Commenti a: 150 ANNI DALLA NASCITA DI FEDERICO DE ROBERTO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: LORENZO CATANIA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-244569 LORENZO CATANIA Thu, 01 Dec 2011 12:41:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-244569 Da “la Repubblica Napoli” del 13 ottobre 2011. I Viceré. Un romanzo per i 150 anni dell’Italia Il romanzo “I Viceré”(1894) di Federico De Roberto - nato a Napoli il 16 gennaio del 1861 da Ferdinando, ufficiale partenopeo, e da Marianna degli Asmundo di Trapani, appartenente a una nobile famiglia di origine catanese - è uno dei 150 grandi libri scelti per la mostra “1861-2011. L’Italia dei libri”. Ostracizzato dalla Chiesa, stroncato da Benedetto Croce, che nel 1939 negò valore al capolavoro dello scrittore (“un’opera pesante, che non illumina l’intelletto come non fa mai battere il cuore”), liquidato in poche righe nei manuali di letteratura italiana di ieri e in quelli più recenti, “I Viceré” è un testo che merita di essere letto per due buoni motivi: perché contiene delle belle pagine e dei personaggi intriganti e perché rientra nel novero dei libri significativi per una rivisitazione obiettiva degli avvenimenti, dei vizi d’origine e delle cause di debolezza che portarono alla mal digerita Unità d’Italia. A differenza dei cattolici che si sono impegnati a divulgare, sia pure in maniera interessata, dolciastra e retorico-consolatoria, “I Promessi Sposi”, la cultura laica e borghese, poco disposta ad accettare una rappresentazione del Risorgimento lontana dalla retorica ufficiale e dall’interpretazione della classe dominante, non si è impegnata a indicare i “Viceré” come un libro importante da studiare e dunque a farlo leggere e a divulgarlo nella scuola, conferendogli un valore e salvaguardandolo, in virtù della sua visione dell’uomo e della società, che solleva problemi e temi, i quali, con il passare del tempo, invece di sgretolarsi, si sono come gonfiati e amplificati. Attraverso la nobile famiglia catanese degli Uzeda, litigiosa ma compatta nell’adeguarsi al momento storico che segna il passaggio dal Regno borbonico a quello sabaudo, Federico De Roberto smaschera l’avidità, la corruzione e il trasformismo della classe aristocratica dell’Isola intesa come metafora dell’intera nazione. Narrando in particolare le vicende di alcuni personaggi impegnati in politica come il duca d’Oragua e Consalvo Uzeda, incapaci per nascita di percepire un movente diverso da quello dei propri vantaggi immediati (“Ora che l’Italia è fatta, dobbiamo fare gli affari nostri”) e l’esistenza degli altri, lo scrittore esprime bene l’animus dei ceti dominanti che si ripropongono in contesti politici mutati per esaltare il più rapidamente possibile i propri ruoli e i propri centri di potere e di influenza. Prefigura il familismo amorale e un’idea della politica intesa come attività cinica, corrotta, retorica, gioco verbale, arte dell’inganno, che negli anni a venire avrebbero dominato nel Paese, contribuendo ad appiattire acriticamente le masse subalterne della Sicilia e del Meridione alle ragioni dei potenti, lasciando soli quanti propongono spinte innovative e modernizzanti: “Consalvo non ne poteva più, sfiancato, rotto, esausto da una fatica da istrione: parlava da due ore, da due ore faceva ridere il pubblico come un brillante, lo commoveva come un attor tragico, si sgolava come un ciarlatano per vendere la sua pomata”. Di qui la cinica filosofia della storia dello scrittore, il materialismo inconsapevole di chi crede che gli uomini “sono stati, sono e saranno sempre gli stessi” e la storia non li cambia, perché la storia non persegue alcun disegno e non tende a un fine. I cambiamenti politici sono solo apparenti: contano i rapporti basati sull’economia. “I Viceré”, come tanti altri classici italiani non letti, compresi e metabolizzati, vittime di una scuola attardata a fornire ai giovani una cultura letteraria autoreferenziale e astratta, non sono diventati un libro “contemporaneo”, patrimonio culturale comune e condiviso, strumento per conoscersi e vivere meglio. Forse è un po’ anche per questo che il nostro è un Paese spesso apatico e feroce, assediato oggi, come ai tempi in cui scriveva Federico De Roberto, da una realtà intessuta di individualismo e di egoismo, di opportunismo e di pigrizia delle istituzioni, di intolleranza e di sopraffazione. LORENZO CATANIA Da “la Repubblica Napoli” del 13 ottobre 2011. I Viceré. Un romanzo per i 150 anni dell’Italia
Il romanzo “I Viceré”(1894) di Federico De Roberto – nato a Napoli il 16 gennaio del 1861 da Ferdinando, ufficiale partenopeo, e da Marianna degli Asmundo di Trapani, appartenente a una nobile famiglia di origine catanese – è uno dei 150 grandi libri scelti per la mostra “1861-2011. L’Italia dei libri”. Ostracizzato dalla Chiesa, stroncato da Benedetto Croce, che nel 1939 negò valore al capolavoro dello scrittore (“un’opera pesante, che non illumina l’intelletto come non fa mai battere il cuore”), liquidato in poche righe nei manuali di letteratura italiana di ieri e in quelli più recenti, “I Viceré” è un testo che merita di essere letto per due buoni motivi: perché contiene delle belle pagine e dei personaggi intriganti e perché rientra nel novero dei libri significativi per una rivisitazione obiettiva degli avvenimenti, dei vizi d’origine e delle cause di debolezza che portarono alla mal digerita Unità d’Italia. A differenza dei cattolici che si sono impegnati a divulgare, sia pure in maniera interessata, dolciastra e retorico-consolatoria, “I Promessi Sposi”, la cultura laica e borghese, poco disposta ad accettare una rappresentazione del Risorgimento lontana dalla retorica ufficiale e dall’interpretazione della classe dominante, non si è impegnata a indicare i “Viceré” come un libro importante da studiare e dunque a farlo leggere e a divulgarlo nella scuola, conferendogli un valore e salvaguardandolo, in virtù della sua visione dell’uomo e della società, che solleva problemi e temi, i quali, con il passare del tempo, invece di sgretolarsi, si sono come gonfiati e amplificati. Attraverso la nobile famiglia catanese degli Uzeda, litigiosa ma compatta nell’adeguarsi al momento storico che segna il passaggio dal Regno borbonico a quello sabaudo, Federico De Roberto smaschera l’avidità, la corruzione e il trasformismo della classe aristocratica dell’Isola intesa come metafora dell’intera nazione. Narrando in particolare le vicende di alcuni personaggi impegnati in politica come il duca d’Oragua e Consalvo Uzeda, incapaci per nascita di percepire un movente diverso da quello dei propri vantaggi immediati (“Ora che l’Italia è fatta, dobbiamo fare gli affari nostri”) e l’esistenza degli altri, lo scrittore esprime bene l’animus dei ceti dominanti che si ripropongono in contesti politici mutati per esaltare il più rapidamente possibile i propri ruoli e i propri centri di potere e di influenza. Prefigura il familismo amorale e un’idea della politica intesa come attività cinica, corrotta, retorica, gioco verbale, arte dell’inganno, che negli anni a venire avrebbero dominato nel Paese, contribuendo ad appiattire acriticamente le masse subalterne della Sicilia e del Meridione alle ragioni dei potenti, lasciando soli quanti propongono spinte innovative e modernizzanti: “Consalvo non ne poteva più, sfiancato, rotto, esausto da una fatica da istrione: parlava da due ore, da due ore faceva ridere il pubblico come un brillante, lo commoveva come un attor tragico, si sgolava come un ciarlatano per vendere la sua pomata”. Di qui la cinica filosofia della storia dello scrittore, il materialismo inconsapevole di chi crede che gli uomini “sono stati, sono e saranno sempre gli stessi” e la storia non li cambia, perché la storia non persegue alcun disegno e non tende a un fine. I cambiamenti politici sono solo apparenti: contano i rapporti basati sull’economia. “I Viceré”, come tanti altri classici italiani non letti, compresi e metabolizzati, vittime di una scuola attardata a fornire ai giovani una cultura letteraria autoreferenziale e astratta, non sono diventati un libro “contemporaneo”, patrimonio culturale comune e condiviso, strumento per conoscersi e vivere meglio. Forse è un po’ anche per questo che il nostro è un Paese spesso apatico e feroce, assediato oggi, come ai tempi in cui scriveva Federico De Roberto, da una realtà intessuta di individualismo e di egoismo, di opportunismo e di pigrizia delle istituzioni, di intolleranza e di sopraffazione. LORENZO CATANIA

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-141685 Sergio Sozi Sat, 05 Feb 2011 19:10:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-141685 Ho riletto un paio d'anni fa, con la doverosa calma, ''I vicere'' e l'ho trovato un capolavoro. Da studente non m'er oaccorto della grandiosita' di quest'opera. Pensate che e' tradotto anche in croato... Ho riletto un paio d’anni fa, con la doverosa calma, ”I vicere” e l’ho trovato un capolavoro. Da studente non m’er oaccorto della grandiosita’ di quest’opera. Pensate che e’ tradotto anche in croato…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139312 Massimo Maugeri Tue, 25 Jan 2011 18:25:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139312 Molti di voi sono intervenuti su questo blog per la prima volta. A costoro, il mio più caldo benvenuto. Molti di voi sono intervenuti su questo blog per la prima volta.
A costoro, il mio più caldo benvenuto.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139311 Massimo Maugeri Tue, 25 Jan 2011 18:24:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139311 Un saluto e un ringraziamento specialissimi a Tjeerd Visser, che ci scrive dall'Olanda. Un saluto e un ringraziamento specialissimi a Tjeerd Visser, che ci scrive dall’Olanda.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139310 Massimo Maugeri Tue, 25 Jan 2011 18:23:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139310 E molte grazie anche a Delia, alla mia socia Simona, a Gianna Gallo, a Riccardo Di Marco, a Barbara e a Dario... E molte grazie anche a Delia, alla mia socia Simona, a Gianna Gallo, a Riccardo Di Marco, a Barbara e a Dario…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139309 Massimo Maugeri Tue, 25 Jan 2011 18:21:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139309 Cari saluti e ringraziamenti anche a Bartolomeo Di Monaco, Serena Sangiorgi, il prof. Emilio, Benny, Graziella Rizzo, Giovanni R. , Maria Lucia... Cari saluti e ringraziamenti anche a Bartolomeo Di Monaco, Serena Sangiorgi, il prof. Emilio, Benny, Graziella Rizzo, Giovanni R. , Maria Lucia…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139308 Massimo Maugeri Tue, 25 Jan 2011 18:20:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139308 Ringrazio Marina, Stefania Di Leo e Beppe Costa... Ringrazio Marina, Stefania Di Leo e Beppe Costa…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139307 Massimo Maugeri Tue, 25 Jan 2011 18:19:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139307 Ringrazio Rossella e sottolineo il suo "l'unione fa la forza"... Ringrazio Rossella e sottolineo il suo “l’unione fa la forza”…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139306 Massimo Maugeri Tue, 25 Jan 2011 18:18:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139306 Perdonate l'assenza... e grazie per i nuovi commenti pervenuti. Perdonate l’assenza… e grazie per i nuovi commenti pervenuti.

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139282 Rossella Tue, 25 Jan 2011 16:13:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139282 Cari amici, in questi giorni mi sono più volte chiesta: ma chi sono i "veri uomini"? Il coraggio, mi ripetevo incessantemente, senza il coraggio di manifestarsi all'esterno non esiste il vero uomo. Come un tarlo si affacciava alla mia mente la richiesta di paragonare coloro che quotidianamente e con grande fatica lottano per affermare principi di giustizia, con la baionetta di trincea, non di meno generali graduati al galoppo che precedono eserciti di disoccupati, di persone esasperate da sistemi malfunzionanti, di vittime di prepotenze mafiose e arroganza di malsani governi, per metterli al confronto, i veri uominin, con i ponzio pilato, ed ancora sottolineavo la differenza di chi porta la croce con chi la guarda da lontano tristemente e con un pò di superbia. E ancora gli operatori culturali, gli artisti quali cantanti, scrittori, pittori, attori, registi, dove inizia e dove si ferma la loro azione, se è pur vero che lavorano sulla coscienza collettiva non sarebbe intellettualmente onesto riconoscere i limiti di ogni settore? E siccome sono una che si dà anche risposte, non trovando chi me le fornisce all'istante, mi sono detta che l'unione fa la forza e che la GIUSTA considerazione delle persone è opera magistrale, ci vuole un alto grado di ragione, non può essere attuata dai don abbondio che s'incontrato durante la vita e che portano lo scettro di vicerè. Così come la virilità di un vero uomo non si valuta dalle prestazioni brancatiane di Paolo il Caldo, piuttosto il vigore di un bel petto villoso è quello di colui che non teme niente, che tristezza amici, che rammarico sentirsi governati dall'elemento che si chiama rovina. Cari amici, in questi giorni mi sono più volte chiesta: ma chi sono i “veri uomini”? Il coraggio, mi ripetevo incessantemente, senza il coraggio di manifestarsi all’esterno non esiste il vero uomo.
Come un tarlo si affacciava alla mia mente la richiesta di paragonare coloro che quotidianamente e con grande fatica lottano per affermare principi di giustizia, con la baionetta di trincea, non di meno generali graduati al galoppo che precedono eserciti di disoccupati, di persone esasperate da sistemi malfunzionanti, di vittime di prepotenze mafiose e arroganza di malsani governi, per metterli al confronto, i veri uominin, con i ponzio pilato, ed ancora sottolineavo la differenza di chi porta la croce con chi la guarda da lontano tristemente e con un pò di superbia. E ancora gli operatori culturali, gli artisti quali cantanti, scrittori, pittori, attori, registi, dove inizia e dove si ferma la loro azione, se è pur vero che lavorano sulla coscienza collettiva non sarebbe intellettualmente onesto riconoscere i limiti di ogni settore?
E siccome sono una che si dà anche risposte, non trovando chi me le fornisce all’istante, mi sono detta che l’unione fa la forza e che la GIUSTA considerazione delle persone è opera magistrale, ci vuole un alto grado di ragione, non può essere attuata dai don abbondio che s’incontrato durante la vita e che portano lo scettro di vicerè.
Così come la virilità di un vero uomo non si valuta dalle prestazioni brancatiane di Paolo il Caldo, piuttosto il vigore di un bel petto villoso è quello di colui che non teme niente, che tristezza amici, che rammarico sentirsi governati dall’elemento che si chiama rovina.

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Di: riccardo di marco http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139088 riccardo di marco Mon, 24 Jan 2011 21:06:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139088 Direi che è bello e incoraggiante che il nostro De Roberto abbia estimatori anche in Olanda. Questo blog è una sorpresa. Direi che è bello e incoraggiante che il nostro De Roberto abbia estimatori anche in Olanda.
Questo blog è una sorpresa.

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Di: Tjeerd Visser http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139051 Tjeerd Visser Mon, 24 Jan 2011 17:22:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139051 Spettabile Massimo Maugeri, una breve risposta di un lettore Olandese di I Vicerè. Mai sentito di Federico de Roberto ero molto sorpreso da una critica positiva del famoso Michaël Zeeman. La recensione nel quotidiano Volkskrant (giornale di qualità) era scritta a causa della prima traduzione in Olandese nel 2005 di 'De Onderkoningen' ( ISBN 90 234 1777 1). Le702 pagine l'ho letto in una tirata. Mi dava un complemento interessante all' idea di Catania storica dove io da guida dei viaggi culturali spesso giravo. Con qualche altra lettore Olandese ho visitato da "pellegrini a piedi" íl chiostro /università e il cattedrale come luoghi storici (molto distante dal centro) A Lecce ho comprato in Italiano una copia scolastica (perciò ridotta ma corredata di note) in un antiquario. Anche ho visto sul Tv il filmato del libro. Per un straniero come me una piacevole memoria Grazie per la Sua richiesta, perché per me ha evocata memorie molto piacevoli Tanti saluti di Tjeerd Visser, già segretaio di Dante Nimega Spettabile Massimo Maugeri,

una breve risposta di un lettore Olandese di I Vicerè.
Mai sentito di Federico de Roberto ero molto sorpreso da una critica positiva del famoso Michaël Zeeman. La recensione nel quotidiano Volkskrant (giornale di qualità) era scritta a causa della prima traduzione in Olandese nel 2005 di ‘De Onderkoningen’
( ISBN 90 234 1777 1).
Le702 pagine l’ho letto in una tirata.
Mi dava un complemento interessante all’ idea di Catania storica dove io da guida dei viaggi culturali spesso giravo.

Con qualche altra lettore Olandese ho visitato da “pellegrini a piedi” íl chiostro /università e il cattedrale come luoghi storici (molto distante dal centro)
A Lecce ho comprato in Italiano una copia scolastica (perciò ridotta ma corredata di note) in un antiquario.

Anche ho visto sul Tv il filmato del libro. Per un straniero come me una piacevole memoria

Grazie per la Sua richiesta, perché per me ha evocata memorie molto piacevoli

Tanti saluti di Tjeerd Visser, già segretaio di Dante Nimega

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Di: Dario http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139014 Dario Mon, 24 Jan 2011 13:00:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139014 Altro sito utile http://www.csssstrinakria.org/deroberto.htm Altro sito utile http://www.csssstrinakria.org/deroberto.htm

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Di: Dario http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-139013 Dario Mon, 24 Jan 2011 12:59:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-139013 Segnalo questo sito http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/derobert.htm Ci sono info biografiche su De Roberto e una recensione dei Vicerè. Segnalo questo sito http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/derobert.htm
Ci sono info biografiche su De Roberto e una recensione dei Vicerè.

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Di: riccardo di marco http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138837 riccardo di marco Sun, 23 Jan 2011 18:39:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138837 E dunque, gentile signora Rossella, credo anchio che I Vicerè sia quanto mai attuale, come indica anche la sua chiusura. E concordo con la signora Simona Lo Iacono quando indica che questo romanzo di De Roberto pone in luce 'i cambiamenti dei tempi, la storia che soffia come un’impetuosa e lacrimevole prefica che annuncia cambiamenti, ma si soffia il naso solo per finta, per ostentare una pietà che non le appartiene'. E dunque, gentile signora Rossella, credo anchio che I Vicerè sia quanto mai attuale, come indica anche la sua chiusura.
E concordo con la signora Simona Lo Iacono quando indica che questo romanzo di De Roberto pone in luce ‘i cambiamenti dei tempi, la storia che soffia come un’impetuosa e lacrimevole prefica che annuncia cambiamenti, ma si soffia il naso solo per finta, per ostentare una pietà che non le appartiene’.

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138832 Rossella Sun, 23 Jan 2011 18:07:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138832 Ritenete che “I Vicerè” contenga ancora elementi di attualità? Se sì, quali? L’intervento di Simona Lo Iacono ha un valore intrinseco al di là delle parole, in lei avverto, in un certo senso, una scelta “operativa”. Ora, per essere in grado di fare una guerra ci vogliono i mezzi, gli strumenti della legalità – per esempio - sono le armi che combattono le forme del male ma, permettimi Simona, laddove le maschere riescono a bleffare al massimo nelle loro performance, è nel far intendere l’esatto contrario delle intenzioni. In questo il siciliano è bravissimo, voglio dire nel fare recitativo con il prossimo, basti pensare che per dire “no” alza ed abbassa la testa nel modo in cui il resto del mondo dice si , mentre, all’opposto, per dare la propria affermazione oscilla il capo destra - sinistra. Chiara contraddizione fra linguaggio del corpo e verbalità. Per spiegarmi meglio farò alcune analogie fra autori. La suddivisione di Sciascia nelle quattro categorie in cui far rientrare gli uomini è illuminante per la chiave sociale: uomini, mezzi uomini, ominicchi e quaqqaraquà. Di amaro c’è che gli uomini veri sono difficilissimi da individuare, poiché spesso “i fautori del cambiamento” si presentano come tali ma, a ben guardare, appartengono alle mezze tacche, veri e propri lacchè di squallide forme di potere. Sottolineo non solo l’elemento pagano, ma l’ateo disperato ormai pericoloso. S’intreccia, direi perfettamente, a quest’argomento Luigi Pirandello ed il suo nichilismo così dichiarato quando scrive “L’io, sola realtà vera può sorridere della vana parvenza dell’universo: come la pone, può anche annullarla, può non prendere sul serio le proprie creazioni …”. Comprendiamo, in questo modo, la profondissima incapacità di una mentalità di porsi al di sotto del Cielo (“vana parvenza”) e di bleffare anche in questa direzione, ovvero nel far intendere all’esterno l’accettazione di un atavico destino come fosse una spirale senza uscita non voluta dal soggetto, da sempre vittima, per carità, della “triazzata eterna”. Il male (compreso quello territoriale) è inteso non come una scelta in fondo voluta dalla “non azione” ovvero dalla passività di comodo, ma è davvero inutile dimenarsi di coloro che sperano nel cambiamento. Si aggiunga la malvagità di farli sentire impotenti. Allora la mia domanda è: in che cosa vogliamo credere? Nel cambiamento dell’uomo? - risposta :Ma vada via . . . Nella guarigione della Storia? - Ma mi faccia il piacere . . . Nel prossimo? - leggiamoci i proverbi siciliani, quelli si che ci mettono al riparo Scusi ma allora nel suo mandato non ha mai creduto “veramente” di poter migliorare la situazione? – Ma che vuoi . . non rompere . . se ti togli dai piedi è meglio per tutti, fai troppe domande, non t’impicciare. E qui la scena, il quadro generale, chiamalo come vuoi, si ripete all’infinito: quelli che non hanno resistito se ne sono andati, quelli che sono rimasti hanno goduto, alcuni sono rimasti con la malinconia di poter andare via, altri sono partiti con il rammarico dell’ingiustizia, infine la vita che offre la sua squallida malinconia come fosse una puttana al servizio dei vicerè. Ridi? Ritenete che “I Vicerè” contenga ancora elementi di attualità? Se sì, quali?

L’intervento di Simona Lo Iacono ha un valore intrinseco al di là delle parole, in lei avverto, in un certo senso, una scelta “operativa”.
Ora, per essere in grado di fare una guerra ci vogliono i mezzi, gli strumenti della legalità – per esempio – sono le armi che combattono le forme del male ma, permettimi Simona, laddove le maschere riescono a bleffare al massimo nelle loro performance, è nel far intendere l’esatto contrario delle intenzioni. In questo il siciliano è bravissimo, voglio dire nel fare recitativo con il prossimo, basti pensare che per dire “no” alza ed abbassa la testa nel modo in cui il resto del mondo dice si , mentre, all’opposto, per dare la propria affermazione oscilla il capo destra – sinistra. Chiara contraddizione fra linguaggio del corpo e verbalità.
Per spiegarmi meglio farò alcune analogie fra autori.
La suddivisione di Sciascia nelle quattro categorie in cui far rientrare gli uomini è illuminante per la chiave sociale: uomini, mezzi uomini, ominicchi e quaqqaraquà. Di amaro c’è che gli uomini veri sono difficilissimi da individuare, poiché spesso “i fautori del cambiamento” si presentano come tali ma, a ben guardare, appartengono alle mezze tacche, veri e propri lacchè di squallide forme di potere.
Sottolineo non solo l’elemento pagano, ma l’ateo disperato ormai pericoloso.
S’intreccia, direi perfettamente, a quest’argomento Luigi Pirandello ed il suo nichilismo così dichiarato quando scrive “L’io, sola realtà vera può sorridere della vana parvenza dell’universo: come la pone, può anche annullarla, può non prendere sul serio le proprie creazioni …”. Comprendiamo, in questo modo, la profondissima incapacità di una mentalità di porsi al di sotto del Cielo (“vana parvenza”) e di bleffare anche in questa direzione, ovvero nel far intendere all’esterno l’accettazione di un atavico destino come fosse una spirale senza uscita non voluta dal soggetto, da sempre vittima, per carità, della “triazzata eterna”. Il male (compreso quello territoriale) è inteso non come una scelta in fondo voluta dalla “non azione” ovvero dalla passività di comodo, ma è davvero inutile dimenarsi di coloro che sperano nel cambiamento. Si aggiunga la malvagità di farli sentire impotenti.

Allora la mia domanda è: in che cosa vogliamo credere?
Nel cambiamento dell’uomo? – risposta :Ma vada via . . .
Nella guarigione della Storia? – Ma mi faccia il piacere . . .
Nel prossimo? – leggiamoci i proverbi siciliani, quelli si che ci mettono al riparo
Scusi ma allora nel suo mandato non ha mai creduto “veramente” di poter migliorare la situazione? – Ma che vuoi . . non rompere . . se ti togli dai piedi è meglio per tutti, fai troppe domande, non t’impicciare.

E qui la scena, il quadro generale, chiamalo come vuoi, si ripete all’infinito: quelli che non hanno resistito se ne sono andati, quelli che sono rimasti hanno goduto, alcuni sono rimasti con la malinconia di poter andare via, altri sono partiti con il rammarico dell’ingiustizia, infine la vita che offre la sua squallida malinconia come fosse una puttana al servizio dei vicerè.
Ridi?

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138814 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:17:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138814 «Signore e signori, c'era una volta un critico il quale, affermando con straordinario calore la superiorità della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso sull'Orlando furioso di Lodovico Ariosto, attaccò molte liti con le persone che non la pensavano come lui, e sostenne perciò uno dopo l'altro non meno di quattordici fortunati duelli; ma al quindicesimo, cadde finalmente col petto trapassato dalla lama nemica. Allora i padrini che afflittissimi lo sorreggevano e aspettavano di raccogliere le sue ultime volontà, lo udirono uscire in questa confessione suprema: "E dire che io non ho ancora letto né l'Orlando furioso né la Gerusalemme liberata!...".» «Signore e signori, c’era una volta un critico il quale, affermando con straordinario calore la superiorità della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso sull’Orlando furioso di Lodovico Ariosto, attaccò molte liti con le persone che non la pensavano come lui, e sostenne perciò uno dopo l’altro non meno di quattordici fortunati duelli; ma al quindicesimo, cadde finalmente col petto trapassato dalla lama nemica. Allora i padrini che afflittissimi lo sorreggevano e aspettavano di raccogliere le sue ultime volontà, lo udirono uscire in questa confessione suprema: “E dire che io non ho ancora letto né l’Orlando furioso né la Gerusalemme liberata!…”.»

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138813 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:16:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138813 Predicare agli uomini la morte, con le parole o con l'esempio è stato e sarà sempre invano. Si può riconoscere il male, ma esso è tale e tanto, che non si lascia vincere. I saggi indiani hanno predicato l'astinenza e decantato il Nirvana: a che pro? Il più coraggioso rivelatore del dolore e del male ha concepito il suicidio della Terra; con quale effetto? Dove sono le opere, le azioni, i tentativi, un principio di esecuzione? Predicare agli uomini la morte, con le parole o con l’esempio è stato e sarà sempre invano. Si può riconoscere il male, ma esso è tale e tanto, che non si lascia vincere. I saggi indiani hanno predicato l’astinenza e decantato il Nirvana: a che pro? Il più coraggioso rivelatore del dolore e del male ha concepito il suicidio della Terra; con quale effetto? Dove sono le opere, le azioni, i tentativi, un principio di esecuzione?

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138812 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:16:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138812 Perché si dice che i più violenti rivoluzionarii diventano i più rigidi tiranni? Tra un rivoluzionario e un autoritario che sembrano due uomini assolutamente diversi, incapaci di poter intendersi mai, la differenza non dev'esser poi molto grande, se l'uno è capace di mutarsi nell'altro e l'altro nell'uno. La convenienza, l'utilità, il tornaconto, può suggerire a ciascuno una certa professione di fede, interessata, e perciò soggetta ad esser disdetta col venire meno del vantaggio, ma chi potrà vantarsi d'esser del tutto disinteressato? Muta la qualità dell'interesse: interesse materiale o morale, diretto o indiretto, presente o futuro, reale o immaginario; ma sempre, tra tutte le opinioni che cozzano dentro di noi e che riconosciamo tutte vere, noi ne esprimiamo qualcuna per uno speciale motivo... Perché si dice che i più violenti rivoluzionarii diventano i più rigidi tiranni? Tra un rivoluzionario e un autoritario che sembrano due uomini assolutamente diversi, incapaci di poter intendersi mai, la differenza non dev’esser poi molto grande, se l’uno è capace di mutarsi nell’altro e l’altro nell’uno. La convenienza, l’utilità, il tornaconto, può suggerire a ciascuno una certa professione di fede, interessata, e perciò soggetta ad esser disdetta col venire meno del vantaggio, ma chi potrà vantarsi d’esser del tutto disinteressato? Muta la qualità dell’interesse: interesse materiale o morale, diretto o indiretto, presente o futuro, reale o immaginario; ma sempre, tra tutte le opinioni che cozzano dentro di noi e che riconosciamo tutte vere, noi ne esprimiamo qualcuna per uno speciale motivo…

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138811 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:15:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138811 O perché debbo lavorare con zelo a produrre molto, se chi produce meno di me, per incapacità reale o per pigrizia, partecipa esattamente come me al godimento dei beni? Non è meglio prender le cose con più calma, riposarsi spesso ed a lungo?... O perché debbo lavorare con zelo a produrre molto, se chi produce meno di me, per incapacità reale o per pigrizia, partecipa esattamente come me al godimento dei beni? Non è meglio prender le cose con più calma, riposarsi spesso ed a lungo?…

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138810 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:15:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138810 Lo scoraggiamento è da pessimisti, da fatalisti, da pusillanimi. Si accascia chi non ha fibra, chi non ha fede, chi non vede oltre sé stesso, chi non pensa che se il frutto dell'opera sua maturerà troppo tardi perché egli possa gustarlo, lo gusteranno i suoi figli, le generazioni future. Lo scoraggiamento è da pessimisti, da fatalisti, da pusillanimi. Si accascia chi non ha fibra, chi non ha fede, chi non vede oltre sé stesso, chi non pensa che se il frutto dell’opera sua maturerà troppo tardi perché egli possa gustarlo, lo gusteranno i suoi figli, le generazioni future.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138809 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:14:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138809 La saggezza espressa dal genere umano nella secolare esperienza, ripete ai giovani che la gioventù, la salute, i piaceri, sono tutti beni fallaci e fugaci. Essa raccomanda però quelli morali e promette premii futuri che non sono meno chimerici. Allora perché non dire a quella giovinetta che le esteriori forme da lei ammirate e la stessa sua vita non erano altro che prodotti del principio maligno? Perché non aprirle gli occhi alla verità, se ella pareva tanto intelligente e tanto sensibile?... Non l'avrebbe compresa. La saggezza espressa dal genere umano nella secolare esperienza, ripete ai giovani che la gioventù, la salute, i piaceri, sono tutti beni fallaci e fugaci. Essa raccomanda però quelli morali e promette premii futuri che non sono meno chimerici. Allora perché non dire a quella giovinetta che le esteriori forme da lei ammirate e la stessa sua vita non erano altro che prodotti del principio maligno? Perché non aprirle gli occhi alla verità, se ella pareva tanto intelligente e tanto sensibile?… Non l’avrebbe compresa.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138808 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:14:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138808 La forma della società resiste per la semplicissima ragione che la maggior parte degli uomini, se concepiscono l'ideale, obbediscono ai dettami della ragione. L'ideale si chiama così perché non attuato e non attuabile; il giorno che fosse attuato, non sarebbe più l'ideale, ma il reale. Questa non è metafisica: è filosofia pratica, perché c'insegna a guardarci dai voli d'Icaro. La forma della società resiste per la semplicissima ragione che la maggior parte degli uomini, se concepiscono l’ideale, obbediscono ai dettami della ragione. L’ideale si chiama così perché non attuato e non attuabile; il giorno che fosse attuato, non sarebbe più l’ideale, ma il reale. Questa non è metafisica: è filosofia pratica, perché c’insegna a guardarci dai voli d’Icaro.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138807 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:13:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138807 La ricchezza, assoluta o relativa, non può esser di tutti; è impossibile che quanti prendono parte al giuoco della vita vincano tutti, e che le vincite siano eguali; i giuocatori lo sanno, ma prima che le carte siano date, prima che il dado sia tratto, essi sono tutti in egual grado animati e confortati dalla speranza, e chi perde, se prova un umano senso di dispetto, accetta nondimeno la necessità della sorte, e aspetta la rivincita. La ricchezza, assoluta o relativa, non può esser di tutti; è impossibile che quanti prendono parte al giuoco della vita vincano tutti, e che le vincite siano eguali; i giuocatori lo sanno, ma prima che le carte siano date, prima che il dado sia tratto, essi sono tutti in egual grado animati e confortati dalla speranza, e chi perde, se prova un umano senso di dispetto, accetta nondimeno la necessità della sorte, e aspetta la rivincita.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138806 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:13:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138806 Il signor di Voltaire, a un parrucchiere che gli dava consigli sull'arte di poetare, rispose: "Mastro Andrea, fate parrucche..." Chiedo a me stesso se il grande scrittore francese non sarebbe stato più accorto consigliando a mastro Andrea di studiare la prosodia! Il signor di Voltaire, a un parrucchiere che gli dava consigli sull’arte di poetare, rispose: “Mastro Andrea, fate parrucche…” Chiedo a me stesso se il grande scrittore francese non sarebbe stato più accorto consigliando a mastro Andrea di studiare la prosodia!

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138805 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:12:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138805 Il progresso è la sintesi di tutta la storia umana; chi ne ha sfogliato i libri immortali, ha letto questa parola in ogni pagina. Il progresso è la sintesi di tutta la storia umana; chi ne ha sfogliato i libri immortali, ha letto questa parola in ogni pagina.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138804 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:11:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138804 Il pensiero è come il Pròteo della favola, che muta incessantemente d'aspetto, o meglio, poiché non v'è un pensiero unico e fisso, ma una serie infinita di pensieri, incostanti, contradittorii, nessuno può con una parola definire esattamente un uomo; nessun uomo può definire esattamente sé stesso. Il pensiero è come il Pròteo della favola, che muta incessantemente d’aspetto, o meglio, poiché non v’è un pensiero unico e fisso, ma una serie infinita di pensieri, incostanti, contradittorii, nessuno può con una parola definire esattamente un uomo; nessun uomo può definire esattamente sé stesso.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138803 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:11:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138803 Il Paese? Con la P grande? Voi ci credete ancora? Caro mio, se voi dite, chi è, dov'è, che cosa fa, dove si può trovare questo signor Paese ve ne sarò grato. Il Paese siamo io e voi, e l'usciere che sta in anticamera, e la signorina che ricopia lettere di là. Il Paese è tutti, il che vuol dire nessuno. E tanto valgono le nostre idee quanto quelle dei nostri avversarii. Il Paese? Con la P grande? Voi ci credete ancora? Caro mio, se voi dite, chi è, dov’è, che cosa fa, dove si può trovare questo signor Paese ve ne sarò grato. Il Paese siamo io e voi, e l’usciere che sta in anticamera, e la signorina che ricopia lettere di là. Il Paese è tutti, il che vuol dire nessuno. E tanto valgono le nostre idee quanto quelle dei nostri avversarii.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138802 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:10:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138802 I socialisti serii sconfessano quei romanzieri di fervida fantasia che hanno rappresentato a modo loro la vita avvenire, ma se i pensatori non ci dicono essi quale sarà, qual è la realtà che vogliono attuare, bisogna pure, per averne un'idea, accettare l'immagine che ne dànno i romanzieri. Nel regime socialista, ciascun cittadino lavorerà non per conto suo proprio, ma per conto di tutto il consorzio, e riceverà in cambio del suo lavoro un assegno tanto largo, che non si potrà spendere tutto. Se questa sarà la sola difficoltà nello Stato futuro, potremo dire senz'altro che tutto andrà d'incanto: la somma da spendere, il modo di spenderla sarà un problema insolubile. I socialisti serii sconfessano quei romanzieri di fervida fantasia che hanno rappresentato a modo loro la vita avvenire, ma se i pensatori non ci dicono essi quale sarà, qual è la realtà che vogliono attuare, bisogna pure, per averne un’idea, accettare l’immagine che ne dànno i romanzieri. Nel regime socialista, ciascun cittadino lavorerà non per conto suo proprio, ma per conto di tutto il consorzio, e riceverà in cambio del suo lavoro un assegno tanto largo, che non si potrà spendere tutto. Se questa sarà la sola difficoltà nello Stato futuro, potremo dire senz’altro che tutto andrà d’incanto: la somma da spendere, il modo di spenderla sarà un problema insolubile.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138801 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:10:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138801 Gli utopisti vogliono che tutti gli uomini siano ricchi o agiati egualmente, questa eguaglianza nella ricchezza o nell'agiatezza, è la promessa con la quale allettano gli operai; perché se gli operai sapessero che il risultato dell'agitazione, sarà, come abbiamo visto, l'indigenza e la mediocrità universale, non darebbero loro ascolto. Gli utopisti vogliono che tutti gli uomini siano ricchi o agiati egualmente, questa eguaglianza nella ricchezza o nell’agiatezza, è la promessa con la quale allettano gli operai; perché se gli operai sapessero che il risultato dell’agitazione, sarà, come abbiamo visto, l’indigenza e la mediocrità universale, non darebbero loro ascolto.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138800 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:10:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138800 Dovunque sono uomini sono diversità di opinioni, disparità di sentimenti, differenza di umori, tali e tante variazioni temporanee o permanenti, che il consenso perfetto è impossibile, non dico fra tutti o fra molti, ma fra pochi, fra due. Dovunque sono uomini sono diversità di opinioni, disparità di sentimenti, differenza di umori, tali e tante variazioni temporanee o permanenti, che il consenso perfetto è impossibile, non dico fra tutti o fra molti, ma fra pochi, fra due.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138799 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:09:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138799 Con questo sistema di scoraggiare chi la difende, di accarezzare i suoi peggiori nemici, la Monarchia corre difilato al precipizio, ed io resto al mio posto e ci resterò forse fino all'ultimo anche per questo: per non - Dovunque sono uomini sono diversità di opinioni, disparità di sentimenti, differenza di umori, tali e tante variazioni temporanee o permanenti, che il consenso perfetto è impossibile, non dico fra tutti o fra molti, ma fra pochi, fra due. Con questo sistema di scoraggiare chi la difende, di accarezzare i suoi peggiori nemici, la Monarchia corre difilato al precipizio, ed io resto al mio posto e ci resterò forse fino all’ultimo anche per questo: per non -
Dovunque sono uomini sono diversità di opinioni, disparità di sentimenti, differenza di umori, tali e tante variazioni temporanee o permanenti, che il consenso perfetto è impossibile, non dico fra tutti o fra molti, ma fra pochi, fra due.

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138798 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:08:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138798 Come mai suo padre, servitore della prode monarchia, parlava ancora rispettosamente dei vili tiranni? Dell'ordinamento costituzionale, il giovanetto aveva udito spiegare la perfezione: Re e Popolo partecipi del governo, quello coi ministri, questo coi deputati; il Senato di nomina regia moderatore della Camera elettiva; il potere giudiziario libero e indipendente fra il legislativo e l'esecutivo: che cosa poteva opporre suo padre a questa perfezione? Un più grave e doloroso stupore egli doveva provare, udendo in famiglia affermare che, senza il tradimento, né mille né diecimila garibaldini avrebbero potuto abbattere un regno come quello di Francesco II! Come mai suo padre, servitore della prode monarchia, parlava ancora rispettosamente dei vili tiranni? Dell’ordinamento costituzionale, il giovanetto aveva udito spiegare la perfezione: Re e Popolo partecipi del governo, quello coi ministri, questo coi deputati; il Senato di nomina regia moderatore della Camera elettiva; il potere giudiziario libero e indipendente fra il legislativo e l’esecutivo: che cosa poteva opporre suo padre a questa perfezione? Un più grave e doloroso stupore egli doveva provare, udendo in famiglia affermare che, senza il tradimento, né mille né diecimila garibaldini avrebbero potuto abbattere un regno come quello di Francesco II!

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Di: Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138797 Alcune citazioni tratte da "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:07:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138797 Ciò che muove il lavoratore a dichiararsi malcontento è la speranza del meglio; egli spera di lavorare sempre meno e di godere sempre più: è questa la formula della profezia socialista: il massimo dei beni col minimo dello sforzo; formula contro la quale protestano la ragione, la logica, le leggi del mondo organico e fisico dove gli effetti sono sempre rigorosamente proporzionati alle cause. Ciò che muove il lavoratore a dichiararsi malcontento è la speranza del meglio; egli spera di lavorare sempre meno e di godere sempre più: è questa la formula della profezia socialista: il massimo dei beni col minimo dello sforzo; formula contro la quale protestano la ragione, la logica, le leggi del mondo organico e fisico dove gli effetti sono sempre rigorosamente proporzionati alle cause.

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Di: Incipit de "L'Imperio" di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138791 Incipit de "L'Imperio" di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:02:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138791 Quando Ranaldi s'affacciò dal parapetto della tribuna, appoggiandovi la destra armata del cannocchiale, l'aula era spopolata. Scoccavano le due, e per aver salito più che in fretta le scale, dalla paura di perdere il principio dello spettacolo, il giovane ansava. Era anche un poco confuso e intimidito. Il bersagliere di guardia, al portone; più su, al primo piano, l'usciere che lo aveva avvertito di dover la sciare la mazza; l'altro usciere che, ancora più in alto, nella saletta già popolata di giornalisti vociferanti, gli aveva chiesto di mostrare la tessera, quasi sospettando in lui un intruso; quell'apparato, quella diffidenza, i visi sconosciuti, l'ignoranza della via, l'errore d'essere entrato nella sala del telegrafo prima di fare l'ultimo tratto di scale, lo avevano impacciato e quasi intimorito. Quando Ranaldi s’affacciò dal parapetto della tribuna, appoggiandovi la destra armata del cannocchiale, l’aula era spopolata. Scoccavano le due, e per aver salito più che in fretta le scale, dalla paura di perdere il principio dello spettacolo, il giovane ansava. Era anche un poco confuso e intimidito. Il bersagliere di guardia, al portone; più su, al primo piano, l’usciere che lo aveva avvertito di dover la sciare la mazza; l’altro usciere che, ancora più in alto, nella saletta già popolata di giornalisti vociferanti, gli aveva chiesto di mostrare la tessera, quasi sospettando in lui un intruso; quell’apparato, quella diffidenza, i visi sconosciuti, l’ignoranza della via, l’errore d’essere entrato nella sala del telegrafo prima di fare l’ultimo tratto di scale, lo avevano impacciato e quasi intimorito.

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Di: note su L'Imperio di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138790 note su L'Imperio di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:01:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138790 Il romanzo narra le vicende di don Consalvo Uzeda, principe di Francalanza, uomo ambizioso e spregiudicato, che eletto deputato, si trasferisce a Roma dalla sua Catania, e qui, approfittando del suo nome e delle sue ricchezze, riesce poco alla volta a farsi largo nella vita politica italiana. Muovendosi abilmente in una trama sconfortante di intrighi e macchinazioni messe in atto da uomini piccoli e meschini, ognuno teso soltanto al proprio interesse, egli riuscirà alla fine a diventare ministro. Il romanzo narra le vicende di don Consalvo Uzeda, principe di Francalanza, uomo ambizioso e spregiudicato, che eletto deputato, si trasferisce a Roma dalla sua Catania, e qui, approfittando del suo nome e delle sue ricchezze, riesce poco alla volta a farsi largo nella vita politica italiana.
Muovendosi abilmente in una trama sconfortante di intrighi e macchinazioni messe in atto da uomini piccoli e meschini, ognuno teso soltanto al proprio interesse, egli riuscirà alla fine a diventare ministro.

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Di: note su L'Imperio di F. De Roberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138789 note su L'Imperio di F. De Roberto Sun, 23 Jan 2011 15:00:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138789 L'Imperio è la continuazione del più noto romanzo I Viceré di Federico De Roberto. De Roberto iniziò a lavorare a quest'opera nel 1908, e proseguì in maniera discontinua negli anni successivi, ma essa rimase incompiuta alla morte dell'autore. Venne infine pubblicata postuma nel 1929. L’Imperio è la continuazione del più noto romanzo I Viceré di Federico De Roberto.
De Roberto iniziò a lavorare a quest’opera nel 1908, e proseguì in maniera discontinua negli anni successivi, ma essa rimase incompiuta alla morte dell’autore.
Venne infine pubblicata postuma nel 1929.

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Di: riccardo di marco http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138622 riccardo di marco Sat, 22 Jan 2011 21:27:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138622 Ha ragione, con i classici non si sbaglia mai. Ma anche quelli: sono così tanti... Ah, tempo mio che scarseggi! Ha ragione, con i classici non si sbaglia mai. Ma anche quelli: sono così tanti…
Ah, tempo mio che scarseggi!

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Di: Barbara http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138619 Barbara Sat, 22 Jan 2011 21:01:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138619 Gentile Riccardo sono proprio d'accordo con lei. Anche io mi sono chiesta più volte come fare a trovare il tempo per leggere e rileggere i libri che meritano. Sono giunta alla conclusione che è bene ritagliarsi il tempo per rileggere i classici. Con i classici non si sbaglia lettura. I Vicerè è un libro che ho apprezzato. Gentile Riccardo sono proprio d’accordo con lei. Anche io mi sono chiesta più volte come fare a trovare il tempo per leggere e rileggere i libri che meritano. Sono giunta alla conclusione che è bene ritagliarsi il tempo per rileggere i classici. Con i classici non si sbaglia lettura.
I Vicerè è un libro che ho apprezzato.

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Di: riccardo di marco http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138601 riccardo di marco Sat, 22 Jan 2011 19:16:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138601 Il ricordo della lettura del romanzo "I Vicerè" mi riporta indietro nel tempo di almeno cinquant'anni. Fu il mio professore di letteratura a consigliarmelo. Ricordo che lo lessi con fatica, ma ero giovanissimo. Lo rilessi vent'anni dopo con diverso approccio ed una visione della vita più ampia, e fu tutt'altra lettura. Credo che rileggendolo adesso, nel pieno della terza età, potrei cogliere elementi nuovi che mi sfuggirono nel corso delle due letture precedenti. Aihmé, di quante vite dovremmo disporre per leggere e rileggere i libri che meritano? Il ricordo della lettura del romanzo “I Vicerè” mi riporta indietro nel tempo di almeno cinquant’anni. Fu il mio professore di letteratura a consigliarmelo. Ricordo che lo lessi con fatica, ma ero giovanissimo. Lo rilessi vent’anni dopo con diverso approccio ed una visione della vita più ampia, e fu tutt’altra lettura. Credo che rileggendolo adesso, nel pieno della terza età, potrei cogliere elementi nuovi che mi sfuggirono nel corso delle due letture precedenti.
Aihmé, di quante vite dovremmo disporre per leggere e rileggere i libri che meritano?

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Di: L'opinione di Sergio Campailla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138558 L'opinione di Sergio Campailla Sat, 22 Jan 2011 12:36:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138558 Questi Viceré sono a uno a uno scolpiti e colpiti: sono arroganti ed ignoranti, in passato sapevano al massimo fare la firma, donna Ferdinanda tiene come un vangelo la prosa bolsa del Teatro genologico di Sicilia del Mugnòs, don Eugenio concepisce un Araldo Sicolo con ridicole innovazioni di ortografia e di fonetica, Ferdinando poi – figuriamoci, il Babbeo! – è fulminato dalla lettura di Robinson Crosue, che gli ha regalato il retorico don Cono Canalà, e il neodeputato duca d' Oragua non è in grado di articolare motto affacciandosi al balcone davanti alla folla che lo acclama. Una sola cosa resiste, nella caduta di ogni valore e nel conflitto universale degli interessi: la passione comune per la roba, l'orgoglio di appartenere a una casta e a un clan. (Sergio Campailla) Questi Viceré sono a uno a uno scolpiti e colpiti: sono arroganti ed ignoranti, in passato sapevano al massimo fare la firma, donna Ferdinanda tiene come un vangelo la prosa bolsa del Teatro genologico di Sicilia del Mugnòs, don Eugenio concepisce un Araldo Sicolo con ridicole innovazioni di ortografia e di fonetica, Ferdinando poi – figuriamoci, il Babbeo! – è fulminato dalla lettura di Robinson Crosue, che gli ha regalato il retorico don Cono Canalà, e il neodeputato duca d’ Oragua non è in grado di articolare motto affacciandosi al balcone davanti alla folla che lo acclama. Una sola cosa resiste, nella caduta di ogni valore e nel conflitto universale degli interessi: la passione comune per la roba, l’orgoglio di appartenere a una casta e a un clan.
(Sergio Campailla)

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Di: Citazione tratta da I Vicerè http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138557 Citazione tratta da I Vicerè Sat, 22 Jan 2011 12:35:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138557 Io mi rammento che nel Sessantuno [1861], quando lo zio duca fu eletto la prima volta deputato, mio padre mi disse: "Vedi? Quando c'erano i Viceré, gli Uzeda erano Viceré; ora che abbiamo i deputati, lo zio siede in Parlamento." Io mi rammento che nel Sessantuno [1861], quando lo zio duca fu eletto la prima volta deputato, mio padre mi disse: “Vedi? Quando c’erano i Viceré, gli Uzeda erano Viceré; ora che abbiamo i deputati, lo zio siede in Parlamento.”

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Di: Citazione tratta da I Vicerè http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138556 Citazione tratta da I Vicerè Sat, 22 Jan 2011 12:35:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138556 «Vedi? Vedi quanto rispettano lo zio? Come tutto il paese è per lui?» Il ragazzo stordito un poco dal baccano, domandò: Che cosa vuol dire deputato?» «Deputati,» spiegò il padre, «sono quelli che fanno le leggi nel Parlamento.» «Non le fa il Re?» «Il Re e i deputati insieme. Il Re può badare a tutto? E vedi lo zio come fa onore alla famiglia? Quando c'erano i Viceré, i nostri erano Viceré; adesso che abbiamo il Parlamento, lo zio è deputato!...» (1995, p. 180) «Vedi? Vedi quanto rispettano lo zio? Come tutto il paese è per lui?»
Il ragazzo stordito un poco dal baccano, domandò:
Che cosa vuol dire deputato?»
«Deputati,» spiegò il padre, «sono quelli che fanno le leggi nel Parlamento.»
«Non le fa il Re?»
«Il Re e i deputati insieme. Il Re può badare a tutto? E vedi lo zio come fa onore alla famiglia? Quando c’erano i Viceré, i nostri erano Viceré; adesso che abbiamo il Parlamento, lo zio è deputato!…»
(1995, p. 180)

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Di: Incipit de I Vicerè http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138555 Incipit de I Vicerè Sat, 22 Jan 2011 12:34:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138555 Giuseppe, dinanzi al portone, trastullava il suo bambino, cullandolo sulle braccia, mostrandogli lo scudo marmoreo infisso al sommo dell'arco, la rastrelliera inchiodata sul muro del vestibolo dove, ai tempi antichi, i lanzi del principe appendevano le alabarde, quando s'udì e crebbe rapidamente il rumore d'una carrozza arrivante a tutta carriera; e prima ancora che egli avesse il tempo di voltarsi, un legnetto sul quale pareva avesse nevicato, dalla tanta polvere, e il cui cavallo era tutto spumante di sudore, entrò nella corte con assordante fracasso. Dall'arco del secondo cortile affacciaronsi servi e famigli: Baldassarre, il maestro di casa, schiuse la vetrata della loggia del secondo piano, intanto che Salvatore Cerra precipitavasi dalla carrozzella con una lettera in mano. "Don Salvatore?... Che c'è?... Che novità?..." Ma quegli fece col braccio un gesto disperato e salì le scale a quattro a quattro. Giuseppe, col bambino ancora in collo, era rimasto intontito, non comprendendo; ma sua moglie, la moglie di Baldassarre, la lavandaia, una quantità d'altri servi già circondavano la carrozzella, si segnavano udendo il cocchiere narrare, interrottamente: "La principessa... Morta d'un colpo... Stamattina, mentre lavavo la carrozza..." "Gesù!... Gesù!..." Giuseppe, dinanzi al portone, trastullava il suo bambino, cullandolo sulle braccia, mostrandogli lo scudo marmoreo infisso al sommo dell’arco, la rastrelliera inchiodata sul muro del vestibolo dove, ai tempi antichi, i lanzi del principe appendevano le alabarde, quando s’udì e crebbe rapidamente il rumore d’una carrozza arrivante a tutta carriera; e prima ancora che egli avesse il tempo di voltarsi, un legnetto sul quale pareva avesse nevicato, dalla tanta polvere, e il cui cavallo era tutto spumante di sudore, entrò nella corte con assordante fracasso. Dall’arco del secondo cortile affacciaronsi servi e famigli: Baldassarre, il maestro di casa, schiuse la vetrata della loggia del secondo piano, intanto che Salvatore Cerra precipitavasi dalla carrozzella con una lettera in mano.
“Don Salvatore?… Che c’è?… Che novità?…”
Ma quegli fece col braccio un gesto disperato e salì le scale a quattro a quattro.
Giuseppe, col bambino ancora in collo, era rimasto intontito, non comprendendo; ma sua moglie, la moglie di Baldassarre, la lavandaia, una quantità d’altri servi già circondavano la carrozzella, si segnavano udendo il cocchiere narrare, interrottamente:
“La principessa… Morta d’un colpo… Stamattina, mentre lavavo la carrozza…”
“Gesù!… Gesù!…”

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Di: simona lo iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138495 simona lo iacono Fri, 21 Jan 2011 21:03:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138495 Lucidissima analisi storica, umana, dell'anima. Gli Uzeda, i cambiamenti dei tempi, la storia che soffia come un'impetuosa e lacrimevole prefica che annuncia cambiamenti, ma si soffia il naso solo per finta, per ostentare una pietà che non le appartiene. Una esemplare storia del modo d'essere non solo siciliani, ma vittime, tutti, della irribaltabile verità di ogni tempo: saper stare dalla parte giusta, negarsi a ogni apertura, chè la Storia, il grande scandalo che corrode i tempi, non include, ma esclude. Un geniale De Roberto, quello dei Vicerè, che a torto la critica si è impuntata a etichettare. Che a torto è stato detto senza cuore. Quanto sangue, invece, nei baldacchini dei morti allestiti tra ceri che si consumano e vassoi d'argento ostentati per gli ospiti. Che modernità, quando i tempi sono raccontati come tanti sfantasiati personaggi che non si rassegnano a perdere. Che cambiano pelo, ma non padrone... “Un tempo la potenza della nostra famiglia veniva dal Re; ora viene dal popolo… La differenza è più di nome che di fatto…” ------- Bravo, socio. Bellissimo e meritato omaggio a chi, la Storia, non la racconta. Ma ha la forza di replicarla e di denunciarla nel presente. Lucidissima analisi storica, umana, dell’anima. Gli Uzeda, i cambiamenti dei tempi, la storia che soffia come un’impetuosa e lacrimevole prefica che annuncia cambiamenti, ma si soffia il naso solo per finta, per ostentare una pietà che non le appartiene.
Una esemplare storia del modo d’essere non solo siciliani, ma vittime, tutti, della irribaltabile verità di ogni tempo: saper stare dalla parte giusta, negarsi a ogni apertura, chè la Storia, il grande scandalo che corrode i tempi, non include, ma esclude.
Un geniale De Roberto, quello dei Vicerè, che a torto la critica si è impuntata a etichettare. Che a torto è stato detto senza cuore.
Quanto sangue, invece, nei baldacchini dei morti allestiti tra ceri che si consumano e vassoi d’argento ostentati per gli ospiti. Che modernità, quando i tempi sono raccontati come tanti sfantasiati personaggi che non si rassegnano a perdere. Che cambiano pelo, ma non padrone…

“Un tempo la potenza della nostra famiglia veniva dal Re; ora viene dal popolo… La differenza è più di nome che di fatto…”
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Bravo, socio.
Bellissimo e meritato omaggio a chi, la Storia, non la racconta. Ma ha la forza di replicarla e di denunciarla nel presente.

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Di: Gianna Gallo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138491 Gianna Gallo Fri, 21 Jan 2011 20:43:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138491 Fa un certo effetto vedere un post dedicato a Federico De Roberto ricevere così tanti riscontri e commenti. Complimenti al blog ed ai suoi partecipanti. Mi avete fatto venir voglia di rileggere 'I Vicerè'. Fa un certo effetto vedere un post dedicato a Federico De Roberto ricevere così tanti riscontri e commenti. Complimenti al blog ed ai suoi partecipanti.
Mi avete fatto venir voglia di rileggere ‘I Vicerè’.

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-3/#comment-138486 Rossella Fri, 21 Jan 2011 19:27:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138486 ottimo intervento dell'Emilio. Del prof. Emilio. Ovviamente gattopardiano quando con "quel tutto cambia per non cambiare niente..." si riferisce alla storia che, in fondo, si ripropone con quel suo destino malato ed incapace di uscire da se stesso. Direi un essere macroscopico, abnorne, dalle dimensioni mostruose, chiuso nella sua anaffettività. Vi comunque un doppiofondo che solo pochi conoscono, direi ancor più temibile di ciò che appare. saluti ottimo intervento dell’Emilio. Del prof. Emilio.
Ovviamente gattopardiano quando con “quel tutto cambia per non cambiare niente…” si riferisce alla storia che, in fondo, si ripropone con quel suo destino malato ed incapace di uscire da se stesso. Direi un essere macroscopico, abnorne, dalle dimensioni mostruose, chiuso nella sua anaffettività. Vi comunque un doppiofondo che solo pochi conoscono, direi ancor più temibile di ciò che appare.
saluti

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Di: umberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-2/#comment-138482 umberto Fri, 21 Jan 2011 18:29:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138482 o meglio, con gli stimoli che l’odierna società (s)offre? o meglio, con gli stimoli che l’odierna società (s)offre?

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Di: umberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-2/#comment-138481 umberto Fri, 21 Jan 2011 18:28:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138481 bello ricordare De Roberto e i Vicerè. quando penso a questi grandi autori mi domando : chissà cosa scriverebbero oggi, con gli stimoli che l'odierna società offre? bello ricordare De Roberto e i Vicerè.
quando penso a questi grandi autori mi domando : chissà cosa scriverebbero oggi, con gli stimoli che l’odierna società offre?

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/01/18/150-anni-dalla-nascita-di-federico-de-roberto/comment-page-2/#comment-138458 Maria Lucia Riccioli Fri, 21 Jan 2011 14:14:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2917#comment-138458 "I Vicerè" sono per me un capolavoro assoluto, un romanzo di respiro europeo davvero. - Ora che l’Italia è fatta, dobbiamo fare gli affari nostri. parte seconda - cap. 8 Credo che questa frase non abbia bisogno di commenti. De Roberto è realista e profetico insieme, perché vide la direzione in cui andava l'Italia. Lucido, cinico e patetico insieme, questo libro in cui trionfa il gattopardismo, il trasformismo senza cuore, in cui i sentimenti vengono calpestati... “I Vicerè” sono per me un capolavoro assoluto, un romanzo di respiro europeo davvero.
- Ora che l’Italia è fatta, dobbiamo fare gli affari nostri. parte seconda – cap. 8

Credo che questa frase non abbia bisogno di commenti.
De Roberto è realista e profetico insieme, perché vide la direzione in cui andava l’Italia. Lucido, cinico e patetico insieme, questo libro in cui trionfa il gattopardismo, il trasformismo senza cuore, in cui i sentimenti vengono calpestati…

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