Commenti a: IL SOTTOSUOLO di Ferdinando Camon http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » LE GIOIOSE VENDETTE DI TARANTINO: i “Bastardi” e “Django” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-599660 Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » LE GIOIOSE VENDETTE DI TARANTINO: i “Bastardi” e “Django” Mon, 04 Feb 2013 21:00:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-599660 [...] puntata de IL SOTTOSUOLO - di Ferdinando [...] [...] puntata de IL SOTTOSUOLO – di Ferdinando [...]

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Di: Nina Maroccolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-26501 Nina Maroccolo Fri, 14 Mar 2008 16:01:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-26501 @PERDONATEMI SE INVADO QUESTO SPAZIO Chiedo scusa a Ferdinando Camon e Massimo Maugeri. Devo lanciare un appello sulla nuova ondata di violenza e uccisioni in Tibet. La questione asiatica sta diventando sempre più terribile, non è bastata neanche la Birmania (che ha secoli di storia terribile... quanto il Tibet). In Tibet i monaci si stanno tagliando le vene, fanno atti di autolesionismo, alcuni vogliono suicidarsi. Per chi conosce il buddhismo tibetano, questo atto per un monaco è inamissibile. Comporta una deviazione dai precetti del Dharma. Ma vi rendete conto cosa arrivano a fare? A Lhasa la polizia cinese ha caricato anche i civili. La polizia sta arginando i tre monasteri più grandi e importanti di questa regione tormentata. Bisogna fare qualcosa. Lanciamo un appello, Pechino va boicottata, le Olimpiadi vanno boicottate, la Cina va fermata: sta portando avanti - moralmente - il genocidio nel Darfur vendendo armi ai miliziani sudanesi. Vi sto chiedendo aiuto. Si può intentare una raccolta firme? Legarci alle iniziative di Amnesty International, non so... Mi appello a tutti gli scrittori di Letteratitudine, critici letterari, semplici lettori. A voi tutti. Questo è un altro modo per fare della scrittura e della Letteratura un "mezzo" etico, di denuncia, di azione civile per reclamare i diritti umani e richiamarci ai doveri semplici di cittadini del mondo. NINA MAROCCOLO @PERDONATEMI SE INVADO QUESTO SPAZIO
Chiedo scusa a Ferdinando Camon e Massimo Maugeri. Devo lanciare un appello sulla nuova ondata di violenza e uccisioni in Tibet. La questione asiatica sta diventando sempre più terribile, non è bastata neanche la Birmania (che ha secoli di storia terribile… quanto il Tibet).
In Tibet i monaci si stanno tagliando le vene, fanno atti di autolesionismo, alcuni vogliono suicidarsi. Per chi conosce il buddhismo tibetano, questo atto per un monaco è inamissibile. Comporta una deviazione dai precetti del Dharma. Ma vi rendete conto cosa arrivano a fare?
A Lhasa la polizia cinese ha caricato anche i civili. La polizia sta arginando i tre monasteri più grandi e importanti di questa regione tormentata. Bisogna fare qualcosa. Lanciamo un appello, Pechino va boicottata, le Olimpiadi vanno boicottate, la Cina va fermata: sta portando avanti – moralmente – il genocidio nel Darfur vendendo armi ai miliziani sudanesi.
Vi sto chiedendo aiuto. Si può intentare una raccolta firme?
Legarci alle iniziative di Amnesty International, non so…
Mi appello a tutti gli scrittori di Letteratitudine, critici letterari, semplici lettori. A voi tutti.
Questo è un altro modo per fare della scrittura e della Letteratura un “mezzo” etico, di denuncia, di azione civile per reclamare i diritti umani e richiamarci ai doveri semplici di cittadini del mondo.
NINA MAROCCOLO

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24511 Subhaga Gaetano Failla Sun, 02 Mar 2008 00:42:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24511 Grazie di cuore Nina. Buonanotte, Subhaga Grazie di cuore Nina. Buonanotte,
Subhaga

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Di: NINA MAROCCOLO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24510 NINA MAROCCOLO Sun, 02 Mar 2008 00:28:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24510 @subhaga purtroppo la poesia non è costruita così... ha spazi, silenzi, interruzioni che riportati qui non sono stati rispettati. che rabbia! devo essere io inadatta... comunque si intitola "Avi". spero di risentirti presto, 'notte @subhaga

purtroppo la poesia non è costruita così… ha spazi, silenzi, interruzioni che riportati qui non sono stati rispettati. che rabbia! devo essere io inadatta… comunque si intitola “Avi”.
spero di risentirti presto,
‘notte

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Di: NINA MAROCCOLO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24509 NINA MAROCCOLO Sun, 02 Mar 2008 00:23:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24509 Caro Subhaga, grazie per la tua lettera intensa. Tu che ami Hillman non potevi non intuire la mia identica natura hillmaniana... Sì, l'accezione di "destino" si riferisce in parte al "daimon", in parte al concetto buddhista di "karma" cui, ineluttabilmente, non possiamo sottrarci. Possiamo chiamare questa componente, nel caso che guidi colui che opera nell'arte, "vocazione". L'idea di destino, per me, è molto lontana, lontanissima dal fattore "sorte" o "fato": entrambi non si possono ammaestrare, invece il daimon ci chiama, prima o poi si fa sentire con tutta la sua forza e ci induce a ritrovare in noi la piccola ghianda. Il cuore delle cose, della creatività, dell'universo. Molto più complesso è il karma: modificare i nostri stati negativi impegna a un rigore, una disciplina che va oltre questa stessa esistenza e quelle passate. Sempre che si creda nel principio della reincarnazione. "Le variabili dell'eccesso". Quando l'ho scritto pensavo ai cani, che vivono queste variabili "emotive" senza spiegarsele. Noi esseri umani siamo dotati della ragione: malgrado ciò, spesso non sappiamo motivare gli eccessi dell'emotività, i risvolti psicologici improvvisi, fulminei; di scatti, di idee; del profondo. L'irrisolto, l'imprevisto sovrastano, talvolta sconvolgono... ecco, io mi lascio andare, senza sottrarmi, anche quando so - in tema di scrittura - che con molta probabilità finirò in qualche "sottosuolo", in qualche luogo "infero" (sempre per citare Hillman con il suo straordinario libro "Il sogno e il mondo infero"), insomma in zone vietate, pericolose, fatte di melma e poltiglia. Ho scelto di infrangermi, qualora ve ne sia bisogno per arrivare a rendere etico, autentico, il mio percorso artistico - che poi è anche quello umano-esistenziale. Tutto questo non mi lascia immune, ma appesantita da molta prostrazione e fatica. Ma siccome la scrittura impone anche una responsabilità, quando si affrontano temi legati alla Storia bisogna agire con cautela. Questo vale anche per le storie che riescono a parlare di noi tutti. Beh, io ci provo. La scrittura in noi sorge per dirigersi verso gli altri. Credo profondamente, in ultimo, all'idea di trasmutazione. Questo momento storico è talmente labile che ne ha profondamente bisogno. Ma intanto partiamo da noi stessi: è già qualcosa se ci riusciamo. Caro Gaetano ti dedico questa mia poesia. Un abbraccio affettuoso. Avi mi assiepò l’abdicare dei predecessori –notturnò l’uovo e mi fui ignota– allora conferii col divino mentre giungevo per circonferenza e seme– atomi d’alabastro li intesi piume mi fui doglia la intesi bellica sgusciai dove tardano le stelle: «Nell’ignoto diverrai viva. Egualmente morta migliorerai piangendo.» –tremulo Phosphòrus nell’inverno d’una capinera Caro Subhaga,
grazie per la tua lettera intensa. Tu che ami Hillman non potevi non intuire la mia identica natura hillmaniana… Sì, l’accezione di “destino” si riferisce in parte al “daimon”, in parte al concetto buddhista di “karma” cui, ineluttabilmente, non possiamo sottrarci. Possiamo chiamare questa componente, nel caso che guidi colui che opera nell’arte, “vocazione”. L’idea di destino, per me, è molto lontana, lontanissima dal fattore “sorte” o “fato”: entrambi non si possono ammaestrare, invece il daimon ci chiama, prima o poi si fa sentire con tutta la sua forza e ci induce a ritrovare in noi la piccola ghianda. Il cuore delle cose, della creatività, dell’universo.
Molto più complesso è il karma: modificare i nostri stati negativi impegna a un rigore, una disciplina che va oltre questa stessa esistenza e quelle passate. Sempre che si creda nel principio della reincarnazione.

“Le variabili dell’eccesso”. Quando l’ho scritto pensavo ai cani, che vivono queste variabili “emotive” senza spiegarsele. Noi esseri umani siamo dotati della ragione: malgrado ciò, spesso non sappiamo motivare gli eccessi dell’emotività, i risvolti psicologici improvvisi, fulminei; di scatti, di idee; del profondo. L’irrisolto, l’imprevisto sovrastano, talvolta sconvolgono… ecco, io mi lascio andare, senza sottrarmi, anche quando so – in tema di scrittura – che con molta probabilità finirò in qualche “sottosuolo”, in qualche luogo “infero” (sempre per citare Hillman con il suo straordinario libro “Il sogno e il mondo infero”), insomma in zone vietate, pericolose, fatte di melma e poltiglia.
Ho scelto di infrangermi, qualora ve ne sia bisogno per arrivare a rendere etico, autentico, il mio percorso artistico – che poi è anche quello umano-esistenziale.
Tutto questo non mi lascia immune, ma appesantita da molta prostrazione e fatica.
Ma siccome la scrittura impone anche una responsabilità, quando si affrontano temi legati alla Storia bisogna agire con cautela. Questo vale anche per le storie che riescono a parlare di noi tutti.
Beh, io ci provo. La scrittura in noi sorge per dirigersi verso gli altri.

Credo profondamente, in ultimo, all’idea di trasmutazione. Questo momento storico è talmente labile che ne ha profondamente bisogno. Ma intanto partiamo da noi stessi: è già qualcosa se ci riusciamo.
Caro Gaetano ti dedico questa mia poesia. Un abbraccio affettuoso.

Avi

mi assiepò
l’abdicare dei predecessori
–notturnò l’uovo
e mi fui ignota–
allora conferii col divino
mentre giungevo
per circonferenza e seme–

atomi d’alabastro li intesi piume
mi fui doglia la intesi bellica

sgusciai dove tardano le stelle:
«Nell’ignoto
diverrai viva. Egualmente morta
migliorerai piangendo.»

–tremulo Phosphòrus
nell’inverno d’una capinera

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24501 Subhaga Gaetano Failla Sat, 01 Mar 2008 22:14:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24501 @Nina Maroccolo Mi ha colpito felicemente la tua lettera soprattutto nell'aspetto visionario. Commentarla risulta difficile per un paio di motivi: il primo, le visioni si contemplano, con il ragionamento si distruggono. Il secondo motivo è relativo ad alcuni significati da esplicitare, per evitare una discussione densa d'equivoci. Faccio solo qualche esempio, non posso adesso indicare tutti i significati che andrebbero chiariti: lo scrittore, secondo te, "non deve sottrarsi alle variabili dell'eccesso e dal proprio destino". Cosa intendi per "variabili dell'eccesso"? E destino? Intendi il destino nell'accezione, da me condivisa, di Hillman nel libro "Il codice dell'anima"? In tale accezione, il "daimon", il demone, che ciascuno di noi riceve prima della nascita, ci aiuta, come compagno, secondo il mito di Er raccontato da Platone, "a prendere certe vie". "Perchè è questo che in tante vite è andato smarrito e va recuperato: il senso della propria vocazione, ovvero che c'è una ragione per cui si è vivi." Mi ha colpito anche il tuo riferimento al senso di giustizia della scrittura come "vendetta" da usare e trasmutare. Mi aveva un po' inquietato, nelle frasi di Camon, e anche in quelle di una o due e-mail successive, questa immagine della scrittura come "vendetta" per riscattare i vinti, gli ultimi. Il tuo riferimento alla trasmutazione mi sembra importante. I fini non giustificano i mezzi; i mezzi trasformano i fini, o meglio, i mezzi sono già i fini. "Tutta la via al Paradiso/ è Paradiso." (Caterina da Siena, citata da R. D. Laing in "I fatti della vita"). Un abbraccio, Gaetano @Nina Maroccolo
Mi ha colpito felicemente la tua lettera soprattutto nell’aspetto visionario. Commentarla risulta difficile per un paio di motivi: il primo, le visioni si contemplano, con il ragionamento si distruggono. Il secondo motivo è relativo ad alcuni significati da esplicitare, per evitare una discussione densa d’equivoci. Faccio solo qualche esempio, non posso adesso indicare tutti i significati che andrebbero chiariti: lo scrittore, secondo te, “non deve sottrarsi alle variabili dell’eccesso e dal proprio destino”. Cosa intendi per “variabili dell’eccesso”? E destino? Intendi il destino nell’accezione, da me condivisa, di Hillman nel libro “Il codice dell’anima”? In tale accezione, il “daimon”, il demone, che ciascuno di noi riceve prima della nascita, ci aiuta, come compagno, secondo il mito di Er raccontato da Platone, “a prendere certe vie”. “Perchè è questo che in tante vite è andato smarrito e va recuperato: il senso della propria vocazione, ovvero che c’è una ragione per cui si è vivi.”
Mi ha colpito anche il tuo riferimento al senso di giustizia della scrittura come “vendetta” da usare e trasmutare. Mi aveva un po’ inquietato, nelle frasi di Camon, e anche in quelle di una o due e-mail successive, questa immagine della scrittura come “vendetta” per riscattare i vinti, gli ultimi.
Il tuo riferimento alla trasmutazione mi sembra importante. I fini non giustificano i mezzi; i mezzi trasformano i fini, o meglio, i mezzi sono già i fini. “Tutta la via al Paradiso/ è Paradiso.” (Caterina da Siena, citata da R. D. Laing in “I fatti della vita”).
Un abbraccio,
Gaetano

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Di: NINA MAROCCOLO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24484 NINA MAROCCOLO Sat, 01 Mar 2008 19:11:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24484 @ eventounico @zauberei Carissimi, intanto grazie... Eventounico, in effetti mi si erano abbassate un po' le orecchie, coda fra le gambe, e mugolavo canina. Ma ora ho la lingua di fuori e scodinzolo con te! Zauberei, mi fa piacere incontrarti... Strano che non commenti la lettera che ho scritto a Camon, e a tutti voi! Dai, viaggiamo nell'etimo insieme!!! @ eventounico
@zauberei

Carissimi, intanto grazie…
Eventounico, in effetti mi si erano abbassate un po’ le orecchie, coda fra le gambe, e mugolavo canina. Ma ora ho la lingua di fuori e scodinzolo con te!

Zauberei, mi fa piacere incontrarti… Strano che non commenti la lettera che ho scritto a Camon, e a tutti voi!
Dai, viaggiamo nell’etimo insieme!!!

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24468 zauberei Sat, 01 Mar 2008 17:09:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24468 nina cara li blog trionfano di solito quando non dovrebbero - ovvero in orario di ufficio, ma io che cazzeggio sempre rispondo subito al tuo accorato appello! benvenuta! Spero che non ti angosci ma io nell'etimo ci viaggio solo alcuni giorni a settimana, secondo come me gira - non è una battuta eh... per il resto ci viaggio fora, dall'etimo. Ma siccome questo è un blog di passioni scribacchine c'è posto per tutte le gradazioni di follia per cui nun te preoccupà - quand'anche dovessi metterti a snocciolà tutto il lexicon della treccani a partì da "abate". Nun ze scompone nessuno. :) nina cara li blog trionfano di solito quando non dovrebbero – ovvero in orario di ufficio, ma io che cazzeggio sempre rispondo subito al tuo accorato appello! benvenuta! Spero che non ti angosci ma io nell’etimo ci viaggio solo alcuni giorni a settimana, secondo come me gira – non è una battuta eh… per il resto ci viaggio fora, dall’etimo. Ma siccome questo è un blog di passioni scribacchine c’è posto per tutte le gradazioni di follia per cui nun te preoccupà – quand’anche dovessi metterti a snocciolà tutto il lexicon della treccani a partì da “abate”. Nun ze scompone nessuno.
:)

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24466 eventounico Sat, 01 Mar 2008 16:56:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24466 Nina, quello era solo il mio goffo modo di scodinzolare al tuo arrivo ed alle tue belle ed intense parole Nina, quello era solo il mio goffo modo di scodinzolare al tuo arrivo ed alle tue belle ed intense parole

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Di: NINA MAROCCOLO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24441 NINA MAROCCOLO Sat, 01 Mar 2008 14:46:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24441 Piccolo appello: non è facile per me inserirmi nei blog; e quando mi esprimo molti restano perplessi, mi dicono che scrivo "difficile", che ho la spocchia da intellettuale e cose varie... Non ci resto molto bene, mi esprimo per come sono: una passionale che prende a cuore determinate situazioni, che ha il "vizio" della letteratura, della poesia, dell'arte. Nessuna spocchia. Parto di penna e di pensiero annidato nel cuore. Ogni miocardio ha qualcosa da dire, non è solo un fisiologico alternarsi tra diastole e sistole. Per me la scrittura è irrinunciabile, la vivo tutti i giorni, ci lavoro, ne piango, ne gioisco. Con lei viaggio nel mondo, nell'etimo. Ha un senso nel momento in cui la condivido, perché l'altro da me debba esserne il fruitore privilegiato. Sono contenta di aver conosciuto Letteratitudine. Ma perché gli altri non rispondono? Io ci sono. Umilmente... Un caro abbraccio, Nina. Piccolo appello:
non è facile per me inserirmi nei blog; e quando mi esprimo molti restano perplessi, mi dicono che scrivo “difficile”, che ho la spocchia da intellettuale e cose varie… Non ci resto molto bene, mi esprimo per come sono: una passionale che prende a cuore determinate situazioni, che ha il “vizio” della letteratura, della poesia, dell’arte.
Nessuna spocchia. Parto di penna e di pensiero annidato nel cuore.
Ogni miocardio ha qualcosa da dire, non è solo un fisiologico alternarsi tra diastole e sistole.
Per me la scrittura è irrinunciabile, la vivo tutti i giorni, ci lavoro, ne piango, ne gioisco. Con lei viaggio nel mondo, nell’etimo.
Ha un senso nel momento in cui la condivido, perché l’altro da me debba esserne il fruitore privilegiato.
Sono contenta di aver conosciuto Letteratitudine.
Ma perché gli altri non rispondono?
Io ci sono. Umilmente…

Un caro abbraccio,
Nina.

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Di: NINA MAROCCOLO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24422 NINA MAROCCOLO Sat, 01 Mar 2008 12:23:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24422 Caro eventounico, sono già qui... Cosa intendi per "simili parole"? Un abbraccio. Caro eventounico,
sono già qui… Cosa intendi per “simili parole”?
Un abbraccio.

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24401 eventounico Sat, 01 Mar 2008 08:20:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24401 Sicuramente esiste, Nina, per passare di qui a quell'ora lasciando simili parole. Ripasserà ? Sicuramente esiste, Nina, per passare di qui a quell’ora lasciando simili parole. Ripasserà ?

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Di: NINA MAROCCOLO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24397 NINA MAROCCOLO Sat, 01 Mar 2008 01:08:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24397 Il cane melanconico esiste. Il cane melanconico esiste.

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Di: NINA MAROCCOLO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24394 NINA MAROCCOLO Sat, 01 Mar 2008 00:41:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24394 "Scrivere come un cane che scava la sua buca, un topo che si prepara la tana. E, per questo, trovare il proprio punto di sottosviluppo, il proprio dialetto, il proprio terzo mondo, il proprio deserto" (Deleuze-Guattari). Vorrei parlare di coraggio, poiché scrivere presuppone questa forza imponderabile, figlia medesima della fragilità. Uno scrittore lo sa: non può, non riesce, non deve sottrarsi alle variabili dell'eccesso e dal proprio destino. Siamo midolli impauriti per semplice umano esistere. Ma credo ed auspico che si viva in un incerto gemmato di fede. Come, del resto, il fegatoso personaggio del Sottosuolo. Autentica meraviglia di autenticità. Scrittura è autenticità, soprattutto esclamazione dell'irrisolto. Dostoevskij ha rappresentato questo e ben altro, oltre che Melancolia. Lasciamo stare Freud, psicanalisi: viviamo tutti un'esistenza "incattivita", che non vuol dire essere cattivi... Ma là fuori c'è la realtà, che poi entra in noi, territorio dove questa realtà s'impone. Noi la contrastiamo, la decontestualizziamo, la trasformiamo, la ricreiamo attraverso il processo della creazione. Se ci serve rabbia, depressione, "vendetta" come atto di giustizia nei confronti della Storia, quella dei lager e delle deportazioni, quella dei derelitti e dei regimi, le dobbiamo usare e trasmutare. Ringrazio infinitamente Ferdinando Camon perché credo ce l'abbia fatta, e con molto, profondissimo dolore. A Lei va tutta la mia stima e gratitudine; a me - l'umanità del suo cuore, la grandezza della sua scrittura. Continui a disvelare, prima sospeso nelle retrovie dell'andare, palpitando un'inquietudine di viole, poi nello slancio desideroso che la porterà... Me lo dica Lei, un giorno dove la porterà il suo andare. Che dire di me? "Sono un cane dalla cavità cranica superiore alla media. Un cane eccentrico che usa sostantivi e aggettivi per fare di se stesso scrittura e arte. Sono il cane delle torbiere allevato dall'uomo delle palafitte. Tra il moderno e il neolitico scelgo la familiarità, il condizionamento, l'estimazione sociale, il contrasto tra due forze antagoniste. Orino e sbavo come il cane che tende alle campane. Qui banchettano le mie nevrosi". Un abbraccio affettuoso a Massimo Maugeri e a tutti voi. Nina Maroccolo “Scrivere come un cane che scava la sua buca, un topo che si prepara la tana. E, per questo, trovare il proprio punto di sottosviluppo, il proprio dialetto, il proprio terzo mondo, il proprio deserto” (Deleuze-Guattari).
Vorrei parlare di coraggio, poiché scrivere presuppone questa forza imponderabile, figlia medesima della fragilità. Uno scrittore lo sa: non può, non riesce, non deve sottrarsi alle variabili dell’eccesso e dal proprio destino.
Siamo midolli impauriti per semplice umano esistere. Ma credo ed auspico che si viva in un incerto gemmato di fede. Come, del resto, il fegatoso personaggio del Sottosuolo. Autentica meraviglia di autenticità.
Scrittura è autenticità, soprattutto esclamazione dell’irrisolto. Dostoevskij ha rappresentato questo e ben altro, oltre che Melancolia. Lasciamo stare Freud, psicanalisi: viviamo tutti un’esistenza “incattivita”, che non vuol dire essere cattivi… Ma là fuori c’è la realtà, che poi entra in noi, territorio dove questa realtà s’impone. Noi la contrastiamo, la decontestualizziamo, la trasformiamo, la ricreiamo attraverso il processo della creazione. Se ci serve rabbia, depressione, “vendetta” come atto di giustizia nei confronti della Storia, quella dei lager e delle deportazioni, quella dei derelitti e dei regimi, le dobbiamo usare e trasmutare.
Ringrazio infinitamente Ferdinando Camon perché credo ce l’abbia fatta, e con molto, profondissimo dolore. A Lei va tutta la mia stima e gratitudine; a me – l’umanità del suo cuore, la grandezza della sua scrittura.
Continui a disvelare, prima sospeso nelle retrovie dell’andare, palpitando un’inquietudine di viole, poi nello slancio desideroso che la porterà… Me lo dica Lei, un giorno dove la porterà il suo andare.
Che dire di me?
“Sono un cane dalla cavità cranica superiore alla media. Un cane eccentrico che usa sostantivi e aggettivi per fare di se stesso scrittura e arte. Sono il cane delle torbiere allevato dall’uomo delle palafitte.
Tra il moderno e il neolitico scelgo la familiarità, il condizionamento, l’estimazione sociale, il contrasto tra due forze antagoniste. Orino e sbavo come il cane che tende alle campane.
Qui banchettano le mie nevrosi”.

Un abbraccio affettuoso a Massimo Maugeri e a tutti voi.
Nina Maroccolo

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-24013 Rossella Tue, 26 Feb 2008 20:57:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-24013 @ Interessante Ferdinando Camon, quando scrive di quoziente estetico. Solo che psa chiede a letteratura o letteratura chiede a psa quando lo scrittore è diventato scrittore; nella risposta ogni sorella prende autonomamente la sua strada, significandone lo scopo artistico. Forse è successo in momenti inaspettati, seduto pigramente in poltrona, mentre camminava per strada e guardava invano una giornata uggiosa, Gesualdo Bufalino, ad esempio, raccontò ironicamente che quando andava a letto, siccome soffriva d’insonnia, metteva una pila di libri sul comodino in modo tale che anche la notte servisse a qualcosa, mostruose riflessioni a parte. Forse. O forse lo scrittore nacque col talento della scrittura, avvalendosi di notti e giorni insonni, metabolizzando, procedimento necessario come primaria esigenza di dare la forma. Grazie. @ Interessante Ferdinando Camon,
quando scrive di quoziente estetico.
Solo che psa chiede a letteratura o letteratura chiede a psa quando lo scrittore è diventato scrittore; nella risposta ogni sorella prende autonomamente la sua strada, significandone lo scopo artistico.
Forse è successo in momenti inaspettati, seduto pigramente in poltrona, mentre camminava per strada e guardava invano una giornata uggiosa, Gesualdo Bufalino, ad esempio, raccontò ironicamente che quando andava a letto, siccome soffriva d’insonnia, metteva una pila di libri sul comodino in modo tale che anche la notte servisse a qualcosa, mostruose riflessioni a parte.
Forse. O forse lo scrittore nacque col talento della scrittura, avvalendosi di notti e giorni insonni, metabolizzando, procedimento necessario come primaria esigenza di dare la forma.
Grazie.

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Di: m.g. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23998 m.g. Tue, 26 Feb 2008 18:40:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23998 a zaub ti consiglio,visti i tuoi interessi,la lettura del libro'la malattia chiamata uomo e 'la donna dei fili'. non ne puoi prescindere,credimi,in tutta onestà diventera' una testa di ponte della tua formazione,da tutti i punti di vista.baci. a zaub
ti consiglio,visti i tuoi interessi,la lettura del libro’la malattia chiamata uomo e ‘la donna dei fili’.
non ne puoi prescindere,credimi,in tutta onestà diventera’ una testa di ponte della tua formazione,da tutti i punti di vista.baci.

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Di: m.g. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23997 m.g. Tue, 26 Feb 2008 18:38:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23997 ringrazio il dottor Camon per la risposta,cortese e chiarissima,com'e sempre stato nel suo stile.Le sue parole semplici,il suo tono pacato sono indici di una profonda onesta' intellettuale,ancor piu' ammirevole in una societa' dove personalita' di poco livello si fanno scudo del consenso a qualsiasi prezzo morale.egli e' sempre uguale negli anni,cio' conferma la sua coerenza morale e artistica.la verita' di un talento senza tempo,che il tempo ignora e domina.Mi sento di segnalare all'attenzione di tutti i blogghisti un'altra verita che da quelle parole trapela:il potere straordinario della parola.Se ne prendiamo coscienza sapremo usarla sempre per la giustizia,per un fine etico,di pietà ,rispetto, onestà,di autoanalisi,per vendicare gli ultimi che di quel potere nn sono depositari.dappertutto,anche in questo infinitamente piccolo microcosmo di letteratitudine vedo purtroppo che tale funzione spesso sfugge.grazie per questa grande lezione. ringrazio il dottor Camon per la risposta,cortese e chiarissima,com’e sempre stato nel suo stile.Le sue parole semplici,il suo tono pacato sono indici di una profonda onesta’ intellettuale,ancor piu’ ammirevole in una societa’ dove personalita’ di poco livello si fanno scudo del consenso a qualsiasi prezzo morale.egli e’ sempre uguale negli anni,cio’ conferma la sua coerenza morale e artistica.la verita’ di un talento senza tempo,che il tempo ignora e domina.Mi sento di segnalare all’attenzione di tutti i blogghisti un’altra verita che da quelle parole trapela:il potere straordinario della parola.Se ne prendiamo coscienza sapremo usarla sempre per la giustizia,per un fine etico,di pietà ,rispetto, onestà,di autoanalisi,per vendicare gli ultimi che di quel potere nn sono depositari.dappertutto,anche in questo infinitamente piccolo microcosmo di letteratitudine vedo purtroppo che tale funzione spesso sfugge.grazie per questa grande lezione.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23943 Massimo Maugeri Mon, 25 Feb 2008 22:34:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23943 Per Ferdinando Camon. La ringrazio davvero tanto per entrambe le risposte. Per Ferdinando Camon.
La ringrazio davvero tanto per entrambe le risposte.

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23939 zauberei Mon, 25 Feb 2008 21:30:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23939 Io questa cosa del quoziente estetico, me la prendo come un regaletto e me la porto appresso a vita, io che appunto sto dalla parte di quelli psi, psi col palino della scrittura. E perciò, La ringrazio davvero. Io questa cosa del quoziente estetico, me la prendo come un regaletto e me la porto appresso a vita, io che appunto sto dalla parte di quelli psi, psi col palino della scrittura. E perciò, La ringrazio davvero.

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Di: Ferdinando Camon http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23938 Ferdinando Camon Mon, 25 Feb 2008 21:14:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23938 Per Massimo Maugeri. Sta accadendo una cosa molto strana, alla quale non ero preparato. Ma credo che accada a tutti gli scrittori. L’ha esposta molto bene Arbasino, in un suo pensiero. Lo modifico un po’, adattandomelo: Uno scrittore trentacinquenne alla prima opera è una valida promessa; alla seconda, sui quarant’anni, è una mancata conferma; dai cinquanta ai sessanta è il solito stronzo; dai settanta in poi è un venerato maestro. Non è che coloro che non erano convinti alla tua seconda-terza opera poi si convincano; è che quando tu giungi alla tua sesta, settima, ottava opera, loro non contano più nulla. In un certo senso, quando cominci a scrivere, non devi scrivere per coloro che ti circondano, ma per coloro che gli succederanno. Se hai dei figli, non devi scrivere per loro che ti circondano, che ti parlano, che gli parli, ma per quelli che saranno e per come saranno di lì a trent’anni. Io vorrei tanto, oggi, parlare con Pasolini e con Fortini, fargli capire che in certi giudizi avevano torto; ma purtroppo non ci sono più; io ho ragione, ma non glielo posso dimostrare; e i nuovi lettori, per i quali ho ragione, non sanno niente delle vecchie polemiche, nelle quali avevo torto. A chi scrive, come a tutti i viventi, la Storia presenta dei problemi, ma ha uno strano modo di chiudere quei problemi: presentando altri problemi. Ferdinando Camon Per Massimo Maugeri.
Sta accadendo una cosa molto strana, alla quale non ero preparato. Ma credo che accada a tutti gli scrittori. L’ha esposta molto bene Arbasino, in un suo pensiero. Lo modifico un po’, adattandomelo: Uno scrittore trentacinquenne alla prima opera è una valida promessa; alla seconda, sui quarant’anni, è una mancata conferma; dai cinquanta ai sessanta è il solito stronzo; dai settanta in poi è un venerato maestro. Non è che coloro che non erano convinti alla tua seconda-terza opera poi si convincano; è che quando tu giungi alla tua sesta, settima, ottava opera, loro non contano più nulla. In un certo senso, quando cominci a scrivere, non devi scrivere per coloro che ti circondano, ma per coloro che gli succederanno. Se hai dei figli, non devi scrivere per loro che ti circondano, che ti parlano, che gli parli, ma per quelli che saranno e per come saranno di lì a trent’anni. Io vorrei tanto, oggi, parlare con Pasolini e con Fortini, fargli capire che in certi giudizi avevano torto; ma purtroppo non ci sono più; io ho ragione, ma non glielo posso dimostrare; e i nuovi lettori, per i quali ho ragione, non sanno niente delle vecchie polemiche, nelle quali avevo torto. A chi scrive, come a tutti i viventi, la Storia presenta dei problemi, ma ha uno strano modo di chiudere quei problemi: presentando altri problemi.
Ferdinando Camon

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Di: Ferdinando Camon http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23937 Ferdinando Camon Mon, 25 Feb 2008 21:10:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23937 Letteratura e psa sono sorelle, usano le parole, e le stesse parole, per lo stesso scopo. Primo Levi aveva il trauma di Auschwitz, io gli chiedevo: “Scrivere le è servito? Scrivere l’ha liberato?”. Mi rispondeva: “Mi ha liberato, sì. Scrivere è stato per me terapeutico”. Un problema in psa lo dici infinite volte, lo ripeti sempre, finché un giorno ti càpita di dirlo in maniera non più perfettibile: non potrai mai dirlo meglio, quella è la sua forma definitiva. Allora smetti di dirlo, e quello smette di essere un problema. Ma questo quoziente terapeutico (la non ulteriore perfettibilità) è il suo quoziente estetico: un racconto e una poesia la riscrivi finché capisci che non potrai mai scriverlo meglio. Io non sono d’accordo con coloro che temono uno scarso potere della psa, io ho constatato il troppo potere. Il problema non è come e perché continuare la psa, il problema è come smetterla: non puoi più vivere senza di essa. (Per Levi, cfr. il libricino “Conversazione con Primo Levi”; per gli altri concetti, cfr. “La malattia chiamata uomo”, libro al momento introvabile, ma fra un mese verrà venduto in allegato a un quotidiano). A m.g. dico: “La malattia chiamata uomo” è la psa di un uomo, la psa di una donna sta nella “Donna dei fili”, che nelle ultime edizioni (tascabili) porta in appendice un intero quaderno, scritto dalla professoressa che si è riconosciuta come protagonista, e che solleva proprio queste questioni. FC Letteratura e psa sono sorelle, usano le parole, e le stesse parole, per lo stesso scopo. Primo Levi aveva il trauma di Auschwitz, io gli chiedevo: “Scrivere le è servito? Scrivere l’ha liberato?”. Mi rispondeva: “Mi ha liberato, sì. Scrivere è stato per me terapeutico”. Un problema in psa lo dici infinite volte, lo ripeti sempre, finché un giorno ti càpita di dirlo in maniera non più perfettibile: non potrai mai dirlo meglio, quella è la sua forma definitiva. Allora smetti di dirlo, e quello smette di essere un problema. Ma questo quoziente terapeutico (la non ulteriore perfettibilità) è il suo quoziente estetico: un racconto e una poesia la riscrivi finché capisci che non potrai mai scriverlo meglio. Io non sono d’accordo con coloro che temono uno scarso potere della psa, io ho constatato il troppo potere. Il problema non è come e perché continuare la psa, il problema è come smetterla: non puoi più vivere senza di essa.
(Per Levi, cfr. il libricino “Conversazione con Primo Levi”; per gli altri concetti, cfr. “La malattia chiamata uomo”, libro al momento introvabile, ma fra un mese verrà venduto in allegato a un quotidiano). A m.g. dico: “La malattia chiamata uomo” è la psa di un uomo, la psa di una donna sta nella “Donna dei fili”, che nelle ultime edizioni (tascabili) porta in appendice un intero quaderno, scritto dalla professoressa che si è riconosciuta come protagonista, e che solleva proprio queste questioni. FC

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23916 Massimo Maugeri Mon, 25 Feb 2008 18:39:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23916 Gentile dr. Camon, nel suo articolo "Perché scrivo", del 1985, lei sottolinea quanto segue: "sempre, dall’inizio fino ad oggi, la prima reazione che incontro è il rifiuto, la condanna, la censura. Ho scritto su molti giornali italiani, e dappertutto sono stato censurato." È cambiato qualcosa in questi 23 anni? Oppure, ancora oggi, la prima reazione che incontra è il rifiuto? Gentile dr. Camon,
nel suo articolo “Perché scrivo”, del 1985, lei sottolinea quanto segue: “sempre, dall’inizio fino ad oggi, la prima reazione che incontro è il rifiuto, la condanna, la censura. Ho scritto su molti giornali italiani, e dappertutto sono stato censurato.”
È cambiato qualcosa in questi 23 anni? Oppure, ancora oggi, la prima reazione che incontra è il rifiuto?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23915 Massimo Maugeri Mon, 25 Feb 2008 18:38:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23915 Un saluto e un ringraziamento a Outworks e a Subhaga Gaetano Failla per il loro commenti. Un ringraziamento a m.g. per la domanda. Ne segue una mia. Un saluto e un ringraziamento a Outworks e a Subhaga Gaetano Failla per il loro commenti.
Un ringraziamento a m.g. per la domanda.
Ne segue una mia.

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23914 Subhaga Gaetano Failla Mon, 25 Feb 2008 18:24:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23914 Considero gli interventi di questo forum molto interessanti, ma, nello stesso tempo, percepisco in essi una certa forma di soggezione, di pudore, una indecisione (sarà forse soltanto quel che io provo) che impediscono il ravvivarsi della discussione. Dostoevskij è uno degli autori che amo maggiormente. Talvolta ho fantasticato di imparare il russo per il solo motivo di poter leggere le sue opere in lingua originale. Quando avevo più o meno venticinque anni, durante un mio periodo particolarmente fragile e faticoso, venni terrorizzato dalle pagine di "Memorie dal sottosuolo". Più tardi, leggendo "Delitto e castigo", una notte sognai di essere Raskolnikov... A proposito del "Sottosuolo", avevo pensato di scrivere d'un territorio nascosto da purificare da repressioni e accumuli, da comportamenti automatici e inconsapevoli, da atti incompiuti, sofferenze non elaborate, ecc. E a quel territorio, come per una pianta, donare nutrimento e oscurità per le vivificanti radici, percepirne di esse il fremito suggestivo, la vitalità, evitando di respingerle, di ignorarle, di sezionarle analiticamente, di portarle all'esterno e inondarle di luminosità razionale, rischiando in tal modo di uccidere le radici e l'intero organismo. Ma poi ho pensato: anche questa è un'immagine che frantuma l'esistenza in alto e basso, luce e ombra - un altro modo di spezzare l'incanto. Ho appena concluso la lettura di "Un altare per la madre". Mi rimane addosso il fascino di un raro momento di osservazione muta, di gratitudine e amore. Buona serata, Gaetano Considero gli interventi di questo forum molto interessanti, ma, nello stesso tempo, percepisco in essi una certa forma di soggezione, di pudore, una indecisione (sarà forse soltanto quel che io provo) che impediscono il ravvivarsi della discussione.
Dostoevskij è uno degli autori che amo maggiormente. Talvolta ho fantasticato di imparare il russo per il solo motivo di poter leggere le sue opere in lingua originale. Quando avevo più o meno venticinque anni, durante un mio periodo particolarmente fragile e faticoso, venni terrorizzato dalle pagine di “Memorie dal sottosuolo”. Più tardi, leggendo “Delitto e castigo”, una notte sognai di essere Raskolnikov…
A proposito del “Sottosuolo”, avevo pensato di scrivere d’un territorio nascosto da purificare da repressioni e accumuli, da comportamenti automatici e inconsapevoli, da atti incompiuti, sofferenze non elaborate, ecc. E a quel territorio, come per una pianta, donare nutrimento e oscurità per le vivificanti radici, percepirne di esse il fremito suggestivo, la vitalità, evitando di respingerle, di ignorarle, di sezionarle analiticamente, di portarle all’esterno e inondarle di luminosità razionale, rischiando in tal modo di uccidere le radici e l’intero organismo. Ma poi ho pensato: anche questa è un’immagine che frantuma l’esistenza in alto e basso, luce e ombra – un altro modo di spezzare l’incanto.
Ho appena concluso la lettura di “Un altare per la madre”. Mi rimane addosso il fascino di un raro momento di osservazione muta, di gratitudine e amore.
Buona serata,
Gaetano

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23904 Enrico Gregori Mon, 25 Feb 2008 15:04:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23904 condivido m.g. a prescindere anche se non ho capito nulla :-) condivido m.g. a prescindere anche se non ho capito nulla
:-)

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23881 zauberei Sun, 24 Feb 2008 20:41:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23881 brava mg:))) brava mg:)))

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23880 eventounico Sun, 24 Feb 2008 20:26:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23880 Condivido e rilancio tutte le domande di M.G. con un forte coinvolgimento personale. Condivido e rilancio tutte le domande di M.G. con un forte coinvolgimento personale.

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Di: m.g. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23879 m.g. Sun, 24 Feb 2008 20:22:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23879 A questo punto mi sembrerebbe opportuno spostare il dibattito da un defunto dostoevskij a un autore vivente(visto che abbiamo la fortuna) come Camon.una volta che lo stesso ha chiarito quale significato attribuire all'immagine,o metafora,del sottosuolo,mi sembra di aver colto in questa sottolineatura, in quale direzione ilnostro illustre tutor vorrebbe condurre il dibattito.mi sembra che finora lo abbiamo solo sfiorato,spesso addirittura ignorato. Se ho capito bene il compito di uno scrittore e' portare alla luce la sua parte in ombra o inconscio.mi chiedo se in questo lei trova una funzione terapeutica,psicopedagogica,antinevrotica,letteraria o cosa? e poi vorrei sapere se i lunghi anni di analisi raccontati nel suo libro 'la malattia...'sono stati utili e quanto a poter accettare o interagire o sconfiggere le sue nevrosi,le fobie,i complessi rimossi,ecc. infine in che modo,secondo Lei,l'uomo dovrebbe affrontare il suo male oscuro?. Mi farebbe veramente piacere avere una Sua risposta.La ringrazio in ogni caso. A questo punto mi sembrerebbe opportuno spostare il dibattito da un defunto dostoevskij a un autore vivente(visto che abbiamo la fortuna) come Camon.una volta che lo stesso ha chiarito quale significato attribuire all’immagine,o metafora,del sottosuolo,mi sembra di aver colto in questa sottolineatura, in quale direzione ilnostro illustre tutor vorrebbe condurre il dibattito.mi sembra che finora lo abbiamo solo sfiorato,spesso addirittura ignorato.
Se ho capito bene il compito di uno scrittore e’ portare alla luce la sua parte in ombra o inconscio.mi chiedo se in questo lei trova una funzione terapeutica,psicopedagogica,antinevrotica,letteraria o cosa?
e poi vorrei sapere se i lunghi anni di analisi raccontati nel suo libro ‘la malattia…’sono stati utili e quanto a poter accettare o interagire o sconfiggere le sue nevrosi,le fobie,i complessi rimossi,ecc.
infine in che modo,secondo Lei,l’uomo dovrebbe affrontare il suo male oscuro?.
Mi farebbe veramente piacere avere una Sua risposta.La ringrazio in ogni caso.

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Di: outworks110 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23844 outworks110 Sun, 24 Feb 2008 17:43:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23844 Ho letto il libro di cui si parla molti anni fa, e la cosa che effettivamente mi ha colpito era la modernità, quasi contemporaneità rispetto alla mia epoca, del tema. Un uomo roso dal senso di inadeguatezza che imbastisce un rapporto conflittuale e distruttivo con la realtà cirocostante. Quando si parla del potere evocativo e profetico dei narratori questo dovrebbe essere citato come un esempio classico. Del resto forse la stessa pulsione alla scrittura di un mondo inventato, e quindi alla ri-scrittura , della vita e delle regole è l'istinto che guida nove volte su dieci le persone a scrivere. Ho letto il libro di cui si parla molti anni fa, e la cosa che effettivamente mi ha colpito era la modernità, quasi contemporaneità rispetto alla mia epoca, del tema.
Un uomo roso dal senso di inadeguatezza che imbastisce un rapporto conflittuale e distruttivo con la realtà cirocostante.
Quando si parla del potere evocativo e profetico dei narratori questo dovrebbe essere citato come un esempio classico.
Del resto forse la stessa pulsione alla scrittura di un mondo inventato, e quindi alla ri-scrittura , della vita e delle regole è l’istinto che guida nove volte su dieci le persone a scrivere.

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23833 francesco di domenico Sun, 24 Feb 2008 16:26:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23833 @Maugeri: comunicazione di servizio. Il post "dell'ironia" sopravvive stranamente, sembra il "nocciolo duro" di Chernobyl: la mal'erba eh? @Maugeri: comunicazione di servizio.
Il post “dell’ironia” sopravvive stranamente, sembra il “nocciolo duro” di Chernobyl: la mal’erba eh?

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23831 eventounico Sun, 24 Feb 2008 15:31:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23831 Certo Carlo. Atrimenti perchè Eco avrebbe parlato del testo come di una "macchina pigra". Il lettore deve fare la sua parte. Un testo, qualunque testo, vuole qualcuno che lo aiuti a "funzionare", ad acquisire senso oppure no. Un testo è sempre una offerta di libertà. L'uomo che parla dal sottosuolo è il primo uomo "vuoto", probabilmente solo un lontano progenitore di Svidrigajlov e Stavrogin. Freud, di quell'universo tenebroso e convulso, non prenderà per la sua "interpretazione" che piccoli frammenti vulgarizzando quell'uomo nei personaggi della vita comune, a mio parere, sbagliando perchè il mistero, se illuminato, può rivelarsi una grande delusione. Infine su Kafka, condivido la visione di Massimo, ma non credo si possa parlare di dicotomia. E' proprio dall'unione di uomo e insetto, dall'essere due in uno senza mai poter essere solo l'uno o solo l'altro, che nasce il terrore, sia pure in una forma addomesticata, moderna, in fondo non troppo lontana da quella teorizzata da Kurtz. Certo Carlo. Atrimenti perchè Eco avrebbe parlato del testo come di una “macchina pigra”. Il lettore deve fare la sua parte. Un testo, qualunque testo, vuole qualcuno che lo aiuti a “funzionare”, ad acquisire senso oppure no. Un testo è sempre una offerta di libertà.
L’uomo che parla dal sottosuolo è il primo uomo “vuoto”, probabilmente solo un lontano progenitore di Svidrigajlov e Stavrogin.
Freud, di quell’universo tenebroso e convulso, non prenderà per la sua “interpretazione” che piccoli frammenti vulgarizzando quell’uomo nei personaggi della vita comune, a mio parere, sbagliando perchè il mistero, se illuminato, può rivelarsi una grande delusione.
Infine su Kafka, condivido la visione di Massimo, ma non credo si possa parlare di dicotomia.
E’ proprio dall’unione di uomo e insetto, dall’essere due in uno senza mai poter essere solo l’uno o solo l’altro, che nasce il terrore, sia pure in una forma addomesticata, moderna, in fondo non troppo lontana da quella teorizzata da Kurtz.

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23829 Rossella Sun, 24 Feb 2008 14:49:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23829 @ Carlo S. L'immagine della bratta o del roditore che le grandi anime combattono è sempre molto interessante. Ricordo Giorgio Gaber che in suo libro, con l'ironia che gli era propria e da raffinato intellettuale che tutti conosciamo, raccontava la lotta ingaggiata con il "grigio", un fastidioso topo con il quale si relazionava e che cercò di combattere con mille trovate. Al di là di tutto questo Dostoevskij, hai detto molto bene nel primo intervento, ha una visione di sè stesso e della sua malattia come mezzo per cambiare in meglio, quindi, alla fine le sue pagine descrivono uomini cose e situazioni con l'intento di rinascere interiormente. Ciao @ F. M.Rigo Da quel che mi sembra di capire lei, signora Rigo, continua a omaggiare la psicoanalisi. Avrà i suoi buoni motivi. Ma Io ho i miei che, non disdegnando affatto la psicoanalisi, ritengono che la verticale parte dall’alto e non dal basso. Ne consegue che non condivido la tesi dell’inconscio prioritario alla coscienza, parola ben diversa dalla consapevolezza; da questa radicale diversità di pensiero e di comportamenti (che è sostanzialmente un fatto religioso oltre che etico) ritengo sia civile non giudicarsi male a vicenda. Tantomeno con la sufficienza intellettuale propria di chi non conosce il suo prossimo e che siede su troni di quella intolleranza che lei tanto combatte. La ringrazio. @ Carlo S.
L’immagine della bratta o del roditore che le grandi anime combattono è sempre molto interessante. Ricordo Giorgio Gaber che in suo libro, con l’ironia che gli era propria e da raffinato intellettuale che tutti conosciamo, raccontava la lotta ingaggiata con il “grigio”, un fastidioso topo con il quale si relazionava e che cercò di combattere con mille trovate.
Al di là di tutto questo Dostoevskij, hai detto molto bene nel primo intervento, ha una visione di sè stesso e della sua malattia come mezzo per cambiare in meglio, quindi, alla fine le sue pagine descrivono uomini cose e situazioni con l’intento di rinascere interiormente.
Ciao

@ F. M.Rigo
Da quel che mi sembra di capire lei, signora Rigo, continua a omaggiare la psicoanalisi. Avrà i suoi buoni motivi.
Ma Io ho i miei che, non disdegnando affatto la psicoanalisi, ritengono che la verticale parte dall’alto e non dal basso. Ne consegue che non condivido la tesi dell’inconscio prioritario alla coscienza, parola ben diversa dalla consapevolezza; da questa radicale diversità di pensiero e di comportamenti (che è sostanzialmente un fatto religioso oltre che etico) ritengo sia civile non giudicarsi male a vicenda. Tantomeno con la sufficienza intellettuale propria di chi non conosce il suo prossimo e che siede su troni di quella intolleranza che lei tanto combatte.
La ringrazio.

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-3/#comment-23826 Carlo S. Sun, 24 Feb 2008 12:06:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23826 Sempre più intrigato tra il Dostoevskij "nemmeno insetto" e il Kafka che un bel dì ci si sveglia (e sperando di non dire scempiaggini quali quelle da me dette ieri: ho provato a rileggermi ma in fondo non mi sono capito neppure io). Dost. nel suo sottosuolo alla fine non si riconosce in nulla perchè ha provato ad essere tutto e non vi è riuscito. Ha provato ad essere eroe ed antieroe, degno e indegno, pietoso e cinico, ma alla fine non trova mai il coraggio di operare una scelta e ritiratosi nel suo sottosuolo trova una ragine d'essere solo nel rimuginare sui moti della sua psiche e di scriverli, confessarli al lettore e consegnare a lui il senso del suo rifiuto totale. Kafka si sveglia e pluf! è già insetto e non si sa il perchè e il percome. La sua psiche ha già rimuginato (si sveglia da un incubo, ma non ci dice quale): non ci sono scelte da fare; c'è una realtà che è assurda, ma è vera, è lì fuori. C'è la volontà di descriverla, di registrarla, narrarla, ma senza elaborazioni: quelle nella mente dello scrittore sono già state fatte; resta al lettore fare le sue (decifrando i suoi simboli, come suggerisce Zaube ?) Sempre più intrigato tra il Dostoevskij “nemmeno insetto” e il Kafka che un bel dì ci si sveglia (e sperando di non dire scempiaggini quali quelle da me dette ieri: ho provato a rileggermi ma in fondo non mi sono capito neppure io).
Dost. nel suo sottosuolo alla fine non si riconosce in nulla perchè ha provato ad essere tutto e non vi è riuscito. Ha provato ad essere eroe ed antieroe, degno e indegno, pietoso e cinico, ma alla fine non trova mai il coraggio di operare una scelta e ritiratosi nel suo sottosuolo trova una ragine d’essere solo nel rimuginare sui moti della sua psiche e di scriverli, confessarli al lettore e consegnare a lui il senso del suo rifiuto totale.
Kafka si sveglia e pluf! è già insetto e non si sa il perchè e il percome. La sua psiche ha già rimuginato (si sveglia da un incubo, ma non ci dice quale): non ci sono scelte da fare; c’è una realtà che è assurda, ma è vera, è lì fuori. C’è la volontà di descriverla, di registrarla, narrarla, ma senza elaborazioni: quelle nella mente dello scrittore sono già state fatte; resta al lettore fare le sue (decifrando i suoi simboli, come suggerisce Zaube ?)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23815 Massimo Maugeri Sun, 24 Feb 2008 10:48:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23815 Aggiungo che Dostoevskij ha giocato un ruolo importante nello sviluppo del cosiddetto "tema del doppio" nel romanzo moderno (mi riferisco in particolare a "Il sosia"), con enormi ripercussioni nella letteratura occidentale. Basti pensare a Stevenson, a Wilde, a Pirandello, allo stesso Kafka (dicotomia uomo/insetto). Vi riporto i titoli delle opere in tal senso più significative e le date di pubblicazione. “Il sosia” (1846) di Dostoevskij, “Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Hyde” (1886) di Stevenson, “Il ritratto di Dorian Gray” (1891) di Wilde, “Il fu Mattia Pascal” (1904) di Pirandello, “La Metamorfosi” (1916) di Kafka. Aggiungo che Dostoevskij ha giocato un ruolo importante nello sviluppo del cosiddetto “tema del doppio” nel romanzo moderno (mi riferisco in particolare a “Il sosia”), con enormi ripercussioni nella letteratura occidentale. Basti pensare a Stevenson, a Wilde, a Pirandello, allo stesso Kafka (dicotomia uomo/insetto).
Vi riporto i titoli delle opere in tal senso più significative e le date di pubblicazione.

“Il sosia” (1846) di Dostoevskij, “Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Hyde” (1886) di Stevenson, “Il ritratto di Dorian Gray” (1891) di Wilde, “Il fu Mattia Pascal” (1904) di Pirandello, “La Metamorfosi” (1916) di Kafka.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23814 Massimo Maugeri Sun, 24 Feb 2008 10:44:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23814 @ Simona Ti ringrazio per il tuo commento. Sono lieto che tu non abbia trovato l'accostamento con Kafka troppo peregrino. In verità, ripeto, quando lessi quel passaggio de "Il sottosuolo" pensai subito a "La metamorfosi". Pensai: ecco, l'uomo del sottosuolo di Dostoevskij non riesce a diventare nulla, nemmeno insetto; il Samsa di Kakfa, invece, diventa insetto (ci si ritrova trasformato). Vorrà dire qualcosa? C'è qualche attinenza (pur nella diversità dei due soggetti)? @ Simona
Ti ringrazio per il tuo commento. Sono lieto che tu non abbia trovato l’accostamento con Kafka troppo peregrino.
In verità, ripeto, quando lessi quel passaggio de “Il sottosuolo” pensai subito a “La metamorfosi”.
Pensai: ecco, l’uomo del sottosuolo di Dostoevskij non riesce a diventare nulla, nemmeno insetto; il Samsa di Kakfa, invece, diventa insetto (ci si ritrova trasformato).
Vorrà dire qualcosa? C’è qualche attinenza (pur nella diversità dei due soggetti)?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23813 Massimo Maugeri Sun, 24 Feb 2008 10:39:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23813 Un saluto e un ringraziamento a Carlo S., M.G., Eventounico. Un benvenuto a Ugo Sette (che "incrocio" per la prima volta). Un saluto e un ringraziamento a Carlo S., M.G., Eventounico.
Un benvenuto a Ugo Sette (che “incrocio” per la prima volta).

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Di: F. M. Rigo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23811 F. M. Rigo Sun, 24 Feb 2008 04:21:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23811 Zaube, ti ringrazio pubblicamente per il bellissimo intervento, mamma mia, hai visto che gente? Baci fausta Scusate l'ot Zaube, ti ringrazio pubblicamente per il bellissimo intervento, mamma mia, hai visto che gente?

Baci
fausta

Scusate l’ot

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23805 Rossella Sat, 23 Feb 2008 23:01:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23805 @Zauberei vedi che ho anche sbagliato il cognome del Sig. Freud!!!!!! @Zauberei
vedi che ho anche sbagliato il cognome del Sig. Freud!!!!!!

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23804 Rossella Sat, 23 Feb 2008 22:50:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23804 @ Zauberei Ti ringrazio per l’esauriente risposta su “voi siete qui”. E’ mio dovere comunque precisarti che la definizione “molto patologica” riguardo la sottoscritta e la sua posizione pro analisi froidiana non è stata focalizzata in maniera corretta. Necessita quindi fare un’estirpazione di idee sbagliate. Non ho mai lavorato né ho mai condiviso il sacchetto d’immondizia libidinoso che alla fine piacque tanto al dr. Froid, e non so chi l’ ha fatto con altrettanta compiacenza e interesse... Sono una perfetta incompetente nel campo della psicoanalisi, mentre nella morale e nelle sue logiche spesso ho trovato eccelsi numi raziocinanti; proprio come dice Ferdinando Camon, per me ogni esperienza è utile per ricondurla al settore che m’interessa maggiormente, ovvero la pittura. Che viviamo in un tempo di grande confusione dove in molti pensano di avere le competenze necessarie per giudicare e gestire cose che neppure conoscono è pur vero, compreso il sottosuolo: nei fatti ignorano Socrate ed il suo conosci te stesso, con le parole sbandierano teorie di autocoscienza e di saper fare. Basta vedere dove è arrivata la società e quanta immondizia c’è in Campania. Stop. Ciao Rossella @ Zauberei
Ti ringrazio per l’esauriente risposta su “voi siete qui”.
E’ mio dovere comunque precisarti che la definizione “molto patologica” riguardo la sottoscritta e la sua posizione pro analisi froidiana non è stata focalizzata in maniera corretta. Necessita quindi fare un’estirpazione di idee sbagliate.
Non ho mai lavorato né ho mai condiviso il sacchetto d’immondizia libidinoso che alla fine piacque tanto al dr. Froid, e non so chi l’ ha fatto con altrettanta compiacenza e interesse…
Sono una perfetta incompetente nel campo della psicoanalisi, mentre nella morale e nelle sue logiche spesso ho trovato eccelsi numi raziocinanti; proprio come dice Ferdinando Camon, per me ogni esperienza è utile per ricondurla al settore che m’interessa maggiormente, ovvero la pittura.
Che viviamo in un tempo di grande confusione dove in molti pensano di avere le competenze necessarie per giudicare e gestire cose che neppure conoscono è pur vero, compreso il sottosuolo: nei fatti ignorano Socrate ed il suo conosci te stesso, con le parole sbandierano teorie di autocoscienza e di saper fare. Basta vedere dove è arrivata la società e quanta immondizia c’è in Campania. Stop.
Ciao
Rossella

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23803 Sergio Sozi Sat, 23 Feb 2008 21:30:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23803 P.S. Il resto non e' fatto neanche da ''belle parole'' come dice lei: brutte parole e miseria generalizzata che si vede, trapela anche dalle righe, mi creda. P.S.
Il resto non e’ fatto neanche da ”belle parole” come dice lei: brutte parole e miseria generalizzata che si vede, trapela anche dalle righe, mi creda.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23802 Sergio Sozi Sat, 23 Feb 2008 21:28:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23802 Caro Ugo Sette, sono sostanzialmente d'accordo con Lei sulla condizione penosa del romanzo italiano e degli scrittori del nostro Paese. Le eccezioni sono da ricercare col lanternino. Parola di chi guarda con occhio critico e non trova corrispettivi viventi di grandezza pari a quella di stranieri viventi. Eccetto eccezioni - ma sono persone di altra generazione: Tabucchi, Camon, Vassalli. Solo Diego Marani fra gli ultraquarantenni mi sembra abbia scritto un testo veramente eccellente: ''Nuova grammatica finlandese'', romanzo ottimo e comparabile con i buoni libri stranieri. Saluti Sergio Sozi Caro Ugo Sette,
sono sostanzialmente d’accordo con Lei sulla condizione penosa del romanzo italiano e degli scrittori del nostro Paese. Le eccezioni sono da ricercare col lanternino. Parola di chi guarda con occhio critico e non trova corrispettivi viventi di grandezza pari a quella di stranieri viventi. Eccetto eccezioni – ma sono persone di altra generazione: Tabucchi, Camon, Vassalli. Solo Diego Marani fra gli ultraquarantenni mi sembra abbia scritto un testo veramente eccellente: ”Nuova grammatica finlandese”, romanzo ottimo e comparabile con i buoni libri stranieri.
Saluti
Sergio Sozi

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23800 Sergio Sozi Sat, 23 Feb 2008 20:55:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23800 Scusatemi se vado sul personale un attimo: Rossella, ti ho appena risposto sulla ''Letteratura della follia'', se vuoi vai la'. Grazie Ciao Sergio Scusatemi se vado sul personale un attimo:
Rossella, ti ho appena risposto sulla ”Letteratura della follia”, se vuoi vai la’.
Grazie
Ciao
Sergio

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Di: m.g. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23793 m.g. Sat, 23 Feb 2008 16:56:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23793 le tematiche affrontate ,da dostoevskij a camon,a kafka a freud, sono tutte interessanti,e tutte attraversate da un filo conduttore capace di condurci a grandi verita'.la malattia,la diversita',il disagio esistenziale,come condizioni temute e desiderate,coltivate in se',meditate e raccontate al mondo,cosa sono se nn la coscienza della condizione e dell'esperienza umana di cui gli scrittori sono testimoni per elezione.in un suo saggio freud esprimeva parole di ammirazione per come Jansen analizzava in un suo libro il sogno del protagonista,ritendendolo esatto secondo le sue teorie psicanalitiche pur venendo da persona non addetta ai lavori. Lo scrittore dunque,e' colui che dialoga senza mediazioni dottrinali,ma per la profondita' del suo pensiero interiorizzato,con l'inconscio ,proprio,ma anche collettivo,per citare Jung,ed e' questo il valore universale e atemporale della letteratura . per questo noi ci riconosciamo in essi,al di la' di tutte le barriere spazio temporali. La malattia e' un segnale delll'inconscio,un pensiero represso che ritorna e si vendica in forma di affezione sul corpo fisico,di punizione,di espiazione,di vergogna ,di senso di colpa,che si svela e ci scuote per liberarci ,se sappiamo smascherarla e accettarla come segno della nostra umanità. Ma per Camon addirittura l'uomo E' UNA MALATTIA,quella malattia chiamata uomo,di cui dobbiamo sperare tutti di essere affetti,altrimenti sarebbe solo svolazzare di trine,come dice zauberei,nn sangue,non urla,nn passioni e paure,non coraggio della propria fragilita',non testimonianza universale di disperazione,di fede,di amore. Negli ultimi giorni di vita gli amici che andavano a trovare Fabrizio de Andre' gli dicevano,per dargli coraggio,di combattere perche' sarebbe guarito,e lui che sapeva come avrebbe finito di soffrire,rispondeva:'si,lo so che guariro' da questa bellissima malattia che si chiama vita'. le tematiche affrontate ,da dostoevskij a camon,a kafka a freud, sono tutte interessanti,e tutte attraversate da un filo conduttore capace di condurci a grandi verita’.la malattia,la diversita’,il disagio esistenziale,come condizioni temute e desiderate,coltivate in se’,meditate e raccontate al mondo,cosa sono se nn la coscienza della condizione e dell’esperienza umana di cui gli scrittori sono testimoni per elezione.in un suo saggio freud esprimeva parole di ammirazione per come Jansen analizzava in un suo libro il sogno del protagonista,ritendendolo esatto secondo le sue teorie psicanalitiche pur venendo da persona non addetta ai lavori.
Lo scrittore dunque,e’ colui che dialoga senza mediazioni dottrinali,ma per la profondita’ del suo pensiero interiorizzato,con l’inconscio ,proprio,ma anche collettivo,per citare Jung,ed e’ questo il valore universale e atemporale della letteratura .
per questo noi ci riconosciamo in essi,al di la’ di tutte le barriere spazio temporali.
La malattia e’ un segnale delll’inconscio,un pensiero represso che ritorna e si vendica in forma di affezione sul corpo fisico,di punizione,di espiazione,di vergogna ,di senso di colpa,che si svela e ci scuote per liberarci ,se sappiamo smascherarla e accettarla come segno della nostra umanità.
Ma per Camon addirittura l’uomo E’ UNA MALATTIA,quella malattia chiamata uomo,di cui dobbiamo sperare tutti di essere affetti,altrimenti sarebbe solo svolazzare di trine,come dice zauberei,nn sangue,non urla,nn passioni e paure,non coraggio della propria fragilita’,non testimonianza universale di disperazione,di fede,di amore.
Negli ultimi giorni di vita gli amici che andavano a trovare Fabrizio de Andre’ gli dicevano,per dargli coraggio,di combattere perche’ sarebbe guarito,e lui che sapeva come avrebbe finito di soffrire,rispondeva:’si,lo so che guariro’ da questa bellissima malattia che si chiama vita’.

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Di: Kataweb.it - Blog - TERZAPAGINA, il meglio dalle pagine culturali dei quotidiani » Blog Archive » Libri, l’Italia che resiste http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23791 Kataweb.it - Blog - TERZAPAGINA, il meglio dalle pagine culturali dei quotidiani » Blog Archive » Libri, l’Italia che resiste Sat, 23 Feb 2008 15:41:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23791 [...] letteratitudine, Il sottosuolo di Ferdinando Camon nessun [...] [...] letteratitudine, Il sottosuolo di Ferdinando Camon nessun [...]

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23790 zauberei Sat, 23 Feb 2008 15:19:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23790 Per rossella: Rossella siccome mi sembrava che andassimo troppo off topic ho messo la mia risposta al tuo post nella pagina "voi siete qui", che mi sembra un analogo molto carino della camera accanto. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/16/voi-siete-qui/#comment-23789 Per rossella:
Rossella siccome mi sembrava che andassimo troppo off topic ho messo la mia risposta al tuo post nella pagina “voi siete qui”, che mi sembra un analogo molto carino della camera accanto.

http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/16/voi-siete-qui/#comment-23789

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23788 eventounico Sat, 23 Feb 2008 14:46:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23788 Carlo ti ringrazio per il "gancio", ma ti sarà evidente evidente che sarebbe fuori luogo raccogliere. Posso però dirti che sento più vicino Kafka. Ciò nonostante la sua lucida consapevolezza porti troppa luce nel sottosuolo e quindi lo privi di ogni dimensione privata. E' un modo pubblico, quasi televisivo, di vivere la diversità. Un modo di negarne l'esistenza proprio mentre la si afferma.L'insetto è quanto di più distante dall'essere umano. Eppure i suoi pensieri, il suo modo di sentire la diversità, la sua sofferenza lo fanno vivere dentro di noi con una sostenibile repulsione. Carlo ti ringrazio per il “gancio”, ma ti sarà evidente evidente che sarebbe fuori luogo raccogliere. Posso però dirti che sento più vicino Kafka. Ciò nonostante la sua lucida consapevolezza porti troppa luce nel sottosuolo e quindi lo privi di ogni dimensione privata. E’ un modo pubblico, quasi televisivo, di vivere la diversità. Un modo di negarne l’esistenza proprio mentre la si afferma.L’insetto è quanto di più distante dall’essere umano. Eppure i suoi pensieri, il suo modo di sentire la diversità, la sua sofferenza lo fanno vivere dentro di noi con una sostenibile repulsione.

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Di: Simona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23785 Simona Sat, 23 Feb 2008 13:38:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23785 @ Massimo. Sì Massimo. Credo che la produzione di Dostoevskij abbia influenzato successivamente l'idea stessa del romanzo come struttura aperta, verticale e orizzontale, in seno alla quale si muove un uomo complesso, inquieto, la cui oscurità convive con la luce. La sua stessa visione religiosa, pur così potente, non era priva di incertezze, di riflessioni, di riletture anche ardite. Basti pensare alla famosa affermazione che mi ha sempre colpita e affascinata, quella in cui diceva " se la verità fosse cosa diversa da Gesù, sceglierei comunque Gesù" (frase per la quale si è detto che Dostoevskij è il più cristiano degli scrittori anche se il meno cattolico). E' segno di un animo che non tace sulle zone d'ombra ma vi affonda, le scruta ed è abituato - anche per vicende personali - a considerarle ineludibile intreccio del bene. Necessario controcanto. Anche nell'indagine dell'origine del male c'è modernità sconcertante. Un approccio che è precursore delle moderne ipotesi psicologiche , per esempio , della Gestalt oltre che di quelle più risalenti collegabili a Freud. La novità consiste non tanto nella contemporanea presenza nel cuore umano di due opposte valenze (positiva e negativa) quanto nella coscienza - modernissima - che l'uomo ha della sua condizione. Satov, uno dei personaggi de " I demoni"non ha la fede ma vorrebbe averla. Nel suo grido disperato c'è una lucidità altissima della mancanza di Dio. E del male che genera. E non mi sembra azzarato neanche il parallelo con l'incipit della "metamorfosi " di Kafka. Non per l'uso comune della parola "insetto", che pure colpisce, quanto perchè quell'essere insetto coincide con le parti di noi che non affiorano e che - tuttavia - vegliano , latenti, nel nostro personale sottosuolo. @ Massimo.
Sì Massimo. Credo che la produzione di Dostoevskij abbia influenzato successivamente l’idea stessa del romanzo come struttura aperta, verticale e orizzontale, in seno alla quale si muove un uomo complesso, inquieto, la cui oscurità convive con la luce.
La sua stessa visione religiosa, pur così potente, non era priva di incertezze, di riflessioni, di riletture anche ardite. Basti pensare alla famosa affermazione che mi ha sempre colpita e affascinata, quella in cui diceva ” se la verità fosse cosa diversa da Gesù, sceglierei comunque Gesù” (frase per la quale si è detto che Dostoevskij è il più cristiano degli scrittori anche se il meno cattolico).
E’ segno di un animo che non tace sulle zone d’ombra ma vi affonda, le scruta ed è abituato – anche per vicende personali – a considerarle ineludibile intreccio del bene. Necessario controcanto.
Anche nell’indagine dell’origine del male c’è modernità sconcertante. Un approccio che è precursore delle moderne ipotesi psicologiche , per esempio , della Gestalt oltre che di quelle più risalenti collegabili a Freud.
La novità consiste non tanto nella contemporanea presenza nel cuore umano di due opposte valenze (positiva e negativa) quanto nella coscienza – modernissima – che l’uomo ha della sua condizione.
Satov, uno dei personaggi de ” I demoni”non ha la fede ma vorrebbe averla. Nel suo grido disperato c’è una lucidità altissima della mancanza di Dio. E del male che genera.
E non mi sembra azzarato neanche il parallelo con l’incipit della “metamorfosi ” di Kafka. Non per l’uso comune della parola “insetto”, che pure colpisce, quanto perchè quell’essere insetto coincide con le parti di noi che non affiorano e che – tuttavia – vegliano , latenti, nel nostro personale sottosuolo.

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Di: ugo sette http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23784 ugo sette Sat, 23 Feb 2008 12:31:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23784 Camon è un grande scrittore e Dostoevskij ineguagliabile. Mi permetto di dire che Camon nel testo per "Liberation" del 1985 è molto Camusiano nella spiegazione del motivo della sua Scrittura. Anch'io sono Camusiano e Dostoevskiano in egual misura nei miei testi e anche se molto giovane so che questo senso di appartenenza plasma. La Necessità dello Scrivere per dare voce a quelli che non possono e soprattutto il continuo indagare delle pieghe dell'animo umano. Mancano gli scrittori in Italia che si occupano in modo serio di questo, la letteratura ha assunto un ruolo "borghese" a tutti gli effetti e i romanzi sono diventati puntate di "Uomini e Donne". Mi si lasci passare questa provocazione: so bene che è una forzatura ma bazzicando la letteratura, conosco praticamente tutti i massimi esponenti in italia, non riscontro nè ricerca, nè "senso sociale", solo belle parole sterili e tante reciproche pacche sulle spalle. Ovvio che non è così per tutti. Mi auguro possiate leggere presto il mio piccolo romanzo o quelli della mia "confraternita" per capire ciò che intendo. Io i romanzi di Camon li ho letti e li ho amati. Quelli di Dostoevskij e Camus sono il mio tempio. ugo sette Camon è un grande scrittore e Dostoevskij ineguagliabile.
Mi permetto di dire che Camon nel testo per “Liberation” del 1985 è molto Camusiano nella spiegazione del motivo della sua Scrittura.
Anch’io sono Camusiano e Dostoevskiano in egual misura nei miei testi e anche se molto giovane so che questo senso di appartenenza plasma. La Necessità dello Scrivere per dare voce a quelli che non possono e soprattutto il continuo indagare delle pieghe dell’animo umano. Mancano gli scrittori in Italia che si occupano in modo serio di questo, la letteratura ha assunto un ruolo “borghese” a tutti gli effetti e i romanzi sono diventati puntate di “Uomini e Donne”. Mi si lasci passare questa provocazione: so bene che è una forzatura ma bazzicando la letteratura, conosco praticamente tutti i massimi esponenti in italia, non riscontro nè ricerca, nè “senso sociale”, solo belle parole sterili e tante reciproche pacche sulle spalle. Ovvio che non è così per tutti. Mi auguro possiate leggere presto il mio piccolo romanzo o quelli della mia “confraternita” per capire ciò che intendo. Io i romanzi di Camon li ho letti e li ho amati. Quelli di Dostoevskij e Camus sono il mio tempio. ugo sette

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23783 Carlo S. Sat, 23 Feb 2008 12:09:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23783 L’incipit è veramente efficacissimo, uno tra i più forti che mi sia mai capitato di leggere; nel male al fegato (sede della bile, del fiele, di tutto ciò che è amaro nell’esistenza – così è sempre stato nella “medicina” fin dai tempi antichi) c’è già tutto quello che l’uomo del sottosuolo cercherà di sviscerare nelle trenta pagine successive, il dialogo (monologo) col lettore che copre la prima sezione del libro (un po’ prolissa e noiosetta, ma questo è solo il mio parere). Ma dice bene la nostra Righessa: in questo fiele, questo disprezzo per sé e per gli altri e per il mondo tutto c’è una forte volontà di dare un senso alla propria esistenza, e a mio parere di affermare in qualche modo la propria umanità attraverso la libera scelta individuale, attraverso una qualsiasi (anche in negativo) affermazione di un sé: è come se questo per il protagonista, vero o falso che sia ciò che dice (egli stesso dubita della verità di ciò che afferma e “sospetta di mentire come un calzolaio”), fosse sufficiente o necessario per continuare a vivere. E quindi in fondo per sentire un’appartenenza (all’umanità) anche attraverso il suo spregio. Non dimentichiamo il forte “senso del peccato” che pervade tutta la sua produzione letteraria, e da qui il senso della sofferenza , non solo mezzo di redenzione che può essere voluta o rifiutata (e qui lo è rifiutando Liza), per libera scelta, ma comunque strumento per dare un significato, anche di semplice castigo, ad una vita. Il sottosuolo di Dostoevskij pertanto non è a mio parere l’inconscio, ma la malattia: il più che conscio malessere di chi rifiuta una qualche “integrazione” nel mondo circostante, per qualsiasi ragione: per ragioni politiche, etiche o morali, per senso di incapacità o inadeguatezza di fronte al mondo che si trasforma, per semplice paura. Il sottosuolo è rifiuto, da sempre: anche negli anni più recenti si era affermata una certa “cultura-underground” che era la “cultura-contro” o controcultura. Forse è sottosuolo anche il manicomio di Eventounico e del suo “Come pagina Bianca” (Evento: ti lancio questa palla, se la vuoi raccogliere), anche se lì la voglia di redenzione c’è, e forte, attraverso la ricerca delle parole e con esse il senso della vita. Stimolante il paragone che suggerisce Massimo: l’uomo del sottosuolo di D. e il Grigor Samsa di K. Ci debbo pensare ancora sopra, ma di primo acchito direi che nel suo pieno rifiuto nichilista ed apparente disprezzo di sé, in qualsiasi forma possibile, con l’eroe di D. siamo in pieno romanticismo-decadente. Con la visionaria metamorfosi Kafkiana siamo già nell’epoca moderna: il suo eroe si sveglia e si accorge del cambiamento, in qualche modo ne prenderà atto, ma non rinuncerà mai a sentirsi umano, anche se in forma di insetto, anche di fronte all’orrore ed al rifiuto dei suoi familiari che infatti saluteranno la sua morte con sollievo per la riconquistata “normalità”. Per questo in fondo amo di più Kafka. L’incipit è veramente efficacissimo, uno tra i più forti che mi sia mai capitato di leggere; nel male al fegato (sede della bile, del fiele, di tutto ciò che è amaro nell’esistenza – così è sempre stato nella “medicina” fin dai tempi antichi) c’è già tutto quello che l’uomo del sottosuolo cercherà di sviscerare nelle trenta pagine successive, il dialogo (monologo) col lettore che copre la prima sezione del libro (un po’ prolissa e noiosetta, ma questo è solo il mio parere).
Ma dice bene la nostra Righessa: in questo fiele, questo disprezzo per sé e per gli altri e per il mondo tutto c’è una forte volontà di dare un senso alla propria esistenza, e a mio parere di affermare in qualche modo la propria umanità attraverso la libera scelta individuale, attraverso una qualsiasi (anche in negativo) affermazione di un sé: è come se questo per il protagonista, vero o falso che sia ciò che dice (egli stesso dubita della verità di ciò che afferma e “sospetta di mentire come un calzolaio”), fosse sufficiente o necessario per continuare a vivere. E quindi in fondo per sentire un’appartenenza (all’umanità) anche attraverso il suo spregio.
Non dimentichiamo il forte “senso del peccato” che pervade tutta la sua produzione letteraria, e da qui il senso della sofferenza , non solo mezzo di redenzione che può essere voluta o rifiutata (e qui lo è rifiutando Liza), per libera scelta, ma comunque strumento per dare un significato, anche di semplice castigo, ad una vita.
Il sottosuolo di Dostoevskij pertanto non è a mio parere l’inconscio, ma la malattia: il più che conscio malessere di chi rifiuta una qualche “integrazione” nel mondo circostante, per qualsiasi ragione: per ragioni politiche, etiche o morali, per senso di incapacità o inadeguatezza di fronte al mondo che si trasforma, per semplice paura.
Il sottosuolo è rifiuto, da sempre: anche negli anni più recenti si era affermata una certa “cultura-underground” che era la “cultura-contro” o controcultura.
Forse è sottosuolo anche il manicomio di Eventounico e del suo “Come pagina Bianca” (Evento: ti lancio questa palla, se la vuoi raccogliere), anche se lì la voglia di redenzione c’è, e forte, attraverso la ricerca delle parole e con esse il senso della vita.
Stimolante il paragone che suggerisce Massimo: l’uomo del sottosuolo di D. e il Grigor Samsa di K.
Ci debbo pensare ancora sopra, ma di primo acchito direi che nel suo pieno rifiuto nichilista ed apparente disprezzo di sé, in qualsiasi forma possibile, con l’eroe di D. siamo in pieno romanticismo-decadente. Con la visionaria metamorfosi Kafkiana siamo già nell’epoca moderna: il suo eroe si sveglia e si accorge del cambiamento, in qualche modo ne prenderà atto, ma non rinuncerà mai a sentirsi umano, anche se in forma di insetto, anche di fronte all’orrore ed al rifiuto dei suoi familiari che infatti saluteranno la sua morte con sollievo per la riconquistata “normalità”.
Per questo in fondo amo di più Kafka.

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Di: Francesco Manzitti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/comment-page-2/#comment-23780 Francesco Manzitti Sat, 23 Feb 2008 11:25:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/21/il-sottosuolo-di-ferdinando-camon/#comment-23780 Camminiamo sul filo ogni giorno, e ogni giorno il filo si assottiglia. C'è una distanza da percorrere ancora prima che si spezzi e si cada tutti insieme, oppure ognuno perderà l'equilibrio da solo? Sono l'unico ad esser cosciente di questo oppure c'è altra gente come me che mette in dubbio la propria salute mentale? Sono domande che, fortuna, non mi pongo quasi mai, se non quando devo restare a Milano d'estate per lavoro... ma sono le domande che mi tornano, col mal di fegato, quando leggo Dostoevskij. E sopra quel filo che sembra doversi spezzare da trent'anni eppur mi regge ancora assaporo la dolce ebbrezza del restare in equilibrio sopra un mondo che dall'alto conserva tutta la sua bellezza antica. Camminiamo sul filo ogni giorno, e ogni giorno il filo si assottiglia. C’è una distanza da percorrere ancora prima che si spezzi e si cada tutti insieme, oppure ognuno perderà l’equilibrio da solo?
Sono l’unico ad esser cosciente di questo oppure c’è altra gente come me che mette in dubbio la propria salute mentale? Sono domande che, fortuna, non mi pongo quasi mai, se non quando devo restare a Milano d’estate per lavoro… ma sono le domande che mi tornano, col mal di fegato, quando leggo Dostoevskij. E sopra quel filo che sembra doversi spezzare da trent’anni eppur mi regge ancora assaporo la dolce ebbrezza del restare in equilibrio sopra un mondo che dall’alto conserva tutta la sua bellezza antica.

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