max-maugeri-twitter-fb

CLICCA ogni giorno su... letteratitudinenews ... per gli aggiornamenti

Più di 50.000 persone seguono

letteratitudine-fb (Seguici anche tu!)

Avvertenza

La libertà individuale, anche di espressione, trova argini nel rispetto altrui. Commenti fuori argomento, o considerati offensivi o irrispettosi nei confronti di persone e opinioni potrebbero essere tagliati, modificati o rimossi. Nell’eventualità siete pregati di non prendervela. Si invitano i frequentatori del blog a prendere visione della "nota legale" indicata nella colonna di destra del sito, sotto "Categorie", alla voce "Nota legale, responsabilità, netiquette".

dibattito-sul-romanzo-storico

Immagine 30 Storia

letteratura-e-fumetti

 

dicembre: 2021
L M M G V S D
« nov    
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031  
letteratitudine-fb
letteratitudine-su-rai-letteratura
giovedì, 28 dicembre 2017

UN AMORE TRA LE STELLE di Catena Fiorello

Nel nuovo appuntamento di “GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine interamente dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi“, ci occupiamo del nuovo libro di Catena FiorelloUn amore tra le stelle” (Baldini & Castoldi – illustrazioni di Maria Cristina Costa)

* * *

Il nuovo libro di Catena FiorelloUn amore tra le stelle” (Baldini & Castoldi – illustrazioni di Maria Cristina Costa), dedicato al pubblico dei giovani lettori, ha come protagonista Babbo Natale e la Befana

* * *

Ho scritto questa fiaba per adulti e bambini per rendere omaggio a due personaggi che amiamo molto: Babbo Natale e Befana“, ha dichiarato Catena Fiorello con riferimento al suo nuovo libro intitolato “Un amore tra le stelle” (Baldini & Castoldi).
Un libro destinato ai lettori più giovani, ma non solo… dove troviamo, come protagonisti, questi due personaggi che vivono radicati nel nostro immaginario privato e collettivo. Due personaggi che sorvolano i cieli proprio in queste giornate di festa: uno su una slitta trainata da renne, l’altra a cavallo di una scopa.
Di loro però sappiamo poco”, ha evidenziato la Fiorello. “Che cosa fanno oltre il periodo delle feste natalizie? Che infanzia hanno avuto? E, sopratutto, che reazioni può innescare un loro incontro? Mi piaceva immaginare il loro strano mondo e consegnarvelo tra le righe scritte. Ecco perché a fine novembre questo libro è arrivato negli scaffali delle librerie, sperando che poi passasse sotto l’albero di alcuni di voi. Per donarvi serenità e allegria, compresi gli altri componenti delle vostre famiglie. Ed è giusto ricordare che… “Se da soli possiamo fare tanto, in due è tutta un’altra storia“.
Il libro è corredato dalle belle illustrazioni di Maria Cristina Costa.

In coda al post, l’incipit del libro… (continua…)

Pubblicato in GIOVANISSIMA LETTERATURA   Commenti disabilitati

lunedì, 3 dicembre 2007

BAMBINE, TRA LETTERATURA E VITA

Molto ambizioso questo post.

Proviamo ad affrontare un tema complesso e delicato coinvolgendo alcuni libri e le rispettive autrici.

Il tema è il seguente: bambine, tra letteratura e vita. Un tema di forte attualità, ma – in fondo – antico. Attorno a esso girano problematiche varie e irrisolte.

Ospiti di questo post sono: Dacia Maraini, Loredana Lipperini, Catena Fiorello, Beatrice Masini, Elisabetta Lodoli, Elena Ferrante.

Un post al femminile, dunque. Un post di donne scrittrici, che hanno trattato – con i loro libri – tematiche riguardanti le bambine. Mi piacerebbe parlarne con voi nell’ambito di un grande dibattito, insieme – ripeto – alle autrici citate.

A ognuno dei libri presentati ho affiancato una sorta di sottotema per favorire le possibilità di discussione e confronto.

(Massimo Maugeri)

——

BuioDacia Maraini, autrice notissima, nel 1999 ha vinto il Premio Strega per l’ottima raccolta di racconti intitolata “Buio” (Rizzoli). Dodici storie che raccontano della violenza sull’infanzia e sull’adolescenza. Sono pagine che raccontano fatti realmente accaduti, storie di “ordinaria follia” in cui le vittime sono i più deboli: donne e bambini.

Castaldi, su L’Indice dei libri del mese, n. 7, del 1999 ne ha scritto così: “Buio, come dice il titolo, è una raccolta di racconti che testimoniano dell’oscurità del mondo contemporaneo che sembra consegnarsi alla catastrofe, attraverso le guerre, la pedofilia, la prostituzione infantile, l’uccisione di donne inermi, la violenza carnale operata sui figli dai genitori stessi. Le vittime sono quasi sempre donne, bambini, immigrati: i più deboli nella società del benessere. Molti episodi sembrano o sono tratti da articoli giornalistici. Ma forse proprio questo distacco permette all’autrice di fabbricare con l’arma letteraria un tessuto di azioni e reazioni dei suoi personaggi in cui sempre spicca la dinamica aguzzino-vittima che, come nei campi di concentramento, dove l’autrice è stata internata da bambina, crea una connivenza di surreale complicità, perchè, in mancanza di tutto, cioè in presenza del niente, anche un aguzzino può essere qualcosa, un riconoscimento di quella identità che proprio da lui è stata annullata, come succede nell’ultimo racconto in cui la bambina Agatina viene avviata alla prostituzione dalla nonna vistosa e ancora piacente. Alla storia di Agatina si affiancano altre terribili storie, quella del bambino Grammofono ucciso da un pedofilo, quella della bambina albanese Vollca, inebetita dall’alcol e dagli stupefacenti perchè si prostituisca. (…) Da “Voci” (Rizzoli, 1994), il precedente romanzo della Maraini, torna la figura della commissaria Adele Sòfia. (…) La commissaria, attraverso le sue indagini, cercherà di tessere il filo degli eventi per ricomporre la violenza in un tessuto riconoscibile. Ma il tessuto si slabbra, il narrato si spezzetta in racconti (…)”.

Propongo il libro della Maraini per il tema: bambine e violenza.

——

Loredana Lipperini ha appena pubblicato il saggio “Ancora dalla parte delle bambine” (Feltrinelli), riprendendo il soggetto di un libro pubblicato negli anni Settanta da Elena Gianini Belotti. Da allora le cose non sono cambiate granché, secondo la Lipperini. Le bambine di oggi somigliano molto a quelle di ieri. Le eroine dei fumetti le invitano a essere belle. Le loro riviste propongono test sentimentali e consigli su come truccarsi. Nei loro libri scolastici, le mamme continuano ad accudire la casa per padri e fratelli. La pubblicità le dipinge come piccole cuoche. Le loro bambole sono sexy e rispecchiano (o inducono) i loro sogni. È vero. I libri, film e cartoni propongono più personaggi femminili di un tempo: ma confinandoli nell’antico stereotipo della fata e della strega. Sembra legittimo chiedersi cosa sia accaduto negli ultimi trent’anni, e come mai coloro che volevano tutto (il sapere, la maternità, l’uguaglianza, la gratificazione) si siano accontentate delle briciole apparentemente più appetitose. Così ne ha parlato Giovanna Zucconi su La Stampa: “Che cosa non può mancare nella tua borsetta? Le gomme da masticare. Un lucidalabbra. Un fermaglio per i capelli. Ma certo, sacrosanto, grazie per avercelo ricordato: il lucidalabbra è indispensabile, dona un’aria glamour. Mentre per ciglia da cerbiatta, com’è universalmente noto, occorre il piegaciglia. Niente di strano. Così fan tutte, così san tutte, o quasi. Solo che questo prontuario di cosmesi e seduzione è dedicato a bambine di quattro anni. Così piccole che una borsetta potrebbero (dovrebbero?) non averla, per non dire del piegaciglia. È un libro per mini-lettrici, o forse ancora neppure lettrici, legato al cartone animato Trollz. A quattro anni le donne non leggono, però consultano Crea il tuo look e mettono il lucidalabbra. The devil is in the details, direbbero gli inglesi. Sono i particolari a svelare. Ma non è soltanto il diavolo ad appassionarsi ai dettagli. Osservando meticolosamente piccini e adulti, nel 1973 Elena Gianini Belotti, insegnante montessoriana, pubblicò Dalla parte delle bambine, per dire che la differenza fra maschi e femmine non è innata ma frutto dei condizionamenti sociali e culturali. Trentaquattro anni dopo, oggi, Loredana Lipperini, giornalista, setaccia puntigliosamente fumetti, riviste, moda, pubblicità, televisione, e pubblica Ancora dalla parte delle bambine. Studiando quello che con termine orribile il marketing chiama re-genderization: ossia il ritorno ai generi, alla differenza. (…) Le fatine Winx, fenomeno del momento, sfoggiano un’impeccabile french manicure e le labbra gonfie come celebrities di Mtv. Le bambole Bratz portano pantaloni a vita bassa. È come se giornaletti e cartoni animati bombardassero i bambini maschi di cinque anni con schiuma da barba, anabolizzanti, tagliasigari. (…)”

Trovate approfondimenti qui.

Propongo il libro della Lipperini per il tema: bambine tra mode e modelli “imposti”.

——

PicciriddaCatena Fiorello è autrice del romanzo “Picciridda” (Baldini Castaldi Dalai) ambientato nei primi anni Sessanta in un paesino, Leto (Letojanni), posto lungo la costa della Sicilia orientale tra Messina e Catania.

I genitori della piccola Lucia si trovano costretti a emigrare in Germania e decidono di portare con loro solo il più piccolo dei due figli affidando “la grande” (Lucia), sebbene pur sempre picciridda, alla nonna paterna dal carattere burbero.

La bambina vive questa sua condizione sentendosela addosso come un marchio negativo. È consapevole, Lucia, che per lei – e per tutti coloro che non sono figli “della gallina bianca” – la necessità implica sacrificio e rinunce. Lo sa bene. Lo dicono tutti. Lo ripete la nonna. Ma qual è il prezzo che bisogna pagare? E fino a che punto il gioco può valere la candela?

Lucia non può che accettare la situazione e concentrarsi sul rapporto, non sempre facile, con la nonna, la quale deve tenere le redini di questa famiglia sui generis, spezzata dalla temporanea assenza della generazione di mezzo e ridotta a un rapporto a due. E allora giù con gli ammonimenti e con i rimbrotti, ché male non fanno.

Nella parte finale del libro, nell’epilogo, incontriamo la Lucia dei nostri giorni: una donna che, ormai realizzata, ha chiuso i conti con il passato (un passato che, come il lettore avrà modo di scoprire leggendo, è macchiato da un evento traumatico e inatteso). L’epilogo chiude le sottotrame aperte nel corso della narrazione. Rimane aperta, invece, la coscienza di doversi misurare con “un passato che pare riproporsi, oggi, in un’altra veste, ma con lo stesso triste spirito…”

E il ricordo dei genitori e dei sacrifici sopportati diventa occasione d’accusa per additare una vergognosa condizione di disagio che, mutati attori e palcoscenici, si ripropone con scenari simili.

Trovate qui curiosità e approfondimenti.

Propongo il libro della Fiorello per il tema: bambine tra emigrazione e disagi

——

Che fata che seiBeatrice Masini ha pubblicato di recente il volume “Che fata che sei” (Einaudi ragazzi). Una raccolta di racconti di fate pensati per un pubblico di bambine. Ci sono fate della tradizione popolare, come la fata dei dentini, e di tradizioni più alte, come la banshee scozzese; fate vere, come quelle di Cottingsley che tre ragazzine riuscirono a fotografare nell’Inghilterra degli anni Venti, convincendo anche Arthur Conan Doyle dell’esistenza di piccoli esseri alati; fate leggendarie, come Melusina dal corpo di serpente che viveva immersa in una fontana, nel profondo del bosco; fate maleducate; fate che stentano a trovare la loro vocazione nel grigiore della vita quotidiana contemporanea… Un po’ per sfatare (già) il mito che debbano essere per forza creaturine zuccherose, tutte scintillii e paillettes; un po’ per ridare loro la dignità che meritano.

Sono fate dai poteri inaspettati, capaci di entrare nella vita quotidiana e di compiere magie non comuni: la fata babysitter, che si occupa con piena soddisfazione di due bambini, la fata fuori moda che indossa sempre una tutina, la fata cavalcatopi che al posto del solito unicorno preferisce spostarsi a bordo di un umile topo bianco. Fate che stanno “dalla parte delle bambine” di oggi e che devono affrontare le difficoltà e le sfide della vita quotidiana.

C’era una fata che aveva letto troppi libri di fiabe e si era fissata su un certo tipo di abbigliamento che le fate del nostro tempo non usano più. A lei piacevano i cappelli a cono, con la punta alta alta e un ciuffo di tulle fissato in cima, oppure quelli a tricorno che la facevano assomigliare a un bufalo col vestito della festa; e poi le gonne ampie e fruscianti lunghe fino ai piedi, le scarpe con la punta arricciata che si legavano alla caviglia coi nastri, e i mantelli, oh, andava pazza per i mantelli, soprattutto se erano orlati di pelliccia. Be’, lei si vestiva così, anche se ovviamente questo stile antiquato la impacciava molto nei movimenti…”

Propongo il libro della Masini per il tema: bambine tra fate di oggi e di ieri

——

Elisabetta Lodoli, autrice del volume “Il mare non è il mio mare” (Fabbri), racconta la storia di Sewa: una ragazzina irrequieta che si troverà ad affrontare una serie di problemi tutt’altro che trascurabili. Sewa viene dallo Sri Lanka e giunge a Roma per ricongiungersi con i genitori, immigrati per ragioni di lavoro. Inserirsi in una grande città straniera non è facile per lei, che è già grande al suo arrivo. La ragazzina compie, così, un viaggio alla scoperta della metropoli romana. Certo, al suo arrivo tutto è estraneo, e sembra inevitabilmente ostile, a cominciare dall’amato litorale: “Questo mare qui non è bello come il mare al paese mio. Lì al paese mio non è mare, è oceano, trasparente a riva, poi azzurro, blu, sempre più blu come il cielo. La sabbia è bianca, granulosa, luccicante, zucchero che s’appiccica ai piedi.” Ma sono ormai solo ricordi quelli della propria terra, un passato intriso di dolce serenità ormai incompatibile con il presente che maltratta la sua anima come il suo paese, straziato dalle catastrofi naturali: “Quanto tempo è che non vede il suo mare? Due anni? Quasi tre. Non era in Sri Lanka quando il suo mare si è infuriato tanto da risucchiare via la costa, le case, le persone, gli animali… Il suo ricordo è fermo al mare pacifico dell’infanzia e da lì non vuole spostarsi, anche se ha visto le immagini, terribili, in televisione.”

E così la nostalgia e la sfiducia si incontrano e scontrano con la necessità di adattarsi al nuovo paesaggio naturale, sociale, e umano della Capitale, in un’emozionante percorso di ricerca dell’integrazione per trovare un proprio posto nel mondo tra mille difficoltà, accresciute dalle complicazioni naturali dell’adolescenza.

Propongo il libro della Lodoli per il tema: bambine straniere e integrazione

——

Elena Ferrante, ha da poco pubblicato il volume “La spiaggia di notte” (Edizioni E/O).

Miriam Ravasio lo ha recensito per Letteratitudine.

Il tema di questa fiaba di Elena Ferrante è la paura, non timore e ansia per ciò che è noto o ignoto, quindi comune e riconosciuta, ma sentimento oscuro; paura, resa nella sua forma più astratta e per questo, ignota. Un frammento di scrittura, poche pagine, per un messaggio forte: come riconoscere il passaggio che segna la fine dell’età dei giochi e l’inizio del lungo e faticoso percorso dell’adolescenza? Chi ci aiuta, se sulla spiaggia veniamo abbandonati ai loschi traffici di un mondo crudele? Che apre la bocca, mangia la cacca, beve la piscia e la beve liscia. Canta così, il Bagnino Crudele del Tramonto.

Niente parole / Solo tagliole / Senti che pace / Se tutto tace

Chi ci aiuterà a sfuggire agli ami del Grande Rastrello? Ai suoi colpi di spazzola?

La bambola Celina, abbandonata sulla spiaggia dalla mamma-bambina Mati, affronterà la notte, il fuoco caldo che poi brucia, si abbandonerà alla speranza dell’Onda e alla fine sarà tratta in salvo. Il suo annullamento non avverrà! Né dentro, né fuori!

Svuota la gola / Resterai sola

Al termine della notte, in sé e attorno a sé, Celina trova la forza del lieto fine, e riabbraccerà la sua MA-MA SÌ- MAMMA.

Nelle case dei nonni, al buio giocano le cose; nella tristezza tutto si trasforma in anima. Invece qui al mare, è solo alla luce del sole che la sopravvissuta Celina ritrova le voci e i “nomi” simpatici. Al buio tutto brucia, non c’è poesia, nemmeno con lo Scarabeo.

E’ un testo a disposizione, un regalo per mamme e figlie, perché il Bagnino Crudele del Tramonto non muore, resta là, in compagnia del Grande Rastrello, ad aspettare altri bottini, altre pance e gole da svuotare per vendere i tesori al Mercato delle Bambole.

Ti pungo il cuore / Finché non muore.

Fedele a sé stessa, Elena Ferrante, scrive per le donne, non in contrapposizione all’altro genere, ma perché, grandi o piccole, bambole o bambine, la femmina è madre, generatrice, è terra che ospita la vita. Pragmatica, la scrittrice insiste: che si abbia figli o no, che si deciderà di averne oppure no, ogni donna è responsabile, nel suo rapporto di madre e figlia, verso il senso della vita. Ogni figlia è madre e viceversa; Celina e Mati imparano, guardando al futuro nella proiezione di un gioco. Bambina che cresce, è donna che “si sorveglia”. La spiaggia di notte è una fiaba, ha un lieto fine ed è per tutte le età. Il rischio corso dalla protagonista si legge come un’allegoria dello sbaglio, pedagogia della paura; lo smarrimento che segue un’azione, la paura per l’ignoto, la caduta causa ed effetto, la risalita e il riconoscimento.

Accanto al muro / S’è fatto scuro…

Se condivisa fra piccoli e grandi, come fra Mati, Celina e il maschile Minù, la paura aiuta. Perché il Tesoro da proteggere non è un Anello, un simbolo del male da gettare nel fuoco, ma un patrimonio di Parole, un progetto di crescita comune. Le illustrazioni di Mara Cerri scandiscono il racconto con precisione e forte partecipazione emotiva; colori scuri, polverosi, impalpabili come la sabbia più fine e insidiosa, avvolgono la bambola e il suo smarrimento. I primi piani del viso danno il ritmo alla storia e sono l’interpretazione più viva della turpe filastrocca, che, per l’inquietudine dei lettori, si snoda fra le pagine. Propongo il libro della Ferrante per il tema: bambine tra età dei giochi e adolescenza

Pubblicato in EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI   283 commenti »

giovedì, 22 novembre 2007

CATENA FIORELLO… E IO: UN ATTO DI ESPIAZIONE

Quello che sto per scrivere l’avevo già anticipato (o meglio… accennato) in questa intervista rilasciata a Gianfranco Franchi per Lankelot.

Catena FiorelloPer certi versi questo può essere considerato un post di… “riparazione” a un torto inflitto a Catena Fiorello.

Vi racconto.

Il 21 settembre 2006 il Magazine del Corriere della Sera pubblicò un articolo/intervista sulla Fiorello firmato da Mirella Serri. L’occasione era l’imminente uscita del romanzo Picciridda.

Lessi quell’intervista è mi venne il ghiribizzo di scrivere questo post. Un pezzo un po’ sarcastico dal titolo: “Ma la letteratura ha bisogno di Catene?”

All’epoca il blog era appena nato. Per cui pubblicai l’articolo con una certa nonchalance convinto che nessuno l’avrebbe letto a parte i pochi amici a cui l’avrei inviato per e-mail.

Invece…

Con sorpresa comincio a ricevere commenti da parte di sconosciuti. Tra questi qualcuno mi critica in maniera molto diretta, dicendo: perché parla male di un libro se, come pare di capire, non l’ha ancora letto? Io mi “difendo” sostenendo che il mio era un commento non sul libro, ma sull’intervista pubblicata su Magazine; e che il libro non l’avevo ancora letto per il semplice fatto che non era ancora stato distribuito.

Dopo qualche giorno il libro comincia a comparire nelle librerie. Mi accorgo che su una delle bandelle laterali c’è l’indirizzo di posta elettronica di Catena Fiorello.

Decido di scriverle.

Invio alla Fiorello una e-mail in cui spiego che in quel mio post non c’era cattiveria. E che si trattava solo di una piccola presa in giro. Dopo un paio di giorni ricevo la risposta. Vi riporto uno stralcio di quella mail: “Non sei stato mica cattivo! Ho letto, ho letto… ma io sono del Leone, in ogni caso non mi abbatteresti! Comunque grazie per la sensibilità! W Catania… io l’ adoro. Leggi il libro e poi mi dirai…”

Insomma… Catena mi spiazza un po’ con questa sua risposta così amichevole. Comunque… decido di dare un’occhiata al libro… con i miei tempi. Dopo qualche settimana inizio a leggere Picciridda. E lo faccio, dico la verità, mantenendo immutati i miei pregiudizi originari. Inizio a leggere e scopro che il libro, be’… ha delle qualità. Continuo la lettura. Finisco il libro. E devo ammettere che mi piace. Insomma, mi ricredo. Così decido di scrivere una recensione (attualmente potete trovarla in rete qui e qui).

Dal quel momento è nata con Catena una bella amicizia.

Io stesso ho avuto il piacere di presentare il suo libro in più di una occasione. E insieme abbiamo avuto modo di raccontare questo aneddoto che (soprattutto ora, a distanza di un anno) trovo piuttosto divertente. Ciò non toglie che, come promesso all’interessata, dovevo compiere quest’atto di pubblica espiazione proprio qui a Letteratitudine. Cosa che faccio adesso scusandomi pubblicamente con Catena per essermi lasciato andare al ghiribizzo di cui sopra.

È trascorso un po’ di tempo, è vero, ma – come si dice – … meglio tardi che mai.

Colgo l’occasione, però, per presentare questo libro in maniera originale.

Vi propongo tre video (tutti e tre datati dicembre 2006).

Il primo è tratto in parte dalla trasmissione “Insieme” di Antenna Sicilia, in parte da una presentazione del libro presso la libreria Cavallotto di Catania.

Catena e io illustriamo l’aneddoto che vi ho testé raccontato.

(Qui sotto il primo video)

Gli altri due video sono tratti sempre dalla presentazione del libro presso la libreria Cavallotto. In uno (quello sotto) avrete modo di vedere e ascoltare l’attrice Lucia Sardo che legge alcune pagine del libro (brava Lucia!).

Nel secondo potrete assistere a una delle solite divertentissime performance di Catena Fiorello. Il titolo potrebbe essere: Catena Fiorello Show.

Detto ciò vi invito a discutere su questo libro, se lo avete letto (lo farò io stesso nel corso dei commenti). Se non lo avete letto… leggetelo. Peraltro è appena uscita l’edizione economica (euro 6,90).

E soprattutto vi invito a dibattere su quello che è il tema principale del libro: l’emigrazione. L’emigrazione, ieri e oggi. Un tema attualissimo. Ne parliamo?

Massimo Maugeri

Pubblicato in SEGNALAZIONI E RECENSIONI   100 commenti »

Letteratitudine: da oltre 15 anni al servizio dei Libri e della Lettura

*********************
Regolamento Generale europeo per la protezione dei Dati personali (clicca qui per accedere all'informativa)

*********************

"Cetti Curfino" di Massimo Maugeri (La nave di Teseo) ===> La rassegna stampa del romanzo è disponibile cliccando qui

*********************

*********************

*********************

*********************

OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

*********************

OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

*********************

RATPUS va in scena ratpus

*********************

Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

*********************

"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

LETTERATITUDINE su RaiEdu (clicca sull’immagine)

letteratitudine-su-rai-letteratura

letteratitudinelibroii richiedilo con lo sconto di 4 euro a historicamateriale@libero.it o su ibs.it - qui, il dibattito sul libro

letteratitudine-chiama-mondo

letteratitudine-chiama-scuola

Categorie

contro-la-pedofilia-bis1

Archivi

window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date()); gtag('config', 'UA-118983338-1');
 
 

Copyright © 1999-2007 Elemedia S.p.A. Tutti i diritti riservati
Gruppo Editoriale L’Espresso Spa - P.Iva 05703731009