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mercoledì, 1 giugno 2016

LILIA CARLOTA LORENZO racconta IL CAPPOTTO DELLA MACELLAIA

Il nuovo ospite di “L’autore straniero racconta il libro” è la scrittrice argentina LILIA CARLOTA LORENZO, autrice del romanzo “IL CAPPOTTO DELLA MACELLAIA” (Mondadori).

Lilia Carlota Lorenzo ha scritto a Letteratitudine per raccontare questo suo romanzo d’esordio (ne approfitto per salutare e ringraziare Lilia).

Massimo Maugeri

P.s. Nelle precedenti puntate abbiamo ospitato: Glenn Cooper, Ildefonso FalconesJoe R. Lansdale, Amélie Nothomb, Clara Sánchez, Gabrielle Zevin, Caroline Vermalle, John Scalzi, Amos Oz, Maylis de Kerangal, Pierre Lemaitre, Adam Thirlwell.

* * *

LILIA CARLOTA LORENZO scrive a Letteratitudine per raccontare il suo romanzo IL CAPPOTTO DELLA MACELLAIA(Mondadori).

di Lilia Carlota Lorenzo

Qualcosa sulla mia vita: mi chiamo Lilia Carlota Lorenzo e sono di origini argentine. Dopo aver frequentato le facoltà di giornalismo e giurisprudenza, per poi diventare un architetto di mezza tacca, perché non ricca né figlia sorella o moglie di architetti di successo, eccomi qua, vivendo fra l’Italia e l’Argentina, col sonno sballato per i cambi di fuso orario e facendo confusione con le stagioni, perché mentre ad agosto in Argentina fa freddo, in Italia si crepa del caldo, visto che i paesi si trovano in emisferi opposti… quindi quando in uno è piena estate, nell’altro è pieno inverno.
Nella mia vita ho cambiato 34 indirizzi, vissuto in alberghi di gran lusso, topaie di infima categoria, case signorili. Ho frequentato gli indios del Chaco ma anche gli smorfiosi radical chic europei.
Ho fatto mille mestieri, dalla vendita di materassi alla assistente psicopedagogica per bambini oligofrenici acuti; anche incursioni nell’attività artistica con risultati soddisfacenti, perché l’inventiva e l’infarinatura culturale aiutano sempre.
Adesso non esco più di casa e ho solo amici virtuali. Di tutti i mestieri che ho fatto, scrivere si è rivelato il più divertente, niente male per la vecchiaia che si avvicina.
Un cordiale saluto ai lettori.

PS come mai Mondadori ha deciso di pubblicare il mio libro? Mica gliel’ho mandato io. Oggigiorno nessun editore importante si mette a leggere quello che i poveri aspiranti scrittori mandano. Successe che Il cappotto della macellaia è stato il libro più venduto su Amazon – come selfpublishing – con circa 12.000 copie vendute in pochi mesi, accaparrando così l’attenzione di Mondadori.

Il libro: Questo romanzo a tinte noir nasce da un fatto di sangue veramente accaduto in un paese sperduto della sconfinata pampa argentina, ne parlavano mia madre e mia nonna, posto dove la prima andava a fare la spesa e la seconda a cercare marito.
Quindi ho deciso di farne un libro, visto che aveva tutti gli ingredienti per diventare un romanzo il cui genere naviga fra la narrativa e il noir.
Per farvi un’idea della trama, va bene l’incipit: “All’alba di giovedì 7 ottobre 1943, in un paese sperduto della pampa argentina, fu ucciso un uomo. La verità non venne mai a galla: i morti non parlano, gli assassini non si autoaccusano, l’unico testimone non disse nulla perché era il vero colpevole.”
E questo l’inizio della seconda di copertina: “Palo Santo, un paese apparentemente innocuo della pampa argentina. 207 abitanti, tutti si conoscono tra loro. I pettegolezzi corrono più veloci dell’incessante vento che annuncia il temporale.”
Ho scelto come nome fittizio del paese Palo Santo. Non si sa mai che sia ancora in giro qualche discendente delle persone coinvolte nella faccenda e possa querelarmi.
Tutto inizia con l’incarico di cucire un cappotto per Pagnottina, la figlia ingorda della maestra, detta la macellaia, visto l’imminente matrimonio al quale è stato invitato tutto il paese tranne i poveracci, che sarebbero andati il giorno dopo a fare le pulizie e oltre la paga si sarebbero portati a casa un po’ di avanzi fra quelli più scadenti, accuratamente scelti dalla madre della sposa.
Mentre la sarta continua a cucire e scucire il cappotto perché la ragazza a forza di ingozzarsi con le paste alla panna non fa che ingrassare, si consuma un inquietante omicidio e una serie di fatti strani cominciano ad accadere.
Tutto gira attorno all’orribile scena che il bambino della sarta ha visto nella cucina della bella merciaia Solimana, il personaggio più interessante della storia, al punto da scappare terrorizzato ogni volta che la vede.
La bella merciaia Solimana vive assieme a sua sorella Marcantonia, che ha un marcato ritardo mentale e un terribile segreto gelosamente custodito, il vero movente di tutta la storia.
A Palo Santo corrono voci che Solimana attiri gli uomini a casa sua, forse solo chiacchiere, ma che stimolano l’immaginazione della popolazione maschile del paese.
Un personaggio che sa molto è la vedova Machú, bizzarra telefonista di Palo Santo, che si nasconde da tutti perché non vedano come invecchia, ma ascolta le telefonate segnandole in un quaderno. E ancora di più ne sa Zotikos, immigrato greco in pensione, che dietro la toppa della sua porta tiene sott’occhio l’intero paese.

[Un estratto del libro è disponibile qui]

© Riproduzione riservata

© Lilia Carlota Lorenzo - Letteratitudine

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Il cappotto della macellaiaIL CAPPOTTO DELLA MACELLAIA(Mondadori) di Lilia Carlota Lorenzo

Palo Santo, un paese apparentemente innocuo della pampa argentina. Duecentosette abitanti, tutti si conoscono tra loro. I pettegolezzi corrono più veloci dell’incessante vento che annuncia l’arrivo della tormenta. Mentre la sarta continua a cucire e scucire il cappotto per la figlia della macellaia, che a forza di ingozzarsi di paste con la panna non fa che ingrassare, si consuma un insolito e inquietante omicidio e una serie di fatti strani cominciano ad accadere. Quale orribile scena ha visto il bambino della sarta nella cucina della bellissima merciaia Solimana al punto di scappare terrorizzato ogni volta che la vede? Perché lei attira gli uomini del paese a casa sua? E che inconfessabile segreto custodisce Marcantonia, la sorella ritardata di Solimana? Ne sa qualcosa la bizzarra telefonista, che non si fa vedere da nessuno, ma ascolta le telefonate di tutti annotandole in un quaderno. E ancora di più ne sa Zotikos, immigrato greco in pensione, che dietro la toppa della sua porta tiene sott’occhio l’intero paese… Dopo il grandissimo successo in digitale ottenuto grazie al self-publishing, Il cappotto della macellaia arriva finalmente in libreria in una versione corretta e rivista. Lilia Carlota Lorenzo porta in Italia il carattere più autentico dell’America Latina. Fonde le atmosfere magiche e i colori di Gabriel García Márquez e la passione malinconica del tango di Gardel per creare una propria voce: ironica, indolente, sboccata e sanguigna. Ci regala personaggi indimenticabili dalla scorza durissima, situazioni crude e surreali che ricordano quelle dei film dei fratelli Coen e ci fa sentire come gli abitanti di Palo Santo, ancorati a un mondo che sembrerebbe non esistere più, che ha una sola strada battuta lungo la ferrovia e dal quale non vorremmo più andarcene…

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“Mi chiamo Lilia Carlota Lorenzo, sono argentina. Ho una laurea in architettura che mi è servita solo per fare bella figura. Adoro l’ozio, ma non è colpa mia se sono nata in Sudamerica. Nella mia vita ho cambiato trentatré indirizzi, fatto i mestieri più disparati, vissuto in alberghi di lusso, topaie di infima categoria, belle case borghesi. Ho frequentato gli indios del Chaco ma anche gli smorfiosi radical chic europei. Questo mi ha molto arricchita. Adesso non esco più di casa, e ho solo amici virtuali. Di tutti i mestieri che ho fatto, scrivere è senza dubbio il più divertente: niente male come compagno della vecchiaia che si avvicina.”

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© Letteratitudine

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Scritto mercoledì, 1 giugno 2016 alle 19:39 nella categoria L'AUTORE STRANIERO RACCONTA IL LIBRO. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.

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