Commenti a: OMAGGIO A ANDREA ZANZOTTO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: lucianor,robur http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-1019825 lucianor,robur Sat, 08 Feb 2014 10:22:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-1019825 dal padre poetico putativo andrea zanzotto ,i i figliastri tiziano rizzo, sandro boccato,luciano r,robur nel libro dal padre poetico putativo andrea zanzotto ,i i figliastri tiziano rizzo, sandro boccato,luciano r,robur nel libro

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-234159 Massimo Maugeri Wed, 26 Oct 2011 14:54:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-234159 Grazie mille per il tuo intervento, cara Marosia. Grazie mille per il tuo intervento, cara Marosia.

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Di: Marosia Castaldi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-233998 Marosia Castaldi Tue, 25 Oct 2011 23:26:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-233998 Era un grande vecchio che viveva appartato a Pieve di Soligo strano ed etraneo al mondo preso dal suo sogno panico della natura mater matrona di tutte le cose in cui vive un Dio laico padre padrone e compagno di strada di tutte le cose su cui si posa l'inquieta polvere del tempo Marosia Castaldi Era un grande vecchio che viveva appartato a Pieve di Soligo strano ed etraneo al mondo preso dal suo sogno panico della natura mater matrona di tutte le cose in cui vive un Dio laico padre padrone e compagno di strada di tutte le cose su cui si posa l’inquieta polvere del tempo
Marosia Castaldi

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-233556 Massimo Maugeri Mon, 24 Oct 2011 13:57:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-233556 Grazie mille a Rita Degli Esposti, a Alberto Di Giacomo, a Matteo e a Leo per il loro commenti. Grazie mille a Rita Degli Esposti, a Alberto Di Giacomo, a Matteo e a Leo per il loro commenti.

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Di: Leo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-233503 Leo Mon, 24 Oct 2011 09:29:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-233503 @ Matteo Questo libro interesserebbe anche a me, ma non credo sia già disponibile. @ Matteo
Questo libro interesserebbe anche a me, ma non credo sia già disponibile.

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Di: Matteo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-233485 Matteo Mon, 24 Oct 2011 07:31:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-233485 Credo proprio che acquisterò questo Oscar con le poesie di Zanzotto consigliato da Genta. Ma e' già disponibile? Credo proprio che acquisterò questo Oscar con le poesie di Zanzotto consigliato da Genta. Ma e’ già disponibile?

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Di: alberto di giacomo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-233330 alberto di giacomo Sun, 23 Oct 2011 18:05:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-233330 segnalo questo articolo di Stefano Agosti pubblicato su Domenica del Sole 24ore http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-10-23/poeta-scienza-081348.shtml?uuid=AaK5MGFE segnalo questo articolo di Stefano Agosti pubblicato su Domenica del Sole 24ore http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-10-23/poeta-scienza-081348.shtml?uuid=AaK5MGFE

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Di: rita degli esposti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-233315 rita degli esposti Sun, 23 Oct 2011 16:44:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-233315 La mia amica Coco, fascio di vimini in mano: I like that old man! Io” He’s the best poet we have in Italy, that old man” uniti da stupore curiosità ironia uniti da poesia la sorpresa di un viaggio insieme in treno , per caso chiacchiere “ chela femena” “ gobbetta sopressada” “integralismo capitalista” “il crepitio della decrepitezza” “ ciccia polisillabica” “poetiche lampo” vivant , vivant pensavo e poi qualche lettura negli stessi festival e le telefonate quasi a corteggiarlo per convincerlo a venire ma c’era , era sempre là il suo essere presente abbiamo ancora nel cuore la stessa galassia di popoli, cielo, prati e orizzonti vecchie case e larin la generosità del suo tempo, della sua acuta intelligenza, la sua abbondanza velocità sapienza e così umile, davvero ed esatta quasi scientifica ma aperta , tutto aperto, sempre la lucina un po’ furba, così trevigiana, nel fondo degli occhi agile, capace di saltellare con il pensiero anche a corpo ormai fragile, teneramente rimpicciolito un battito di ciglia e forever young ciao Andrea, non me ne sono mica andata, te l’avevo detto che avrei fatto la mamma… un ricordo di e per Andrea Zanzotto Rita Degli Esposti Venezia, 21 ottobre 2011 La mia amica Coco, fascio di vimini in mano: I like that old man!
Io” He’s the best poet we have in Italy, that old man”

uniti da stupore curiosità ironia
uniti da poesia

la sorpresa di un viaggio insieme in treno , per caso
chiacchiere “ chela femena” “ gobbetta sopressada” “integralismo capitalista”
“il crepitio della decrepitezza” “ ciccia polisillabica” “poetiche lampo”
vivant , vivant pensavo
e poi qualche lettura negli stessi festival
e le telefonate
quasi a corteggiarlo per convincerlo a venire
ma c’era , era sempre là
il suo essere presente

abbiamo ancora nel cuore la stessa galassia di popoli, cielo, prati e orizzonti
vecchie case e larin

la generosità del suo tempo, della sua acuta intelligenza, la sua abbondanza velocità sapienza
e così umile, davvero
ed esatta
quasi scientifica ma aperta , tutto aperto, sempre

la lucina un po’ furba, così trevigiana, nel fondo degli occhi
agile, capace di saltellare con il pensiero
anche a corpo ormai fragile, teneramente rimpicciolito

un battito di ciglia
e forever young

ciao Andrea, non me ne sono mica andata, te l’avevo detto che avrei fatto la mamma…

un ricordo di e per Andrea Zanzotto
Rita Degli Esposti
Venezia, 21 ottobre 2011

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-233008 Massimo Maugeri Sat, 22 Oct 2011 15:44:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-233008 Grazie mille per i nuovi commenti. Buon sabato sera e buona domenica a tutti! Grazie mille per i nuovi commenti.
Buon sabato sera e buona domenica a tutti!

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Di: Luciano Genta su Tuttolibri di oggi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-232982 Luciano Genta su Tuttolibri di oggi Sat, 22 Oct 2011 13:54:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232982 Non siamo mica in Svezia dove il Nobel Tranströmer vendeva anche 30 mila copie, mentre qui il grande Zanzotto... C’è un Oscar con tutte le sue poesie in lista d’attesa. Magari, se lo consigliasse Volo... (Luciano Genta) http://www3.lastampa.it/classifica-ttl/ Non siamo mica in Svezia dove il Nobel Tranströmer vendeva anche 30 mila copie, mentre qui il grande Zanzotto… C’è un Oscar con tutte le sue poesie in lista d’attesa. Magari, se lo consigliasse Volo…
(Luciano Genta)
http://www3.lastampa.it/classifica-ttl/

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Di: veronica alessandrini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-3/#comment-232955 veronica alessandrini Sat, 22 Oct 2011 12:17:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232955 sto leggendo Zanzotto in questi giorni per la prima volta. Mi dispiace essere stata indotta a farlo dalla notizia della sua morte. Ma come è stato detto le grandi opere sopravvivono alla fine dei loro creatori. E' il caso di Zanzotto. sto leggendo Zanzotto in questi giorni per la prima volta. Mi dispiace essere stata indotta a farlo dalla notizia della sua morte. Ma come è stato detto le grandi opere sopravvivono alla fine dei loro creatori. E’ il caso di Zanzotto.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232763 Massimo Maugeri Fri, 21 Oct 2011 18:14:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232763 Ancora grazie per i contributi! Ancora grazie per i contributi!

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Di: Franco Fortini su Andrea Zanzotto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232724 Franco Fortini su Andrea Zanzotto Fri, 21 Oct 2011 14:33:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232724 Ma tu continua a consumarlo, il dorso della mano, | a consumarlo con le dita, | Zanzotto amico, | tu che non chiedi pietà, non è vero? | tu che vuoi verità a costo di non essere. (Franco Fortini) Ma tu continua a consumarlo, il dorso della mano, | a consumarlo con le dita, | Zanzotto amico, | tu che non chiedi pietà, non è vero? | tu che vuoi verità a costo di non essere.
(Franco Fortini)

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Di: citazioni di Andrea Zanzotto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232723 citazioni di Andrea Zanzotto Fri, 21 Oct 2011 14:32:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232723 Sono andato laggiù col fiume, | in un momento di noia le barche | le reti si sono lasciate toccare, | ho toccato la riva con mano. (da Atollo, in Dietro il paesaggio, Mondadori) Sono andato laggiù col fiume, | in un momento di noia le barche | le reti si sono lasciate toccare, | ho toccato la riva con mano. (da Atollo, in Dietro il paesaggio, Mondadori)

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Di: citazioni di Andrea Zanzotto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232722 citazioni di Andrea Zanzotto Fri, 21 Oct 2011 14:31:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232722 Sappiate scrivere ma non leggere, non importa. (da L'elegia in petèl, in La beltà, Mondadori) Sappiate scrivere ma non leggere, non importa. (da L’elegia in petèl, in La beltà, Mondadori)

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Di: citazioni di Andrea Zanzotto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232721 citazioni di Andrea Zanzotto Fri, 21 Oct 2011 14:31:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232721 Questa silloge vuol essere soltanto uno speciem di lavori in corso, che hanno un'estensione molto più ampia. Si tratta quasi sempre di "incerti frammenti", risalenti a tutto il periodo successivo e in parte contemporaneo a Idioma (1986). Non tutti sono datati e comunque sono qui organizzati provvisoriamente per temi che sfumano gli uni negli altri o in lacune, e non secondo una sequenza temporale precisa, ma forse "meteorologica. (Nota finale in Meteo, Donzelli) Questa silloge vuol essere soltanto uno speciem di lavori in corso, che hanno un’estensione molto più ampia. Si tratta quasi sempre di “incerti frammenti”, risalenti a tutto il periodo successivo e in parte contemporaneo a Idioma (1986). Non tutti sono datati e comunque sono qui organizzati provvisoriamente per temi che sfumano gli uni negli altri o in lacune, e non secondo una sequenza temporale precisa, ma forse “meteorologica. (Nota finale in Meteo, Donzelli)

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Di: citazioni di Andrea Zanzotto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232720 citazioni di Andrea Zanzotto Fri, 21 Oct 2011 14:31:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232720 Quando ancora non lo conoscevo [Vittorio Sereni] e restavo quasi a bocca aperta, stordito dai rispecchiamenti, dalle fioriture, dal candore, dai misteri della sua Frontiera (e pensavo: ma allora lui ha già detto tutto, di me, di noi, proprio di questi giorni e attimi...) mentre la leggevo portandola con me in treno sotto le armi. (da Per Vittorio Sereni, 1991, in Scritti sulla letteratura, a cura di Gian Mario Villalta, Mondadori) Quando ancora non lo conoscevo [Vittorio Sereni] e restavo quasi a bocca aperta, stordito dai rispecchiamenti, dalle fioriture, dal candore, dai misteri della sua Frontiera (e pensavo: ma allora lui ha già detto tutto, di me, di noi, proprio di questi giorni e attimi…) mentre la leggevo portandola con me in treno sotto le armi. (da Per Vittorio Sereni, 1991, in Scritti sulla letteratura, a cura di Gian Mario Villalta, Mondadori)

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Di: citazioni di Andrea Zanzotto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232719 citazioni di Andrea Zanzotto Fri, 21 Oct 2011 14:30:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232719 Mario Luzi, nella sua parabola esistenziale e poetica, ha confermato un'assoluta fedeltà a se stesso, anche in quella religiosità diffusa che per lui è sempre stata una vicinanza al cattolicesimo. (citato in Così lo ricordano, Poesia, n. 193 aprile 2005, Crocetti Editore) Mario Luzi, nella sua parabola esistenziale e poetica, ha confermato un’assoluta fedeltà a se stesso, anche in quella religiosità diffusa che per lui è sempre stata una vicinanza al cattolicesimo. (citato in Così lo ricordano, Poesia, n. 193 aprile 2005, Crocetti Editore)

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Di: citazioni di Andrea Zanzotto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232718 citazioni di Andrea Zanzotto Fri, 21 Oct 2011 14:30:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232718 La poesia è sempre più di attualità perché rappresenta il massimo della speranza, dell'anelito dell'uomo verso il mondo superiore. (da Avvenire, 15 febbraio 2011) La poesia è sempre più di attualità perché rappresenta il massimo della speranza, dell’anelito dell’uomo verso il mondo superiore.
(da Avvenire, 15 febbraio 2011)

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Di: citazioni di Andrea Zanzotto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232717 citazioni di Andrea Zanzotto Fri, 21 Oct 2011 14:29:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232717 Gioisco ricordando certi momenti molto lontani della primissima infanzia: io provavo qualche cosa di infinitamente dolce ascoltando cantilene, filastrocche, strofette (anche quelle tipo «Corriere dei Piccoli») non in quanto cantate, ma in quanto pronunciate o anche semplicemente lette, in relazione ad un'armonia legata proprio al funzionamento stesso del linguaggio, al suo canto interno. (da Autoritratto, in Le poesie e prose scelte, a cura di Stefano Dal Bianco, Gian Mario Villalta, Mondadori, 1999) Gioisco ricordando certi momenti molto lontani della primissima infanzia: io provavo qualche cosa di infinitamente dolce ascoltando cantilene, filastrocche, strofette (anche quelle tipo «Corriere dei Piccoli») non in quanto cantate, ma in quanto pronunciate o anche semplicemente lette, in relazione ad un’armonia legata proprio al funzionamento stesso del linguaggio, al suo canto interno.
(da Autoritratto, in Le poesie e prose scelte, a cura di Stefano Dal Bianco, Gian Mario Villalta, Mondadori, 1999)

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Di: beatrice http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232659 beatrice Fri, 21 Oct 2011 08:01:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232659 Grazie per questa pagina dedicata a Zanzotto. Mi ha fatto venir voglia di leggere le sue poesie. Grazie per questa pagina dedicata a Zanzotto. Mi ha fatto venir voglia di leggere le sue poesie.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232559 Massimo Maugeri Thu, 20 Oct 2011 19:58:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232559 A tutti voi, una serena notte. A tutti voi, una serena notte.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232558 Massimo Maugeri Thu, 20 Oct 2011 19:58:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232558 Questo spazio dedicato alla figura di <b>Andrea Zanzotto</b>, rimane aperto per ulteriori contributi e commenti. Questo spazio dedicato alla figura di Andrea Zanzotto, rimane aperto per ulteriori contributi e commenti.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232556 Massimo Maugeri Thu, 20 Oct 2011 19:57:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232556 Grazie mille a coloro che hanno lasciato i contributi biografici su Zanzotto e le informazioni sulla poetica. Un saluto di benvenuto a chi ha scritto su questo blog per la prima volta (benvenuti su Letteratitudine!) Grazie mille a coloro che hanno lasciato i contributi biografici su Zanzotto e le informazioni sulla poetica.
Un saluto di benvenuto a chi ha scritto su questo blog per la prima volta (benvenuti su Letteratitudine!)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232555 Massimo Maugeri Thu, 20 Oct 2011 19:55:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232555 Saluti e ringraziamenti anche a: Anna Lanzetta, Simona Lo Iacono (ciao, socia!), Enzo Golino, Antonietta Chieppa, Ausilio Bertoli, M.Teresa Santalucia Scibona, Desi, Maria Ianniciello, John Gian, Orso Tosco. Saluti e ringraziamenti anche a: Anna Lanzetta, Simona Lo Iacono (ciao, socia!), Enzo Golino, Antonietta Chieppa, Ausilio Bertoli, M.Teresa Santalucia Scibona, Desi, Maria Ianniciello, John Gian, Orso Tosco.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232553 Massimo Maugeri Thu, 20 Oct 2011 19:53:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232553 E ancora grazie a: Claudio Morandini, Caio551, Anna Maria Ercilli, Leo, Maria Lucia Riccioli, Carlo S... E ancora grazie a: Claudio Morandini, Caio551, Anna Maria Ercilli, Leo, Maria Lucia Riccioli, Carlo S…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232552 Massimo Maugeri Thu, 20 Oct 2011 19:52:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232552 Ne approfitto per salutare e ringraziare Renzo Montagnoli, Milvia Comastri, Francesca Giulia Marone, Lucilla F., Roberto Riffa, Marlene Carboni... Ne approfitto per salutare e ringraziare Renzo Montagnoli, Milvia Comastri, Francesca Giulia Marone, Lucilla F., Roberto Riffa, Marlene Carboni…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232551 Massimo Maugeri Thu, 20 Oct 2011 19:50:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232551 Cari amici, grazie di cuore a tutti per i numerosi contributi e commenti dedicati alla grande figura di <b>Andrea Zanzotto</b>. Cari amici, grazie di cuore a tutti per i numerosi contributi e commenti dedicati alla grande figura di Andrea Zanzotto.

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Di: orso tosco http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232513 orso tosco Thu, 20 Oct 2011 15:37:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232513 In memoria di Andrea Zanzotto "Discendere nei tratti ardui color d’ortica conservandosi in cocciute cortecce di voce, anche se sfiancati e bruciati dal salare del sole dal fare. E poi ad una persona sola infinitamente nascosta unica presenza, porgere un riccio di mare, la spina conficcata nel dire, e guardarla mangiare: le uova, quel che rimane." Orso Tosco In memoria di Andrea Zanzotto

“Discendere nei tratti ardui
color d’ortica conservandosi
in cocciute cortecce di voce,
anche se sfiancati e bruciati
dal salare del sole dal fare.

E poi ad una persona sola
infinitamente nascosta
unica presenza,
porgere un riccio di mare,
la spina conficcata nel dire,
e guardarla mangiare:

le uova, quel che rimane.”

Orso Tosco

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Di: John Gian http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232504 John Gian Thu, 20 Oct 2011 14:36:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232504 sbrodolatura urgente viaggio / musicale parola sonora schietta un po’ ratenù pedemontana oltrepiave da Lino a Solighetto incontri profetici - console britannico creeleyesco prima all’imbarcadero di Ca’ D’oro - poi intenso "loosing my religion" davanti al cinema Italia al ritorno - acqua che ci divide e unisce nella placenta ancestrale - sorriso senza labbra passo che non corrisponde al pensiero tagliente superveloce sciarpa rossa per fare un po’ più buono questo piccolo durissimo mondo vibrazione del cuore a mente fredda anni dopo il battesimo di Luigino paioli di parole di rame profumo di arrosto e castagne foglie ruggini di vite di prosecco collina della memoria - immagine trasmessa - sostanza dopante primigenia nostra madre lingua peritura sostegno e canto di un pensiero che travalica - accenni di profumo impercettibilmente presente quasi delirante riguardo al rock - più acuto sul rap Metastasio in dipendente - spazi tra Weil e “nothing else matters” alle radici del suono verbo cosmico - finchè un fil di voce ti sostiene - sottil tigre lessicale apri squarci di luminescenze sonore - filo diretto cervellocuore un po’ petel (estremamente colto) umile nel tuo idioletto sgrammaticato come dev’essere, sarebbe, è qui con soprano e violino a ringraziarti di esitere, Maestro 18 ottobre 2006 dopo un “Viaggio musicale con Andrea Zanzotto” John Gian sbrodolatura urgente
viaggio / musicale
parola sonora schietta
un po’ ratenù pedemontana
oltrepiave da Lino a Solighetto
incontri profetici – console britannico
creeleyesco prima all’imbarcadero
di Ca’ D’oro – poi intenso “loosing
my religion” davanti al cinema
Italia al ritorno – acqua che ci
divide e unisce nella placenta
ancestrale – sorriso senza labbra
passo che non corrisponde
al pensiero tagliente superveloce
sciarpa rossa per fare un po’ più buono
questo piccolo durissimo mondo
vibrazione del cuore a mente fredda
anni dopo il battesimo di Luigino
paioli di parole di rame
profumo di arrosto e castagne
foglie ruggini di vite di prosecco
collina della memoria – immagine
trasmessa – sostanza dopante primigenia
nostra madre lingua peritura
sostegno e canto di un pensiero
che travalica – accenni di profumo
impercettibilmente presente
quasi delirante riguardo al
rock – più acuto sul rap
Metastasio in dipendente – spazi
tra Weil e “nothing else matters”
alle radici del suono verbo
cosmico – finchè un fil di voce
ti sostiene – sottil tigre lessicale
apri squarci di luminescenze
sonore – filo diretto cervellocuore
un po’ petel (estremamente colto)
umile nel tuo idioletto sgrammaticato
come dev’essere, sarebbe, è
qui con soprano e violino a
ringraziarti di esitere, Maestro

18 ottobre 2006
dopo un “Viaggio musicale con Andrea Zanzotto”

John Gian

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Di: Maria Ianniciello http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232480 Maria Ianniciello Thu, 20 Oct 2011 12:45:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232480 Qualcuno ha scritto: mi vien da chiedere e adesso chi rimane? E chi lo sa... E pensare che l'ho studiato all'università... Qualcuno ha scritto: mi vien da chiedere e adesso chi rimane? E chi lo sa…
E pensare che l’ho studiato all’università…

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232460 Maria Lucia Riccioli Thu, 20 Oct 2011 11:28:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232460 Davvero preziosi i post su Zanzotto... E le poesie riportate, un'oasi di contemplazione. Davvero preziosi i post su Zanzotto…
E le poesie riportate, un’oasi di contemplazione.

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Di: Desi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232444 Desi Thu, 20 Oct 2011 10:33:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232444 Lasciamo parlare il poeta. Lui conosce le parole, i ritmi, le musiche interne ad esse, e riscopre per noi Leopardi e la luce della "sua" luna. E vive con noi per sempre. NAUTICA CELESTE Vorrei renderti visita nei tuoi regni longinqui o tu che sempre fida ritorni alla mia stanza dai cieli, luna, e, siccom'io, sai splendere unicamente dell'altrui speranza. A. Zanzotto, da IX Ecloghe, in Tutte le poesie, Oscar Mondadori, Milano 2011 Lasciamo parlare il poeta. Lui conosce le parole, i ritmi, le musiche interne ad esse, e riscopre per noi Leopardi e la luce della “sua” luna. E vive con noi per sempre.

NAUTICA CELESTE

Vorrei renderti visita
nei tuoi regni longinqui
o tu che sempre
fida ritorni alla mia stanza
dai cieli, luna,
e, siccom’io, sai splendere
unicamente dell’altrui speranza.

A. Zanzotto, da IX Ecloghe, in Tutte le poesie, Oscar Mondadori, Milano 2011

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte undicesima) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232425 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte undicesima) Thu, 20 Oct 2011 09:08:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232425 La poesia degli anni duemila (Approfondimento) "No, tu non mi hai tradito,[paesaggio]/su te ho/riversato tutto ciò che tu/infinito assente, infinito accoglimento/non puoi avere: il nero del fato/nuvola/avversa o della colpa, del gorgo implosivo./...tu forse ormai scheletro con pochi brandelli/ma che un raggio di sole basta a far rinvenire/ continui a darmi famiglia (da Sovrimpressioni) - Malgrado sia presto per apportare una critica alle ultime opere di Zanzotto, è certo che nelle sue ultime raccolte di poesie dal titolo Sovrimpressioni (2001) e Conglomerati (2009) il poeta, nella distruzione del paesaggio e nelle trasformazioni ambientali e antropologiche, vede sì i segni del degrado della propria terra e di chi la vive, ma trova ancora momenti di apertura affettuosi e ricchi di speranza, misti di ricordi ma anche di sopravvivenze. In questo modo la poesia di Zanzotto, da quel grado zero che sembrava fase finale con Idioma, si sviluppa ancora, trovando nuove collocazioni sui sempre nuovi territori di una modernità in continuo progresso scorsoio. La poesia degli anni duemila
(Approfondimento)
“No, tu non mi hai tradito,[paesaggio]/su te ho/riversato tutto ciò che tu/infinito assente, infinito accoglimento/non puoi avere: il nero del fato/nuvola/avversa o della colpa, del gorgo implosivo./…tu forse ormai scheletro con pochi brandelli/ma che un raggio di sole basta a far rinvenire/ continui a darmi famiglia (da Sovrimpressioni)
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Malgrado sia presto per apportare una critica alle ultime opere di Zanzotto, è certo che nelle sue ultime raccolte di poesie dal titolo Sovrimpressioni (2001) e Conglomerati (2009) il poeta, nella distruzione del paesaggio e nelle trasformazioni ambientali e antropologiche, vede sì i segni del degrado della propria terra e di chi la vive, ma trova ancora momenti di apertura affettuosi e ricchi di speranza, misti di ricordi ma anche di sopravvivenze.

In questo modo la poesia di Zanzotto, da quel grado zero che sembrava fase finale con Idioma, si sviluppa ancora, trovando nuove collocazioni sui sempre nuovi territori di una modernità in continuo progresso scorsoio.

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte nona) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232424 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte nona) Thu, 20 Oct 2011 09:07:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232424 La poesia degli anni novanta Il paesaggio invasivo Con "Meteo" Zanzotto sembra ritornare all'antica descrizione del paesaggio sempre più contaminato che, a differenza del passato, è un "paesaggio invasivo" con le sue piante ( papaveri, topinambúr, taràssico e le "disfatte vitalbe") e i suoi colori che sembrano appartenere ad una natura che lascia il soggetto al di fuori dei suoi confini e gli permette solamente l'ascolto del suo "ticchettio". - L'io passivo L'io, che è sempre stato il complemento del paesaggio, si trova, a causa della devastazione dell'ambiente e delle coscienze, ridotto ad un elemento passivo, attonito e spaesato anche di fronte all'"alta mutezza" dei prati e delle colline. "Non si sa quanto verde/sia sepolto sotto questo verde/né quanta pioggia sotto questa pioggia". - L'incontro di soggetto, natura e storia In "Meteo" Zanzotto registra il ritmo dei mutamenti delle stagioni con i suoi turbamenti e le sue deformazioni e osserva come l'instabilità del clima sia legato ai sistemi di comunicazione umana e al succedersi continuo delle previsioni. A tutto questo egli aggiunge l'osservazione della dimensione soggettiva, quella che chiamiamo meteoropatia, quel sentire dentro di sé gli effetti del clima, facendo così incontrare il soggetto, la natura e la storia. - La parola nel suo disgregarsi (Approfondimento) Sangue e pus, dovunque le sperflue/superfluenti vitalbe che parassitano gli occhi;/un teleschermo, fuori tempo massimo,/Dirette erutta a Balocchi "Live", da Meteo - In "Meteo" Zanzotto segue anche il trasformarsi della natura per effetto dell'inquinamento che non è solamente materiale ma è anche e soprattutto mentale e linguistico. Il libro presenta in apertura una quartina intitolata Live, riprodotta come da scrittura a penna che mostra la parola nel suo fisico disgregarsi. Eppure il poeta, di fronte alla natura che sembra essere giunta al suo ultimo stadio, sembra voler trovare ancora annunci di dolcezza e offrirsi di colori e di luci, per poi rassegnarsi al vanificarsi di ogni equilibrio e splendore e lasciarsi schiacciare da piante parassitarie che si impadroniscono del paesaggio e segnano la sua degradazione. - Canto della deriva e della fine "Meteo" appare come un accorato canto rivolto ai vegetali ormai alla deriva che il poeta sembra ancora invocare per poterli riscattare come ultimi segni di una natura infetta, ma ancora pulsante. La poesia degli anni novanta
Il paesaggio invasivo
Con “Meteo” Zanzotto sembra ritornare all’antica descrizione del paesaggio sempre più contaminato che, a differenza del passato, è un “paesaggio invasivo” con le sue piante ( papaveri, topinambúr, taràssico e le “disfatte vitalbe”) e i suoi colori che sembrano appartenere ad una natura che lascia il soggetto al di fuori dei suoi confini e gli permette solamente l’ascolto del suo “ticchettio”.
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L’io passivo
L’io, che è sempre stato il complemento del paesaggio, si trova, a causa della devastazione dell’ambiente e delle coscienze, ridotto ad un elemento passivo, attonito e spaesato anche di fronte all’”alta mutezza” dei prati e delle colline. “Non si sa quanto verde/sia sepolto sotto questo verde/né quanta pioggia sotto questa pioggia”.
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L’incontro di soggetto, natura e storia
In “Meteo” Zanzotto registra il ritmo dei mutamenti delle stagioni con i suoi turbamenti e le sue deformazioni e osserva come l’instabilità del clima sia legato ai sistemi di comunicazione umana e al succedersi continuo delle previsioni. A tutto questo egli aggiunge l’osservazione della dimensione soggettiva, quella che chiamiamo meteoropatia, quel sentire dentro di sé gli effetti del clima, facendo così incontrare il soggetto, la natura e la storia.
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La parola nel suo disgregarsi
(Approfondimento)
Sangue e pus, dovunque le sperflue/superfluenti vitalbe che parassitano gli occhi;/un teleschermo, fuori tempo massimo,/Dirette erutta a Balocchi
“Live”, da Meteo

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In “Meteo” Zanzotto segue anche il trasformarsi della natura per effetto dell’inquinamento che non è solamente materiale ma è anche e soprattutto mentale e linguistico. Il libro presenta in apertura una quartina intitolata Live, riprodotta come da scrittura a penna che mostra la parola nel suo fisico disgregarsi.

Eppure il poeta, di fronte alla natura che sembra essere giunta al suo ultimo stadio, sembra voler trovare ancora annunci di dolcezza e offrirsi di colori e di luci, per poi rassegnarsi al vanificarsi di ogni equilibrio e splendore e lasciarsi schiacciare da piante parassitarie che si impadroniscono del paesaggio e segnano la sua degradazione.
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Canto della deriva e della fine
“Meteo” appare come un accorato canto rivolto ai vegetali ormai alla deriva che il poeta sembra ancora invocare per poterli riscattare come ultimi segni di una natura infetta, ma ancora pulsante.

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte ottava) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232422 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte ottava) Thu, 20 Oct 2011 09:04:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232422 La poesia degli anni ottanta Il rapporto d'unità con la parola In "Fosfeni" la scrittura, che abbandona la prospettiva bassa e boschiva per tendere al sublime, si libera dal peso della letterarietà e fa prevalere l'elemento metafisico e filosofeggiante in un impensato e liricamente stupito rapporto d'unità con la parola:"L'albata e variata nudezza dell'essere/mimerò presto, e il tocco infimo, la vibratile nota,/negato io nel gelo/ contaminazione e chiarore ciliato appena al di qua". - La possibilità di una lingua più comunicativa Nel leggere i versi di Fosfeni, la contemplazione della luce e delle altitudini sembrava preludere ad un passaggio verso astrazioni assolute, ma invece nel terzo atto della trilogia, in "Idioma", la direzione cambia. Zanzotto propone la possibilità di una lingua più comunicativa riavvicinandosi così al terreno comune dell'esperienza umana. Al centro del libro la sezione in dialetto dedicata alle persone scomparse e ai mestieri perduti indica come la ricerca di un contatto tra la parola privata e la lingua extrasoggettiva, sia sostenuta da una tensione al colloquio che si rivolge soprattutto ai morti. In Idioma il tema centrale è quello della morte e la lingua utilizzata sembra davvero la lingua dei morti, priva di qualsiasi venatura metalinguistica e sperimentale che sembra permettere un recupero del significato e del discorso. La poesia degli anni ottanta
Il rapporto d’unità con la parola
In “Fosfeni” la scrittura, che abbandona la prospettiva bassa e boschiva per tendere al sublime, si libera dal peso della letterarietà e fa prevalere l’elemento metafisico e filosofeggiante in un impensato e liricamente stupito rapporto d’unità con la parola:”L’albata e variata nudezza dell’essere/mimerò presto, e il tocco infimo, la vibratile nota,/negato io nel gelo/ contaminazione e chiarore ciliato appena al di qua”.
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La possibilità di una lingua più comunicativa
Nel leggere i versi di Fosfeni, la contemplazione della luce e delle altitudini sembrava preludere ad un passaggio verso astrazioni assolute, ma invece nel terzo atto della trilogia, in “Idioma”, la direzione cambia.
Zanzotto propone la possibilità di una lingua più comunicativa riavvicinandosi così al terreno comune dell’esperienza umana.
Al centro del libro la sezione in dialetto dedicata alle persone scomparse e ai mestieri perduti indica come la ricerca di un contatto tra la parola privata e la lingua extrasoggettiva, sia sostenuta da una tensione al colloquio che si rivolge soprattutto ai morti.
In Idioma il tema centrale è quello della morte e la lingua utilizzata sembra davvero la lingua dei morti, priva di qualsiasi venatura metalinguistica e sperimentale che sembra permettere un recupero del significato e del discorso.

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte settima) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232420 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte settima) Thu, 20 Oct 2011 09:02:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232420 Il ritorno al significato (Approfondimento) "Il centro di Lettura./Distinguere un poco raccogliere mettere da parte/per dirne bene: in tutto:/rigirando bene tutto sotto la lampada.../Qui si somministra la dolcissima linfa del sapere/anche ad ore impensate/e i fanciulli e i vecchi suggono/è certo che apprendono al Centro di Lettura:/e si imparte e comparte la vivanda/si tira l'orecchio al distratto/si premia e castiga con frutto/usando onniveggenza..." (da Pasque) - Quella labilità sembra approfondita in alcune composizioni di "Pasque" (1973) , ma per la maggior parte della raccolta si osserva un inatteso ritorno ad un registro discorsivo in cui viene evidenziato il significato enfatizzato dal contesto pedagogico che occupa la prima sezione. - Creatività linguistica a qualsiasi livello Da ciò si fa evidente ancora una volta come sia un errore voler forzare la produzione di Zanzotto in scansioni o fasi o superamenti, perché il poeta , dopo quanto ha scoperto in Beltà, ci suggerisce con la sua poesia che si può esercitare la creatività linguistica allo stesso tempo in qualsiasi direzione e a qualsiasi livello anche lontani e differenti tra di loro. In questo quadro si inserisce la parentesi dialettale di "Filò" e la trilogia costituita da "Il Galateo in Bosco", "Fosfeni" e "Idioma", in cui l'elemento comune è l'identificarsi del senso originario che può inglobare indifferentemente i vari modi del discorso basandosi sulla casualità offerta dagli incontri tra i significanti. - Le pendici del Montello "Il Galateo in Bosco" che è forse, insieme a Beltà, il vertice della poesia zanzottiana, è un'opera di grande compattezza nella quale si fondono e convergono elementi differenti. Il luogo centrale del libro sono le pendici del Montello che rappresentano allo stesso tempo il luogo naturale, come paesaggio primario dell'autore, il luogo storico, perché segnato dagli ossari dei caduti della prima guerra mondiale, e il luogo letterario, perché il Galateo fu scritto da Giovanni della Casa e un'ode rustica, elogio del Montello, fu scritta nel 1863 da Nicolò Zotti. - Lo spazio Lo spazio descritto sedimenta i segni della storia individuale dell'autore, le ossa dei soldati, i segni del ciclo naturale del bosco, gli scritti di poeti e letterati e , oggi, i rifiuti dei villeggianti della domenica.Per descrivere i "vuoti di memoria" collettivi e personali e per illustrare in che modo le colline trevigiane sono state insanguinate e distrutte dalla storia, Zanzotto mette a confronto le regole del vivere civile (il Galateo) e la primitiva vitalità della natura (il bosco). - La lingua La lingua utilizzata è qui meno aggressiva che in passato anche se punteggiata da continui riferimenti filosofici, da effetti grafici e da vari iconismi. Si assiste nel libro ad un precipitare dell'io verso il basso e l'indifferenziato. Il ritorno al significato
(Approfondimento)
“Il centro di Lettura./Distinguere un poco raccogliere mettere da parte/per dirne bene: in tutto:/rigirando bene tutto sotto la lampada…/Qui si somministra la dolcissima linfa del sapere/anche ad ore impensate/e i fanciulli e i vecchi suggono/è certo che apprendono al Centro di Lettura:/e si imparte e comparte la vivanda/si tira l’orecchio al distratto/si premia e castiga con frutto/usando onniveggenza…” (da Pasque)
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Quella labilità sembra approfondita in alcune composizioni di “Pasque” (1973) , ma per la maggior parte della raccolta si osserva un inatteso ritorno ad un registro discorsivo in cui viene evidenziato il significato enfatizzato dal contesto pedagogico che occupa la prima sezione.
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Creatività linguistica a qualsiasi livello
Da ciò si fa evidente ancora una volta come sia un errore voler forzare la produzione di Zanzotto in scansioni o fasi o superamenti, perché il poeta , dopo quanto ha scoperto in Beltà, ci suggerisce con la sua poesia che si può esercitare la creatività linguistica allo stesso tempo in qualsiasi direzione e a qualsiasi livello anche lontani e differenti tra di loro.
In questo quadro si inserisce la parentesi dialettale di “Filò” e la trilogia costituita da “Il Galateo in Bosco”, “Fosfeni” e “Idioma”, in cui l’elemento comune è l’identificarsi del senso originario che può inglobare indifferentemente i vari modi del discorso basandosi sulla casualità offerta dagli incontri tra i significanti.
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Le pendici del Montello
“Il Galateo in Bosco” che è forse, insieme a Beltà, il vertice della poesia zanzottiana, è un’opera di grande compattezza nella quale si fondono e convergono elementi differenti. Il luogo centrale del libro sono le pendici del Montello che rappresentano allo stesso tempo il luogo naturale, come paesaggio primario dell’autore, il luogo storico, perché segnato dagli ossari dei caduti della prima guerra mondiale, e il luogo letterario, perché il Galateo fu scritto da Giovanni della Casa e un’ode rustica, elogio del Montello, fu scritta nel 1863 da Nicolò Zotti.
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Lo spazio
Lo spazio descritto sedimenta i segni della storia individuale dell’autore, le ossa dei soldati, i segni del ciclo naturale del bosco, gli scritti di poeti e letterati e , oggi, i rifiuti dei villeggianti della domenica.Per descrivere i “vuoti di memoria” collettivi e personali e per illustrare in che modo le colline trevigiane sono state insanguinate e distrutte dalla storia, Zanzotto mette a confronto le regole del vivere civile (il Galateo) e la primitiva vitalità della natura (il bosco).
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La lingua
La lingua utilizzata è qui meno aggressiva che in passato anche se punteggiata da continui riferimenti filosofici, da effetti grafici e da vari iconismi. Si assiste nel libro ad un precipitare dell’io verso il basso e l’indifferenziato.

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte sesta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232418 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte sesta) Thu, 20 Oct 2011 08:52:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232418 L'origine del senso "La Beltà", che può considerarsi la raccolta centrale nella carriera letteraria di Zanzotto, rappresenta il punto più profondo del suo percorso poetico nella quale il poeta trova il senso assoluto del significante. La scoperta che viene fatta in Beltà è quella dell'origine del senso, un luogo che si pone prima dell'individuo e della storia. Esso viene prefigurato nel linguaggio con il quale gli adulti vezzeggiano i bambini e che imita l'articolazione quasi puramente fonetica della prima verbalità infantile, cioè quello che nella lingua veneta si chiama petèl. - La labilità dell'io e del processo storico In Beltà Zanzotto utilizza accostamenti fonici e pseudo-etimologici paradossali, usa sillabazioni che non hanno connessioni e forme grammaticali inaudite, come quella dell'articolo, dell'interiezione o di prefissi e suffissi. Si tratta però di manifestazioni labili, come labile e balbettante è tanto il principio dell'io, quanto il processo storico. L’origine del senso
“La Beltà”, che può considerarsi la raccolta centrale nella carriera letteraria di Zanzotto, rappresenta il punto più profondo del suo percorso poetico nella quale il poeta trova il senso assoluto del significante.
La scoperta che viene fatta in Beltà è quella dell’origine del senso, un luogo che si pone prima dell’individuo e della storia.
Esso viene prefigurato nel linguaggio con il quale gli adulti vezzeggiano i bambini e che imita l’articolazione quasi puramente fonetica della prima verbalità infantile, cioè quello che nella lingua veneta si chiama petèl.
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La labilità dell’io e del processo storico
In Beltà Zanzotto utilizza accostamenti fonici e pseudo-etimologici paradossali, usa sillabazioni che non hanno connessioni e forme grammaticali inaudite, come quella dell’articolo, dell’interiezione o di prefissi e suffissi.
Si tratta però di manifestazioni labili, come labile e balbettante è tanto il principio dell’io, quanto il processo storico.

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte quinta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232417 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte quinta) Thu, 20 Oct 2011 08:51:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232417 Lo sdoppiamento del soggetto Il soggetto poetante si sdoppia e la persona -io si divide in più persone denominate a.b.c. e seppure non crollano completamente gli scorci idillici di Lorna e Dolle ("Soffia oro settembre nelle lente/giornate..."), il lirismo esasperato si dimostra più volte ("...Corpi e occhi in scrigni e culle, corpi/candidi, cellule/di attive nevi,/mobili corpi tenerezza/alla mano, terrore/all'anima, fucate/fosforescenze su tormenti e faglie...") e le cose segnano l'inizio di una invincibile frustrazione. - Il recupero del significato In Ecloghe la possibilità del sopravvivere del Soggetto si affida ad un territorio verbale dove sia possibile recuperare, anche se in misura minima, un significato in grado di esprimere la vera natura dell'io grazie ad un percorso a ritroso verso il primordiale dei significanti. - Il linguaggio nella sua totalità Se il paesaggio e neppure la convenzione letteraria garantiscono un riparo dalla storia, Zanzotto assume, per uscire da questa crisi, il linguaggio nella sua totalità e - come dice l'Agosti - "come luogo dell'autentico e dell'inautentico". Così, nella raccolta "La Beltà", il poeta si immerge totalmente in quel "plasma" della "densissima lingua", operazione necessaria perché il Soggetto poetico possa riappropriarsi del sé. Ne nasce un dirompente lavoro sul linguaggio con allitterazioni, doppi sensi, giochi etimologici, neologismi accentuando l'attività del significante e delle sue imprevedibili associazioni foniche. Lo sdoppiamento del soggetto
Il soggetto poetante si sdoppia e la persona -io si divide in più persone denominate a.b.c. e seppure non crollano completamente gli scorci idillici di Lorna e Dolle (“Soffia oro settembre nelle lente/giornate…”), il lirismo esasperato si dimostra più volte (“…Corpi e occhi in scrigni e culle, corpi/candidi, cellule/di attive nevi,/mobili corpi tenerezza/alla mano, terrore/all’anima, fucate/fosforescenze su tormenti e faglie…”) e le cose segnano l’inizio di una invincibile frustrazione.
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Il recupero del significato
In Ecloghe la possibilità del sopravvivere del Soggetto si affida ad un territorio verbale dove sia possibile recuperare, anche se in misura minima, un significato in grado di esprimere la vera natura dell’io grazie ad un percorso a ritroso verso il primordiale dei significanti.
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Il linguaggio nella sua totalità
Se il paesaggio e neppure la convenzione letteraria garantiscono un riparo dalla storia, Zanzotto assume, per uscire da questa crisi, il linguaggio nella sua totalità e – come dice l’Agosti – “come luogo dell’autentico e dell’inautentico”. Così, nella raccolta “La Beltà”, il poeta si immerge totalmente in quel “plasma” della “densissima lingua”, operazione necessaria perché il Soggetto poetico possa riappropriarsi del sé.

Ne nasce un dirompente lavoro sul linguaggio con allitterazioni, doppi sensi, giochi etimologici, neologismi accentuando l’attività del significante e delle sue imprevedibili associazioni foniche.

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte quarta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232415 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte quarta) Thu, 20 Oct 2011 08:49:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232415 La poesia indipendente dalla langue Nello stesso anno in cui Zanzotto prendeva le distanze dalla poetica e dalla pratica espressiva dei Novissimi, allora ai vertici della Neoavanguardia, esce la raccolta "IX Ecloghe" (1962) che per gran parte della critica rappresenta una funzione "traghettante" nella sua poesia. In essa si delinea con sufficiente chiarezza la maniera maggiore del poeta, quella in cui la poesia viene eletta come luogo di scavo nella materia linguistica per poterne isolare gli elementi di "autenticità" antropologica e psicoanalitica indipendente dall'alienazione sociale che si manifesta con la langue. - La funzione primaria del significante Nelle Ecloghe la tradizione letteraria diventa oggetto di una tensione metalinguistica alla quale si associano i più disparati materiali verbali privi della minima gerarchia tra i vari registri linguistici, dove l'equivalenza semantica fa emergere la funzione primaria del significante. - Il congedo dalla purezza verbale In Ecloghe il vocabolario della scrittura del poeta si apre maggiormente e, al monolinguismo delle raccolte precedenti, si instaura un repertorio lessicale che accoglie termini diversi, dal tecnologico a quello scientifico, dal gergo a quello quotidiano. Contemporaneamente a questa apertura verbale Zanzotto adotta uno schema iperletterario come quello del genere virgiliano (idillico-pastorale) dell'ecloga e alla parola della realtà affianca quella della tradizione poetica, ricca di arcaismi, dantismi, citazioni greche e latine, come a volersi congedare, in modo ironico, da qualsiasi mito di purezza verbale. La poesia indipendente dalla langue
Nello stesso anno in cui Zanzotto prendeva le distanze dalla poetica e dalla pratica espressiva dei Novissimi, allora ai vertici della Neoavanguardia, esce la raccolta “IX Ecloghe” (1962) che per gran parte della critica rappresenta una funzione “traghettante” nella sua poesia.
In essa si delinea con sufficiente chiarezza la maniera maggiore del poeta, quella in cui la poesia viene eletta come luogo di scavo nella materia linguistica per poterne isolare gli elementi di “autenticità” antropologica e psicoanalitica indipendente dall’alienazione sociale che si manifesta con la langue.
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La funzione primaria del significante
Nelle Ecloghe la tradizione letteraria diventa oggetto di una tensione metalinguistica alla quale si associano i più disparati materiali verbali privi della minima gerarchia tra i vari registri linguistici, dove l’equivalenza semantica fa emergere la funzione primaria del significante.
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Il congedo dalla purezza verbale
In Ecloghe il vocabolario della scrittura del poeta si apre maggiormente e, al monolinguismo delle raccolte precedenti, si instaura un repertorio lessicale che accoglie termini diversi, dal tecnologico a quello scientifico, dal gergo a quello quotidiano.
Contemporaneamente a questa apertura verbale Zanzotto adotta uno schema iperletterario come quello del genere virgiliano (idillico-pastorale) dell’ecloga e alla parola della realtà affianca quella della tradizione poetica, ricca di arcaismi, dantismi, citazioni greche e latine, come a volersi congedare, in modo ironico, da qualsiasi mito di purezza verbale.

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte quarta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232414 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte quarta) Thu, 20 Oct 2011 08:48:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232414 Approfondimento "O grumi verdi, ostile/spessore d'erompenti pieghe, / terra _ passato di tomba -/donde la mia / lingua disperando si districa/ e vacilla; vacilla se dal dorso / attonito del monte/smuove le sue lebbrose fronti il cielo./Ah paesaggio mio fervido, accorato / amoroso paesaggio.Vedo felci/avanzate e sciupate nelle nere/correnti, e tra vaganti / inferni, gorghi atomici, il pudore d'ortica/e il vino e il dolce lavoro di Dolle / deprimere il suo lume, / e la vite inclinarsi disossata/sventurata sulle case, e l'uva/chiudere il vento e il giorno". (da Vocativo) Approfondimento
“O grumi verdi, ostile/spessore d’erompenti pieghe, / terra _ passato di tomba -/donde la mia / lingua disperando si districa/ e vacilla; vacilla se dal dorso / attonito del monte/smuove le sue lebbrose fronti il cielo./Ah paesaggio mio fervido, accorato / amoroso paesaggio.Vedo felci/avanzate e sciupate nelle nere/correnti, e tra vaganti / inferni, gorghi atomici, il pudore d’ortica/e il vino e il dolce lavoro di Dolle / deprimere il suo lume, / e la vite inclinarsi disossata/sventurata sulle case, e l’uva/chiudere il vento e il giorno”. (da Vocativo)

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte terza) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232413 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte terza) Thu, 20 Oct 2011 08:47:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232413 Ma il rapporto di questa verità con la verità del soggetto, che è poi l'intero punto dolente dell'intera opera di Zanzotto, inizia già in "Vocativo" a sfaldarsi mettendo in risalto i turbamenti della struttura sintattica, le vertiginose astrazioni concettuali e la complessità sempre maggiore nell'espressione che spesso si risolve con un rifiuto, a volte drastico, della logica del discorso. - In queste raccolte il mondo è rappresentato dal paesaggio di Pieve di Soligo dove è nato Zanzotto che dichiarerà in un intervento del 1981:"Nei miei primi libri io avevo addirittura cancellato la presenza umana, per una forma di "fastidio" causato dagli eventi storici; volevo solo parlare di paesaggi, ritornare a una natura in cui l'uomo non avesse operato. Era un riflesso psicologico alle devastazioni della guerra". In esse l'io si identifica con i suoi primari paesaggi, Soligo, i boschi di Lorna, "il freddo Montello" come meccanismo proiettivo della psiche sul luogo:"tutto il mondo è l'orto mio/dove raccolgo a sera/dolci bacche accecate e caute acque" e frequentemente determina, soprattutto in "Vocativo", una "ritirata" del soggetto ("non - uomo mi depongo") che sommerso nel silenzio ("Nel silenzio ricado") e assimilato al paesaggio ("Chiuso io giaccio/nel regno della rovere e del faggio") mantiene comunque la volontà di comunicare ("per voi le labbra/mie dall'assenza/debolmente si muovono?"). Ma il rapporto di questa verità con la verità del soggetto, che è poi l’intero punto dolente dell’intera opera di Zanzotto, inizia già in “Vocativo” a sfaldarsi mettendo in risalto i turbamenti della struttura sintattica, le vertiginose astrazioni concettuali e la complessità sempre maggiore nell’espressione che spesso si risolve con un rifiuto, a volte drastico, della logica del discorso.
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In queste raccolte il mondo è rappresentato dal paesaggio di Pieve di Soligo dove è nato Zanzotto che dichiarerà in un intervento del 1981:”Nei miei primi libri io avevo addirittura cancellato la presenza umana, per una forma di “fastidio” causato dagli eventi storici; volevo solo parlare di paesaggi, ritornare a una natura in cui l’uomo non avesse operato. Era un riflesso psicologico alle devastazioni della guerra”. In esse l’io si identifica con i suoi primari paesaggi, Soligo, i boschi di Lorna, “il freddo Montello” come meccanismo proiettivo della psiche sul luogo:”tutto il mondo è l’orto mio/dove raccolgo a sera/dolci bacche accecate e caute acque” e frequentemente determina, soprattutto in “Vocativo”, una “ritirata” del soggetto (“non – uomo mi depongo”) che sommerso nel silenzio (“Nel silenzio ricado”) e assimilato al paesaggio (“Chiuso io giaccio/nel regno della rovere e del faggio”) mantiene comunque la volontà di comunicare (“per voi le labbra/mie dall’assenza/debolmente si muovono?”).

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte seconda) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232411 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte seconda) Thu, 20 Oct 2011 08:46:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232411 In "Dietro il Paesaggio" e in "Elegia" il poeta sembra voler verificare le risorse del codice linguistico apportato dalla recente letteratura europea. Le due raccolte, sostanziate da notevoli contributi surrealisti ed ermetici si collocano sul piano di una specie di letterarietà assoluta, dove la forma sembra tendere ad una decisa indipendenza dai contenuti, in grado di far risaltare la verità separata dal linguaggio. - Approfondimento "...dove il fiume sussulta/e tenta col vano meandro/liberarsi dal melmoso autunno,/più vicino al tuo volto/al tuo corpo embrione aspro del sole:/là mi riscuoto, là rovescio la vita/mia,sonno infetto di terra,/là sei, vera pietra e vera terra/che arresta e stringe al muro i paesaggi;/e la fuliggine delle alluvioni/invola contro monte il mezzodì" (da Elegia e altri versi) In “Dietro il Paesaggio” e in “Elegia” il poeta sembra voler verificare le risorse del codice linguistico apportato dalla recente letteratura europea. Le due raccolte, sostanziate da notevoli contributi surrealisti ed ermetici si collocano sul piano di una specie di letterarietà assoluta, dove la forma sembra tendere ad una decisa indipendenza dai contenuti, in grado di far risaltare la verità separata dal linguaggio.
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Approfondimento
“…dove il fiume sussulta/e tenta col vano meandro/liberarsi dal melmoso autunno,/più vicino al tuo volto/al tuo corpo embrione aspro del sole:/là mi riscuoto, là rovescio la vita/mia,sonno infetto di terra,/là sei, vera pietra e vera terra/che arresta e stringe al muro i paesaggi;/e la fuliggine delle alluvioni/invola contro monte il mezzodì” (da Elegia e altri versi)

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte seconda) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232409 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte seconda) Thu, 20 Oct 2011 08:45:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232409 "Ho raccolto la foglia di colore/e la ciliegia dimenticata/sul colle meno visibile;/infanzia raccolta acino ad acino,/infanzia sapido racimolo,/la formica ha consumato il gusto/mutato della ciliegia/l'acqua movenza timida/inizia radici" (da Dietro il paesaggio) - Negli anni cinquanta uscirono le prime raccolte di Zanzotto e subito, da "Dietro il paesaggio" (1951) a "Elegia e altri versi" (1954) a "Vocativo" (1957), risultò chiara la tendenza del poeta a considerare il linguaggio una dimensione totale , l'unica in grado di garantire all'individuo e al mondo una vera consistenza e una reale esistenza. “Ho raccolto la foglia di colore/e la ciliegia dimenticata/sul colle meno visibile;/infanzia raccolta acino ad acino,/infanzia sapido racimolo,/la formica ha consumato il gusto/mutato della ciliegia/l’acqua movenza timida/inizia radici” (da Dietro il paesaggio)

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Negli anni cinquanta uscirono le prime raccolte di Zanzotto e subito, da “Dietro il paesaggio” (1951) a “Elegia e altri versi” (1954) a “Vocativo” (1957), risultò chiara la tendenza del poeta a considerare il linguaggio una dimensione totale , l’unica in grado di garantire all’individuo e al mondo una vera consistenza e una reale esistenza.

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Di: La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte prima) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232408 La poetica di Andrea Zanzotto (wikipedia italia - parte prima) Thu, 20 Oct 2011 08:43:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232408 La poesia di Andrea Zanzotto, uno dei più significativi poeti dell'attuale momento letterario italiano, inizia da suggestioni di carattere ermetico per caratterizzarsi via via in una accentuata ricerca formale che, come dice il critico Mengaldo, non ha niente da invidiare alle esperienze dell'avanguardia. Lo sperimentalismo di Zanzotto è però molto diverso da quello della più recente neoavanguardia per la sofferta problematica culturale legata alla percezione delle contraddizioni alienanti della nuova realtà industriale e consumistica. I termini fondamentali della scrittura poetica di Zanzotto sono il soggetto, che continuamente muta il suo principio di consistenza, il linguaggio, come dimensione in cui convivono il fondamento dell'essere e quelle dei codici del sapere e della storia e il mondo, che a momenti alterni accoglie il microcosmo dell'habitat privato e le forme più alienanti della realtà contemporanea. La poesia di Andrea Zanzotto, uno dei più significativi poeti dell’attuale momento letterario italiano, inizia da suggestioni di carattere ermetico per caratterizzarsi via via in una accentuata ricerca formale che, come dice il critico Mengaldo, non ha niente da invidiare alle esperienze dell’avanguardia.

Lo sperimentalismo di Zanzotto è però molto diverso da quello della più recente neoavanguardia per la sofferta problematica culturale legata alla percezione delle contraddizioni alienanti della nuova realtà industriale e consumistica.

I termini fondamentali della scrittura poetica di Zanzotto sono il soggetto, che continuamente muta il suo principio di consistenza, il linguaggio, come dimensione in cui convivono il fondamento dell’essere e quelle dei codici del sapere e della storia e il mondo, che a momenti alterni accoglie il microcosmo dell’habitat privato e le forme più alienanti della realtà contemporanea.

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Di: M.Teresa Santalucia Scibona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232407 M.Teresa Santalucia Scibona Thu, 20 Oct 2011 08:42:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232407 Nel 1979, il grande poeta Andrea Zanzotto, superando gli altri concorrenti, vinse il Premio Letterario Viareggio Rèpaci per la sezione poesia con l’opera “ Il Galateo in Bosco” (1978). Trascrivo per Voi, un breve stralcio dell’avvenimento narrato dalla segretaria storica del premio Gabriella Sobrino, tratto dal suo volume ” Storie del Premio Viareggio” – Mauro Pagliai Editore:- “Quell’anno, diversamente dal solito, iniziammo dalla poesia dove restarono a contendersi la vittoria Claudio Angelini, Fernando Bandini, Piero Bigonciari,Renzo Ricchi, Andrea Zanzotto. E “Il Galateo in bosco! di Zanzotto”, che fin dall’inizio aveva raccolto il maggior numero di consensi ottenne il premio all’unanimità. Il suo relatore fu Giovanni Raboni che nel sostenere la candidatura, lo definì, Poeta fra i più significativi in Italia e in Europa. Zanzotto a suo parere avrebbe meritato il Viareggio fin dal tempo de “ La Beltà” 1968, una raccolta che molti avevano giudicato la più innovativa del Novecento” ******** Inoltre, Zanzotto , per la profondità, la valenza e l’uso personalissimo di elementi linguistici venne definito da Montale, nel “ Diario postumo, come suo erede. Lo straordinario poeta di Pieve di Soligo, fu anche un premiato del PEN, ciò avvenne nella mitica piazzetta di Compiano in provincia di Parma, quando, con la sua penna affilata, mise a tappeto avversari come la Mazzantini e con 379 voti vinse la XII° Edizione del Premio PEN Club Italiano con il volume poetico “Sovraimpressioni” – Mondadori. Il tema ricorrente e centrale del libro, è il degrado del proprio territorio. In tale lieta occasione egli affermò di scrivere versi “ per attraversare un’epoca rotta e accidentata. Nel 1979, il grande poeta Andrea Zanzotto, superando gli altri concorrenti, vinse il Premio Letterario Viareggio Rèpaci per la sezione poesia con l’opera “ Il Galateo in Bosco” (1978). Trascrivo per Voi, un breve stralcio dell’avvenimento narrato dalla segretaria storica del premio Gabriella Sobrino, tratto dal suo volume ” Storie del Premio Viareggio” – Mauro Pagliai Editore:- “Quell’anno, diversamente dal solito, iniziammo dalla poesia dove restarono a contendersi la vittoria Claudio Angelini, Fernando Bandini, Piero Bigonciari,Renzo Ricchi, Andrea Zanzotto.
E “Il Galateo in bosco! di Zanzotto”, che fin dall’inizio aveva raccolto il maggior numero di consensi ottenne il premio all’unanimità.
Il suo relatore fu Giovanni Raboni che nel sostenere la candidatura, lo definì, Poeta fra i più significativi in Italia e in Europa. Zanzotto a suo parere avrebbe meritato il Viareggio fin dal tempo de “ La Beltà” 1968, una raccolta che molti avevano giudicato la più innovativa del Novecento” ******** Inoltre, Zanzotto , per la profondità, la valenza e l’uso personalissimo di elementi linguistici venne definito da Montale, nel “ Diario postumo, come suo erede. Lo straordinario poeta di Pieve di Soligo, fu anche un premiato del PEN, ciò avvenne nella mitica piazzetta di Compiano in provincia di Parma, quando, con la sua penna affilata, mise a tappeto avversari come la Mazzantini e con 379 voti vinse la XII° Edizione del Premio PEN Club Italiano con il volume poetico “Sovraimpressioni” – Mondadori. Il tema ricorrente e centrale del libro, è il degrado del proprio territorio. In tale lieta occasione egli affermò di scrivere versi “ per attraversare un’epoca rotta e accidentata.

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Di: Il ricordo di Mario Grasso (da "La Sicilia" del 19-10-2011) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232406 Il ricordo di Mario Grasso (da "La Sicilia" del 19-10-2011) Thu, 20 Oct 2011 08:39:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232406 il ricordo - Andrea Zanzotto se n'è andato. Aveva compiuto novantanni il dieci di questo mese, una bella età per chiunque, ma non per il Poeta che, a inizio anni 1970 aveva inaugurato per tutti il petel, i primi vocalizzi di chi viene alla luce, amesso di poter contare da quella volta, complice una metaforica anagrafe, Andrea sarebbe stato adesso quarantenne, con tante risorse eccellenti di innovazioni linguistiche, per piccoli e grandi. Ripercorro con rinnovate emozioni luoghi e giorni tra Acireale, Pieve di Soligo e Treviso. E poi ancora tra Roma e Milano con il Maestro mio "padrino letterario" il 18 novembre 1974 nell'Aula magna dell'Ateneo Veneto, a Venezia, con Diego Valeri, Fernando Bandini, Stefano Agosti, Giovanni Giudici e tanti, tanti altri amici. Rivivo gli anni delle "Settimane culturali acesi" con Andrea Zanzotto che incontrava gli studenti del "Classico" e che restava mio ospite per una settimana, e con lui Giacinto Spagnoletti, Maria Luisa Spaziani, Giorgio Bàrberi Squarotti, maestri e amici in un gioioso aleggiare di ricordi che non saranno ossidati dal passare impietoso delle stagioni o dal capovolgersi delle temperature letterarie locali e nazionali e universali. Gioioso aleggiare perché il tempo ferma le atmosfere del vissuto e le anima di quella stessa aura del momento che non si ripeterà. Forse per questo si dice che i grandi poeti non muoiono, perché la parte mortale del poeta non condensa i privilegi che sono esclusivi della poesia. Adesso Zanzotto è una cara grande ombra che giganteggia "Dietro il paesaggio" (per dirla con la prima delle sue più significative opere) della civiltà letteraria europea che si riverbera in tutti gli arcobaleni dei cieli universali e tra gli alberi più esposti ai passanti, tra quanti ce ne sono nel Giardino delle Esperidi. Mario Grasso 19/10/2011 il ricordo
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Andrea Zanzotto se n’è andato. Aveva compiuto novantanni il dieci di questo mese, una bella età per chiunque, ma non per il Poeta che, a inizio anni 1970 aveva inaugurato per tutti il petel, i primi vocalizzi di chi viene alla luce, amesso di poter contare da quella volta, complice una metaforica anagrafe, Andrea sarebbe stato adesso quarantenne, con tante risorse eccellenti di innovazioni linguistiche, per piccoli e grandi.
Ripercorro con rinnovate emozioni luoghi e giorni tra Acireale, Pieve di Soligo e Treviso. E poi ancora tra Roma e Milano con il Maestro mio “padrino letterario” il 18 novembre 1974 nell’Aula magna dell’Ateneo Veneto, a Venezia, con Diego Valeri, Fernando Bandini, Stefano Agosti, Giovanni Giudici e tanti, tanti altri amici. Rivivo gli anni delle “Settimane culturali acesi” con Andrea Zanzotto che incontrava gli studenti del “Classico” e che restava mio ospite per una settimana, e con lui Giacinto Spagnoletti, Maria Luisa Spaziani, Giorgio Bàrberi Squarotti, maestri e amici in un gioioso aleggiare di ricordi che non saranno ossidati dal passare impietoso delle stagioni o dal capovolgersi delle temperature letterarie locali e nazionali e universali. Gioioso aleggiare perché il tempo ferma le atmosfere del vissuto e le anima di quella stessa aura del momento che non si ripeterà.
Forse per questo si dice che i grandi poeti non muoiono, perché la parte mortale del poeta non condensa i privilegi che sono esclusivi della poesia. Adesso Zanzotto è una cara grande ombra che giganteggia “Dietro il paesaggio” (per dirla con la prima delle sue più significative opere) della civiltà letteraria europea che si riverbera in tutti gli arcobaleni dei cieli universali e tra gli alberi più esposti ai passanti, tra quanti ce ne sono nel Giardino delle Esperidi.
Mario Grasso

19/10/2011

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Di: Mauretta Capuano (da "La Sicilia" del 19-10-2011) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232405 Mauretta Capuano (da "La Sicilia" del 19-10-2011) Thu, 20 Oct 2011 08:38:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232405 Mauretta Capuano - Aveva appena festeggiato i 90 anni con gli auguri del presidente Giorgio Napolitano, Andrea Zanzotto, uno degli ultimi grandi poeti del secondo Novecento, di cui notò per primo i versi Giuseppe Ungaretti e che Federico Fellini chiamò per il suo Casanova. Morto oggi all'ospedale di Conegliano, nel suo Veneto che non ha mai abbandonato e per il quale non voleva la secessione, Zanzotto era nato a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, il 10 ottobre del 1921. Da sempre impegnato in difesa dell'ambiente, ha trovato nei boschi, nei cieli, nel paesaggio della campagna veneta la sua ispirazione fin dall'infanzia, quando bambino andava con il padre pittore, antifascista, a contemplare il paesaggio che poi ritrovava a casa, nei suoi quadri. E proprio versi dedicati al padre ha voluto leggere il giorno del suo compleanno in cui è rimasto «toccato» dalle parole dell'«amico» Napolitano che ha ricordato i «comuni trascorsi studenteschi a Padova negli anni della guerra e dell'antifascismo». «La ringrazio - ha scritto il Capo dello Stato nella lettera per Zanzotto ora raccolta nel volume 'Nessun consuntivo' (Ed. Antiga) - per questa severità appassionata dei suoi messaggi, per l'amore che rivolge alla natura ferita così come alla gente del suo Veneto». «Dal paesaggio - aveva più volte detto Zanzotto - ricevevo una forza di bellezza e tranquillità. Ecco perché la distruzione del paesaggio è stata per me un lutto terribile». Così come è stata una grande sofferenza veder crescere l'anima leghista. Recentemente il poeta non aveva risparmiato parole dure al Carroccio dicendo di provare «repulsione» ogni volta che sentiva la Lega parlare dell'Unità d'Italia. E il giorno del suo novantesimo compleanno, festeggiato al Caffè Pedrocchi di Padova, con Zanzotto collegato in video-conferenza perché ormai non usciva più di casa, non è mancata la protesta di Roberto Marcato, vice presidente della Provincia di Padova, per non essere stato invitato al tavolo dei relatori «perché appartengo a un partito che parla di secessione». A Padova, la città in cui si era laureato in Lettere nel 1942 con fra gli insegnanti Diego Valeri, e di cui aveva la cittadinanza onoraria, Zanzotto era molto legato. Ma, il poeta del paesaggio e delle angosce e ossessioni del nostro tempo, aveva più volte spiegato di scrivere versi «per attraversare quest'epoca rotta e maledetta». E a novant'anni aveva comunque parole di speranza per i giovani: «C'è sempre una possibilità positiva. Come la scoperta scientifica dei neutrini». Più del suo compleanno, aveva detto, «mi interessa la scoperta dei neutrini che superano la velocità della luce. È una specie di miracolo che mi attira e vorrei approfondire, per quanto possibile». Autore prolifico di raccolte in versi ma anche di testi in prosa come «Sull'Altopiano», Zanzotto ha usato il dialetto in un quarto della sua opera. Nel 1951 uscì la sua prima raccolta «Dietro il paesaggio» con cui vinse il Premio San Babila per gli inediti che aveva in giuria Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli e Vittorio Sereni. Ma è nel 1968 che venne pubblicata la sua raccolta, tuttora considerata la fondamentale della sua opera, «La beltà», presentata a Roma da Pier Paolo Pasolini, a Milano da Franco Fortini e recensita sul Corriere della sera da Eugenio Montale. Poeta di ispirazione neoclassica, lontano da «I Novissimi» Nanni Balestrini, Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti, Alfredo Giuliani e Antonio Porta, Zanzotto ha raccontato il silenzio della natura e la violenza della storia in tutti i suoi versi raccolti da Mondadori per i suoi novant'anni in «Tutte le poesie» (Oscar) - da «Dietro il paesaggio» ai recenti «Meteo» e «Conglomerati» - con introduzione di Stefano Dal Bianco, tra i massimi esegeti del poeta, autore fra l'altro di libri come «Elegia ed altri versi» e «Fosfeni». Nel '99 era uscito il Meridiano «Poesie e Prose». La collaborazione dal 1976 con Fellini e con la moglie Giulietta Masina, che è stata madrina del Premio Comisso di Treviso, è ben documentato nel libro «Il cinema brucia e illumina», a cura di Luciano De Giusti, appena uscito per Marsilio che comprende una lettera inedita di Fellini e una preziosa conversazione sul cinema di Zanzotto. 19/10/2011 Mauretta Capuano
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Aveva appena festeggiato i 90 anni con gli auguri del presidente Giorgio Napolitano, Andrea Zanzotto, uno degli ultimi grandi poeti del secondo Novecento, di cui notò per primo i versi Giuseppe Ungaretti e che Federico Fellini chiamò per il suo Casanova.
Morto oggi all’ospedale di Conegliano, nel suo Veneto che non ha mai abbandonato e per il quale non voleva la secessione, Zanzotto era nato a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, il 10 ottobre del 1921. Da sempre impegnato in difesa dell’ambiente, ha trovato nei boschi, nei cieli, nel paesaggio della campagna veneta la sua ispirazione fin dall’infanzia, quando bambino andava con il padre pittore, antifascista, a contemplare il paesaggio che poi ritrovava a casa, nei suoi quadri. E proprio versi dedicati al padre ha voluto leggere il giorno del suo compleanno in cui è rimasto «toccato» dalle parole dell’«amico» Napolitano che ha ricordato i «comuni trascorsi studenteschi a Padova negli anni della guerra e dell’antifascismo». «La ringrazio – ha scritto il Capo dello Stato nella lettera per Zanzotto ora raccolta nel volume ‘Nessun consuntivo’ (Ed. Antiga) – per questa severità appassionata dei suoi messaggi, per l’amore che rivolge alla natura ferita così come alla gente del suo Veneto».
«Dal paesaggio – aveva più volte detto Zanzotto – ricevevo una forza di bellezza e tranquillità. Ecco perché la distruzione del paesaggio è stata per me un lutto terribile».
Così come è stata una grande sofferenza veder crescere l’anima leghista. Recentemente il poeta non aveva risparmiato parole dure al Carroccio dicendo di provare «repulsione» ogni volta che sentiva la Lega parlare dell’Unità d’Italia. E il giorno del suo novantesimo compleanno, festeggiato al Caffè Pedrocchi di Padova, con Zanzotto collegato in video-conferenza perché ormai non usciva più di casa, non è mancata la protesta di Roberto Marcato, vice presidente della Provincia di Padova, per non essere stato invitato al tavolo dei relatori «perché appartengo a un partito che parla di secessione». A Padova, la città in cui si era laureato in Lettere nel 1942 con fra gli insegnanti Diego Valeri, e di cui aveva la cittadinanza onoraria, Zanzotto era molto legato.
Ma, il poeta del paesaggio e delle angosce e ossessioni del nostro tempo, aveva più volte spiegato di scrivere versi «per attraversare quest’epoca rotta e maledetta». E a novant’anni aveva comunque parole di speranza per i giovani: «C’è sempre una possibilità positiva. Come la scoperta scientifica dei neutrini». Più del suo compleanno, aveva detto, «mi interessa la scoperta dei neutrini che superano la velocità della luce. È una specie di miracolo che mi attira e vorrei approfondire, per quanto possibile».
Autore prolifico di raccolte in versi ma anche di testi in prosa come «Sull’Altopiano», Zanzotto ha usato il dialetto in un quarto della sua opera. Nel 1951 uscì la sua prima raccolta «Dietro il paesaggio» con cui vinse il Premio San Babila per gli inediti che aveva in giuria Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli e Vittorio Sereni. Ma è nel 1968 che venne pubblicata la sua raccolta, tuttora considerata la fondamentale della sua opera, «La beltà», presentata a Roma da Pier Paolo Pasolini, a Milano da Franco Fortini e recensita sul Corriere della sera da Eugenio Montale.
Poeta di ispirazione neoclassica, lontano da «I Novissimi» Nanni Balestrini, Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti, Alfredo Giuliani e Antonio Porta, Zanzotto ha raccontato il silenzio della natura e la violenza della storia in tutti i suoi versi raccolti da Mondadori per i suoi novant’anni in «Tutte le poesie» (Oscar) – da «Dietro il paesaggio» ai recenti «Meteo» e «Conglomerati» – con introduzione di Stefano Dal Bianco, tra i massimi esegeti del poeta, autore fra l’altro di libri come «Elegia ed altri versi» e «Fosfeni». Nel ‘99 era uscito il Meridiano «Poesie e Prose». La collaborazione dal 1976 con Fellini e con la moglie Giulietta Masina, che è stata madrina del Premio Comisso di Treviso, è ben documentato nel libro «Il cinema brucia e illumina», a cura di Luciano De Giusti, appena uscito per Marsilio che comprende una lettera inedita di Fellini e una preziosa conversazione sul cinema di Zanzotto.

19/10/2011

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Di: Ausilio Bertoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232297 Ausilio Bertoli Wed, 19 Oct 2011 23:26:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232297 La vita e le opere di Andrea Zanzotto sono state illustrate ed elencate dettagliatamente più sopra. Forse non ci sarà più nulla di significativo da aggiungere. Ho assistito a diversi suoi interventi a Vicenza, dove veniva spesso, "portato" dal celebre poeta vicentino Fernando Bandini, e a Padova. Era indubbiamente il più grande, come critici e lettori hanno messo in evidenza. A me piacciono molto questi versi emblemati, intitolati "Orizzonti", tratti da "Intervista". Li riporto come omaggio al Maestro, personale e caro. Stanco di non allinearmi verso l'orizzontalità - e con odio dell'irrequietezza dei colli, stanco forse di avervi insultati accettando che diveniste fantasmi, o genitori: che pressoché dissonate, che state fuori da ogni contaminazione o sospetto o lecca-lecca di tempo, fuori dagli effetti speciali e dai metabolismi erratici del Tutto. Non avete bisogno del mio sostegno, del mio ricordo. Non esiste bisogno né critica del bisogno. Siamo, anche se io stento, fatti di orizzonte, disadattati a questo tipo di mondo. Ma in linea di massima convinti (costituendo chissà quale frase) di essere, di meritarci di essere, un bell'essere, di avere in pugno, chissà come, ogni carenza e rastrematura infida e terrificante dell'essere. La vita e le opere di Andrea Zanzotto sono state illustrate ed elencate dettagliatamente più sopra. Forse non ci sarà più nulla di significativo da aggiungere.
Ho assistito a diversi suoi interventi a Vicenza, dove veniva spesso, “portato” dal celebre poeta vicentino Fernando Bandini, e a Padova.
Era indubbiamente il più grande, come critici e lettori hanno messo in evidenza.
A me piacciono molto questi versi emblemati, intitolati “Orizzonti”, tratti da “Intervista”.
Li riporto come omaggio al Maestro, personale e caro.
Stanco di non allinearmi
verso l’orizzontalità – e con odio
dell’irrequietezza dei colli,
stanco forse di avervi insultati
accettando che diveniste fantasmi,
o genitori:
che pressoché dissonate, che state fuori
da ogni contaminazione o sospetto
o lecca-lecca di tempo,
fuori dagli effetti speciali e dai metabolismi erratici
del Tutto. Non avete bisogno
del mio sostegno, del mio
ricordo.
Non esiste bisogno né critica del bisogno.
Siamo, anche se io stento, fatti di orizzonte,
disadattati a questo tipo di mondo.
Ma in linea di massima convinti
(costituendo chissà quale frase)
di essere,
di meritarci di essere, un bell’essere,
di avere in pugno, chissà come,
ogni carenza e rastrematura
infida e terrificante
dell’essere.

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Di: Antonietta Chieppa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/10/omaggio-a-andrea-zanzotto/comment-page-2/#comment-232276 Antonietta Chieppa Wed, 19 Oct 2011 21:20:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3619#comment-232276 omaggio a Andrea Zanzotto Tuo libero uso del senso della parola e nella parola spezzata dissolta vanificata comporsi lucido il pensiero e luminescente ora rimane Dillo, potendo dire e potendo io capire il tempo natura stagioni morire e nascere in autunno perché omaggio a
Andrea Zanzotto

Tuo libero uso
del senso della parola
e nella parola
spezzata
dissolta
vanificata
comporsi lucido il pensiero
e luminescente ora rimane

Dillo, potendo dire
e potendo io capire
il tempo natura stagioni
morire e nascere in autunno
perché

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