Aprile 19, 2024

189 thoughts on “DAL BLOG ALLA RADIO

  1. Dunque… davvero grazie ad “Affari Italiani” e ad Antonio Prudenzano per essersi interessati a me, a Letteratitudine e al programma radio “Letteratitudine in Fm”.
    Grazie davvero!

  2. Come ho riferito ad Antonio, sono stato diverse volte ospite di trasmissioni alla radio… ma non mi era mai capitato di condurre uno spazio radiofonico. In tal senso devo – dicevo – essere grato a Gabriele Pugliese, il direttore di Radio Hinterland, il quale (dopo una mia perplessità iniziale) è riuscito a convincermi.
    Oggi posso dire (e ribadire) che, questa della radio, è stata senz’altro un’esperienza entusiasmante e arricchente. Non pensavo proprio… ma mi diverto un mondo.

  3. Visto che parliamo di radio, vi propongo una discussione su questo mezzo di comunicazione che, nonostante gli anni, – e nonostante la concorrenza di Tv, cinema, Internet e quant’altro – continua a riscuotere interesse e consenso.

  4. Massimo, è da un pò che non passo da queste parti. Complimenti per l’intervista. Cercherò di seguirti anche in radio compatibilmente agli impegni.

  5. sulla radio in generale ti posso dire che l’ascolto spesso, perché con il tipo di lavoro che faccio giro molto in macchina. Ascolto soprattutto musica, ma le trasmissioni di intrattenimento e cultura di qualità le seguo pure.

  6. complimenti! c’è bisogno di voci libere ed indipendenti. auguri per la tua trasmissione.

  7. Carissimo Dottor Maugeri,
    come sempre complimenti vivissimi per la sua versatilità e capacità di fruire dei media in modo assolutamente inedito, dinamico, collettivo. Mi è molto piaciuta l’intervista che ha rilasciato ad “Affari Italiani” dove è giustamente messo in evidenza il suo equilibrio, la rarissima propensione a creare scambio e occasioni di apprendimento senza scontro, ma con spirito di sacrificio e umiltà.
    Un bellissimo esempio da proporre a tutti.
    ——
    Passando all’esperienza della radio, devo dirle che la sua idea ha gloriosi precedenti alle spalle (anche se è assolutamente nuovo e geniale il collegamento blog-radio).
    Tra gli anni ‘30 e gli anni ‘50 la radio raggiunse una diffusione che la mise in grado di concorrere con la stampa. È questo il periodo nel quale scrittori e pensatori come L. Pirandello, Trilussa, G. Deledda, B. Brecht videro nella radio nuove possibilità per la diffusione della cultura e nacquero i «radiodrammi», testi di spessore letterario scritti appositamente per essere letti e diffusi via radio . Il radiodramma si collega alla tradizione del racconto orale, ma impegna l’autore a far interagire la parola, attraverso il montaggio, con le musiche, i suoni e i rumori.
    Se la lettura orale di un testo scritto o di una sceneggiatura è il principale livello di intersezione tra radio e libro, possiamo trovarne senza dubbio altri. Esistono, ad esempio, programmi del palinsesto di alcune radio interamente dedicati al libro. È da ricordare, per ciò che riguarda l’Italia, innanzitutto L’Approdo, avviato da A. Seroni nel dicembre del 1945: un programma culturale di forte valore morale e intellettuale nel periodo immediatamente successivo alla liberazione e che visse fino al 1978 . La trasmissione si riconosceva non come semplice programma informativo, ma vera e propria «Rivista di Letteratura ed Arti» con il compito di «stimolare e orientare l’attenzione dei propri ascoltatori» e accompagnare gli eventi culturali con «letture originali di narrativa, di poesia e di saggistica, letture d’invenzione e di interpretazione» (C. Betocchi). La trasmissione fu persino in grado di generare una rivista cartacea, L’Approdo letterario, e dal ‘63 una trasmissione televisiva, L’Approdo TV: una vera e propria operazione multimediale ante litteram.
    ———–
    Quindi ad maiora!
    Il sempre suo
    Professor Emilio

  8. Amo la radio. Ha ancora spazi e ritmi che la televisione non ha più. Approfondisce, non ha fretta, non ha paura di usare un tono alto, quando serve. Non ammicca – non può. Si fonda su un’opinione alta dell’ascoltatore – per dirne una, sa usare l’ironia più sottile perché sa che l’ascoltatore la sa decifrare. È ottimista sui tempi di attenzione. Sto parlando soprattutto del terzo canale RAI, d’accordo, o meglio di quelle oasi di approfondimento culturale che ancora esistono (stavo per scrivere “resistono”) nel terzo canale, l’unico che seguo con una certa continuità. È bello scoprire che non sono spazi elitari: quando una di quelle trasmissioni va in diretta da un teatro, o da qualche luogo aperto, quel teatro è pieno, quel luogo è uno sgomitare educato. Non è un pubblico di presenzialisti – nessuno li può vedere, siamo alla radio! Sono persone interessate, affezionate, che non hanno perso il desiderio di imparare cose nuove. Ecco, la radio migliore fa sentire così: allievi.
    L’effetto contrario di molta televisione (ma anche di molta altra radio, ahimè): ci divertiamo proprio perché ci sentiamo molto più intelligenti di quelli che vediamo sullo schermo. Quelli sono come noi, anzi più goffi, più sciocchi, più ignoranti… Ma sto divagando, e rischio di finire nei luoghi comuni.

  9. La radio è la mia passione da sempre. Ascoltare lla musica, le voci, lasciando spazio all’immaginazione visiva. Ascolto la radio in macchina, o mentre stiro o lavo i piatti. La radio mi accompagna sempre.

  10. Naturalmente faccio i migliori auguri a M. Maugeri. Le auguro davvero di approdare a una radio nazionale. Ascolterò le registrazioni delle puntate scorse.

  11. ho letto il tuo racconto su Roma per le strade. bello e divertente. un’ironia ed un’autoironia molto intelligente. e ben scritto. Bravo.

  12. Complimenti anche da me, Massi. Penso tutto il bene possibile della radio e tutto il male possibile della TV. Della radio ascolto la rassegna stampa di prima pagina e la musica. La musica l’ ascolto anche attraverso i video di Youtube che, quando hanno il codice, trasferisco sul mio sito http://www.francamente.ning.com. Ti ricordi quando postasti “Il barcarolo” cantato
    da Gigi Proietti? Me lo sono potato con me. E’ bellissimo e poi…io sono romana. La TV non la vedo quasi più. Guardo i TG, e le trasmissioni politiche: Ballarò e Anno Zero e Otto e mezzo. Buona giornata a tutti. Franca.

  13. Alle origini della radio c’è la radiotelegrafia, ovvero la telegrafia senza fili. Esiste fin dal 1890. Dunque le origini sono antichissime.
    Uno dei primi scenziati che mise in campo applicazioni radiotelegrafiche fu Heinrich Rudolf Hertz, che riuscì a generare onde elettromagnetiche a brevissima distanza durante i suoi esperimenti. Lo stesso Guglielmo Marconi si ispirò a lui.

  14. Marconi fu però il primo a coprire distanze utili per le telecomunicazioni utilizzando un apparecchio inventato da Temistocle Calzecchi-Onesti nel 1884. Famoso è l’esperimento effettuato nella primavera del 1895 a Pontecchio (BO) in cui Marconi raggiunse una distanza di circa 2 km: fu quello il primo segnale radio della storia.
    Praticamente consiste nella la comunicazione tra due o più persone in codice Morse per mezzo di onde radio. Oggi è in disuso, sebbene venga ancora parecchio utilizzata dai radioamatori, per le lunghe distanze a cui si può trasmettere utilizzando poca potenza.

  15. La radiofonia vera e propria fu inventata da Reginald Fessenden nel 1900. Per radiofonia si intende, appunto, la trasmissione e ricezione di contenuti sonori per mezzo di onde radio. Nei primi decenni si distingueva in radiotelefonia e radioaudizione circolare. La radiotelefonia ha sostituito la radiotelegrafia nella comunicazione tra due o più persone per mezzo di onde radio, la radioaudizione circolare è stata invece il primo sistema di diffusione del mezzo di comunicazione di massa che chiamiamo radio. Oggi il termine “radioaudizione circolare” è completamente in disuso. Oggi esistono le emittenti radiofoniche che diffondono onde radio per mezzo di un enorme antenna.
    Grazie per l’opportunità di divulgazione e complimenti.

  16. anche a me il racconto su Porta Pia mi è piaciuto molto. scritto bene, davvero ottimo lo scambio di visuali e prospettive, e l’ironia ficcante sul mondo editoriale.

  17. la radio la ascolto in macchina. preferibilmente musica.
    come trasmissione quando posso ascolto fahrenheith di rai 3.

  18. La mia radio preferita è radio Capital. mi piace molto Zucconi. Ti vedrei bene li , perché non chiedi a loro?

  19. E si, ho letto pure il tuo racconto -bello- e mi hai fatto venire la curiosità di leggere quel racconto di Moravia di cui parli.

  20. Se vogliamo parlare di storia della radio in Italia non possiamo che fare riferimento alla Rai.
    La prima trasmissione radiofonica nasce il 6 ottobre del 1924. La voce è quella di Maria Luisa Boncompagni.
    Il programma è acerbo, scarno, composto di musica operistica, da camera e da concerto, di un bollettino meteorologico e notizie di borsa.

  21. Sempre bravo il Maugeri, in qualsiasi campo si cimenta: sobrio, misurato, competente, serio. Io lo vedrei benissimo a condurre Domenica In

  22. All’inizio l’unica stazione trasmittente è quella di Roma. Il pubblico degli ascoltatori è più interessato alla novità tecnologica del radioascolto che ai programmi veri e propri.

    Nel gennaio 1925 nasce il Radiorario: l’obiettivo è quello di propagandare il nuovo mezzo e nel contempo di conoscere meglio i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare. Poco dopo, tra il ’24 e il ’29, si comincia a trasmettere, oltre che da Roma, anche dalle sedi di Milano (1925) da Napoli (1926) e Torino (1929).
    Negli archivi Rai è possibile ascoltare il primo annuncio radiofonico della storia. Siamo nel 1924: http://www.radio.rai.it/storiadellaradio/audio/30145348_05.ram

  23. Secondo i dati disponibili oltre tre milioni di scolari italiani hanno così conosciuto la radio e incominciato a conoscere la lingua italiana.
    Credo che la cultura debba moltissimo alla radio.

  24. non seguo molto la radio e poco o niente la tv. ma in questo caso mi dispiace non essere una radioascoltatrice assidua.
    Sono sicura che la trasmissione condotta da Massimo sarà interessante al pari di questa Letteratiitudine, che trovo uno dei più bei siti di letteratura e attualità della rete.
    “in cima alla luna!”, Massimo.
    e farò di tutto per seguirti.
    🙂

  25. per quanto riguarda la possibilità di andare su un network nazionale non ti vorrei deludere, ma guarda che le grandi radio sono come le televisioni. puntano al business e agli ascolti. e funziona molto per conoscenze. punto. lo dico perché lo so. e non è che di libri gliene freghi granché. tranne eccezioni, tipo rai3 e forse radio 24.
    tieniti stretto radio h.
    fidati.

  26. Una citazione radiofonica.
    “Vedete, il telegrafo a filo è un tipo molto, molto lungo di gatto. Voi tirate la sua coda a New York e la sua testa miagola a Los Angeles. Lo capite questo? E la radio opera esattamente allo stesso modo: voi mandate i segnali qui, e loro li ricevono là. L’unica differenza è che non c’è alcun gatto”.
    (Albert Einstein)

  27. anche io seguo poco le trasmissioni. massimo mi segnalò un programma tempo fa e lo seguii con interesse. al di là di questo, credo che Massimo e Letteratitudine meritino il massimo della popolarità

  28. AMO LA RADIO!!!!!!
    La ascolto perennemente, o quasi, quando sono a casa; sempre quando sono in auto.
    Ascolto diversi programmi radiofonici, che trattano diversi argomenti: musica, libri, cinema, attualità, approfondimenti di vario tipo…

    cosa offre la radio in più rispetto agli altri media???
    Semplice! Basta ascoltare la canzone “La radio” di Eugenio Finardi… “e forse quello che me la fa preferire è che con la radio non si smette di pensare”!!!
    … e poi, credo sia l’unico spazio, purtroppo, dove si può ascoltare e conoscere la musica classica sinfonica e operistica e il jazz…

    adoro la filodiffusione… peccato però che non raggiunga l’Italia in toto!
    un mio desiderio sarebbe quello di un canale che copri tutto il territorio italiano che abbia come programmazione la trasmissione di musica classica&Co 24 ore su 24!

    “se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace anche di più perché libera la mente”… sempre lui, Finardi

    PS:non ho la TV! 🙂

  29. ascolto spesso la radio, mi tiene compagnia nel viaggio giornaliero( 40 Km circa) per andare al lavoro ( a scuola, sono insegnante)e per tornare a casa. programmi culturali, di intrattenimento, notiziari e musica sono sono i miei preferiti. Radio 3 è il top, le letture ad alta voce(classici della letteratura) mi intrattengono e mi appassionano e poi i commenti sull’attualità con ospiti – opinionisti. anche a casa, sebbene più di rado, ascolto la radio, la preferisco alla tv.mi piace immagginare i volti, gli abiti, le espressioni di chi sta dietro la consolle…

  30. LA RADIO
    Eugenio Finardi
    ……………………………………………………………….
    Quando sono solo in casa e solo devo restare
    per finire un lavoro o perché ho il raffreddore
    c’è qualcosa di molto facile che io posso fare
    accendere la radio e mettermi ad ascoltare

    Amo la radio perché arriva dalla gente
    entra nelle case e ci parla direttamente
    se una radio è libera ma libera veramente
    piace anche di più perché libera la mente

    Con la radio si può scrivere leggere o cucinare
    non c’è da stare immobili seduti a guardare
    forse è proprio quello che me la fa preferire
    è che con la radio non si smette di pensare

    Amo la radio perché arriva dalla gente
    entra nelle case e ci parla direttamente
    se una radio è libera ma libera veramente
    piace anche di più perché libera la mente

  31. Massimo, complimenti per la trasmissione ed anche per il racconto. Ma mi raccomando, fa che la tua voce rimanga sempre libera ed indipendente : ‘se una radio è libera ma libera veramente, piace anche di più perché libera la mente’

  32. Caro Massi,
    che bello questo viaggio dalla parola alla voce! Bravissimo!
    La radio si presta alle stesse evocazioni della letteratura perchè “non si vede”, induce all’immaginazione, all’infusione, al suggerimento.
    Ascoltare una bella voce in radio, ad esempio, porta a chiedersi che fattezze fisiche abbia chi la pronuncia, se sia alto o basso, magro, grasso.
    Quando ero molto piccola avevo uno zio radioamtore che teneva un programma per bambini e leggeva i numeri della tombola alla radio. Le cartelle si compravano in edicola e il programma era seguitissimo perchè si vincevano i “lego”. Per anni non ho osato chiedergli come riuscisse ad entrare nella radio e ad uscirne tornando di dimensioni normali. Ero convintissima che la radio lo “contenesse”…
    E’ la magia del suono, credo. Fatta eccezione per una voce, tutto il resto dobbiamo “costruirlo” noi.
    Quando ascolto le tue interviste in radio, Massi, l’idea è sempre quella di trovarmi in una casa accogliente, ordinata, un salotto “buono” e garbato, dove ascolto una conversazione misurata, intelligente, interessantissima.
    Ho la stessa sensazione di quando ero piccola: sento che la radio ti “contiene” e che, nell’accoglierti, ti consenta di introdurci in un “mondo”.
    Grazie per questa ulteriore esperienza di condivisione, che è destinata a sempre più alti traguardi.
    Un bacio da Simo

  33. Caro Massi,
    quanto al tuo bellissimo racconto ospitato da “Roma per le strade” ( e di cui avremo modo di parlare qui a Siracusa il 5 Giugno con alcuni degli scrittori che hanno partecipato) devo dire che ciò che colpisce più di ogni altra cosa è la tua capacità, tutta letteraria e umana, di giocare su più piani narrativi e su più sguardi.
    Inizialmente, infatti, la guida e il suo interlocutore sembrano essere gli unici protagonisti, ma poi la scena si allarga, sfoca le iniziali suggestioni e si annoda a un altro racconto e – infine – al medesimo scrittore.
    Dal pensiero dell’io narrante, al “turista”, allo scrittore.
    Il tutto con una fuga sull’abito indossato da una figura femminile, che opera come una cinepresa e rimanda velcemente a uno spostamento dell’ubicazione e dell’emozione.Anche l’abito, cioè, si fa personaggio.
    Davvero difficile effettuare un’operazione strutturale così complessa nel breve tempo narrativo del racconto, ma l’effetto è una suggestione lunga, calda, a tratti amara e dolce sulla città, sulle sue brecce che sono del cuore e dell’anima, sulle ferite dei sogni persi e sulle speranze schiuse da altri narratori.
    Moravia aleggia sulle ultime righe come un fantasma benigno e augurale, come l’ombra intatta dell’uomo che sbreccia ancora i selciati romani coi suoi passi.
    E’ l’ultimo personaggio di questa storia…un altro scrittore che rimanda a un altro racconto.
    Quando la narrazione finisce, in realtà, stiamo già cominciando un altro libro.
    Bravo, Massi. Narrare così è davvero portare il cuore e la penna oltre le barriere temporali. Moravia vivo, Roma pulsante, e persino l’uomo con la camicia celeste che scende dall’icona, lassù, e ci fa commuovere.
    Un bacio da Simo

  34. Ho appena letto, caro massimo, il tuo delizioso racconto dedicato a Roma. Davvero bravo !
    Non li ho ancora letti tutti ma il tuo è fra i migliori, per originalità di impianto e insieme congruità al tema, in quanto non è un racconto “ispirato” e “ambientato” a Roma, come accade nella maggior parte dei casi, ma un racconto prodotto dalla stessa città, e dunque, per coerenza, narrato da una guida.
    Chi meglio di una guida turistica, figura così prosaica, può infatti narrare una storia urbana e nel contempo produrre scandalosamente una sorpresa (una guida come io narrante ? Possibile?!)
    Mi è piaciuto molto anche il ribaltamento, ironico e autoironico fra lo scrittore (tu) e il suo doppio (il personaggio), la guida e il suo altro doppio (Moravia), la moglie e il suo doppio (la figlia)… Il tutto però con ritmo veloce e naturale, con fare semplice e non algebrico, mai cerebrale… Tanto che alla fine persino la visita salta, perchè la vita è così, variabile e imperfetta.
    Il risultato è un gioco dissacrante e lieve sulla letteratura e i suoi inganni, e incanti. Un gioco di specchi in cui è facile illudersi e scivolare, mascherarsi e passare da un piano all’altro. Dal personaggio allo scrittore, appunto, e viceversa.
    Complimenti davvero
    un abbraccio
    elvira

  35. La radio fa sognare, la radio ti entra dentro.Con la radio non hai il rapporto passivo a cui ti costringe la televisione. La radio è un mondo di parole che genera immagini e sensazioni.
    Viva la radio.
    Auguri a Massimo per la sua trasmissione Letteratitudine.

  36. Il racconto , dimenticavo. Anche a me è piaciuto molto : cambi di prospettive rapide e molta ironia. Bello.

  37. Ciao,anch’io scrivo dopo un po’ di tempo… complimenti per questo blog che diventa sempre più ricco e più bello.
    La radio?Mi piace tanto, è forse il mio mezzo di comunicazione preferito… la ascolto quando posso per via degli impegni universitari, ma quando sono libera e mi trovo a casa mi piace passare ore ad ascoltare programmi e musica… come Claudio, per quanto riguarda i programmi culturali e di musica diversa dal pop o rock che comunemente si ascolta – c’è da dire che,anche se ho le mie canzoni preferite e ascolto spesso questi generi musicali,amo in generale la musica – sono anch’io affezionata a Radiotre Rai da molti anni e seguo abbastanza assiduamente alcuni suoi programmi, specialmente il pomeriggio o in tarda serata, mentre per quanto riguarda più strettamente la musica di stampo rock o pop-rock (dai pink Floyd a Jimi Hendrix agli U2 e tanti altri “grandi” per intenderci) esistono molte radio private nazionali che ne trasmettono e sono, a parer mio, molto ben gestite perché non privilegiano l’aspetto “commerciale” della musica, ma ne mettono in risalto tutte le sfumature, compresa la storia delle canzoni e dei loro interpreti e autori: queste le ascolto quando, nei momenti di svago, voglio un pò “liberare la mente”, come dice Finardi.
    Come ha scritto prima Alessandra anche a me dispiace che non si riceva la Filodiffusione in tutta Italia (io,per esempio, vivo momentaneamente a Roma quindi posso ascoltarla, tutte le volte che torno nella mia città, Cosenza, invece no)…ma esiste comunque la possibilità dello streaming (almeno credo!).
    Cosa può offrire la radio in più o di diverso rispetto agli altri media?Di sicuro ha più fascino, perché l’ascoltatore è in grado di immaginare ogni cosa (a meno che non “guardi” tutte le trasmissioni tramite webcam) e di scoprire poi, guardando una foto sul giornale o il sito web dell’emittente, che le persone sono,almeno fisicamente, molto diverse da come si immaginava; poi, si mantiene in linea di massima a un livello più alto della televisione (tranne rari casi); in terzo luogo, si dimostra essere molto più variegata della nostra televisione nazionale, in cui i programmi davvero interessanti (non solo culturalmente, ma anche sul piano dell’intrattenimento) si contano sulla punta delle dita; e infine – cosa che amo moltissimo – c’è un filo diretto tra conduttore e ascoltatore che mi affascina molto perché, senza conoscere la persona che parla al microfono, è possibile in precisi momenti stabilire un contatto e dibattere di numerosi argomenti, come se si parlasse con un conoscente o una persona competente a cui di solito si chiede consiglio.
    Insomma…W la radio!!:)
    P.S.: Un mio sogno nel cassetto è condurre una trasmissione radiofonica!

  38. Quando penso alla radio mi viene in mente quel bellissimo film di woody allen: Radio Days. Un monumento a un epoca che non conosceva ancora la tv, un monumento venato di nostalgia per tempi andati, e che io non ho neanche vissuto, ma che formano ancora in qualchemodo il nostro bagaglio culturale.
    La mia radio, quella che ascoltavo io, è quella di Arbore e Boncompagni di Alto Gradimento. Nei primi anni di radio libere ho anche condotto un programma di jazz, a notte fonda, per una pionieristica e ormai scomparsa “radiomonteverde” (una notte arrivarono i ladri e si portarono via tutti gli impianti). Ma parlo degli ultimi anni ’70.
    Oggi solo ascolti occasionali, perlopiù in macchina, quando sono in viaggio (in città mi muovo solo in vespa): spesso rai 3, talvolta farenheit, altre volte quello che capita (mi piaceva il Fiorello di vivaradio2).
    Ho avuto recentemente la sorpresa di sentire letti un paio di miei brevi raccontini (insieme ad altri, alcuni molto belli) selezionati da Barbara Garlaschelli (oggi tra i 18 candidati alla cinquina per lo Strega) e Basilio Santoro (il conduttore) per la trasmissione “Insolita allegria” su Life Gate Radio. Peccato sia alle 6 del mattino. Comunque mi ha fatto un immenso piacere.
    Qualche volta ho sentito Massimo a Radiohinterland. Una buona trasmissione, ma il blog è un’altra cosa. Anche perchè questo è per me IL blog.

  39. @ Professor Emilio
    Carissimo, grazie di cuore per l’affetto e per i suoi interventi sempre di altissimo livello. Mi ha fatto molto piacere leggere nel suo commento i nomi di grandi letterati come Pirandello, Trilussa, Deledda, Brecht videro i quali “videro nella radio nuove possibilità per la diffusione della cultura e nacquero i «radiodrammi», testi di spessore letterario scritti appositamente per essere letti e diffusi via radio”.
    E grazie per averci parlato della trasmissione radio “L’approdo”
    Grazie davvero.

  40. @ Claudio Morandini
    Grazie, Claudio. Mi fa piacere che anche tu ami la radio.
    Metto in evidenza questo tuo “passaggio” con cui mi trovo d’accordo: “La radio ha ancora spazi e ritmi che la televisione non ha più. Approfondisce, non ha fretta, non ha paura di usare un tono alto, quando serve. Non ammicca – non può. Si fonda su un’opinione alta dell’ascoltatore – per dirne una, sa usare l’ironia più sottile perché sa che l’ascoltatore la sa decifrare”.

  41. @ Franca Maria Bagnoli
    Cara Franca, grazie per essere intervenuta. Sì, mi ricordo benissimo quando inserii “Il barcarolo” cantato da Gigi Proietti? (era il post dedicato a Roma per le strade).
    Per quanto riguarda la raccolta di racconti, da me curata, “Roma per le strade 2” (Azimut), rivolgiti pure al tuo librario di fiducia. Se non dovesse essere disponibile in libreria puoi farlo richiedere: il libro è distribuito da Pde/Feltrinelli.
    In alternativa puoi acquistarlo on line in una qualunque delle librerie virtuali… per es. Ibs: http://www.ibs.it/code/9788860031075//roma-per-strade.html
    Grazie mille.

  42. @ Salvo Zappulla
    Se dovessi condurre “Domenica in…” dopo i puntini di sospensione metterei senz’altro la parola libri.
    Mi butterebbero fuori dopo una settimana. 😉
    Grazie mille, Salvo.

  43. @ Matteo
    Il tuo contributo è eccezionale. Grazie per aver riportato i link disponibili presso gli archivi radiofonici della Rai. Hai dimostrato che la radio ha scandito i momenti salienti della storia del Novecento di questo paese.
    Grazie davvero.

  44. @ Orace
    Caro Orace, scrivi: “le grandi radio sono come le televisioni. puntano al business e agli ascolti. e funziona molto per conoscenze. punto. lo dico perché lo so. e non è che di libri gliene freghi granché. tranne eccezioni, tipo rai3 e forse radio 24.
    tieniti stretto radio h”.


    Grazie per la dritta. E sì… mi terrò stretto Radio Hinterland 😉

  45. Ciao, cara Chiara… la radio è un’ottima compagnia per chi viaggia in auto. Lo è anche per me quando vado in giro in “quattro ruote”.
    Grazie mille per il tuo intervento.

  46. @ Simona
    Carissima Simo, grazie di cuore. Sei affettuosissima come sempre.
    Ogni volta che condurrò “Letteratitudine in Fm”, penserò a te che mi immaginerai “contenuto” nella radio. :-))
    E grazie di cuore anche per le belle parole dedicate al racconto.
    Un bacio a te.

  47. Prima di chiudere metto in evidenza le domande del post…

    Cosa ne pensate della radio? La ascoltate?
    Se sì, in quali contesti (in quali momenti della giornata)?

    Che genere di programmi ascoltate?

    Cosa può offrire la radio, oggi, in più (o di diverso) rispetto agli altri media?

  48. anch’io sono un amante della radio. non posso che fare gli auguri a Maugeri per il suo programma che seguirò con molto piacere.

  49. Ascolto la radio in auto: per lavoro giro in auto.
    Cosa?
    8-8,15 Ruggito del Coniglio – Radio2
    8,16-10,00 La carica – R101
    10,00-11,00 Melog – Radio24
    11,00-13,00 Caffè blu – KissKissNapoli
    15,00-16,00 Radio Goal – KissKiss Napoli
    16,00-17,00 I Tappi – KissKissNapoli
    17,00-18,00 Sei Uno Zero – Radio2
    18,00-19,00 Caterpillar – Radio2
    19,00-20,30 La zanzara – Radio24

  50. Alterno intrattenimento ed informazione.
    Con una finestra sul mio territorio, che è Napolandia. Anche per bilanciare il fatto che ormai, con lo spostamento di Radio2 a Milano, e la preponderanza di network come R101 (di Mediaset), radioDJ, e Radio24, ormai in radio si parla con sintassi, espressioni, ed accenti lombardi.

    Trovo la radio più immediata e veloce della tv. E mediamente conduttori sono più bravi e preparati: a differenza della tv, in radio non conta l’aspetto fisico, il look e l’ammiccamento, per cui va avanti e conduce i programmi chi è preparato davvero.

    Uno dei pochi appunti che faccio ai programmi d’intrattenimento è il trattare la donna come una cretina da punzecchiare. Tipico, in questo senso, il programma mattutino di Radio2 e quello di R101.
    Trovo che R101, trasmettendo solo successi degli anni 80-90 e 2000, trasmetta musica più gradevole da ascoltare. Quando si guida, meglio ascoltare un pezzo conosciuto, anziché novità anglo-americane.

  51. Per Radio KissKissNapoli ho scritto qualcosa (ovviamente comico) per il programma “I Tappi!”. Trasmissione che è un fenomeno anomalo: vince la gara degli ascolti tutti i pomeriggi in Campania, pur essendo trasmesso da quella che è solo l’ottava radio della Campania in termini di ascolti giornalieri.
    Scrivere per la radio locale è entusiasmante e di grande flessibilità: puoi anche mandar loro il pezzo dieci minuti prima che vadano in onda.

  52. Complimenti a Massimo per la sua trasmissione a cui auguro tanto successo. E complimenti anche per il racconto:mi pare un’ottima prova narrativa.

  53. Avrei una domanda per Massimo e per tutti. L’avvento di internet ha favorito o sfavorito la radio? Credo che sia una bella questione su cui discutere.

  54. personalmente non ascolto granché la radio, nè guardo la televisione. dal punto di vista qualitativo mi pare che ci sia stato un impoverimento generale su tutti i media. questa è la mia opinione.
    comunque, auguri uguale a massimo m. per la sua attività radiofonica anche se non credo che avrò la possibilità di seguirla.

  55. La radio ha il vantaggio della non ingerenza: puoi ascoltarla senza interrompere di fare quello che stai facendo, anche in giro per la casa.
    Io di solito ascolto Radio Subasio: giusto mix di musica, parlato e pubblicità. Se solo fosse un po’ più coraggiosa e meno indolente nelle scelte musicali…

  56. letto il racconto. gradevole. mi ha anche strappato un sorriso.
    complimenti all’uomo dalla camicia azzurra anche da parte mia.

  57. Letto tutti i post. Il racconto di Massimo lo rimando a martedì-mercoledì, poi Ti farò sapere, Max. Mi aspetto molto, comunque, anche a giudicare dai commenti.
    In linea con due post che parlano, più o meno, della “radio che lascia spazio all’immaginazione”, mi permetterei di ricordare che Marshll Mc Luhan (“Understanding Media”) classificava la radio fra i media “caldi”, cioè quelli che lasciano spazio all’interazione psichica dello spettatore (al contrario della TV, mezzo “freddo” per eccellenza). Odio la TV, guardo solo le partite del Napoli su Sky.

  58. Uao Max, ho letto il tuo racconto, non ti facevo così maliziosetto. Molto, molto moraviano, che poi è il mio scrittore italico preferito. Complimenti, bel flusso. Hai capito a Max!
    Oh, poi, la radio .. che dire, bisogna essere intelligenti e pronti per condurre un programma radiofonico, il che per fortuna non è da tutti. Grande scrematura naturale. Eppure c’è qualche televisivo che ci prova lo stesso, ovviamente con scarsi risultati e figurelle magre.
    A me comunque me piasce moltissimo.

    Baci

  59. Amo IL RUGGITO DEL CONIGLIO e i fantastici Suozzo e Stinchelli della BARCACCIA… opera e humour!
    La radio è un mezzo “caldo” che fa davvero tanta compagnia. Un anno scolastico è rimasto per me indelebile anche perché accompagnato da Fiorello e Baldini.
    Ricordo i pomeriggi passati a registrare alla radio le mie canzoni preferite.
    E poi RADIO VARSAVIA di Battiato, l’importanza storica di Radio Londra…
    Radio Gaga, Video killed the radio star…
    🙂

  60. @ Maurizio De Angelis
    Caspita… ne ascolti parecchie di trasmissioni radio. Ti manca solo “Letteratitudine in Fm” per completare il tuo personale pacchetto. ;-))
    Grazie per essere intervenuto, Maurizio.

  61. @ Giulio Marino
    Grazie per i commenti, i complimenti e per aver prenotato “Roma per le strade”.
    Secondo me Internet ha favorito le radio… soprattutto le piccole (come Radio Hinterland) che oggi possono trasmettere in streaming e “conquistarsi” ascoltatori anche oltre il territorio coperto dalla modulazione di frequenza.

  62. @ “Pippo” Della Monica
    Hai ragione, Pippo. Uno dei pregi della radio è quello che ti consente di fare “altro” mentre ascolti. Mi sembra un buon “valore aggiunto”.
    Spero che il racconto ti piaccia. :-))

  63. Un saluto anche alla cara Maria Lucia.
    Vediamo se qualcuno inserisce i link RADIO VARSAVIA di Battiato e a Radio Gaga (dei Queen).
    Immagino si trovino su youtube.

  64. La radio ti lascia uno spazio di autonomia a livello visivo e immaginifico, la televisione. La televisione fa tutto, non lascia spazio al tuo immaginario. La televisione si sostituisce al tuo cervello.

  65. Per scelta non ho televisione a casa, forse sono l’unico in Italia. Ascolto solo la radio girando da una stazione all’altra, vagando come ascoltatore errante in cerca della voce giusta.

  66. Adoro la radio.Ho con lei un rapporto fatto di nostalgia e di curiosità.Mi ricorda l’infanzia quando mio padre ascoltava la mattina presto prima di andare al lavoro-e prima di andare via di casa-ascoltava la cubo brionvega di color arancione.Ho avuto tanti tipi di radioline portatili,per poterla ascoltare ovunque,la prima cosa che ho guardato nel cellulare è stata la radio,perchè appena posso ascolto. Mi piace anche in auto nei lunghi viaggi,quando non sai che pezzo metteranno,resti lì con la sorpresa,poi ti arriva una cosina che non sentivi da anni e dici:”te la ricordi questa?”Oppure mia figlia meravigliata mi fa:”ma come la conosci anche tu questa canzone?”Spesso sono pezzi storici rifatti e raccontargli che sono di tanti anni prima la lascia di stucco.Per lungo tempo sono stata “Subasiana”,cioè ascoltavo sempre Radio Subasio,ma non disdegno altro,mi piace cambiare, non sono molto fedele,piuttosto spinta dalla curiosità.Ho una tivoli sul mobiletto del bagno e la mattina accenderla è uno dei primi gesti che faccio.La radio ti lascia la libertà di ascoltare e fare altro,è una vera compagna,non invasiva,ti lascia lo spazio dell’immaginazione non impone immagini a cascata come la TV,con la radio puoi anche chiudere gli occhi e quando lo fai riesci a vedere molto di più.
    Massimo l’ho seguito da subito alla radio,è bravissimo,pimpante e con i tempi giusti,parlare di letteratura è una cosa importante,ascoltare voci che ti lasciano conoscere meglio autori,insomma spero che vada avanti e prenda sempre più spazio e gli faccio tanti complimenti!
    Il racconto su Roma è bellissimo,c’è un qualcosa di sospeso nella scrittura di Massimo che è bellissimo,perchè si completa dentro il lettore,poi un uso dei dialoghi magistrale,complimenti davvero col cuore!!

  67. La radio mi piace. E’ il primato della parola e della musica sull’immagine. Si adatta bene al libro e il libro ne esce valorizzato, quando lo merita. Aggiungo che mi pare raccolga i contributi di giornalisti e uomini di cultura più preparati della media.
    Non tutta la radio mi piace. A volte ci trovi cacofonie e cialtronerie. Soprattutto se a “farla” sono personaggi con un solo neurone che gira a vuoto. E ce ne sono.
    Non è il mezzo che fa la qualità, forse può stimolare l’immaginazione più di altri, ma restano sempre le persone a fare la differenza 🙂

    Complimenti per il tuo racconto Massimo!

    Buona settimana a te e a tutti.
    Liz

  68. Sono d’accordo con Liz, anche a me piace la radio. però anche in radio , così come in tv, mi capita di ascoltare roba buona e corbellerie varie.

  69. faccio comunque tanti auguri a Massimo, ho ascoltato le trasmissioni registrate e le ho trovate molto interessanti. Bello anche il racconto.

  70. anche io amo molto la radio – qui in ufficio ce l’ho sempre accesa di sottofondo – dalle 8 alle 16,30 mi tiene compagnia e mi fa sopportare meglio le lunghe che passo qui a fare l’impiegata – adoro la musica, la musica e’ vita – e a chi non piace la musica…….non so proprio che dire….la ritengo una persona priva di sensibilita’ – ultimamente sto apprezzando molto la musica dei GREGORIAN – arrangiamenti di musica leggera rivisitati da loro….credetemi…molto rilassante – e poi amo molto la misica new age – e i Budda Bar…che sono raccolte di tutte musiche aradisiache – e poi mi piace pure ascoltare parole alla radio – emanuela falcetti la mattina alle 6 – mentre sono in bagno e mi preparo per la giornata – insomma la radio mi tiene compagnia spesso – ora sara’ mia cura andare pure sulla frequenza di radio Hinterland..sara’ sicuramente interessante………poi vi dico – grazie saluti anna

  71. massimo, penso che a radio hinterland hanno fatto un affare inserendoti nel cast. auguri alla trasmissione.
    appena ho tempo leggo il racconto e ti dico che cosa ne penso. ciao.

  72. anche secondo me il racconto è bello. come ha già detto qualcuno mi son piaciuti i cambi di prospettiva ed i colpi di scena. bravo

  73. Rupert ha perfettamente ragione, condivido a pieno le sue riflessioni sulla libertà dell’immaginario…

  74. Cari amici,
    a proposito del racconto di Massimo così suggestivo e così profondamente annodato al mistero della città e della letteratura, vorrei invitarvi tutti alla presentazione di “Roma per le strade” che terrò qui a Siracusa il 5 Giugno, ore 18,30.
    Vi posto nel commento successivo l’invito.
    Un bacio grande a tutti
    Simo

  75. Carissimi amici
    è con molta gioia che vi invito alla presentazione di
    “Roma per le strade”, edizioni Azimut,
    antologia curata dal mio carissimo amico Massimo Maugeri.
    Massimo ha invitato alcuni degli scrittori più importanti del nostro panorama letterario e ha chiesto loro di narrare Roma attraverso i luoghi, le suggestioni, le strade.
    ***
    Sabato 5 Giugno alle ore 18,30
    avrò il piacere di avere qui a Siracusa nell’incantata cornice del residence “alla Giudecca” dove gli antichi ebrei del quartiere hanno posto l’accesso ai bagni di purificazione :
    – Luigi La Rosa
    – Massimo Maugeri
    – Tea Ranno
    per parlare con loro di queste suggestioni e del potere della parola che vive nei luoghi.
    ***
    Spero vogliate essere miei graditissimi ospiti.
    Simona Lo Iacono

    Residence Hotel “Alla Giudecca”, Via Alagona 52,Ortigia.

  76. Buongiorno Massimo,
    mi chiamo Carmen, sono direttrice della Dante Alighieri di Santa Fe, in Argentina e non so se aspetti di avere risposte da persone che abitano cosí lontano, ma mi piacerebbe risponderti:
    Io sì! Quando il mattino mi trovo a casa, durante le vacanze e il fine settimana, ascolto SOLO la radio. Le notizie sulla vita privata delle persone pubbliche non mi interessano affatto ma un po’ di cultura, qualcosa di politica nazionale ed internazionale, nuovi film, ultimi libri, interviste a persone interessanti sono i miei argomenti preferiti.
    Un abbraccio e congratulazioni! Divertiti e aiuta tutti gli esseri vivi possibili.
    Carmen

  77. Carissimo Massimo,

    Tutte le mie felicitazioni per essere sulle onde Radio!

    Si’, mi piacerebbe che tu fossi in onda su Radio Canada qui a Montreal in italiano o almeno che le tue trasmissioni fossero ritrasmesse qua.

    Infatti, non credo di potervi accedere altrimenti, visto che le onde della tua radio sono solo locali.

    Un caro abbraccio.

  78. gli amanti della radio sono un piccolo popolo. sono d’accordo con chi dice che la radio sopravvivrà nonostante l’avvento degli altri media, così come il libro di carta sopravvivrà all’ebook.
    Lunga vita alla Radio.

  79. purtroppo anche la maggior parte delle radio si sono (s)vendute alla logica del marketing, ma è pur vero i programmi radiofonici di qualità superano quelli televisivi. secondo me. e comunque chi cerca programmi culturali ha più possibilità di trovarli in radio. Auguri per la trasmissione di letteratitudine.

  80. non so se può interessare , ma segnalo questa notizia di fonte Asca.
    RAI: TUTTA LA RADIO IN TASCA. L’APPLICAZIONE PER I-PHONE

    (ASCA) – Roma, 26 apr – La direzione Radio Rai, in collaborazione con Raitrade, ha sviluppato un’applicazione che permette ai possessori dello smartphone di poter ascoltare e interagire con i programmi di RadioRai. Il progetto verra’ presentato dal Direttore di RadioRai, Bruno Socillo, e dall’Amministratore Delegato di Raitrade, Carlo Nardello, alla presenza di Paolo Romani, Viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, nel corso della conferenza stampa che si terra’ mercoledi’ 28 Aprile, alle ore 10, nella sala A della sede Rai di Via Asiago.

    L’applicazione, denominata ”Tutta la radio in tasca”, e’ disponibile gratuitamente e offre agli utenti la possibilita’ di accedere a tutti i contenuti di Radio1, Radio2, Radio3, Isoradio, Gr Parlamento, Filodiffusione e Programmi per l’estero in completa mobilita’. Questa applicazione, disponibile per ora solo per la piattaforma Apple, ma a breve anche per gli altri smartphones, consente di raggiungere un nuovo pubblico, sia in Italia che all’estero, che utilizza abitualmente terminali evoluti connessi ad internet, con i quali da oggi si puo’ non solo ascoltare il proprio canale RadioRai preferito in piena liberta’ di movimento, ma anche di creare attraverso il podcast un proprio palinsesto personalizzato.

    E’ infatti possibile ascoltare la nostra radio in diretta streaming, consultare il palinsesto e le schede di ogni singolo programma, visualizzare video e immagini relative al mondo di RadioRai e scaricare le proprie trasmissioni preferite in podcast. Inoltre, attraverso l’applicazione e’ possibile interagire con i programmi in diretta inviando sms ai conduttori e ascoltare in anteprima la playlist musicale di tutti i nostri canali. Con questa applicazione RadioRai offre i suoi contenuti nel mondo delle applicazioni smartphone attraendo un nuovo pubblico che utilizza sempre di piu’ questi terminali per ascoltare la radio o per cercare notizie e approfondimenti.

  81. @ Liz
    Cara Elisabetta, scrivi: “Non è il mezzo che fa la qualità, forse può stimolare l’immaginazione più di altri, ma restano sempre le persone a fare la differenza”.
    Credo proprio che tu abbia ragione.
    Grazie anche te per il riscontro positivo!:-)

  82. @ Simona
    Cara Simo, grazie di cuore per il bellissimo evento del 5 giugno che stai organizzando (a favore di “Roma per le strade”) in un luogo… meraviglioso, direi!
    Grazie. Grazie davvero.

  83. secoo me la radio è un medium come un altro. non sono d’accordo con chi sostiene una specie di “sacra superiorità” della radio rispetto alla televisione. per le possibilità che offre la televisione è superiore.
    per il resto, la differenza la fa chi utilizza il medium. ovvero chi sta dietro il microfono o dietro la telecamera.

  84. massimo, un commento veloce per farti tanti complimenti per la trasmissione alla radio e per il racconto.

  85. Ciao Massimo
    Scusa per il ritardo nel post ma sono stato offline per qualche giorno. Volevo ringraziarti davvero per essere stato parte di Nu Poets che, da quando sei arrivato, ha davvero cambiato volto. La tua capacità di essere incisivo nella tua essenzialità, il tuo gusto nello scegliere ospiti e argomenti, la volontà di proporre sempre attività nuove ha fatto davvero la differenza. Come sempre ti ho detto, non sei mai stato ospite di Nu Poets, ma una parte integrante. Era da tanto che parlavamo di una tua trasmissione “propria”, e per quanto possa dispiacermi non averti più a bordo, sono estremamente contento che tu possa proseguire il tuo cammino strutturando un format tuo personale. Non ti manca davvero nulla, credimi, per non puntare in alto anche nel mondo radiofonico.
    Picchia duro!

  86. @ Mario
    Hai ragione, quando sostieni che “la differenza la fa chi utilizza il medium. ovvero chi sta dietro il microfono o dietro la telecamera”.
    Nel mio caso spero solo di non fare la differenza… in negativo. 😉

  87. @ Luca Corte
    Caro Luca, ancora grazie a te per avermi accompagnato (e instradato) in questo viaggio a modulazione di frequenza.
    Continuerò ad ascoltare Nu poets via web. Per il resto, ci aggiorneremo. 🙂

  88. Salve a tutti, ciao Massimo,
    grazie di cuore: e’ bello il fatto di parlare della radio qui, perche’ per me la radio e’ stata uno dei primissimi amori: vi ho lavorato come speaker per dieci anni, conducendo programmi cultural-musicali in ben quattro emittenti private umbre – Radio Perugia Uno, Radio Foligno Uno, Radio G e Radio Umbria Due, ora purtroppo scomparse.
    La radio, negli anni Ottanta-Novanta, era sinonimo di liberta’ espressiva e sovente anche di cultura, letteratura, arte. Io, che sono un notturno di natura, ”trasmettevo” per tre ore al giorno, dalle 21 alle 24, cinque giorni a settimana, scegliendo liberamente brani musicali e letture. Ed essendo pagato, ovviamente. E’ stato fin’ora il lavoro piu’ bello che abbia fatto. Senza dubbio. Ho forse letto piu’ libri in quel periodo (iniziato nel 1982 e conclusosi nel 1992) che mai (ne’ prima ne’ dopo).
    Tuttavia il lavoro del lettore-presentatore radiofonico oggi non ha piu’ molto fascino, almeno in genere: e’ tutto preordinato, gia’ stabilito con freddi criteri aziendali e di marketing (la scaletta in primis); la regia della messa in onda non la potrei mai piu’ fare da solo; i tempi sono divenuti frenetici: annunciare e via, pubblicita’ e via, in fretta, senza spazio per le riflessioni e la lettura.
    Pensate che traducevo dall’inglese mentre il brano andava in onda e alla fine del pezzo musicale leggevo la traduzione del suo testo (uno stralcio ovviamente, mica tutto)! Alternavo musica classica, italiana, jazz, rock, in tutta liberta’. A 7000 lire l’ora (nel ’92) di paga. Era abbastanza all’epoca.
    Tempi ormai finiti? Chi lo sa. Vivo fuori Italia e quando torno e accendo la radio, la situazione e’ poco felice. Almeno per le mie orecchie. Sembra di sentire una continua hit parade con speaker che stanno li’ per bellezza, o a dire fesserie fra uno spot e l’altro.
    Spero di essermi sbagliato, ma se la situazione nazionale e’ questa, povera emittenza radiofonica indipendente!
    Salutoni

  89. P.S.
    Ovviamente salvando i presenti. Io parlavo della situazione generale. Non vorrei esser frainteso. Esistono mosche bianche, per fortuna, si evince da questo post.

  90. Grazie per il tuo intervento, caro Sergio.
    Magari potresti proporti lì a Lubiana per condurre una trasmissione culturale alla radio in lingua italiana. Perché no?

    p.s. Non vengo pagato da Radio Hinterland per condurre la trasmissione, ma “Letteratitudine in Fm” è uno spazio assolutamente libero, autonomo e indipendente. E questo, per me, non ha prezzo.

  91. Purtroppo – e anche per fortuna – i programmi in lingua italiana qui gia’ esistono, ma a Capodistria, a 110 chilometri da Lubiana. Altri programmi in italiano della Radio Nazionale vengono gestiti internamente. Non si entra, insomma. Ci provai gia’ a Tele-Radio Capodistria, ma senza risultati: e’ appalto degli italiani di qua.
    Pagamento: per forza mi dovevano pagare, in Umbria: facevo 15 ore settimanali di programmazione – e professionalmente: regia, messa in onda, selezione brani, tutto. Insomma era un lavoro fisso quotidiano, non un programma una tantum.

  92. Caro Sergio, mai dire mai.
    In alternativa potresti imparare lo sloveno davvero bene e proporti in lingua del luogo.:-)

    Be’, certo… con 15 ore settimanali di programmazione (escludendo la parte preparatoria) parliamo di un lavoro vero e proprio.

  93. Mentre studiavo, era una buona mano economica per me… inoltre restava un lavoro creativo e libero. Bellissima, la radio locale degli anni Ottanta-Novanta. Mi occupava in tutto piu’ di sei ore al giorno – la preparazione, gia’, e il viaggio Perugia-Bastia Umbra in treno ogni giorno. Tempi eroici, caro Massimo!
    Ho sentito (via Internet) una puntata anche di ”Letteratitudine in FM”: ben fatta! Eravate tu, Giubilei e Lupi insieme. Veramente ben fatta.

  94. … Imparare lo sloveno fino ad essere all’altezza di fare un programma culturale radiofonico… chimera… ohi ohi!

  95. Nei giorni scorsi ho ricevuto l’invito a relazionare nel corso di un evento molto interessante. Un invito rivoltomi non in quanto scrittore e/o creatore di questo blog… ma con riferimento alla trasmissione radiofonica da me curata e diretta su “Radio Hinterland”: Letteratitudine in Fm.
    Un invito che mi ha molto lusingato. Per questo ringrazio Riccardo Cristilli (caporedattore del media universitario perugino “Radiophonica”), uno degli organizzatori dell’evento.
    Purtroppo non avrò la possibilità di essere presente, ma ci tengo moltissimo a promuovere il Festival radio universitarie (FRU) che si terrà il 27-28 maggio prossimi a Perugia.

  96. Un evento importante, dicevo, che prevede la partecipazione di tante belle realtà radiofoniche. Tra gli altri, veri e propri big: Alma Maria Grandin (Giornalista Tg1), Susanna Tartaro (Fahrenheit), Chiara Galli (Il cantiere, Radio3), Stefano Della Casa (Hollywood Party, Radio2), Lucia Cosmetico (Libro Oggetto, Radio 2).

  97. Vi invito a continuare discutere della radio come “media”, se vi va…
    Cosa ne pensate della radio? La ascoltate?
    Se sì, in quali contesti (in quali momenti della giornata)?

    Che genere di programmi ascoltate?

    Cosa può offrire la radio, oggi, in più (o di diverso) rispetto agli altri media?

  98. Davvero lodevole l’idea di organizzare un Festival radio universitarie.
    La dicitura FRU mi sa un po’ di frullatore, ma in senso positivo. Nel senso cioè che include, al suo interni, la presenza di più voci.
    Bravi. Se fossi dalle parti di Perugia verrei senz’altro.

  99. Per quanto riguarda le domande.
    a) Cosa ne pensate della radio? La ascoltate?
    spesso. quando lavoro lascio sempre un sottofondo musicale. mi piace molto la musica classica e alcuni programmi di radio tre

  100. b) Cosa può offrire la radio, oggi, in più (o di diverso) rispetto agli altri media?
    per me la radio è sempre stata espressione di libertà e di movimento.
    di libertà per il messaggio, di movimento ( anche fisico ) di chi ascolta.
    se per guardare un programma tv o leggere un articolo di giornale devi stare fermo e concentrato sul media, per la radio non è così. ascolti e puoi fare altro.

  101. Caro Massimo un grande in bocca al lupo per la tua partecipazione a questo evento!Inutile dirti che meriti in pieno l’invito che ti è stato fatto e sono sicura che saprai rendere con il tuo tocco”azzurro” tutto un pò più magico!
    😉

  102. Vince ha ragione. Viviamo una società che va sempre di fretta, che ci impone movimento e rapidità. La radio rimane l’unico vero medium che ci “accompagna” senza vincolarci a luoghi e che per fruirne non pretende “l’esclusività”.

  103. Da ex conduttore e programmatore radiofonico, le mie opinioni sono ovvie: se utilizzata per finalita’ culturali, la radio e’ il massimo (dopo il libro).
    ”Amo la radio perche’ vive tra la gente, entra nelle case, ci parla direttamente (…). Se una radio e’ libera, ma libera veramente, l’amo anche di piu’ perche’ libera la mente” (Finardi)

  104. Perugia e’ stata la mia citta’ per 14 anni: e’ una bella citta’, internazionale ed universitaria e nonostante una certa chiusura mentale di alcuni miei ex concittadini, fa sempre delle cose interessanti e spesso si pone all’avanguardia in molti campi. Questa del festival radio universitarie e’ una bella idea. Peccato che lo stesso non sia per l’editoria: non c’e’ una casa editrice nazionale vera e propria che produca narrativa di qualita’. In Sicilia c’e’ Sellerio, da noi? Peccato.

  105. Nei primi anni di università, invece di studiare, conducevo un programma radiofonico su RADIO EUROSICILIA INTERNATIONAL e, dal momento che ho sempre parlato un pò alla svelta da tipa spigliata, mi dicevano che ero brava. Fu un esperienza di breve durata che, a distanza di anni, mi piacerebbe rifare, magari con meno spazio alle canzonette e più respiro ai temi culturali…
    Caro Massimo il tema da te aperto sui media, ad iniziare dalla radio, è molto interessante, becca l’industria della cultura che viene divisa dagli studiosi in masscult e midcult, la quale, a sua volta, contiene livelli qualitativi di comunicazione molto diversi.
    Per farla breve ti scrivo cosa piace a me.
    Prediligo voci che al microfono sappiano fare un pò di teatr e di intrattenimento, nel senso che un programma radiofonico dovrebbe essere divertente e contemporaneamente stimolante dal punto di vista intellettuale, quindi sì ad un linguaggio semplice ma profondo, piacevoli gli interventi di intellettuali che si rivolgono al pubblico con una comunicazione accattivante, ma, sono sincera, alla radio secondo me funziona l’attore, colui o colei che sappia far applaudire interiormente l’ascoltatore, nel senso che non c’è il battito delle mani diretto verso chi fa la radio, ma può nascere un plauso di alto gradimento che fa ricordare l’appuntamento al programma.
    Ciao
    Rossella

  106. Massimo:potresti partecipare oltre che con il cuore con un collegamento radio,a parte la promozione dell’evento che stai facendo.oppure organizzare una puntata di letteratitudine su questo evento e colloquiare con qualche ospite come sai fare tanto bene ,così da farci partecipare un pò tutti! 🙂 E poi il tocco azzuro ha un non so che di magico perciò arriva in maniera virtuale dappertutto!…anzi smettila di tirarmi per il braccio che mi fai male!!!!!
    Buon giornata

  107. Se continua cosi’, questo spazio di Letteratitudine diventera’ una specie di spiaggia dove approdano gli scheletri di ex presentatori radiofonici trapassati… ah ah ah… le balene e il capitano Achab-Maugeri…

    Ciao cara Rossella, il piacere e’ reciproco, come sempre.

  108. Rossella: penso che sia l’attore bravo che l’intellettuale bravo motivato e appassionato creino una radio di qualita’. Se avessi qualche soldo creerei una radio fatta di sceneggiati radiofonici, programmi musicali a tema (solo classica, solo jazz, solo popolare, ecc.), dibattiti sul libro in genere con recensioni eccetera e informazione approfondita con editoriali lunghi e ben fatti. Priorita’ alla cultura della parola, in ogni caso. Torniamo alla parola di alto livello e di scelta selezione.

  109. Eh gia’, Massimo: quand’ero giovane ho anche cantato in un gruppo rock che si chiamava ”Radio”… Adesso che ho quarantacinque primavere sul groppone la ascolto su Internet, ma pochino, ohibo’…

  110. Caro Massimo il tema da te aperto sui media, ad iniziare dalla radio, è molto interessante, becca l’industria della cultura che viene divisa dagli studiosi in masscult e midcult, la quale, a sua volta, contiene livelli qualitativi di comunicazione molto diversi.

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