Aprile 20, 2024

9 thoughts on “MARIO BAVA, I MILLE VOLTI DELLA PAURA (di Gordiano Lupi)

  1. Achille Bonito Oliva, lo definirebbe un vero autentico artiere: un’artista contemporaneo. Io non ho mai visto un suo film, oppure, se anche mi fosse capitato, ho sicuramente rimosso.Mi spavento con poco e l’horror mi terrorizza a morte. Dopo aver visto, La casa delle finestre che ridono, per anni e anni non ho più messo il rimmel. Se dovevo uscire e farmi bella, alla sera, mi bastava l’ombretto; si toglie con poco e anche tenendo gli occhi aperti. Però, tornando seria ( da noi Carnevale non è ancora iniziato), questo articolo di Giordano Lupi affronta un tema grande: arte e mestiere. Definendo Mario Bava un economizzatore,è come se aprisse le porte di uno studio e ci ofrisse la possibilità di girare per tavoli e scrivanie.Osservare mucchi di materiale, usato/recuperato/scartato, che solo per lui avrebbero avuto un senso. Ma non solo, la ricostruzione minuziosa di quella intensa attività lavorativa, fa un po’ sognare, immaginare quel clima pionieristico, che nel bene e nel male ha caratterizzato il dopoguerra. I tempi dei nostri padri, quando anche l’arte non era un sistema.
    Un saluto a tutti e una nota, perché solo oggi mi sono accorta che mi era stata rivolta una domanda a proposito di ironia.
    Ecco: certo che si dovrebbe insegnare anche autoironia, infatti in ogni progetto di educazione all’immagine, propongo sempre ( e in ogni classe) un autoritratto “illustrativo”.

  2. Molto interessante il pezzo su Mario Bava. Devo confessare che non lo conoscevo, neanche di nome, e devo ancora confessare che mi piacciono molto i film di Hitckoc (non credo di averlo scritto bene ), meno quelli di Dario Argento. Lui, invece mi piace. L’ ho visto in varie apparizioni televisive e devo dire che ha un’ aria rassicurante e
    simpatica, lontana dagli orrori, stilisticamente apprezzabili, dei suoi film. Ma avevo premesso che certi Horror mi spaventano. Se li vedo, la notte ho gli incubi. Dunque è meglio che mi astenga. Ciao a tutti. Franca.

  3. Devo ammettere di essere tra quelli che non conoscono Mario Bava. Dunque ringrazio Gordiano Lupi e Massimo Maugeri per avermi dato un input in tal senso. Cercherò qualcuno dei film citati

  4. Da vecchio cultore del cinema di Bava, ho letto con grande interesse il pezzo di Lupi. Ottimo, davero ottimo. E concordo anche sulle valutazioni critiche dei singoli film (ad esempio la debolezza del primo episodio dei TRE VOLTI DELLA PAURA, paragonata all’eccellente terzo)
    Tre sole osservazioni.
    In REAZIONE A CATENA non ricordo la Fenech, ma riguarderò la mia copia in dvd.
    Sempre di questo film, vorrei sottolineare il finale, uno dei più beffardi e liberatori che siano mai visti nel cinema italiano.
    Purtroppo non sono mai riuscito a trovare (nemmeno in una scalcinata copia in vhs) CANI ARRABBIATI.
    Così come mai ho potuto vedere Caltiki, che però dovrebbe uscire a giorni in dvd.
    Cos’amavo più di tutto di Bava? L’orgogliosa umiltà di un bravissimo artigiano a cui piaceva raccontare storie avvincenti senza mai spacciarsi per pseudo-artista.

  5. Luciano Comida ha ragione.
    In REAZIONE A CATENA la Fenech non c’è. Si tratta di una piccola svista da parte mia. Ho già provveduto a far correggere l’articolo.
    Ringrazio Luciano per la segnlazione.

  6. Bravo io a ricordarmi che Edvige non c’era. E bravo Gordiano ad ammettere onestamente e intelligentemente la venialissima svista. Altri solincini del cinema avrebbero tirato fuori mille scuse: che nella prima copia del film la Fenech c’era, che compare in una scena travestita da albero e cento altre frottole.

  7. Uno dei più grandi registi di sempre, ha fatto la storia dell’horror italiano e ha tra l’altro ispirato molti importanti registi stranieri (Tim Burton, Quentin Tarantino e molti altri…). Trovo giusta la definizione di “artigiano”, riusciva a creare degli effetti visivi sbalorditivi con trucchi semplici e geniali, in un periodo in cui ancora non c’erano gli effetti digitali.

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