lunedì, 6 febbraio 2012
IL BICENTENARIO DELLA NASCITA DI CHARLES DICKENS
Duecento anni fa, esattamente il 7 febbraio del 1812, nasceva a Portsmouth (in Inghilterra), Charles John Huffam Dickens, meglio noto come Charles Dickens: uno dei romanzieri più noti e letti della storia della letteratura mondiale.
Non solo scrittore, ma anche giornalista e reporter di viaggio, Dickens ha dato alle stampe opere celeberrime: da Il Circolo Pickwick a Oliver Twist, da David Copperfield a Tempi difficili.
Vorrei che, nello stile di Letteratitudine, costruissimo insieme una pagina dedicata a questo grande romanziere britannico (morto a Gadshill, il 9 giugno 1870) considerato come uno dei padri (o addirittura il fondatore) del cosiddetto “romanzo sociale”.
Ancora una volta, dunque, vi invito a intervenire per “comporre” insieme un “tributo letterario”, con la speranza che questo post possa trasformarsi in occasione per meglio conoscere Charles Dickens e le sue opere (magari con l’auspicio di rileggerle o leggerle per la prima volta).
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, un brano estrapolato da un romanzo, informazioni biografiche… e quant’altro possa servire a ricordare Dickens e la sua produzione narrativa.
Per facilitare la discussione, pongo alcune domande (pregandovi di fornire le vostre risposte):
1. Che rapporti avete con le opere di Charles Dickens?
2. Qual è quella che avete amato di più?
3. E l’opera di Dickens che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?
4. Ritenete che le opere di Dickens siano ancora attuali?
5. Tra le varie “citazione” di (o su) Dickens di cui avete memoria (o che avete avuto, o avrete modo di leggere)… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?
6. A duecento anni dalla nascita, qual è l’eredità che Dickens ha lasciato nella letteratura mondiale?
Come sempre, vi ringrazio in anticipo per la vostra partecipazione.
Massimo Maugeri
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AGGIORNAMENTO DEL 07/2/2012
Aggiorno il post inserendo la notizia dell’imminente pubblicazione del romanzo incompiuto di Charles Dickens, “Il mistero di Edwin Drood” (Gargoyle books, € 17, pp. 360, traduzione di Stefano Manferlotti). Il libro sarà disponibile in libreria a partire dal 1° marzo.
Riporto, di seguito, la scheda del libro inviatami dall’ufficio stampa della Gargoyle…
(Massimo Maugeri)
Il giovane e facoltoso Edwin Drood, prossimo alle nozze con Rosa, sparisce in circostanze misteriose. Lo zio Jasper, anch’egli innamorato della ragazza, comincia a indagare. Edwin Drood è stato assassinato? E se sì, da chi?
È intorno a questo interrogativo che si sviluppa – e avviluppa – il romanzo, complicando quella che, solo in apparenza, risulta essere una trama gialla delle più classiche.
Ben presto, infatti, la vicenda si infittisce di intrecci, le pagine si affollano di personaggi equivoci, di situazioni e luoghi che hanno il gusto dell’esotico e in cui aleggia una coltre di fumo d’oppio.
La suspense cresce e il lettore si trova coinvolto in un complicato e audace gioco intellettuale, raccontato con uno stile inedito in cui, però, ritornano le caratteristiche tipiche della scrittura di Dickens, quali l’eccezionale capacità di affabulazione e la straordinaria resa realistica, evidente nei ritratti di certi tipi umani e nelle descrizioni di alcuni personaggi minori (come quelle del venditore all’incanto e sindaco Mr. Sapsea, del filantropo Mr. Honeythunder, del cupo muratore Durdles e del suo aiutante “Deputy”).
Ma l’enigma, alla fine, rimane insoluto e la scomparsa avvolta nel mistero.
Molte le congetture fatte nel corso del tempo, molti gli scrittori che hanno tentato di mettere la parola fine alla vicenda o che ne hanno proposto delle rielaborazioni letterarie (a volte anche piuttosto riuscite come nel caso di Drood di Dan Simmons, 2009).
Anche in Italia, Fruttero & Lucentini, ne “La verità sul caso D.”, si sono messi sulle tracce Edwin Drood, chiamando a indagare i più grandi investigatori della letteratura e ipotizzando che il ragazzo sia una sorta di alter ego dello scrittore. Ultimo omaggio quello della BBC, che proprio nei giorni scorsi, per festeggiare il bicentenario, ha trasmesso una serie in due puntate, commissionando il finale a Gwyneth Hughes, grande esperta in trasposizioni di gialli per la televisione.
Gli adattamenti cinematografici invece sono stati quelli di Arthur Gilbert (1909), Herbert Blaché-Tom Terriss (1914), di Stuart Walker (1935) e di Timothy Forder (1993).
Non sapremo mai come Dickens avrebbe voluto concludere il suo romanzo, la morte improvvisa ne ha reso per sempre sconosciute le intenzioni, lasciando in compenso a noi lettori la possibilità di fantasticare.
Nota al testo: A tutt’oggi quella di Stefano Manferlotti rimane la ricostruzione filologica di maggiore autorevolezza, per integrità e fedeltà al testo dickensiano. Si tratta della prima traduzione italiana in assoluto; redatta sulla base del manoscritto originale (attualmente esposto all’interno della mostra “Dickens and London”, in corso nella capitale britannica) e corredata di un apparato critico agile quanto prezioso, è arricchita in appendice del cosiddetto “Frammento Sapsea” (quattro pagine in cui si introduce il personaggio di Mr. Sapsea prima della sua investitura a Sindaco di Cloisterham). Questa parte, che non era stata inclusa da Dickens nel testo – chissà se lo avrebbe fatto in futuro –, è tra i documenti recuperati e inseriti da John Forster nella sua celebre biografia di Dickens (Life of Charles Dickens, 1872-1874). Manferlotti si è premurato di riportarla per rendere il suo lavoro il più possibile completo. La traduzione, uscita per la prima volta nel 1983 per i tipi della Giuda, ha vinto, due anni dopo, il prestigioso Premio Monselice; dopo essere stata a lungo fuori catalogo, l’editore Gargoyle ne ripropone la pubblicazione in una versione aggiornata.
Tags: Charles Dickens
Scritto lunedì, 6 febbraio 2012 alle 21:53 nella categoria OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
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