Commenti a: 8 MARZO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: 8 MARZO 2019 - Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Celebrazione della Giornata Internazionale della Donna dal titolo: “Mai più schiave” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1465825 8 MARZO 2019 - Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Celebrazione della Giornata Internazionale della Donna dal titolo: “Mai più schiave” Fri, 08 Mar 2019 15:05:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1465825 <b>8 MARZO 2019 - Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Celebrazione della Giornata Internazionale della Donna dal titolo: “Mai più schiave”</b> - Palazzo del Quirinale, 08/03/2019 Buon 8 marzo a tutte le donne che si trovano in Italia. Fare gli auguri alle donne, in realtà, vuol dire rivolgerli all’intera comunità nazionale. Perché la componente femminile è parte, oltre che essenziale, decisiva della nostra società. Per questo, l’8 marzo si celebrano valori di fondo della nostra vita in comune. Valori che recano il segno delle conquiste realizzate, spesso con fatica e tra molte difficoltà, dalle donne. La condizione femminile è uno di quegli elementi che attestano il grado di civiltà raggiunto da un Paese. So che diverse donne non amano parlare, in questa giornata, di “festa della donna”. L’8 marzo è, difatti, soprattutto un giorno di responsabilità e di impegno, come ha messo bene in luce Nicole Grimaudo, nella sua coinvolgente conduzione di questo incontro. Ancora tante donne trovano ostacoli nel dispiegare il proprio talento, sono minacciate da condizioni di indigenza, oppresse da forme di violenza, sono gravate da pesi supplementari, talvolta difficilmente sostenibili, tra il lavoro e la cura della famiglia, sono sottopagate o escluse da un’occupazione stabile benché capaci e meritevoli. Tutti gli indicatori concordano sul dato che il progresso economico e sociale di un Paese va di pari passo con lo sviluppo dell’occupazione femminile. Quest’anno abbiamo scelto come tema dell’8 marzo quello delle donne rese schiave e costrette a prostituirsi. Si tratta di uno sfruttamento ignobile a danno di donne, spesso minorenni, provenienti dalla povertà più estrema, da contesti di guerra, da terre aride, che finiscono nelle reti di crudeli trafficanti di persone. Si tratta, in gran parte, di organizzazioni criminali senza scrupoli, di mafie trasnazionali che lucrano sul corpo e sull’animo delle donne; e che non esitano a ricorrere alle minacce, alla violenza e alla coercizione più brutale. Rivolgo i miei auguri e i complimenti a Stefania e a Hope per la loro coraggiosa e sofferta testimonianza. Sono molto lieto - e orgoglioso - della loro presenza al Quirinale. Dai loro terribili racconti, per fortuna a lieto fine, abbiamo ascoltato, ancora una volta, come questo turpe fenomeno non risparmi l’Italia. Ne hanno parlato, con puntualità e passione, Anna Pozzi e Lina Trovato. Lo sfruttamento sessuale delle donne è una pratica criminale purtroppo diffusa. È bene chiamare questa condizione con il nome appropriato: schiavitù. Si tratta dell’infame schiavitù del nostro secolo. Non dovrebbe essere necessario – ma lo è, malauguratamente - ribadire che la civiltà non potrà mai convivere con la schiavitù. Dove questa sussiste, la civiltà è negata. Nessun compromesso è accettabile. Nessuna tolleranza può essere mascherata da realismo o da opportunismo. La tratta va sradicata. Colpendo chi controlla il traffico delle schiave costrette a prostituirsi. Stroncare il traffico è compito delle forze di polizia, dei magistrati, delle istituzioni nazionali e degli organismi internazionali. Ma tutta la società civile è chiamata a fare la propria parte, agendo con responsabilità e coerenza morale. Nessuno può restare indifferente. Contrastare la tratta vuol dire sottrarsi a ogni complicità con le organizzazioni criminali e prosciugare le aree grigie. Vuol dire spezzare il legame di protezione che, purtroppo, si crea tra la vittima e i suoi aguzzini. Significa che tutti devono aprire gli occhi su una cruda realtà: la domanda di prostitute schiave è alimentata da comportamenti di uomini delle società più prospere. Da uomini, di ogni età e censo, che approfittano di queste povere donne, indifferenti davanti alla violenza, alla riduzione in schiavitù, spesso anche di fronte alla minore età palese delle ragazze. È un fenomeno diffuso, che, in realtà, esprime una acquiescenza se non una tacita ma concreta connivenza con il crimine. Abbiamo esempi di straordinario valore civile che vengono da associazioni, da volontarie e volontari, che ho avuto più volte l’opportunità di incontrare e incoraggiare. Lavorano, insieme alle forze dell’ordine, alla magistratura, per i programmi di recupero – e le iniziative di accoglienza - che consentono alle donne di uscire dalla condizione di schiavitù. È un compito difficile ma prezioso, perché spesso le donne schiavizzate sono minacciate di violenze o di ritorsioni nei confronti delle loro famiglie. Donne terrorizzate, rese ancor più vulnerabili dal giogo della malavita, possono ricostruire la propria dignità attraverso un percorso di integrazione, che apra le porte di un lavoro e di una casa, che restituisca umanità alle relazioni personali. Per fare questo c’è bisogno di istituzioni solide, ma anche di una cultura di comunità che sia più forte degli egoismi e dei timori del nostro tempo. Poc’anzi Simona Severini, interpretando con tanta efficacia, la canzone di Lucio Dalla ci ha ripetuto le sue parole: “Aspettiamo senza avere paura, domani”. Le donne – italiane e di ogni parte del mondo - ci hanno insegnato molto. La libertà personale è condizione di una vera parità. E la parità è la sola leva che può far crescere la società in modo accettabile, sostenibile. Ci sono lezioni del passato su cui è opportuno meditare. Sessantuno anni fa, una legge dello Stato, promossa da una senatrice, partigiana e costituente, dichiarò fuorilegge lo sfruttamento della prostituzione. Dovette lottare, in Parlamento e fuori da esso, contro pregiudizi e stereotipi inaccettabili, duri a morire. Vi erano parlamentari che sostenevano persino che alcune donne nascevano prostitute e pertanto non sarebbero mai cambiate. Quella legge fu una tappa importante nel cammino di liberazione della donna. Oggi quella senatrice, Lina Merlin, sarebbe in prima linea contro la tratta di questo nostro tempo. Bisogna andare coerentemente avanti: contro tutte le forme di sfruttamento e violenza nei confronti delle donne, in qualsiasi campo e settore della vita familiare e sociale. L’apporto delle donne alla crescita civile, culturale, sociale, economica del nostro Paese è stato immenso. Ma ancora oggi paghiamo storture e disparità che, penalizzando le donne, ci penalizzano come società. È nostro compito costante rimuovere gli ostacoli che – come ci ricorda la Costituzione -, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza, impediscono il pieno sviluppo di ogni persona umana. Sul mercato del lavoro le condizioni delle donne italiane sono ancora critiche e il tasso di occupazione femminile è insoddisfacente, soprattutto se paragonato agli altri Paesi europei. Tanti positivi progressi sono stati compiuti, ma la scarsa condivisione del lavoro di cura in famiglia e il permanere di alcune rigidità nei ruoli domestici, restano tra le cause delle difficoltà di accesso delle donne al mercato del lavoro. Sono dunque necessarie politiche pubbliche volte ad ampliare la base occupazionale, ma avvertiamo anche il bisogno che la crescita culturale continui; e che si rimuovano antichi pregiudizi. Forme di sfruttamento, talvolta subdole, si annidano nelle rigidità sociali. Quando rallenta, o si arresta, l’ascensore sociale – e questo accade in grande misura nei periodi di crisi economica – sulle donne ricade spesso uno svantaggio ulteriore, negando opportunità soprattutto alle donne meno istruite e meno abbienti. Lo stesso tema delle diseguaglianze salariali – ingiustificabili ma tuttora presenti in misura rilevante – riguarda maggiormente proprio le donne in difficoltà e con più bassi livelli di istruzione. Superare gli squilibri e le condizioni di sfruttamento, liberare la società da barriere e pregiudizi, fermare le violenze sulle donne sono le premesse per progettare insieme un mondo più giusto di donne e di uomini liberi. La violenza contro le donne è, secondo l’Onu, una delle più grandi e diffuse violazioni dei diritti umani. Non possiamo continuare ad assistere alla violenza nelle case e nelle strade. Ancora ieri, nel nostro Paese, sono state assassinate due donne – Alessandra e Fortuna - vittime di una violenza prodotta da distorte e criminali mentalità di possesso e dominio. È necessario educare, prevenire, organizzarsi, offrire aiuto, mettere in campo reti e strumenti di contrasto che consentano alle donne, soprattutto alle più vulnerabili, di non sentirsi più sole davanti alle minacce. Nel nostro Paese ci sono risorse civili e morali in grado di continuare il percorso della libertà, della parità, della differenza che arricchisce la nostra comunità. L’8 marzo ci ricorda che le donne sono protagoniste preziose e imprescindibili per progettare i tempi nuovi che ci attendono. Auguri! 8 MARZO 2019 – Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Celebrazione della Giornata Internazionale della Donna dal titolo: “Mai più schiave”
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Palazzo del Quirinale, 08/03/2019

Buon 8 marzo a tutte le donne che si trovano in Italia.

Fare gli auguri alle donne, in realtà, vuol dire rivolgerli all’intera comunità nazionale. Perché la componente femminile è parte, oltre che essenziale, decisiva della nostra società.

Per questo, l’8 marzo si celebrano valori di fondo della nostra vita in comune. Valori che recano il segno delle conquiste realizzate, spesso con fatica e tra molte difficoltà, dalle donne. La condizione femminile è uno di quegli elementi che attestano il grado di civiltà raggiunto da un Paese.

So che diverse donne non amano parlare, in questa giornata, di “festa della donna”. L’8 marzo è, difatti, soprattutto un giorno di responsabilità e di impegno, come ha messo bene in luce Nicole Grimaudo, nella sua coinvolgente conduzione di questo incontro.

Ancora tante donne trovano ostacoli nel dispiegare il proprio talento, sono minacciate da condizioni di indigenza, oppresse da forme di violenza, sono gravate da pesi supplementari, talvolta difficilmente sostenibili, tra il lavoro e la cura della famiglia, sono sottopagate o escluse da un’occupazione stabile benché capaci e meritevoli.

Tutti gli indicatori concordano sul dato che il progresso economico e sociale di un Paese va di pari passo con lo sviluppo dell’occupazione femminile.

Quest’anno abbiamo scelto come tema dell’8 marzo quello delle donne rese schiave e costrette a prostituirsi.

Si tratta di uno sfruttamento ignobile a danno di donne, spesso minorenni, provenienti dalla povertà più estrema, da contesti di guerra, da terre aride, che finiscono nelle reti di crudeli trafficanti di persone. Si tratta, in gran parte, di organizzazioni criminali senza scrupoli, di mafie trasnazionali che lucrano sul corpo e sull’animo delle donne; e che non esitano a ricorrere alle minacce, alla violenza e alla coercizione più brutale.

Rivolgo i miei auguri e i complimenti a Stefania e a Hope per la loro coraggiosa e sofferta testimonianza. Sono molto lieto – e orgoglioso – della loro presenza al Quirinale. Dai loro terribili racconti, per fortuna a lieto fine, abbiamo ascoltato, ancora una volta, come questo turpe fenomeno non risparmi l’Italia. Ne hanno parlato, con puntualità e passione, Anna Pozzi e Lina Trovato.

Lo sfruttamento sessuale delle donne è una pratica criminale purtroppo diffusa. È bene chiamare questa condizione con il nome appropriato: schiavitù. Si tratta dell’infame schiavitù del nostro secolo.

Non dovrebbe essere necessario – ma lo è, malauguratamente – ribadire che la civiltà non potrà mai convivere con la schiavitù. Dove questa sussiste, la civiltà è negata.

Nessun compromesso è accettabile. Nessuna tolleranza può essere mascherata da realismo o da opportunismo. La tratta va sradicata. Colpendo chi controlla il traffico delle schiave costrette a prostituirsi.

Stroncare il traffico è compito delle forze di polizia, dei magistrati, delle istituzioni nazionali e degli organismi internazionali. Ma tutta la società civile è chiamata a fare la propria parte, agendo con responsabilità e coerenza morale. Nessuno può restare indifferente.

Contrastare la tratta vuol dire sottrarsi a ogni complicità con le organizzazioni criminali e prosciugare le aree grigie. Vuol dire spezzare il legame di protezione che, purtroppo, si crea tra la vittima e i suoi aguzzini. Significa che tutti devono aprire gli occhi su una cruda realtà: la domanda di prostitute schiave è alimentata da comportamenti di uomini delle società più prospere.

Da uomini, di ogni età e censo, che approfittano di queste povere donne, indifferenti davanti alla violenza, alla riduzione in schiavitù, spesso anche di fronte alla minore età palese delle ragazze. È un fenomeno diffuso, che, in realtà, esprime una acquiescenza se non una tacita ma concreta connivenza con il crimine.

Abbiamo esempi di straordinario valore civile che vengono da associazioni, da volontarie e volontari, che ho avuto più volte l’opportunità di incontrare e incoraggiare. Lavorano, insieme alle forze dell’ordine, alla magistratura, per i programmi di recupero – e le iniziative di accoglienza – che consentono alle donne di uscire dalla condizione di schiavitù. È un compito difficile ma prezioso, perché spesso le donne schiavizzate sono minacciate di violenze o di ritorsioni nei confronti delle loro famiglie.

Donne terrorizzate, rese ancor più vulnerabili dal giogo della malavita, possono ricostruire la propria dignità attraverso un percorso di integrazione, che apra le porte di un lavoro e di una casa, che restituisca umanità alle relazioni personali.

Per fare questo c’è bisogno di istituzioni solide, ma anche di una cultura di comunità che sia più forte degli egoismi e dei timori del nostro tempo.

Poc’anzi Simona Severini, interpretando con tanta efficacia, la canzone di Lucio Dalla ci ha ripetuto le sue parole: “Aspettiamo senza avere paura, domani”.

Le donne – italiane e di ogni parte del mondo – ci hanno insegnato molto. La libertà personale è condizione di una vera parità. E la parità è la sola leva che può far crescere la società in modo accettabile, sostenibile.

Ci sono lezioni del passato su cui è opportuno meditare.

Sessantuno anni fa, una legge dello Stato, promossa da una senatrice, partigiana e costituente, dichiarò fuorilegge lo sfruttamento della prostituzione. Dovette lottare, in Parlamento e fuori da esso, contro pregiudizi e stereotipi inaccettabili, duri a morire. Vi erano parlamentari che sostenevano persino che alcune donne nascevano prostitute e pertanto non sarebbero mai cambiate.

Quella legge fu una tappa importante nel cammino di liberazione della donna. Oggi quella senatrice, Lina Merlin, sarebbe in prima linea contro la tratta di questo nostro tempo.

Bisogna andare coerentemente avanti: contro tutte le forme di sfruttamento e violenza nei confronti delle donne, in qualsiasi campo e settore della vita familiare e sociale.

L’apporto delle donne alla crescita civile, culturale, sociale, economica del nostro Paese è stato immenso. Ma ancora oggi paghiamo storture e disparità che, penalizzando le donne, ci penalizzano come società. È nostro compito costante rimuovere gli ostacoli che – come ci ricorda la Costituzione -, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza, impediscono il pieno sviluppo di ogni persona umana. Sul mercato del lavoro le condizioni delle donne italiane sono ancora critiche e il tasso di occupazione femminile è insoddisfacente, soprattutto se paragonato agli altri Paesi europei.

Tanti positivi progressi sono stati compiuti, ma la scarsa condivisione del lavoro di cura in famiglia e il permanere di alcune rigidità nei ruoli domestici, restano tra le cause delle difficoltà di accesso delle donne al mercato del lavoro. Sono dunque necessarie politiche pubbliche volte ad ampliare la base occupazionale, ma avvertiamo anche il bisogno che la crescita culturale continui; e che si rimuovano antichi pregiudizi.

Forme di sfruttamento, talvolta subdole, si annidano nelle rigidità sociali. Quando rallenta, o si arresta, l’ascensore sociale – e questo accade in grande misura nei periodi di crisi economica – sulle donne ricade spesso uno svantaggio ulteriore, negando opportunità soprattutto alle donne meno istruite e meno abbienti. Lo stesso tema delle diseguaglianze salariali – ingiustificabili ma tuttora presenti in misura rilevante – riguarda maggiormente proprio le donne in difficoltà e con più bassi livelli di istruzione.

Superare gli squilibri e le condizioni di sfruttamento, liberare la società da barriere e pregiudizi, fermare le violenze sulle donne sono le premesse per progettare insieme un mondo più giusto di donne e di uomini liberi.

La violenza contro le donne è, secondo l’Onu, una delle più grandi e diffuse violazioni dei diritti umani. Non possiamo continuare ad assistere alla violenza nelle case e nelle strade.

Ancora ieri, nel nostro Paese, sono state assassinate due donne – Alessandra e Fortuna – vittime di una violenza prodotta da distorte e criminali mentalità di possesso e dominio.

È necessario educare, prevenire, organizzarsi, offrire aiuto, mettere in campo reti e strumenti di contrasto che consentano alle donne, soprattutto alle più vulnerabili, di non sentirsi più sole davanti alle minacce.

Nel nostro Paese ci sono risorse civili e morali in grado di continuare il percorso della libertà, della parità, della differenza che arricchisce la nostra comunità.

L’8 marzo ci ricorda che le donne sono protagoniste preziose e imprescindibili per progettare i tempi nuovi che ci attendono.

Auguri!

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Di: 8 marzo 2019. Mattarella: «Le donne sono protagoniste preziose e imprescindibili per progettare i tempi nuovi che ci attendono» http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1465824 8 marzo 2019. Mattarella: «Le donne sono protagoniste preziose e imprescindibili per progettare i tempi nuovi che ci attendono» Fri, 08 Mar 2019 15:04:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1465824 <b>8 marzo 2019. Mattarella: «Le donne sono protagoniste preziose e imprescindibili per progettare i tempi nuovi che ci attendono»</b> - È stata celebrata al Palazzo del Quirinale la Giornata Internazionale della Donna, dedicata quest'anno al tema "Mai più schiave". La cerimonia, trasmessa in diretta da Rai1 e condotta da Nicole Grimaudo, si è aperta con la proiezione di un filmato prodotto da Rai Cultura seguito dall'intervento della giornalista e scrittrice Anna Pozzi sul tema della tratta di esseri umani. La conduttrice ha intervistato due ragazze vittime della tratta e il Maggiore Pilota Ilaria Ragona, in occasione dei 20 anni dall'introduzione del servizio militare femminile. Ha quindi portato la sua esperienza il Sostituto Procuratore presso il Tribunale ordinario di Catania, Lina Trovato, specializzata nelle indagini contro il traffico di esseri umani. La cerimonia è proseguita con l'intervento del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Spadafora. Nel corso della celebrazione la cantante Simona Severini ha eseguito i brani "Freedom" e "Futura". Al termine il Presidente della Repubblica ha pronunciato un discorso. In precedenza, nella Sala degli Specchi, il Presidente Mattarella e il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Marco Bussetti, avevano consegnato i premi agli studenti vincitori del concorso nazionale dal titolo "Mai più schiave", promosso dal MIUR. Erano presenti alla cerimonia il Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, il Presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, rappresentanti del governo, delle istituzioni, della politica, della cultura e della società civile. Al femminile, come di consueto, la Guardia d'Onore del Palazzo del Quirinale. 8 marzo 2019. Mattarella: «Le donne sono protagoniste preziose e imprescindibili per progettare i tempi nuovi che ci attendono»
- È stata celebrata al Palazzo del Quirinale la Giornata Internazionale della Donna, dedicata quest’anno al tema “Mai più schiave”.

La cerimonia, trasmessa in diretta da Rai1 e condotta da Nicole Grimaudo, si è aperta con la proiezione di un filmato prodotto da Rai Cultura seguito dall’intervento della giornalista e scrittrice Anna Pozzi sul tema della tratta di esseri umani.

La conduttrice ha intervistato due ragazze vittime della tratta e il Maggiore Pilota Ilaria Ragona, in occasione dei 20 anni dall’introduzione del servizio militare femminile. Ha quindi portato la sua esperienza il Sostituto Procuratore presso il Tribunale ordinario di Catania, Lina Trovato, specializzata nelle indagini contro il traffico di esseri umani. La cerimonia è proseguita con l’intervento del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Spadafora.

Nel corso della celebrazione la cantante Simona Severini ha eseguito i brani “Freedom” e “Futura”.

Al termine il Presidente della Repubblica ha pronunciato un discorso.

In precedenza, nella Sala degli Specchi, il Presidente Mattarella e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, avevano consegnato i premi agli studenti vincitori del concorso nazionale dal titolo “Mai più schiave”, promosso dal MIUR.

Erano presenti alla cerimonia il Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, il Presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, rappresentanti del governo, delle istituzioni, della politica, della cultura e della società civile.

Al femminile, come di consueto, la Guardia d’Onore del Palazzo del Quirinale.

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Di: 8 marzo 2018 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1354365 8 marzo 2018 Thu, 08 Mar 2018 07:27:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1354365 <b>8 marzo 2018</b><b></b> 8 marzo 2018

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1302371 Massimo Maugeri Wed, 08 Mar 2017 16:34:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1302371 Su LetteratitudineNews il testo e il video dell’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’ambito della celebrazione della Giornata Internazionale della Donna 2017 (svoltasi al Palazzo del Quirinale con il tema: “Donne per la pace”) https://letteratitudinenews.wordpress.com/2017/03/08/giornata-internazionale-della-donna-2017-intervento-del-presidente-mattarella/ Su LetteratitudineNews il testo e il video dell’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’ambito della celebrazione della Giornata Internazionale della Donna 2017 (svoltasi al Palazzo del Quirinale con il tema: “Donne per la pace”)
https://letteratitudinenews.wordpress.com/2017/03/08/giornata-internazionale-della-donna-2017-intervento-del-presidente-mattarella/

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1302370 Massimo Maugeri Wed, 08 Mar 2017 16:32:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1302370 Grazie mille per il tuo contributo, cara Marcella! La figura di Malala è sempre bene ricordarla. :) Grazie mille per il tuo contributo, cara Marcella!
La figura di Malala è sempre bene ricordarla. :)

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Di: Marcella Argento http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1302312 Marcella Argento Wed, 08 Mar 2017 10:48:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1302312 Vorrei ricordare una figura speciale che viene dal Pakistan e anche in Pakistan ha lottato per tutto il mondo: Malala Yousafzai è la vincitrice del premio nobel per la pace nel 2014 “per la lotta contro la soppressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all'istruzione”. Superando la paura della morte, anche dopo aver subito un attentato alla propria vita, dal quale è miracolosamente sopravvissuta, Malala ha continuato a credere nel valore dell'istruzione, dichiarando pubblicamente di non provare la minima rabbia nei confronti di coloro che hanno cercato di eliminarla. Una donna così mi riempie l'animo e mi fa sperare profondamente. Vorrei ricordare una figura speciale che viene dal Pakistan e anche in Pakistan ha lottato per tutto il mondo: Malala Yousafzai è la vincitrice del premio nobel per la pace nel 2014 “per la lotta contro la soppressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’istruzione”. Superando la paura della morte, anche dopo aver subito un attentato alla propria vita, dal quale è miracolosamente sopravvissuta, Malala ha continuato a credere nel valore dell’istruzione, dichiarando pubblicamente di non provare la minima rabbia nei confronti di coloro che hanno cercato di eliminarla. Una donna così mi riempie l’animo e mi fa sperare profondamente.

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Di: Buon 8 marzo 2017 da Letteratitudine! http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1302287 Buon 8 marzo 2017 da Letteratitudine! Wed, 08 Mar 2017 07:13:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1302287 <strong>Buon 8 marzo 2017 da Letteratitudine!</strong> Buon 8 marzo 2017 da Letteratitudine!

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Di: Lory http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1264050 Lory Tue, 08 Mar 2016 22:18:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1264050 Naturalmente la parità di genere va oltre l'otto marzo. Naturalmente la parità di genere va oltre l’otto marzo.

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Di: Lory http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1264049 Lory Tue, 08 Mar 2016 22:17:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1264049 Grazie anche per i contenuti. È utile divulgare informazioni sulle origini vere di questa ricorrenza. Grazie anche per i contenuti. È utile divulgare informazioni sulle origini vere di questa ricorrenza.

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Di: Lory http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1264048 Lory Tue, 08 Mar 2016 22:16:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1264048 Auguri accettati con piacere. Grazie mille. Auguri accettati con piacere. Grazie mille.

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Di: 8 marzo 2016 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1263883 8 marzo 2016 Mon, 07 Mar 2016 23:58:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1263883 <b>Buon 8 marzo 2016 da Letteratitudine!</b> Buon 8 marzo 2016 da Letteratitudine!

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1210463 Massimo Maugeri Mon, 09 Mar 2015 16:19:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1210463 E grazie per i contributi postati (soprattutto quello con il testo dell'intervento del Presidente Mattarella). E grazie per i contributi postati (soprattutto quello con il testo dell’intervento del Presidente Mattarella).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-8/#comment-1210462 Massimo Maugeri Mon, 09 Mar 2015 16:18:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1210462 Grazie di cuore a Marinella Fiume per aver postato "Ballata delle donne" di Edoardo Sanguineti. Grazie di cuore a Marinella Fiume per aver postato “Ballata delle donne” di Edoardo Sanguineti.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1210461 Massimo Maugeri Mon, 09 Mar 2015 16:17:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1210461 Grazie a Claudia e a Lia per i loro interventi. Grazie a Claudia e a Lia per i loro interventi.

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Di: Intervento del Presidente Mattarella alla cerimonia della" Giornata Internazionale della Donna" http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209808 Intervento del Presidente Mattarella alla cerimonia della" Giornata Internazionale della Donna" Sun, 08 Mar 2015 11:58:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209808 <em><strong>Intervento del Presidente Mattarella alla cerimonia della" Giornata Internazionale della Donna"</strong></em> *** <em><strong>Palazzo del Quirinale, 07/03/2015</strong></em> - Un saluto al Presidente del Senato, alla Signora Presidente della Camera, alle Signore Ministre presenti, alle Signore Parlamentari presenti, a tutte le Autorità e a tutti i presenti, Signora Ministra Giannini, Signor Ministro Galletti. Rivolgo un saluto a tutte le signore qui presenti così numerose e tutte le donne italiane, molte delle quali ci seguono in diretta televisiva. Sono, siete, milioni di professioniste, di docenti, di casalinghe, di lavoratrici dipendenti, di imprenditrici, di disoccupate, di madri, di nonne e di ragazze. Donne consapevoli, che badano all'essenziale e a ciò che è bello, spesso alla difficile ricerca di una compatibilità tra il lavoro e la famiglia. Su di voi grava il peso maggiore della crisi economica. A voi, una società non bene organizzata affida il compito, delicato e fondamentale, di provvedere in maniera prevalente all'educazione dei figli e alla cura degli anziani e dei portatori di invalidità. Lo fate silenziosamente, a volte faticosamente. Senza la donne, senza di voi, l'Italia sarebbe più povera e più ingiusta. Siete il volto prevalente della solidarietà. Il volto della coesione sociale. Dovremmo ricordarlo costantemente. E non dovremmo smettere mai di ringraziarvi. E dunque auguri. E' la celebrazione delle donne. Ed è bene che, anche quest'anno, la cerimonia si svolga qui, al Quirinale. L'anno scorso, alla presenza del Presidente Napolitano, il tema dell'8 marzo ha riguardato un argomento particolarmente doloroso: quello delle ferite che la violenza infligge sul corpo e sull'animo delle donne. L'edizione del 2015 è dedicata al rapporto speciale che esiste, fin dagli albori della civiltà umana, tra le donne, la natura e la Terra. Una terra che spesso è definita madre, capace cioè di generare vita. Una terra che è minacciata da comportamenti che infliggono ferite, lacerazioni, mutilazioni, prodotte anzitutto da speculazione e avidità. Vi è, poi, il grande, e impetuoso, sviluppo economico che ha caratterizzato, negli ultimi decenni, anche Paesi finora esclusi dal benessere. La crescita globale è un obiettivo giusto e positivo, ma occorre governarne i contraccolpi sul piano della salvaguardia dell'ambiente. I cambiamenti climatici, la deforestazione, l'inquinamento dei fiumi e dei laghi, la contaminazione del cibo, la scomparsa di specie animali e vegetali rischiano di sfigurare il volto del pianeta, ma anche di peggiorare, in modo drastico, la qualità della vita nostra, dei nostri figli e delle generazioni a venire. In questa situazione, ancora una volta, il ruolo della donna risulta, insieme, coraggioso e determinante. Recenti ricerche ci dicono che più della metà della produzione del cibo mondiale passa attraverso le mani sapienti delle donne. Nei Paesi in via di sviluppo questa percentuale arriva anche all'80 per cento. Le donne, soprattutto, conoscono l'importanza del cibo per la vita dell'uomo. Una consapevolezza del futuro - un'attitudine alla visione - ha spinto le donne, come ci ha appena ricordato il ministro Galletti, a lottare da sempre per la difesa dell'ambiente, per uno sviluppo compatibile, per valorizzare i prodotti della Terra, per il diritto al cibo, alla salute, alla biodiversità. Le donne sono più capaci di produrre senza distruggere, sanno costruire e innovare, tutelando e salvaguardando. A metà degli anni Quaranta del secolo scorso, una donna americana, Rachel Carson, iniziava la sua battaglia contro l'abuso degli insetticidi. La sua lotta, osteggiata dagli industriali della chimica, criticata, persino derisa, dalla comunità scientifica, riuscì a far mettere al bando il ddt. Il suo libro del 1962, Primavera silenziosa, ha contribuito in maniera determinante alla nascita del movimento ambientalista nel mondo. In esso Rachel Carson scriveva, con profetica lungimiranza: «La natura ha impresso al paesaggio una molteplice varietà; ma l'uomo ha cercato, con tutto il suo zelo, di renderlo monotono; è così che egli ha distrutto il sistema di controlli e di equilibri grazie al quale la natura mantiene ogni specie entro i giusti limiti». La bandiera della Carson, morta prematuramente nel 1964, è stata raccolta da tante donne. In ogni parte del mondo. Ricordo in Italia le battaglie ambientaliste di Laura Conti, medico, partigiana e deputata, che si distinse particolarmente nel denunciare le responsabilità politiche e imprenditoriali dopo il disastro di Seveso. Penso alla kenyana Wangari Maathai, premio Nobel per la pace, di cui abbiamo appena ascoltato un brano di grande impatto emotivo. A un'altra donna premio Nobel per la Pace, Rigoberta Menchù, paladina dei diritti dei campesinos guatemaltechi. E, ancora, all'indiana Vandana Shiva, ispiratrice del movimento democratico globale. Nel suo libro Il bene comune della terra scrive tra l'altro: «Le democrazie che tutelano la vita si fondano sul valore estrinseco di tutte le specie, di ogni popolo e di ogni cultura, sull'equa ripartizione delle risorse terrene e sulla comune gestione di tali risorse». E sempre le donne sono protagoniste della rete "WeCan", che riunisce scienziate, donne leader dei movimenti ambientalisti, artiste, ma anche insegnanti, contadine, operaie di tutto il pianeta. Il loro manifesto comincia così: "Siamo madri e nonne, sorelle e figlie, nipoti e zie che si preoccupano per le giovani generazioni". E il loro obiettivo è quello di cambiare il linguaggio quando si parla di ambiente e di natura: passando dalle parole «dominare, impoverire e distruggere» a quelle, più sagge e rassicuranti, di «risanare, rispettare, rigenerare». Risanare, rispettare, rigenerare. Sono i criteri che hanno mosso le donne italiane che oggi qui premiamo, in rappresentanza di tantissime altre donne, impegnate nella ricerca, nella produzione agroalimentare, ispirata a criteri biologici, nel risanamento delle periferie urbane, nel miglioramento della qualità dell'aria, della terra, dell'acqua. Non è casuale: oggi le donne - come ha detto poc'anzi il ministro Giannini - sono unanimemente riconosciute come promotrici di miglioramento del contesto ambientale che ci circonda, ma anche agenti di innovazione e di cambiamenti. Capaci di coniugare la tutela della natura e la sua trasformazione in risorsa occupazionale ed economica. WeCan mette anche in evidenza come in quei Paesi, dove è maggiore la presenza delle donne nei Parlamenti, cresce in modo significativo l'attitudine a produrre leggi, e a firmare trattati, di salvaguardia dell'ambiente. La scarsa attenzione alla salvaguardia del territorio, l'abbandono dei campi, la mancata cura dei boschi, l'inquinamento, lo sfruttamento intensivo delle risorse ambientali producono danni incalcolabili in un contesto fragile come quello italiano. La mano dell'uomo è spesso alla base di dissesti, alluvioni, frane, che sono pericolosi per la vita dei cittadini e comportano un dispendio di energie e di risorse pubbliche. Non si può continuare a gestire la questione ambientale con l'esclusiva ottica dell'emergenza. E in questo vi è grande impegno. Le donne, con la loro capacità di visione e sensibilità, ci insegnano che la prevenzione dei disastri ambientali è una cultura che va radicata all'interno della società, e delle istituzioni italiane, e che, nel medio e nel lungo periodo, salva vite, produce risparmi e genera ricchezza. E - senza entrare nel merito - vorrei qui dare atto al Parlamento di aver compiuto un importante passo in avanti nella definizione del reato di disastro ambientale: un crimine grave finora sanzionato in misura inadeguata. Permettetemi di chiudere questo mio breve intervento con un detto dei nativi americani Ojibwej: «La donna è la radice sulla quale le nazioni sono costruite. Essa è il cuore della sua nazione. Se il suo cuore è debole, il popolo sarà debole. Se il suo cuore è forte e la sua mente limpida, allora la nazione sarà forte e determinata. La donna è il centro di ogni cosa». E con questa citazione, formulo ancora auguri a tutte voi e ai vostri cari! * * * <em><strong>Intervento del Presidente Mattarella alla cerimonia della" Giornata Internazionale della Donna"</strong></em> Intervento del Presidente Mattarella alla cerimonia della” Giornata Internazionale della Donna”
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Palazzo del Quirinale, 07/03/2015

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Un saluto al Presidente del Senato, alla Signora Presidente della Camera, alle Signore Ministre presenti, alle Signore Parlamentari presenti, a tutte le Autorità e a tutti i presenti, Signora Ministra Giannini, Signor Ministro Galletti.

Rivolgo un saluto a tutte le signore qui presenti così numerose e tutte le donne italiane, molte delle quali ci seguono in diretta televisiva. Sono, siete, milioni di professioniste, di docenti, di casalinghe, di lavoratrici dipendenti, di imprenditrici, di disoccupate, di madri, di nonne e di ragazze. Donne consapevoli, che badano all’essenziale e a ciò che è bello, spesso alla difficile ricerca di una compatibilità tra il lavoro e la famiglia.

Su di voi grava il peso maggiore della crisi economica.

A voi, una società non bene organizzata affida il compito, delicato e fondamentale, di provvedere in maniera prevalente all’educazione dei figli e alla cura degli anziani e dei portatori di invalidità.

Lo fate silenziosamente, a volte faticosamente.

Senza la donne, senza di voi, l’Italia sarebbe più povera e più ingiusta. Siete il volto prevalente della solidarietà. Il volto della coesione sociale.

Dovremmo ricordarlo costantemente. E non dovremmo smettere mai di ringraziarvi.

E dunque auguri. E’ la celebrazione delle donne. Ed è bene che, anche quest’anno, la cerimonia si svolga qui, al Quirinale.

L’anno scorso, alla presenza del Presidente Napolitano, il tema dell’8 marzo ha riguardato un argomento particolarmente doloroso: quello delle ferite che la violenza infligge sul corpo e sull’animo delle donne. L’edizione del 2015 è dedicata al rapporto speciale che esiste, fin dagli albori della civiltà umana, tra le donne, la natura e la Terra. Una terra che spesso è definita madre, capace cioè di generare vita.

Una terra che è minacciata da comportamenti che infliggono ferite, lacerazioni, mutilazioni, prodotte anzitutto da speculazione e avidità. Vi è, poi, il grande, e impetuoso, sviluppo economico che ha caratterizzato, negli ultimi decenni, anche Paesi finora esclusi dal benessere. La crescita globale è un obiettivo giusto e positivo, ma occorre governarne i contraccolpi sul piano della salvaguardia dell’ambiente.

I cambiamenti climatici, la deforestazione, l’inquinamento dei fiumi e dei laghi, la contaminazione del cibo, la scomparsa di specie animali e vegetali rischiano di sfigurare il volto del pianeta, ma anche di peggiorare, in modo drastico, la qualità della vita nostra, dei nostri figli e delle generazioni a venire.

In questa situazione, ancora una volta, il ruolo della donna risulta, insieme, coraggioso e determinante.

Recenti ricerche ci dicono che più della metà della produzione del cibo mondiale passa attraverso le mani sapienti delle donne. Nei Paesi in via di sviluppo questa percentuale arriva anche all’80 per cento. Le donne, soprattutto, conoscono l’importanza del cibo per la vita dell’uomo. Una consapevolezza del futuro – un’attitudine alla visione – ha spinto le donne, come ci ha appena ricordato il ministro Galletti, a lottare da sempre per la difesa dell’ambiente, per uno sviluppo compatibile, per valorizzare i prodotti della Terra, per il diritto al cibo, alla salute, alla biodiversità. Le donne sono più capaci di produrre senza distruggere, sanno costruire e innovare, tutelando e salvaguardando.

A metà degli anni Quaranta del secolo scorso, una donna americana, Rachel Carson, iniziava la sua battaglia contro l’abuso degli insetticidi. La sua lotta, osteggiata dagli industriali della chimica, criticata, persino derisa, dalla comunità scientifica, riuscì a far mettere al bando il ddt. Il suo libro del 1962, Primavera silenziosa, ha contribuito in maniera determinante alla nascita del movimento ambientalista nel mondo. In esso Rachel Carson scriveva, con profetica lungimiranza: «La natura ha impresso al paesaggio una molteplice varietà; ma l’uomo ha cercato, con tutto il suo zelo, di renderlo monotono; è così che egli ha distrutto il sistema di controlli e di equilibri grazie al quale la natura mantiene ogni specie entro i giusti limiti».

La bandiera della Carson, morta prematuramente nel 1964, è stata raccolta da tante donne. In ogni parte del mondo.
Ricordo in Italia le battaglie ambientaliste di Laura Conti, medico, partigiana e deputata, che si distinse particolarmente nel denunciare le responsabilità politiche e imprenditoriali dopo il disastro di Seveso.

Penso alla kenyana Wangari Maathai, premio Nobel per la pace, di cui abbiamo appena ascoltato un brano di grande impatto emotivo. A un’altra donna premio Nobel per la Pace, Rigoberta Menchù, paladina dei diritti dei campesinos guatemaltechi. E, ancora, all’indiana Vandana Shiva, ispiratrice del movimento democratico globale. Nel suo libro Il bene comune della terra scrive tra l’altro: «Le democrazie che tutelano la vita si fondano sul valore estrinseco di tutte le specie, di ogni popolo e di ogni cultura, sull’equa ripartizione delle risorse terrene e sulla comune gestione di tali risorse».

E sempre le donne sono protagoniste della rete “WeCan”, che riunisce scienziate, donne leader dei movimenti ambientalisti, artiste, ma anche insegnanti, contadine, operaie di tutto il pianeta. Il loro manifesto comincia così: “Siamo madri e nonne, sorelle e figlie, nipoti e zie che si preoccupano per le giovani generazioni”.

E il loro obiettivo è quello di cambiare il linguaggio quando si parla di ambiente e di natura: passando dalle parole «dominare, impoverire e distruggere» a quelle, più sagge e rassicuranti, di «risanare, rispettare, rigenerare».

Risanare, rispettare, rigenerare. Sono i criteri che hanno mosso le donne italiane che oggi qui premiamo, in rappresentanza di tantissime altre donne, impegnate nella ricerca, nella produzione agroalimentare, ispirata a criteri biologici, nel risanamento delle periferie urbane, nel miglioramento della qualità dell’aria, della terra, dell’acqua.

Non è casuale: oggi le donne – come ha detto poc’anzi il ministro Giannini – sono unanimemente riconosciute come promotrici di miglioramento del contesto ambientale che ci circonda, ma anche agenti di innovazione e di cambiamenti. Capaci di coniugare la tutela della natura e la sua trasformazione in risorsa occupazionale ed economica. WeCan mette anche in evidenza come in quei Paesi, dove è maggiore la presenza delle donne nei Parlamenti, cresce in modo significativo l’attitudine a produrre leggi, e a firmare trattati, di salvaguardia dell’ambiente.

La scarsa attenzione alla salvaguardia del territorio, l’abbandono dei campi, la mancata cura dei boschi, l’inquinamento, lo sfruttamento intensivo delle risorse ambientali producono danni incalcolabili in un contesto fragile come quello italiano. La mano dell’uomo è spesso alla base di dissesti, alluvioni, frane, che sono pericolosi per la vita dei cittadini e comportano un dispendio di energie e di risorse pubbliche.

Non si può continuare a gestire la questione ambientale con l’esclusiva ottica dell’emergenza. E in questo vi è grande impegno. Le donne, con la loro capacità di visione e sensibilità, ci insegnano che la prevenzione dei disastri ambientali è una cultura che va radicata all’interno della società, e delle istituzioni italiane, e che, nel medio e nel lungo periodo, salva vite, produce risparmi e genera ricchezza.

E – senza entrare nel merito – vorrei qui dare atto al Parlamento di aver compiuto un importante passo in avanti nella definizione del reato di disastro ambientale: un crimine grave finora sanzionato in misura inadeguata.

Permettetemi di chiudere questo mio breve intervento con un detto dei nativi americani Ojibwej:
«La donna è la radice sulla quale le nazioni sono costruite. Essa è il cuore della sua nazione.
Se il suo cuore è debole, il popolo sarà debole.
Se il suo cuore è forte e la sua mente limpida, allora la nazione sarà forte e determinata.
La donna è il centro di ogni cosa».

E con questa citazione, formulo ancora auguri a tutte voi e ai vostri cari!

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Intervento del Presidente Mattarella alla cerimonia della” Giornata Internazionale della Donna”

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Di: Francesca Paci (da "La Stampa") http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209806 Francesca Paci (da "La Stampa") Sun, 08 Mar 2015 11:57:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209806 <b>Femminicidio made in Isis </b> Il senso del Califfato per le donne spazia dalla segregazione imposta con la sharia a Raqqa agli stupri delle yazide. Sebbene i macellai di Al Baghdadi non siano i soli responsabili dei 250 milioni di spose minori di 15 anni denunciati dall’Unicef, lo Stato Islamico dà il suo contributo all’infanzia violata (femminile e non solo). Il modello macho di Isis affonda le radici in un mondo ancestrale e violentemente paternalista che si diffonde assai più pervasivo del jihad dall’Afghanistan alla Libia, dove a febbraio è stata uccisa l’attivista Intissar al Hasaari, fino alla Nigeria terrorizzata da Boko Haram che ormai teorizza il sequestro delle ragazzine (come a Chibok) per farne schiave, mogli coatte o kamikaze. Femminicidio made in Isis

Il senso del Califfato per le donne spazia dalla segregazione imposta con la sharia a Raqqa agli stupri delle yazide. Sebbene i macellai di Al Baghdadi non siano i soli responsabili dei 250 milioni di spose minori di 15 anni denunciati dall’Unicef, lo Stato Islamico dà il suo contributo all’infanzia violata (femminile e non solo). Il modello macho di Isis affonda le radici in un mondo ancestrale e violentemente paternalista che si diffonde assai più pervasivo del jihad dall’Afghanistan alla Libia, dove a febbraio è stata uccisa l’attivista Intissar al Hasaari, fino alla Nigeria terrorizzata da Boko Haram che ormai teorizza il sequestro delle ragazzine (come a Chibok) per farne schiave, mogli coatte o kamikaze.

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Di: Francesca Paci (da "La Stampa") http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209805 Francesca Paci (da "La Stampa") Sun, 08 Mar 2015 11:56:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209805 <b>Donne di Teheran e di Riad </b> Nemici giurati, Iran e Arabia Saudita condividono il fronte bellico contro le donne che, a Teheran come a Riad, rappresentano per la quintessenza della teocrazia la più minacciosa delle istanze riformiste. L’8 marzo di «Nessuno tocchi Caino» è dedicato quest’anno alle iraniane. Secondo l’associazione abolizionista della pena di morte, dopo l’elezione del riformista Rohani le esecuzioni sono triplicate: almeno 721 nel 2014, tra cui 26 donne (compresa Reyhaneh Jabbari, impiccata per aver ucciso l’uomo che voleva stuprarla). Con le condanne a morte sono aumentate però anche le aggressioni contro le donne come quelle con l’acido a Isfahan e il controllo sociale (dopo la campagna internazionale per la liberazione di Ghoncheh Ghavami, in carcere per mesi dopo aver tentato di assistere a una partita di pallavolo maschile, pare che la federazione voglia consentire alle straniere di andare allo stadio). Con buona pace dei presunti propositi progressisti del defunto re, l’Arabia Saudita resta la galera delle donne che l’ultimo Global Gender Gap Report mette al 127° posto (su 136) per parità di generi. Oltre ad avere un tutore maschio, le donne di Riad vantano una lunga lista di divieti tra cui quello di guidare contro il quale le suffragette locali si battono dal 2011 entrando e uscendo dal carcere. Donne di Teheran e di Riad

Nemici giurati, Iran e Arabia Saudita condividono il fronte bellico contro le donne che, a Teheran come a Riad, rappresentano per la quintessenza della teocrazia la più minacciosa delle istanze riformiste.

L’8 marzo di «Nessuno tocchi Caino» è dedicato quest’anno alle iraniane. Secondo l’associazione abolizionista della pena di morte, dopo l’elezione del riformista Rohani le esecuzioni sono triplicate: almeno 721 nel 2014, tra cui 26 donne (compresa Reyhaneh Jabbari, impiccata per aver ucciso l’uomo che voleva stuprarla). Con le condanne a morte sono aumentate però anche le aggressioni contro le donne come quelle con l’acido a Isfahan e il controllo sociale (dopo la campagna internazionale per la liberazione di Ghoncheh Ghavami, in carcere per mesi dopo aver tentato di assistere a una partita di pallavolo maschile, pare che la federazione voglia consentire alle straniere di andare allo stadio).

Con buona pace dei presunti propositi progressisti del defunto re, l’Arabia Saudita resta la galera delle donne che l’ultimo Global Gender Gap Report mette al 127° posto (su 136) per parità di generi. Oltre ad avere un tutore maschio, le donne di Riad vantano una lunga lista di divieti tra cui quello di guidare contro il quale le suffragette locali si battono dal 2011 entrando e uscendo dal carcere.

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Di: Francesca Paci (da "La Stampa") http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209804 Francesca Paci (da "La Stampa") Sun, 08 Mar 2015 11:55:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209804 <b>Turchia: indietro tutta </b> La storia della 20enne Ozgecan Aslan, uccisa a calci e bruciata dopo uno stupro fallito il 13 febbraio scorso, ha riacceso i riflettori sulla violenza contro le donne che, secondo l’opposizione, sarebbe aumentata del 400% da quando è al potere il partito islamico Akp. Il governo non ha gradito: prima il presidente Erdogan ha irriso le centinaia di uomini che hanno sfilato in sostegno delle donne indossando la gonna, poi il suo deputato Ismet Ucma ha accusato le soap opera di minare la famiglia incoraggiando gli stupri. Il problema alligna nel conservatorismo della società turca dove è diffuso il delitto d’onore e dove al 69% degli uomini lavorativamente attivi corrisponde il 29% delle donne. Turchia: indietro tutta

La storia della 20enne Ozgecan Aslan, uccisa a calci e bruciata dopo uno stupro fallito il 13 febbraio scorso, ha riacceso i riflettori sulla violenza contro le donne che, secondo l’opposizione, sarebbe aumentata del 400% da quando è al potere il partito islamico Akp. Il governo non ha gradito: prima il presidente Erdogan ha irriso le centinaia di uomini che hanno sfilato in sostegno delle donne indossando la gonna, poi il suo deputato Ismet Ucma ha accusato le soap opera di minare la famiglia incoraggiando gli stupri. Il problema alligna nel conservatorismo della società turca dove è diffuso il delitto d’onore e dove al 69% degli uomini lavorativamente attivi corrisponde il 29% delle donne.

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Di: Francesca Paci (da "La Stampa") http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209803 Francesca Paci (da "La Stampa") Sun, 08 Mar 2015 11:55:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209803 <b>Egitto: nel buio di Tahrir</b> «Per paradosso la mia tragedia è stata un bene, perché io, diversamente dalla maggioranza delle vittime di violenza sessuale, ho un marito che mi sostiene e gli strumenti culturali per denunciare» racconta la 40enne Hania Moheeb. Dopo l’aggressione di gruppo subita in piazza Tahrir il 25 gennaio di due anni fa, secondo anniversario della rivoluzione contro Mubarak quando una decina di ragazze vennero attaccate, Hania, che ha raccontato la sua esperienza in tv, è la testimonial della vergogna del Cairo, capitale mondiale delle molestie sessuali, dove il 96,5% delle donne ammette (ma non denuncia) di essere stata abusata in qualche modo almeno una volta. La legge contro la violenza sessuale è stata inasprita ma a far muro sono soprattutto le donne, aggredite come in passato ma oggi più consapevoli (al Cairo esiste una sorta di ronda femminile, le TahrirBodyGuard). Egitto: nel buio di Tahrir

«Per paradosso la mia tragedia è stata un bene, perché io, diversamente dalla maggioranza delle vittime di violenza sessuale, ho un marito che mi sostiene e gli strumenti culturali per denunciare» racconta la 40enne Hania Moheeb. Dopo l’aggressione di gruppo subita in piazza Tahrir il 25 gennaio di due anni fa, secondo anniversario della rivoluzione contro Mubarak quando una decina di ragazze vennero attaccate, Hania, che ha raccontato la sua esperienza in tv, è la testimonial della vergogna del Cairo, capitale mondiale delle molestie sessuali, dove il 96,5% delle donne ammette (ma non denuncia) di essere stata abusata in qualche modo almeno una volta. La legge contro la violenza sessuale è stata inasprita ma a far muro sono soprattutto le donne, aggredite come in passato ma oggi più consapevoli (al Cairo esiste una sorta di ronda femminile, le TahrirBodyGuard).

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Di: Francesca Paci (da "La Stampa") http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209802 Francesca Paci (da "La Stampa") Sun, 08 Mar 2015 11:54:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209802 <b>Le figlie di Madre India</b> Pensi alla violenza sessuale e pensi all’India, perché gli stupri di gruppo che lì si susseguono da 2 anni con la foga dei monsoni sono diventati l’icona d’un tabù resistente al punto da indurre Delhi a vietare il documentario «India’s Daughter» sulla ragazza morta per le sevizie sessuali del branco nel dicembre 2012. «Le aggressioni in crescita ai danni delle indiane sono legate all’indipendenza economica che ci rende temibili avversari dei maschi sul mercato del lavoro, è una vergogna che umilia anche tanti uomini come mio figlio, mio marito, mio padre» nota l’attrice Suhasini Mani Ratnam, giurata del premio di Italcementi «arcVision Prize». I dati che giungono dalla più grande democrazia del mondo parlano di una donna abusata sessualmente ogni 21 minuti e di un’omertà sociale che, come nell’Italia di Franca Viola, accusa tacitamente la vittima. Le figlie di Madre India

Pensi alla violenza sessuale e pensi all’India, perché gli stupri di gruppo che lì si susseguono da 2 anni con la foga dei monsoni sono diventati l’icona d’un tabù resistente al punto da indurre Delhi a vietare il documentario «India’s Daughter» sulla ragazza morta per le sevizie sessuali del branco nel dicembre 2012.

«Le aggressioni in crescita ai danni delle indiane sono legate all’indipendenza economica che ci rende temibili avversari dei maschi sul mercato del lavoro, è una vergogna che umilia anche tanti uomini come mio figlio, mio marito, mio padre» nota l’attrice Suhasini Mani Ratnam, giurata del premio di Italcementi «arcVision Prize». I dati che giungono dalla più grande democrazia del mondo parlano di una donna abusata sessualmente ogni 21 minuti e di un’omertà sociale che, come nell’Italia di Franca Viola, accusa tacitamente la vittima.

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Di: Francesca Paci (da "La Stampa") http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209801 Francesca Paci (da "La Stampa") Sun, 08 Mar 2015 11:54:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209801 La festa sì. E le mimose, i concerti, gli hashtag che promettono un mondo migliore. Ma non è un mondo per donne. Non questo in cui viviamo, dove all’affermazione professionale femminile corrisponde per contrappasso un’impennata della violenza sessuale (e della violenza in generale). Gli abusi quotidiani in Egitto e Turchia, gli stupri di gruppo in India, le discriminazioni di segno islamico in Iran e Arabia Saudita distillate con sommo sadismo nel Califfato, l’esodo di 4 milioni di siriane che sostengono da sole le famiglie devastate, gli aborti selettivi in Cina (e India) dove le autorità hanno appena arrestato le attiviste Li Tingting e Zheng Churan, note per le campagne contro le molestie sui bus di Pechino: le donne avanzano anche grazie a grandi uomini come i padri di quelle che avanzano. Ma il terreno è minato. Molto. La festa sì. E le mimose, i concerti, gli hashtag che promettono un mondo migliore. Ma non è un mondo per donne. Non questo in cui viviamo, dove all’affermazione professionale femminile corrisponde per contrappasso un’impennata della violenza sessuale (e della violenza in generale).

Gli abusi quotidiani in Egitto e Turchia, gli stupri di gruppo in India, le discriminazioni di segno islamico in Iran e Arabia Saudita distillate con sommo sadismo nel Califfato, l’esodo di 4 milioni di siriane che sostengono da sole le famiglie devastate, gli aborti selettivi in Cina (e India) dove le autorità hanno appena arrestato le attiviste Li Tingting e Zheng Churan, note per le campagne contro le molestie sui bus di Pechino: le donne avanzano anche grazie a grandi uomini come i padri di quelle che avanzano. Ma il terreno è minato. Molto.

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Di: MarinellaFiume http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209531 MarinellaFiume Sat, 07 Mar 2015 23:43:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209531 Ballata delle donne Quando ci penso, che il tempo è passato, le vecchie madri che ci hanno portato, poi le ragazze, che furono amore, e poi le mogli e le figlie e le nuore, femmina penso, se penso una gioia: pensarci il maschio, ci penso la noia. Quando ci penso, che il tempo è venuto, la partigiana che qui ha combattuto, quella colpita, ferita una volta, e quella morta, che abbiamo sepolta, femmina penso, se penso la pace: pensarci il maschio, pensare non piace. Quando ci penso, che il tempo ritorna, che arriva il giorno che il giorno raggiorna, penso che è culla una pancia di donna, e casa è pancia che tiene una gonna, e pancia è cassa, che viene al finire, che arriva il giorno che si va a dormire. Perché la donna non è cielo, è terra carne di terra che non vuole guerra: è questa terra, che io fui seminato, vita ho vissuto che dentro ho piantato, qui cerco il caldo che il cuore ci sente, la lunga notte che divento niente. Femmina penso, se penso l'umano la mia compagna, ti prendo per mano. Edoardo Sanguineti Una meravigliosa poesia di un uomo!!! Ballata delle donne

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.

Edoardo Sanguineti
Una meravigliosa poesia di un uomo!!!

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Di: lia lineri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209290 lia lineri Sat, 07 Mar 2015 14:17:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209290 Io la voglio la mimosa. Io la voglio la mimosa.

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Di: Claudia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209276 Claudia Sat, 07 Mar 2015 13:14:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209276 Il pezzo di Lenno, Woman, è bello ed è sincero. Dunque lo accetto ben volentieri come omaggio. Complimenti per il blog. Il pezzo di Lenno, Woman, è bello ed è sincero. Dunque lo accetto ben volentieri come omaggio.
Complimenti per il blog.

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Di: Claudia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209275 Claudia Sat, 07 Mar 2015 13:13:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209275 Meglio le mimose digitali, di quelle vere. Povere mimose. Che cosa hanno fatto per essere devastate? Meglio le mimose digitali, di quelle vere.
Povere mimose. Che cosa hanno fatto per essere devastate?

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Di: Claudia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209274 Claudia Sat, 07 Mar 2015 13:13:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209274 Io sono una di quelle un po' contrarie a questo festeggiamento ipocrita. Comunque grazie lo stesso. Io sono una di quelle un po’ contrarie a questo festeggiamento ipocrita. Comunque grazie lo stesso.

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Di: 8 MARZO 2015 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1209177 8 MARZO 2015 Sat, 07 Mar 2015 10:19:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1209177 <b>8 MARZO 2015</b> 8 MARZO 2015

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1028757 Massimo Maugeri Mon, 10 Mar 2014 14:31:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1028757 Purtroppo persino il giorno dell'8 marzo porta con sé nuovi orribili femminicidi http://www.lastampa.it/2014/03/08/italia/cronache/uccide-la-compagna-e-tenta-il-suicidio-choc-in-umbria-nella-festa-della-donna-xQf0xnq8t3iAZ6QuGecyzJ/pagina.html Purtroppo persino il giorno dell’8 marzo porta con sé nuovi orribili femminicidi
http://www.lastampa.it/2014/03/08/italia/cronache/uccide-la-compagna-e-tenta-il-suicidio-choc-in-umbria-nella-festa-della-donna-xQf0xnq8t3iAZ6QuGecyzJ/pagina.html

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1028756 Massimo Maugeri Mon, 10 Mar 2014 14:30:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1028756 Ringrazio di cuore Lucia, Amalia, Serena, Cinzia e Mela per i loro contributi. Ringrazio di cuore Lucia, Amalia, Serena, Cinzia e Mela per i loro contributi.

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Di: mela mondi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1028397 mela mondi Sun, 09 Mar 2014 20:30:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1028397 Piangere Piangere su cosa? Sulle tue carni bruciate Sul tuo viso deturpato Piangere sulle ferite della tua anima Sui ricordi dolorosi Sulle ombre immaginate E poi in un sol momento In figure reali trasformate? Piangere sul tuo bisogno di fuggire Sulla tua brama di morire Sul tuo sogno d’amore in un mare di sangue annegato Sulla tua creatività oltraggiata Sulla libertà imprigionata? Piangere sul tuo dibatterti Tra la vita e la morte Tra sogno e delusione Tra lusinga e perversione Piangere sulla tua innocenza e sulla tua incoscienza Sulle tue carni dal fuoco divorate? Non serve amica mia. Non serve Un cuore che si erge a paladino di un amore Che muore nella violenza e nell’orrore! Il diritto alla vita va oltre il cuore Soffrire, rassegnarsi, tacere Sperare, amare, morire Non serve a niente Quando non si è insieme sulla linea d’onda Quando l’amore non mescola il respiro con la carne il mortale momento con l’immortalità Non serve a niente Quando lontana da te sta quell’unità Che hai cercato Sperando di sperimentarla in profondità. Non serve a niente Quando colui che fa del tuo destino Il suo progetto, ma non sa danzare con la vita Non sa suonare il tamburo per la sua Dea Non sa baciare la strega Ha paura di fare l’amore con lei perchè non sa ballare con la luna contrasta la natura sfoderando l’ascia Mentre la donna che gli sta accanto Sorridendo lo invita nella danza. Non serve a niente! In memoria di g.Russo bruciata viva dal marito. Piangere
Piangere su cosa?
Sulle tue carni bruciate
Sul tuo viso deturpato
Piangere sulle ferite della tua anima
Sui ricordi dolorosi
Sulle ombre immaginate
E poi in un sol momento
In figure reali trasformate?
Piangere sul tuo bisogno di fuggire
Sulla tua brama di morire
Sul tuo sogno d’amore in un mare di sangue annegato
Sulla tua creatività oltraggiata
Sulla libertà imprigionata?
Piangere sul tuo dibatterti
Tra la vita e la morte
Tra sogno e delusione
Tra lusinga e perversione
Piangere sulla tua innocenza e sulla tua incoscienza
Sulle tue carni dal fuoco divorate?
Non serve amica mia.
Non serve
Un cuore che si erge a paladino di un amore
Che muore nella violenza e nell’orrore!
Il diritto alla vita va oltre il cuore
Soffrire, rassegnarsi, tacere
Sperare, amare, morire
Non serve a niente
Quando non si è insieme sulla linea d’onda
Quando l’amore non mescola il respiro con la carne
il mortale momento con l’immortalità
Non serve a niente
Quando lontana da te sta quell’unità
Che hai cercato
Sperando di sperimentarla in profondità.
Non serve a niente
Quando colui che fa del tuo destino
Il suo progetto, ma non sa danzare con la vita
Non sa suonare il tamburo per la sua Dea
Non sa baciare la strega
Ha paura di fare l’amore con lei
perchè non sa ballare con la luna
contrasta la natura sfoderando l’ascia
Mentre la donna che gli sta accanto
Sorridendo lo invita nella danza.
Non serve a niente!

In memoria di g.Russo bruciata viva dal marito.

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Di: Cinzia Morellini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027971 Cinzia Morellini Sat, 08 Mar 2014 16:28:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027971 Comunque la ringrazio per il suo impegno. E la mia non era una critica rivolta a lei. Comunque la ringrazio per il suo impegno. E la mia non era una critica rivolta a lei.

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Di: Cinzia Morellini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027970 Cinzia Morellini Sat, 08 Mar 2014 16:25:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027970 E' evidente che nessuno ha mai pensato di indire una "festa dell'uomo". Sarebbe ridicolo , del resto. E’ evidente che nessuno ha mai pensato di indire una “festa dell’uomo”. Sarebbe ridicolo , del resto.

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Di: Cinzia Morellini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027969 Cinzia Morellini Sat, 08 Mar 2014 16:25:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027969 Ringrazio per gli auguri che accetto di buon grado. Penso però che fino a quando si sentirà l'esigenza di celebrare una giornata dedicata alla donna, significa che c'è ancora qualcosa che non va sulla questione della parità dei generi. Ringrazio per gli auguri che accetto di buon grado. Penso però che fino a quando si sentirà l’esigenza di celebrare una giornata dedicata alla donna, significa che c’è ancora qualcosa che non va sulla questione della parità dei generi.

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Di: Serena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027810 Serena Sat, 08 Mar 2014 10:13:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027810 e a proposito di eventi culturali in Sicilia, guardate qui: http://www.palermotoday.it/eventi/concerti/festa-donna-teatro-politeama-7-8-marzo-2014.html e a proposito di eventi culturali in Sicilia, guardate qui:

http://www.palermotoday.it/eventi/concerti/festa-donna-teatro-politeama-7-8-marzo-2014.html

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Di: Serena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027808 Serena Sat, 08 Mar 2014 10:09:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027808 bravissima Amalia. Ho evitato con cura le tediose riunioni da single, in cui si casca inevitabilmente a parlare male dell'uomo di turno, quello che ci ha tradite, quello che non si decide, quello che ci delude. Per stasera niente decoltè, un tubino sobrio per andare a teatro, musica e un buon libro. Tutto qui. bravissima Amalia. Ho evitato con cura le tediose riunioni da single, in cui si casca inevitabilmente a parlare male dell’uomo di turno, quello che ci ha tradite, quello che non si decide, quello che ci delude.
Per stasera niente decoltè, un tubino sobrio per andare a teatro, musica e un buon libro.
Tutto qui.

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Di: amalia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027807 amalia Sat, 08 Mar 2014 10:07:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027807 Per favore: evitate le mega riunioni al femminile che si concludono in discoteca con pietosi spogliarelli maschili. Non imitiamo la parte peggiore dell'uomo. L'augurio è quindi questo: sia la donna se stessa, nella sua maternità e nella sua femminilità, che sia creativa e commossa, aperta al dolore e all'amore. Che sia accogliente e calda, non in corsa verso mete effimere o annullanti. Che la sua ricerca del successo coincida solo con la pienezza. Per favore: evitate le mega riunioni al femminile che si concludono in discoteca con pietosi spogliarelli maschili.
Non imitiamo la parte peggiore dell’uomo.
L’augurio è quindi questo: sia la donna se stessa, nella sua maternità e nella sua femminilità, che sia creativa e commossa, aperta al dolore e all’amore. Che sia accogliente e calda, non in corsa verso mete effimere o annullanti. Che la sua ricerca del successo coincida solo con la pienezza.

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Di: Lucia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027605 Lucia Fri, 07 Mar 2014 22:25:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027605 E grazie per la sua sensibilità sulla 'questione femminile'. La seguo da tempo. E grazie per la sua sensibilità sulla ‘questione femminile’. La seguo da tempo.

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Di: Lucia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027604 Lucia Fri, 07 Mar 2014 22:24:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027604 Grazie! Gli auguri fanno sempre piacere. Altrochè. Grazie! Gli auguri fanno sempre piacere.
Altrochè.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027594 Massimo Maugeri Fri, 07 Mar 2014 21:54:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027594 In occasione della ricorrenza dell’8 marzo 2014, ne approfitto per segnalarvi questo articolo pubblicato dall’Ansa http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/speciali/2014/03/07/8-marzo-2013-aumentati-femminicidi-_10196605.html E questo speciale su Repubblica.it http://www.repubblica.it/static/speciale/2014/8marzo-donne-in-politica/?ref=HREC1-1 In occasione della ricorrenza dell’8 marzo 2014, ne approfitto per segnalarvi questo articolo pubblicato dall’Ansa
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/speciali/2014/03/07/8-marzo-2013-aumentati-femminicidi-_10196605.html

E questo speciale su Repubblica.it
http://www.repubblica.it/static/speciale/2014/8marzo-donne-in-politica/?ref=HREC1-1

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027593 Massimo Maugeri Fri, 07 Mar 2014 21:53:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027593 <b>Buon 8 marzo 2014!</b> Auguri, dunque, a tutte le donne che gradiscono riceverli. Buon 8 marzo! Il post è “aperto” per vostri eventuali contributi. Buon 8 marzo 2014!
Auguri, dunque, a tutte le donne che gradiscono riceverli. Buon 8 marzo!

Il post è “aperto” per vostri eventuali contributi.

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Di: 8 MARZO 2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-1027590 8 MARZO 2014 Fri, 07 Mar 2014 21:50:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-1027590 <b>8 MARZO 2014</b> 8 MARZO 2014

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-706101 Massimo Maugeri Thu, 02 May 2013 21:19:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-706101 Grazie mille per il tuo intervento, cara Silvia. Dalle tue parole - tra l'altro - emerge il tuo "amore" per John Lennon. Anche io adoro il grande John. Forza, leonessa!!! Grazie mille per il tuo intervento, cara Silvia.
Dalle tue parole – tra l’altro – emerge il tuo “amore” per John Lennon. Anche io adoro il grande John.
Forza, leonessa!!!

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Di: silvia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-704266 silvia Tue, 30 Apr 2013 22:59:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-704266 ciao a tutti, leggo ora e ...quando vedo o sento qualcosa di John Lennon mi soffermo immediatamente. Poi Maurizio Maugeri ha fatto il resto. Beh, le donne purtroppo oggi come oggi sono ancora troppo maltrattate e poco rispettate. Il sogno di John era inerente alla libertà dell'individuo, a prescindere dal sesso, dunque la donna come fulcro, anzi, attorno al quale ruota la vita. L'esistenza tutta. Se ne è parlato tanto, ma non dobbiamo smettere, occorre insistere e sensibilizzare i bambini fin dalla tenera età, abituarli al rispetto e a non prendere la dolcezza come debolezza. La festa della donna non deve essere un riferimento all'uscita comune in pizzeria delle casalinghe stanche, ma un momento di lotta e ve lo dice una che lotta da una vita, contro l'immaturità maschile (non me ne vogliano gli uomini presenti, ma è una realtà) e il carico della femmina nel dover sopperire a tale mancanza. Il mio pensiero è rivolto al sacrificio, a quanto la donna oggi deve sopportare per le infinite frustrazioni dell'uomo. Da leonessa quale sono (ho dovuto, per crescere una figlia da sola), sogno un mondo con la figura femminile al centro della famiglia, coccolata e protetta, amata per tutto quanto lei può dare e restituire in termini di bene e di sostegno. Grazie Maurizio per questa tematica proposta, ogni momento è buono per parlarne. Grazie a tutti. Silvia ciao a tutti, leggo ora e …quando vedo o sento qualcosa di John Lennon mi soffermo immediatamente. Poi Maurizio Maugeri ha fatto il resto. Beh, le donne purtroppo oggi come oggi sono ancora troppo maltrattate e poco rispettate. Il sogno di John era inerente alla libertà dell’individuo, a prescindere dal sesso, dunque la donna come fulcro, anzi, attorno al quale ruota la vita. L’esistenza tutta. Se ne è parlato tanto, ma non dobbiamo smettere, occorre insistere e sensibilizzare i bambini fin dalla tenera età, abituarli al rispetto e a non prendere la dolcezza come debolezza. La festa della donna non deve essere un riferimento all’uscita comune in pizzeria delle casalinghe stanche, ma un momento di lotta e ve lo dice una che lotta da una vita, contro l’immaturità maschile (non me ne vogliano gli uomini presenti, ma è una realtà) e il carico della femmina nel dover sopperire a tale mancanza. Il mio pensiero è rivolto al sacrificio, a quanto la donna oggi deve sopportare per le infinite frustrazioni dell’uomo. Da leonessa quale sono (ho dovuto, per crescere una figlia da sola), sogno un mondo con la figura femminile al centro della famiglia, coccolata e protetta, amata per tutto quanto lei può dare e restituire in termini di bene e di sostegno. Grazie Maurizio per questa tematica proposta, ogni momento è buono per parlarne. Grazie a tutti. Silvia

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-633421 Massimo Maugeri Sun, 10 Mar 2013 16:24:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-633421 Care amiche, cari amici. Grazie mille per i vostri commenti e contributi! Vi auguro una buona domenica sera e un buon inizio settimana! Care amiche, cari amici. Grazie mille per i vostri commenti e contributi!
Vi auguro una buona domenica sera e un buon inizio settimana!

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Di: Giorgio Minotti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-631742 Giorgio Minotti Fri, 08 Mar 2013 17:56:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-631742 Per contribuire vorrei ricordare questa grande, grandissima, donna http://it.wikipedia.org/wiki/Rita_Levi-Montalcini Per contribuire vorrei ricordare questa grande, grandissima, donna http://it.wikipedia.org/wiki/Rita_Levi-Montalcini

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Di: Francesca Porta - su Style : le origini della Festa della donna http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-631740 Francesca Porta - su Style : le origini della Festa della donna Fri, 08 Mar 2013 17:51:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-631740 L'8 marzo del 1946, per la prima volta, tutta l'Italia ha ricordato la Festa della Donna ed è stata scelta la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo della ricorrenza. Negli anni successivi la Giornata è diventata occasione e momento simbolico di rivendicazione dei diritti femminili (dal divorzio alla contraccezione fino alla legalizzazione dell'aborto) e di difesa delle conquiste delle donne. L’8 marzo del 1946, per la prima volta, tutta l’Italia ha ricordato la Festa della Donna ed è stata scelta la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo della ricorrenza. Negli anni successivi la Giornata è diventata occasione e momento simbolico di rivendicazione dei diritti femminili (dal divorzio alla contraccezione fino alla legalizzazione dell’aborto) e di difesa delle conquiste delle donne.

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Di: Francesca Porta - su Style : le origini della Festa della donna http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-631739 Francesca Porta - su Style : le origini della Festa della donna Fri, 08 Mar 2013 17:51:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-631739 In Italia la Festa della Donna iniziò a essere celebrata nel 1922 con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale. L'iniziativa prese forza nel 1945, quando l'Unione Donne in Italia (formata da donne del Pci, Psi, Partito d'Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro) celebrò la Giornata della Donna nelle zone dell'Italia già liberate dal fascismo. In Italia la Festa della Donna iniziò a essere celebrata nel 1922 con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale. L’iniziativa prese forza nel 1945, quando l’Unione Donne in Italia (formata da donne del Pci, Psi, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro) celebrò la Giornata della Donna nelle zone dell’Italia già liberate dal fascismo.

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Di: Francesca Porta - su Style : le origini della Festa della donna http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-631738 Francesca Porta - su Style : le origini della Festa della donna Fri, 08 Mar 2013 17:50:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-631738 La data dell'8 marzo entrò per la prima volta nella storia della Festa della Donna nel 1917, quando in quel giorno le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, dando così vita alla «rivoluzione russa di febbraio». Fu questo evento a cui si ispirarono le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca quando scelsero l'8 marzo come data in cui istituire la Giornata Internazionale dell'Operaia. La data dell’8 marzo entrò per la prima volta nella storia della Festa della Donna nel 1917, quando in quel giorno le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, dando così vita alla «rivoluzione russa di febbraio». Fu questo evento a cui si ispirarono le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca quando scelsero l’8 marzo come data in cui istituire la Giornata Internazionale dell’Operaia.

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Di: Francesca Porta - su Style : le origini della Festa della donna http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-631737 Francesca Porta - su Style : le origini della Festa della donna Fri, 08 Mar 2013 17:50:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-631737 Il 25 marzo del 1911 cadde la goccia che fece traboccare il vaso: nella fabbrica Triangle di New York si sviluppò un incendio e 146 lavoratori (per lo più donne immigrate) persero la vita. Questo è probabilmente l'episodio da cui è nata la leggenda della fabbrica Cotton. Da quel momento in avanti, le manifestazioni delle donne si moltiplicarono. In molti Paesi europei, tra cui Germania, Austria e Svizzera, nacquero delle giornate dedicate alle donne. Il 25 marzo del 1911 cadde la goccia che fece traboccare il vaso: nella fabbrica Triangle di New York si sviluppò un incendio e 146 lavoratori (per lo più donne immigrate) persero la vita. Questo è probabilmente l’episodio da cui è nata la leggenda della fabbrica Cotton. Da quel momento in avanti, le manifestazioni delle donne si moltiplicarono. In molti Paesi europei, tra cui Germania, Austria e Svizzera, nacquero delle giornate dedicate alle donne.

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Di: Francesca Porta - su Style : le origini della Festa della donna http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/03/08/8-marzo/comment-page-7/#comment-631735 Francesca Porta - su Style : le origini della Festa della donna Fri, 08 Mar 2013 17:50:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/08/8-marzo-2008/#comment-631735 Le manifestazioni per il suffragio universale si unirono presto ad altre rivendicazioni dei diritti femminili. Tra il novembre 1908 e il febbraio 1909 migliaia di operaie di New York scioperarono per giorni e giorni per chiedere un aumento del salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel 1910 l'VIII Congresso dell'Internazionale socialista propose per la prima volta di istituire una giornata dedicata alle donne. Le manifestazioni per il suffragio universale si unirono presto ad altre rivendicazioni dei diritti femminili. Tra il novembre 1908 e il febbraio 1909 migliaia di operaie di New York scioperarono per giorni e giorni per chiedere un aumento del salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel 1910 l’VIII Congresso dell’Internazionale socialista propose per la prima volta di istituire una giornata dedicata alle donne.

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