Aprile 19, 2024

115 thoughts on “AVANA KILLING, YOANI SÁNCHEZ E LA SITUAZIONE CUBANA

  1. Poi…
    i tre punti di questo post:
    1. Dibattito sul romanzo “Avana Killing”: con l’autore e tutti coloro che hanno già letto il libro
    2. Discussione sulla situazione cubana post-Fidel
    (A proposito, qual è la vostra personale percezione di Cuba?)
    3. Presentazione di Yoani Sánchez

  2. Un saluto a tutti e grazie a Massimo che ha voluto parlare del mio nuovo libro, che – per la prima volta nella mia attività editoriale – esce in edicola. Mi limito a rispondere al punto 2, su Cuba, per dire che al momento non sta cambiando niente. Raul Castro ha messo un po’ di cosmetico sulle rughe concedendo telefonini ed elettrodomestici (che nessuno si può permettere, salvo chi vive in maniera poco onesta oppure ha parenti ricchi all’estero), un po’ di terre incolte (infestate di arbusti, ma almeno è una manovra utile) e poco altro. I veri problemi di Cuba sono: la doppia moneta, la mancanza di libertà, il non rispetto dei diritti umani, gli stipendi statali da fame, la totale assenza di iniziativa privata…. mi fermo, ma non avrei finito.

    Gordiano Lupi
    http://www.infol.it/lupi

  3. Dopo qualche ora di traduzione dallo sloveno e qualche altra di insegnamento del sermo dantesco, sto andando a dormire il sonno dei ”giusti”. Ma un momento per mandare un fugace saluto a Gordiano e al Maugger lo si deve trovare, perdinci!
    Sergio

  4. Buona giornata a tutti.
    Oggi sono mattiniero, perchè ho degli impegni. Mi riprometto però di tornare sul blog nel primo pomeriggio. Non ho ancora letto Avana Killing e quindi non potrò esprimermi. E’ diverso invece per Cuba, perchè seguo da diversi anni l’amara vicenda di questo paese, che con l’ascesa al potere di Fidel Castro sembrava avere tutte le premesse per un suo riscatto. E invece non è stato così, perchè il dittatore cubano non si è messo al servizio della nazione, ma l’ha considerata cosa propria. In questi casi non può venir fuori nulla di buono e così, dopo una speranza iniziale, il popolo è piombato nello sconforto e anche nella miseria.
    Il dopo Castro, caratterizzato da soggetti della vecchia nomenklatura, è un semplice specchietto per le allodole, con cui si cambia solo in apparenza, cioè a parole. Ma i fatti sono evidenti, come nel caso di Yoani Sanchez, impedita a venire (non a emigrare) in Italia.
    L’uragano recente non ha fatto poi che acuire i problemi economici che non sono assolutamente mutati con il nuovo corso; faccio rilevare che se un cittadino cubano non può uscire legalmente dal suo paese, Raul Castro invece può venire a villeggiare in Italia in hotel non certo economici.
    Questo dà la misura di una situazione che non è certamente cambiata.

  5. Avana Killng è un libro perrfetto.Con la solita grande tensione narrativa, attraverso una trama avvincente, Gordiano presenta il vero volto di Cuba. La storia e i personaggi catturano senza riserve il lettore.
    La Cuba povera che vive di espedienti, quella della povera gente che no ne può piùdi Castroe del periodo specialeè ancora una volta alcentro della narrativa di Gordiano Luoi, che personalmente ringrazio per la sua attività editoriale che ci ha fatto conoscere il dramma del popolo cubano che vive nella disperazione il disncanto della rivoluzione.
    Anche Avana Killing si colloca in questo filone.Dopo averlo letto tutto d’un fiatoti fermi a pensare a questa meravigliosa isola che non riesce a liberarsi del suo tiranno.Un libro che consiglio caldamente a tutti i Gianni Minà del mondo.
    nicola vacca

  6. Concordo con Nicola Vacca. Da anni ricevo le newsletter di Gordiano Lupi ed è importante che qualcuno contribuisca a smontare certi pre-giudizi o idee falsate su Cuba. Mi ricorda un po’ Peppone e don Camillo che vanno in Russia, uno a realizzare il sogno di vedere il paradiso dei proletari, la patria santa del marxismo, l’altro deciso a combattere contro il regno degli atei mangiapreti. Entrambi crescono perché Peppone dovrà ricredersi, almeno in parte, mentre Don Camillo apprezzerà l’umanità del popolo russo e il coraggio di chi vive la sua fede di nascosto.

  7. Cara Maria Lucia,
    tra l’altro io sono andato a Cuba nei panni di Peppone! E sono tornato Don Camillo… Aggiungo su Yoani Sanchez che l’avevamo invitata in Italia per parlare al Pisa Book Festival e subito dopo a Piombino (Ottobre piovono libri – diretto da Andrea Panerini). Non l’hanno mandata, come non la mandarono a ritirare l’Ortega y Gasset a Madrid. Perchè fa così paura la libertà di espressione? Perchè non si lascia libera una cittadina di uscire dal proprio Paese, parlare all’estero e rientrare?

    Gordiano Lupi

  8. Del libro mi sono piaciuti due elementi: da una parte l’intreccio narrativo (la seconda storia, quella parallela sulla pornografia, mi ha stupito moltissimo: non me l’aspettavo…) e dall’altra lo sfondo. Gordiano è stato davvero bravo a dipingere la sua Cuba, quelle di cui ci parla da anni, ben lontana dagli stereotipi che ci propone la televisione. Una Cuba quotidiana che lui conosce bene e che ha mille sfaccettature: dagli autobus stracolmi al caffè “passato” più volte, dalle attività “particular”, elementi di piccolo “capitalismo” in un mondo chiuso, alla cuba magica già descritta nell’omonimo saggio di qualche anno fa.
    Un bel libro, insomma.

  9. Grazie Andrea, lo scopo principale – infatti – non era quello di scrivere un giallo (che pure c’è e – a quanto dicono- non è neppure fatto male), ma raccontare la mia Cuba attraverso lo strumento del romanzo popolare. A novembre uscirà MI CUBA (per Mediane di Milano), ma quello sarà un racconto di taglio saggistico – fotografico. Adesso mi premeva scrivere una storia sulla Cuba che ho conosciuto.Non è la sola che ho scritto, ma è l’unica ad aver avuto distribuzione adeguata.

    Gordiano Lupi

  10. Credo di sì, sento prima l’editore e poi devo postarlo da casa…
    Trova il libro in ogni edicola, comunque. Pure quelle che non ce l’hanno possono ordinarlo…

    Gordiano Lupi

  11. c’è una domanda che volevo porre a gordiano lupi da tempo. più che altro è una curiosità.
    da dove deriva, come nasce, il suo interesse per cuba? perché cuba, e non un altro luogo del mondo?

  12. A me pare che dopo Fidel la situazione cubana sia molto migliorata. D’altra parte non si poteva pretendere un cambiamento radicale dall’oggi al domani. Cambiamenti di quel tipo si ottengono con gli spargimenti di sangue. meglio così, allora. Un passo alla volta.

  13. Cara Martina,
    il mio interesse per Cuba (come molte cose nella vita) nasce da una storia d’amore. Ho conosciuto la mia seconda moglie all’Avana nel 1999 e da quel momento per me Cuba è diventata un luogo dell’anima. Purtroppo non ci posso più andare perchè il regime non gradisce i giornalisti e gli scrittori critici con la situazione e le scelte…
    A Luigi rispondo che per verificare la realtàdellasituazione cubana dovrebbe leggere il blog di Yoani Sanchez nella mia traduzione italiana (Generacion Y). Il link è indicato sopra, credo. No, mi spiace contraddirti, ma purtroppo non è vero che la situazione è migliorata. Dopo i due cicloni di settembre Cuba è in ginocchio, ma la colpa non è da attribuire soltanto alla furia dei venti. Ho parenti e amici che vivono a Cuba. Mi dicono che non si trovano facilmente generi alimentari nemmeno disponendo di dollari. Per assurdo, dopo Fidel, c’è il rischio di una sterzata ideologica maggiore, di uno Stato di polizia ancora più autoritario. Manca un uomo carismatico come Fidel alla guida del Paese, il fratello è di ben altro spessore… e i problemi sono gli stessi di prima.

    Gordiano Lupi

    Gordiano Lupi

  14. Volevo aggiungere che sto curando e traducendo un libro di Yoani Sanchez per Rizzoli. Credo che uscirà nel 2009 e che servirà a far luce sulla Cuba vera. Un conto è che certe cose le dica e le scriva un italiano, un altro è che abbia il coraggio di metterle nero su bianco una cubana. Molto importante anche che ci sia dietro un grande editore che può diffondere bene il libro. Purtroppo la vera Cuba resta confinata nella piccola editoria, mentre le veline castriste e i falsi messaggi tranquillizzanti ricevono vasta eco.

    Gordiano Lupi

  15. Come tutti gli altri testi di Lupi è di difficile inquadratura di genere anche Avana killing. Lo stile resta paratattico e offre spunti di riflessione ed indagine pur mantenendo alta la curiosità del lettore.
    I personaggi sono analizzati nei particolari della loro vita , scandagliati dalle movenza alle azioni ,dal crimine a ciò che lo ha mosso, senza giudizio, accuse e distinzioni ; sembra così che l’autore ,oltre che entrare nella trama ed articolarla , sia regista di un gioco più alto ,quello di una regia della vita accompagnata da bene e male, da amori e superbie nell’ambientazione sfumata e nostalgica di Cuba.
    patrizia garofalo

  16. Io ho letto un romanzo di Gordiano ambientato a Cuba e posso dire che la conosce come pochi. E’ drammatica la situazione di quel popolo, ridotto alla fame e alla prostituzione per sopravvivere. Sono sempre dalla parte di chi si intesta battaglie ideologiche a favore degli oppressi. Quindi, bravo Gordiano.

  17. Grazie Salvo e grazie Patrizia. Questo libro lo trovate in edicola. Pure in Sicilia, pensa! Lo hano comprato alcuni amici miei di Mondello e Palermo.

    Gordiano

  18. Qualcuno mi aveva chiesto una parte del libro. Posto il primo capitolo che introduce all’ambientazione caraibica. Spero di farvi venire voglia di leggerlo tutto.

    Gordiano

    AVANA KILLING

    CAPITOLO PRIMO

    Storia di Isabel e Roberto:
    fatiche e delusioni
    Isabel si chiedeva perché fosse accaduto proprio a lei. Da più di un mese Roberto era ricoverato all’ex Ospedale Militare della Villa Panamericana e non dava segni di vita. Coma, avevano detto i medici. Coma profondo. E nessuno ne comprendeva il motivo. Suo figlio era sprofondato in un letto, collegato con dei fili ai monitor e alimentato con delle flebo.
    La povera donna provava a darsi coraggio e cercava di convincersi che si trattava di uno strano virus e che prima o poi avrebbe abbandonato il corpo del figlio. Le restava soltanto quel ragazzo di vent’anni e non voleva perderlo. Senza di lui la sua vita non avrebbe avuto più senso.
    Isabel era rimasta sola con Roberto quando lui aveva cinque anni. Fu allora che il marito scappò a Miami a bordo d’una zattera. Enrique era stato membro del partito e aveva frequentato la redazione del Granma, sognando di diventare giornalista, aveva creduto in quella rivoluzione e nelle idee socialiste. Era vero che con il tempo la passione si era stemperata. Era vero che le cose erano cambiate. Ma lei non capiva perché la delusione avesse portato suo marito al punto di voler scappare da Cuba come se fosse diventata una prigione. Isabel invece amava lo stesso la sua terra, non era disposta a fuggire con lui.
    Discutevano spesso del suo progetto di espatriare, per andare a cercare altrove la libertà e una nuova vita. Lui cercava di convincerla a seguirlo con il loro bambino, ma lei era irremovibile. Non riusciva a vedersi in una terra straniera, lontana dal suo mondo.
    “Ci siamo”, aveva annunciato una sera. “Finalmente ci sono degli amici che stanno organizzando delle zattere. Dobbiamo decidere, o adesso o mai più”.
    Erano due posizioni inconciliabili: lui sognava una nuova vita, al di là di quel braccio di mare che li separava dalla Florida, lei era tenacemente legata a quella realtà, per quanto fosse dura e senza prospettive future.
    “Pensa al futuro di nostro figlio”, diceva lui per convincerla. “Negli Stati Uniti avrebbe molte opportunità, potrebbe fare grandi cose”.
    “Il futuro di nostro figlio è qui, non da profugo in terra straniera”, si ostinava lei.
    Fu così che Enrique, quando le zattere furono pronte a salpare, prese la decisione. “Io me ne vado, Isabel. Non ne posso più di stare qui a morire di fame. Voglio provare a fare le cose in cui credo”.
    “E tu pensi che dove andrai lo potrai fare?”
    “Almeno potrò provarci”.
    Non si erano detti altro. Lui era partito la notte stessa da Mariel con altri disperati. Le zattere erano riuscite a passare inosservate tra le maglie delle motovedette di sorveglianza e ad approdare sulla costa degli Stati Uniti. E Isabel era rimasta sola col suo bambino.
    I primi tempi erano stati durissimi. Lei non faceva che piangere, mentre il piccolo le tirava la gonna e chiedeva: “Cosa c’è mamma? Perché piangi?”.
    Lei scuoteva la testa. “Non è niente, Roberto. Il tuo papà un giorno tornerà e saremo felici come prima”.
    Invece Enrique non era tornato e non aveva più dato notizie di sé. A Isabel non restava che considerarsi vedova, tirare su da sola quel figlio che cresceva bello e sano e più cresceva più assomigliava al padre, le ricordava gli occhi neri e profondi, i capelli arricciati e il sorriso aperto che illuminava un viso fiero e spavaldo.
    Isabel aveva un buon lavoro, anche se mal pagato. Era maestra alla scuola primaria di Alamar e qui iscrisse anche il figlio, così lo poteva portare con sé in classe e accudire mentre era in servizio. E poi lavorare la faceva star bene, il contatto con i ragazzi, sapersi utile a qualcuno era pur sempre una cosa importante. Ma i pochi pesos dello stipendio non bastavano per provvedere a tutte le necessità della casa e del bambino. Doveva cercare un’altra fonte di reddito.
    Per una bella donna come lei sarebbe stato facile procurarsi dei guadagni extra, vista l’abbondanza di turisti disposti a pagare per procurarsi un incontro erotico, ma Isabel non era disposta a simili compromessi. Non solo non valorizzava la sua bellezza, ma faceva di tutto per occultarla. I suoi meravigliosi capelli biondi si limitava a lavarli, senza mai metterli nelle mani di un parrucchiere. Il suo corpo esile e slanciato veniva avvolto in pantaloni e giubbetti jeans. Si poteva dire che nessuno avesse visto le sue gambe e la scollatura del suo seno. Solo i suoi occhi, i suoi luminosi occhi azzurri non riusciva a mascherarli. Anche se talvolta resi opachi dalla tristezza e dalla fatica, quegli occhi catturavano subito l‘attenzione. Ma la compostezza e la dignità del suo atteggiamento non incoraggiavano nessuno alla confidenza, nessun uomo dei pochi con cui veniva a contatto si permetteva di molestarla.
    Una fonte di guadagni supplementari la trovò nel commercio clandestino. Trafficava con ogni sorta di merci. Alimentari, soprattutto. Vendeva in città quello che comprava dai contadini. Non mancavano i rischi perché il mercato nero era una cosa controrivoluzionaria che la legge puniva con la galera. Quando Roberto compì dieci anni Fidel proclamò il cosiddetto periodo speciale. Isabel ricordava bene quel discorso, perché andò in Piazza della Rivoluzione a sentirlo. Furono parole dure e preoccupate quelle del lider maximo. Ci sarà da stringere la cintura e rimboccarsi le maniche, disse. Parevano soltanto parole, uno dei tanti lunghi discorsi che avevano lo scopo di tenere desto lo spirito rivoluzionario. Isabel non avrebbe mai immaginato quello che sarebbe accaduto dopo. Era caduto un muro a Berlino e un mondo diviso in due blocchi non esisteva più. Fuori dall’orbita dell’Unione Sovietica, Cuba rimaneva sola a lottare, ultimo baluardo di ideali che il tempo stava sgretolando inesorabilmente ovunque. E i cubani, ormai soli, senza alleati e senza risorse, ne avrebbero subito le conseguenze. La ricetta era soltanto soffrire, rinunciare al superfluo e perfino al necessario. Questo era il senso delle parole di Fidel.
    Isabel ricordava di aver passato anni senza assaggiare il sapore della carne, la tessera del razionamento permetteva di comprare una sempre minore quantità di alimenti. Alla bodega gli scaffali erano quasi sempre vuoti. La stampa e la televisione incolpavano di tutto l’embargo statunitense, spietato affamatore d’un popolo che però non cedeva, a denti stretti reagiva alla prepotenza del più forte. Cominciarono a sparire gatti e cani per le strade di città e paesi e all’Avana c’era chi diceva che il fegato che vendevano al mercato nero venisse dai cadaveri dell’obitorio. Furono anni duri. Isabel ricordava di averli affrontati con coraggio e di aver patito la fame perché a Roberto non mancasse niente. Quando era libera dalla scuola andava alla fabbrica di plastica di Guanabacoa vicino al Cementerio Viejo e qui attendeva che i capi azienda cessassero il servizio. Isabel era d’accordo con alcuni operai e comprava da loro a poco prezzo bicchieri, piatti, secchi, bottiglie di plastica che poi rivendeva con un piccolo guadagno ai ristoranti di Alamar. Oppure acquistava scatole di biscotti nella fabbrica sulla via Blanca, poco prima della Rotonda di Guanabacoa. Uno scatolone di biscotti glielo davano per cinquanta pesos e lei poteva rivenderli a più del doppio. Poi c’era il Ristorante Pio Pio di Guanabacoa che serviva pollo fritto e patate a ogni ora del giorno ai pochi cubani che se lo potevano permettere. Isabel era diventata amica dell’amministratore e del capo dispensa che le fornivano quotidianamente venti libbre di riso e un buon quantitativo di fagioli per cento pesos. Il riso e i fagioli si vendevano bene un po’ ovunque, poi quel che avanzava lo portava a casa per metterlo in tavola.
    Unico conforto in quella vita dura e senza svaghi erano le sue visite alla parrocchia di Alamar, la chiesa della Caridad, dove officiava padre Antonio. Quel prete le era sempre piaciuto, le incuteva affetto e soggezione insieme. C’era qualcosa di ieratico e di particolarmente solenne nel modo in cui diceva la messa, specialmente quando si voltava verso i fedeli con quelle sue grandi mani benedicenti.
    Isabel andava in parrocchia non solo alla messa della domenica ma, quando poteva, anche durante la settimana, magari con la scusa di confessarsi. Padre Antonio, con quello sguardo buono e saggio, riusciva sempre a dirle qualcosa che le risollevava o spirito. A volte parlavano a lungo anche fuori dal confessionale, nella grande sacristia o anche seduti sui gradini del sagrato. Isabel gli confidava le sue pene, i suoi crucci, i suoi piccoli peccati. E soprattutto gli parlava di Roberto, gli chiedeva consiglio per crescerlo e fare di lui un uomo coscienzioso e responsabile.
    Per fortuna Roberto cresceva in fretta, a quindici anni già portava a casa denaro e si dava da fare. Vendeva pepeghé ai turisti, quelle pastiglie energetiche di colore giallo che curano il colesterolo ma hanno anche prodigiosi effetti sulla virilità dei maschi. Trafficava con puri cubani comprati di contrabbando dagli operai della fabbrica di sigari vicino al Capitolio. Procurava ragazze ai turisti. Era minorenne e rischiava poco, la polizia non lo perquisiva e lo lasciavano passare. Lei era contenta di quel figlio che nel fisico era tutto suo padre ma aveva un carattere completamente diverso.
    “Mamma, io non ti lascerò mai e con me sarai sempre al sicuro”, le aveva detto il giorno del suo diciottesimo compleanno, davanti a un dolce che avevano acquistato non senza sacrificio.
    Isabel era nata davanti al mare di Alamar, in faccia all’oceano. Aveva sempre visto le barche dei pescatori spingersi oltre l’orizzonte di buon mattino. Aveva sempre saputo fare a meno del superfluo. Non si vive per avere, diceva Fidel. Per lei era sempre stata quella la regola di vita. Lei aveva suo figlio e quella era la ricchezza, non desiderava altro. Un modo per vivere lo avrebbe sempre inventato.
    I cubani qualcosa inventano sempre, le diceva suo padre quando era piccola, anche quando c’era l’odioso dittatore Fulgenzio Batista inventavano. La Rivoluzione avrebbe dovuto cambiare le cose e lo Stato avrebbe provveduto a tutto. Ma questo non era più vero da tanto tempo, purtroppo.
    Roberto cresceva ed era sempre più di aiuto. Le strade dell’Avana divennero presto per lui terreno di caccia. Era un bel ragazzo, di alta statura, con le spalle larghe e i modi sicuri. Piaceva a tutte le donne e lui aveva imparato a piacere soprattutto a quelle che pagavano. Incontrava straniere di tutte le età, le accompagnava a ballare, faceva conoscere gli angoli segreti della capitale, e dopo aver fatto la guida turistica finiva a letto con loro. Aveva capito da tempo che vivere voleva dire lottare, senza guardare troppo per il sottile. E lui lottava, con il sorriso sulle labbra, come sua madre gli aveva insegnato a fare, perché la vita era quella e andava vissuta con coraggio. Anzi, con spavalderia.

  19. buondì, arrivo dal post italiano di Yoani, e leggerò questo tuo giallo proprio perchè m’ha intrigato l’intreccio tra noir,sussualità e magia, il tutto nel Paese che ricordo più lucidamente nonostante il tempo.
    Ma che manca una grande personalità carismatica non me l’aspettavo…. non ne abbiamo abbastanza? non è ora che chi può fare faccia e si defili? non sarà il momento della partecipazione di un pò tutte le parti, e le persone, interessate alle cose? direi fosse per me basta con sti grandi della terra, lo siamo tutti ormai abbastanza grandi, no?

    a presto, avrò letto il racconto.
    cordialmente,
    giuseppe

  20. Caro Giuseppe,
    mi fa piacere che tu legga il romanzo. E’ molto di più che un giallo, credimi. E’ la storia della sofferenza della povera gente. Il giallo c’è perchè ci doveva essere, ma non è la cosa (per me) più importante. Credo che si intuisca sin dal primo capitolo… Ti rispondo sul fatto del carismatico. Mi sono espresso male, forse. Non è che rimpiango l’assenza di un uomo carismatico, pure io vorrei una partecipazione diffusa, una democrazia. Dico solo che a Cuba non è possibile avere una partecipazione democratica, perchè è un regime dittatoriale. Se una dittatura viene retta da un personaggio con poco carisma c’è il rischio di una recrudescenza di violenza. Leggi pure Yoani cosa dice: “Non mi meraviglierei se venissero celebrati dei processi esemplari per riaffermare il socialismo”.

    Gordiano Lupi

  21. Rispondo a Massimo. Non credo che il blog di Yoani verà chiuso. I problemi interni che provoca sono pochissimi. A Cuba non è per niente popolare… (come potrebbe?). E poi a Cuba il blog non si può leggere, non è visitabile, è oscurato. Lo leggiamo solo all’estero. Non è il solo blog di dissidenti e di persone in disaccordo con il regime…

    Gordiano Lupi

  22. adesso che è postato il primo capitolo, è più chiaro quello che volevo dire , le pagine si snodano sull’amore per un figlio, su una donna che vive di poco e molto inventa, sulla sua storia di una persona sola, caparbia nel voler rimanere nella sua terra. ” per il terrore della nostalgia” scrive Ruiz in Adios Fidel.
    amore per cuba, amore di madre, bellezza di marisol, la sua dedizione al figlio “mamma rimarrò sempre con te” certo non sono l’incipit tradizionale di un noir.
    nel romanzo c’è molto e molto di più.
    condivido anche la scelta dell’edicola come luogo di vendita.

  23. Un vero racconto per flash dentro un filo continuo, oltre il tono discreto e rapido.
    Ho trovato tratti evocativi che vanno oltre la essenzialità della scrittura, le immagini e quel sapore di desolazione e solitudine che, per l’evidenza dei problemi e l’abbandono, trasmette la vita ed il paesaggio di Cuba.
    Cercherò di leggere malgrado il giallo e la magia, per mia allergia. Per la scrittura rapida e chiara ma che evoca sentimenti per immagini e realismo di contesti.

    ps. il carisma tende ad essere populismo e demagogia, Fidel è fermo ai suoi 12 punti del ’56, una sciagura che ha congelato la storia, meglio leadership funzionali, dentro gruppi estesi che ricercano il consenso pragmatico

  24. Caro Gordiano,
    credo che dar voce “italiana” a Yoani sia davvero portare la realtà di Cuba tra le nostre pareti domestiche. Uno spicchio di verità e quotidianità di quell’oltre che – a volte – possiamo solo immaginare.La novità di Yoani sta nel fatto che è una figura di “dissidente” assolutamente originale.
    Non attacca mai il regime. Non costruisce polemiche. Non raccoglie provocazioni e non risponde ad attacchi. Nei suoi post non parla di politica.
    Racconta la vita. Lo scorrere dei giorni. Fotografa i “palombari” (ossia i barboni che frugano nella spazzatura e vengono arrestati perché offrono una cattiva immagine della città). Dà voce ai cubani non residenti nella capitale che cercano marito – o moglie – per ottenere il permesso di trasferirsi all’Avana.
    Racconta i bambini. Le donne. Gli uomini di tutti i giorni.
    Spia da una fessura ciò che tutti gli altri potrebbero raccontare.
    La sua vera sfida è una semplicità oltraggiosa. Una normalità indecente.
    Un essere così simile oggi a ieri, da spaventare più di una fanfara.
    Raccontare le cose significa dar loro un nome. Renderle speciali.
    Yoani rende speciale ciò che per il regime è normale.
    La provocazione di questa contraddizione è come uno zampillo d’acqua di sorgente.
    Trasparente. Fresca.
    Inarrestabile.

  25. 1) Grazie a Patrizia per le sue considerazioni sempre puntuali e precise. Lei che è una poetessa sa cogliere certi aspetti meglio di altri. La scelta dell’edicola è della SERED, che diffonde i suoi prodotti solo in edicola. Sono io che ho trovato loro e non viceversa.

    2) Per Giorgio. Di magia ce n’è poca, si tratta di cultura cubana. La santeria, il palo mayombe. A Cuba è normalità, non magia. Il giallo c’è, ma serve per costruire la storia, per creare interesse. Sul resto condivido.

    3) Grazie a Simona Lo Iacono. Le cose che scrive lei avrei potuto scriverle io! E’ per questo che traduco Yoani…

    Gordiano Lupi

  26. la denuncia infatti non consiste nell’inveire, nel sopra tono ma nella fotografia della quotidianità, nei fatti non ecclatanti che costituiscono la vita di sempre, di persone che lottanno per vivere, nella coralità del sempre, nella speranza forse del mai.
    ma nella determinazione a farlo giorno per giorno. sono d’accordo con il commento di giorgio che a mio avviso andrebbe approfondito.
    Avana killing è un romanzo intanto ed è nonostante l’intreccio della trama, fortemente evocativo. Se credete potremmo anche andare a fondo un pò nell’arte in edicola.
    patrizia garofalo

  27. @ Simona e Gordiano:
    chissà perché Yoani dice cose diverse da Gianni Minà? Vuoi vedere che è perché lei a Cuba è nata, cresciuta e “nonostante” ha scelto di restarci, e di raccontare la vita spiando da “una fessura”? Lei, sensibile e coraggiosa donna cubana, costretta a diventare “mito” per necessità. Perché per “resistere, resistere” ci vogliono attributi veri, azioni eroiche, che si compiono a mani nude. Gli altri “miti”, quelli che si alimentano con l’informazione compiacente, ben retribuita, che occulta, nasconde e mistifica, ormai li conosciamo e sarebbe proprio ora di soffiarli via con una ventata “trasparente, fresca, inarrestabile”. (ma chissà quando…)
    miriam

  28. Avevo capito, so della santeria e della sua diffusione, segno arretrato di fuga dal reale, misto di pratiche e legami tribali.
    SIMONA commneto incisivo, vero una normalità indecente, ma che a tanti scivola via, non capita e perfino usata senza pensare.
    PATRIZIA intendi sulla scrittura e stile del romanzo? Spero che ci aiuti GORDIANO a capire le scelte.

  29. Relativamente ad Avana Killing, Patrizia Garofalo scrive:

    “L’editore –“non bisogna saccheggiare il vocabolario…chi scrive deve avere l’umiltà di mettere la propria scrittura al servizio della storia, mai il contrario”

    E’ uscito da pochi giorni in tutte le edicole d’Italia “Avana killing”, un vero e proprio romanzo che si snoda rispettando, forse inconsapevolmente, lo schema di Todoroff , protagonisti, antagonisti , intreccio, suspance, risoluzione dell’intreccio, finale a sorpresa.
    Come tutti i lavori di Lupi è difficile da inquadrare in un genere preciso.
    Quando il lettore pensa di trovarsi nell’ambito del noir, il ritmo della narrazione rallenta, gli squarci di mare e delle notti che ne portano il respiro, dilatano il tempo e incorniciano la presentazione dei protagonisti,indagati nell’animo, nei loro amori ed odi , nella perdita di se stessi e loro ritrovamento.
    Il motivo conduttore del testo consiste quindi da una parte nell’attesa della risoluzione di eventi tragici che macchiano di orrore, sangue e dolore la vita di molti e dall’altra, nell’occhio che indaga i loro movimenti, i dubbi, le paure in un lento procedere quasi senza tempo. Una regia doppia come se all’accaduto non potesse non essere dato spazio al dolore che sempre accompagna i crimini e le pazzie della mente.
    L’Avana rimane quadro essenziale nel quale si muovono protagonisti, comparse e azioni, i riferimenti al periodo speciale sono accennati ma esistenti; anche qui, come in tutta la produzione di Gordiano Lupi , la povertà , l’arrangiarsi , l’illecito derivato dalla miseria, la solitudine di esistenze perse,
    aiutano a capire e introducono il lettore in un mondo dove santeria e religione, Dio e Diavolo, sortilegi e confessione si mescolano, si ingarbugliano, si raccontano attorno ad una figura di madre.
    Isabel rimarrà l’unico personaggio non deturpato dal tempo,
    bella anche quando scossa, madonna piangente una pietas che la spingerà fino alla fine, oltre l’umano, oltre il pensabile e oltre il giusto. Di lei si colgono le affettuosità, le dolcezze, l’incredulità, la passione per il figlio , i capelli scomposti dal vento, il passo lento come se volesse ritardare il succedersi degli eventi. Il coma si insinua come dubbio anche nel lettore , di una “dormienza” quasi migliore ad una vita disperata e senza via d’uscita.
    La tracotanza è punita dagli dei – dicevano gli antichi greci –
    l’uomo non può e non deve pensare di essere se non una scacco in mano alla divinità, alla fatalità, al destino. Solo quando ciò verrà accettato , il romanzo si concluderà in un risistemazione delle tessere che, infinite si erano macchiate di sangue nel mare che faticosamente respirava.”

    Pur non avendolo ancora letto (ne sono venuto in possesso oggi) l’osservazione che in effetti non si tratti di un romanzo di genere, oppure di un lavoro con un genere non ben definito, mi trova conseziente, perchè Lupi ricorre quasi sempre a trame che sono il pretesto per discorsi più ampi e anche culturalmente più nobili.

  30. su entrambe intendevo.
    visto che la scelta dell’edicola è dell’editore , esprimo a lui le mie congratulazioni.
    Il libro deve uscire dai recinti ristretti ed esclusivi di un preciso luogo di cultura ed andare “in strada e tra la gente”. Molti non entrerebbero in una biblioteca o istituto di cultura a sentire la presentazione di un testo, tutti però hanno con il proprio edicolaio un rapporto direi quotidiano e trovare un bel libro non è poco.Secondariamente mi affascina l’arte di strada, dal teatro a perfomance improvvisate, mi coglie tutto quello che con umiltà, dote di pochi, si può offrire a basso prezzo ma di valore.

  31. giorgio e tutti ……….questa è una bellissima conversazione.
    parliamo pure dello stile e della struttura del romanzo anche perchè per quanto mi riguarda ho trovato un’imprecisione sullo schema di todoroff, proprio da me citato che voglio rettificare e chiarire.
    a dopo
    patrizia

  32. @ Miriam

    Non direi che il problema di Minà sia di essere nato a Cuba, di saper vedere o meno. Il problema è un altro: lui scrive quello che gli conviene e che poi sia la verità o non lo sia non gli interessa minimamente. E’ anche una questione di professionalità, di capacità e di indipendenza.

  33. @ chi ha le bende…
    Conosco un Paese dove meno del 10% della popolazione è molto ricco e il restante 90%(quasi) rabbatta…
    In questo Paese il Pres. del Consiglio è un uomo che ha precedenti penali ed è ricchissimo( il più ricco del Paese) e ancora non si riesce a sapere “come” abbia iniziato ad accumulare i primi capitali.
    Ci sono generazio che si dividono tra l’alternativa della disoccupazione o farsi trattare come ‘carne da macello’ per 500,00 euro al mese(salvo essere definiti da qualcuno “bamboccioni”). Ci sono donne trentenni che ancora sognano di trovare il “principe azzurro”e, nel frattempo, passano volentieri per il letto di qualcuno per iniziare una carriera( quale sia la carriera e la professione, però, non è dato saperlo…).
    In questo Paese interi territori sono mortificati dal cielo plumbeo delle mafie, che hanno mani su tutto, compreso la monnezza che c’è per le strade. Ma soltanto quando qualche mafioso inizia a fare il nome di qualche politico concusso, allora ecco che scattano i “blitz antimafia”.
    In questo Paese “democratico”si schiavizzano ancora gli extracomunitari che scappano dalle loro miserie; e non solo, li si reclutano anche nella malavita, che mette loro a disposizione mezzi e canali per farli arrivare( salvo poi sparargli contro all’impazzata quando questi cercano di ‘allargarsi’).
    In questa terra “libera, democratica e occidentale”, si è tornati velocemente agli anni ’50 : quando tutto era colpa dei Comunisti!…Salvo, poi, proprio i comunisti erano estromessi da ogni possibilità di accedere a posti statali e alla vita pubblica in generale; e le uniche vere ‘colpe’, sono state quelle di aver lasciato morti in ogni dove: vedi Portella delle Ginestre, P.za Fontana e Stazione di Bologna.
    Il male più grande di Cuba non lo avete menzionato(capisco, rientra nelle colpe di Fidel…). Di essere l’unioca isola(che per altro è situata come il balcone di fronte) a non aver ceduto all’ Imperialismo americano; e per questo gli U.s.A gli hanno inflitto l’embargo( per chi non lo sapesse, si documentase nei fatti cosa vuol dire “Embargo”).
    Questa è senz’altro una colpa di Fidel e del Comunismo in generale. La nostra, invece, è che siamo ormai ingoiati dalle tele…Visioni.
    Un saluto a tutti

  34. …ma cè un pò di gara tra i due scrittori? pare che si parteggi x uno o x l’altro… mhà! cmq prendo il misero stipendio e compro il libro anche se stimo Minà. Non esiste una sola visione delle cose, credo.
    ciao Giorgio, intendevi dire le lobbies?… c sentiam di là…
    g.

  35. Sì, Gianni Parlato. Pecato che Presidente del Consiglio di vostro Paese è stato democraticamente eletto. Gli italiani non sono andato a votare con pistola contro testa. Se ora non piace, colpa loro. Questa è grande diferenzia rispeto regime.

  36. l’opinione deve sempre essere libera si spera ,per questo si parla di Cuba dove essa non è affatto libera, per questo parliamo di Lupi che ha dato voce e restituito tante verità che almeno io non conoscevo. leggere altri autori è un bene, il confronto è sempre sintomo di crescita.
    Volevo aggiungere che , credo come dice Lupi, che il blog della sanchez non chiuderà ma di fatto per diverse volte questa meravigliosa donna non ha avuto il permesso di muoversi da Cuba.
    Non è certo un segnale di poco conto.
    Torno ad Avana killing e preciso una poca chiarezza mia nello schema di todoroff di cui parlo nella recensione.
    non ho scritto che , secondo questo approccio di lettura critica , la conclusione della storia, sia o no a lieto fine è comunque riequilibrante e di miglioramento per i protagonisti.
    patrizia garofalo ( se dicessi di più svelerei il finale )

  37. Nell’immaginaro collettivo di molti italiani Cuba rimane un’isola popolata da belle donne da conquistare.
    i libri e le iniziative portate avanti da Lupi danno una visione più attinente alla realtà e slegata dal luogo comune.
    Bravo Lupi

  38. Con Gordiano ci siamo sentiti la settimana scorsa al telefono. Mi trovavo a Milano e avremmo dovuto incontrarci il giorno dopo a Belgioioso (Pv) ma per un contrattempo (ah i figli piccoli!), non ci siamo visti. Al cellulare abbiamo parlato del suo ultimo libro, Avana Killing che ho portato in aereo e letto molto volentieri nelle ore di attesa in aeroporto.
    Gordiano conferma il suo innato talento verso tutto ciò che riguarda Cuba. Le atmosfere dell’isola caraibica per lui non hanno segreti e riesce a trasformare in pura delizia ogni descrizione. Al lettore pare di sentire l’odore di Cuba, di percepire le cantilene dei santeri e la sensualità di creole e mulatte, di toccare con mano povertà e miseria.
    Avana Killing se non ancora non l’avete letto, ve lo consiglio. Un noir che sconfina nell’horror con sorpresa finale e il ritmo proprio dei noir di casa nostra.
    Gordiano mi ha sfidato ad individuare il colpevole. Dopo la nostra chiacchierata ho capito ma credetemi non è facile, per niente, anzi, se Gordiano è d’accordo lanciamo qui una sfida a chi riesce ad identificare nelle prima120 pagine, la mano assassina che insanguina Cuba dopo un rito santero.

  39. Non ho ancora letto Avana Killing ma quello che posso dire è che si trova facilmente in edicola (alla prima edicola cui ho chiesto ne avevano un paio di copie) ed è un bene.
    Al di là dell’aspetto stilistico e narrativo del libro su cui non mi posso ancora esprimere, credo che il libro vada letto e consigliato se non altro per la grande conoscenza dell’autore del luogo in cui è ambientato il romanzo e per la cultura di Gordiano Lupi relativa al mondo e alla società cubana.
    Requisiti fondamentali per un libro ambientato in un paese estero.

  40. Avana killing sarà venduto e gradito perchè anche questo ultimo lavoro contiene una vincente caratteristica della scrittura di Lupi.
    Essa consiste nell’essere fruibile per tutti , a più livelli culturali , a fasce d’età anche diversissime tra loro.
    ho ancora in mente la fortuna che ebbe “almeno il pane, fidel” nelle mie classi del biennio ( ragazzi di 15- 16 anni) alcuni dei quali sono persino ,dopo due anni ,venuti a conoscerlo a Ferrara.

  41. @ Francisco…
    chissà perchè, ma non sono convinto che tu sia veramente cubano. Comunque, cambia poco…
    Quel regime, non so se ti risulta, lo abbiamo avuto anche noi. Poi c’è stata la “democrazia”.
    T’invito a documentarti su questa democrazia, dal ’46 fino ai giorni nostri. Se posso permettermi di darti qualche indizio, suggerisco…
    – Mani sulla città
    – Delitto Moro
    – Il muro di gomma
    – Stragi di Capaci, via D’amelio e delitto Dalla Chiesa…O, se vuoi qualcosa simile ad un thriller…Romanzo Criminale( dove è palesemente spiegato che non stavamo più in un “regime”, però certi apparati dello Stato si servivano di delinquenti per far fuori gli oppositori)- Gomorra e tanti altri…( puoi trovarli anche in film).
    Oppure nomi di tempi attuali : Biagi, Santoro, Luttazzi. E poi c’è la Carfagna, che con tanti meriti è finalmente diventato Ministro( delle “Pari Opportunità!?”…)


    @ Patrizia Garofalo…
    L’opinione “deve essere sempre” libera.
    Concordo.Pienamente.
    Ma soprattutto il pensiero deve essere libero.
    E quando si vanno a cercare i problemi in casa altrui, vuol dire che si sente impotenti ad affrontare i propri.
    Ci sarebbe tanto d’affrontare, qui, ma forse è meglio che giochiamo a fare gl’ “intellettuali”.

    Un caro saluto a tutti

  42. @ Gordiano…
    Ovviamente non ce l’ho con lei( o con te, se preferisci) o col romanzo. Ma in generale, contro una certa attenzione ‘spostata’…
    Le faccio tanti in bocca al lupo!…

  43. sarò lenta nel comprendere ma non riesco ad afferrare cosa significhi l’elenco delle nostre disgrazie ( sulle quali siamo tutti d’accordo ) liberamente votate comunque, con il parlare di Avana killing, romanzo ambientato a Cuba. Forse chiediamo a chi si occupa del terzo mondo di tornare da noi per occuparsi del proprio paese? ognuno sposa la causa che crede . la cosa importante è seguire con entusiasmo, coerenza e passione le proprie scelte.
    Mi sarebbe piaciuto di più approfondire la letteratura di Lupi, soprattutto in questo ultimo lavoro proposto.
    non mi è venuto in mente di comunicare in quanto consista la mia pensione dopo 37 anni di lavoro. questo per fare un esempio ma ripeto forse sono io che non afferro.
    patrizia garofalo

  44. Egregio Parlato,
    lo so che non ce l’ha con me. Non credo di averle fatto niente… Mi lasci dissentire, però, dalla sua immagine troppo romnatica del “mancato” socialismo cubano, che non corrisponde per niente alla realtà. Se Cuba fosse davvero socialista, come la voleva Che Guevara, sarei il primo a difenderla. Cuba è una dittatura. Punto. Non ci sono altre definzioni. E io non posso difendere un regime che nega la libertà ai suoi cittadini. Siamo al solito discorso sull’Italia. Nesuno ha mai detto che la nostra democrazia televisiva sia il migliore dei mondi possibili. L’Italia ha un mare di problemi. Non sono qui per negarli. Solo che non me ne occupo. Non mi sento all’altezza come scrittore. Ci sono tanti autori più bravi di me capaci di raccontare i nostri malesseri. Prendete l’ultimo – orribile – film di Ozpetek… no, certe cose nonmi affascinano proprio. Meglio Cuba.

    Gordiano Lupi

  45. @ Gianni Parlato
    Caro Gianni, tu segui questo blog sin dall’inizio e sai bene che molte delle problematiche che metti in evidenza le abbiamo affrontate più volte… proprio in queste pagine virtuali.

    Questo post è dedicato a Cuba per mettere in risalto questo nuovo romanzo di Gordiano Lupi, per presentare Yoani Sànchez e per discutere (con chi interessa) della situazione cubana post-Fidel approfittando della presenza dello stesso Gordiano che è un esperto in materia.
    I motivi dell’interesse particolare di Lupi nei confronti di Cuba sono già stati spiegati.
    E’ ovvio che Gordiano esprime il suo punto di vista, che può anche essere diverso da quello espresso da altri. Ma in fondo siamo qui per discutere (con chi interessa… immagino che chi non è interessato abbia la possibilità di impiegare il proprio tempo in maniera – per lui/lei – più proficua, che partecipare a questa discussione).

    Se infine ti ho ho dato l’impressione di uno che gioca a fare l’intellettuale… pazienza.
    A me piace giocare.
    L’importante è giocare pulito. E io, come sai, mi sforzo di farlo (con tutti i difetti che ho).
    😉

  46. In un dibattito su un libro che si basa sullo messa in luce di una serie di fatti, come esemplari di una condizione sociale e politica, condotto col garbo che comporta l’esame dell’esercizio di una abilità di scrittura che trasmetta emozioni della realtà, questo intervento confuso, con un minestrone di fatti di natura diversa privi di una connessione logica o economica o politica è del tutto solo sgradevole e out, da irregolare. Questo irrompere senza motivo e logica, con cascami di comunismo imploso da vent’anni, con vaghezze su Cuba simili a parole d’ordine, sono davvero patetici.
    Fidel continua a tiranneggiare un popolo per incapacità di governo, fermo agli anni cinquanta, sempre alla ricerca di nemici di sé. Gioca male chi non rispetta le regole di un’analisi o di un discorso, ché anche i giochi hanno regole. Il libro in questo caso parla di Cuba raccontando esperienze di vita non astrazioni da bignami impegnato.

  47. in questo libro e sono d’accordo con giorgio ( ciao giorgio sono patrizia)
    Cuba fa da nostalgico sfondo sul quale si articolano le storie e i personaggi, le credenze religiose e superstizione unite insieme, tipica mistura non solo di Cuba, quindi l’isola è il pannello che contiene lo scritto e con garbo , come scrive giorgio, quasi un velo che al termine del testo riavvolge i personaggi e se li riporta via. Ci offrirà ancora molto Lupi ma garbo è la parola giusta ed in questo libro prevale anche quando l’autore tocca i personaggi del crimine. Su questa modalità positiva l’autore si è sempre mosso fin dai primi testi sui serial killer, sulle coppie diaboliche . ha indagato senza commento giudiziale sul crimine, delineando la vita dell’assassino, il perpetuarsi del male, è risalito all’infanzia, un pò come dire che l’uomo puoi condannarlo ma non cancellarlo. in Avana killing è tutto inventato ma le modalità restano le stesse, gentili, garbate e comprensive. potremmo chiederci: dove è Lupi mentre scrive e dopo aver edito un libro? L’artista partorisce l’opera e poi scompare e la lascia sola , il percorso successivo della storia tocca a noi se lo vorremmo accogliere, apprezzare, criticare, rileggerlo o non considerarlo. il libro è autonomo ed eterno come ogni forma d’arte.
    patrizia augura a tutti buonanotte

  48. Saluto anch’io l’amico Roberto Mistretta. Sono un suo amico – lettore dai tempi non sospetti di Terzo Millennio. Adesso è passato a Cairo ed è autore di buon successo in Germania. Lo merita perchè è un ottimo scrittore! Su Cuba poco da dire. So per esperienza che divide sempre ed è normale. L’esperienza cubana ha rappresentato un sogno, un ideale per molti di noi. E’ dura ammettere che quel sogno è stato tradito, ma va fatto. Come dice Yoani Sanchez, “non potete imporre a noi la vostra utopia”.

    Gordiano Lupi

  49. Faccio partecipare virtualmente Yoani sanchez al dibattito con uno dei suoi pezzi migliori che ci dice tutto sul sistema cubano.

    La utopia imposta
    Abito un’utopia che non è la mia. Davanti a essa, i miei nonni si sacrificarono e i miei genitori consegnarono i loro migliori anni. Io, la porto sopra le spalle senza potermela scrollare di dosso.
    Alcuni che non la vivono tentano di convincermi – da lontano – che devo conservarla. Senza dubbio, risulta alienante vivere un’illusione estranea, accollarsi il peso di ciò che altri sognarono.
    A coloro che mi imposero – senza consultarmi – questo miraggio, voglio avvertirli, da subito, che non penso di lasciarlo in eredità ai miei figli.

    Yoani Sanchez (traduzione G. Lupi)

  50. Non esistono democrazie perfette e la nostra è sempre stata una democrazia alterata da ingerenze esterne, gli americani ai tempi di Andreotti, il potere delle televisioni ora. Tuttavia preferisco questo tipo di sistema a qualsiasi potere conquistato e mantenuto con l’uso della violenza, sia esso si faccia chiamare comunismo, fascismo, nazismo. Ho vomitato quanto il compagno Bertinotti ha mandato gli auguri di buon compleanno a Castro e non ho votato più rifondazione. Il regime di Castro ha trasformato un popolo tra i più gioiosi del mondo per indole naturale, in un popolo di accattoni. Da tutto il mondo partono attempati signori con pancetta e pelata per portarsi a letto stupende ragazzine minorenni. Un mio amico mi diceva: “Basta andare all’uscita delle scuole e scegli quella che ti piace, come si fa al mercato”.
    Cuba è uno dei posti più affascinanti di questo pianeta, potrebbe vivere di turismo sano. Il mare incontaminato dei Tropici, gli scorci neorealistici dei centri urbani (lasciati marcire dall’incuria). Il forte richiamo dell’esotismo. Il mito del grande Che aleggia ancora, si tramanda nelle parole della gente. Cuba è un paradiso, un sogno: la fantasia dei colori, la musica, i tramonti di Santiago, le albe della Sierra, i riti religiosi che mescolano la fede alla stregoneria. Gordiano da tempo si è intestato la sua battaglia, attraverso i suoi scritti, e sta pagando di persona con rifiuti e visti negati. E le persone che lottano per migliorare le condizioni degli ultimi meritano sempre rispetto. Quindi, ripeto, bravo Lupi. Comprerò una decina di copie del tuo libricino per regalarlo, se non altro mi levo l’obbligo per quella straordinaria zuppa di pesce a casa tua ( cacchio, non ho mai saputo se era un piatto cubano).

  51. @Miriam. Smach!!!

    Din! Don! (Pubblicità) A Sortino stiamo facendo la Fiera dell’Editoria siciliana, tutti gli isolani sono invitati. In serata è previsto l’arrivo della Dott.ssa Lo Iacono e la Prof.ssa Riccioli. La banda del paese, il Sindaco e tutte le Autorità sono in attesa all’ingresso del paese per tributare loro i dovuti onori.

  52. Castro fino alla crisi inizi ’90 aveva chiuso il paese anche al turismo, ora il turismo per la condizione estrema di povertà ha in parte dato luogo a quel tipo di turismo, in parte perchè alimentato in modo prevalente da italiani. Dopo i canadesi mossi da un’offerta vicina a costo contenuto, il secondo flusso, 200.000, è di italiani che per cinismo alimentano il fenomeno.

  53. sono tornata ora dal mio solito giro
    l’edicolaio mi ha detto , ” riferisca che avana killing è semplicemente meraviglioso, ne ho ancora due copie, mi lasci il telefono e si congratuli da parte mie con Lupi”
    buonagiornata a tutti
    patrizia garofalo

  54. Anche io di certo non scambierei mai una democrazia moooolto imperfetta (e ahimè, sempre meno democratica) con un socialismo imperfetto.
    Salvo ha vomitato agli auguri di Bertinotti a Fidèl, a me sembra ancora più grave che rifondazione comunista abbia sostenuto economicamente i guerriglieri delle FARC, anche mentre il mondo era orripilato dalla prigionia della Betancourt. Senza che ufficialmente ci fosse una aperta posizione politica del partito di appoggio alle FARC. Probabilmente si vergognavano.
    Di merda ce n’è sempre per tutti.

  55. @ Salvo Zappulla
    In bocca al lupo per la fiera. Non ci potrò essere fisicamente, ma ci sarò con lo spirito. Da’ un bacio da parte mia a Simona e Maria Lucia (fa anche rima).

  56. Gordiano,
    se non sbaglio questo libro l’avevi scritto diversi anni fa, ma non l’avevi pubblicato.
    Come è avvenuto l’incontro con Sered?
    Ci parleresti di questo editore?
    In genere, quando un autore italiano ambienta una storia in un luogo “distante” da quello proprio (di origine) incontra poi grosse difficoltà a pubblicare…
    Ritieni che da questo punto di vista ci sia un po’ di pregiudizio da parte degli editori?

  57. @Massimo. Grazie. Okay, me le sbaciucchio tutt’e due, in questi casi sempre meglio abbondare.

  58. Un saluto a Salvo Zappulla. No, la zuppa di pesce era un piatto piombinese. Siamo gente di mare anche noi… Se leggerai il libro dimmi cosa ne pensi che ci tengo. Pure noi siamo di fiera tra poco (10 – 12 ottobre), ma a Pisa, abbastanza vicino.
    Rispondo a Massimo.
    Il libro risale al 1999 – 2000, ma nella sua versione originale era un horror e si chiamava Scambio di teste. Non so quante volte l’ho riscritto nel corso degli anni senza mai pubbloicarlo. L’ultima versione è completamente modificata da metà libro in poi ed è diventata un giallo – thriller. Merito dell’editore che mi ha spinto a cambiare strada…
    Sered l’ho incontrato per caso, sfogliando i gialli e gli horror in edicola. Ho comprato il numero uno della nuova collana e ho scritto per proporre il mio testo. Uno scrittore deve tenere gli occhi aperti per vedere cosa si muove,no? Gli editori mica ti vengono a cercare a casa…
    Sered (www.seredeedizioni.it) è un piccolo editore, ma alle spale ha la SPREA (www.sprea.it), che è un colosso da edicola, il quarto gruppo italiano. Non è Mondadori, ma poco ci manca. Mario Sprea è il direttore editoriale della linea libri, ha una grande esperienza di scrittura (dirigeva Grand Hotel e ha scritto centinaia di fotoromanzi) ed è una persona eccezionale. Altro tema: il pregiudizio italiano. E’ vero. Dagli italiani si vogliono solo gialli ambientati in provincia. Se proponi qualcosa di diverso è difficile pubblicarla, soprattutto se è una storia troppo cruda, con venature horror e ambientata all’estero. Per fortuna che Sered non si è fatta di questi problemi. A mio parere è importabnte che uno scrittore parli di cose che conosce. Se non conosci Cuba è difficile ambientarci una storia.

    Gordiano Lupi

  59. Ho letto Avana Killing dell’amico Gordiano subito dopo Habana negra della Jiménez (edito dall’ottima Kowalski)… quasi un secolo di vita cubana. E così mi pare di esser sempre andato e venuto dall’Avana senza esserci in realtà mai stato.
    Lupi ha coniugato superlativamente le sue passioni e le sue competenze (non solo avanere, ma anche per il noir -specializzazione serial killer, ricordiamo il suo efficace inventario giornalistico-saggistico di quelli italiani- e per il cinema/commedia sexy, che qui supera il limite e finisce nel pedopornografico per esigenze di copione), in questa bella – diciamolo forte perché l’iniziativa va incoraggiata – opportunità della Sered edizioni. Due parole ancora sull’editore, permettetemele, perché sia il prezzo, sia il ‘ritorno’ in edicola, sia infine l’apertura e trasparenza dell’operazione (programmaticamente esposta nel ‘manifesto’ in calce al libro) gli meritano più di un encomio.
    Ho voluto accostare i due libri, a parte il caso banale e fortuito delle mie letture, perché i romanzi (diversi, sia ben chiaro, per genere e per intento/risultato) hanno in comune due elementi caratterizzanti: un forte e indimenticabile protagonista (femminile in entrambi i casi, questo almeno è il mio parere: poi, pure entrambi, hanno una o più ‘spalle’ maschili) e il filo conduttore della santeria. A proposito di quest’ultimo chi, come me (pur avendo letto il precedente lavoro dedicato da Lupi alla materia), aveva l’impressione che si trattasse di un elemento superficiale, di folklore, ha modo per naturalmente convincersi della profondità e importanza del fenomeno per la realtà cubana.
    Quanto alla intelaiatura ‘gialla’ – che c’è e regge, a mio profano avviso (fino alle battute finali il lettore può dubitarvi, ma solo perché abilmente sviato dal narratore), anche se Gordiano in questa discussione tende a metterla in secondo piano, preso com’è giustamente dall’attualità civile – e poliziesca, ci scommettete che il Commissario Abril, che qui si presenta come figura di secondo piano benché sia il personaggio-chiave della storia, lo vedremo comparire in qualche nuova …avventura lupiana?

    Quanto a Yoani condivido l’importanza che le viene tributata da Gordiano e ciò viene testimoniato dalla quotidiana azione giornalistica di Tellusfolio.it che ritengo abbia saputo dare il suo contributo per portarla a conoscenza del pubblico italiano, così come abbia dato il suo apporto al ‘risveglio editoriale’ (appunto specialmente in Italia) verso la letteratura cubana e, con esso, a un’accresciuta attenzione verso il dramma di quel popolo.

    Complimenti a Gordiano, quindi, e a Massimo per il bello e utile lavoro che svolge qui.

  60. 1) Lupi sa come gestire gli strumenti del magico e del reale insieme, se poi aggiungiamo al tutto lo scenario cubano, credo che la ricetta sia perfetta. L’horror è ingiustamente creduto un genere di serie inferiore a livello commerciale, ma questo è il compito di chi lavora nell’underground: scrivere con passione fregandosene delle tendenze letterarie.
    2)Cuba è stata perfetta dopo Batista e quei dieci minuti prima di Fidel. Certo il resto del mondo (anche pseudo confinante) è anche peggio.
    3)Yoani Sanchez è molto brava e anche abile a gestire il suo messaggio e nell’era di internet forse si può mandare a vuoto anche il goffo tentativo di censurare. anche se la libertà è evidentemente limitata.

  61. @ Frank Solitario:
    ma quanto è bello (sì, anche le fotografie sono forti) il vostro libro Le sette vite di Dalila e Achille; se avessi tanti soldini ne acquisterei tantissime copie e le distribuirei ai miei amici “bibliotecari” per la promozione di un futuro “LUCCICOSO E LUCCICANTE * riconoscente all’arte e, soprattutto, ai giovani.
    Baci, Miriam
    * da (In)Animati da torbida passione
    😉

  62. Grazie a Enea e a Frank. Non ho letto Habana negra della Jimenez. Lo avevo chiesto a Kowalski ma non me l’hanno mandato. Vorrà dire che lo comprerò. Devo leggere anche I miei anni in verde olivo di Roberto Ampuero. Penso che meriti… E’ vero che i miei personaggi cubani sono quasi sempre femminili, ma c’è un motivo che deriva dalla realtà latinoamericana. Sono le donne le vere protagoniste della vita, le vere eroine che non fuggono e che sopportano sopra le loro spalle il peso della famiglia. Non credo che il commissario Abril tornerà in un’altra storia. Non amo le saghe con personaggi. Mi piace variare…

    Gordiano Lupi

  63. Ho letto il brano estrapolato dal libro di Gordiano.
    Premetto che non sono portato verso questo tipo di letteratura-analisi, ma credo comunque che una “scrittura civile” (ovviamente se ben fatta) possa dare un contributo importante allo sviluppo della società e al suo progresso, soprattutto nel pensiero.
    Mi complimento quindi con Lupi e gli auguro grande fortuna.

  64. Complimenti Massimo M & G. Lupi,
    che bella discussione. Domani corro in edicola a comprare il libro.
    Da ciò si evince che non l’ho letto e che non posso comprendere neanche quell’intrigante argomento che è la santeria.
    @Maugeri carissimo,
    sai che in passato ho polemizzato con @Parlato per i suoi interventi “a piedi uniti sulla palla”, però la sua resta un opinione democratica;poi gli si puo contestare che in Italia si ha la libertà di parola e in altri posti no. Bhe, provate a fare i nomi dei camorristi nelle nostre zone o a fare “impresa” aprendo una fabbrichetta che da’ lavoro a quindici operai e la tua vita comincia a valere meno che in Tibet o nel Darfur.
    Ciò detto.

    Cuba è un dolore che si portano nel cuore non gli imperialisti e i capitalisti, ma tutta la gente che ha impegato il suo cuore in un sogno.
    Maledetti umoristi che sanno guardare lontano, vi ricordate “Il dittatore dello stato…” di Woody Allen? C’era già tutto scritto in quel film degli anni ’70.
    Io spero che il “dopo Raoul” (Fidel è morto da un pezzo, come il Breznev pre-Gorbaciov, la sua vita biologica non conta nulla) sia in mano a gente come Yoani Sànchez- di cui leggo i post tradotti dal bravo Gordiano Lupi- ma credo che agli Stati Uniti possa invece servire un fantoccio finto comunista che sia una copia di Hu Juntao, che faccia finte liberalizzazioni, che installi fabbriche a basso costo/manodopera e diventi una pattumiera americana.
    Sarei molto più contento se diventasse il 51° stato americano, meglio America che Liberia.

  65. il personaggio femminile di marisol è fondamentale in tutte le sue sfumature nel testo.
    analizzato nell’amore sviscerato per roberto ,ai gesti quotidiani di preparare il caffè ,ai capelli morbidi sparsi al vento , fino all’insopportabile crescendo del dolore, del dubbio, del vuoto.
    Oltre a quello che ha detto Lupi sul femminile aggiungo che molta della letteratura cubana parla . piange e sogna per una terra che in alcuni poeti assume la figurazione di un corpo femminile ( noi l’abbiamo conosciuta questa comparazione con Dante e Petrarca e costuisce un ‘eccezione anche se di livelli altissimi )

  66. sulla mafia e suoi derivati dall’83, cioè dalle prime applicazioni di alcune lmozioni promosse da dalla Chiesa fino ad altre normative e grazie al sacrificio di molti, molti stanno lottando e vincendo.
    Quello che invece mi lascia sempre perplessa è che l’omertà è caratteristica italiana , insita nel dna e nella espressione anche in ambienti in cui non succederebbe niente, in cui il coraggio di dire non implicherebbe sangue, il lasciamo perdere prevale molto e molto il ” io mi faccio i fatti miei”

  67. Non credo che Avana killing sia letteratura – analisi. E’ un romanzo popolare, di facile lettura. Non credo neppure che si possa definire letteratura, a essere sincero. Credo che la letteratura abbia altri nomi;: Arbasino, Eco, Pagliarani, Rigoni Stern… La mia è narrativa di consumo, che utilizzo per raccontare la vita di un popolo. Tutto qui.

    Gordiano Lupi

  68. GORDIANO avevo lasciato implicita una domanda che ora ritorna. Mentre per chi conosca la vita e i luoghi cubani la scrittura rapida ma collegata evoca un contesto ed emozioni, Alamar o Guanabacoa e la via Blanca, o il Malecon e El Morro, riportano un clima intero, il lettore che non conosce non perde troppe pennellate utili a sentire e capire? Perché allora non concedere qualche dose di letteratura, di scrittura più larga?
    GIORGIO

  69. Io ho sottolineato ieri che i testi di Lupi hanno la peculiarità di essere leggibili da tutti e in tanti modi diversi ed è proprio in questa polisemia la possibilità di fruizione ( qui parliamo di Avana Killing) molto ampia e a più livelli.
    la letteratura inoltre è un processo mai lineare e identico per tutti.
    è l’ elettrocardiagramma di una cultura che lascia segni diversi che ognuno introietta a suo modo e che ,uniti, accompagnano chi ne gode nel tempo.

  70. Giorgio, non ho mica capito la tua domanda… io scrivo come so fare, poi sta al lettore apprezzare o meno… e sta sempre a lui giudicare… Non credo che si perda niente del colore e del calore locale dal mio racconto, anzi, forse è la cosa migliore…

    Gordiano

  71. giorgio ciao, sono proprio quelle nominalità precise che mi hanno fatto sentire di casa nei testi di Lupi, pensa che io sono certa di conoscere Cuba, di averne sentito l’odore e la puzza, di aver contato le buche per la strada e imparato come si evitano e aver passeggiato proprio lì aver guardato il mare e visto quei gabbiani ma proprio quelli che stavano lì e non altri. e sai perchè ? non perchè ho letto tutti i libri di Lupi ma perchè la nostalgia come sentimento di un mancato sogno l’abbiamo tutti dentro, in quell’animo bambino e pulito che rintracciamo a fatica e piano piano perdiamo. io l’ho riacciuffato e ringrazio.

  72. Quando citi Alamar e Guanabacoa un lettore che non conosce Cuba non ha lo spessore che un viaggiatore attento coglie. In Alamar citi i pescatori ma non altri elementi. Quella relativa cautela nel colore fatto di distanze, di difficoltà, di esclusione che forse ritorna poi dal contesto, è una scelta ? o dipende dal porsi interiore che poi diventa anche stile ?

  73. Per Gordiano Lupi.
    Ma la narrativa di consumo non è pure letteratura?
    Secondo lei quella di Conan Doyle, Agatha Christie e Simenon non è letteratura?
    Non si butti giù, coraggio.

  74. E’ qui sulla mia scrivania, tra poco sarà il suo turno! Ma quando Gordiano parla di queste cose si può stare tranquilli…
    ciao massimo!
    Elisabetta

  75. Giorgio, hai letto tutto il libro o solo un estratto? Guarda che Cuba (e in particolare L’Avana) è descritta molto bene e molto a fondo, come in tutti i miei libri. Chi ha letto i miei romanzi cubani mi ha sempre detto: “Mi è sembrato di aver fatto un viaggio a Cuba”. Poi il lettore è sovrano e se la mia scrittura ti ha dato questa impressione la accetto.
    Grazie di tutto.

    Gordiano

  76. Gordiano, mi riferivo solo al primo capitolo, dove compare Alamar che per ambiente, stile sovietico, senso di abbandono, difficoltà e povertà mi sembrava condensare alcuni elementi tipici del paesaggio sociale cubano, la Villa Panamericana con quel nome retorico legato ai giochi e quella modestia e solitudine che la denota si prestava a tratti di colore, mentre notavo che su Isabel ti soffermi a lungo sull’immagine, sono curioso di leggere tutto: ho dimenticato di controllare in edicola, scusa ma solo curiosità e un vago sospetto, da pittore, che preferisca la parola sui fatti a quella sulle immagini, che sono spie e segni di storie e condizioni.

  77. giorgio non è così, la parola e l’immagine si equilibrano perfettamente negli scritti di Lupi, ed è con la parola che crea l’immagine.
    Infatti stiamo parlando di uno scrittore no?
    ciao patrizia


  78. ancora mi devon pagare, xciò aspetto ad aquistare….
    ma ad oggi quante son le copie vendute?

    g.

  79. Giorgio, credo che se continuerai a leggere, troverai le immagini che cerchi. Forse ce ne sono pure troppe per un thriller e per un romanzo popolare che deve avere la caratteristica della rapidità e della facile lettura. A Giuseppe rispondo che l’editore potrà sapere le copie vendute solo a novembre – dicembre, dopo la resa. E’ una collana di libri da edicola e si sa il venduto del numero precedente quando esce il successivo. La media venduti dei primi due numeri era circa 5000 copie. Non sono molte, se si pensa alla tiratura. Per questo è importante che questo libro faccia registrare un sensibile incremento di vendite. Puntiamo alle 10.000 copie, ma non siamo sicuri di farcela.

    Gordiano Lupi

  80. Un consiglio (interessato) per chi cercasse il libro in edicola. Non chiedete il titolo, perchè gli edicolanti non sanno neppure che cosa sia. Gli edicolanti conoscono la collana – rivista FICTION edita da SERED. In molti caso non vi aiuteranno nemmeno così. Il libro va cercato, ma poi si trova. Non gode – purtroppo o per fortuna – di una pubblicità stile Panariello – Vespa… Io ho trovato una copia per edicola quasi ovunque, solo che spesso è tra i fumetti accanto ai Dylan Dog, altre volte tra i gialli Mondadori, alte ancora nascosta dietro al bancone. Poi ci sono zone distributivamente meglio servite di altre, ma qui dipende dai distributori regionali…

    Gordiano Lupi
    http://www.infol.it/lupi

  81. @ Gordiano.
    non è vero, qui sotto al castello dell’Innominato, ho acquistato il tuo libro! Cerco Havana Killing, ha una copertina in bianco e nero e la scritta rossa, c’è? Eccome no! E’ già il secondo che vendo questa mattina.
    🙂

  82. Intorno al bellissimo romanzo di Gordiano si sta sviluppando un dibattito interessante che sto seguendo con molta attenzione.
    Qualcuno ha parlato di letteratura di consumo, facendo anche il nome del grande Simenon.
    La chiarezza della scrittura di Gordiano Lupi su Cuba va al cuore del problema.Questo romanzo, come pochi, racconta una Cuba quotidiana che molti si rifiutano di vedere.
    Questa è la forza di Lupi .Nei suoi libri racconta senza mentire come si vive a Cuba.
    A volte la buona letteratura di consumo serve a svegliare le coscienze.Quello che non fa mai la cosiddetta letteratura d’intrattenimento che le addormenta.

  83. sottoscrivo quanto scritto dal poeta Nicola Vacca che con l’occasione saluto.
    scrivere andando direttamente al cuore del problema e cercare di diffonderlo ad altri è gesto di forza, coraggio e tentativo di risveglio delle coscienze che spesso dormono non solo sopra i libri.
    patrizia garofalo

  84. Ringrazio Massimo che mi ha concesso ospitalità e tutti coloro che sono intervenuti. Il mio prossimo romanzo (edito da Eumeswill e ancora una volta ambientato a Cuba) tornerà in libreria, luogo più complesso per la vendita ma lascia più tempo per fare promozione. L’edicola arriva ovunque ma brucia le potenzialità di un romanzo nel breve volgere di due mesi. Grazie ancora!

    Gordiano Lupi

  85. alla c.a. Squisitissima e Luccicante dott. ssa in carica Miriam Ravasio

    Gentile, tonificata e selezionata miriam, ti sono riconoscenti soprattutto gli scrittori anziani del collettivo Ubv che il signore potrebbe chiamare a se da un momento all’altro, data la tarda età e/o il non brillante portarsi gli anni.
    Se avessi tanti soldini li metterei tutti su un sito di scommesse con sede legale alle Caiman, con quote molto più alte della Snai, cercando di farli diventare tantissimi.
    Poi, una parte di questi, la devolverei a delle giuste cause, dunque comprerei tantissime copie di “Le sette vite di Dalila e Achille”, anche se, avendoci scritto, sicneramente non saprei che farmene.
    Infine mi sento di mandare tantissimi baci a te e a tutti i bibliotecari, anche se una buona percentuale di essi necessiterebbe di una lampada (abbronzante).

  86. Sul dibattito su ciò che è letteratura consiglio a tutti di rilassarsi.
    Devono passare settant’anni dal decretato decesso dell’autore da parte del medico legale.
    Quindi, consiglio a tutti di scrivere un capolavoro più presto possibile e poi di ammazzarsi immediatamente per arrivare primi.

  87. Grazie te, caro Gordiano.
    Auguro il meglio sia a questo tuo libro che al prossimo romanzo edito da Eumeswill.
    Buon Pisa Book Festival a te a alle edizioni “Il Foglio”.

  88. Massimo Maugeri mi invita a postare questa lettera e io lo faccio con molto piacere.

    Gordiano Lupi

    UNA LETTERA DI YOANI SÁNCHEZ

    Oggi mi arriva una lettera di Yoani e per qualche minuto resto nel dubbio se renderla pubblica o meno, ma alla fine mi dico che posso farlo, una volta epurata dalle parti meramente private. Yoani Sánchez è ormai un personaggio mondiale, una blogger che insidia la dittatura dei fratelli Castro, la vera voce del popolo cubano che commenta il quotidiano e vorrebbe cambiare le cose. Credo che ogni sua parola, ogni intervista, ogni cosa che dice possa meritare la dovuta attenzione.

    Querido Giordano, hace tiempo que quería escribirte para agradecerte y felicitarte. Por una parte me alegra tanto que seas mi traductor en la versión de Rizzoli. Nadie cómo tu sabe de las peripecias de este blog desde el principio y me imagino que no ha sido fácil traducir mi exorcismo personal a otra lengua. Tenía el presentimiento que las autoridades cubanas no me dejarían viajar a Ferrara, por eso no me ha sorprendido la negativa de salir. Lamento no haber podido encontrarme contigo, los amigos, los colegas, pero creo que estas sucesivas torpezas que se están cometiendo al no dejarme salir del país en realidad se convierten en más interés y lecturas para Generación Y. En fin, que los
    censores no acaban de comprender que aunque no me dejan viajar y me tienen el sitio bloqueado en Cuba, ya la grieta en el muro está abierta y no va a cerrarse.
    Me imagino que deben ser divertidos los “castristas italianos” inundando el Blog. Si hacen hits con su presencia pues están contribuyendo a darle importancia al Blog como plaza pública de discusión, así que peor para ellos. A cada rato recibo una copia vía email de las portadas de los blogs con diferentes versiones de idiomas y el tuyo siempre está muy actualizado, felicitaciones!!!
    Voy a tratar de ver el video pero con la lentitud de las conexiones cubanas hay pocas posibilidades. Quizás si un día me lo puedes mandar con alguien que viaje te lo agradecería mucho. Otra vez te doy mil gracias por la labor de difusión, apoyo, amistad y confianza que haces por mi.
    Un abrazo grande para ti y otro para tu esposa
    Yoani

    Caro Gordiano, è da molto tempo che volevo scriverti per ringraziarti e farti i miei complimenti. Sono molto contenta che sarai il mio traduttore nella edizione Rizzoli del mio libro. Nessuno come te conosce le peripezie di questo blog sin dal principio e immagino che non sia stato facile tradurre il mio esorcismo personale in un’altra lingua. Avevo il presentimento che le autorità cubane non mi lasciassero venire a Ferrara, per questo non mi sono sorpresa quando è arrivato il divieto di uscire dal Paese. Mi dispiace di non essermi potuta incontrare con te, con gli amici, con i colleghi, ma credo che in realtà questi nuovi errori di non lasciarmi uscire dal Paese che stanno commettendo si trasformano in maggior interesse per Generación Y. I censori non arrivano a capire che anche se non mi lasciano viaggiare e mi tengono il sito bloccato in Cuba, ormai la crepa nel muro è aperta e non accenna a chiudersi.
    Immagino che debbano essere divertenti i “castristi italiani” che invadono il blog. Si raggiungono picchi di contatti grazie alla loro presenza perché contribuiscono a dare importanza al blog come piazza pubblica di discussione, quindi peggio per loro. Ogni volta ricevo una copia via e-mail delle copertine dei blog nelle diverse lingue e il tuo è sempre molto aggiornato. Complimenti!
    Cercherò di vedere il video della conferenza che mi hai mandato, però con la lentezza delle connessioni cubane ci sono poche possibilità. Speriamo che un giorno tu me lo possa mandare con qualcuno che viaggia alla volta di Cuba. Ti ringrazio molto per il lavoro di diffusione, appoggio, amicizia e fiducia che realizzi per me.
    Un abbraccio grande per te e un altro per tua moglie.
    Yoani

    Traduzione di Gordiano Lupi
    http://www.infol.it/lupi

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