Siria

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Jump to navigation Jump to search
Nota disambigua.svg Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Siria (disambigua).
Siria
Siria – Bandiera Siria - Stemma
(dettagli) (dettagli)
(AR) وحدة ، حرية ، اشتراكية
(Waḥdah, Ḥurrīyah, Ishtirākīyah)
(IT) Unità, Libertà, Socialismo
Siria - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Repubblica Araba di Siria
Nome ufficiale الجمهوريّة العربيّة السّوريّة
Al-Jumhūriyya al-ʿArabiyya al-Sūriyya
Lingue ufficiali arabo
Altre lingue curdo, turco, armeno, aramaico, cabardo, adighè
Capitale Flag of Damascus.png Damasco  (1 949 000 ab. / 2013)
Politica
Forma di governo Repubblica semipresidenziale socialista araba a partito unico basata sui principi del ba'thismo
Presidente Bashar al-Assad
Primo ministro Hussein Arnous
Indipendenza 1946
Ingresso nell'ONU Dal 24 ottobre 19451
Superficie
Totale 185 180 km² (86º)
% delle acque 0,06%
Popolazione
Totale 18,906,907 ab. (2017) (61º)
Densità 102 ab./km²
Tasso di crescita −24,24% (2010-2014)
Nome degli abitanti siriani
Geografia
Continente Asia
Confini Turchia, Iraq, Giordania, Israele e Libano
Fuso orario UTC+2
Economia
Valuta lira siriana
PIL (nominale) 60 043[1] milioni di $ (2010) (70º)
PIL pro capite (nominale) 1,535 $ (2015) (149º)
PIL (PPA) 106 890 milioni di $ (2010) (68º)
ISU (2016) 0,536 (basso) (149º)
Fecondità 2,9 (2010)[2]
Varie
Codici ISO 3166 SY, SYR, 760
TLD .sy, سوريا.
Prefisso tel. +963
Sigla autom. SYR
Inno nazionale Ḥumāt al-Diyār
Festa nazionale 17 aprile (Giorno dell'indipendenza)
Siria - Mappa
1 è uno dei 51 Stati che nel 1945 diedero vita all'ONU.
Membro della Lega Araba dal 1945
Evoluzione storica
Stato precedente Francia Mandato francese della Siria
 
Coordinate: 35°13′N 38°35′E / 35.216667°N 38.583333°E35.216667; 38.583333

La Siria (in arabo: سوريا‎, Sūriya), ufficialmente Repubblica Araba di Siria (in arabo: الجمهورية العربية السورية‎, al-Jumhūriyya al-ʿArabiyya al-Sūriyya), è uno Stato del Vicino Oriente, in Asia occidentale, vasto 185180 km² e con 18 906 907[3] abitanti. La capitale è Damasco.

Confina a nord con la Turchia, a est con l'Iraq, a sud con la Giordania, a ovest con Israele e Libano. Sempre a ovest si affaccia sul mar Mediterraneo. La Siria è una repubblica semipresidenziale. La lingua ufficiale è quella araba.

Un Paese di fertili pianure, alte montagne e deserti, la Siria ospita diversi gruppi etnici e religiosi, tra cui arabi siriani, curdi, turcomanni, assiri, armeni, circassi,[4] mandeani[5] e greci. Tra i gruppi religiosi vi sono sunniti, cristiani, alauiti, drusi, ismaeliti, mandei, sciiti, salafiti, yazidi ed ebrei. Gli arabi sono il più grande gruppo etnico e i sunniti il più grande gruppo religioso.

La Siria è una repubblica unitaria composta da 14 governatorati ed è l'unico Paese che sposa politicamente il ba'thismo. È anche membro del Movimento dei paesi non allineati; è stato sospeso dalla Lega araba nel novembre 2011[6] e dall'Organizzazione della cooperazione islamica[7] e si è auto-sospeso dall'Unione per il Mediterraneo.[8]

Il nome "Siria" si riferiva storicamente a una regione più ampia, ampiamente sinonimo di Levante, e conosciuta in arabo come al-Sham. Lo stato moderno comprende i siti di numerosi regni e imperi antichi, tra cui la civiltà Eblana del III millennio a.C. Aleppo e la capitale Damasco sono tra le più antiche città abitate ininterrottamente al mondo.[9] Nell'era islamica, Damasco era la sede del califfato omayyade e una capitale provinciale del sultanato mamelucco in Egitto. Lo Stato siriano moderno è stato fondato a metà del XX secolo, dopo aver fatto parte per secoli dell'Impero ottomano e un periodo breve di un mandato francese, e ha rappresentato il più grande stato arabo ad emergere dalle vecchie provincie siriane ottomane. Ottenne l'indipendenza de jure come repubblica parlamentare il 24 ottobre 1945, quando la Repubblica di Siria divenne un membro fondatore delle Nazioni Unite, un atto che legalmente pose fine all'ex mandato francese, sebbene le truppe francesi non lasciarono il paese fino all'aprile 1946. Il periodo post-indipendenza fu tumultuoso, con molti colpi di stato militari e tentativi di colpo di Stato che hanno scosso il paese dal 1949 al 1971. Nel 1958 la Siria entrò in una breve unione con l'Egitto chiamata Repubblica Araba Unita, che fu terminata dal colpo di Stato siriano del 1961. La repubblica fu ribattezzata nella Repubblica araba di Siria alla fine del 1961 dopo il referendum costituzionale del 1º dicembre, e divenne sempre più instabile fino al colpo di Stato ba'thista del 1963, da cui il partito Ba'th mantenne il suo potere. La Siria era soggetta alla legge di emergenza dal 1963 al 2011, sospendendo effettivamente la maggior parte delle protezioni costituzionali per i cittadini.

Dal 1963 il Paese è governato dal partito Ba'th; il capo di Stato dal 1970 è un membro della famiglia Assad. L'attuale Presidente della Siria è Bashar al-Assad, figlio di Hafiz al-Asad, che ha mantenuto il potere dal 1970 sino alla sua morte nel 2000. Attraverso il suo governo, la Siria e il partito Ba'th al potere sono stati condannati e criticati per violazioni dei diritti umani, frequenti esecuzioni di cittadini e prigionieri politici e massiccia censura.[10] Dalla Guerra dei sei giorni del 1967, Israele occupa le Alture del Golan.

Nel corso del 2011 sono scoppiate delle sommosse popolari, nel più ampio contesto della primavera araba, degenerate poi in una guerra civile, ancora in corso, tra le forze governative e quelle ribelli. I morti documentati dall'inizio del conflitto sono più di 570 000 e gli sfollati interni circa 7,6 milioni.[11][12]

Dal marzo 2011, la Siria è stata coinvolta in un conflitto armato, con un numero di paesi coinvolti militarmente o meno. Di conseguenza, un certo numero di entità politiche autoproclamate sono emerse sul territorio siriano, tra cui l'opposizione siriana, il Rojava, Tahrir al-Sham e lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante. La Siria è classificata all'ultimo posto nel Global Peace Index dal 2016 al 2018,[13] rendendolo il paese più violento del mondo a causa della guerra. La guerra ha ucciso oltre 570 000 persone,[14] ha causato 7,6 milioni di sfollati interni (stima UNHCR del luglio 2015) e oltre 5 milioni di rifugiati (dati del luglio 2017 dell'UNHCR),[15] rendendo difficile la valutazione della popolazione negli ultimi anni.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Diverse fonti indicano che il nome Siria derivi dal termine Luvio "Sura/i" dell'VIII secolo a.C. derivato dal greco antico: Σύριοι, Sýrioi o Σύροι, Sýroi, entrambi originariamente derivati da Aššūrāyu (Assiria) nella Mesopotamia settentrionale.[16][17] Tuttavia, dall'Impero seleucide (323-150 a.C.), questo termine fu applicato anche al Levante, e da questo punto i Greci applicarono il termine senza distinzioni tra gli Assiri di Mesopotamia e gli Aramei del Levante.[18][19] L'opinione accademica moderna favorisce fortemente l'argomento secondo cui la parola greca è correlata ad Ἀσσυρία, Assyria, in definitiva derivato dal accadico Aššur.[20] Il nome greco sembra corrispondere al fenicio ʾšr "Assur", ʾšrym "Assiri", registrati nell'iscrizione di Çineköy dell'VIII secolo a.C.[21] Un tempo era diffusa anche la forma Sorìa, presa dal nome arabo del paese. Oggi di questa forma rimane traccia solo nella denominazione del gatto soriano.

L'area designata dalla parola è cambiata nel tempo. Classicamente, la Siria si trova all'estremità orientale del Mediterraneo, tra la Penisola arabica a sud e l'Anatolia a nord, si estende verso l'interno per includere parti dell'Iraq e ha un confine incerto a nord-est che Plinio il Vecchio descrive come includente, da ovest a est, Commagene, Sofene e Adiabene.[22]

Al tempo di Plinio, tuttavia, questa più ampia Siria era stata divisa in diverse province sotto l'impero romano (ma politicamente indipendenti l'una dall'altra): la Giudea, in seguito ribattezzata Palestina nel 135 d.C. (la regione corrispondente all'attuale Israele, Territori palestinesi e Giordania) nell'estremo sud-ovest; Fenice (fondata nel 194 d.C.) corrispondente alle moderne regioni del Libano, Damasco e Homs; Celesiria a sud del fiume Nahr al-Kabir e Iraq.[23]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Storia della Siria.

Il territorio siriano fu interessato dalla cultura mesolitica dei Natufiani, sviluppatasi intorno al X millennio a.C. e che vide forse gli inizi dell'agricoltura e alcune delle civiltà più antiche del mondo.

Storia antica[modifica | modifica wikitesto]

Rovine del Palazzo Reale G a Ebla

La Siria subì nell'antichità una serie di dominazioni che le consentirono di sviluppare una fiorente civiltà: Ebla ne è il più significativo esempio. La regione fu influenzata direttamente prima dagli Egiziani, poi dai Babilonesi, dai Persiani, dai Macedoni e infine, a partire dalla fine del IV secolo a.C. fu sottoposta a un vigoroso processo di ellenizzazione dalla dinastia dei Seleucidi.

Il greco, lingua delle classi dirigenti e della cultura, si impose soprattutto nelle città, molte delle quali erano oltretutto di fondazione ellenica. Gli idiomi autoctoni (il siriaco, dialetto dell'aramaico, e altre parlate semitiche), continuarono tuttavia ad essere diffusi nelle zone rurali (e, in minor misura, in alcune realtà urbane) in ampie fasce di popolazione sia durante l'età seleucide che in epoca romana.

Teatro Romano a Palmira.

Questa ebbe inizio nel 64 a.C. con la conquista della regione da parte di Pompeo e si protrasse per circa sette secoli, prima nel quadro di un Impero unitario, poi come parte dell'Impero romano d'Oriente. I Romani (e i loro eredi Bizantini) ne fecero un fiorente centro del commercio internazionale con capoluogo Antiochia. Tra il 266 e il 272 ebbe vita un regno indipendente a Palmira retto da Zenobia. Nell'antichità la regione siriana (che all'epoca includeva anche l'attuale Libano, parzialmente compreso nella cosiddetta Celesiria) diede i natali a un gran numero di letterati, filosofi, storici e uomini di cultura sia di lingua greca (Posidonio, Numenio di Apamea, Luciano di Samosata, Libanio, Giovanni Crisostomo, ecc.) che, con minor frequenza, di espressione latina (fra cui Ulpiano e Ammiano Marcellino) ed aramaico-siriaca (Sant'Efrem il Siro).

Periodo islamico[modifica | modifica wikitesto]

Nel VII secolo la Siria venne conquistata dagli arabi e fu amministrata dalla dinastia califfale omayyade (che ne fece il centro propulsore del Califfato), che eresse a sua capitale Damasco (in cui era stato per 20 anni governatore il primo califfo Mu'awiya ibn Abi Sufyan) e successivamente dalla dinastia califfale abbaside, in parte dai Selgiuchidi e quindi dai Fatimidi, dagli Ayyubidi e dai Mamelucchi. Il paese fu coinvolto nelle Crociate e subì l'invasione dei Mongoli.

Possedimento ottomano[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Siria ottomana.

Nel 1517, l'Impero ottomano conquistò la Siria. Inizialmente, il dominio ottomano non fu molto gravoso per i siriani, poiché i turchi rispettarono l'arabo come lingua dei testi sacri e Damasco fu il maggior snodo di transito per la Mecca, acquisendo valore agli occhi dei pellegrini. Dal 1864 le riforme amministrative della Tanzimat vennero applicate anche nella Siria ottomana, suddividendola in quattro province principali (vilayet). Durante la prima guerra mondiale la Siria si ribellò al giogo degli ottomani, schierati al fianco degli Imperi centrali, reclamando l'indipendenza.

Mandato francese[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un breve tentativo — stroncato dalle forze armate francesi — di dar vita a una monarchia indipendente sotto Faysal b. al-Husayn (Regno di Siria), dal 1920 al 1946 la Siria dovette sottostare a un Mandato francese assegnato dalla Lega delle Nazioni, durante il quale si alternarono rivolte, collaborazione e negoziati per la piena indipendenza.[24]

Il 17 aprile 1936 fu firmato un trattato franco-siriano che riconosceva l'indipendenza della Repubblica della Siria, il cui primo presidente fu Hashim al-Atassi, già primo ministro con re Faysal. Il trattato tuttavia non venne ratificato e la Siria era ancora sotto il controllo francese quando scoppiò la seconda guerra mondiale.

Indipendenza[modifica | modifica wikitesto]

Shukrī al-Quwwatlī (a sinistra) con Nasser davanti alla folla a Damasco dopo la proclamazione della RAU, 1958

A guerra finita, nella seconda metà del maggio 1945, a Damasco dieci giorni di manifestazioni ininterrotte furono seguiti da un bombardamento di 36 ore ma, grazie alle pressioni del Regno Unito e della neonata organizzazione della Lega araba, a luglio il comando delle forze armate passò in mani siriane. L'indipendenza fu riconosciuta il 1º gennaio 1946 e le ultime truppe straniere lasciarono la Siria il 17 aprile 1946. Il primo Presidente della repubblica indipendente venne eletto nella persona del veterano nazionalista Shukri al-Quwwatli.

A seguito dell'indipendenza si ebbe un periodo di instabilità, costellato da numerosi cambi di governo e tredici colpi di Stato, il primo dei quali nel 1949 contro al-Quwwatli a seguito della sconfitta nella guerra arabo-israeliana del 1948, condotto da Husni al-Za'im, poi sostituito da Sami al-Hinnawi e quindi dal colonnello Adib al-Shishakli, che venne tuttavia rovesciato nel 1954 dallo stesso al-Quwwatli, il quale reinsediatosi alla presidenza varò una politica filo-egiziana.

Durante la crisi di Suez del 1956 fu proclamata la legge marziale e truppe siriane e irachene si schierarono in Giordania per prevenire una invasione israeliana. A novembre dello stesso anno la Siria firmò un trattato con l'Unione Sovietica, ottenendo ampi rifornimenti militari. L'orientamento nazionalista e panarabo crebbe rapidamente finché fu decisa l'unione con l'Egitto governato dal colonnello Nasser, che sancì la nascita dell'effimera Repubblica Araba Unita (1º febbraio 1958 - 28 settembre 1961).

Regime del Baʿth[modifica | modifica wikitesto]

Hafiz al-Asad durante la rivoluzione correttiva del 1970

Caduta l'unione per un colpo di Stato, l'8 marzo 1963 s'impadronì del potere il partito panarabo Baʿth, che con un nuovo golpe militare, guidato dal leader dell'ala sinistra del partito Salah Jadid, il 23 febbraio 1966 abbandonò la linea panaraba per una socialista e filo-sovietica. Infine, dopo la sconfitta nella guerra dei sei giorni, con il secondo colpo di Stato (cosiddetta "rivoluzione correttiva") interno al partito Baʿth, il 13 novembre 1970 prese la guida del paese il generale Hāfiẓ al-Asad, leader dell'ala nazionalista. Il nuovo capo di Stato, eletto presidente della Repubblica in modo plebiscitario nel 1971 e più volte riconfermato, instaurò un regime dittatoriale, divenuto in breve il principale punto di riferimento del radicalismo arabo e sostenitore di gruppi terroristi violentemente anti-israeliani ed anti-americani, quali per esempio il Movimento per il Jihad Islamico in Palestina e l'organizzazione del combattente palestinese Abū Niḍāl.

Il villaggio di Quneytra, rimasto in gran parte distrutto dopo il ritiro israeliano nel 1974

Il 6 ottobre del 1973 la Siria e l'Egitto sferrarono un attacco a sorpresa alle forze israeliane (guerra del Kippur), ma vennero contrastati da Israele che mantenne il controllo delle alture del Golan. Tra il 1971 e il 1977 al-Asad partecipò al tentativo di fondare una Federazione delle Repubbliche Arabe con Egitto e Libia e nel 1976 intervenne nella guerra civile libanese contro Israele e contro l'OLP di Yasser Arafat (per il quale aveva un'implacabile avversione) imponendo una sorta di protettorato siriano sul Libano ratificato nel 1991 da un trattato di cooperazione e destinato a durare sino al 2005.

Nel corso degli anni ottanta la guerra Iran-Iraq ebbe importanti riflessi sulla Siria, che prese posizione a favore dell'Iran. Ciò contribuì non poco a isolarla nel mondo arabo, dove prevalente era la preoccupazione per il rafforzamento della rivoluzione islamica iraniana. Paradossalmente anche al-Asad dovette fare i conti con la crescita dell'integralismo islamico. I Fratelli Musulmani organizzarono vere e proprie insurrezioni di massa contro il regime laico del Ba'th, stroncate da al-Asad con una spietata repressione culminata nel massacro di Hama del 1982 (circa 30.000 morti).

La Siria colse l'occasione per uscire dall'isolamento internazionale nel 1990, quando, dopo l'invasione irachena del Kuwait, al-Asad si schierò con la coalizione guidata dagli USA contro Saddam Hussein. Negli anni novanta al-Asad, che continuava a governare autoritariamente il paese (nel 1991 e nel 1999 venne riconfermato presidente), intavolò trattative di pace con Israele, poi fallite. Nel giugno 2000 al-Asad morì, e il 17 luglio gli succedette il figlio ed erede designato, Bashār al-Asad. Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 i rapporti con l'Occidente si incrinarono e Bashār si oppose all'invasione americana dell'Iraq (2003). Nel 2004 i separatisti Curdi insorsero nel nord del paese, nel 2005 la Siria fu accusata del coinvolgimento nell'omicidio di Rafīq Ḥarīrī e dovette richiamare in patria le proprie truppe dal Libano.

Il presidente Bashshār al-Asad nel 2004

Guerra civile (2011–oggi)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile siriana.

A partire dal 2011 tutta la Siria venne coinvolta da manifestazioni popolari che chiedevano una maggiore apertura verso le libertà individuali dei cittadini. L'opposizione del governo siriano a queste richieste portò i manifestanti a chiedere la caduta del regime. Le forze governative risposero alle manifestazioni con una violenta repressione, in particolare servendosi dell'aiuto delle milizie degli Shabiha; la conseguente resistenza da parte di vari membri dell'opposizione siriana portò alla formazione di un movimento insurrezionale, l'Esercito siriano libero (ESL), composto da molti disertori dell'esercito regolare. L'ESL, dopo mesi di combattimenti conquistò varie zone della Siria, tra cui buona parte della città di Aleppo. L'aviazione siriana iniziò sin da subito a sferrare attacchi aerei alle zone di cui aveva perso il controllo con bombe a grappolo, barili bomba e altre armi esplosive, causando numerose vittime civili. Con l'avanzarsi della guerra civile vari gruppi armati iniziarono a inserirsi nel conflitto, fra cui i più influenti furono le milizie curde dell'YPG e i miliziani dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante. La presenza di quest'ultima organizzazione, a causa delle sue attività terroristiche, determinò l'intervento internazionale in Siria, come parte della guerra al terrorismo: in tale ambito, la Russia intervenne a favore del governo di al-Asad, mentre una coalizione a guida statunitense fornì sostegno alle milizie curde dell'YPG. L'esercito siriano, indebolito notevolmente dai combattimenti, riprese vigore grazie al supporto russo, quello di Hezbollah e di altre milizie sciite straniere, in particolare iraniane e irachene: grazie all'intervento dell'aviazione russa a fianco di quella siriana, il governo di al-Asad poté riprendere il controllo dei più grandi centri abitati della Siria.

La guerra suddivise il paese in quattro aree principali: quella sud-occidentale controllata dal governo, quella nord-occidentale dai ribelli avanzati grazie all'intervento turco in funzione anti-curda, quella nord-orientale sotto il controllo dei curdi dell'YPG, quella sud-orientale sotto il controllo dello Stato Islamico. Soltanto nella Siria occidentale rimasero alcune aree sotto il controllo dell'Esercito siriano libero.

Nel giugno 2014 si tennero le prime elezioni presidenziali multipartitiche dopo mezzo secolo di regime ba'thista, svoltesi però nelle sole zone effettivamente controllate dalle truppe del governo siriano; le elezioni riconfermarono al-Asad nel suo incarico. Secondo alcuni Stati occidentali e arabi, per la maggior parte solidali con i movimenti di opposizione, le elezioni siriane furono una mera farsa, volte solamente a dare alla presidenza di al-Asad una parvenza di democraticità; per contro, gli osservatori internazionali presenti alle elezioni (in maggioranza inviati da Stati solidali con il governo di al-Asad) ne sostennero invece la regolarità e trasparenza.[25]

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Siria.
La valle dell'Oronte a sud di Apamea

La Siria confina a nord con la Turchia, a est con l'Iraq, a sud con la Giordania, a sud-ovest con Israele e il Libano, mentre a ovest è bagnata dal mar Mediterraneo[26].

Il territorio siriano si estende dalle coste del Mediterraneo alle rive dell'Eufrate e presenta perciò aspetti fisici diversi. La maggior parte è caratterizzata da steppe (60.000 km²) e da deserti. Si può parlare di tre ambienti che si susseguono e si compenetrano: la costa, le catene montuose, il deserto[26].

La costa ha un'ampiezza modesta ed è spesso interrotta da promontori. La sua esiguità è dovuta alla presenza di una catena montuosa (Jebel Aansarîyé) a essa parallela, continuazione dei monti del Libano. Più a sud, oltre la valle dell'Oronte, il confine con il Libano corre lungo la catena dell'Antilibano (Jabal Lubnan ash Sharqi) che si eleva oltre i 2000 m. La valle dell'Oronte (Al Ghâb) è una depressione tettonica formatasi alla fine dell'era terziaria, come diretta prosecuzione di quella del mar Morto, unitamente ad effusioni vulcaniche. A queste sono da imputare alcuni rilievi basaltici come l'isolato massiccio meridionale del Jabal ad Duruz (1800 m). Il resto del Paese è formato da una ampia porzione del tavolato arabico lievemente inclinato a nord-est verso la arida depressione mesopotamica (al Jazirah). La sezione sud-orientale del Paese costituisce infine una parte del desolato Deserto Siriaco (Ba-diyat ash Sha-m) esteso anche in Iraq, Giordania e Arabia Saudita[26].

Climi diversi si succedono passando dal mare all'interno. Nelle zone costiere prevale quello mediterraneo con modeste escursioni termiche annue e sufficiente piovosità. Modificazioni climatiche si incontrano sui rilievi con temperature inferiori e piovosità d'altitudine, ma a oriente di essi si estendono le zone a clima steppico con scarto tra inverno ed estate abbastanza elevato e con netta diminuzione di precipitazioni. Nella parte meridionale del Paese e in quella sud-orientale si hanno scarsissime piogge e alte temperature tipiche delle aree desertiche[26].

La rete idrografica è legata sia alle condizioni climatiche sia a quelle morfologiche. Corsi a regime torrentizio si incontrano nella zona costiera con piene invernali e forti pendenze. Nei solchi intermontani vi sono fiumi con buone portate. L'Oronte, con direzione prima verso nord e poi verso ovest, raggiunge il Mediterraneo ed è alimentato da discrete precipitazioni. Notevole importanza ha infine l'Eufrate, proveniente dai monti Tauri, che attraversa la sezione nord-orientale del Paese per un tratto di 500 km, con grosse piene nella stagione invernale e lunghi periodi di magre. Anche un breve tratto del Tigri tocca la Siria in corrispondenza del confine turco-iracheno[26].

LatakiaCountrysidePano.png
Ingrandisci
Vista panoramica di Ayn al-Bayda, un villaggio nel nord della Siria

Il mantello forestale è poco esteso (25%) per le condizioni climatiche e per la precoce umanizzazione del territorio. Infatti c'è stato un uso di legname nel passato che ha portato a una profonda degradazione delle coperture forestali. La vegetazione si presenta sotto forma di macchia fino ai 1000 m; di boschi caducifogli e aghifogli nelle zone montuose; di vegetazione steppica nelle aree premontane orientali[26].

Società[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte delle persone vive nella valle del fiume Eufrate e lungo la pianura costiera, una striscia fertile tra le montagne costiere e il deserto. La densità di popolazione complessiva in Siria è di circa 99 per chilometro quadrato. Secondo il World Refugee Survey 2008, pubblicato dal Comitato degli Stati Uniti per i rifugiati e gli immigrati, la Siria ha ospitato una popolazione di rifugiati e richiedenti asilo che contava circa 1.852.300 persone. La stragrande maggioranza di questa popolazione proveniva dall'Iraq (1.300.000), ma nel paese vivevano anche popolazioni considerevoli provenienti dalla Palestina (543.400) e dalla Somalia (5.200).[27]

In quella che l'ONU ha definito "la più grande emergenza umanitaria della nostra era",[28] circa 9,5 milioni di siriani, metà della popolazione, sono stati sfollati dallo scoppio della guerra civile siriana nel marzo 2011;[29] 4 milioni sono fuori dal paese come rifugiati.[30]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Andamento della popolazione della Siria dal 1950 al 2020
Damasco, abiti tradizionali

I siriani sono nel complesso un popolo levantino indigeno, strettamente legato ai loro vicini immediati, come libanesi, palestinesi, giordani ed ebrei.[31][32] La Siria ha una popolazione di circa 18 500 000 abitanti (stima del 2019), esclusi i 6 milioni di rifugiati fuori dal Paese. Gli arabi siriani, insieme a circa 600 000 palestinesi, rappresentano circa il 74% della popolazione.[33]

Gli indigeni assiri e gli aramaici occidentali sono circa 400.000 persone,[34] con gli aramaici occidentali che vivono principalmente nei villaggi di Ma'lula, Jubb'adin e Bakh'a, mentre gli assiri risiedono principalmente a nord e nord-est (Qamishli, al-Hasaka e sulle rive del fiume Khabur). Molti (in particolare il gruppo assiro) conservano ancora diversi dialetti neo-aramaici come lingue parlate e scritte.[35]

Il secondo gruppo etnico più grande in Siria sono i curdi. Costituiscono da circa il 9%[36] al 10%[37] della popolazione, o circa 1,6 milioni di persone (di cui 40.000 yazidi[37]). La maggior parte dei curdi risiede nell'angolo nord-orientale della Siria e la maggior parte parla la variante Kurmancî della lingua curda.[36]

Il terzo più grande gruppo etnico sono i turcomanni siriani. Non ci sono stime affidabili della loro popolazione totale, con stime che vanno da diverse centinaia di migliaia a 3,5 milioni.[38][39][40]

Il quarto gruppo etnico più grande sono gli assiri (3-4%),[41] seguiti dai circassi (1,5%)[41] e gli armeni (1%),[41] la maggior parte dei quali sono i discendenti dei rifugiati che sono arrivati in Siria durante il genocidio armeno. La Siria è al settimo posto per il numero di abitanti armeni nel proprio territorio. Sono principalmente riuniti ad Aleppo, Qamishli, Damasco e Kessab.

La composizione etno-religiosa della Siria

Vi sono anche gruppi minoritari etnici più piccoli, come albanesi, bosniaci, georgiani, greci, persiani, pashtun e russi.[42] Tuttavia, la maggior parte di queste minoranze etniche si è in qualche modo arabizzata, in particolare quelli che praticano la fede musulmana.[42]

La Siria un tempo ospitava una consistente popolazione di ebrei, con grandi comunità a Damasco, Aleppo e Qamishli. A causa di una combinazione di persecuzioni in Siria e opportunità altrove, gli ebrei iniziarono a emigrare nella seconda metà del XIX secolo in Gran Bretagna, Stati Uniti e Israele. Il processo fu completato con l'istituzione dello Stato di Israele nel 1948. Oggi rimangono solo pochi ebrei in Siria.

La più grande concentrazione della diaspora siriana al di fuori del mondo arabo è in Brasile, che ha milioni di persone di origine araba e di altri paesi del Vicino Oriente.[43] Il Brasile è il primo paese dell'America a offrire visti umanitari ai rifugiati siriani.[44] La maggior parte degli arabi argentini ha origini libanesi o siriane.[45]

Lingue[modifica | modifica wikitesto]

Lingua ufficiale è l'arabo. Nelle scuole sono insegnati l'inglese e il francese. Sono parlati da parte delle minoranze anche il curdo, il turco, l'armeno, l'aramaico e il circasso, sia cabardo sia in minor numero occidentale. Le lingue degli Assiri sono siriaco e il neoaramaico.

Religioni[modifica | modifica wikitesto]

È garantita la libertà dei culti religiosi, anche se la costituzione prevede che il presidente debba essere di religione islamica.

La maggioranza della popolazione (71%) è di fede sunnita, il 16% della popolazione appartiene ad altre correnti musulmane come i drusi (soprattutto a sud) e gli alauiti, un ramo degli sciiti; questi ultimi rivestono un ruolo politico particolare, in quanto i comandi delle forze armate e lo stesso presidente appartengono alla minoranza alauita. Il restante 13% della popolazione (2,5 milioni di persone) è di fede cristiana[46], presente soprattutto nell'ovest e nel nord del paese e aderente per metà alla Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, e per il resto divisa fra Chiesa cattolica, nelle sue varie comunità (melchiti, maroniti, siri, armeno-cattolici, caldei, ecc.). Vi sono 500 000 fedeli della Chiesa ortodossa siriaca.

Altre chiese presenti nel Paese sono la chiesa apostolica armena, la Chiesa assira d'Oriente, oltre a piccolissime minoranze protestanti.

Nel 1982 padre Paolo Dall'Oglio, in Siria dagli anni ottanta del XX secolo, ha rifondato l'antico monastero «Mār Mūsā al-Habashī» (San Mosè l'Abissino), fondato nel VI secolo.

Sono rimaste nel Paese poche decine di ebrei, che vivono a Damasco, Qamishli e Aleppo.

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Ordinamento dello Stato[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale costituzione è stata adottata il 28 febbraio 2012 e ha profondamente modificato la precedente del 1973, che affidava al partito Ba'th un ruolo di guida nella società e nello Stato[47]. La forma dello Stato è repubblicana.

Il Presidente della Repubblica è il segretario generale del partito Baʿth e il capo del Fronte Progressista Nazionale (alleanza di 10 partiti legali egemonizzata dal Baʿth). Viene eletto a suffragio universale per un mandato di 7 anni (la precedente costituzione ne prevedeva l'approvazione tramite referendum). Deve essere musulmano, ma l'Islam non è religione ufficiale. Ha il potere di:

  • nominare i ministri, i funzionari pubblici e i vertici militari
  • dichiarare guerra, legge marziale, amnistia
  • promulgare leggi (soggette a ratifica del Consiglio Popolare eletto ogni 4 anni, salvo in caso di emergenza)
  • emendare la costituzione

Il potere esecutivo è retto da un primo ministro, mentre il potere legislativo viene esercitato dal Consiglio del popolo, costituita da 250 membri eletti a suffragio universale generalmente ogni quattro anni.

Dal colpo di Stato del 1963 fino all'abolizione nel 2011 è rimasta in vigore la legge marziale, che sospendeva la maggior parte delle garanzie costituzionali (e aumentava i poteri del presidente), ufficialmente motivata dallo stato di guerra con Israele e poi dalla minaccia del terrorismo.

Rivendicazioni territoriali[modifica | modifica wikitesto]

Le alture del Golan, nel Governatorato di Quneitra, sono state occupate da Israele nel 1967 durante la guerra dei sei giorni e annesse nel 1982. La Siria non ha mai riconosciuto l'annessione e fa della restituzione del Golan la condizione necessaria per la stipula di un trattato di pace.

La provincia di Hatay, in Turchia, il cui capoluogo è la storica città di Antiochia, è rivendicata dalla Siria come storicamente propria. Etnicamente mista da alcuni secoli, essa fu ceduta alla Turchia nel 1939, durante il mandato francese, senza che la Siria indipendente ne abbia mai riconosciuto la cessione.

Suddivisioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Governatorati della Siria e Distretti della Siria.
Mappa dei governatorati della Siria.

La Siria è divisa, amministrativamente, in 14 province o governatorati (ﻣﺤﺎﻓﻈﺎﺕ muḥāfaẓāt, singolare: محافظة muḥāfaẓa), dotati di un consiglio provinciale eletto e di un governatore nominato dal governo nazionale:

  1. Governatorato di Damasco (arabo: ﺩﻣﺸﻖ Dimašq)
  2. Governatorato del Rif di Damasco (arabo: ریف دمشق Rīf Dimašq)
  3. Governatorato di Quneitra (arabo: القنيطرة al-Qunayṭra)
  4. Governatorato di Dar'a (arabo: درعا Darʿā)
  5. Governatorato di al-Suwayda (arabo: السويداء al-Suwaydāʾ)
  6. Governatorato di Homs o Emesa (arabo: حمص Ḥimṣ)
  7. Governatorato di Tartus o Tortosa (arabo: طرطوس Ṭarṭūs)
  8. Governatorato di Laodicea (arabo: اللاذقية al-Lādhiqīyya)
  9. Governatorato di Hama o Epifània (arabo: حماه Ḥamā)
  10. Governatorato di Idlib (arabo: ادلب Idlib)
  11. Governatorato di Aleppo (arabo: ﺣﻠﺐ Ḥalab)
  12. Governatorato di al-Raqqa (arabo: الرقة al-Raqqa)
  13. Governatorato di Deir el-Zor (arabo: ﺩﻳﺮ ﺍﻟﺰﻭﺭ Dayr al-Zōr))
  14. Governatorato di Hassaké (arabo: الحسكة al-Ḥasaka)

I governatorati sono divisi in distretti o aree (manātiq, sing.: mintaqa), 60 in tutto, e questi a loro volta in sottodistretti (nawahi, sing.: nahiya), 206 in tutto, che comprendono città, cittadine e villaggi.

Città principali[modifica | modifica wikitesto]

Le norie della città di Hama

Le città principali in ordine di abitanti sono:

Città della Siria
n. Nome Abitanti Provincia
Traslitterazione Originale Censimento 1981 Stima 2006
1. Damasco دمشق 1 112 214 1 580 909 Damasco
2. Aleppo حلب 985 413 1 626 218 Aleppo
3. Homs o Emesa حمص 346 871 798 781 Homs o Emesa
4. Hama o Epifània حماة 177 208 477 812 Hama o Epifània
5. Laodicea اللاذقية 196 791 347 026 Laodicea
6. Deir el-Zor دير الزور 92 091 252 588 Deir el-Zōr
7. al-Raqqa o Callinico الرقة 87 138 182 394 al-Raqqa o Callinico
8. al-Bab الباب 30 008 137 565 Aleppo
9. Idlib إدلب 51 682 135 619 Idlib
10. Dumā دوما 51 337 114 761 Rif di Damasco
11. al-Safīra السفيرة 21 197 100 980 Aleppo
12. Salamiyya سلمية 35 909 98 595 Hama
13. al-Hajar al-Aswad الحجر الأسود 23 563 92 267 Rif di Damasco
14. Tartus o Tortosa طرطوس 52 589 91 269 Tartus o Tortosa
15. al-Thawra الثورة 44 782 89 815 al-Raqqa
16. Kamichlié القامشلي 92 990 86 129 Hassaké
17. Hassaké الحسكة 73 426 81 809 Hassaké
18. Ma'arrat al-Nu'man معرة النعمان 25 579 77 433 Idlib
19. Dar'a درعا 49 534 73 523 Dar'a
20. Dāriya داريا 34 048 73 362 Rif di Damasco
21. Manbij منبج 30 812 70 346 Aleppo
22. Jable جبلة 24 784 68 368 Laodicea
23. A'zaz اعزاز 16 557 60 737 Aleppo
24. al-Suwayda السويداء 43 414 60 533 al-Suwaydāʾ
25. Abu Kama أبو كمال 17 507 60 505 Deir el-Zōr

Istituzioni[modifica | modifica wikitesto]

Ordinamento scolastico[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Istruzione in Siria.

L'istruzione è gratuita e obbligatoria dai 6 ai 15 anni. La scuola dell'obbligo è seguita da 3 anni di formazione professionale oppure generale e da 3 anni di istruzione professionale oppure accademica; quest'ultima è requisito obbligatorio per l'ammissione all'università.

Sanità

Il sistema sanitario siriano è attualmente uno dei più sofferenti della regione: 2 ospedali su 3 sono stati distrutti nella guerra o sono inservibili; il 38% delle attrezzature mediche è andato perduto, comprese quasi tutte le ambulanze. Oltre la metà dei medici è fuggita, alcuni sono stati imprigionati o uccisi. I pochi medici rimasti in Siria generalmente non hanno modo di affrontare le emergenze di pronto soccorso. I vaccini che possono essere distribuiti sono crollati dal 91% al 68% negli ultimi 3 anni di guerra; molte malattie già debellate (come la poliomielite, nel 1995) hanno fatto la loro ricomparsa e i casi di contagio sono in vertiginosa crescita. Anche le madri sono in seria difficoltà; infatti 3 donne su 4 non hanno accesso ad attrezzature per il parto (prima della guerra disponibili al 96%). La speranza di vita siriana ha subito un lieve calo: passando da 75,02 anni a 74,71 anni. Attualmente operano in Siria numerose associazioni per i servizi umanitari, tra le quali Save the Children e Islamic Relief.

Forze armate[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Forze armate siriane.

Il presidente della Siria è il comandante in capo delle forze armate siriane.

Sono divise in: Esercito Arabo Siriano, Marina Militare Araba Siriana, Aeronautica Militare Araba Siriana, Forze Aeree di Difesa Arabe Siriane, Polizia e Forze di Sicurezza.

Politica interna[modifica | modifica wikitesto]

Formalmente la Siria è una repubblica retta dal gruppo etnico-religioso degli alauiti, al cui vertice è dal 1970 la famiglia Assad, titolare della Presidenza della Repubblica; attualmente la carica è ricoperta da Bashar al-Assad.

Il Presidente è anche segretario generale del partito Baʿth e capo del Fronte Progressista Nazionale.

Nel 2012 è entrata in vigore nuova Costituzione, approvata attraverso un apposito referendum costituzionale.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

  • Prodotto Nazionale Lordo (PNL): 60 miliardi di dollari;
  • PNL pro capite: 4 000 dollari.
  • Punti deboli: inflazione 2007: 5,5% (stime del governo; osservatori indipendenti stimano cifre fino al 30%).
  • Disoccupazione: 8,5%.
  • Punti di forza: ha un forte apparato industriale.

L'economia è di tipo misto con un massiccio intervento pubblico nell'economia, complesso forte; rivestono tuttora notevole importanza le attività agricole e pastorali. Il petrolio, non particolarmente abbondante, riesce comunque a soddisfare buona parte della domanda interna. Lo sviluppo dell'economia è ostacolato da un assetto della regione ancora instabile e da una posizione politica poco chiara nella lotta al terrorismo internazionale e nel gioco delle alleanze tra gli Stati dell'area e gli Stati Uniti; un'ambiguità che condiziona gli scambi anche con i paesi occidentali.

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha approvato il bilancio per il 2009, che prevede un altro anno difficile. Le spese di bilancio ammontano a 638 miliardi di sterline siriane (circa $ 13,7 miliardi). Il bilancio è stato calcolato sulla base del prezzo di $ 51 per un barile di petrolio. Secondo gli attuali prezzi del petrolio, i siriani temono che il deficit sarà superiore alle aspettative. I prezzi di petrolio e di altre merci, che sono stati elevati nei mercati globali, hanno portato ad un brusco aumento del tasso di inflazione.[48]

Risorse[modifica | modifica wikitesto]

  • Produzione di energia elettrica: 23260 GWh.
  • Petrolio: 522 700 b/g, consumo interno 265 000 b/g.

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Turismo in Siria.
Panorama di Palmira all'alba

Prima delle sommosse scoppiate nel 2011, la Siria era destinazione turistica per il suo ricco patrimonio storico e archeologico:

Il numero di turisti che hanno visitato la Siria nel 2009 è pari a 6 091 889[49]

Aeroporti civili[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Poesia[modifica | modifica wikitesto]

Molto sviluppata fin dall'epoca della prima conquista araba della Siria, all'epoca del secondo Califfo 'Omar ibn al-Khattāb, ha avuto il suo massimo splendore durante il periodo califfale omayyade (661-750).[senza fonte]

Tra i poeti siriani che si sono distinti nel XX secolo ricordiamo Nizar Qabbani.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

In campo musicale, durante il XX secolo, spicca la figura di Farid al-Atrash (1910-1974), cantante e compositore siriano naturalizzato egiziano. Tra le cantanti affermatesi durante il XX secolo spicca Asmahan (1912-1944), anche attrice.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Giochi olimpici[modifica | modifica wikitesto]

La prima medaglia d'oro olimpica per la Siria fu conquistata da Ghada Shouaa, nell'eptathlon, ai Giochi olimpici di Atlanta 1996.

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2012 la Nazionale di calcio della Siria si è aggiudicata la Coppa dell'Asia occidentale, battendo in finale l'Iraq.

Ricorrenza nazionale[modifica | modifica wikitesto]

  • 17 aprile: Īd al-Ğalā': Giorno dell'indipendenza o Giornata dell'evacuazione, dal dominio della Francia: commemora l'evacuazione dell'ultimo soldato francese, la proclamazione della piena indipendenza dello Stato e la fine del Mandato francese della Siria, 1946.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013
  2. ^ Tasso di fertilità nel 2010, su data.worldbank.org. URL consultato il 12 febbraio 2013.
  3. ^ Syrian Central Census Bureau Archiviato il 29 dicembre 2010 in Internet Archive.
  4. ^ Moshe Gammer, The Caspian Region: The Caucasus, vol. 2, Routledge, 2004, p. 64, ISBN 978-0-203-00512-5.
  5. ^
  6. ^ Neil MacFarquhar, Arab League Votes to Suspend Syria, in The New York Times, 12 novembre 2011. URL consultato il 12 novembre 2011.
  7. ^ Regional group votes to suspend Syria; rebels claim downing of jet, CNN, 14 agosto 2012. URL consultato il 14 agosto 2012.
  8. ^ Syria suspends its membership in Mediterranean union, 1º dicembre 2012.
  9. ^ Neolithic Tell Ramad in the Damascus Basin of Syria, su ancientneareast.tripod.com, Archive. URL consultato il 25 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2006).
  10. ^ Human Rights Watch | 350 Fifth Avenue, World Report 2019: Rights Trends in Syria, su Human Rights Watch, 17 dicembre 2018.
  11. ^ dato aggiornato al 13 marzo 2017
  12. ^ autore, bollettino delle vittime del conflitto http://www.syriahr.com/en/?p=62760/.
  13. ^ (EN) Vision of Humanity, Global Peace Index, su Vision of Humanity. URL consultato il 14 ottobre 2019.
  14. ^ More than 570 thousand people were killed on the Syrian territory within 8 years of revolution demanding freedom, democracy, justice, and equality • The Syrian Observatory For Human Rights, su syriahr.com, 15 marzo 2019.
  15. ^ United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR), UNHCR Syria Regional Refugee Response, su data.unhcr.org.
  16. ^ Robert Rollinger, The terms "Assyria" and "Syria" again, in Journal of Near Eastern Studies, vol. 65, n. 4, 2006, pp. 284-287, DOI:10.1086/511103.
  17. ^ R. N. Frye, Assyria and Syria: Synonyms, in Journal of Near Eastern Studies, vol. 51, n. 4, 1992, pp. 281-285, DOI:10.1086/373570.
  18. ^ Erodoto, Storie, VII.63, s:History of Herodotus/Book 7.
  19. ^ John Joseph, Assyria and Syria: Synonyms? (PDF), su jaas.org, 2008. URL consultato il 22 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2013).
  20. ^ First proposed by Theodor Nöldeke in 1881; cf. Douglas Harper, Syria, su Online Etymology Dictionary, November 2001. URL consultato il 13 giugno 2007.
  21. ^ Rollinger, Robert (2006). "The terms "Assyria" and "Syria" again" (PDF). Journal of Near Eastern Studies 65 (4): 284–287. doi:10.1086/511103.
  22. ^ Plinio, Libro 5 sezione 66, in Naturalis historia, 77 a.C, Università di Chicago, ISBN 978-84-249-1901-6.
  23. ^ Syria :: Roman provincial organization, su britannica.com. URL consultato il 25 ottobre 2008.
  24. ^ Report of the Commission Entrusted by the Council with the Study of the Frontier between Syria and Iraq, su World Digital Library, 1932. URL consultato l'8 luglio 2013.
  25. ^ Gli osservatori internazionali ratificati elezioni trasparenti in Siria, su lainfo.es. URL consultato il 6 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2015).
  26. ^ a b c d e f Sìria, su Sapere.it. URL consultato l'11 febbraio 2021.
  27. ^ World Refugee Survey 2008, U.S. Committee for Refugees and Immigrants, 19 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2012).
  28. ^ Daniel Politi, U.N.: Syria Crisis Is 'Biggest Humanitarian Emergency of Our Era', su Slate, 30 agosto 2014. URL consultato il 1º settembre 2014.
  29. ^ Stephanie Nebehay, Syrian refugees top 3 million, half of all Syrians displaced – U.N., 29 agosto 2014. URL consultato il 29 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2014).
  30. ^ Demographic Data of Registered Population, su data.unhcr.org, UNHCR. URL consultato il 29 agosto 2014.
  31. ^ M Richards, C Rengo e F Cruciani, Extensive Female-Mediated Gene Flow from Sub-Saharan Africa into Near Eastern Arab Populations, in American Journal of Human Genetics, vol. 72, n. 4, 2003, pp. 1058-1064, DOI:10.1086/374384, PMID 12629598.
  32. ^ In the Wake of the Phoenicians: DNA study reveals a Phoenician-Maltese link, su magma.nationalgeographic.com, National Geographic Magazine, ottobre 2004. URL consultato il 30 gennaio 2013.
  33. ^ Syria, su The World Factbook, 2018.
  34. ^ Syria's Assyrians threatened by extremists – Al-Monitor: the Pulse of the Middle East, su al-monitor.com, Al-Monitor. URL consultato il 24 luglio 2014.
  35. ^ Turkey-Syria deal allows Syriacs to cross border for religious holidays, su Today's Zaman, 26 aprile 2008. URL consultato il 23 aprile 2011 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2011).
  36. ^ a b Syria – Kurds, su Library of Congress Country Studies.
  37. ^ a b 2013, http://www.arab-reform.net/en/node/510.
    «Arabs constitute the major ethnic group in Syria, making up between 80 and 85% of the population.
    Kurds are the second largest ethnic group in Syria, making up around 10% of the Syrian population and distributed among four regions...with a Yazidi minority that numbers around 40,000...
    Turkmen are the third-largest ethnic group in Syria, making up around 4–5% of the population. Some estimations indicate that they are the second biggest group, outnumbering Kurds, drawing on the fact that Turkmen are divided into two groups: the rural Turkmen who make up 30% of the Turkmen in Syria and have kept their mother tongue, and the urban Turkmen who have become Arabised and no longer speak their mother language...
    Assyrians are the fourth-largest ethnic group in Syria. They represent the original and oldest inhabitants of Syria, today making up around 3–4% of the Syrian population...
    Circassians are the fifth-largest ethnic group in Syria, making up around 1.5% of the population...
    Armenians are sixth-largest ethnic group in Syria, making up around 1% of the population...
    There are also a small number of other ethnic groups in Syria, including Greeks, Persians, Albanians, Bosnian, Pashtuns, Russians and Georgians...»
    .
  38. ^ BBC, Who are the Turkmen in Syria?, su bbc.co.uk, 2015.
    «There are no reliable population figures, but they are estimated to number between about half a million and 3.5 million.».
  39. ^ The New York Times, Who Are the Turkmens of Syria?, 2015.
    «Q. How many are there? A. No reliable figures are available, and estimates on the number of Turkmens in Syria and nearby countries vary widely, from the hundreds of thousands up to 3 million or more.».
  40. ^ 2015, ISBN 978-0-230-11552-1.
    «There are nearly one million [Turkmen] in Syria...».
  41. ^ a b c 2013, http://www.arab-reform.net/en/node/510.
    «Arabs constitute the major ethnic group in Syria, making up between 80 and 85% of the population.
    Kurds are the second largest ethnic group in Syria, making up around 10% of the Syrian population and distributed among four regions...with a Yazidi minority that numbers around 40,000...
    Turkmen are the third-largest ethnic group in Syria, making up around 4–5% of the population. Some estimations indicate that they are the second biggest group, outnumbering Kurds, drawing on the fact that Turkmen are divided into two groups: the rural Turkmen who make up 30% of the Turkmen in Syria and have kept their mother tongue, and the urban Turkmen who have become Arabised and no longer speak their mother language...
    Assyrians are the fourth-largest ethnic group in Syria. They represent the original and oldest inhabitants of Syria, today making up around 3–4% of the Syrian population...
    Circassians are the fifth-largest ethnic group in Syria, making up around 1.5% of the population...
    Armenians are sixth-largest ethnic group in Syria, making up around 1% of the population...
    There are also a small number of other ethnic groups in Syria, including Greeks, Persians, Albanians, Bosnian, Pashtuns, Russians and Georgians...»
    .
  42. ^ a b 2013, http://www.arab-reform.net/en/node/510.
    «Arabs constitute the major ethnic group in Syria, making up between 80 and 85% of the population.
    Kurds are the second largest ethnic group in Syria, making up around 10% of the Syrian population and distributed among four regions...with a Yazidi minority that numbers around 40,000...
    Turkmen are the third-largest ethnic group in Syria, making up around 4–5% of the population. Some estimations indicate that they are the second biggest group, outnumbering Kurds, drawing on the fact that Turkmen are divided into two groups: the rural Turkmen who make up 30% of the Turkmen in Syria and have kept their mother tongue, and the urban Turkmen who have become Arabised and no longer speak their mother language...
    Assyrians are the fourth-largest ethnic group in Syria. They represent the original and oldest inhabitants of Syria, today making up around 3–4% of the Syrian population...
    Circassians are the fifth-largest ethnic group in Syria, making up around 1.5% of the population...
    Armenians are sixth-largest ethnic group in Syria, making up around 1% of the population...
    There are also a small number of other ethnic groups in Syria, including Greeks, Persians, Albanians, Bosnian, Pashtuns, Russians and Georgians...»
    .
  43. ^ The Arabs of Brazil, su saudiaramcoworld.com, Saudi Aramco World, September–October 2005. URL consultato il 30 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2005).
  44. ^ United Nations High Commissioner for Refugees, UN refugee agency welcomes Brazil announcement of humanitarian visas for Syrians, su unhcr.org. URL consultato il 24 luglio 2014.
  45. ^ (ES) Inmigracion sirio-libanesa en Argentina, su fearab.org.ar, Confederación de Entidades Argentino Árabes. URL consultato il 30 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2010).
  46. ^ Religious Freedom Report 2006
  47. ^ Costituzione della Siria - Testo, su eurasia-rivista.org. URL consultato il 22 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2016).
  48. ^ Bilancio siriano, Assad tira la cinghia, Doron Peskin & Gil Feiler, Infoprod 22.12.08[collegamento interrotto]
  49. ^ Tourists' Number Increases by 12 Percent in 2009 in Comparison with 2008 [collegamento interrotto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mirella Galletti, Storia della Siria contemporanea. Popoli, istituzioni e cultura, Bompiani, 2006

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN154701530 · ISNI (EN0000 0001 2369 5958 · LCCN (ENn80061798 · GND (DE4058794-0 · BNF (FRcb152411445 (data) · BNE (ESXX451672 (data) · NDL (ENJA00571218 · WorldCat Identities (ENlccn-n80061798
Asia Portale Asia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano dell'Asia