
Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: CLAUDIO PIERSANTI racconta il suo romanzo “Quel maledetto Vronskij” (Rizzoli)
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“Quel maledetto Vronskij” è nella dozzina dei libri finalisti all’edizione 2022 del Premio Strega
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Come nasce il mio maledetto Vronskij
Ho avuto la fortuna di conoscere e di essere amico di poeti e scrittori importanti (uomini e donne, più o meno in pari misura). Da ognuno ho imparato qualcosa anche se nessuno di loro avrebbe voluto essere definito maestro. Un maestro è un vero maestro quando non sa di esserlo. Gli insegnamenti sono cosa diversa dai consigli, che non ho chiesto né mi sono stati propinati. La prima cosa che ho imparato è che nessuno può aiutarti. Il lavoro consiste in questo: una persona e un foglio bianco. Come è noto ci sono diverse tonalità di bianco. Nel mio caso il foglio deve essere molto bianco. Comincio a scrivere quando mi sono liberato dai miei soliti pensieri, dai ricordi del libro precedente (che non rileggo mai dopo la stampa), insomma quando il foglio è bianco davvero. Non accumulo appunti, non ho mai scritto una scaletta in vita mia: il lavoro preliminare consiste nel creare un vuoto. Molti anni fa incontrai le parole che descrivevano esattamente quel che intendevo fare. Le ripeto spesso perché per me valgono più di un manifesto di poetica. “Tra le infinite maniere di dar principio a un libro, che oggigiorno sono in uso in tutto il mondo conosciuto, ho fiducia che la mia sia la migliore; e sono certo che è la più pia, perché comincio con lo scrivere il primo periodo, e mi affido a Dio Onnipotente per il successivo.” È la splendida voce del Tristram Shandy (gentleman) di Sterne. Qualcuno dirà: ma è un autore del ‘700! Ecco, nella poesia il tempo è un personaggio. Si produce un’alterazione del tempo: in quello di chi scrive e in quello di chi legge. Leggi tutto (clicca qui)…