
ETNA COMICS 2025: “Come Tex nessuno mai”, un “Caffè con Bonelli”
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Nel pomeriggio del 31 maggio, la Sala Galatea di Etna Comics 2025 ha ospitato uno degli incontri più intensi e partecipati dell’intera manifestazione: “Come Tex nessuno mai”, un “Caffè con Bonelli” che ha riunito tre protagonisti del fumetto italiano – Mauro Boselli, Mario Alberti e Alessandro Piccinelli – sotto la guida appassionata di Riccardo Renda e Sergio Algozzino. Il risultato è stato un dialogo vivo e coinvolgente che ha attraversato decenni di storia editoriale, riflessioni artistiche e ricordi personali, nel segno di Tex Willer e dell’universo bonelliano.
La figura di Sergio Bonelli è emersa subito come presenza totemica e insieme umana, nel racconto di Mauro Boselli, che ha rievocato con affetto e sincerità gli esordi della sua carriera, segnati da una lunga e formativa gavetta accanto a uno dei grandi padri del fumetto italiano. Un apprendistato severo ma fecondo, durante il quale l’autore ha imparato a costruire storie robuste, credibili, ancorate alla realtà anche grazie a viaggi esplorativi nei luoghi dell’ambientazione western – una prassi appresa direttamente da Bonelli. Ma il viaggio, nel mondo bonelliano, può anche essere interiore o immaginifico, come dimostra il caso di Tiziano Sclavi, capace di navigare interi universi narrativi affidandosi unicamente alla potenza della fantasia.
Nel ripercorrere il suo lavoro su Zagor, Boselli ha parlato del desiderio di realizzare storie memorabili, dallo stile avventuroso e quasi stevensoniano, approfittando della libertà creativa che questo personaggio consente. Diverso, più vincolante, il lavoro su Tex, dove la tradizione pesa di più, anche per la presenza di figure consolidate come Kit Carson. Eppure, anche nel rispetto dell’identità profonda del personaggio, Boselli ha saputo proporre linee narrative nuove, talvolta in controtendenza rispetto alle aspettative della casa editrice, riuscendo però a ottenere il consenso anche dei più conservatori, Sergio Bonelli compreso. Il coraggio di innovare, senza tradire lo spirito originario, è stato anche alla base della creazione del giovane Tex, versione inedita e sorprendente dell’eroe, concepita con uno sguardo nuovo.
Mario Alberti ha raccontato il suo ingresso nell’universo texiano con tono schietto e partecipe. Disegnare Tex alla francese – un progetto che si distacca dal canone classico per forma e linguaggio – ha rappresentato per lui una sfida entusiasmante. Curiosamente, ha confessato di aver avuto meno timore nel disegnare Spiderman, rispetto al dover affrontare per la prima volta un western, con tutto ciò che comporta in termini di accuratezza e stile. I cavalli, elemento iconico del genere, sono stati la vera prova del fuoco. Ma la sfida, ha detto con orgoglio, è stata raccolta e vinta. Anche per Alberti, il personaggio di Tex ha una particolarità: è privo di dubbi, al contrario, ad esempio, di Mister No, eroe della sua infanzia. Da qui l’idea di lavorare su una versione giovanile di Tex, per mostrare un volto più incerto, ancora in formazione, lontano dalla maschera marmorea dell’eroe adulto.
Alessandro Piccinelli, a sua volta autore tanto di Tex quanto di Zagor, ha posto l’accento sull’importanza del linguaggio cinematografico all’interno del fumetto, soprattutto nei dialoghi e nel ritmo delle scene. Collaborare con Boselli, ha detto, è sempre stato motivo di entusiasmo, proprio per la capacità dello sceneggiatore di costruire testi dinamici, visivi, fortemente evocativi. Piccinelli ha voluto anche rendere omaggio alla figura di Gallieno Ferri, suo maestro e punto di riferimento, sottolineando quanto il lascito di Ferri continui a influenzare il suo tratto e la sua visione.
In un clima disteso ma denso di contenuti, i tre autori hanno offerto al pubblico non solo un racconto sul mito di Tex, ma anche una riflessione sulla responsabilità di raccontare un personaggio che, pur restando fedele alla propria immagine, deve confrontarsi con nuove generazioni di lettori, con linguaggi in evoluzione e con un mercato sempre più complesso. Tex, in fondo, è l’ultimo grande eroe epico del fumetto italiano, un personaggio che vive nella memoria collettiva e che continua a parlare al presente. E, come hanno dimostrato le parole e le esperienze condivise in questo incontro, è proprio attraverso il lavoro coraggioso e appassionato di chi lo scrive e lo disegna che quella voce può ancora farsi sentire forte, limpida, necessaria.
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