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lunedì, 31 ottobre 2016

LUCCA COMICS 2016: intervista a FABIANO AMBU (disegnatore Sergio Bonelli Editore) e FRANCESCO ABRIGNANI (disegnatore Disney)

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È in corso l’edizione 2016 di Lucca Comics & Games (qui il programma – qui gli ospiti): dal 28 ottobre al 1 novembre.

È a Lucca, per conto di Letteratitudine, il nostro inviato Furio Detti che collabora con noi nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti(qui di seguito il contributo di Furio Detti, da Lucca: l’intervista a Fabiano Ambu (disegnatore Sergio Bonelli Editore) e Francesco Abrignani (disegnatore Disney).

* * *

[Articolo a cura di Furio Detti]

* * *

LA FORZA DELL’ “AUTOREDITORE.”  IT COMICS, OLTRE L’AUTOPRODUZIONE E PRIMA DELLA MAJOR

Intervista a Fabiano Ambu (disegnatore Sergio Bonelli Editore) e Francesco Abrignani (disegnatore Disney), anime, cervelli e “poliziotti” di una nuova casa editrice molto particolare

(Lucca , 29 ottobre 2016)

Furio Detti per Letteratitudine:
Complimenti per il curriculum e per le case con cui lavorate. Cosa vi ha spinto a affiancare il lavoro con gradi nomi dell’editoria – e prassi lavorative ben collaudate e anche piuttosto rigide, strutturate – con una realtà diversa quale ITComics? Che differenze ci sono?

Fabiano Ambu (foto a sinistra): L’ambizione di creare personaggi propri. Io e Francesco abbiamo creato questa etichetta proprio per essere liberi di realizzare i “progetti nel cassetto” nostri e di altri autori. Io lavoro per Dampyr, personaggio che ho amato da sempre, ma ho anche questo desiderio da parte…

Francesco Abrignani: Lo stesso anche per me. Che è quello che poi ogni autore sogna, a un certo punto della sua carriera: investire liberamente in un proprio progetto. Io e Fabiano siamo quindi con ITComics diventati autori e contemporaneamente “pseudo-editori”, ossia abbiamo deciso di avviare e coordinare un progetto di questo tipo. Abbiamo in questa veste una visione più obiettiva fra progetto autoriale e aspetto editoriale/commerciale e distributivo.

LET: Come mai avete adottato la soluzione degli albi individuali a prezzo più che contenuto, invece di – per esempio- creare una rivista/contenitore di più progetti?

FAb: Con gli albi singoli è più facile valorizzare il singolo autore e progetto. Ci è sembrata anche la soluzione migliore e più economica sul fronte della distribuzione e dei contatti con il nostro canale preferito: le fumetterie.

FAm: Con l’albo singolo seguiamo meglio ogni autore. Che è quello che vogliamo: dare più importanza all’autore, e abbiamo un maggior controllo su tutti gli aspetti: creativo, di editing e redazionale. Abbiamo una qualità buona anche a livello di stampa a colori e veste grafica e manteniamo costi ridotti. A vantaggio e alla portata di tutti. Possiamo anche seguire meglio il gradimento del pubblico, progetto per progetto, in modo puntuale.

LET: Avete una linea editoriale? Come nascono le storie? Come gestite le relazioni con i singoli autori? Vi riunite insieme o scegliete di mantenere ogni progetto sulla sua traiettoria?

FAm: La libertà dell’autore è completa. Non imponiamo linee editoriali. Disney e Bonelli hanno giustamente le loro linee e concezioni, più strutturate. Giustamente sono editori puri. Noi, essendo autori, e quindi più rivolti agli autori, affianchiamo l’approccio statunitense, da Graphic Novel, quello più artistico, la sperimentazione… che è quello che autori e pubblico apprezzano di noi. Coltiviamo storie diverse. Secondo noi è così che può funzionare un certo tipo di discorso. E vediamo dai risultati che i lettori apprezzano.

FAb: Quanto alle storie, ogni autore è naturalmente diverso. Abbiamo differenze individuali, ma potremmo classificare i nostri autori in due categorie: quelli esperti, già “navigati” nel mestiere, che sanno come raccontare una storia già fruibile, senza il nostro intervento; e quelli che, pur validi e potenziali, o esordienti, necessitano di un aiuto per crescere e migliorare. C’è chi ci porta un portfolio e se ci piace, lavoriamo insieme. Quindi controlliamo lo storytelling e suggeriamo correzioni…

LET: Quindi fate un lavoro di editing, come le case editrici…

FAb: Ma non a livello di contenuti. Non diciamo mai a un autore “No, questo è troppo forte, questo non va bene per il pubblico…”, lavoriamo solo sulla modalità migliore di raccontare la storia che l’autore ha già scelto. Noi puntiamo a realizzare storie fruibili sul piano formale, strutturale, non contenutistico. L’autore, specie se giovane, tende a affezionarsi molto alle sue idee, e a volte pensa che certe soluzioni funzionino, ma può succedere che accada solo nella sua testa. Il nostro lavoro si ferma a questo: una guida nata dalla nostra esperienza. Io stesso sottopongo spesso il mio lavoro a amici e conoscenti del settore, anche se ho un bel po’ di mestiere fra le mani.

FAm: Su alcuni progetti in effetti, siamo intervenuti. Chiaro che offriamo una guida, ma più o meno ci conosciamo tutti nell’ambiente. Noi mettiamo a disposizione professionalità e esperienza. In altri progetti il nostro intervento è stato praticamente nullo. Non siamo l’alternativa a una casa editrice mainstream. Non lo siamo. Siamo semplicemente un editore indipendente, e questa è la nostra forza.

LET: Come vedete la situazione delle case indipendenti in questo periodo, in Italia? Collaborate con qualcuno? proposte per l’estero?

FAb: Qualcuno ci ha proposto di tradurre per l’estero i nostri albi. A noi interessa assolutamente. Abbiamo un bel riscontro e abbiamo notato che i lettori cercano qualcosa di diverso. Per esempio quest’anno abbiamo avuto una novità che è stata una vera sorpresa, con Slutky, un titolo molto autoriale che è piaciuto molto al nostro pubblico, soprattutto le donne, un pubblico inedito per noi. Anche Sladky è un’opera particolare, artistica, ha un gusto nuovo, strano e onirico, stralunato e surrealista; ha una sua storia di impatto, molto forte comunque. Questo ci fa piacere e ci incoraggia.

FAm: Noi speriamo che la fiducia arrivi anche dai lettori. A noi piacciono i lettori curiosi. Noi siamo un paese molto esterofilo. Ci piace quello che viene dall’estero e lo leggiamo avidamente; i lettori sono abituati al prodotto estero; ma a ITComics preferiamo proporre qualcosa di nostro. Nuovo e nostro. E se funziona, cerchiamo magari di esportarlo.

LET: Una delle ultime domande. Come fate a ricevere un riscontro, un *feedback*, dal vostro pubblico? Come fate a sapere se un’idea o un titolo è piaciuto più di un altro, a parte naturalmente i dati delle distribuzione/vendita?

FAm: La distribuzione è chiaramente il test principale: cosa vende e cosa no; cosa è più richiesto e cosa meno. Poi abbiamo le fiere. Lucca ci ha dato molto riscontro. Così come i siti che recensiscono fumetti. Per esempio Sladky è stato ancora un caso interessante: mandiamo un pdf di preview e vediamo se piace o no. E Sladky è piaciuto in sede di recensione. A Lucca abbiamo scoperto come e dove aggiustare il tiro con i nostri autori. Qui, per esempio, abbiamo verificato direttamente che alcuni nostri prodotti – non farò naturalmente il nome – non funzionano a livello di copertina. Il contenuto piace, ma la copertina non invoglia a sfogliare l’albo. Quindi possiamo intervenire. Sladky ci ha dato un riscontro clamoroso dal mondo del fumetto; l’autrice, Vortice Rosa, viene dal mondo dell’arte, ma il suo stile e la tecnica al di fuori del contesto comics ha avuto un gran riscontro nel mondo del fumetto.

FAb: C’è la ricerca del fumetto come oggetto piacevole, materiale, fisico, da esporre sul tavolo a casa. Si cerca un prodotto concreto e molti si affezionano all’albo in sé. Alzheimer è un’altra opera particolare, un misto illustrazione-collage che è più di design. Aggiungo che puntiamo molto sul mondo social per capire, anche se il riscontro faccia a faccia e il passa parola personale è impagabile. Sul social siamo più preparati di altri perché abbiamo un esperto che ci segue e sa leggere bene i dati dei social e delle analisi di mercato. Il punto di forza di ITComics rispetto alle autoproduzioni normali è la struttura: ITComics che ha alle spalle una struttura di persone abile anche nella lettura dei dati, nel commerciale e nella promozione/marketing. Naturalmente non esiste la ricetta magica (magari ce la dicessero…), però abbiamo una squadra di esperti che funziona e a me piace anche spiegare e convincere qualcuno a seguire i nostri progetti.

FAm: Abbiamo uno staff da editore. Vorrei aggiungere che noi riusciamo a far arrivare i fumetti alle fumetterie, a entrare in distribuzione prima delle fiere. Oggi come oggi è cruciale il contatto diretto con le fumetterie. Noi teniamo molto alle fumetterie come canale dominante.

LET: In base alla vostra esperienza e a questa avventura cominciata con ITComics: cosa funziona e cosa non funziona in questo tipo di fumetto? La serializzazione, i personaggi, la storia, i temi/filoni o le mode? Perché secondo voi alcune serie muoiono prematuramente?

FAm: Cosa funziona nelle nostre miniserie? Forse la diversità. Ogni nostro autore è diverso. Cosa non funziona? Nelle miniserie altrove fallite, a parer mio c’è stata la paura di osare davvero e sperimentare, provare. Certamente è una questione di numeri: noi di ITComics giriamo con tirature basse e un rischio editoriale quindi limitato sui singoli titoli, questo è un incoraggiamento al rischio autoriale. L’autore può provare a osare. Quello su cui forziamo tanto, io e Francesco, è la serialità, il fatto che i nostri autori producano con continuità, ritmo e costanza; non come in una major editoriale, ma su questo fronte abbiamo decisamente messo un po’ sotto i nostri artisti.

LET: Con la frusta…

FAm: Un po’ con la frusta, sì. Io sono il poliziotto cattivo e lui quello buono!

LET: E quando un autore non fa il bravo, che fa il poliziotto buono?

FAb: Lo manda dal poliziotto cattivo! (ridono)

LET: Noi di Letteratitudine vi auguriamo ogni successo. In bocca al lupo. Grazie e teneteci aggiornati. Grazie mille a…

FAm e FAb: Francesco Brignani e Fabrizio Ambu di ITComics.

* * *

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Scritto lunedì, 31 ottobre 2016 alle 15:32 nella categoria GRAPHIC NOVEL E FUMETTI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.

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