Commenti a: È PICCOLA LA LETTERATURA DELLA GRANDE RETE? LA LETTERATURA DOPO LA RIVOLUZIONE DIGITALE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » SCRIVERE AI TEMPI DEL WEB http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-290798 Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » SCRIVERE AI TEMPI DEL WEB Thu, 12 Apr 2012 20:18:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-290798 [...] problematiche legate all’e-book, print on demand e self-publishing, copyright e/o copyleft, la grande rete della scrittura, prospettive e ipotesi sul romanzo ai tempi della rete: il caso David Shields. Alla fine del [...] [...] problematiche legate all’e-book, print on demand e self-publishing, copyright e/o copyleft, la grande rete della scrittura, prospettive e ipotesi sul romanzo ai tempi della rete: il caso David Shields. Alla fine del [...]

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Di: Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » LE AZIENDE IN-VISIBILI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-40817 Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » LE AZIENDE IN-VISIBILI Tue, 14 Oct 2008 20:45:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-40817 [...] Nico Orengo, mentre Massimo Maugeri ne ha fatto oggetto di un lungo post pubblicato sul suo blog Letteratitudine raccogliendo moltissimi commenti. Queste recensioni ruotano intorno all’idea che «nel ’67 esce [...] [...] Nico Orengo, mentre Massimo Maugeri ne ha fatto oggetto di un lungo post pubblicato sul suo blog Letteratitudine raccogliendo moltissimi commenti. Queste recensioni ruotano intorno all’idea che «nel ’67 esce [...]

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28569 Sergio Sozi Tue, 08 Apr 2008 20:10:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28569 Aggiungo a quanto detto da Lorenzo: e se la possedessimo noi, la parola, eviteremmo in primis di permettere che il solito ''uomo forte'' se la accaparri senza troppi pudori, togliendola cosi' a noi. Riappropriamocene, allora, e presto, prima che la confusione generi l'uomo forte - cosa purtroppo naturale quanto malaugurata (vedasi Ventennio fascista). Aggiungo a quanto detto da Lorenzo: e se la possedessimo noi, la parola, eviteremmo in primis di permettere che il solito ”uomo forte” se la accaparri senza troppi pudori, togliendola cosi’ a noi. Riappropriamocene, allora, e presto, prima che la confusione generi l’uomo forte – cosa purtroppo naturale quanto malaugurata (vedasi Ventennio fascista).

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Di: lorenzo russo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28567 lorenzo russo Tue, 08 Apr 2008 19:55:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28567 Zauberei, cerco di venirti incontro per liberarti dall’angoscia che il mio uso della parola “popolo minuto” ti ha procurato. Con essa, intendevo il popolo non ascoltato dal potere, quindi senza possibilità di essere preso in considerazione, ignorato, scordato, ma a volte anche ignorante. In quanto alla “parola”, che tu sostieni che debba essere libera di venire all’uomo, non sono del tuo parere. Io credo che dobbiamo essere noi a possederla, ma solo attraverso un’educazione e istruzione, valide e costruttive, cioè fondate su un buon fine per tutta la società, ripeto ancora, per tutta la società, nessuno escluso. È vero, che la parola che ci arriva spontaneamente ci rende creativi, c’induce all’azione, è anche vero che sollecita la fantasia, ma da lei può anche sorgere la confusione nel voler sostenere l’individualità propria, fino a sfociare nell’arbitraggio del singolo contro gli altri. Sorgerebbe così una situazione già riscontrata nel passato che crea un vuoto nel quale le forze del male agiscono e di conseguenza sollecitano la forza demoniaca del potere di pochi. Presupposto per la libertà della parola è quindi la maturità dell’individuo, fatto che non possiamo riscontrare ancora, ed io credo che non potremo riscontrarla mai. È e sarà sempre necessario tenere l’equilibrio tra ciò che ci giova e quello che ci danneggia. La parola “libera” diventa altrimenti leggera, facile, non esaminata nei suoi effetti che possono creare ripercussioni gravi, fino all’incomprensione e disordine generale. Per me, dobbiamo possederla noi, prima che lei lo faccia, e farlo usando la ragione, il buon senso e la disponibilità alla solidarietà. Saluti. Lorenzo Zauberei,
cerco di venirti incontro per liberarti dall’angoscia che il mio uso della parola “popolo minuto” ti ha procurato. Con essa, intendevo il popolo non ascoltato dal potere, quindi senza possibilità di essere preso in considerazione, ignorato, scordato, ma a volte anche ignorante.
In quanto alla “parola”, che tu sostieni che debba essere libera di venire all’uomo, non sono del tuo parere.
Io credo che dobbiamo essere noi a possederla, ma solo attraverso un’educazione e istruzione, valide e costruttive, cioè fondate su un buon fine per tutta la società, ripeto ancora, per tutta la società, nessuno escluso.
È vero, che la parola che ci arriva spontaneamente ci rende creativi, c’induce all’azione, è anche vero che sollecita la fantasia, ma da lei può anche sorgere la confusione nel voler sostenere l’individualità propria, fino a sfociare nell’arbitraggio del singolo contro gli altri.
Sorgerebbe così una situazione già riscontrata nel passato che crea un vuoto nel quale le forze del male agiscono e di conseguenza sollecitano la forza demoniaca del potere di pochi.
Presupposto per la libertà della parola è quindi la maturità dell’individuo, fatto che non possiamo riscontrare ancora, ed io credo che non potremo riscontrarla mai.
È e sarà sempre necessario tenere l’equilibrio tra ciò che ci giova e quello che ci danneggia.
La parola “libera” diventa altrimenti leggera, facile, non esaminata nei suoi effetti che possono creare ripercussioni gravi, fino all’incomprensione e disordine generale.
Per me, dobbiamo possederla noi, prima che lei lo faccia, e farlo usando la ragione, il buon senso e la disponibilità alla solidarietà.
Saluti.
Lorenzo

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Di: Anonimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28530 Anonimo Tue, 08 Apr 2008 09:09:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28530 Grazie, Sergio! Sei un pr fantastico... :-) Grazie, Sergio! Sei un pr fantastico…
:-)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28514 Massimo Maugeri Mon, 07 Apr 2008 21:25:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28514 Vedo che state portando avanti il dibattito su questo post. Siete fantastici! E vi auguro una buona notte. Vedo che state portando avanti il dibattito su questo post.
Siete fantastici!
E vi auguro una buona notte.

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Di: lorenzo russo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28490 lorenzo russo Mon, 07 Apr 2008 20:27:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28490 Zauberei, Sergio. all’età nella quale frequentavo la scuola, si usava scrivere prima il cognome e poi il nome. Il nome di famiglia era più importante, anche perché in lui s’identificava tutta la famiglia alla quale si apparteneva con forti sentimenti. Anche in Convitto, dove ho passato ben nove anni, ci si chiamava con il cognome, e non solo perché era meno soggetto a possibili doppiaggi. Per il resto, Sergio ha già commentato giustamente la mia, da non dover aggiungere altro. Chi si sente italiano, difenderà la sua lingua ovunque si trovi o lavori, gli altri sono dall’altra parte, che non è la mia. Democraticamente li accetto, emotivamente me ne duole, per il resto giudico un uomo solo dal suo comportamento morale ed etico. Saluti e grazie a entrambi. Lorenzo Zauberei, Sergio.
all’età nella quale frequentavo la scuola, si usava scrivere prima il cognome e poi il nome.
Il nome di famiglia era più importante, anche perché in lui s’identificava tutta la famiglia alla quale si apparteneva con forti sentimenti.
Anche in Convitto, dove ho passato ben nove anni, ci si chiamava con il cognome, e non solo perché era meno soggetto a possibili doppiaggi.
Per il resto, Sergio ha già commentato giustamente la mia, da non dover aggiungere altro.
Chi si sente italiano, difenderà la sua lingua ovunque si trovi o lavori, gli altri sono dall’altra parte, che non è la mia.
Democraticamente li accetto, emotivamente me ne duole, per il resto giudico un uomo solo dal suo comportamento morale ed etico.
Saluti e grazie a entrambi.
Lorenzo

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28483 Sergio Sozi Mon, 07 Apr 2008 20:01:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28483 Maria Lucia, D'accordo su tutto. Ma secondo me il canone vero ed unico e' la grammatica dei primi anni Cinquanta, da conoscere e studiare, poi applicare, praticare e, dopo anni di esercizio, iniziare a trasgredire consapevolmente. La struttura resta quella, ma gli elementi cambiano a seconda delle persone. Una scrittura matura e al contempo nuova e personale e' infatti quella che lascia intatte le strutture dell'italiano classico ma le personalizza - lasciando cosi' capire al lettore che l'autore non e' ignorante ma lavora volutamente modificando parzialmente la tradizione. Cioe' la grammatica. Maria Lucia,
D’accordo su tutto. Ma secondo me il canone vero ed unico e’ la grammatica dei primi anni Cinquanta, da conoscere e studiare, poi applicare, praticare e, dopo anni di esercizio, iniziare a trasgredire consapevolmente. La struttura resta quella, ma gli elementi cambiano a seconda delle persone. Una scrittura matura e al contempo nuova e personale e’ infatti quella che lascia intatte le strutture dell’italiano classico ma le personalizza – lasciando cosi’ capire al lettore che l’autore non e’ ignorante ma lavora volutamente modificando parzialmente la tradizione. Cioe’ la grammatica.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28481 Sergio Sozi Mon, 07 Apr 2008 19:53:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28481 ''D’Orrico sul Magazine del Corriere mi ha liquidato dicendo che - tipico di un Fiorentino - scrivo come se vivessi cinquant’anni fa. “Il tempo passa!” terminava il suo pezzo.'' Accidenti! Ipse dixit! Questo ha espresso il grande D'Orrico!? Inchiniamoci, presto, genuflettiamoci oranti! Ha parlato la ciliegina della crema della torta della critica seria. ”D’Orrico sul Magazine del Corriere mi ha liquidato dicendo che – tipico di un Fiorentino – scrivo come se vivessi cinquant’anni fa. “Il tempo passa!” terminava il suo pezzo.”
Accidenti! Ipse dixit! Questo ha espresso il grande D’Orrico!? Inchiniamoci, presto, genuflettiamoci oranti! Ha parlato la ciliegina della crema della torta della critica seria.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28478 Sergio Sozi Mon, 07 Apr 2008 19:44:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28478 Zau, fossi in te sarei contenta del mio demone romanesco (dialetto che conosco bene e che, quando scherzo, uso ben volentieri a mia volta). Io pero' in realta' sono posseduto dal ''demone italiano'', che, come tutti sanno, e' frutto soprattutto dell'elaborazione scritta fatta da parte di intellettuali che vanno dal Duecento all'Ottocento. Loro l'hanno codificata, come lascia giustamente intendere Lorenzo Russo, e noi la stiamo massacrando. Cioe', non ''noi''. Io dico ''loro'', gli altri che stanno dall'altra parte della mia barricata - a chiamarla cosi' senza troppa serieta' ma neanche troppo alla leggera, perche' la conoscenza e la difesa dell'italiano e' cosa importante per tutti i cittadini italiani veri. Ciao Sergio Zau,
fossi in te sarei contenta del mio demone romanesco (dialetto che conosco bene e che, quando scherzo, uso ben volentieri a mia volta). Io pero’ in realta’ sono posseduto dal ”demone italiano”, che, come tutti sanno, e’ frutto soprattutto dell’elaborazione scritta fatta da parte di intellettuali che vanno dal Duecento all’Ottocento. Loro l’hanno codificata, come lascia giustamente intendere Lorenzo Russo, e noi la stiamo massacrando. Cioe’, non ”noi”. Io dico ”loro”, gli altri che stanno dall’altra parte della mia barricata – a chiamarla cosi’ senza troppa serieta’ ma neanche troppo alla leggera, perche’ la conoscenza e la difesa dell’italiano e’ cosa importante per tutti i cittadini italiani veri.
Ciao
Sergio

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28477 Sergio Sozi Mon, 07 Apr 2008 19:38:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28477 Personalmente, credo che un punto di riferimento fisso possa esser considerata la ponderosa ed esauriente grammatica di Umberto Panozzo (scioglie puntualmente i miei dubbi). Un classico dal quale imparare tutto della nostra lingua. Poi, gli Inglesi fanno gli Inglesi. E la loro lingua la sanno e la conservano bene, la diffondono e la curano. Io, che sono Italiano, faccio lo stesso con la mia lingua. E ognuno tira l'acqua al mulino suo. Senza nessun complesso d'inferiorita'. Personalmente, credo che un punto di riferimento fisso possa esser considerata la ponderosa ed esauriente grammatica di Umberto Panozzo (scioglie puntualmente i miei dubbi). Un classico dal quale imparare tutto della nostra lingua.
Poi, gli Inglesi fanno gli Inglesi. E la loro lingua la sanno e la conservano bene, la diffondono e la curano. Io, che sono Italiano, faccio lo stesso con la mia lingua. E ognuno tira l’acqua al mulino suo. Senza nessun complesso d’inferiorita’.

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28468 zauberei Mon, 07 Apr 2008 18:29:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28468 A parte che "popolo minuto" mi crea un angoscia simultaneamente politica e lessicale. Nessuno crea la lingua russo lorenzo (seconda angoscia di tipo discorsivo, che è sto cognome prima?) qualcuno la addomestica solo per dei tempi relativamente più lunghi. Per il resto essa fa tutto da se, con poco potere di decisione da parte di chiunque, che non decide, registra. Qualche volta conserva, qualche volta inventa, ma la parola ci possiede, non la possediamo. E in questo momento semo posseduti dall'inglese (tranne me che so più posseduta dal romano, ma p solo che lui me schifa ecco: io all'inglese l'ho avvicinato un fracco di volte) e c'è poco da fa. A parte che “popolo minuto” mi crea un angoscia simultaneamente politica e lessicale.
Nessuno crea la lingua russo lorenzo (seconda angoscia di tipo discorsivo, che è sto cognome prima?) qualcuno la addomestica solo per dei tempi relativamente più lunghi. Per il resto essa fa tutto da se, con poco potere di decisione da parte di chiunque, che non decide, registra. Qualche volta conserva, qualche volta inventa, ma la parola ci possiede, non la possediamo.
E in questo momento semo posseduti dall’inglese (tranne me che so più posseduta dal romano, ma p solo che lui me schifa ecco: io all’inglese l’ho avvicinato un fracco di volte) e c’è poco da fa.

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Di: russo lorenzo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28464 russo lorenzo Mon, 07 Apr 2008 17:58:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28464 Maria Lucia, Sergio: sulle mutazioni delle lingue parlate. Prendo spunto dalle vostre posizioni per riportare la mia, che nell’essenza mi sembra si avvicini di più a quella di Sergio. È sempre stato così, che si è distinto tra il dialetto e la lingua ufficiale di una nazione. Il dialetto è per me quello parlato in una zona dai suoi abitanti, seguendo gli impulsi del loro stato d’animo, senza istruzione e regole precise. La lingua ufficiale è invece quella creata dagli studiosi, colti, abili che l’hanno elaborata con regole precise, per renderla elegante e chiara per tutta la popolazione di una nazione. Non sono d’accordo, che quest’ultima venga mutata così facilmente, come avviene oggi, confermando i cambiamenti d’impiego da parte del popolo minuto che, trovandosi in una evidente difficoltà intellettuale di rispettare le sue svariate e anche difficili regole, le mutano e trasgrediscono a loro piacere. L’andamento nell’uso della lingua nazionale rispecchia il rapporto esistente tra la classe che dovrebbe rappresentare e tutelare la stabilità e l’autorità (genitori, insegnanti, magistrati, politici ecc) in una nazione e quella che, nell’eccessiva libertà individualistica moderna, se ne frega di tutto ciò che le generazioni prima di loro hanno saputo abilmente costruire. Il mondo tende, però, a unirsi, e qui mi chiedo a che cosa servano tutte queste lingue che continuamente mutano al confronto tra di loro. È tempo di riflettere su quale lingua si debba concentrare la nuova istruzione mondiale, affinché se ne formi una che non subisca le molteplici mutazioni che riscontriamo oggi con l’italiano, ma anche con molte altre, dato che anche il tedesco ne soffre moltissimo, non solo delle sue mutazioni, ma della scarsità di scelta delle parole usate soprattutto dei giovani, poveri Goethe e Heinrich Heine, se lo sapessero. Non credo che sia giusto che l’Inglese diventi la lingua universale del nuovo mondo. La trovo, foneticamente parlando, un disastro, uno scempio per l’elevato spirito umano, un esempio di stonatura che al sentirla mi fa girare ogni volta lo stomaco. Perché, poi, avvantaggiarli nell’esentarli degli sforzi di impararne un’altra? Un domani, l’Italiano martoriato di oggi diventerà anche lui un dialetto, e perderà sempre di più le sue innumerevoli regole ed eccezioni che l’hanno reso capriccioso ma bello e amabile. Saluti a entrambi. Lorenzo Maria Lucia, Sergio: sulle mutazioni delle lingue parlate.
Prendo spunto dalle vostre posizioni per riportare la mia, che nell’essenza mi sembra si avvicini di più a quella di Sergio.
È sempre stato così, che si è distinto tra il dialetto e la lingua ufficiale di una nazione.
Il dialetto è per me quello parlato in una zona dai suoi abitanti, seguendo gli impulsi del loro stato d’animo, senza istruzione e regole precise.
La lingua ufficiale è invece quella creata dagli studiosi, colti, abili che l’hanno elaborata con regole precise, per renderla elegante e chiara per tutta la popolazione di una nazione.
Non sono d’accordo, che quest’ultima venga mutata così facilmente, come avviene oggi, confermando i cambiamenti d’impiego da parte del popolo minuto che, trovandosi in una evidente difficoltà intellettuale di rispettare le sue svariate e anche difficili regole, le mutano e trasgrediscono a loro piacere.
L’andamento nell’uso della lingua nazionale rispecchia il rapporto esistente tra la classe che dovrebbe rappresentare e tutelare la stabilità e l’autorità (genitori, insegnanti, magistrati, politici ecc) in una nazione e quella che, nell’eccessiva libertà individualistica moderna, se ne frega di tutto ciò che le generazioni prima di loro hanno saputo abilmente costruire.
Il mondo tende, però, a unirsi, e qui mi chiedo a che cosa servano tutte queste lingue che continuamente mutano al confronto tra di loro.
È tempo di riflettere su quale lingua si debba concentrare la nuova istruzione mondiale, affinché se ne formi una che non subisca le molteplici mutazioni che riscontriamo oggi con l’italiano, ma anche con molte altre, dato che anche il tedesco ne soffre moltissimo, non solo delle sue mutazioni, ma della scarsità di scelta delle parole usate soprattutto dei giovani, poveri Goethe e Heinrich Heine, se lo sapessero.
Non credo che sia giusto che l’Inglese diventi la lingua universale del nuovo mondo.
La trovo, foneticamente parlando, un disastro, uno scempio per l’elevato spirito umano, un esempio di stonatura che al sentirla mi fa girare ogni volta lo stomaco.
Perché, poi, avvantaggiarli nell’esentarli degli sforzi di impararne un’altra?
Un domani, l’Italiano martoriato di oggi diventerà anche lui un dialetto, e perderà sempre di più le sue innumerevoli regole ed eccezioni che l’hanno reso capriccioso ma bello e amabile.
Saluti a entrambi.
Lorenzo

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28448 Massimo Maugeri Mon, 07 Apr 2008 14:04:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28448 Dimenticavo di ringraziare Pietro Grossi. Forza Pietro! Aspettiamo tuoi nuovi libri. Dimenticavo di ringraziare Pietro Grossi.
Forza Pietro! Aspettiamo tuoi nuovi libri.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28447 Massimo Maugeri Mon, 07 Apr 2008 14:03:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28447 @ Paolo Grazie mille per aver contattato Pietro Grossi. La sua testimonianza è interessante. Riporto un paio di stralci: 1. "Una volta nero su bianco, ripeto, è il risultato che conta: ci può piacere o meno, interessare o meno, ma è fuorviante tentare di stabilire tutte le infinite variabili che hanno portato un autore a essere ciò che è, e di conseguenza a scrivere ciò che scrive. Io sono ciò che sono e scrivo ciò che scrivo non perché ho letto una manciata di Librogame – anche – ma perché ognuno dei milioni di momenti e libri e lacrime e risate e film e drammi e soddisfazioni e poesie della mia vita hanno contribuito a formare questa cosa che ogni giorno vedo davanti allo specchio mentre mi lavo i denti". --- - Sono perfettamente d'accordo con Pietro. ____________ ____________ 2. "Io credo che la letteratura sia fatta di carta rilegata, libri che stanno sulle librerie e credo e mi auguro che non verrà mai rimpiazzata da qualcosa di impalpabile ed elettronico. Questa è l’unica vera guerra da combattere". --- - Qui non sono molto d'accordo. Non credo sia questa "l'unica vera guerra da combattere". E perché mai? Io amo i libri di carta (e li promuovo su questo blog). Ma ritengo che un romanzo rimanga tale a prescindere dal fatto che venga pubblicato su carta o su un sito. Mi risulta che il premio Nobel Elfriede Jelinek ( http://it.wikipedia.org/wiki/Elfriede_Jelinek ) ha pubblicato di recente un suo romanzo online. Un romanzo che, se non ricordo male, non verrà pubblicato su carta. Credo che quel romanzo rimarrà un buon romanzo (ammesso che sia tale... io non l'ho letto) anche se non dovesse mai "beneficiare" della pubblicazione cartacea. @ Paolo
Grazie mille per aver contattato Pietro Grossi.
La sua testimonianza è interessante.
Riporto un paio di stralci:
1. “Una volta nero su bianco, ripeto, è il risultato che conta: ci può piacere o meno, interessare o meno, ma è fuorviante tentare di stabilire tutte le infinite variabili che hanno portato un autore a essere ciò che è, e di conseguenza a scrivere ciò che scrive.
Io sono ciò che sono e scrivo ciò che scrivo non perché ho letto una manciata di Librogame – anche – ma perché ognuno dei milioni di momenti e libri e lacrime e risate e film e drammi e soddisfazioni e poesie della mia vita hanno contribuito a formare questa cosa che ogni giorno vedo davanti allo specchio mentre mi lavo i denti”.

- Sono perfettamente d’accordo con Pietro.
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2. “Io credo che la letteratura sia fatta di carta rilegata, libri che stanno sulle librerie e credo e mi auguro che non verrà mai rimpiazzata da qualcosa di impalpabile ed elettronico. Questa è l’unica vera guerra da combattere”.

- Qui non sono molto d’accordo. Non credo sia questa “l’unica vera guerra da combattere”. E perché mai?
Io amo i libri di carta (e li promuovo su questo blog). Ma ritengo che un romanzo rimanga tale a prescindere dal fatto che venga pubblicato su carta o su un sito.
Mi risulta che il premio Nobel Elfriede Jelinek ( http://it.wikipedia.org/wiki/Elfriede_Jelinek ) ha pubblicato di recente un suo romanzo online. Un romanzo che, se non ricordo male, non verrà pubblicato su carta. Credo che quel romanzo rimarrà un buon romanzo (ammesso che sia tale… io non l’ho letto) anche se non dovesse mai “beneficiare” della pubblicazione cartacea.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28417 Sergio Sozi Sun, 06 Apr 2008 22:08:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28417 Giocolibri. Librigioco. Anch'io scrivo come cinquant'anni fa. Ma in piu' italianizzo testardamente. Solo che se uno ha letto questi o altri libri si vede anche quando scrive un proprio libro. Se non ha letto si vede anche (quando non rifanno tutto d'accapo i ''collaboratori editoriali''). Infatti mi piacerebbe che a ''parlare'' fossero i testi originali ''intoccati'' degli autori, non tanto le versioni finali edite. Ne vedremmo delle belle, sig. Grossi, delle belle e divertenti. Metterei per legge il divieto di modifica di un testo originale in fase di stampa. Cordialmente Sozi Giocolibri. Librigioco. Anch’io scrivo come cinquant’anni fa. Ma in piu’ italianizzo testardamente. Solo che se uno ha letto questi o altri libri si vede anche quando scrive un proprio libro. Se non ha letto si vede anche (quando non rifanno tutto d’accapo i ”collaboratori editoriali”).
Infatti mi piacerebbe che a ”parlare” fossero i testi originali ”intoccati” degli autori, non tanto le versioni finali edite.
Ne vedremmo delle belle, sig. Grossi, delle belle e divertenti. Metterei per legge il divieto di modifica di un testo originale in fase di stampa.
Cordialmente
Sozi

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Di: Paolo Cacciolati http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28413 Paolo Cacciolati Sun, 06 Apr 2008 21:31:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28413 Ciao a tutti! Mi permetto di riportare alcune considerazioni di Pietro Grossi in una mail che mi ha indirizzato. Mi pare esprima cose molto interessanti anche sull'argomento del nostro post. "...ho dato un occhio al "post" (mi sembra che si chiami così: frequento poco la rete) e alla tua precisazione. Intanto grazie per aver corretto il tiro nei miei confronti: mi erano ovviamente stati segnalati in precedenza gli articoli che mi chiamavano in causa e tutte le volte mi dispiaceva un po', mi pareva che prendessero una parte del mio intervento su Ttl e ne facessero una mongolfiera: è vero, dicevo di dovere la mia passione per la lettura (non letteratura, è diverso) ai Librogame, ma dicevo anche che avevo dodici anni e li rubavo al mare e che poi mi ero innamorato di altro. Tra l'altro c'era un filo di ironia che sarebbe carino ogni tanto qualcuno cogliesse. Vabbè, in ogni caso è sempre divertente scatenare un po' di chiacchiere e riflessioni. Creo adesso un ponte tra la mia vicenda personale e quella invece – più interessante - che riguarda la discussione: un paio di anni fa io e Franchini (scrittore e editor Mondadori) fummo invitati a un incontro comune sul rapporto tra sport - in particolare il pugilato - e letteratura; in quella occasione Antonio disse una cosa che cito spesso e trovo calzante: in letteratura quello che conta è il risultato. Lo disse in quell'occasione parlando di tutt'altro, ma secondo me qui invece arriva presto al dunque: ha davvero così tanta importanza da dove arrivino gli autori, ha davvero così tanta importanza se un autore abbia fatto il manovale o il bancario o letto Proust o Paperino? O ha importanza quello che c'è nero su bianco quando prendiamo in mano un suo libro? E' sempre più divertente citare le proprie critiche che i propri elogi: D'Orrico sul Magazine del Corriere mi ha liquidato dicendo che - tipico di un Fiorentino - scrivo come se vivessi cinquant'anni fa. "Il tempo passa!" terminava il suo pezzo. Se io non avessi mai scritto quel pezzo su Ttl sarebbe mai venuto in mente a nessuno che potevo essere in qualche modo debitore verso una forma marginale della letteratura come i Librogame? Eccoci al dunque: io credo che la letteratura sia fatta di carta rilegata, libri che stanno sulle librerie e credo e mi auguro che non verrà mai rimpiazzata da qualcosa di impalpabile ed elettronico. Questa è l'unica vera guerra da combattere. Una volta nero su bianco, ripeto, è il risultato che conta: ci può piacere o meno, interessare o meno, ma è fuorviante tentare di stabilire tutte le infinite variabili che hanno portato un autore a essere ciò che è, e di conseguenza a scrivere ciò che scrive. Io sono ciò che sono e scrivo ciò che scrivo non perché ho letto una manciata di Librogame – anche – ma perché ognuno dei milioni di momenti e libri e lacrime e risate e film e drammi e soddisfazioni e poesie della mia vita hanno contribuito a formare questa cosa che ogni giorno vedo davanti allo specchio mentre mi lavo i denti. La verità, alla fine, mi sa che è sempre la stessa: gli autori forse dovrebbero stare più zitti e far parlare di più i libri." Niente male, no? Ciao a tutti!
Mi permetto di riportare alcune considerazioni di Pietro Grossi in una mail che mi ha indirizzato.
Mi pare esprima cose molto interessanti anche sull’argomento del nostro post.
“…ho dato un occhio al “post” (mi sembra che si chiami così: frequento poco la rete) e alla tua precisazione. Intanto grazie per aver corretto il tiro nei miei confronti: mi erano ovviamente stati segnalati in precedenza gli articoli che mi chiamavano in causa e tutte le volte mi dispiaceva un po’, mi pareva che prendessero una parte del mio intervento su Ttl e ne facessero una mongolfiera: è vero, dicevo di dovere la mia passione per la lettura (non letteratura, è diverso) ai Librogame, ma dicevo anche che avevo dodici anni e li rubavo al mare e che poi mi ero innamorato di altro. Tra l’altro c’era un filo di ironia che sarebbe carino ogni tanto qualcuno cogliesse. Vabbè, in ogni caso è sempre divertente scatenare un po’ di chiacchiere e riflessioni. Creo adesso un ponte tra la mia vicenda personale e quella invece – più interessante – che riguarda la discussione: un paio di anni fa io e Franchini (scrittore e editor Mondadori) fummo invitati a un incontro comune sul rapporto tra sport – in particolare il pugilato – e letteratura; in quella occasione Antonio disse una cosa che cito spesso e trovo calzante: in letteratura quello che conta è il risultato. Lo disse in quell’occasione parlando di tutt’altro, ma secondo me qui invece arriva presto al dunque: ha davvero così tanta importanza da dove arrivino gli autori, ha davvero così tanta importanza se un autore abbia fatto il manovale o il bancario o letto Proust o Paperino? O ha importanza quello che c’è nero su bianco quando prendiamo in mano un suo libro?
E’ sempre più divertente citare le proprie critiche che i propri elogi: D’Orrico sul Magazine del Corriere mi ha liquidato dicendo che – tipico di un Fiorentino – scrivo come se vivessi cinquant’anni fa. “Il tempo passa!” terminava il suo pezzo. Se io non avessi mai scritto quel pezzo su Ttl sarebbe mai venuto in mente a nessuno che potevo essere in qualche modo debitore verso una forma marginale della letteratura come i Librogame?
Eccoci al dunque: io credo che la letteratura sia fatta di carta rilegata, libri che stanno sulle librerie e credo e mi auguro che non verrà mai rimpiazzata da qualcosa di impalpabile ed elettronico. Questa è l’unica vera guerra da combattere.
Una volta nero su bianco, ripeto, è il risultato che conta: ci può piacere o meno, interessare o meno, ma è fuorviante tentare di stabilire tutte le infinite variabili che hanno portato un autore a essere ciò che è, e di conseguenza a scrivere ciò che scrive.
Io sono ciò che sono e scrivo ciò che scrivo non perché ho letto una manciata di Librogame – anche – ma perché ognuno dei milioni di momenti e libri e lacrime e risate e film e drammi e soddisfazioni e poesie della mia vita hanno contribuito a formare questa cosa che ogni giorno vedo davanti allo specchio mentre mi lavo i denti.
La verità, alla fine, mi sa che è sempre la stessa: gli autori forse dovrebbero stare più zitti e far parlare di più i libri.”

Niente male, no?

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28404 Sergio Sozi Sun, 06 Apr 2008 20:55:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28404 (Una cosa pero' te la dico ora, Marilu': io non dispererei con gli Italiani autoctoni: solo che bisogna far loro capire quanto debbano aver un vitale, ''primitivo'' bisogno delle loro radici. Mettiamo loro paura, ''scacaccio'', come si dice in Umbria, e vedrai che ci seguiranno. Ma servono le maniere forti: ''Guardate che perdersi la Storia d'Italia vuol dire perdere se stessi, ossia trovarsi ad esser vittime dei piu' forti, dei rampanti incapaci, dei prepotenti e dei mafiosi, dei burini, degli sfruttatori! Vuol dire restare senza parole con un/a fidanzata e farsi lasciare dopo una settimana''. Diciamo loro anche (anche, non solo) questo e vedrai, Maria Lucia... Vedrai come verranno nell'ovile). (Una cosa pero’ te la dico ora, Marilu’: io non dispererei con gli Italiani autoctoni: solo che bisogna far loro capire quanto debbano aver un vitale, ”primitivo” bisogno delle loro radici. Mettiamo loro paura, ‘’scacaccio”, come si dice in Umbria, e vedrai che ci seguiranno. Ma servono le maniere forti: ”Guardate che perdersi la Storia d’Italia vuol dire perdere se stessi, ossia trovarsi ad esser vittime dei piu’ forti, dei rampanti incapaci, dei prepotenti e dei mafiosi, dei burini, degli sfruttatori! Vuol dire restare senza parole con un/a fidanzata e farsi lasciare dopo una settimana”. Diciamo loro anche (anche, non solo) questo e vedrai, Maria Lucia… Vedrai come verranno nell’ovile).

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28402 Sergio Sozi Sun, 06 Apr 2008 20:47:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28402 P.S. Siccome stasera devo studiare lo sloveno, rimando a domani le mie risposte. Con te non manco di rispondere puntualmente, perche' qualsiasi cosa tu dica la stimo e la sento, la vedo chiaramente, la valuto come merita. A demain. Sergio P.S.
Siccome stasera devo studiare lo sloveno, rimando a domani le mie risposte. Con te non manco di rispondere puntualmente, perche’ qualsiasi cosa tu dica la stimo e la sento, la vedo chiaramente, la valuto come merita. A demain.
Sergio

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28401 Sergio Sozi Sun, 06 Apr 2008 20:45:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28401 Maria Lucia, se continui ti pago io a cottimo! E' un piacere! Maria Lucia,
se continui ti pago io a cottimo! E’ un piacere!

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28396 eventounico Sun, 06 Apr 2008 20:00:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28396 Maria Lucia sono contento che tu abbia citato Shakespeare che Harold Bloom pone allo stesso livello di Dante (e Cervantes in verità). Maria Lucia sono contento che tu abbia citato Shakespeare che Harold Bloom pone allo stesso livello di Dante (e Cervantes in verità).

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28368 Maria Lucia Riccioli Sun, 06 Apr 2008 16:44:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28368 Canone 2 la vendetta. Dante, Petrarca, Tasso, Manzoni sono canonici - fa tanto cattedrale, vero? Beh, è un po' così. Se la letteratura è una cattedrale, immagino i suddetti tizi come i canonici... :-) Shakespeare, Eschilo... Il canone occidentale si nutre di questi tizi da secoli. Dobbiamo farci i conti, necessariamente. Divoro classici da anni. Anche se non disdegno i contemporanei. Oggi la vedo un'emergenza scolastica. I ragazzi stanno perdendo - sradicati! Pecorelle senza pastore! - la memoria personale. Non sanno i nomi e le date di nascita e morte dei nonni. Che gliene può fregare di Dante? Di Alessandro Magno? L'Italia sta perdendo la sua memoria storica. Ripeto: io spero negli immigrati. Chissà che uno srilankese non studi e non diventi professore di letteratura italiana e non la ami più di me. Scrittori: recuperiamo il canone. Facciamolo nostro. Ci faremo le ossa per scrivere noi. Abbiamo avuto tutti bisogno del girello o del box da piccoli! Però non facciamocene schiavi, come non l'hanno fatto gli innovatori, quelli autentici. Canone 3. La teoria dell'imitazione è stata una di quelle più dibattute e praticate nei secoli e nelle varie letterature. C'era chi parlava di ape che succhia da tutti i fiori e compone il suo nettare personale, c'era chi parlava della necessità di imitare un solo autore e quasi trasformarsi in lui. Canone al quadrato! La teoria più intelligente era quella padre/figlio. Qual è l'autore che consideriamo più vicino? Imitiamolo ma somigliamogli come un figlio inizia al padre. Lo ricorda ma è una persona a sé. Scegliamo un autore come sceglieremmo un amico, uno a cui telefonare, dopo, per dirgli: "Anche tu?". Questo è canone. Quello che ci fa crescere e che fa crescere e progredire la letteratura. CIAO A TUTTI E W LA LETTERATURA, SEMPRE, SU PAPIRO, TAVOLETTA, CARTA, PC, MP3, CD ROM... Canone 2 la vendetta.
Dante, Petrarca, Tasso, Manzoni sono canonici – fa tanto cattedrale, vero? Beh, è un po’ così. Se la letteratura è una cattedrale, immagino i suddetti tizi come i canonici…
:-)
Shakespeare, Eschilo… Il canone occidentale si nutre di questi tizi da secoli. Dobbiamo farci i conti, necessariamente.
Divoro classici da anni. Anche se non disdegno i contemporanei. Oggi la vedo un’emergenza scolastica. I ragazzi stanno perdendo – sradicati! Pecorelle senza pastore! – la memoria personale. Non sanno i nomi e le date di nascita e morte dei nonni. Che gliene può fregare di Dante? Di Alessandro Magno?
L’Italia sta perdendo la sua memoria storica.
Ripeto: io spero negli immigrati. Chissà che uno srilankese non studi e non diventi professore di letteratura italiana e non la ami più di me.
Scrittori: recuperiamo il canone. Facciamolo nostro. Ci faremo le ossa per scrivere noi. Abbiamo avuto tutti bisogno del girello o del box da piccoli!
Però non facciamocene schiavi, come non l’hanno fatto gli innovatori, quelli autentici.
Canone 3.
La teoria dell’imitazione è stata una di quelle più dibattute e praticate nei secoli e nelle varie letterature. C’era chi parlava di ape che succhia da tutti i fiori e compone il suo nettare personale, c’era chi parlava della necessità di imitare un solo autore e quasi trasformarsi in lui. Canone al quadrato! La teoria più intelligente era quella padre/figlio. Qual è l’autore che consideriamo più vicino? Imitiamolo ma somigliamogli come un figlio inizia al padre. Lo ricorda ma è una persona a sé. Scegliamo un autore come sceglieremmo un amico, uno a cui telefonare, dopo, per dirgli: “Anche tu?”.
Questo è canone. Quello che ci fa crescere e che fa crescere e progredire la letteratura.
CIAO A TUTTI E W LA LETTERATURA, SEMPRE, SU PAPIRO, TAVOLETTA, CARTA, PC, MP3, CD ROM…

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28367 Maria Lucia Riccioli Sun, 06 Apr 2008 16:28:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28367 Stefano, la tua storia sull'insegnante e la bidella mi ha fatto un po' tristezza dopo avermi fatta ridere... molti insegnanti non sono aggiornati culturalmente e spesso non leggono. La tua bidella mi ricorda "L'eleganza del riccio" e la portiera coltissima snobbata dagli inquilini... Stefano, la tua storia sull’insegnante e la bidella mi ha fatto un po’ tristezza dopo avermi fatta ridere… molti insegnanti non sono aggiornati culturalmente e spesso non leggono. La tua bidella mi ricorda “L’eleganza del riccio” e la portiera coltissima snobbata dagli inquilini…

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28365 Maria Lucia Riccioli Sun, 06 Apr 2008 16:25:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28365 Fausta cara! Che bello! Mi fai arrossire... Sei tu squisita a dire questo di me. Parlarti è stato un autentico piacere e ti auguro tanta fortuna per il tuo lavoro... soprattutto spero che sulla tua vita - e sul tuo splendido progetto - piova una manna di benedizioni!!! :-) Fausta cara! Che bello! Mi fai arrossire… Sei tu squisita a dire questo di me. Parlarti è stato un autentico piacere e ti auguro tanta fortuna per il tuo lavoro… soprattutto spero che sulla tua vita – e sul tuo splendido progetto – piova una manna di benedizioni!!!
:-)

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28364 Maria Lucia Riccioli Sun, 06 Apr 2008 16:18:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28364 Caro Massi, scrivo solo adesso perché sono stata e sono affogata dai compiti da correggere...pagellini! Parola e concetto da brivido! :-) Il canone. Sergio, hai ragione su grammatica e sintassi, ma la grammatica e la sintassi come il dizionario sono come una trasmissione in differita perché lingua e letteratura sono realtà fluide e in evoluzione continua. Pensiamo agli sforzi classificatori dei botanici, dei chimici... la realtà però è più grande e complessa... I paletti si spostano come l'orizzonte sempre più in là. Grammatica e sintassi sono per me come degli argini che agevolano il fluire del fuime della lingua e della letteratura, permettono di comprendere quanto è stato detto e scritto prima di noi e di parlare e scrivere a nostra volta. Però spesso gli argini saltano, il fiume cambia corso, ci sono sconvolgimenti climatici... O il fiume viene inquinato da chi non sa le regole. Per saperle infrangere bisogna conoscerle! Mozart non sarebbe stato il genio che è senza il durissimo studio di vari strumenti, della composizione, dell'armonia. Caravaggio è un artista geniale. Oggi. Ma all'epoca si fece la sua brava bottega rompendo le regole con la sua intuizione la sua tecnica. In linguistica si parla di idioletto. Noi parliamo italiano ma idioletto è il nostro italiano personale, che come le impronte digitali è personalissimo. L'idioletto di Dante è diventato canone. Perché? Perché è riuscito a coagulare nella sua lingua e nella sua opera lo spirito di un'epoca, la sua cultura, la sua mentalità, il suo modo di sentire. Quanti epigoni ha avuto Petrarca? Infiniti, ma sempre epigoni, che hanno però sovvertito il canone quando, dopo il "guardinfante" che faceva loro muovere i primi passi, hanno trovato la loro personale originale maniera di esprimersi. Ala prossima puntata... è una minaccia!!! :-) Caro Massi, scrivo solo adesso perché sono stata e sono affogata dai compiti da correggere…pagellini! Parola e concetto da brivido!
:-)
Il canone. Sergio, hai ragione su grammatica e sintassi, ma la grammatica e la sintassi come il dizionario sono come una trasmissione in differita perché lingua e letteratura sono realtà fluide e in evoluzione continua. Pensiamo agli sforzi classificatori dei botanici, dei chimici… la realtà però è più grande e complessa…
I paletti si spostano come l’orizzonte sempre più in là.
Grammatica e sintassi sono per me come degli argini che agevolano il fluire del fuime della lingua e della letteratura, permettono di comprendere quanto è stato detto e scritto prima di noi e di parlare e scrivere a nostra volta. Però spesso gli argini saltano, il fiume cambia corso, ci sono sconvolgimenti climatici… O il fiume viene inquinato da chi non sa le regole. Per saperle infrangere bisogna conoscerle!
Mozart non sarebbe stato il genio che è senza il durissimo studio di vari strumenti, della composizione, dell’armonia. Caravaggio è un artista geniale. Oggi. Ma all’epoca si fece la sua brava bottega rompendo le regole con la sua intuizione la sua tecnica.
In linguistica si parla di idioletto. Noi parliamo italiano ma idioletto è il nostro italiano personale, che come le impronte digitali è personalissimo.
L’idioletto di Dante è diventato canone. Perché? Perché è riuscito a coagulare nella sua lingua e nella sua opera lo spirito di un’epoca, la sua cultura, la sua mentalità, il suo modo di sentire. Quanti epigoni ha avuto Petrarca? Infiniti, ma sempre epigoni, che hanno però sovvertito il canone quando, dopo il “guardinfante” che faceva loro muovere i primi passi, hanno trovato la loro personale originale maniera di esprimersi.
Ala prossima puntata…
è una minaccia!!!
:-)

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28317 Carlo S. Sun, 06 Apr 2008 09:50:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28317 Quanto a Dorè, Sergio, quello è apparato iconografico aggiuntivo, e non contaminazione. Diverso è il caso di Gian Burrasca per esempio, dove i disegni sono parte integrante dell'opera, che non può prescinderene. Nota anche come cambia lo stile del disegno dall'inizio alla fine del giornalino: Giannino è cresciuto e anche il suo segno si è evoluto. Nessuno si può sognare di farne un'edizione senza le figure: sraebbe un'edizione mutilata. Lo stesso vale per Sebald e le sue foto (aridaje co 'sto Sebald direte voi, ma io pervicacemente insisto) o per l'Ultimo parallelo di Filippo Tuena. Palesi gli esempi già fatti nel caso di Buzzati. E qui mi fermo (definitivamente forse qualcuno spera, e io son disposto ad accontentarlo). Quanto a Dorè, Sergio, quello è apparato iconografico aggiuntivo, e non contaminazione.
Diverso è il caso di Gian Burrasca per esempio, dove i disegni sono parte integrante dell’opera, che non può prescinderene. Nota anche come cambia lo stile del disegno dall’inizio alla fine del giornalino: Giannino è cresciuto e anche il suo segno si è evoluto. Nessuno si può sognare di farne un’edizione senza le figure: sraebbe un’edizione mutilata.
Lo stesso vale per Sebald e le sue foto (aridaje co ’sto Sebald direte voi, ma io pervicacemente insisto) o per l’Ultimo parallelo di Filippo Tuena.
Palesi gli esempi già fatti nel caso di Buzzati.
E qui mi fermo (definitivamente forse qualcuno spera, e io son disposto ad accontentarlo).

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28316 Carlo S. Sun, 06 Apr 2008 09:42:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28316 M i associo a Evento nel quotare quello che in sintesi coglie di essenziale nel discorso di Lorenzo, e che sottosctrivo anche io. Se mi sono dilungato troppo su canoni e codici era per cercare di guardare oltre il semplice libro elettronico, sul quale siamo più o meno già tutti d'accordo, come rileva anche Enrico. Ma sono le possibilità di contaminazioni ad intrigarmi e a cercare di vedere un pò più lontano..... M i associo a Evento nel quotare quello che in sintesi coglie di essenziale nel discorso di Lorenzo, e che sottosctrivo anche io. Se mi sono dilungato troppo su canoni e codici era per cercare di guardare oltre il semplice libro elettronico, sul quale siamo più o meno già tutti d’accordo, come rileva anche Enrico. Ma sono le possibilità di contaminazioni ad intrigarmi e a cercare di vedere un pò più lontano…..

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28311 Enrico Gregori Sun, 06 Apr 2008 09:03:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28311 Io avevo inteso che il dibattito vertesse (più che altro) su chi legge piuttosto che su chi scrive. Ossia sulla possibilità di avere un libro tra le mani o invece leggerlo accecandosi davanti allo schermo del computer. Per chi scrive, in realtà, ho già espresso più su il mio concetto sull'integrazione dei mezzi. Quindi non mi ripeto. Io avevo inteso che il dibattito vertesse (più che altro) su chi legge piuttosto che su chi scrive. Ossia sulla possibilità di avere un libro tra le mani o invece leggerlo accecandosi davanti allo schermo del computer.
Per chi scrive, in realtà, ho già espresso più su il mio concetto sull’integrazione dei mezzi. Quindi non mi ripeto.

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28310 eventounico Sun, 06 Apr 2008 09:00:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28310 Zaub la mia risposta la conosci. Zaub la mia risposta la conosci.

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-4/#comment-28309 eventounico Sun, 06 Apr 2008 08:59:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28309 "Per ora chiudo qui, ripetendo che il problema esistente tra la letteratura in rete o nel libro dipende dalle nostre capacità di farle nostre, cioè di renderle vive e care nella nostra anima, tanto da ritrovarci in lei, ogni volta che entriamo nel mezzo o apriamo un libro. Una cosa sia però chiara: e´sempre stato così con il nuovo, perché tanto eravamo abituati al vecchio, in effetti però non cambia nulla, solo la forma, alla quale si è aggiunta la sveltezza odierna che sempre aumenterà, di eseguire operazioni che ci diano l’impressione di muoverci, progredire e provare felicità." Lorenzo nulla da aggiungere. “Per ora chiudo qui, ripetendo che il problema esistente tra la letteratura in rete o nel libro dipende dalle nostre capacità di farle nostre, cioè di renderle vive e care nella nostra anima, tanto da ritrovarci in lei, ogni volta che entriamo nel mezzo o apriamo un libro.
Una cosa sia però chiara: e´sempre stato così con il nuovo, perché tanto eravamo abituati al vecchio, in effetti però non cambia nulla, solo la forma, alla quale si è aggiunta la sveltezza odierna che sempre aumenterà, di eseguire operazioni che ci diano l’impressione di muoverci, progredire e provare felicità.”

Lorenzo nulla da aggiungere.

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Di: russo lorenzo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28307 russo lorenzo Sun, 06 Apr 2008 08:26:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28307 Massimo, Carlo S., e gli altri interessati: Perché non lasciate una volta i vostri commenti abituali, che pur con piacere leggo ormai ogni giorno, ma che mi fanno ricordare più i metodi usati nella scuola e non le esperienze personali della vita. Sono le esperienze fatte da ognuno di noi al confronto con gli avvenimenti incontrati nella propria vita, sono le nuove da voler fare, quelle che sorgono curando lo stimolo di analizzare, riflettere, meditare per formarci ad aprirci la mente verso la nostra elevazione. Da esse, percepiamo infine di essere simili e quindi un’imitazione infinitesimale di un processo, il cui principio base è ancora la concorrenza, fino all’eliminazione del prossimo per non essere eliminato da lui. È un principio primitivo, come la parola stessa ci indica, che l’avvento del cristianesimo non gli ha impedito di agire ancora in noi, nonostante i nostri sforzi a superarlo. Duemila anni di cristianesimo sono pochi, per mutare ciò che millenni di storia umana fin dalle sue origini hanno definito e reso necessario. L’impegno alla realizzazione di ciò che io definisco la liberazione del proprio “io” rimutandolo nell’originario “noi”, che un processo assai complicato e ancora irriconoscibile nei suoi elementi ha messo in atto, richiederà ancora molto tempo, nel quale i nostri diversi tentativi, seppur intesi bene, falliranno a causa delle nostre limitatezze non definitivamente superate. Da soli non ci riusciremo mai; la forza decisiva finale potrà venire solo dal Creato con il suo dominante influsso sul nostro agire. È una forza contenuta e dipendente della sua composizione complessa di sistemi subordinati e complementari. Il gran meccanismo in moto fin dall’inizio ha i presupposti per il raggiungimento del fine finale, quello di stabilire armonia e giustizia, o totale distruzione. A lui non interessa un granché, se i suoi interventi ci lasciano sofferenti, disorientati, distrutti, tutti segni della nostra inferiorità; le sue forze, necessariamente gigantesche per contenere il tutto, non possono che essere violente e distruttrici nel loro manifestarsi, anche quando creano una mutazione migliore per noi. Da qui, la mia definizione della libertà personale, che ritengo limitata e subordinata da quella, o quelle, superiori a lei. Mi viene spesso di paragonare la nostra esistenza al gioco degli scacchi. In esso occupa ognuno di noi un ruolo predefinito e necessario al raggiungimento dello stato globale finale. Nei vincitori si ritroveranno tutti i loro compagni di lotta, ma anche i perdenti, secondo il mio concetto dell’unità dell’Universo intero. Non è così che l’ucciso, l’assassinato lascia impronte proprie nel suo uccisore, nel suo assassino, tanto da influirlo, prima o poi, nei suoi pensieri e azioni? Sulla reciprocità delle influenze nei rapporti umani, ho scritto una recensione nella quale mi sono lasciato ispirare dal vagabondare di Ulisse, che, come per espiare le sue innumerevoli colpe commesse, vagabondò per ben dieci anni, prima di rimeritarsi l’amore della moglie Penelope, esempio di costanza e fedeltà a sé stessa. Penso che il grande Dante e molti altri geni della letteratura abbiano avuto una visione analoga del Creato, pur con le obbligate limitazioni, colmate a sua volta dalla loro immaginazione e fantasia, dovute alla mancata conoscenza delle adeguate nozioni scientifiche. Il processo delle cognizioni richiede le stesse forme d’attesa, condizione dell’animo sorretto dallo spirito, così che ognuno che voglia raggiungerle debba sottoporsi alle stesse condizioni creative. I geniali, gli originali, da non confondere con i sapienti che a dire il vero non è proprio della razza umana, fungono da esempi da imitare per i volenterosi rimasti indietro, i dormienti, disinteressati e altri. La letteratura moderna è scarsa di esempi vivi che ci illuminino nel labirinto del superfluo che creiamo in ogni attività denominata avanzata e progredita. Gli scrittori moderni sono necessari, quando sanno rischiarire la confusione creata della modernità stessa, semplificando i concetti dominanti, gli stimoli strapazzati dalla velocità del vivere e indicando la via del rinnovamento. Ogni epoca ha dunque i suoi eroi, i suoi personaggi che la definiscono e i suoi perdenti che, privi della riconoscenza dei loro valori, non vengono compresi e sostenuti. Per ora chiudo qui, ripetendo che il problema esistente tra la letteratura in rete o nel libro dipende dalle nostre capacità di farle nostre, cioè di renderle vive e care nella nostra anima, tanto da ritrovarci in lei, ogni volta che entriamo nel mezzo o apriamo un libro. Una cosa sia però chiara: e´sempre stato così con il nuovo, perché tanto eravamo abituati al vecchio, in effetti però non cambia nulla, solo la forma, alla quale si è aggiunta la sveltezza odierna che sempre aumenterà, di eseguire operazioni che ci diano l’impressione di muoverci, progredire e provare felicità. Ringrazio Massimo della cordiale ospitalità, ma anche chi ha mostrato interesse a leggermi. Saluti a tutti. Lorenzo Massimo, Carlo S., e gli altri interessati:
Perché non lasciate una volta i vostri commenti abituali, che pur con piacere leggo ormai ogni giorno, ma che mi fanno ricordare più i metodi usati nella scuola e non le esperienze personali della vita.
Sono le esperienze fatte da ognuno di noi al confronto con gli avvenimenti incontrati nella propria vita, sono le nuove da voler fare, quelle che sorgono curando lo stimolo di analizzare, riflettere, meditare per formarci ad aprirci la mente verso la nostra elevazione.
Da esse, percepiamo infine di essere simili e quindi un’imitazione infinitesimale di un processo, il cui principio base è ancora la concorrenza, fino all’eliminazione del prossimo per non essere eliminato da lui.
È un principio primitivo, come la parola stessa ci indica, che l’avvento del cristianesimo non gli ha impedito di agire ancora in noi, nonostante i nostri sforzi a superarlo.
Duemila anni di cristianesimo sono pochi, per mutare ciò che millenni di storia umana fin dalle sue origini hanno definito e reso necessario.
L’impegno alla realizzazione di ciò che io definisco la liberazione del proprio “io” rimutandolo nell’originario “noi”, che un processo assai complicato e ancora irriconoscibile nei suoi elementi ha messo in atto, richiederà ancora molto tempo, nel quale i nostri diversi tentativi, seppur intesi bene, falliranno a causa delle nostre limitatezze non definitivamente superate.
Da soli non ci riusciremo mai; la forza decisiva finale potrà venire solo dal Creato con il suo dominante influsso sul nostro agire. È una forza contenuta e dipendente della sua composizione complessa di sistemi subordinati e complementari.
Il gran meccanismo in moto fin dall’inizio ha i presupposti per il raggiungimento del fine finale, quello di stabilire armonia e giustizia, o totale distruzione.
A lui non interessa un granché, se i suoi interventi ci lasciano sofferenti, disorientati, distrutti, tutti segni della nostra inferiorità; le sue forze, necessariamente gigantesche per contenere il tutto, non possono che essere violente e distruttrici nel loro manifestarsi, anche quando creano una mutazione migliore per noi.
Da qui, la mia definizione della libertà personale, che ritengo limitata e subordinata da quella, o quelle, superiori a lei.
Mi viene spesso di paragonare la nostra esistenza al gioco degli scacchi. In esso occupa ognuno di noi un ruolo predefinito e necessario al raggiungimento dello stato globale finale. Nei vincitori si ritroveranno tutti i loro compagni di lotta, ma anche i perdenti, secondo il mio concetto dell’unità dell’Universo intero.
Non è così che l’ucciso, l’assassinato lascia impronte proprie nel suo uccisore, nel suo assassino, tanto da influirlo, prima o poi, nei suoi pensieri e azioni?
Sulla reciprocità delle influenze nei rapporti umani, ho scritto una recensione nella quale mi sono lasciato ispirare dal vagabondare di Ulisse, che, come per espiare le sue innumerevoli colpe commesse, vagabondò per ben dieci anni, prima di rimeritarsi l’amore della moglie Penelope, esempio di costanza e fedeltà a sé stessa.
Penso che il grande Dante e molti altri geni della letteratura abbiano avuto una visione analoga del Creato, pur con le obbligate limitazioni, colmate a sua volta dalla loro immaginazione e fantasia, dovute alla mancata conoscenza delle adeguate nozioni scientifiche.
Il processo delle cognizioni richiede le stesse forme d’attesa, condizione dell’animo sorretto dallo spirito, così che ognuno che voglia raggiungerle debba sottoporsi alle stesse condizioni creative.
I geniali, gli originali, da non confondere con i sapienti che a dire il vero non è proprio della razza umana, fungono da esempi da imitare per i volenterosi rimasti indietro, i dormienti, disinteressati e altri.
La letteratura moderna è scarsa di esempi vivi che ci illuminino nel labirinto del superfluo che creiamo in ogni attività denominata avanzata e progredita.
Gli scrittori moderni sono necessari, quando sanno rischiarire la confusione creata della modernità stessa, semplificando i concetti dominanti, gli stimoli strapazzati dalla velocità del vivere e indicando la via del rinnovamento.
Ogni epoca ha dunque i suoi eroi, i suoi personaggi che la definiscono e i suoi perdenti che, privi della riconoscenza dei loro valori, non vengono compresi e sostenuti.
Per ora chiudo qui, ripetendo che il problema esistente tra la letteratura in rete o nel libro dipende dalle nostre capacità di farle nostre, cioè di renderle vive e care nella nostra anima, tanto da ritrovarci in lei, ogni volta che entriamo nel mezzo o apriamo un libro.
Una cosa sia però chiara: e´sempre stato così con il nuovo, perché tanto eravamo abituati al vecchio, in effetti però non cambia nulla, solo la forma, alla quale si è aggiunta la sveltezza odierna che sempre aumenterà, di eseguire operazioni che ci diano l’impressione di muoverci, progredire e provare felicità.
Ringrazio Massimo della cordiale ospitalità, ma anche chi ha mostrato interesse a leggermi.
Saluti a tutti.
Lorenzo

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28304 zauberei Sun, 06 Apr 2008 06:55:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28304 Sapete perchè partecipo blandamente a questo dibattito? Anche se ci sono opinioni interessanti? alcune delle quali ho sottoscritto, altre magari solo rispettato nella loro logicità interna anche se non condivise? Perchè dopo riflessione ho pensato: in finale, questa è una discussione oziosa. Seghe alle code dei gatti. In specie se imperneate sul concetto di canone. Fosse sui destini economici della letteratura e di come essi cambiano, capirei. Ma quando qualcuno scrive sul serio, scrive per l'urgenza narrativa che ha, quanto gliene fotte del mezzo? mi chiedo? Varia così tanto? quando la vis scribacchina germoglia? O il mezzo invece è piuttosto una questione di editing? Editing che per altro di solito non è altro che un tizio alle forze della conservazione e che stabilisce dei canoni sulla base del già scritto e già pubblicato prima del presente. Il mezzo costringe una parte della produzione, ma è pur sempre una parte secondaria. So che a codesto pubblico acculturato l'esempio dei blog che diventano libri potrebbe creare orrore, io ne ho in mente due o tre, e nel loro modo sono molto gradevoli. L'esempio di Pulsatilla, l'esempio di Pornoromantica. Qui la questione non è se Pulsatilla e Pornoromantica siano Proust, sono entrambe donne molto intelligenti e la loro intelligenza sta anche nel fatto che almeno per il momento non sono Proust. Ma voglio invece sottolienare come, il passaggio dal blog al libro, ha fatto ricambiare da capo la loro narrazione in senso di formato, ma la salsa, lo stile e i modi sono rimasti gli stessi. I quali - per inciso, per quanto gradevoli - non sono sta' grande novità sotto il profilo editoriale. Rientrano in un certo filone umoristico che è di per se un genere. Genere che forse Sozi non considererà letteratura, ma io che pure in merito ho pretese piuttosto alte, preferisco considerare letteratura una frivolezza ben scritta che delle belle ambizioni profonde senza qualità - e oh, le librerie ne sono zeppe, nonchè i magazzini dell'editoria. E quando il nostro evento scrive le sue poesie sul suo blog, cari miei, pensate che se le vedesse sulla carta stampata le scriverebbe in un altro modo? E quando io scrivo sul mio blog? Forse sulla carta toglierei qualche amicco, qualche parolaccia. Editing. Ma insomma, non possiamo sottovalutare che la iattura dell'essere umano è quella di essere sempre uguale a se stesso. Sapete perchè partecipo blandamente a questo dibattito? Anche se ci sono opinioni interessanti? alcune delle quali ho sottoscritto, altre magari solo rispettato nella loro logicità interna anche se non condivise?
Perchè dopo riflessione ho pensato: in finale, questa è una discussione oziosa. Seghe alle code dei gatti. In specie se imperneate sul concetto di canone. Fosse sui destini economici della letteratura e di come essi cambiano, capirei.
Ma quando qualcuno scrive sul serio, scrive per l’urgenza narrativa che ha, quanto gliene fotte del mezzo? mi chiedo? Varia così tanto? quando la vis scribacchina germoglia? O il mezzo invece è piuttosto una questione di editing? Editing che per altro di solito non è altro che un tizio alle forze della conservazione e che stabilisce dei canoni sulla base del già scritto e già pubblicato prima del presente. Il mezzo costringe una parte della produzione, ma è pur sempre una parte secondaria. So che a codesto pubblico acculturato l’esempio dei blog che diventano libri potrebbe creare orrore, io ne ho in mente due o tre, e nel loro modo sono molto gradevoli. L’esempio di Pulsatilla, l’esempio di Pornoromantica. Qui la questione non è se Pulsatilla e Pornoromantica siano Proust, sono entrambe donne molto intelligenti e la loro intelligenza sta anche nel fatto che almeno per il momento non sono Proust. Ma voglio invece sottolienare come, il passaggio dal blog al libro, ha fatto ricambiare da capo la loro narrazione in senso di formato, ma la salsa, lo stile e i modi sono rimasti gli stessi. I quali – per inciso, per quanto gradevoli – non sono sta’ grande novità sotto il profilo editoriale. Rientrano in un certo filone umoristico che è di per se un genere. Genere che forse Sozi non considererà letteratura, ma io che pure in merito ho pretese piuttosto alte, preferisco considerare letteratura una frivolezza ben scritta che delle belle ambizioni profonde senza qualità – e oh, le librerie ne sono zeppe, nonchè i magazzini dell’editoria.
E quando il nostro evento scrive le sue poesie sul suo blog, cari miei, pensate che se le vedesse sulla carta stampata le scriverebbe in un altro modo?
E quando io scrivo sul mio blog? Forse sulla carta toglierei qualche amicco, qualche parolaccia. Editing. Ma insomma, non possiamo sottovalutare che la iattura dell’essere umano è quella di essere sempre uguale a se stesso.

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Di: Laura http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28303 Laura Sun, 06 Apr 2008 06:07:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28303 Massimo tu dici che in Italia siamo poco conessi alla rete, ma forse dimentichi il fatto che in molte parti d'Italia la connessione è ancora al di là da venire. Adesso senza volere incolpare quacuno di questo è un dato di fatto su cui bisogna meditare. E' che a volte ci illudiamo di vivere in un Paese tecnologicamente evoluto mentre la realtà è ben diversa. Per esempio io vivo in Sicilia, come te del resto, è sappiamo benissimo qual'è la situazione delle ferrovie. Per andare da Palermo a Modica si impiega 10 ore. La realtà è che anche tecnologicamente l'Italia è divisa in due. E noi continuiamo a votare prima Cuffaro ed adesso voteranno Lombardo. A proposito di quest'ultimo si dice, e tu dovresti saperne qualcosa, che abbia comprato per pochi euro la biblioteca di Verga promettendo di donarla alla regione Sicilia ed invece se l'è tenuta lui. Ma tu Massimo cosa fai per la tua Sicilia? Massimo tu dici che in Italia siamo poco conessi alla rete, ma forse dimentichi il fatto che in molte parti d’Italia la connessione è ancora al di là da venire. Adesso senza volere incolpare quacuno di questo è un dato di fatto su cui bisogna meditare. E’ che a volte ci illudiamo di vivere in un Paese tecnologicamente evoluto mentre la realtà è ben diversa. Per esempio io vivo in Sicilia, come te del resto, è sappiamo benissimo qual’è la situazione delle ferrovie. Per andare da Palermo a Modica si impiega 10 ore. La realtà è che anche tecnologicamente l’Italia è divisa in due. E noi continuiamo a votare prima Cuffaro ed adesso voteranno Lombardo. A proposito di quest’ultimo si dice, e tu dovresti saperne qualcosa, che abbia comprato per pochi euro la biblioteca di Verga promettendo di donarla alla regione Sicilia ed invece se l’è tenuta lui. Ma tu Massimo cosa fai per la tua Sicilia?

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Di: Laura http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28302 Laura Sun, 06 Apr 2008 05:22:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28302 Ma visto che siamo in tempi elettorali, la Letteratura cosa vota? Ma visto che siamo in tempi elettorali, la Letteratura cosa vota?

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28298 Sergio Sozi Sat, 05 Apr 2008 23:59:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28298 P.S. Cio' non toglie che le illustrazioni della Divina Commedia di Gustavo Dore' siano eccellenti. Ma sono state aggiunte dopo da altri: la Commedia reggeva benissimo da solo. E regge ancora. Facciamo qualcosa di analogo, anche se diverso, ovviamente, e ne saremo all'altezza. E rido. P.S.
Cio’ non toglie che le illustrazioni della Divina Commedia di Gustavo Dore’ siano eccellenti. Ma sono state aggiunte dopo da altri: la Commedia reggeva benissimo da solo. E regge ancora. Facciamo qualcosa di analogo, anche se diverso, ovviamente, e ne saremo all’altezza. E rido.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28296 Sergio Sozi Sat, 05 Apr 2008 23:51:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28296 Carlo mio, Bene. Facciano quel che vogliono mescolando barriti, uggiolii, stelle esplodenti e lettere, sinfonie dodecafoniche e viole da gamba, tamburi, quant'altro. Basta che un romanzo, una poesia, un racconto, restino tali. Alla parola la carta, al resto il mondo. Ma lasciatemi il mio spazio, quello per lasciare fantasia a chi legge scrivendo solamente ''a''. Sergio Carlo mio,
Bene. Facciano quel che vogliono mescolando barriti, uggiolii, stelle esplodenti e lettere, sinfonie dodecafoniche e viole da gamba, tamburi, quant’altro.
Basta che un romanzo, una poesia, un racconto, restino tali. Alla parola la carta, al resto il mondo. Ma lasciatemi il mio spazio, quello per lasciare fantasia a chi legge scrivendo solamente ”a”.
Sergio

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28292 Carlo S. Sat, 05 Apr 2008 20:15:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28292 Lo so, Sergio, mi sono spinto molto avanti, forse in un campo in cui abbiamo ben poca competenza e sicuramente meno interesse di quello che abbiamo noi, qui, ora: parlare della letteratura di oggi e di quella di ieri. Ma era solo per dire. O forse no. In fondo se vogliamo parlare di letteratura "post-digitale" non possiamo non fare i conti con le nuove possibilità che la tecnologia già offre, al di là del semplice e-book (condannato in partenza dagli amanti come noi della pagina da sfogliare, delle librerie e delle biblioteche) e che domani saranno probabilmente molto diffuse. Ma hai ragione, sono due piani differenti, anche se non sono sicuro di poterli definire "naturale" ed "artefatto". In realtà parliamo di codici, nessuno dei quali è realmente naturale. Attraverso di essi descriviamo il mondo, le cose reali ed anche quelle astratte: le parole, le immagini, i suoni sono i nostri codici, più o meno complessi, ma sempre in evoluzione. Poi ci sono i canoni, ancor meno naturali: le regole d'uso dei codici più complessi, indispensabili, ed anch'esse in continua evoluzione. Io credo che le contaminazioni tra diversi codici (che ci sono sempre state, basti pensare alla lirica, o anche più semplicemente alla poesia-cantata, senza arrivare a Buzzati che ho già citato) si faranno sempre più frequenti perchè la tecnologia offrirà sempre maggiori possibilità di applicarle e dare sfogo alle fantasie più sfrenate. Se usate con genialità potranno venire fuori anche capolavori, che potranno poi creare nuovi canoni; se utilizzate solamente per stupire attraverso la novità del mezzo ne verranno delle solenni puttanate come tanto cinema americano di "effetti speciali" o come tanta arte (?) più o meno concettuale contemporanea. Ciao Sergio, Carlo Lo so, Sergio, mi sono spinto molto avanti, forse in un campo in cui abbiamo ben poca competenza e sicuramente meno interesse di quello che abbiamo noi, qui, ora: parlare della letteratura di oggi e di quella di ieri. Ma era solo per dire. O forse no.
In fondo se vogliamo parlare di letteratura “post-digitale” non possiamo non fare i conti con le nuove possibilità che la tecnologia già offre, al di là del semplice e-book (condannato in partenza dagli amanti come noi della pagina da sfogliare, delle librerie e delle biblioteche) e che domani saranno probabilmente molto diffuse.
Ma hai ragione, sono due piani differenti, anche se non sono sicuro di poterli definire “naturale” ed “artefatto”. In realtà parliamo di codici, nessuno dei quali è realmente naturale. Attraverso di essi descriviamo il mondo, le cose reali ed anche quelle astratte: le parole, le immagini, i suoni sono i nostri codici, più o meno complessi, ma sempre in evoluzione.
Poi ci sono i canoni, ancor meno naturali: le regole d’uso dei codici più complessi, indispensabili, ed anch’esse in continua evoluzione.
Io credo che le contaminazioni tra diversi codici (che ci sono sempre state, basti pensare alla lirica, o anche più semplicemente alla poesia-cantata, senza arrivare a Buzzati che ho già citato) si faranno sempre più frequenti perchè la tecnologia offrirà sempre maggiori possibilità di applicarle e dare sfogo alle fantasie più sfrenate.
Se usate con genialità potranno venire fuori anche capolavori, che potranno poi creare nuovi canoni; se utilizzate solamente per stupire attraverso la novità del mezzo ne verranno delle solenni puttanate come tanto cinema americano di “effetti speciali” o come tanta arte (?) più o meno concettuale contemporanea.
Ciao Sergio,
Carlo

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28291 Sergio Sozi Sat, 05 Apr 2008 19:46:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28291 (pardon, ho sbagliato i punti 5 e 6 per distrazione: 5) scrittura, 6) pensiero sulla scrittura, eccetera, sulle altre scritture, tutte da comparare SEMPRE con i punti 1, 2 e 3). (pardon, ho sbagliato i punti 5 e 6 per distrazione: 5) scrittura, 6) pensiero sulla scrittura, eccetera, sulle altre scritture, tutte da comparare SEMPRE con i punti 1, 2 e 3).

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28290 Sergio Sozi Sat, 05 Apr 2008 19:40:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28290 IMPORTANTE PRECISAZIONE: Queste sono le mie personali convinzioni a proposito delle ''catene'' costituenti la genesi di un'espressione artistica letteraria: 1) Anima 2) pensiero 3) parola orale 4) pensiero sulla parola orale 5) seconda scrittura 6) pensiero sulla seconda scrittura. Ad incrociarsi, tutto cio'. IMPORTANTE PRECISAZIONE:
Queste sono le mie personali convinzioni a proposito delle ”catene” costituenti la genesi di un’espressione artistica letteraria:
1) Anima 2) pensiero 3) parola orale 4) pensiero sulla parola orale 5) seconda scrittura 6) pensiero sulla seconda scrittura.
Ad incrociarsi, tutto cio’.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28289 Sergio Sozi Sat, 05 Apr 2008 19:32:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28289 P.P.S. Naturalmente qui si parla di romanzi, novelle, poesie, e non di storie dell'arte o altro, che richiedono delle immagini. P.P.S.
Naturalmente qui si parla di romanzi, novelle, poesie, e non di storie dell’arte o altro, che richiedono delle immagini.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28286 Sergio Sozi Sat, 05 Apr 2008 19:13:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28286 P.S. Sui canoni penso che noi Italiani non siamo oggi in grado di averne degli ulteriori perche' non reputo confrontabile la grandezza di Dostoevskij (che era Russo, dunque non puo' imporre niente ad un italofono italografo) o quella di Calvino (perche' invece Calvino non arriva alle altezze dell'Alighieri) a quella di Dante e Manzoni. Un conto sono le ispirazioni tematiche e un conto e' la lingua: ogni lingua si deve evolvere nella propria Nazione, pur attingendo a motivi ispiratori anche stranieri. E se in quella Nazione e per quei parlanti nativi non ci sono grandi scrittori, peggio per loro. Ovvero per noi. P.S.
Sui canoni penso che noi Italiani non siamo oggi in grado di averne degli ulteriori perche’ non reputo confrontabile la grandezza di Dostoevskij (che era Russo, dunque non puo’ imporre niente ad un italofono italografo) o quella di Calvino (perche’ invece Calvino non arriva alle altezze dell’Alighieri) a quella di Dante e Manzoni. Un conto sono le ispirazioni tematiche e un conto e’ la lingua: ogni lingua si deve evolvere nella propria Nazione, pur attingendo a motivi ispiratori anche stranieri. E se in quella Nazione e per quei parlanti nativi non ci sono grandi scrittori, peggio per loro. Ovvero per noi.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28285 Sergio Sozi Sat, 05 Apr 2008 19:08:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28285 Ciao, Carlo, credo che esistano due strade, non sempre separate ma comunque riconoscibili separatamente, per esprimersi nel campo di cui stiamo discutendo: 1) quella della natura; 2) quella artefatta. La parola orale sta tutta nella prima categoria; la scrittura sta con un piede su due staffe. E qui entra in gioco il ''medium'': prima i graffiti, poi le tavolette con la cera ed i papiri dell'antichita', dopo i libri rilegati, oggi... ecco: oggi si rischia di annullare la parola stessa tramite il ''medium''. E questo va oltre l'evoluzione tecnica del ''come'' scrivere, entrando nell' ''ultrascritturale''. Ebbene, qui giunti, io credo che l'immagine e la scrittura debbano restare ben separate. Capiamoci: il teatro e il cinema (e loro derivati) gia' sono una sintesi di suono, parola e immagine. La scrittura invece dovrebbe sostituire l'immagine realisticamente rappresentata del teatro e della pellicola per conservare le sue peculiarita'. Se avviene che si scrivano ''romanzi'' che sono in realta' copioni o sceneggiature, o si fanno dei ''libri'' elettronici muniti di sapori, odori, suoni eccetera, si va oltre la parola e si rovinano le peculiarita' della parola; si fanno dei ''non libri'', insomma. E questo anche perche' la parola scritta e' il modo piu' immediato di esprimersi dopo il pensiero e la parola orale. Se si va oltre nella catena, tutto diventa troppo artificiale (in senso negativo, parlando di scrittura e libri). Ciao caro Sergio Ciao, Carlo,
credo che esistano due strade, non sempre separate ma comunque riconoscibili separatamente, per esprimersi nel campo di cui stiamo discutendo:
1) quella della natura;
2) quella artefatta.
La parola orale sta tutta nella prima categoria; la scrittura sta con un piede su due staffe. E qui entra in gioco il ”medium”: prima i graffiti, poi le tavolette con la cera ed i papiri dell’antichita’, dopo i libri rilegati, oggi… ecco: oggi si rischia di annullare la parola stessa tramite il ”medium”. E questo va oltre l’evoluzione tecnica del ”come” scrivere, entrando nell’ ”ultrascritturale”.
Ebbene, qui giunti, io credo che l’immagine e la scrittura debbano restare ben separate. Capiamoci: il teatro e il cinema (e loro derivati) gia’ sono una sintesi di suono, parola e immagine. La scrittura invece dovrebbe sostituire l’immagine realisticamente rappresentata del teatro e della pellicola per conservare le sue peculiarita’. Se avviene che si scrivano ”romanzi” che sono in realta’ copioni o sceneggiature, o si fanno dei ”libri” elettronici muniti di sapori, odori, suoni eccetera, si va oltre la parola e si rovinano le peculiarita’ della parola; si fanno dei ”non libri”, insomma. E questo anche perche’ la parola scritta e’ il modo piu’ immediato di esprimersi dopo il pensiero e la parola orale. Se si va oltre nella catena, tutto diventa troppo artificiale (in senso negativo, parlando di scrittura e libri).
Ciao caro
Sergio

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Di: russo lorenzo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28283 russo lorenzo Sat, 05 Apr 2008 18:44:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28283 Nina, sono lieto che tu percepisca un’affinità simile alla mia, fa bene non sentirsi solo, anche nei propri pensieri. È bene annunciare tutto ciò che ci interessa e appassiona, ma bisogna imparare a far meno dei riscontri degli altri. Se ciò che si comunica ha una validità, alla fine verrà riscontrato da qualcuno, che, in un momento particolare della sua vita, si accorgerà della sua importanza, e in silenzio te ne sarà grato. Abbi sempre fiducia in te. Saluti. Lorenzo Nina,
sono lieto che tu percepisca un’affinità simile alla mia, fa bene non sentirsi solo, anche nei propri pensieri.
È bene annunciare tutto ciò che ci interessa e appassiona, ma bisogna imparare a far meno dei riscontri degli altri.
Se ciò che si comunica ha una validità, alla fine verrà riscontrato da qualcuno, che, in un momento particolare della sua vita, si accorgerà della sua importanza, e in silenzio te ne sarà grato.
Abbi sempre fiducia in te.
Saluti.
Lorenzo

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28268 Massimo Maugeri Sat, 05 Apr 2008 12:32:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28268 @ Evento Certo che no! Noi siamo iperconnessi. :) C'è molta gente che - strano, ma vero - non usa ancora Internet. Arriverà il giorno in cui tutti saremo connessi. Ma sarà un bene o un male? Sarà una sorta di Matrix? - Davvero leggi letteratitudine dal palmare? E come ti viene? Io ho un umts, ma non ho attivato la connessione a internet per paura di essere sempre on line. @ Evento
Certo che no! Noi siamo iperconnessi.
:)
C’è molta gente che – strano, ma vero – non usa ancora Internet. Arriverà il giorno in cui tutti saremo connessi.
Ma sarà un bene o un male?
Sarà una sorta di Matrix?
-
Davvero leggi letteratitudine dal palmare? E come ti viene?
Io ho un umts, ma non ho attivato la connessione a internet per paura di essere sempre on line.

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28224 eventounico Sat, 05 Apr 2008 02:32:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28224 Massimo, hai dei dubbi sul fatto che noi siamo "connessi" ? :-) Visto che ami le statistiche, che in questo caso trovo poco applicabili, ne hai per caso sul numero di scrittori connessi ? Il numero è basso, probabilmente, ma non a causa delle connessioni... p.s. io leggo spesso letteratitudine da un palmare Massimo,
hai dei dubbi sul fatto che noi siamo “connessi” ? :-)
Visto che ami le statistiche, che in questo caso trovo poco applicabili, ne hai per caso sul numero di scrittori connessi ?
Il numero è basso, probabilmente, ma non a causa delle connessioni…
p.s.
io leggo spesso letteratitudine da un palmare

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28215 Massimo Maugeri Fri, 04 Apr 2008 21:42:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28215 @ Carlo S. Accidenti... e io che mi ero pure illuso. :( 'Notte a te :) @ Carlo S.
Accidenti… e io che mi ero pure illuso.
:(
‘Notte a te
:)

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28213 Carlo S. Fri, 04 Apr 2008 21:41:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28213 E infatti a lei era destinato, caro Massimo. Tra noi vigorose strette di mano vanno più che bene. Anche camerateschi abbracci, ma senza spingersi oltre. Notte. :-) E infatti a lei era destinato, caro Massimo. Tra noi vigorose strette di mano vanno più che bene. Anche camerateschi abbracci, ma senza spingersi oltre.
Notte.
:-)

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28209 zauberei Fri, 04 Apr 2008 21:30:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28209 Uh massimo? davero? Uh? Ah:) chic:) Uh massimo?
davero?
Uh?
Ah:)
chic:)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28208 Massimo Maugeri Fri, 04 Apr 2008 21:07:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28208 Ehm... Carlo... con tutto il bene che ti voglio inutile dire che preferirei il bacio da Gea. Inutile dirti che, però, accetto una vigorosa stretta di mano. Va be', va... abbracciamoci. :) Ehm… Carlo… con tutto il bene che ti voglio inutile dire che preferirei il bacio da Gea.
Inutile dirti che, però, accetto una vigorosa stretta di mano.
Va be’, va… abbracciamoci.
:)

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/comment-page-3/#comment-28207 Carlo S. Fri, 04 Apr 2008 20:59:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/02/e-piccola-la-letteratura-della-grande-rete-la-letteratura-dopo-la-rivoluzione-digitale/#comment-28207 E pure io, te lo meriti (sempre) :-) E pure io, te lo meriti (sempre)
:-)

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