Novecento: Irene Brin. A Lita Judge (ev.141), autrice di un’accurata biografia a fumetti di Mary Shelley, sarà affidata la celebrazione dei 200 anni di Frankenstein, mentre Sandra Petrignani e Masolino D’Amico ricorderanno Natalia Ginzburg (ev.38), Luca Scarlini Irmgard Keun nella forma della conferenza-spettacolo (ev.41).

  216. RISATE A LIBRI APERTI

    A Festivaletteratura quest’anno si ride. All’umorismo, uno dei generi letterari più misconosciuti e bistrattati dalla critica, saranno dedicati numerosi e bizzarri eventi, frutto della complicità di scrittori e artisti che hanno coltivato questa passione in semi-clandestinità. Il percorso umoristico “ufficiale” prevede un’incursione di Paolo della Bella ed Ermanno Cavazzoni (ev.151) nella produzione di vignette e giornali satirici tra Ottocento e Novecento, un saggio dialogato di Marco Malvaldi e Stefano Tofani (ev.86) sulla comicità toscana, nonché Bravo, brevissimo, una lezione-spettacolo di Guido Conti (ev.193) sulla letteratura umoristica italiana passando per Collodi, Zavattini, Fellini, Longanesi. Nel cortile di Palazzo Castiglioni si terrà invece due volte al giorno il libro più divertente che ho letto (vedi qui), un interrogatorio semi-serio condotto da Federico Taddia a cui verranno sottoposti alcuni autori presenti al Festival – Richard Flanagan, Tullio Avoledo, John Niven, Stephen Bollen, Chiara Carminati, Bianca Pitzorno, Helen Humphreys, Marco Rossari, György Dragomán e Alessandro Zaccuri – per estorcere alcuni consigli utili alla costruzione di una biblioteca minima di libri da ridere. Ed essendo l’umorismo notoriamente contagioso, moltissimi saranno gli incontri in programma che vedranno protagonisti scrittori inclini alla risata: oltre al già citato David Sedaris (ev.107), spiccano le presenze dei britannici David Walliams (ev.43), scrittore per ragazzi dalla comicità pirotecnica, e John Niven (ev.56), autentico fuoriclasse dell’umorismo nero e senza speranza, alle quali si affiancano quelle degli italiani Antonio Albanese – straordinariamente in coppia con Gian Antonio Stella (ev.99) –, dei conduttori di Il ruggito del coniglio Antonello Dose e Marco Presta, di Stefano Tonietto (ev.14) – autore di numerosi saggi parodistici in versi e in prosa – e, nella serie degli accenti, del catalogatore di eresie e reliquie Mauro Orletti (vedi qui) e di Fabrizio Bolivar (vedi qui), autore di microracconti del buonumore.

  217. NEL SEGNO DEL GIALLO

    Tra noir e poliziesco, il programma del Festival riserverà come di consueto un’importante sezione alla letteratura del crimine. Un doppio confronto tra giallo italiano e giallo internazionale sarà quello che vedrà di fronte Christopher Bollen e Giancarlo De Cataldo (ev.112). Tutti al femminile gli incontri con Alicia Giménez-Bartlett (ev.123), la popolarissima creatrice dell’ispettore di polizia Petra Delicado, e con Jessica Fellowes (ev.143), autrice della serie dei delitti Mitford, ambientati nell’Inghilterra degli anni Venti. Molto nutrita la pattuglia di autori italiani di crime novel presente al Festival, che comprende anche Gian Mauro Costa e Romano De Marco (ev.65), Antonio Manzini, Marilù Oliva e Giampaolo Simi (ev.154), Veit Heinichen e Carlo Lucarelli (ev.137). Gli anni ruggenti del giallo italiano saranno ripercorsi grazie a due eventi: il primo dedicato a Giorgio Scerbanenco, punto di riferimento imprescindibile per i giallisti delle generazioni successive, in cui interverranno la figlia Cecilia Scerbanenco e Gianni Biondillo (ev.57), mentre il secondo sarà dedicato a Giorgio De Maria, autore dell’inquietante e profetico Le venti giornate di Torino, riscoperto oggi dall’editoria internazionale dopo oltre quarant’anni di oblio, con un incontro tra Cora De Maria, figlia dell’autore nonché attrice e illustratrice, e Luca Scarlini (ev.13).

  218. NARRAZIONI ITALIANE

    Tra gli italiani che interverranno alla prossima edizione assume una particolare rilevanza la presenza di autori che arrivano al romanzo o al racconto dopo un percorso di successo nella scrittura per il cinema o per il teatro, come Stefano Massini (ev.190) e Luigi Lo Cascio (ev.133). Insieme a Gianrico Carofiglio (ev.142), Ermanno Cavazzoni (ev.106), Paolo Giordano (ev.108), Maurizio Maggiani (ev.90, 145), Michela Murgia (ev.18, 100, ma anche qui), Beppe Severgnini (ev.111), Francesco Abate (ev.18), Davide Longo (ev.133, 157), graditi ritorni al Festival, sono inoltre attesi alcuni giovani autori impostisi all’attenzione della critica come Giorgio Biferali (ev.188), Matteo Trevisani (ev.188), ed Elvis Malaj (ev.61), scrittore nato in Albania che ha adottato l’italiano come lingua di scrittura. Lilli Gruber ripercorrerà la storia travagliata della sua terra, il Sudtirolo, così intrecciata a quella della sua famiglia (ev.69), Lella Costa proporrà al Festival lo spettacolo Le lettere del cuore di Natalia Aspesi (ev.161), mentre Simonetta Agnello Hornby porterà sul palco storie quotidiane di violenza in famiglia, raccolte da casi giudiziari e fatti di cronaca, con l’accompagnamento musicale di Filomena Campus (ev.55). L’interazione tra letteratura e altre forme espressive – cinema, musica, fumetto – sarà più esplicita nei bonus track, in cui coppie inedite di scrittori e artisti – Marco Rossari e Colapesce (ev.162), Zerocalcare e Fabio Genovesi (ev.203), Paolo Giordano e il frontman dei Baustelle Francesco Bianconi (ev.108) – cercheranno di regalare qualcosa in più di un tradizionale evento letterario. Da una particolare congiuntura di affinità elettive nasce l’incontro tra il fumettista Paolo Bacilieri e il narratore Giorgio Fontana (ev.44). Un grande maestro dell’animazione italiana, Bruno Bozzetto, sarà tra gli ospiti d’onore di questa edizione, in un incontro che lo vedrà con Grégory Panaccione e Bruno Gambarotta (ev.172). Tra letteratura e spiritualità si collocheranno le conversazioni tra Enzo Bianchi e Umberto Galimberti sulla vecchiaia (ev.194), di Maurizio Maggiani e don Luigi Verdi sulla vita nella sacralità del creato (ev.90), di Antonio Prete e Luigi Zoja sul sentimento della nostalgia (ev.64).

  219. POTERI FORTI

    La disaffezione verso le forme tradizionali della rappresentanza politica, la rabbia nei confronti delle élites che attraversano oggi gran parte delle comunità occidentali sono sentimenti che trovano alimento nelle trasformazioni profonde che attraversano l’organizzazione dei sistemi economici e la natura stessa delle democrazie. I rapporti (e le distanze) tra l’alto e il basso delle nostre società, tra classi dirigenti e classi subalterne saranno al centro degli incontri tra Yanis Varoufakis e Tonia Mastrobuoni (ev.25), e – nella prospettiva storica dell’Italia dal Risorgimento ai nostri giorni – da Enzo Ciconte e Gian Antonio Stella (ev.26), mentre Zerocalcare e Leonardo Bianchi (ev.150) sposteranno il punto di osservazione sulla questione portandolo nelle periferie “degradate” dei centri urbani. Marta Fana e Riccardo Staglianò (ev.126) si confronteranno sulla destrutturazione e sul progressivo impoverimento – in termini materiali e simbolici – del lavoro al tempo della gig economy e dei mercati globali. Secondo la formula dell’Oxford Style si discuterà con Andrea Fumagalli, Ferdinando Giugliano, Elena Granaglia e Mario Seminerio (ev.89) del reddito di base o di cittadinanza, mentre Carlo Cottarelli (ev.202) cercherà di illustrare i motivi che frenano la crescita della nostra economia.

  220. RACCONTI DAL MONDO DIGITALE

    La sensazione di esclusione, di perdita di potere, di non riuscire a incidere sulle questioni che ci toccano direttamente come individui e come cittadini, diventa tanto più acuta quanto più si contamina con la percezione di una crescente e incontrollata dipendenza dalle nuove tecnologie. Festivaletteratura offrirà l’occasione di viaggiare nei meandri dei territori digitali, nelle entità remote che controllano quotidianamente i nostri comportamenti sfruttandoli a proprio o altrui vantaggio, nelle presunte città intelligenti, nelle ossessioni e nei sogni inquieti che – non da oggi – accompagnano il rapporto tra uomo e macchina attraverso gli incontri tra Andrew O’Hagan e Carlo Annese (ev.105), Franklin Foer e Massimo Mantellini (ev.113), Francesca Bria ed Evgeny Morozov con Luca De Biase (ev.9), Mark O’Connell e Tullio Avoledo (ev.185) e il confronto tra Luca Nemolato, Fiorella Operto e Jacopo Perfetti con Neri Marcorè (ev.176). Di come i social abbiano contribuito ad accrescere esponenzialmente il fenomeno delle fake news si parlerà invece nel programma ragazzi con Daniele Aristarco e Carlo Annese (ev.6).

  221. VOCI DALLA TERRA

    Direttamente dal cuore della Foresta Amazzonica partirà quest’anno la riflessione intorno ai temi della salvaguardia ambientale e dei cambiamenti climatici: ospite d’eccezione a Festivaletteratura sarà Davi Kopenawa, lo sciamano yanomami che ha raccontato la lunga lotta del suo popolo contro la deforestazione e il modello di sviluppo che rischia di privare il pianeta di qualsiasi futuro, intervistato dallo scrittore Angelo Ferracuti (ev.24). Ad aggiornare il quadro sulle attuali conseguenze dell’innalzamento delle temperature e del progressivo esaurimento delle risorse naturali contribuiranno gli incontri dedicati allo scioglimento dei ghiacci con Peter Wadhams e Carlo Barbante (ev.10) e alle guerre in corso per l’accaparramento dell’acqua con Emanuele Bompan e Alice Facchini (ev.75). Ma, come già per le questioni legate ai fenomeni migratori e alla crisi delle democrazie, anche per le sfide ambientali si rende necessario un salto di pensiero: il filosofo e antropologo Bruno Latour (ev.132) proporrà una nuova relazione tra democrazia e scienza rovesciando principi e pratiche dell’ecologia politica come oggi la conosciamo, Emanuele Coccia (ev.159) proverà a rifondare la nostra visione del mondo a partire dalle piante. Il designer Francesco Faccin e il biologo Marco Di Domenico (ev.27) ragioneranno su come si possa modificare la nostra percezione sulle questioni ambientali lavorando ad esempio sull’arredo urbano; al confine tra storia della religione, etnologia e botanica si colloca l’incontro tra Erika Maderna e Fabio Bortesi (ev.3). Moltissimi gli incontri dedicati ad ambiente e natura nel programma ragazzi tra la Casa del Mantegna – con Nicola Davies (ev.68, 88) – e Parcobaleno, dove torneranno i laboratori sul disegno naturalistico con Pia Valentinis (ev.62) e Veronica Truttero (ev.120), mentre Patrizia Zappa Mulas (ev.54) con lo spettacolo Animatime tributerà un omaggio alla teologia animale di Paolo De Benedetti.

  222. SCIENZE A TUTTO CAMPO

    Da sempre attento alle questioni e alle sollecitazioni proposte dalle scienze esatte, Festivaletteratura inaugurerà quest’anno Scienceground, (vedi qui) un terreno per il confronto scientifico, aperto per tutta la durata della manifestazione presso lo spazio di Santa Maria della Vittoria. Animato da una piccola comunità scientifica temporanea composta da giovani ricercatori e studenti universitari, Scienceground funzionerà come luogo di scoperta, dialogo e approfondimento per riaffermare il valore fondamentale del giudizio e del discorso scientifico proprio a partire dal tanto controverso concetto di dato, attraverso giochi, workshop, videoconferenze, interviste dal vivo e una piccola biblioteca tematica. Al complesso sistema di interferenze e condizionamenti reciproci tra società e scienza sarà dedicato l’incontro tra Tommaso Dorigo e Massimiano Bucchi (ev.72), mentre Federico Bertoni e Giuseppe De Nicolao (ev.52) – dai campi apparentemente opposti della cultura umanistica e scientifica – proveranno dalla stessa ottica a capire quanto ancora sia vitale l’università pubblica in Italia per la crescita e la diffusione della conoscenza e lo sviluppo dell’intera comunità. Tra genetica, medicina e farmacologia si collocano gli appuntamenti con Karin Bojs e Guido Barbujani (ev.167), che proveranno a risalire la storia dell’umanità fino al Neolitico sulle tracce che l’evoluzione ha lasciato all’interno del nostro DNA, Arnaldo Benini (ev.84), contro i luoghi comuni sull’Alzheimer, e Agnese Codignola e Vittorio Lingiardi (ev.189), sull’avventurosa vita dell’LSD tra ricerca scientifica e controcultura. Temi e problemi scientifici torneranno anche quest’anno alla lavagna di piazza Mantegna grazie a Guido Barbujani, Massimiano Bucchi, Marco Di Domenico, Tommaso Dorigo e Marco Malvaldi.

  223. PROVE APERTE IN PIAZZA ALBERTI

    Piazza Alberti mantiene la sua caratteristica di spazio generativo, aperto alle sperimentazioni, agli incontri inter-generazionali, al coinvolgimento di nuovi soggetti culturali. Le riviste culturali – cartacee e su web – stanno conoscendo una straordinaria fioritura, proponendosi come ritrovati luoghi di riflessione e produzione artistica e letteraria. Ad alcune delle riviste ultime nate – Sirene (vedi qui), La Balena Bianca (vedi qui), Lavoro Culturale (vedi qui), Archivio (vedi qui), RVM (vedi qui) – sarà chiesto di organizzare per il Festival una conversazione su uno dei temi che stanno al centro del proprio progetto editoriale, coinvolgendo alcuni degli autori presenti a Mantova, mentre il chiosco ambulante allestito da Edicola 518 offrirà al pubblico una più completa panoramica sulle testate più innovative attualmente presenti in Italia e all’estero. Blurandevù, la serie di conversazioni con gli autori condotte dai volontari e dallo scorso anno inserite all’interno del progetto Read On, trasferirà in piazza anche la sede operativa del training di formazione dei ragazzi guidato da Fabio Geda e Marco Magnone. Ad essere intervistati dai ragazzi nel corso dei quattro appuntamenti serali saranno A. Igoni Barrett (vedi qui), Marta Fana (vedi qui), Nona Fernández (vedi qui) e Antonio Manzini (vedi qui). Prosegue Meglio di un romanzo, la “scuola” a cielo aperto di giornalismo narrativo coordinata da Christian Elia che mette a confronto aspiranti reporter e affermati professionisti (vedi qui): da qui provengono due giovani giornalisti, Alice Facchini e Lorenzo Pirovano, impegnati nella conduzione di alcuni incontri del Festival 2018. E piazza Alberti sarà anche la vetrina del più importante laboratorio permanente di Festivaletteratura: l’Archivio. Grazie a un’installazione accessibile durante tutta la manifestazione e a un ciclo di quattro appuntamenti legati ad alcune parole chiave – clima, agricoltura, città ed energia – si ripercorrerà l’evoluzione del dibattito sui temi ambientali negli ultimi dieci anni grazie alle registrazioni degli incontri tenutisi a Festivaletteratura (vedi qui).

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    CASA DEL MANTEGNA: PIÙ SPAZIO AI RAGAZZI

    Sempre più bambini e ragazzi alla Casa del Mantegna. Stanze, cortili, giardini e varie pertinenze dell’abitazione disegnata dal celebre pittore padovano saranno invase dalla folla festante dei più giovani lettori e dalle loro famiglie. Già lo scorso anno il Festival aveva completamente reinventato questo spazio espositivo in un condominio creativo in cui hanno felicemente convissuto scrittori, illustratori, artisti e performer. Quest’anno la casa si allarga: nel giardino verrà montata un’ampia tenda per accogliere gli appuntamenti di maggiore richiamo e tra la tenda e la casa sarà creata un’area relax per leggere, giocare e prendere fiato tra un evento e l’altro. L’esigenza di segnare un luogo per rimarcare la piena cittadinanza dei ragazzi al Festival e di farne uno spazio di maggiore e più libera partecipazione è divenuta ancora più forte con l’avvio di Read On, che ha ridato spinta alla voglia di provare cose nuove, anche oltre le azioni strettamente previste dal progetto.

    Il primo risultato di questo rinnovato desiderio sperimentale è Girotondo, un percorso di giochi e fantasie d’autore pensato per i bambini e le loro famiglie, aperto da mattina a sera per tutti i giorni del Festival al primo piano della Casa del Mantegna. Girotondo è pensato in modo che i ragazzi possano girare per tutte le stanze affacciate in cerchio sul cortile interno: ad ogni sala troveranno un’attività pensata apposta per loro da un autore ospite di Festivaletteratura, che dovranno svolgere in totale autonomia, servendosi solo del foglio di istruzioni, dei materiali lasciati a disposizione e – nel caso – dell’aiuto dei propri genitori. A costruire questa giostra collettiva – ciascuno con una propria idea originale – sono stati chiamati Andrea Anastasio, Cora De Maria, Pieter Gaudesaboos, Teresa Sdralevich, Massimiliano Tappari, Stefano Tofani, Silvia Vecchini e Noemi Vola (vedi qui). All’uscita del percorso i bambini riceveranno un libretto con tutte le schede delle attività, in modo da poterle replicare anche a casa.

    Numerosissimi restano gli appuntamenti previsti negli altri spazi della Casa del Mantegna: ad animarli saranno tra gli altri Raina Telgemeier (ev.197), tra le più note e affermate autrici di graphic novel e più volte vincitrice dell’Eisner Award, il disegnatore del Gruffalò Alex Scheffler (ev.2, 32), Anne Fine (ev.153, 198) – di ritorno al Festival per raccontare le sue storie del gatto killer –, il mitico fondatore del Corriere dei Ragazzi Mino Milani (ev.178), l’autrice e illustratrice estone Pietr Raud (ev.30,110), e i nostri Alice Keller (ev.175, 192) e Davide Morosinotto (ev.141, 186). Uniti dal filo rosso della poesia saranno gli incontri con Chiara Carminati (vedi qui ed ev.144), Silvia Vecchini (ev.122) e Bernard Friot (ev.136, 153, 168). Due i nomi di riferimento per il pubblico degli young adults: l’americana Sara Zarr (ev.67) e Antonio Dikele Distefano (ev.50), oggi forse l’autore italiano di maggior successo tra gli adolescenti. Nella sezione più laboratoriale, Brunhilde Borms e Pieter Gaudesaboos (ev.82, 135) guideranno i bambini alla ricerca della loro isola, Noemi Vola (ev.60) disegnando terrà insoliti esercizi di libertà, Giorgio Personelli (ev.1) metterà in musica i miti, Silvia Vecchini e Sualzo (ev.122) cercheranno ancora una volta di mescolare poesia e fumetto, altre incredibili attività con carta, colori e fantasia saranno curate Silvia Borando (ev.117, 169), Maria Luce Possentini (ev. 40) e Teresa Sdralevich (ev.7, 17).

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    PROGETTO EUROPEO READ ON: GLI INCONTRI AL FESTIVAL

    Alla Casa del Mantegna prenderà sede il quartier generale delle attività legate al progetto Read On. Anthology arriverà in occasione del Festival alla stretta finale. Nel corso di una sessione d’esame collettiva che vedrà coinvolti come commissari esterni Aidan Chambers, Gabriele Di Fronzo e Marco Rossari verranno scelti i quattro racconti da inserire nella raccolta curata dai ragazzi di tutta Europa (ev.79). Sono stati oltre cento i testi della letteratura di tutti i tempi segnalati nel corso della primavera da classi, gruppi di lettura e singoli adolescenti per l’antologia di Read On, quest’anno dedicata alla forma racconto, la cui pubblicazione e distribuzione è prevista entro la fine dell’anno. Nell’incontro al Festival verranno sottoposti al giudizio del pubblico dieci racconti finalisti, pre-selezionati da una giuria composta da dieci giovani lettori di varie parti d’Italia. Raina Telgemeier e Daniel Cuello (ev.96) dialogheranno invece con alcuni dei ragazzi autori delle strisce a fumetti selezionate da My Life in Strips. Le storie di vita quotidiana in dieci vignette vincitrici del concorso (il tema proposto per il 2018 è stato transformation) gireranno per il Festival attraverso esposizioni intermittenti. Tre gli appuntamenti di Passports, l’azione di Read On dedicata ai giovani italiani (ed europei) provenienti da altri paesi. Oltre al già citato incontro con Elvis Malaj (ev.61), il programma prevede un confronto intergenerazionale che vedrà insieme sul palco Jhumpa Lahiri, la narratrice anglo-americana che ha deciso di adottare l’italiano come propria lingua di scrittura, e i giovanissimi Sabrynex e Nadir Taji (ev.131), già arrivati a meno di vent’anni alla pubblicazione dei loro primi libri; mentre Takoua ben Mohamed (vedi qui ed ev.83) – insieme a Sabika Shah Povia – terrà un workshop di auto-narrazione attraverso l’uso dello smartphone.

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    DISCORSI SULL’ARTE

    L’Arte rinviata a giudizio a Festivaletteratura. In co-produzione con la nuova Fondazione di Palazzo Te, tornerà quest’anno la fortunata serie dei processi, dedicata a emblematici casi giudiziari del passato riaperti grazie ai documenti conservati nei più prestigiosi archivi storici italiani. Sul banco degli imputati finiranno quest’anno Jacopo Sansovino (ev.8), Pietro Veronese (ev.149), Caravaggio, insieme a Orazio Gentilesche e Onorio Longhi (ev.42), e Giuseppe Biasi (ev.92) per permettere a Elisabetta Bucciarelli, Giulio Busi, Danilo Craveia, Michele Di Sivo, Mario Lupano e Alessandra Schiavon di parlare della libertà e della responsabilità sociale dell’artista, dei rapporti tra arte e potere, della produzione e del mercato dell’arte e del ruolo dell’autore al suo interno.

    Sulla storia dello sguardo e di come le arti nei secoli abbiano contribuito a orientarlo si confronteranno Riccardo Falcinelli ed Emanuele Coccia (ev.85), mentre sullo statuto incerto delle immagini e il precario equilibrio tra realtà, finzione e potere che si gioca al loro interno interverrà il fotografo catalano Joan Fontcuberta (ev.130). Nel centenario della nascita di Achille Castiglioni, i designer Francesco Faccin e Andrea Anastasio (ev.93) cercheranno di mostrare come – nei loro differenti percorsi creativi – sia stata decisiva l’influenza del grande maestro milanese. Alle città-mondo, intese come luoghi universali che raccontano la nostra civiltà urbana, sarà dedicato quest’anno il percorso di architettura curato da Luca Molinari: le “città” prescelte sono Gerusalemme – con gli interventi di Donatella Di Cesare e David Palterer (ev.78) –, Istanbul – con quelli di Elif Batuman e Alper Derinbongaz (ev.119) – e la Divina Commedia, visitata dal dantista Riccardo Bruscagli e dall’architetto Franco Purini (ev.5).

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    TRA TEATRO E POESIA

    Prosegue la ricerca sul linguaggio e la scrittura drammaturgica avviata negli ultimi anni al Festival per ritrovare l’intimo e originario nesso tra teatro e letteratura. Nella rottura della superificie della parola, nella ricerca del senso e della sostanza sonora, il Festival prova ad avvicinare ulteriormente poesia e teatro. Lo spettacolo E’ Bal portato in scena dal Teatro delle Albe (ev.11) si chiuderà con un’intervista a senso alternato tra il poeta autore del testo (Nevio Spadoni) e l’attore che lo ha portato in scena (Roberto Magnani); il dialogo tra i poeti Géza Szőcs e Tomaso Kemeny (ev.29) si aprirà a una dimensione più cantabile. Le conversazioni di la scrittura in scena condotte da Magdalena Barile (ev.39, 147) vedranno coinvolte due delle compagnie più originali della scena italiana contemporanea: Frosini/Timpano (ev.39) e Deflorian/Tagliarini (ev.147), impegnati al Festival anche in un laboratorio di avvicinamento alla scrittura di scena. Il programma di poesia – oltre agli appuntamenti già precedentemente ricordati – prevedrà anche l’incontro tra Biancamaria Frabotta e Roberto Galaverni (ev.127), e quelli di Tomaso Kemeny (ev.29, 87) ed Enrico Testa in conversazione con Antonio Prete (ev.173). La proposta teatrale si completerà invece con il monologo Debra Libanos con Roberto Abbiati (ev.53), sul massacro perpetrato dal nostro esercito durante l’avventura coloniale in Etiopia, e con gli spettacoli per ragazzi Un giorno del Teatro all’Improvviso (ev.31) e Crikecrak della Baracca – Testoni Ragazzi (ev.174, 191, 195).

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    CINEMA, MUSICA E VARIETÀ

    Moltissime le anteprime italiane all’interno di Pagine Nascoste, il ciclo di documentari su letteratura e scrittori divenuto un ingrediente essenziale del programma di Festivaletteratura (vedi qui). Tra i film in cartellone segnaliamo in particolare Dreaming Murakami, un’immersione nell’universo letterario della scrittore giapponese attraverso l’esperienza della sua traduttrice danese; The Poetess, storia della poetesa saudita Hissa “Remia” Halil, balzata agli onori della cronaca per aver denunciato in diretta televisiva il maschilismo arabo e le fatwa sui doveri della donna musulmana; The Pulitzer at 100, celebrazione del primo secolo di vita di uno dei più prestigiosi premi letterari e giornalistici al mondo. Come già l’anno scorso, una selezione dei film in programmazione durante il Festival sarà disponibile per la circuitazione in sale, biblioteche e realtà culturali in tutta Italia.

    Per quanto riguarda le proposte musicali, nel centenario della morte di Claude Debussy – in collaborazione con Mantova Musica – verrà proposto Debussy aujourd’hui, un concerto di Hugues Leclère (ev.102) interamente dedicato all’universo sonoro del grande compositore francese. Giovanni Bietti terrà una serie di lezioni in forma di lavagna dedicate all’interculturalità della musica (vedi qui, qui e qui) e introdurrà il percorso in tre puntate di Praga è la mia orchestra, col Dudok Quartet Amsterdam, che eseguirà di giorno in giorno pietre miliari della musica occidentale ispirate dalla città mitteleuropea e nate dal genio di Mozart, Dvořák e Janáček (ev. 95, 152, 183). Tra le proposte “a tavola”, vanno segnalate le colazioni di Luca Scarlini (ev.15, 58, 109,

  224. Negli oltre trecento appuntamenti previsti in programma risuonano voci ora autorevoli e già familiari al grande pubblico, ora più fresche, spiazzanti, insolite, ma certo mai anonime o indistinte. Di queste voci riconosciute, delle narrazioni, delle idee e delle visioni spesso contrastanti di cui sono portatrici si alimenta ogni anno il dialogo del Festival. Ogni incontro è costruito con gli autori, per assecondare al meglio il desiderio di condividere storie e pensieri che li porta a Mantova: trovare le forme più adatte, spesso inventarle insieme, favorire incontri altrove impossibili è parte del gioco e del lavoro che sostiene l’architettura leggera di Festivaletteratura.

  225. UN PROGRAMMA INTERNAZIONALE

    Festivaletteratura consolida la sua dimensione internazionale. Sono oltre 70 gli ospiti stranieri presenti, segnando un record assoluto per la manifestazione. Una scelta voluta, che risponde alla diffusa richiesta di chi viene al Festival di estendere il più possibile il raggio di ascolto e accrescere la pluralità del confronto. Questa scelta si riflette anche nell’inserimento in programma di un numero più consistente di eventi in lingua, per favorire chi non ha necessità di traduzione e ridurre ulteriormente la distanza rispetto all’autore.

    Tra gli autori stranieri che saranno per la prima volta a Mantova si segnalano innanzitutto Margaret Atwood (ev. 58), narratrice canadese di fama mondiale; l’egiziana Nawal al-Sa’dawi (ev. 160), icona dell’impegno per i diritti delle donne nel mondo musulmano; la scozzese Ali Smith (ev. 16), più volte candidata al Nobel; Valeria Luiselli (ev. 127, 143), nastro nascente della letteratura latino-americana; il romanziere statunitense Dave Eggers (ev. 216), fondatore del centro di lettura e scrittura per ragazzi 826Valencia; Bernhard Schlink (ev. 201), autore tedesco tra i più tradotti al mondo; Manuel Vilas (ev. 176, 206), considerato uno degli autori di punta della letteratura spagnola contemporanea. L’edizione 2019 vedrà inoltre il ritorno di altri importanti autori: il premio Nobel nigeriano Wole Soyinka (ev. 135); Ian McEwan (ev. 229) e Abraham B. Yehoshua (ev. 158), due delle stelle che hanno tenuto a battesimo Festivaletteratura nel 1997; Elif Shafak (ev. 11), tra le voci più riconosciute della letteratura turca a livello internazionale; lo scrittore e saggista statunitense Jonathan Safran Foer (ev. 128); Howard Jacobson (ev. 80, 222), narratore e umorista britannico già vincitore del Man Booker Prize. Pilar del Rio (ev. 66), giornalista e traduttrice spagnola nonché vedova di José Saramago, ricorderà il Nobel portoghese, protagonista di una delle primissime edizioni del Festival, in un incontro che unirà la presentazione di alcuni scritti finora inediti del grande autore portoghese con le testimonianze legate al suo passaggio mantovano.

  226. TRA USA E UK, SEGUENDO IL FILO DEL RACCONTO

    Festivaletteratura sceglie la grande narrativa come bussola per orientarsi nel mondo. A partire dagli Stati Uniti, paese che forse più di ogni altro riflette le contraddizioni del nostro tempo. Seguendo il passo del grande romanzo americano, reinterpretato da autori come Dorothy Allison (ev. 109), Salvatore Scibona (ev. 187, 210), Benjamin Taylor (ev. 61, 129) e il premio Pulitzer Colson Whitehead (ev. 122), al Festival si potranno percorrere gli spazi immensi e la storia violenta di questo Paese, segnata da migrazioni, tensioni razziali, tragedie collettive, guerre rimosse che continuano a pesare sul suo presente alimentando conflitti tuttora irrisolti. Il desiderio di emancipazione delle donne di Meg Wolitzer (ev. 48, 189) e la condizione umana ai tempi della Silicon Valley sviscerata da Joshua Cohen (ev. 110 e qui) saranno alcune delle altre facce dell’America in cui specchiarsi nel corso delle giornate di Festivaletteratura.

    Estremamente variegata per scelte tematiche e cifre stilistiche è la pattuglia di narratori britannici ospiti a Mantova, che comprende – oltre ai già citati McEwan, Jacobson e Smith – il raffinatissimo Alan Hollinghurst (ev. 205); Gail Honeyman (ev. 168), tra gli esordi più amati dai lettori; Annalena McAfee (ev. 173), narratrice e firma tra le più autorevoli della stampa letteraria inglese; David Nicholls (ev. 183), sceneggiatore e autore di romanzi sentimentali di grande successo.

  227. PROSPETTIVE EUROPEE

    Al destino incerto dell’Europa è dedicata una parte importante degli appuntamenti in programma a Festivaletteratura 2019. Ad Amin Maalouf (ev. 41), il grande intellettuale d’origine libanese e accademico di Francia, sarà idealmente assegnato il compito di aprire questa riflessione, provando a tracciare i confini di una crisi di identità e di tensioni ideali foriera di pericolose involuzioni e tentazioni autoritarie. Alle origini ci sono la minacciosa Germania dei barbari, come la vedeva Tacito – raccontata da Dino Baldi (ev. 203) -, le terre e i popoli dispersi rigovernati dalla paziente saggezza benedettina celebrata da Paolo Rumiz (ev. 119), le vie dei commerci e dei saperi – tracciate da Alessandro Vanoli (ev. 27 e qui) – che hanno reso globale la nostra storia fin dai tempi più antichi, i mari del nord solcati da pirati e leggende di Bergsveinn Birgisson (ev. 60), la lunga storia del popolo ebraico ripercorsa da Simon Schama (ev. 45, 63). Ma sono i fantasmi evocati dal passato recente, le nostalgie autoritarie che sembrano conquistare il cuore nero della rabbia europea a dominare il discorso. Narratori, saggisti e artisti come Emilio Gentile (ev. 51 e qui), Siegmund Ginzberg (ev. 10), Nora Krug (ev. 70), Donald Sassoon (ev. 10), Uwe Timm (ev. 96), Natascha Wodin (ev. 118) e il premio Goncourt Éric Vuillard (ev. 153) proveranno a ricostruire la precisa identità storica dei fascismi, le esitazioni e le scelte scellerate che ne hanno determinato l’ascesa, le dimensioni dell’orrore, e successivamente le sofferenze seguite all’affermarsi del nuovo ordine post-bellico, le conseguenze di un’eredità morale insostenibile per le nuove generazioni.

    A riportarci da quella stagione cruciale all’attualità saranno gli illuminanti reportage di Navid Kermani (ev. 55, 72) sulle regioni orientali dell’Europa e sui paesi oltre i suoi confini, le indagini di Francesca Mannocchi e Lorenzo Tondo (ev. 95) sui traffici di esseri umani che solcano il Mediterraneo, le analisi di Ece Temelkuran (ev. 213) sulle autocrazie che stanno svuotando dall’interno sistemi formalmente democratici. Un puzzle europeo del secolo nuovo che si compone anche delle storie di Jonas Hassen Khemiri (ev. 36), su una Svezia confusa e incapace di raccontarsi, ben lontana dal modello sociale che fu negli anni ’70, di quelle di Nicolas Mathieu (ev. 169 e qui), che fotografa una provincia francese in cui la crisi economica ha bruciato le certezze e i sogni di due generazioni, nonché dei racconti di molti narratori – Narine Abgarjan (ev. 85), Nadeem Aslam (ev. 68), Alex Capus (ev. 47), Slavenka Drakulić (ev. 116), Burhan Sönmez (ev. 77) – che ci condurranno in altre Europe, private, lontanissime, a volte persino fiabesche, colorati frammenti del nostro caleidoscopico continente.

    Le vicende del Novecento europeo assumono anche forma di spettacolo con il cabaret socialista (qui) che Gian Piero Piretto (ev. 17), Alessio Lega, Marco Sabbatini e altri ospiti metteranno in scena su consumi e mode culturali nella Russia sovietica e con Messia e Rivoluzione, serata di letture e musiche sul sogno ebraico del Bund con Miriam Camerini e Wlodek Goldkorn (ev. 67). Aprendosi a una più ampia dimensione mediterranea, sarà il grande orientalista francese Gilles Kepel (ev. 159) ad affrontare in prospettiva storica le crisi che hanno attraversato e attraversano il mare nostrum tra Medio Oriente, Europa e Africa settentrionale, testimoniate, tra immagini e finzione narrativa, dal fotografo e scrittore di origini libanesi Rawi Hage (ev. 35).

    Tra gli altri narratori stranieri presenti al Festival vanno segnalati inoltre Jane Sautière (ev. 31, 115), raffinata autrice cosmopolita con una vita divisa tra la Francia e l’Oriente; Éric Chevillard (ev. 136), instancabile sperimentatore di forme e stili del racconto; e, proveniente da tutt’altre latitudini, il romanziere e saggista camerunense Patrice Nganang (ev. 37). Ad Astrid Lindgren, scrittrice svedese amata da intere generazioni di lettori, Luca Scarlini (ev. 46) dedicherà una delle sue conferenze son et lumière.

  228. TIRANA, CITTÀ IN LIBRI 2019

    L’intricata storia del vecchio continente si riflette in modo eccentrico e brutale su Tirana. Apparentemente straniera a tutto, la giovane capitale albanese tiene insieme i collassi europei e le rinascite della speranza, l’orgogliosa rivendicazione identitaria e la diaspora infinita, i totalitarismi – tutti – e la scommessa nella democrazia, l’ateismo di Stato, l’Islam e il Cristianesimo. Ed è proprio Tirana la città in libri scelta da Festivaletteratura per il 2019. Nella Tenda dei libri di piazza Sordello verrà allestita una biblioteca temporanea curata da Luca Scarlini (qui), con circa 200 tra romanzi, reportage e saggi dedicati alla città da autori quali Dritëro Agolli, Girolamo De Rada, Elvira Dones, Gëzim Hajdari, Ismail Kadare, Alexander Langer, Indro Montanelli, Besnik Mustafaj, Mario Rigoni Stern. I volumi saranno illustrati al pubblico all’interno della biblioteca da un gruppo di “guide” composto da giovani ricercatori e dottorandi di albanologia. L’esplorazione di Tirana e del suo immaginario artistico e letterario prosegue negli incontri con gli scrittori Fatos Kongoli (ev. 177) e Virgjil Muçi (ev. 226), nel concerto con la jazz singer Elina Duni (ev. 124), nella lezione dell’architetto Elisabetta Terragni (ev. 92), autrice dei progetti della Casa della Foglie e della Casa Museo Kadaré a Tirana, nell’atlante di letture proposto da Luca Scarlini e dalla Compagnia della Lettura.

  229. APPUNTAMENTI IN GIALLO

    Tra passato e presente, grattacieli metropolitani e aspre montagne dell’Ogliastra si snoderanno le strade insidiose percorse dal giallo a Festivaletteratura 2019. Ospite d’eccezione degli incontri dedicati quest’anno al delitto e al mistero sarà lo statunitense Jeffery Deaver (ev. 71), che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con il ciclo di romanzi con protagonista Lincoln Rhyme. Per la prima volta al Festival sarà il tedesco Harald Gilbers (ev. 86), autore di gialli ambientati in una Germania hitleriana ormai prossima alla caduta. Girando lo sguardo agli autori italiani, vanno senz’altro segnalate la presenza di Marcello Simoni (ev. 30), tra i migliori interpreti nel nostro paese del thriller di ambientazione storica, e quelle di Gesuino Nemus e Gianni Farinetti (ev. 108), narratori di una provincia profonda, desiderata, inarrivabile.

  230. NARRAZIONI ITALIANE

    Dacia Maraini (ev. 225 e qui) ed Erri De Luca (ev. 6) guideranno la squadra dei narratori italiani presenti a Festivaletteratura. A loro si aggiungeranno altri assidui frequentatori del Festival come Francesco Abate (ev. 117, 185), Stefania Bertola (ev. 59), Adrian Bravi (ev. 184), Paolo Colagrande (ev. 184), Donatella Di Pietrantonio (ev. 123), Marcello Fois (ev. 34), Laura Forti (ev. 97), Michela Marzano (ev. 130), Michela Murgia (ev. 82), Piersandro Pallavicini (ev. 59), Gabriele Romagnoli (qui), Elvira Seminara (qui) e Alessandro Zaccuri (ev. 34). Marco Malvaldi (ev. 40) porterà una lettura/spettacolo presso la Casa Circondariale di Mantova. Tra le nuove voci spiccano quelle di Erica Barbiani (ev. 214), narratrice friulana dotata di un originale talento di scrittura, e di Doris Femminis (ev. 147), autrice di storie in bilico tra i paesi dispersi sui monti del Canton Ticino e la “civiltà” del fondo valle. In lezioni colloquiali su questioni che tornano a interrogarci come individui e come collettività saranno impegnati Corrado Augias (ev. 23) – sul rapporto con il divino nella società contemporanea – e Massimo Recalcati (ev. 102) – sulla tensione desiderante verso l’heteros.

  231. LETTURA E ALTRE LETTURE

    Imprescindibile resta al Festival una riflessione sulla lettura e sui lettori. Maryanne Wolf (ev. 181) e Alberto Manguel (ev. 90) guarderanno ai cambiamenti dello statuto della lettura e alle conseguenze sulle nostre pratiche di apprendimento portate dalla rivoluzione digitale in corso; Lina Bolzoni (ev. 53) ricostruirà la nascita in età moderna della mitologia del lettore, in perenne dialogo con i suoi autori più amati; Gioele Dix (ev. 126) confesserà le sue passioni letterarie nascoste in un monologo sul palco di piazza Castello. A partire dall’esempio di Primo Levi, Gianrico Carofiglio, Massimo Gramellini e Arianna Porcelli Safonov, iniseme a Neri Marcorè (ev. 200), apriranno una riflessione sugli usi e gli abusi delle parole. Una biografia eccezionale che si intreccia alla storia editoriale del nostro Paese sarà quella raccontata da Daniel Vogelmann (ev. 107).

    NUOVE ETICHE PER IL FUTURO

    Per superare il senso di disorientamento che pervade le società contemporanee e tornare a mettere il futuro al centro del nostro orizzonte servono nuove etiche e nuovi strumenti di pensiero capaci di scardinare logiche e sistemi di potere accettati come incontrovertibili. In questo senso filosofi, economisti e intellettuali di varia formazione indicheranno al Festival alcuni possibili percorsi, seppur parziali, per rimettere mano a paradigmi e categorie interpretative che ormai risultano inadeguati. Frédéric Gros, Donatella Di Cesare ed Elettra Stimilli (ev. 204) porteranno l’attenzione sulla necessità e il valore della disobbedienza; il sociologo Domenico De Masi (ev. 175) analizzerà le sfide portate al nostro tempo dalla paura, dalla creatività e dall’impegno; il filosofo Massimo Cacciari (ev. 13) ci offrirà una rinnovata interpretazione dell’umanesimo; il sociologo ed economista senegalese Felwine Sarr (ev. 73) proverà a rifondare un pensiero sull’Africa fuori dagli stereotipi pessimisti o entusiastici e adottando una diversa prospettiva della vita sociale; Mariana Mazzucato (ev. 145) ribadirà il fondamentale ruolo innovatore dello Stato nell’impresa economica; Geneviève Fraisse (ev. 209), Ginevra Bompiani (ev. 25) e Rosella Prezzo (ev. 209) rileggeranno le categorie della politica, della cultura e del divino alla luce dell’esclusione e delle conquiste delle donne. Una elementare pratica di dignità sarà illustrata da Cristina Cattaneo (qui) attraverso il racconto del riconoscimento delle salme dei migranti raccolte in mare; Vincenzo Paglia e Gherardo Colombo (ev. 215) si confronteranno sul rapporto tra giustizia e legalità; Gianfranco Pacchioni (qui) ragionerà sul declino della nostra specie di fronte al crescente predominio delle intelligenze artificiali. Ci sarà anche uno spazio per ricordare Ágnes Heller, che a settembre sarebbe ritornata a Festivaletteratura: al pensiero della grande filosofa ungherese sarà infatti dedicato un evento a tre voci con Laura Boella, Donatella Di Cesare e Marco Filoni (ev. 142).

    Un ampio ventaglio di riflessioni verrà ad aprirsi sulla guerra, attraverso una serie di incontri che toccheranno il confronto interreligioso (con Ignazio De Francesco e Marco Bontempi (ev. 12), il ruolo della scuola e della comunicazione nel formare le coscienze (con Franco Lorenzoni e Domenico Quirico (ev. 24), il racconto dei conflitti alle più giovani generazioni (Alessandro Sanna e Melania Mazzucco (ev. 190). Negli incontri per ragazzi sarà la scrittrice danese Janne Teller (ev. 33) a mettere i lettori più giovani di fronte all’esperienza di chi è costretto ad abbandonare la propria terra a causa di un evento bellico. Benedetta Tobagi e Carlo Lucarelli (ev. 89) ci riporteranno sul primo campo di battaglia del nostro terrorismo, piazza Fontana, punto di partenza di una delle stagioni più dolorose e amare del nostro recente passato.

    VERSO LA FINE DELL’ANTROPOCENE

    Un ripensamento di etiche e stili di vita non può prescindere dalle questioni ambientali, anche quest’anno al centro di una nutrita serie di incontri. Sull’imprescindibile correlazione tra natura, benessere ed economia si confronteranno Roberto Danovaro e Leonardo Becchetti (ev. 141); Giorgio Vacchiano, Gianfranco Bologna ed Emanuele Bompan (ev. 49) sui rischi connessi alla progressiva perdita di biodiversità. Un radicale rovesciamento del punto di vista sarà quello proposto – tra arte, filosofia e scienze naturali – da Renato Bruni (ev. 103), Caspar Henderson (qui) e Marco Di Domenico (ev. 195): spostando il centro dall’uomo, l’ordine del vivente – vegetale e animale – viene immediatamente a ridefinirsi, rispondendo a leggi e principi fuori dal nostro senso comune. Nel segno della meraviglia e del genio sarà l’incursione nella botanica leonardesca compiuta da Fritjof Capra (ev. 223).

    I MICROBI DI SCIENCEGROUND

    L’adozione di una scala micro di osservazione sul mondo per ribaltarne in modo salutare l’interpretazione è la proposta avanzata quest’anno da Scienceground. Lo spazio di incontro, dibattito e sperimentazione pensato per raccontare e problematizzare la scienza nella società e il sociale nella scienza a partire dalla letteratura (scientifica e di divulgazione) si trasferirà quest’anno nelle aule e nel chiostro del Liceo “Isabella d’Este” e sarà interamente dedicato ai microbi. Intorno a questi organismi invisibili a occhio nudo, presenti nel nostro corpo in numero maggiore delle stesse cellule e intimamente legati all’evoluzione della specie umana, la piccola comunità scientifica di Scienceground dedicherà un percorso interattivo-esperienziale per adulti e ragazzi aperto tutti i giorni del Festival, una serie di laboratori, gruppi di lettura e alcune conversazioni estemporanee interdisciplinari con alcuni degli ospiti del Festival. Tra gli incontri collegati al focus sui microbi di Scienceground va segnalato senz’altro l’intervento di Sally Davies (ev. 155), Chief Medical Officer del Regno Unito, sull’allarmante problema dell’antibiotico-resistenza.

  232. LAVAGNE TRA SCIENZA E SPORT

    Nello spazio totalmente analogico delle lavagne – tradizionalmente dedicato alla divulgazione scientifica en plein air – Festivaletteratura ospiterà quest’anno una serie di lezioni dedicate agli algoritmi e al machine learning: Mattia Galeotti (qui), Carlotta Orsenigo (qui), Marco Gori (qui) e Dino Pedreschi (qui) ne spiegheranno non solo i principi di base ma anche le enormi potenzialità e i sorprendenti limiti, nonché le dirompenti ricadute sulla nostra quotidianità. Nell’ambito delle scienze applicate si possono forse collocare invece le lavagne dedicate alla tattica sportiva: Emanuele Atturo (qui), Emiliano Battazzi (qui), Daniele Morrone (qui) e Marco Pastonesi (qui) ci parleranno di alcune delle più importanti innovazioni di schemi e concezioni di gioco che hanno rivoluzionato discipline come il tennis, il calcio, il basket e il rugby.

    Ma lo sport al Festival vivrà anche di grandi storie: l’ultimo anno della vita di Fausto Coppi, raccontato da Marco Pastonesi e dall’organetto di Alessandro d’Alessandro (ev. 57); le quotidiane abitudini dei campioni del tennis celebrati da Matteo Codignola (ev. 121); le corse in alta quota seguite da Simone Sarasso (ev. 15); le incredibili imprese dei soldati italiani nei campi di prigionia in Sudafrica durante la seconda guerra mondiale ricordate da Carlo Annese e Federico Buffa (ev. 186); o ancora quelle collezionate da un testimone d’eccezione come Alex Zanardi (ev. 117) per dare risalto ai valori dello sport senza eccessi retorici.

    PER UN MUSEO DELLA LINGUA ITALIANA

    Lo sport, la scienza, l’arte, la storia, la radio, la moda e ovviamente la letteratura saranno chiamati a mobilitarsi in prima persona per un’ambiziosa e indifferibile impresa culturale: la nascita di un museo della lingua italiana. Un progetto mai tentato fino ad oggi che, secondo il disegno di Giuseppe Antonelli, dovrebbe realizzarsi come un percorso espositivo di oggetti – libri, iscrizioni, sculture, raffigurazioni pittoriche, materiali multimediali, ma anche abiti, mezzi di locomozione, strumenti di lavoro, apparecchiature tecnologiche, oggetti d’uso comune – che rimandano a un momento particolare o a una vicenda significativa della nostra storia linguistica. In occasione della presentazione del programma del Festival prevista a luglio, Antonelli illustrerà l’idea del museo e il piano d’azione che dovrebbe portare alla creazione della sua futura collezione. Tutta la comunità del Festival sarà invitata a suggerire o a donare pezzi per il costituendo museo, segnalando attraverso le apposite schede che saranno in distribuzione durante la manifestazione gli oggetti che si riterranno imprescindibili per la raccolta. Durante i giorni della manifestazione scrittori ed esperti chiamati a rappresentare le arti, le scienze e i più disparati settori della vita sociale e culturale (Claudio Bartocci, Giovanni Bietti, Lina Bolzoni, Massimo Cirri, Lella Costa, Anna Ottani Cavina, Elvira Seminara e Alessandro Vanoli) manifesteranno ufficialmente il proprio sostegno, conversando con Antonelli su invenzioni, scambi, metafore, interazioni varie intercorse tra il linguaggio usato nel proprio ambito specifico e le parole di tutti, per mostrare come la lingua non sia un’armatura rigida ma un corpo vivente, che cresce ed evolve insieme a chi la usa.

    LA LETTERATURA IN RIVISTA

    Coerentemente al lavoro di scouting, di ricerca di talenti emergenti nella letteratura e nell’arte, di monitoraggio di movimenti e tendenze creative in senso lato che Festivaletteratura persegue fin dai primi anni, prosegue con maggior vigore il rapporto avviato con le più innovative riviste cartacee e on-line che si sono affermate in questi ultimi anni in Italia e all’estero come palestre di innovazione culturale. John Freeman (ev. 143), già direttore di Granta e figura di riferimento nel mondo editoriale americano, parlerà al Festival di Freeman’s, la rivista da lui fondata nel 2015 che pubblica contributi e racconti di autori esordienti e di stelle di prima grandezza del firmamento letterario internazionale. In piazza Alberti torneranno gli incontri di pensieri in comunecon la rivendita temporanea di giornali italiani e stranieri curata da Edicola 518. Gli argomenti al centro dei dibattiti organizzati dalle redazioni di Cartography, Lezioni di anarchia, Polpettas, il Tascabile e l’Ultimo uomo saranno mappe e geografie, libertà e apprendimento, il racconto dell’artista, scrittura e minoranze, uomini e numeri nella narrazione sportiva. All’interno del programma degli accenti, la Balena Bianca aprirà una riflessione sulla climate fiction nel quadro della narrazione generale dei mutamenti ambientali insieme a Fabio Deotto (qui); mentre – ritornando agli anni ’70 – Angela Borghesi ripercorrerà insieme a Silvio Perrella (ev. 152) il caso emblematico degli interventi pubblicati sulle pagine culturali intorno alla Storia di Elsa Morante.

    Alla narrazione giornalistica verrà dedicato anche quest’anno Meglio di un romanzo, il progetto rivolto a giovani aspiranti reporter che desiderano andare oltre lo specchio deformante delle ultime notizie. I migliori progetti giornalistici che risponderanno al bando pubblicato sul sito di Festivaletteratura verranno valutati da giornalisti esperti di fronte al pubblico di piazza Alberti nel corso di alcune sedute di pitching coordinate da Christian Elia (qui).

    VISIONI FOTOGRAFICHE

    Nel racconto giornalistico contemporaneo l’immagine rappresenta indubbiamente il mezzo più potente e insieme più utilizzato. La scelta di una descrizione meramente didascalica di un evento o ancor peggio di una composizione estetica che distoglie dalla comprensione di ciò che si fa vedere è spesso la soluzione più praticata da chi sta dietro la macchina fotografica. Guardare oltre la superficie, puntare l’obiettivo là dove si può trovare l’inizio di un racconto è invece la cifra etica e poetica di un fotogiornalismo che sta trovando sempre migliori interpreti a livello internazionale. Lorenzo Tugnoli (ev. 227), recente vincitore del premio Pulitzer e del World Press Photo, e Marco Gualazzini (ev. 182), per più di dieci anni impegnato in una ricerca fotografica che lo ha portato ad attraversare l’intero continente africano, parleranno della necessità di una fotografia vicina alle persone e alle situazioni che ritrae. Paolo Di Paolo – insieme alla figlia Silvia – (ev. 79) testimonierà invece di una stagione straordinaria del nostro giornalismo, di cui è stato diretto protagonista con la sua fotocamera, ritraendo per il Mondo la gente comune e i divi del cinema nell’Italia tra gli anni ’50 e ’60. Intorno a questi temi e al concetto di visione – secondo i punti di vista non sempre coincidenti di discipline e professioni vicine all’ambito fotografico – ruoterà La libellula e il ciclope, un dittico di appuntamenti a cura di Frammenti di fotografia e Giovanni Marozzini e coordinato da Michele Smargiassi con la partecipazione di Matteo Balduzzi, Giovanna Calvenzi (ev. 111), Francesco Cito e Francesco Faeta (ev. 171).

    ALTRE IMMAGINI PER RACCONTARE

    Alle narrazioni per immagini è del resto dedicata ampia parte del programma di Festivaletteratura 2019. Il racconto a fumetti si è definitivamente affermato anche nel nostro Paese, conquistando l’attenzione di un pubblico di lettori che attraversa tutte le generazioni. A un indiscusso maestro del genere come Igort (ev. 202) – che tornerà a parlare dei suoi diari di viaggio giapponesi anche attraverso il film Manga Do inserito in Pagine Nascoste (vedi qui) –, si affiancheranno lo scozzese Tom Gauld (ev. 38), apprezzato per le sue strisce umoristiche pubblicate sul Guardian e sul New York Times, e autori come Lorenzo Ghetti (ev. 62), Nora Krug (ev. 70), Elisa Macellari (ev. 4) e Tony Sandoval (ev. 224) ricordati in altre sezioni di questa presentazione. Fuori dallo stretto ambito del fumetto Lorenzo Mattotti (ev. 7) racconterà il suo lavoro su La famosa invasione degli orsi in Sicilia per la realizzazione del film di animazione presentato a Cannes; Fausto Gilberti – con Davide Longo (ev. 196) – l’infinita e sorprendente serie di scambi, riscritture, ripensamenti che si nasconde dietro la creazione di un libro illustrato; Steven Guarnaccia – con Gabriele Monti (ev. 32) – la reinterpretazione in chiave dandy di una fiaba classica come I vestiti nuovi dell’imperatore. Yocci disegnerà i piatti più rinomati della tradizione culinaria giapponese seguendo le indicazioni di Aya Yamamoto e Patrizio Roversi (ev. 144); mentre restando in cucina – ma senza immagini – Miriam Camerini e Paolo Rumiz (ev. 93) illustreranno i precetti alimentari delle principali religioni.

    Andando agli interventi dedicati al mondo dell’arte, del design e dell’architettura, Anna Ottani Cavina (ev. 8) si concentrerà sulla felice stagione in cui le grandi mostre venivano a ridefinire valori e conoscenze, creando autentica sorpresa. Con uguale senso di meraviglia, Navid Kermani (ev. 72) proporrà un’inedita lettura dell’arte cristiana, che parte dalla disposizione alla visione propria di un musulmano. Due carriere non parallele all’interno del disegno industriale e della cultura di progetto saranno raccontate in prima persona da Alberto Meda (ev. 212) e Clino T. Castelli (ev. 56) con l’aiuto di Beppe Finessi (ev. 212) e Guido Musante (ev. 56); mentre Luca Molinari, nel suo percorso di esplorazione delle città-mondo, si occuperà di New York (con l’architetto Peter T. Lang e lo scrittore Salvatore Scibona (ev. 210)) e del Cairo (insieme alla giornalista Paola Caridi e al fotografo Filippo Romano (ev. 131)).

  233. UN FESTIVAL ADOLESCENTE

    Sempre più protagonisti del Festival grazie a Read On – il progetto sostenuto dal programma Creative Europe dell’Unione Europea (www.readon.eu) – i ragazzi troveranno nuovi punti di riferimento all’interno della mappa di Festivaletteratura. Il Chiostro del Museo Diocesano si trasformerà in uno spazio eventi orientato agli adolescenti, con un programma di appuntamenti che – tenendo le porte aperte agli adulti – accoglierà proposte e indicazioni raccolte grazie a Read On durante il corso dell’anno. Tra gli ospiti internazionali più attesi segnaliamo la svedese Frida Nilsson (ev. 81), Annette Herzog (ev. 137) e Rasmus Bregnhøi (ev. 137), rispettivamente autrice e illustratore di tumultuose storie d’amore, e ancora Meg Wolitzer che con Marco Magnone (ev. 48) parlerà del complicato passaggio verso l’età adulta. Nell’ambito del fumetto, si inseriscono in questo spazio il messicano Tony Sandoval, autore di graphic novel perennemente in bilico tra il gotico e il fantastico, e il bolognese Lorenzo Ghetti (ev. 146), giovane sperimentatore di generi e di formati. Luigi Ballerini e Marco Dotti (ev. 191) terranno un incontro sull’uso del denaro e il significato del lavoro tra i giovanissimi; Gigliola Alvisi e Francesco Cavalli con il musicista Stefano Boccafoglia (ev. 14) rievocheranno la figura di Ilaria Alpi in un pomeriggio di letture e musica per sottolineare la necessità di non dimenticare, mentre scrittura, produzione e percezione delle serie televisive verranno scandagliate in due incontri che vedranno la partecipazione di alcuni dei più affermati sceneggiatori ed esperti del settore.

    Al Diocesano si terranno inoltre tutti gli incontri targati Read On: la striscia di interviste di blurandevù (con Licia Troisi (qui), Ghemon (qui), Lella Costa (qui) e Nicolas Mathieu (qui)); la votazione finale di Anthology!2019 – dedicata all’amore – con la partecipazione speciale di Alberto Manguel e Chiara Valerio (ev. 90); l’evento clou di Fanfiction lab alla presenza di Jonathan Stroud (ev. 162), che per l’occasione ha messo a disposizione dei suoi giovani fan la saga di Bartimeus; la “premiazione” dei migliori lavori di My Life in Strips 2019; e ancora il dialogo intergenerazionale e interculturale tra Anna Osei, Elisa Macellari ed Elvira Mujčić (ev. 4) per Passports, e un’indagine su come i libri per adolescenti possano fare da ponte tra ragazzi e adulti a casa, a scuola e in biblioteca coordinata da Giuliana Facchini e Davide Longo (ev. 174).

    Al Consorzio di Bonifica di piazza Broletto aprirà Read On Station, uno spazio a metà tra centro di attività e pista di prova per chi è interessato al progetto e in generale agli eventi rivolti agli under 20. Con l’aiuto dei volontari dell’assistenza Read On, i ragazzi potranno immediatamente partecipare a Book Review, Fanfiction Lab e molte altre attività che passano attraverso il sito readon.eu. Alla Read On Station si insedieranno inoltre la centrale operativa di Blurandevù e del laboratorio EU Dreamers di Passports, in cui una redazione di giovani volontari coordinati da Veronica Fernandes ed Esperance Ripanti (qui) sarà chiamata a interrogarsi su come sarà l’Europa del futuro, coinvolgendo gli autori presenti al Festival attraverso brevi interviste. Read On Station ospiterà anche diversi laboratori e attività gratuiti, come la Fabbrica delle strisce di My Life in Strips (workshop condotti da quattro fumettisti e illustratori presenti al Festival: Elisa Macellari (qui), Lorenzo Ghetti (qui), Steven Guarnaccia (qui) e Vanna Vinci (qui)); i corsi di recensioni web Diredilibri tenuti da Chiara Valerio (qui), Matteo Biagi (qui) e Giuliana Facchini (qui); nonché il Save My Story live, in cui Marco Magnone (qui) coinvolgerà i giovani lettori per sbrogliare la matassa di una storia a cui sta lavorando. Read On Station ospiterà anche una biblioteca con i libri preferiti dai ragazzi che hanno partecipato ad Anthology e a Read More. Nello stesso spazio sarà attivo un info-point sulle attività di Read On rivolto a insegnanti, bibliotecari e tutti coloro che lavorano tra libri e ragazzi.

    I BAMBINI ALLA CASA DEL MANTEGNA

    Bambini e famiglie tornano ad occupare la Casa del Mantegna. Stanze, cortili e giardini della splendida dimora quattrocentesca del pittore padovano ospiteranno anche quest’anno – dal mattino fino a notte inoltrata – incontri, laboratori, letture e altre fantasie pensati per il pubblico che va dagli zero ai 12 anni e ai genitori. Un’area relax per chiacchiere, giochi in libertà tra un appuntamento e l’altro e una libreria dedicata ai più piccoli renderanno questo spazio al tempo stesso un unicum nella città del Festival e la realizzazione più compiuta dello spirito di festa, della voglia di sperimentare, della curiosità incontenibile che caratterizza tutta la manifestazione.

    Alla tenda del giardino sono attesi alcuni dei più popolari autori per l’infanzia: primo tra tutti Huck Scarry (ev. 161, 220), che nel centenario della nascita del padre Richard porterà a Mantova Zigo Zago, il gatto Sandrino, Mamma Orsa e tutti gli altri personaggi adorati da generazioni di bambini; e ancora lo scrittore e maestro americano Andrew Clements (ev. 104, 149), la svedese Frida Nilsson (ev. 43), autrice di storie strampalate e piene di umorismo. Roberto Piumini (ev. 28) racconterà il suo don Chisciotte, mentre Vanna Vinci (ev. 207) condurrà i piccoli spettatori alla scoperta dei dinosauri che si nascondono nelle strade di Mantova. Di lupi si troveranno a parlare Giuseppe Festa (ev. 52) e Mario Ferraguti (ev. 133), Telmo Pievani (ev. 94) e Andrea Vico (ev. 172) dei segreti delle piante, Marco Magnone e Stefano Tofani (ev. 54) della difficile arte di diventare grandi; Simona Gallerani, Edwige Pezzulli, Tullia Sbarrato, Raffaella Schneider e Rosa Valiante (ev. 172) delle origini dell’universo e della comparsa dei primi buchi neri.

    Nelle stanze interne alla Casa del Mantegna carta bianca – e matite colorate – all’immaginazione di artisti e illustratori: Giacomo Agnetti (ev. 133), Rasmus Bregnhøi (ev. 105), Vittoria Facchini (ev. 5, 22, 39), Sarah Mazzetti (qui) (autrice della copertina del programma del Festival 2019), Andrea Musso (ev. 167, 197), gli ucraini Andriy Lesiv e Romana Romanyshyn (ev. 148, 194) si lanceranno in arditissime creazioni confidando nella complicità dei bambini. Tra filosofia e arte si collocherà il laboratorio pensato dai Ludosofici (ev. 75, 87), mentre Laura Bonalumi (ev. 98, 134), Paola Caridi (ev. 114), Susanna Mattiangeli (ev. 156, 208) ed Emanuela Nava (ev. 218) cercheranno con nuovi racconti di soddisfare l’inesauribile desiderio di ascoltare storie dei bambini. In questo senso, al già ricchissimo programma di appuntamenti della Casa del Mantegna verrà aggiunto un ciclo serale d’incontri dedicato alla fiaba: Pino Costalunga (ev. 120), Dario Moretti (ev. 180) e Giusi Quarenghi (ev. 64) ripescheranno favole più o meno note, divertenti e paurose dalla tradizione popolare albanese, dalle raccolte “classiche” e dai libri della Bibbia.

    Al primo piano si rimetterà in moto la giostra di Girotondo con nuove, luccicanti attrazioni. Il percorso ludico pensato per accendere la curiosità di bambini e genitori e mettere alla prova le loro abilità manuali e d’ingegno quest’anno vedrà impegnati Giacomo Agnetti , Alessio D’Ellena, Steven Guarnaccia, i Ludosofici, Susanna Mattiangeli, Sarah Mazzetti e la coppia Andriy Lesiv/Romana Romanyshyn. Come d’abitudine, Girotondo sarà accessibile in completa autonomia per tutta la durata del Festival, e il prezioso libretto di istruzioni consegnato all’ingresso darà indicazioni su come continuare a giocare una volta tornati a casa.

  234. POESIA E OLTRE

    Festivaletteratura rinnova la sua costante attenzione verso la parola poetica attraverso un programma che vedrà tra le presenze internazionali – oltre al già ricordato Wole Soyinka (ev. 135) – il ritorno del premio Pulitzer Philip Schultz (ev. 101), a cui si aggiungerà una serie di incontri con alcuni degli autori più significativi nel panorama della poesia italiana contemporanea: Chandra Livia Candiani (ev. 163), Anna Maria Farabbi (ev. 26), Umberto Fiori (ev. 88), Antonio Prete (ev. 188), Patrizia Valduga (ev. 50). Al centro dell’intervento di Giorgio Agamben (ev. 9) sarà l’attualità della tensione tra dialetto e italiano nella lingua poetica del XXI secolo, a fronte di una rinnovata attenzione editoriale verso i poeti dialettali classici e contemporanei. Un “secondo tempo” di Voci dal Novecento – testimonianza corale su alcuni poeti italiani del secolo scorso troppo rapidamente dimenticati – si terrà al Conservatorio “Campiani” dopo il successo incontrato a Festivaletteratura 2018.

    Non mancheranno le esondazioni della poesia in territori artistici confinanti, quasi a testarne la vera forza espressiva. In Ultima Poesia, performance multiestetica per quattro poeti e un musicista, Tommaso Di Dio, Giuseppe Nibali, Damiano Scaramella e Fabrizio Sinisi (ev. 217) contamineranno i propri versi con le arti visive, l’esercizio critico, il cinema, la sonorità musicale. Mimmo Borrelli (ev. 21, 44), autore di un teatro di poesia, porterà al Festival Napucalisse, un oratorio laico che canta una Napoli innocente e dannata attraverso una lingua nuova, fatta di mare e di fuoco.

    TEATRO E ALTRI SPETTACOLI

    La ricerca intorno alla pratica drammaturgica proseguirà con scrittura in scena, la serie d’incontri condotti da Magdalena Barile che vedrà quest’anno la partecipazione di Mimmo Borrelli (ev. 44) e di Chiara Lagani (ev. 165) dei Fanny & Alexander. A prosecuzione del dialogo sul proprio lavoro, Borrelli e Lagani terranno ciascuno un breve laboratorio di avvicinamento teatrale al testo letterario, per far sperimentare al pubblico un’inconsueta modalità di relazione alla pagina scritta capace di scardinare le normali abitudini di lettura.

    Fanny & Alexander porteranno al Festival Se questo è Levi, performance/reading itinerante in tre momenti che si propone come testimonianza “in presenza” dell’attualità di Primo Levi, grazie allo straordinario lavoro di immedesimazione dell’attore Andrea Argentieri. Un altro omaggio attraverso il teatro è quello riservato ad Alberto Moravia con La donna leopardo, un collage di testi moraviani e non solo risalenti agli ultimi anni della vita dello scrittore romano recitati da Michela Cescon (ev. 69) e cuciti insieme dalla narrazione di Lorenzo Pavolini (ev. 36, 69, 96). Tre gli spettacoli scelti per il pubblico dei ragazzi: Lupi, tenera storia sulla cattiveria e la ferocia di e con Roberto Abbiati (ev. 214) e Johannes Schlosser; Leo delle meraviglie, una festa di compleanno per Leonardo da Vinci pensata dai Drammatico Vegetale (ev. 154); Alzati, Martin, un’inedita pièce di Roberto Piumini (ev. 113) su Martin Luther King che debutterà proprio a Festivaletteratura.

    Cortocircuiti tra letteratura, musica e creatività variamente intesa, i bonus track tornano sui palchi di Festivaletteratura con nuovi protagonisti: Frankie hi-nrg mc, tra i capostipiti del rap italiano, dialogherà con Federico Taddia e Antonio Dikele Distefano (ev. 84), scrittore che al rap deve moltissimo; Vittorio Brumotti parlerà con Davide Longo (ev. 100) di pericoli e sfide; Francesco De Carlo, attore-autore di stand-up comedy, cercherà di definire con Francesco Abate (ev. 185) una sorta di scala Mercalli della comicità.

    Un filo musicale lega alcune delle altre proposte di spettacolo al Festival: Muro, io ti mangio!, percorso botanico da palcoscenico con letture e musiche è ideato da Carlo Bava e Maria Cristina Pasquali (ev. 65); la serata “da conigli” di Marco Presta (ev. 19) accompagnato da Max Paiella e Attilio Di Giovanni alla chitarra e alla tastiera.

    PAGINE NASCOSTE

    Pagine Nascoste proporrà anche quest’anno il meglio della produzione di documentari dedicati a scrittori, libri e altre curiosità letterarie. Nel cartellone delle proiezioni previste al Cinema Oberdan (qui l’elenco completo dei film) spiccano The Miracle of the Little Prince, celebrazione del libro di Antoine de Saint-Exupéry attraverso i suoi traduttori in alcune delle lingue più rare al mondo; Worlds of Ursula K. Le Guin dedicato alla grande autrice di fantascienza recentemente scomparsa; The Invented Biography biografia immaginaria di Roberto Bolaño costruita sui luoghi dei suoi romanzi e racconti. I film di Pagine Nascoste partiranno come sempre in tour a conclusione del Festival, e potranno essere richiesti per proiezioni pubbliche in tutta Italia.

    ARCHIVIO 10 ANNI

    Festivaletteratura festeggerà quest’anno i 10 anni di attività del suo Archivio, pubblicando per l’occasione l’Archivio Enigmistico, sedici pagine di cruciverba, sciarade, rebus, anagrammi e altri giochi risolvibili unicamente attraverso una conoscenza puntuale di tutto quello che è accaduto nelle ventidue trascorse edizioni. Per risolvere gli enigmi, oltre a cercare suggerimenti durante le code, sarà possibile ricorrere al nuovo sito web dell’Archivio, facilmente consultabile anche attraverso cellulare. Grazie alle nuove maschere di ricerca, sarà più facile effettuare esplorazioni a tappeto su autori, luoghi, eventi e temi del Festival dal 1997 a oggi. Chi invece preferisce giocare in squadra non potrà mancare alla pirotecnica serata quiz condotta da Patrizio Roversi (qui), con giochi su audio, video e foto conservati in archivio.

  235. Erri De Luca, tra ricordi passati e coincidenze «impossibili»

    L’autore racconta in anteprima a Festivaletteratura la sua nuova storia che mescola i ricordi con le coincidenze che appaiono impossibili, ma accadono continuamente

    «Mi è capitato di incontrare dei me stessi del passato che sono a me stranieri. Degli altri, invece sono in continuità con chi sono». A partire dal suo nome, Erri, che si è scelto togliendo il superfluo da quell’Henry, nome americano ereditato da uno zio e che sentiva in contraddizione con la sua identità e lingua napoletana, Erri De Luca riflette sulla possibilità e impossibilità di riconoscersi nel proprio passato, di sentirsi in continuità con chi si era.

    Non si riconosce nel sé stesso che a Napoli nel 1980, in occasione del terremoto, lavorava con fatica, trasportando grandi pali di castagno utili alla ricostruzione di palazzi «sgangherati», e nell’operaio che lavorava nel nord Italia, senza contratto e per una paga misera, ultimo in un gruppo in cui tutti erano più grandi di lui. Di quegli anni, invece, si riconosce nel sé stesso che trascorreva la pausa pranzo a leggere piuttosto che a mangiare, per riprendere con meno fatica e trovare riposo tra le pagine.

    Si riconosce, infatti, nel lettore che è sempre stato, più che nello scrittore che è diventato, perché «leggere delle pagine che mi illuminano fa scattare delle scintille di felicità, che non arrivano quando leggo ciò che scrivo io». Il sé scrittore, invece, è legato alla cattura di un ricordo, alla rilettura di una storia passata che «non sta ferma a farsi raccontare, che si agita, che scappa da tutte le parti», di cui coglierne la vitalità prima che sfugga.

    Si sente in continuità con chi era quando studiava l’ebraico antico, da autodidatta e da non credente, curioso dell’antico testamento in quanto testo tramandato, in cui «le parole fanno succedere le cose» e la divinità crea il mondo a partire dalla parola pronunciata.

    In quanto parte di una generazione rivoluzionaria, Erri De Luca è portatore del racconto della ribellione che ha caratterizzato il Novecento e che è stata esperienza portante nella sua vita multiforme. Il racconto di quegli anni vissuti in prima persona è al centro del suo ultimo romanzo, Impossibile che racconta la storia di una coincidenza e che è il 5 settembre 2019.

    Il romanzo racconta di un uomo che – a differenza dell’autore, che ha abbracciato la protesta pubblica, nelle piazze – ha abbracciato la rivoluzione clandestina e ne ha pagato il prezzo, poiché denunciato da un compagno in cambio di uno sconto di pena. Nella storia, il denunciato e il denunciatore «coincidono in un punto»: un sentiero per camosci e bracconieri, in montagna; un posto in cui, quando c’è stato in prima persona, ha pensato al pericolo di un incidente.

    L’incidente accade nella storia, tra il denunciato e il denunciatore, che a distanza di anni vivono una coincidenza fatale che insospettisce un magistrato e da cui il denunciato, ormai imputato di aver vendicato la sua rabbia per il tradimento subito è costretto a difendersi.

    La storia diventa quindi un dialogo tra il magistrato, che prima chiede per ottenere conferma in ciò che crede di sapere (petere) e poi, di fronte al racconto dell’uomo, si trova a chiedere per conoscere (querere), per saperne di più del passato di quell’uomo apparentemente colpevole di una coincidenza. Le due accezioni latine di domandare richiamate dall’autore si intrecciano e permettono di fare emergere nel racconto la forza degli eventi casuali che sembrano impossibili, ma che, nell’atto di accadere, diventano inesorabili, costretti ad accadere.

    Erri De Luca evidenzia la presenza di uno «sciame di coincidenze» che caratterizza la storia di ognuno, che alcuni giustificano con la credenza in un disegno divino, altri non notano nemmeno e altri ancora avvertono solo in alcune occasioni. Esse «sconfinano la normalità e modificano il presente», lo fanno ogni giorno e per ciascuno, dimostrando che le cose impossibili in realtà accadono di continuo.

  236. L’antidoto ai nostri tempi difficili? La speranza – Attualità e dialogo con Ali Smith

    Ali Smith sorride, forse perché ha trovato davvero l’antidoto ai tempi difficili. L’autrice scozzese, più volte accostata al Premio Nobel, si apre in una conversazione molto accorata e allo stesso tempo disinvolta con Teresa Franco, docente di Oxford.

    L’incontro si concentra subito sulla materia letteraria e, più nello specifico, sulla cosiddetta tetralogia del presente della scrittrice. La Smith ha infatti un progetto ambizioso, un progetto che lei non ha scelto «ma da cui è stata scelta». Now, new e novel sono le parole chiave della sua disamina: now appunto, dove “adesso” è l’unico tempo rilevante e dove uno specifico momento deve essere in grado di trasformarsi e rinnovarsi continuamente (ragguardevole il paragone con le Metamorfosi di Ovidio e con il mito); new perchè la novità implica lo stare al passo coi tempi, essere veloci e dinamici, fluidi; infine novel come sintesi e strumento perfetto del “nuovo” e del “subito”, in una forma sperimentale come quella della sua tetralogia (soprattutto per la sua pubblicazione, un libro all’anno con uscita prevista durante la stagione che dona il titolo al romanzo stesso).

    Sfondo di tutto ciò ed elemento cardine e scatenante è il referendum sulla Brexit, visto dall’autrice come elemento fondamentale di divisione e di screzi. Da qui una reazione a catena che si ripercuote sulle persone e sui rapporti, su un dialogo che viene a mancare e che, secondo la Smith «è tutto, è vita, è portatore di speranza».

    È questo il nodo focale, il dialogo e il linguaggio, entrambi mezzi imprescindibili per non perdere la fiducia nel futuro (o, per meglio dire, un presente sempiterno), in noi («perchè non ci sono i “loro”, esiste solo il “noi”») e nel romanzo come forma.

  237. Scrivere è un modo per restare –
    Femminismo, democrazia e letteratura sul palco in dialogo Elif Shafak e Michela Murgia


    Una Piazza Castello gremita ed un lunghissimo applauso hanno accolto Michela Murgia ed Elif Shafak – due delle più interessanti scrittrici del panorama letterario contemporaneo – all’appuntamento di questa sera con Festivaletteratura. Donne ed ancor prima intellettuali disposte a “speak their minds” nelle parole dell’autrice turca, ossia esporsi mediaticamente e politicamente affrontando le conseguenze talvolta irreversibili pur di denunciare le storture ed ingiustizie della società odierna.

    Caratteristica indiscutibile della narrativa di entrambe è la presenza di personaggi femminili in antitesi per estrazione sociale, aspetto e destino. Le donne tratteggiate dalla Shafak in particolare sono accomunate dall’essere sospese o meglio intrappolate fra due dimensioni: fra il compiuto ed il non-ancora. Come in 10 minuti, 38 secondi in questo strano mondo, ultimo romanzo dell’autrice turca edito Rizzoli che racconta l’omicidio di una prostituta, Leila Tequila, e dei sorprendenti dieci minuti che ne seguono il decesso. La mente della protagonista rimasta estremamente cosciente ripercorre scene cruciali della sua esistenza.

    «Un romanzo fatto di stranitudini. Fusion e di stranezze e solitudini». Nelle parole di Michela Murgia Leila non è viva né morta, emarginata dalla società e dimenticata dalla famiglia è soprattutto simbolo di una Istanbul irrequieta, istrionica, malsana e condannata. La capitale della Turchia è spesso l’ambientazione prediletta dei romanzi della Shafak che del paese natale, anche dal Regno Unito dove ora vive, denuncia tenacemente gli abusi di potere che ogni anno costano la libertà a giornalisti, scrittori ed intellettuali. Forse perché per chi racconta storie andarsene è l’unico modo serio di restare.«C’è ancora molto da fare per preservare la democrazia dei paesi europei. Spesso le persone hanno pensato negli scorsi anni che i diritti faticosamente conquistati fossero un punto d’arrivo ma si tratta di un risultato da proteggere. Il populismo oggi è il mezzo scelto dai politici per parlare alla pancia delle persone. Un mezzo antidemocratico, anti-intellettuale ed alla lunga anche una minaccia ai diritti delle donne». Per la prima volta nella storia, oggi è possibile vedere la faccia di chi tenta di abbattere il sistema di diritti costruito e la letteratura rappresenta forse l’unico e vero strumento per difenderlo.

  238. Oltrepassare sempre, delirare etimologicamente – Massimo Cacciari racconta l’Umanesimo nella crisi della natura umana e del proprio universo

    Per superare il senso di disorientamento che pervade le società contemporanee e tornare a mettere il futuro al centro del nostro orizzonte servono nuove etiche e nuovi strumenti di pensiero capaci di scardinare logiche e sistemi di potere accettati come incontrovertibili. In questo senso filosofi, economisti e intellettuali di varia formazione indicheranno al Festival alcuni possibili percorsi, seppur parziali, per rimettere mano a paradigmi e categorie interpretative che ormai risultano inadeguati. Un ampio ventaglio di riflessioni verrà ad aprirsi sulla guerra, attraverso una serie di incontri che toccheranno il confronto interreligioso, il ruolo della scuola e della comunicazione nel formare le coscienze, il racconto dei conflitti per le più giovani generazioni.

    Uomo al centro del mondo, ricerca dell’armonia stabile, dignitas fondata e tutelata, ritorno all’ordine pulchrum delle parti: questa è l’idea contrabbandata di Umanesimo contro cui Cacciari si schiera nel suo libro La mente inquieta, edito da Einaudi.«Grande miracolo è l’uomo!»: così esordisce Pico Della Mirandola nel suo De dignitate hominis. Perché l’uomo è effettivamente qualcosa di miracoloso, qualcosa di straordinario, ma nel senso etimologico del termine: extra-ordinario. L’uomo è non-ordinabile, non è definibile: è camaleontico. In questo si differenzia l’uomo dall’animale: non sottostà ad alcuna rigida classificazione, non ripete i propri comportamenti, non ha un linguaggio ordinato e immutato. Eccede da tutti i punti di vista i modi in cui gli animali vivono.

    L’homo incurabilis non sta. È figura di esodo, avventura, scoperta ed esilio. Come può quindi incarnare il centro di rotazione di un sistema universale? L’uomo, secondo l’opinione di Garin (che «legge come si deve» Pico e Alberti) non è al centro di nulla: al centro possiamo di sfuggita intravedere il suo sguardo, che è però uno sguardo mai definitivo, che non si sofferma.

    È sbagliato quindi auspicare ad un Nuovo Umanesimo che ristabilisca ordine e armonia, perché semplicemente questa presunta geometrica sicurezza non sussiste. La natura umana, che si trascende e si oltrepassa di continuo, non riconosce e non rispetta colonne d’Ercole. Si spinge a “volare sopra l’angelo” (anch’esso essere statico e definito, al pari dell’animale) e sfiora la divinitas. Ma il giorno seguente la sua condizione potrebbe essere sostituita da quella “della più infima bestia”. Alla fine di ogni giorno, della nostra natura è fatta tabula rasa: ogni giorno dobbiamo ri-deciderci.

    “Quis es homo?” Chi sei uomo? È una domanda intrinsecamente diversa dal categorico e medievale “Quid est homo?”, che mira ad una archiviazione umana una tantum. Invece, noi siamo la potenza degli opposti. La risposta che decideremo di dare a questa domanda sarà ogni giorno diversa. Perché il nostro linguaggio (filologicamente e filosoficamente definente del nostro essere) è cangiante con noi e perché la buia e densa fascia di follìe e umori astrali di aristotelica memoria resta sopra le nostre teste, a metà tra il nostro mondo sublunare e il luminoso olimpo divino, inclinandoci (ma non determinandoci!).

    In effetti il libero arbitrio ci resta, seppur non risparmiandoci un destino agonico. All’esistenza della libertà non è fornita dagli Umanisti una prova logica. Valla ci dice che se non ci crediamo liberi di rinnovarci ogni giorno, allora la nostra esistenza perde di significato, dimostrando così null’altro se non la finitezza grammaticale con cui si può ragionare di libertà.

    Per concludere, Cacciari ricorda che l’Umanesimo è una stagione di crisi, termine che etimologicamente rimanda ai concetti di scelta, analisi e conseguente rinnovamento. Crisi che si declina essenzialmente lungo due direttrici: quella religiosa (che ne sarà della Cristianità, formidabile elemento fondante dell’Europa, se non compirà un celere ritorno all’altissima paupertas francescana?) e quella politica (che ne sarà dell’Italia, non intenzionata a riconoscere la necessità di una potenza egemonica, se non metterà in discussione il suo modello politico mentre nel resto dell’Europa va affermandosi il modello di stato nazionale?). Gli strumenti con cui l’Umanesimo affronta questa crisi sono gli stessi che Cacciari vorrebbe che l’umanità della nostra epoca facesse propri. La crisi va affrontata in termini di linguaggio. Deve essere inizialmente dipinta: Leonardo eleva il potere della pittura sopra quello della scrittura. Dipingere significa raccontare le cose come stanno, nel dramma del riconoscimento di ciò che non funziona. E poi vanno proposte riforme attuabili, radicate nella più onesta e cruda fattibilità.

    Gli intenti riformisti dell’Umanesimo naufragarono, trascinando con sé l’Italia, che forse tutt’ora risente di questo fallimento. Non è un caso che Cacciari abbia deciso di pubblicare La mente inquieta proprio in questo momento storico di crisi conclamata. In che modo la stiamo vivendo? Con quali parole la stiamo raccontando? Che ragionamento di riforma stiamo proponendo? L’Umanesimo giunse alla sua fine senza contraddire la rappresentazione della crisi che aveva prodotto e la natura umana che aveva riconosciuto. “Naufragium feci, bene navigavi”. Potremmo dire lo stesso, noi oggi?

    Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

    Evento 13 “Umanesimo inquieto” – Evento 24 “Un nuovo racconto della guerra” – Evento 25 “E alla fine un mondo lunare” – Evento 33 “Raccontare il mondo” – Evento 73 “Per un nuovo pensiero africano” – Evento 89 “12 dicembre 1969” – Evento 142 “Dedicato ad Ágnes Heller” – Evento 145 “L’economia del valore” – Contaminazioni ore 18.00 sabato 7 “L’inflazione della verità scientifica” – Evento 175 “Il mondo è giovane ancora” – Evento 190 “Tutte le guerre del mondo” – Evento 204 “Affermare l’umanità” – Accento ore 14.00 domenica 8 “Le sante ossa” – Evento 209 “La democrazia esclusiva e i suoi sovvertimenti” – Evento 215 “Le regole e la coscienza”.

  239. Perché ci piace la paura – Jeffery Deaver dialoga con Carlo Lucarelli del suo nuovo romanzo

    Tra passato e presente, grattacieli metropolitani e aspre montagne dell’Ogliastra si snoderanno le strade insidiose percorse dal giallo a Festivaletteratura 2019.

    Se chiedete a Jeffery Deaver qual è il suo miglior romanzo vi risponderà sempre «the next», il prossimo, perché appena finisce di scrivere l’ultimo spera col successivo di riuscire a spaventare i lettori un po’ di più – obiettivo sicuramente raggiunto con la sua ultima uscita.

    Il nuovo romanzo thriller di Deaver Il gioco del mai, ha come protagonista un personaggio solitario. Il suo nome è Colter Shaw e, al contrario dei personaggi dei cicli precedenti, come il criminologo tetraplegico Lyncholn Rhyme e la detective Amelia Sachs, non è un poliziotto ma un localizzatore, che di mestiere cerca persone scomparse. Per la costruzione del personaggio, Deaver afferma di essersi ispirato ai film di Sergio Leone e al grande modello del James Bond di Ian Fleming: un uomo che arriva in un luogo straniero, risolve i crimini e poi scompare, come se niente fosse. La ricerca di Colter Shaw conduce la storia nella particolarissima ambientazione della Silicon Valley, alle prese con un cattivo ossessionato dai videogiochi.

    Deaver si definisce un autore che pianifica in maniera scientifica le sue storie prima di iniziare a scrivere (Il gioco del mai ha richiesto ben otto mesi di ricerche preparatorie). La domanda che sta alla base è del romanzo è: cosa succederebbe se una persona appassionata di videogiochi diventasse talmente ossessionata da riprodurre un videogame nella vita reale? A questo proposito, Lucarelli ingaggia con Deaver un’interessante discussione sul rischio dell’imitazione, da parte del fruitore, delle storie e delle azioni proposte da libri, film e videogiochi e sul perché ci piaccia tanto la paura.

    Deaver crede che gli scrittori siano un po’ dei manipolatori, che prendono il lettore per la collottola e lo trascinano, come sopra delle montagne russe emotive, in un’atmosfera sensoriale molto forte. L’obiettivo, tuttavia, rimane creare storie che siano anche capaci di spiegare che impatto ha il male sulle nostre vite, cercando di far diventare meno irrazionali le paure.

    Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

    Evento 30 “Sulle onde del mistero” – Evento 71 “Partita col demonio” – Evento 86 “Le cicatrici di Berlino” – Evento 108 “Radici in giallo”.

  240. Un saggista che raccontava storie –
    Pilar del Río ricorda il marito José Saramago, Premio Nobel per la Letteratura 1998


    «Sì, io ero fra il pubblico nel 1998: mi incuriosiva il fatto che ci fosse un autore portoghese a Mantova, e da quel momento ho adorato i libri di José Saramago» risponde una signora alla domanda di Pilar del Río, se fra il pubblico di oggi ci sia qualche spettatore di allora. Pilar del Río, infatti, partecipò alla seconda edizione di Festivaletteratura, ventuno anni fa, insieme a suo marito, il defunto scrittore José Saramago.

    Appena una decina di giorni dopo, fra l’altro, la coppia avrebbe festeggiato un grande successo: il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura 1998 a José Saramago, prima volta per un autore portoghese.

    Una notizia che, tutto sommato, l’autore liquidò con una certa freddezza, annotandola sbrigativamente sotto la data dell’8 ottobre nel suo diario, Il diario dell’anno del Nobel (Feltrinelli, 2019). Quest’opera, che sembrava perduta, costituisce il sesto e ultimo dei quaderni composti sull’isola di Lanzarote, è riemerso recentemente da un vecchio computer ed è stato fatto pubblicare da Pilar, alla quale è dedicato.

    La vedova di Saramago ricorda le origini umili del marito, che «non era destinato a diventare uno scrittore», eppure lo divenne eccome, a forza di letture in biblioteca. Lui, però, sosteneva di essere diventato autore solo a sessant’anni, con la pubblicazione di Memoriale del Convento (Feltrinelli, 2010). Senza dubbio, un passaggio fondamentale fu l’acquisizione del suo particolare stile di esposizione – o meglio: di ascolto – della volontà dei personaggi: in una percezione polifonica della realtà, l’autore lascia che i suoi personaggi si palesino da sé, presta attenzione, sa intonare fra di loro le voci che si sovrappongono nel discorso indiretto libero.

    Un’altra nota che merita attenzione nel processo creativo di Saramago è il fatto che tutti i suoi libri nascono da ipotesi, anche assurde, che danno origine a titoli, e poi a romanzi interi: così, la domanda «e se fossimo tutti ciechi?» sta alla base dell’ispirazione per Cecità (Feltrinelli, 2013), oppure «e se Gesù Cristo non fosse Dio, bensì un profeta?» è il punto di partenza per Il Vangelo secondo Gesù Cristo (Feltrinelli, 2014). Proprio per questo suo interrogarsi sugli aspetti della vita che lo preoccupavano, il Premio Nobel portoghese si sentiva forse più saggista che romanziere, e dichiarava «a me piace raccontare le storie, ma le storie non mi bastano».

  241. È tutto vero, è tutto vivo – Guidati dalla voce di Margaret Atwood, tra sopravvivenza e speranza, distopia e realtà

    Margaret Atwood arriva luminosa in Piazza Castello, accogliendo con un sorriso fresco ed energico il pubblico, che contraccambia in stile coreograficamente pop indossando in massa il famoso copricapo bianco dell’ancella, distribuito all’ingresso. Letteratura come elisir di eterna giovinezza? Alberto Manguel non glielo ha chiesto, ma tutti se lo sono domandati. Sono trascorsi ormai 32 anni dall’uscita di The Handmaid’s Tale e la Atwood chiarisce immediatamente che, se all’epoca vigeva la confidence di star voltando le spalle agli scenari narrati nel romanzo, oggi invece la sensazione è che il moto si sia convertito in avvicinamento.

    Estrema e tangibile è quindi l’attualità del tema trattato: ne è la riprova il successo dell’omonima serie TV americana, girata mentre il Presidente degli USA veniva eletto, cambiando radicalmente la cornice dello show, riconcretizzando certi latenti timori in una parte della popolazione mondiale. Il ruolo di una distopia è quello di proporre ai lettori quadri per il futuro e suscitare in essi la domanda: “è questo il mondo in cui vorrò vivere”? La domanda si estremizza alla luce della crisi climatica: così la Atwood ci invita a chiederci se vorremo viverci, in un mondo.

    Non si tratta affatto di abbandonarsi a catastrofismi: il germe del cambiamento si nutre di speranza ed il perdurare della speranza è intrecciata alla fibra umana. Lo scrittore è, per la natura della sua professione, privilegiato. Non ha bisogno di andare a ricercare briciole di speranza sparse qua e là nella sua storia, per ricomporle eroicamente: la sua speranza galleggia sulla superficie delle cose che intercetta e trasuda da quelle che crea. Scrivere è un gesto di speranza, presuppone la possibilità che una condivisione si realizzi, che delle anime siano toccate, che delle parole siano capite e che altre siano fraintese, che ci sia un interlocutore, che ce ne siano molti, che una umanità sopravviva.

    È solo quando i tempi si irruvidiscono che la sopravvivenza torna ad essere una questione centrale: il cambiamento climatico è minaccia per il pianeta, a livello ecologico ma, in una piega secondaria (seppur socialmente cruciale), anche a livello politico: una società esasperata dalla non-comprensione della ri-organizzazione su più livelli del sistema planetario non contempla la realizzazione della pace tra i suoi abitanti. Se la letteratura può certamente essere uno strumento di sopravvivenza, saranno tuttavia concrete scelte radicali e volontà politica a livello globale a determinare quella della nostra specie.

    A livello locale, risposte e proposte elastiche e moderne spuntano: la Atwood ne elenca alcune (https://www.ecosia.org/ , https://www.drawdown.org). Tra l’onirico e il poetico il progetto “Future Library of Norway”: oltre il 59° parallelo qualcuno ha fiducia che, fra un secolo, esisteranno ancora lettori, esisteranno ancora alberi, esisteranno ancora manoscritti, esisteremo ancora noi.

    Letteratura highlander, viaggiatrice nel tempo: accompagna con sé i lettori, aggrappati ai personaggi con cui si relazionano e dà loro voce. La Atwood è personalità fondamentale della letteratura degli ultimi cinquant’anni perché è stata in grado di creare immaginari vividi in cui è possibile gettarsi e attraverso i quali ogni minoranza può permettersi di urlare. Quando il nemico crollò insieme al muro di Berlino nel 1989, il sospiro di sollievo degli USA li fece scivolare indietro, risvegliandone le radici teocratiche e puritane. Che se ne farebbero del potere suprematisti bianchi e integralisti religiosi di facciata? Dal tentativo di dare una risposta, Il Racconto dell’Ancella prende vita, intrecciando e rimescolando elementi della storia umana, da 4000 anni a questa parte.

    In questo scenario di scrittori che sono gatti oppure volpi – dove il gatto è furbo perché inganna assai bene con un sol trucco, mentre la volpe lo è di più perché di trucchi ne ha tanti – la Atwood si colloca nella categoria delle volpi: detentrici di capacità poliedriche e fluide, ma alla fine l’uva non se la mangiano. Alberto Manguel la incalza: «Come volpe, però, mi pare tu te la stia cavando bene!». Sorriso. «Sì, ma la fiaba non è ancora finita!».

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