Luglio 27, 2024

12 thoughts on “CETTI CURFINO di Massimo Maugeri (La nave di Teseo)

  1. In ogni caso ci tenevo ugualmente a ringraziarvi.
    Se qualcuno di voi avrà tempo e voglia di lasciare un commento, o qualche considerazione, anche all’interno di questo post, ne sarò felicissimo.

  2. Caro Massimo, sono nelle curve per la chiusura del Bando Letterario Veretum nel Salento e non posso distrarmi. Appena mi sarò liberato potrò approfondire il contenuto del tuo scritto. Intanto complimenti per questa tua nuova opera. Dovrei essere al Salone il giorno 11, ma ancora sono incerto perché ho qualche problemino di salute.
    Un abbraccio ed in bocca al lupo.
    Salvatore Armando Santoro

  3. Carissimo Massimo,
    forse può sembrare prematuro esprimere un commento prima di aver letto il romanzo e confesso che non vedo l’ora, ma una cosa voglio comunque dirla: ho amato Cetti Curfino dal primo momento, questa donna così spietatamente vera e dolente meritava un romanzo tutto per sé, glielo dovevi proprio!
    Uscire dalle maglie strette di un racconto diventa per Cetti (che noi tutti vedremo sempre con le sembianze di Carmelinda, che se l’è proprio cucita addosso) una sorta di compensazione alle tante ingiustizie patite dalla vita, il modo di dare voce a chi non ha voce per gridare al mondo da protagonista indiscussa del più ampio tessuto d’un romanzo, con l’augurio che magari diventi presto anche il soggetto (perché no?) di un altrettanto memorabile film…
    Avrò il piacere di postare un secondo commento a lettura effettuata, un caro abbraccio, per adesso… che il vento torinese sia propizio all’equipaggio dell’avventurosa Nave di Teseo

  4. Caro Massimo, che bel giorno questo. Auguri alla nuova creatura. Non vedo l’ora di leggerlo.

  5. Caro Massimo,
    torno nel magnifico spazio di Letteratitudine dopo diversi anni, e a distanza di due settimane dal nostro bellissimo incontro a Crotone, in occasione della presentazione di “Cetti Curfino”.
    Il romanzo mi ha fatto un’incantevole compagnia in questo periodo. Ho scritto qualcosa sul romanzo; poco fa queste mie righe sono state pubblicate nel sito Ibs.it (ho utilizzato praticamente tutti i 2000 caratteri massimi consentiti), con un giudizio sintetico, per me ovvio, di cinque stelline, cioè eccellente.
    “Cetti Curfino” è un romanzo che mi è piaciuto tanto, e te lo dico in tutta sincerità, un contributo prezioso alla letteratura, un’opera alla quale auguro tanta buona fortuna. Riporto qui quello che è già apparso su Ibs.it. Ti mando un grande abbraccio insieme a un caro saluto a tutti i compagni di viaggio di Letteratitudine incontrati negli anni scorsi,
    Gaetano
    *
    Cetti Curfino” disorienta con pennellate leggerissime, quasi invisibili, ha la vertigine e l’estasi della circolarità, e degli specchi che si fronteggiano replicando l’immagine all’infinito, come nelle labirintiche visioni di Borges. Si narra d’un libro da portare a compimento, il cui incipit è identico a quello del romanzo che stiamo leggendo, e d’un eventuale nuovo libro che circolarmente si nutre di sé stesso. È il racconto dell’impeto deflagrante d’una donna al culmine del suo itinerario di vittima. È una storia di cicliche morti e rinascite. Nella prima scena del carcere conosceremo la protagonista lì rinchiusa, Cetti Curfino, il giornalista Andrea Coriano, una persona apparentemente inetta, e Dina, un’agente di custodia, una sorta di ombra confusa tra le ombre claustrali. È dunque “Cetti Curfino” anche un romanzo sulle apparenze, e nelle pagine successive scopriremo altri veli, e sulle ombre, dotato d’una scrittura che ci avviluppa pian piano, impercettibilmente, con uno stile che attraversa armoniosamente registri diversi, dalla commedia alla tragedia, dal reportage giornalistico all’epistolario, dal romanzo d’investigazione (un’indagine alla rovescia rispetto ai canoni del genere) alla scena teatrale. La penna lieve di Massimo Maugeri ci offre bagliori lirici e squarci metafisici che ampliano il nostro respiro letterario, moltiplicando suggestioni ed evocazioni, come ogni vera Opera dovrebbe fare: accrescere la coscienza estetica. E allora, durante la lettura, mi sono giunte alla mente, oltre all’immenso Argentino dell’evocazione iniziale, le inquietudini metafisiche di alcune opere di Eduardo, “Le voci di dentro”, ad esempio, dove l’illusione onirica irrompe nella realtà, il delicatissimo film di De Gregorio, “Pranzo di Ferragosto”, specialmente durante le vicende di Coriano e delle vecchiette amiche di sua zia, e ancora “L’Icaro involato” di Queneau che ci seduce con un personaggio in fuga dalle pagine e dalla trama del romanzo a cui apparteneva.

  6. Piccolo refuso: manca la prima virgoletta d’apertura, proprio all’inizio:
    Cetti Curfino” = “Cetti Curfino”

  7. Caro Gaetano,
    ma che gioia ritrovarti qui dopo aver avuto la possibilità di rivederti e ri-abbracciarti a Crotone (proprio in occasione di una delle presentazioni di “Cetti Curfino”).
    Hai dedicato a Cetti una recensione bellissima, colta, appassionata e molto lusinghiera.
    Conosco bene le tue ottime competenze letterarie e sono felice che la mia Cetti sia riuscita a conquistarti.
    Grazie, Gaetano caro!
    Di vero cuore (da parte mia e di Cetti).
    Un abbraccio grande. 😀

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