Commenti a: FÌDEG di Paolo Colagrande (recensione di Andrea Di Consoli) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Florence Holiday http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-76695 Florence Holiday Tue, 22 Sep 2009 08:29:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-76695 Caro Massimo, quando hai tempo, puoi cortesemente dare un'occhiata alle recensioni ed ai racconti che ho scritto e darmi qualche consiglio? Il sito è florenceholiday.blogspot.com Grazie molte. Florence Caro Massimo, quando hai tempo, puoi cortesemente dare un’occhiata alle recensioni ed ai racconti che ho scritto e darmi qualche consiglio?

Il sito è florenceholiday.blogspot.com

Grazie molte.

Florence

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-4185 Massimo Maugeri Mon, 17 Sep 2007 18:04:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-4185 Bentornato Paolo! Aspettiamo il tuo prossimo intervento, allora. Bentornato Paolo!
Aspettiamo il tuo prossimo intervento, allora.

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-4171 paolo Mon, 17 Sep 2007 13:25:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-4171 scusate sono rimasto indietro con le risposte. Ma adesso mi metto a pari datemi un'oretta che mi ricollego e rispondo. grazie scusate sono rimasto indietro con le risposte. Ma adesso mi metto a pari datemi un’oretta che mi ricollego e rispondo. grazie

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Di: gennaro iozzia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-4029 gennaro iozzia Fri, 14 Sep 2007 13:37:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-4029 caro lupi, ti confermo quello che ho scritto. spero apprezzerai la mia sincerità. stai certo che mi guarderò bene dallo scrivere. anche perché non lo so fare. però l'aneddoto che hai raccontato ti fa onore. caro lupi, ti confermo quello che ho scritto. spero apprezzerai la mia sincerità. stai certo che mi guarderò bene dallo scrivere. anche perché non lo so fare. però l’aneddoto che hai raccontato ti fa onore.

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Di: Gordiano Lupi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3987 Gordiano Lupi Thu, 13 Sep 2007 22:20:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3987 Non ho insultato Aldo Nove che rispetto, come rispetto Matteo B. Bianchi e Paolo Nori. Ho letto molti loro libri. Sono un loro lettore. Avrò diritto di dire che certi non mi sono piaciuti? Non condivido quello che dice Iozzia. Paolo Albiero (ottimo critico di cinema) ha stroncato alla grande un mio libro su Lucio Fulci. Lo ha massacrato. Vero che lì per lì ci sono rimasto male, ma poi siamo andati a cena insieme e siamo stati insieme 3 giorni al Fulci day di Massa Carrara per parlare di un regista a noi caro. Non tutti siamo uguali, caro Iozzia. E chi scrive deve essere preparato ad accettare la critica. Se no non scriva... Gordiano Lupi Non ho insultato Aldo Nove che rispetto, come rispetto Matteo B. Bianchi e Paolo Nori. Ho letto molti loro libri. Sono un loro lettore. Avrò diritto di dire che certi non mi sono piaciuti? Non condivido quello che dice Iozzia. Paolo Albiero (ottimo critico di cinema) ha stroncato alla grande un mio libro su Lucio Fulci. Lo ha massacrato. Vero che lì per lì ci sono rimasto male, ma poi siamo andati a cena insieme e siamo stati insieme 3 giorni al Fulci day di Massa Carrara per parlare di un regista a noi caro.
Non tutti siamo uguali, caro Iozzia. E chi scrive deve essere preparato ad accettare la critica. Se no non scriva…

Gordiano Lupi

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3983 Massimo Maugeri Thu, 13 Sep 2007 21:01:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3983 Mi rammarico di non aver avuto tempo a sufficienza (e capacità) di mantenere questo post nei limiti dell'argomento trattato. Pazienza! Mi rassegno e dico la mia. - Ritorno sul discorso stroncature per alcune precisazioni. Leggete bene. Non ho scritto che sono contro le stroncature. Ho scritto che, quando un libro non piace, esistono alternative alla stroncatura. Ho anche detto, e lo ribadisco, che ho avuto l'impressione che molte stroncature sono frutto di invidia, esibizionismo, o vendetta. Il discorso era generale e non era diretto a Gordiano Lupi che ben conosco come persona sincera e spontanea (che si assume sempre la responsabilità di ciò che dice o scrive). Per quanto riguarda la mia personale posizione su "recensioni" e "stroncature" vi riporto quanto scrissi (credo con molta umiltà) il 4 novembre 2006 in occasione dell'apertura della rubrica "Segnalazioni e recensioni": http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/04/segnalazioni-e-recensioni/ "Apro la rubrica “Segnalazioni e recensioni” partendo da una doverosa precisazione: non mi considero (perché non lo sono) un critico letterario. Quelle che leggerete su questa rubrica, dunque, saranno solo le impressioni (chiamatele, se volete recensioni) di un lettore. Peraltro, faccio mie le parole di Oriana Fallaci (cfr. La Stampa del 16/9/06, pag. 2): “Non insulto mai i libri degli altri. Se sono brutti, non dico mai che sono brutti. Non dico nemmeno: non mi piace. Non lo dico perché conosco la fatica tremenda che ogni libro, bello o brutto che sia, costa. E mi riconosco in quella fatica, rispetto quella fatica." Di conseguenza mi permetterò di commentare soltanto le opere che mi hanno colpito favorevolmente, tralasciando le altre. Ai veri critici letterari il compito di "bacchettare" - fino al limite della stroncatura - i cattivi libri". Ribadisco questa posizione sottolineando che quando mi imbattei in quelle frasi della Fallaci (a proposito, tra un paio di giorni ricorrerà il primo anniversario dalla sua morte) mi ci riconobbi. Del resto non credo che la Fallaci sia stata una di quelle che le cose le mandava a dire. Ciò non toglie che nel futuro possa cambiare idea e che mi metta a stroncare anch'io. Peraltro ci sarebbe parecchio da dire sui "recensori marchettari" o sugli pseudocritici che recensiscono libri senza averli nemmeno letti (basandosi sui testi in bandella e sulle note in quarta di copertina). Vi prometto che questo non lo farò MAI. Se mi capiterà di segnalare un libro (così come è avvenuto nel caso del post dedicato a "Pagano" di Gianfranco Franchi) dirò con molta onestà che il libro in questione non l'ho ancora letto. - @ Gordiano: non c'era affatto bisogno di scusarsi. Quel "non parlo più", poi, non era per nulla credibile (e nemmeno necessario). E infatti... Certo se evitavi di punzecchiare Aldo Nove, che qui non c'entrava nulla, sarebbe stato meglio (confesso che a Bianchi non avevo pensato... bontà tua). A tuo favore, però, si può dire che i libri di Nove li compri e li leggi (considerazione non trascurabile: mica vende come Dan Brown, Aldo Nove). Nel tuo caso il detto "chi disprezza compra" calza proprio a pennello. Eh, vecchia birba! - @ Carlo: io sono a favore delle polemiche e delle provocazioni "utili" al confronto e al sano dibattito. Ciò, dal mio punto di vista, implica due condizioni: 1. che si evitino insulti e litigi inutili. La rete è piena di posti del genere. Ma io vorrei fare di tutto perché Letteratitudine rimanga un luogo d'incontro (e di confronto) virtuale tra ecc., ecc. (vedi lo slogan che accompagna il titolo) e non un luogo di scontro. 2. che si faccia il possibile per restare in argomento (evitando che si vada, come diciamo in gergo internauta, off topic). - @ Paolo Colagrande: Secondo me chi stronca si assume una responsabilità importante nei confronti del libro, del suo autore, e dei lettori (ammesso che i lettori - almeno quelli non addetti ai lavori - leggano recensioni e stroncature... ne dubito fortemente), di conseguenza non solo la recensione deve essere "pensata", ma assolutamente motivata. Altrimenti, istintiva o non istintiva, diventa mero insulto. Però sono d'accordo con te sul fatto che quelle mezze stroncature, sottili e calcolate, finalizzate a colpire l'autore e non il libro sono deprecabili. Poi, se un lettore ti dice: "ho letto il tuo libro e mi è piaciuto, però non so perchè; l’ho riletto per capire il perchè ma non l’ho capito", secondo me è un bel complimento, non una bella recensione. - @ Carlo (again): Il “politically correct” (nel bene o nel male) in Internet non esiste. Molti forum e blog sono caratterizzati da litigi e noiosi insulti. Alcuni "blogger letterari" che conosco, per questo motivo, hanno deciso di non intervenire nei dibattiti o di inibire la possibilità di lasciare commenti. Preferirei che questo non accadesse a questo blog. Sono lieto che ammiri la passione di Gordiano, ma sei vuoi contribuire a farla vivere ti consiglio di acquistare gli ottimi libri delle edizioni "Il Foglio" ;) Mi rammarico di non aver avuto tempo a sufficienza (e capacità) di mantenere questo post nei limiti dell’argomento trattato.
Pazienza!
Mi rassegno e dico la mia.
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Ritorno sul discorso stroncature per alcune precisazioni.
Leggete bene. Non ho scritto che sono contro le stroncature. Ho scritto che, quando un libro non piace, esistono alternative alla stroncatura. Ho anche detto, e lo ribadisco, che ho avuto l’impressione che molte stroncature sono frutto di invidia, esibizionismo, o vendetta. Il discorso era generale e non era diretto a Gordiano Lupi che ben conosco come persona sincera e spontanea (che si assume sempre la responsabilità di ciò che dice o scrive).
Per quanto riguarda la mia personale posizione su “recensioni” e “stroncature” vi riporto quanto scrissi (credo con molta umiltà) il 4 novembre 2006 in occasione dell’apertura della rubrica “Segnalazioni e recensioni”: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/04/segnalazioni-e-recensioni/
“Apro la rubrica “Segnalazioni e recensioni” partendo da una doverosa precisazione: non mi considero (perché non lo sono) un critico letterario. Quelle che leggerete su questa rubrica, dunque, saranno solo le impressioni (chiamatele, se volete recensioni) di un lettore. Peraltro, faccio mie le parole di Oriana Fallaci (cfr. La Stampa del 16/9/06, pag. 2): “Non insulto mai i libri degli altri. Se sono brutti, non dico mai che sono brutti. Non dico nemmeno: non mi piace. Non lo dico perché conosco la fatica tremenda che ogni libro, bello o brutto che sia, costa. E mi riconosco in quella fatica, rispetto quella fatica.”
Di conseguenza mi permetterò di commentare soltanto le opere che mi hanno colpito favorevolmente, tralasciando le altre.
Ai veri critici letterari il compito di “bacchettare” – fino al limite della stroncatura – i cattivi libri”.
Ribadisco questa posizione sottolineando che quando mi imbattei in quelle frasi della Fallaci (a proposito, tra un paio di giorni ricorrerà il primo anniversario dalla sua morte) mi ci riconobbi. Del resto non credo che la Fallaci sia stata una di quelle che le cose le mandava a dire.
Ciò non toglie che nel futuro possa cambiare idea e che mi metta a stroncare anch’io.
Peraltro ci sarebbe parecchio da dire sui “recensori marchettari” o sugli pseudocritici che recensiscono libri senza averli nemmeno letti (basandosi sui testi in bandella e sulle note in quarta di copertina). Vi prometto che questo non lo farò MAI. Se mi capiterà di segnalare un libro (così come è avvenuto nel caso del post dedicato a “Pagano” di Gianfranco Franchi) dirò con molta onestà che il libro in questione non l’ho ancora letto.
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@ Gordiano:
non c’era affatto bisogno di scusarsi. Quel “non parlo più”, poi, non era per nulla credibile (e nemmeno necessario). E infatti…
Certo se evitavi di punzecchiare Aldo Nove, che qui non c’entrava nulla, sarebbe stato meglio (confesso che a Bianchi non avevo pensato… bontà tua). A tuo favore, però, si può dire che i libri di Nove li compri e li leggi (considerazione non trascurabile: mica vende come Dan Brown, Aldo Nove). Nel tuo caso il detto “chi disprezza compra” calza proprio a pennello. Eh, vecchia birba!
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@ Carlo:
io sono a favore delle polemiche e delle provocazioni “utili” al confronto e al sano dibattito. Ciò, dal mio punto di vista, implica due condizioni:
1. che si evitino insulti e litigi inutili.
La rete è piena di posti del genere. Ma io vorrei fare di tutto perché Letteratitudine rimanga un luogo d’incontro (e di confronto) virtuale tra ecc., ecc. (vedi lo slogan che accompagna il titolo) e non un luogo di scontro.
2. che si faccia il possibile per restare in argomento (evitando che si vada, come diciamo in gergo internauta, off topic).
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@ Paolo Colagrande:
Secondo me chi stronca si assume una responsabilità importante nei confronti del libro, del suo autore, e dei lettori (ammesso che i lettori – almeno quelli non addetti ai lavori – leggano recensioni e stroncature… ne dubito fortemente), di conseguenza non solo la recensione deve essere “pensata”, ma assolutamente motivata. Altrimenti, istintiva o non istintiva, diventa mero insulto. Però sono d’accordo con te sul fatto che quelle mezze stroncature, sottili e calcolate, finalizzate a colpire l’autore e non il libro sono deprecabili.
Poi, se un lettore ti dice: “ho letto il tuo libro e mi è piaciuto, però non so perchè; l’ho riletto per capire il perchè ma non l’ho capito”, secondo me è un bel complimento, non una bella recensione.
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@ Carlo (again):
Il “politically correct” (nel bene o nel male) in Internet non esiste. Molti forum e blog sono caratterizzati da litigi e noiosi insulti. Alcuni “blogger letterari” che conosco, per questo motivo, hanno deciso di non intervenire nei dibattiti o di inibire la possibilità di lasciare commenti. Preferirei che questo non accadesse a questo blog.
Sono lieto che ammiri la passione di Gordiano, ma sei vuoi contribuire a farla vivere ti consiglio di acquistare gli ottimi libri delle edizioni “Il Foglio” ;)

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Di: gennaro iozzia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3970 gennaro iozzia Thu, 13 Sep 2007 15:37:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3970 per gordiano lupi. sono solo un lettore e per fortuna (vostra) non ho mai provato a scrivere nulla. però, gordiano, onestamente, se scrivessi un libro e qualcuno poi me lo stronca a torto o a ragione io mi incazzerei a morte. e se questo qualcuno mi chiedesse di parlare di un suo libro, o di un libro che pubblica, penso che anch'io mi rifiuterei. non sarà servizio pubblico o giornalismo, ma è umano. chi pensa il contrario secondo me è ipocrita. per gordiano lupi. sono solo un lettore e per fortuna (vostra) non ho mai provato a scrivere nulla. però, gordiano, onestamente, se scrivessi un libro e qualcuno poi me lo stronca a torto o a ragione io mi incazzerei a morte. e se questo qualcuno mi chiedesse di parlare di un suo libro, o di un libro che pubblica, penso che anch’io mi rifiuterei. non sarà servizio pubblico o giornalismo, ma è umano. chi pensa il contrario secondo me è ipocrita.

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Di: Gordiano Lupi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3966 Gordiano Lupi Thu, 13 Sep 2007 15:07:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3966 Ho contribuito a riaccendere il dibattito,via! Aggiungo che quando si stronca motivando vuol dire che si è letto il libro. Nel mio caso che si è speso i soldi per l'acquisto, ché Feltrinelli mica me li manda omaggio... quindi scriverne è dovuto. A mio parere è il libro che lascia indifferenti che proprio non va bene e su quello non scrivo mai, passa come acqua fresca. Letto Cabrera Infante o Pedro Juan Gutierrez, per me, è impossibile non parlarne. In negatrivo vale la stessa cosa. Letto La più grande balena morta della Lombardia di Aldo Nove come non parlarne. Letto Pancetta come non parlarne? Impossibile, per uno come me. E deleterio... Uno di questi autori da me criticati ha rifiutato di parlare di un libro edito dal Foglio (Io & Tondelli) solo perchè è edito da me. Questo è fare servizio pubblico? E' fare giornalismo? L'autore in questione si chiama Matteo B. Bianchi. Diciamogli bravo. Arroganza del potere. Gordiano Lupi Ho contribuito a riaccendere il dibattito,via!
Aggiungo che quando si stronca motivando vuol dire che si è letto il libro. Nel mio caso che si è speso i soldi per l’acquisto, ché Feltrinelli mica me li manda omaggio… quindi scriverne è dovuto.
A mio parere è il libro che lascia indifferenti che proprio non va bene e su quello non scrivo mai, passa come acqua fresca.
Letto Cabrera Infante o Pedro Juan Gutierrez, per me, è impossibile non parlarne. In negatrivo vale la stessa cosa. Letto La più grande balena morta della Lombardia di Aldo Nove come non parlarne. Letto Pancetta come non parlarne? Impossibile, per uno come me. E deleterio…
Uno di questi autori da me criticati ha rifiutato di parlare di un libro edito dal Foglio (Io & Tondelli) solo perchè è edito da me. Questo è fare servizio pubblico? E’ fare giornalismo? L’autore in questione si chiama Matteo B. Bianchi. Diciamogli bravo. Arroganza del potere.

Gordiano Lupi

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Di: gennaro iozzia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3964 gennaro iozzia Thu, 13 Sep 2007 14:17:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3964 mi scuso in anticipo con massimo se contribuisco ad andare fuori argomento, ma ormai mi pare difficile rimettersi in carreggiata. per paolo colagrande. visto che si è parlato ripetutamente di paolo nori e visto che il suo libro è stato paragonato a quelli di nori, lei di paolo nori cosa ne pensa? e se conosce nori, perché non lo invita a intervenire qui? secondo me sarebbe un confronto interessante. mi scuso in anticipo con massimo se contribuisco ad andare fuori argomento, ma ormai mi pare difficile rimettersi in carreggiata.
per paolo colagrande. visto che si è parlato ripetutamente di paolo nori e visto che il suo libro è stato paragonato a quelli di nori, lei di paolo nori cosa ne pensa?
e se conosce nori, perché non lo invita a intervenire qui?
secondo me sarebbe un confronto interessante.

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Di: Carlo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3955 Carlo Thu, 13 Sep 2007 10:40:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3955 Ma sì, Viva la passione di Gordiano! Il "politically correct" sta ammazzando questo paese! Ma sì, Viva la passione di Gordiano!
Il “politically correct” sta ammazzando questo paese!

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3954 paolo Thu, 13 Sep 2007 10:29:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3954 In tema di stroncature. Io credo che la migliore stroncatura sia proprio quella istintiva e anche biliosa. Quella che ti arriva come un pugno in faccia: molto meglio di quella finto-ragionata o ragionata per davvero, accademica professorale e sogghignante, diretta all'autore e non al libro per convincerlo che è un deficiente (cosa che spesso lo scrittore in difetto di autostima sà già). Cioè: tutte le stroncature fanno incazzare l'autore, è inevitabile, insomma è umano: io di solito mi incazzo come una bestia quando mi capita di leggere qualcosa di negativo su quello che scrivo: è un meccanismo irrazionale, probabilmente sbagliato, che prescinde dalla giustezza o meno degli argomenti o anche dai toni o dagli strumenti usati. Ma la stroncatura-cazzotto, alla lunga, dopo che l'incazzatura è passata, ha un suo valore pedagogico perchè, anche se non lo vuoi ammettere, poi ne tieni conto: le stroncature iperdialettiche ipercolte e ipertestuali, dove il veleno è nascosto e aromatizzato, fanno riaffiorare l'incazzatura ogni volta che ci ripensi e il meccanismo diventa distruttivo: quando scrivi magari pensi a come fare il culo a quello là che ti ha recensito . E questo non fa bene allo scrivere, perchè va a finire che quello che scrivi fa schifo davvero. E' chiaro che le recensioni positive sono molto meglio, per quanto, anche lì, si può ragionare: un ragazzo incontrato durante una presentazione mi ha detto: ho letto il tuo libro e mi è piaciuto, però non so perchè; l'ho riletto per capire il perchè ma non l'ho capito. Secondo me è una bella recensione. In tema di stroncature. Io credo che la migliore stroncatura sia proprio quella istintiva e anche biliosa. Quella che ti arriva come un pugno in faccia: molto meglio di quella finto-ragionata o ragionata per davvero, accademica professorale e sogghignante, diretta all’autore e non al libro per convincerlo che è un deficiente (cosa che spesso lo scrittore in difetto di autostima sà già). Cioè: tutte le stroncature fanno incazzare l’autore, è inevitabile, insomma è umano: io di solito mi incazzo come una bestia quando mi capita di leggere qualcosa di negativo su quello che scrivo: è un meccanismo irrazionale, probabilmente sbagliato, che prescinde dalla giustezza o meno degli argomenti o anche dai toni o dagli strumenti usati. Ma la stroncatura-cazzotto, alla lunga, dopo che l’incazzatura è passata, ha un suo valore pedagogico perchè, anche se non lo vuoi ammettere, poi ne tieni conto: le stroncature iperdialettiche ipercolte e ipertestuali, dove il veleno è nascosto e aromatizzato, fanno riaffiorare l’incazzatura ogni volta che ci ripensi e il meccanismo diventa distruttivo: quando scrivi magari pensi a come fare il culo a quello là che ti ha recensito . E questo non fa bene allo scrivere, perchè va a finire che quello che scrivi fa schifo davvero.
E’ chiaro che le recensioni positive sono molto meglio, per quanto, anche lì, si può ragionare: un ragazzo incontrato durante una presentazione mi ha detto: ho letto il tuo libro e mi è piaciuto, però non so perchè; l’ho riletto per capire il perchè ma non l’ho capito. Secondo me è una bella recensione.

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Di: Vincenzo Trama http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3944 Vincenzo Trama Thu, 13 Sep 2007 08:55:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3944 A me il libro di Colagrande pare interessante, appena le mie finanze si rimpianguano vedo di acchiapparlo, che fa sempre piacere scovare fra le grandi produzioni qualcosa che possa vantare una minima di originalità. Gordiano da sempre si macchia di sta assurda presunzione di onestà; dice quello che gli pare e fa bene, ed il fatto che lo faccia apertamente è sicuramente un pregio. Mica come certa gentaglia che non ti fa le prefazione dei libri solo perchè hai osato parlare male del suo operato, manco gli stessi insultando la mamma... Non voglio andare OT e dunque sarò conciso: io Nori lo seguo da Fernandel e credo che la sua parabola discendente sia evidente. Già da Diavoli si incomincia a notare una paurosa povertà di idee, che si è ingigantita a dismisura con il suo passaggio in Feltrinelli.; il suo ultimo libro, edito per Bompiani, rasenta l'illeggibilità. Saluti, V.Trama. A me il libro di Colagrande pare interessante, appena le mie finanze si rimpianguano vedo di acchiapparlo, che fa sempre piacere scovare fra le grandi produzioni qualcosa che possa vantare una minima di originalità.

Gordiano da sempre si macchia di sta assurda presunzione di onestà; dice quello che gli pare e fa bene, ed il fatto che lo faccia apertamente è sicuramente un pregio. Mica come certa gentaglia che non ti fa le prefazione dei libri solo perchè hai osato parlare male del suo operato, manco gli stessi insultando la mamma…

Non voglio andare OT e dunque sarò conciso: io Nori lo seguo da Fernandel e credo che la sua parabola discendente sia evidente. Già da Diavoli si incomincia a notare una paurosa povertà di idee, che si è ingigantita a dismisura con il suo passaggio in Feltrinelli.; il suo ultimo libro, edito per Bompiani, rasenta l’illeggibilità.

Saluti,

V.Trama.

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Di: Carlo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3942 Carlo Thu, 13 Sep 2007 07:23:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3942 Beh..fantastico. vedo, con piacere che il forum si è infiammato di colpo, proprio quando stava per spegnersi del tutto. E' evidente che, come sempre, la polemica è il motore che muove più facilmente pensieri e parole. Di questo, senza ironia, mi sento di ringraziare Gordiano Lupi, che non conosco, ma nelle cui righe non mi sembra di cogliere acrimonia o invidia o intento distruttivo. Sù, in fondo uno scrittore, se pubblica (e di solito non vede l'ora di essere pubblicato), si espone, e mi sembra sacrosanto che oltre alle lodi e agli incensi, possa beccarsi sinceri ( o anche non sinceri) rifiuti. E poi, viva la diversità! Le pagine, vivaddio, non sono ingombranti e care come metri cubi di cemento, e libri e librerie non sono ancora condomini. Occupano pochissimo spazio. C'è posto per tutti! Caro Paolo, io, Paolo Nori, non gliela faccio. Letto Grandi Ustionati, ieri sera nel letto, che io non fumo, la sigaretta, quasi mi addormento nel sonno. Che mi accendo le lenzuola, io, come Paolo Nori. Fiiii.... Senza offesa, io gli consiglierei, lo conoscessi Paolo Nori, che dev'essere un parmigiano simpatico, che Parma, via Farini, della Repubblica, Piazza Garibaldi ci si passeggia che è uno spasso, conosco io, di darsi definitivamente anima e parole al teatro. Ci starebbe benissimo, Paolo Nori, quelle parole in cerca di bocca che mastica e risputa, buio silenzio in sala luce lassù sui legni, di fianco al maestro Bernhard, o il grande Samuel, il Beckett, nullificatore eccelso. Caro Paolo, a me il tuo Fideg, mi acchiappa troppo di più. Beh..fantastico.
vedo, con piacere che il forum si è infiammato di colpo, proprio quando stava per spegnersi del tutto. E’ evidente che, come sempre, la polemica è il motore che muove più facilmente pensieri e parole. Di questo, senza ironia, mi sento di ringraziare Gordiano Lupi, che non conosco, ma nelle cui righe non mi sembra di cogliere acrimonia o invidia o intento distruttivo. Sù, in fondo uno scrittore, se pubblica (e di solito non vede l’ora di essere pubblicato), si espone, e mi sembra sacrosanto che oltre alle lodi e agli incensi, possa beccarsi sinceri ( o anche non sinceri) rifiuti.
E poi, viva la diversità! Le pagine, vivaddio, non sono ingombranti e care come metri cubi di cemento, e libri e librerie non sono ancora condomini. Occupano pochissimo spazio. C’è posto per tutti!

Caro Paolo, io, Paolo Nori, non gliela faccio. Letto Grandi Ustionati, ieri sera nel letto, che io non fumo, la sigaretta, quasi mi addormento nel sonno. Che mi accendo le lenzuola, io, come Paolo Nori. Fiiii…. Senza offesa, io gli consiglierei, lo conoscessi Paolo Nori, che dev’essere un parmigiano simpatico, che Parma, via Farini, della Repubblica, Piazza Garibaldi ci si passeggia che è uno spasso, conosco io, di darsi definitivamente anima e parole al teatro. Ci starebbe benissimo, Paolo Nori, quelle parole in cerca di bocca che mastica e risputa, buio silenzio in sala luce lassù sui legni, di fianco al maestro Bernhard, o il grande Samuel, il Beckett, nullificatore eccelso.
Caro Paolo, a me il tuo Fideg, mi acchiappa troppo di più.

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Di: Gordiano Lupi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3924 Gordiano Lupi Wed, 12 Sep 2007 22:23:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3924 Nessuna intenzione di fare polemica. Mi scuso e non parlo più. Sono toscano e impulsivo. Non condivido che non si debba stroncare e quando stronco un libro non lo faccio per invidia nè per far vedere che sono coraggioso. Forse sono masochista, invece. Stronco i libri che mi fanno incazzare. E siccome sono toscano e anche un po' incazzereccio mi riesce difficile non parlare di un libro che mi ha fatto incazzare. Tutto qui. In ogni caso mi scuso e prometto di non polemizzare più. Gordiano P.S.: ho parlato di Nori perchè qualcuno prima di me ne aveva parlato bene. Tutto qui P.S 2: L'esortazione era generale, pure per me.. Nessuna intenzione di fare polemica. Mi scuso e non parlo più. Sono toscano e impulsivo. Non condivido che non si debba stroncare e quando stronco un libro non lo faccio per invidia nè per far vedere che sono coraggioso. Forse sono masochista, invece. Stronco i libri che mi fanno incazzare. E siccome sono toscano e anche un po’ incazzereccio mi riesce difficile non parlare di un libro che mi ha fatto incazzare. Tutto qui. In ogni caso mi scuso e prometto di non polemizzare più.

Gordiano

P.S.: ho parlato di Nori perchè qualcuno prima di me ne aveva parlato bene. Tutto qui

P.S 2: L’esortazione era generale, pure per me..

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3916 Massimo Maugeri Wed, 12 Sep 2007 18:03:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3916 Caro Gordiano, non conosco l'opera omnia di Paolo Nori, così come non ho letto i libri di Chiara Palazzolo. Dunque eviterò di parlarne. Soprattutto in questa sede, dato che il post non era dedicato né a Paolo Nori, né a Chiara Palazzolo (non conosco né l'uno, né l'altra), né alle uova di lompa, né al caviale, né alla Feltrinelli (in effetti, ora che ci penso, non ho mai parlato di un libro Feltrinelli... cercherò di rimediare quanto prima). Del libro di Gianfranco Franchi (non l'ho ancora letto, ma mi fido del giudizio tuo e di quello di Francesca Mazzucato) ne parleremo nel prossimo post, come ti avevo largamente anticipato. Ne approfitto per rendere pubblica l'idea che mi sono fatto delle stroncature (idea peraltro non condivisa dalla maggior parte degli amici con cui mi sono confrontato... ma ognuno la pensa a modo suo). Idea che tu conosci molte bene, Gordiano, giacché ebbi modo di illustrartela agli inizi del nostro rapporto epistolare (via email, s'intende). Credo che se un libro non piace ci siano due alternative alla stroncatura: 1. Non parlarne proprio; 2. Far capire in maniera elegante che il libro non è stato di proprio gradimento. Inoltre ti dissi pure (ne sono ancora convinto) di aver avuto l'impressione che la maggior parte delle stroncature sono: a) finalizzate ad attirare l'attenzione (ehi, gente; guardate come sono coraggioso io); b) frutto di mera invidia (perché lui sì e io no, visto che lui è più scarso di me?); c) occasioni di vendetta personale (ora ti faccio vedere io). Ripeto, questa è la mia idea (non condivisa dai più). Tu la pensi diversamente, caro Gordiano. Da questo punto di vista siamo agli antipodi; ma questo non influenzerà mai né l'amicizia né la stima che provo nei confronti del Gordiano scrittore e direttore editoriale di casa editrice (ne approfitto per sottolineare che per mandare avanti una piccola casa editrice bisogna essere davvero eroici, oggi). Una domanda: quando scrivi "cerchiamo di non essere servili verso la grande editoria perchè attendiamo i loro favori", ti riferisci a qualche commentatore in particolare o è un'esortazione di carattere generale? = Andrea Di Consolo in realtà si chiama Andrea Di Consoli. Capita di storpiare un cognome. È successo a Gabriele Montemagno che ha scritto Giordano anziché Gordiano. Gli è stato fatto notare e si è prontamente scusato. = @ Luisa: Non ti devi dispiacere, ma ti confermo che i libri delle edizioni "Il Foglio" sono ottimi libri. Lo dico perché li conosco. = A chi commenta firmandosi con nomi diversi faccio presente che il sistema mi consente di individuare gli indirizzi IP = Mi scuso con tutti per essere andato fuori argomento. È una cosa che odio, perché penso che potrebbe essere una delle cause principali della morte dei blog; insieme alle polemiche sterili. Caro Gordiano,
non conosco l’opera omnia di Paolo Nori, così come non ho letto i libri di Chiara Palazzolo. Dunque eviterò di parlarne. Soprattutto in questa sede, dato che il post non era dedicato né a Paolo Nori, né a Chiara Palazzolo (non conosco né l’uno, né l’altra), né alle uova di lompa, né al caviale, né alla Feltrinelli (in effetti, ora che ci penso, non ho mai parlato di un libro Feltrinelli… cercherò di rimediare quanto prima).
Del libro di Gianfranco Franchi (non l’ho ancora letto, ma mi fido del giudizio tuo e di quello di Francesca Mazzucato) ne parleremo nel prossimo post, come ti avevo largamente anticipato.
Ne approfitto per rendere pubblica l’idea che mi sono fatto delle stroncature (idea peraltro non condivisa dalla maggior parte degli amici con cui mi sono confrontato… ma ognuno la pensa a modo suo). Idea che tu conosci molte bene, Gordiano, giacché ebbi modo di illustrartela agli inizi del nostro rapporto epistolare (via email, s’intende). Credo che se un libro non piace ci siano due alternative alla stroncatura:
1. Non parlarne proprio;
2. Far capire in maniera elegante che il libro non è stato di proprio gradimento.
Inoltre ti dissi pure (ne sono ancora convinto) di aver avuto l’impressione che la maggior parte delle stroncature sono:
a) finalizzate ad attirare l’attenzione (ehi, gente; guardate come sono coraggioso io);
b) frutto di mera invidia (perché lui sì e io no, visto che lui è più scarso di me?);
c) occasioni di vendetta personale (ora ti faccio vedere io).
Ripeto, questa è la mia idea (non condivisa dai più).
Tu la pensi diversamente, caro Gordiano. Da questo punto di vista siamo agli antipodi; ma questo non influenzerà mai né l’amicizia né la stima che provo nei confronti del Gordiano scrittore e direttore editoriale di casa editrice (ne approfitto per sottolineare che per mandare avanti una piccola casa editrice bisogna essere davvero eroici, oggi).
Una domanda: quando scrivi “cerchiamo di non essere servili verso la grande editoria perchè attendiamo i loro favori”, ti riferisci a qualche commentatore in particolare o è un’esortazione di carattere generale?
=
Andrea Di Consolo in realtà si chiama Andrea Di Consoli. Capita di storpiare un cognome. È successo a Gabriele Montemagno che ha scritto Giordano anziché Gordiano. Gli è stato fatto notare e si è prontamente scusato.
=
@ Luisa:
Non ti devi dispiacere, ma ti confermo che i libri delle edizioni “Il Foglio” sono ottimi libri. Lo dico perché li conosco.
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A chi commenta firmandosi con nomi diversi faccio presente che il sistema mi consente di individuare gli indirizzi IP
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Mi scuso con tutti per essere andato fuori argomento. È una cosa che odio, perché penso che potrebbe essere una delle cause principali della morte dei blog; insieme alle polemiche sterili.

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Di: luisa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3914 luisa Wed, 12 Sep 2007 16:54:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3914 mi dispiace. non volevo causare polemiche. mi dispiace. non volevo causare polemiche.

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Di: gianfranco http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3913 gianfranco Wed, 12 Sep 2007 16:28:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3913 Colagrande, sono Franchi. Ho avuto l'opportunità di scrivere del tuo libro, qualche mese fa. Leggendo questi tuoi commenti mi rammarico per non averti domandato un'intervista. Aspetto la tua prossima opera, confidando di riconoscere evoluzioni e progressi - scrittura nuova. Salut gf Colagrande, sono Franchi. Ho avuto l’opportunità di scrivere del tuo libro, qualche mese fa. Leggendo questi tuoi commenti mi rammarico per non averti domandato un’intervista. Aspetto la tua prossima opera, confidando di riconoscere evoluzioni e progressi – scrittura nuova.

Salut
gf

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3912 paolo Wed, 12 Sep 2007 16:04:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3912 Quando dicevo lettura ad alta voce mi riferivo alla lettura senza pubblico, ma comunque ad alta voce. Ognuno del resto è affezionato ai propri metodi, bisogna aver pazienza. Credo che scovare la letteratura sia quasi sempre prerogativa, e merito, della piccola editoria. E credo di non aver detto niente di nuovo con questa frase ma mi sentivo di dirla. Quando dicevo lettura ad alta voce mi riferivo alla lettura senza pubblico, ma comunque ad alta voce. Ognuno del resto è affezionato ai propri metodi, bisogna aver pazienza.
Credo che scovare la letteratura sia quasi sempre prerogativa, e merito, della piccola editoria. E credo di non aver detto niente di nuovo con questa frase ma mi sentivo di dirla.

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Di: guido http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3911 guido Wed, 12 Sep 2007 16:01:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3911 Domanda per Andrea Di Consolo - eventualmente, per Colagrande, se ritiene di poter condividere il passo in questione. Nell'articolo, scrive: "Questo gruppo di scrittori, ovviamente, non è omogeneo; anzi, a volte è addirittura conflittuale. Eppure da questo gruppo di scrittori emerge l’unica visione davvero forte (mai mimetica, o moralistica, come invece accade in area veneta) (...)" > Posso domandarle cosa intende per "area veneta"? In altre parole, posso domandarle di nominare gli autori che ritiene vadano ascritti a questa area? Domanda per Andrea Di Consolo – eventualmente, per Colagrande, se ritiene di poter condividere il passo in questione.

Nell’articolo, scrive: “Questo gruppo di scrittori, ovviamente, non è omogeneo; anzi, a volte è addirittura conflittuale. Eppure da questo gruppo di scrittori emerge l’unica visione davvero forte (mai mimetica, o moralistica, come invece accade in area veneta) (…)”

> Posso domandarle cosa intende per “area veneta”? In altre parole, posso domandarle di nominare gli autori che ritiene vadano ascritti a questa area?

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3910 paolo Wed, 12 Sep 2007 15:51:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3910 Non hai mica sbagliato, invece, a scrivere le cose che hai in mente. Ma non riesco a classificare, o distinguere prodotti da sottoprodotti. Distinguo solo quello che mi piace da quello che non mi piace, o che mi piace meno. Dopo aver letto. L'importante è scrivere, se ti piace scrivere e se ritieni di aver qualcosa da dire, senza andar dietro ad un modo o a una moda o senza imitare qualcun altro. Poi se quello che scrivi, o quello che leggi, è o diventa letteratura, chi lo sa. Del resto ogni lettore è masochista, come dice Carlo. Anche ogni scrittore. Non hai mica sbagliato, invece, a scrivere le cose che hai in mente. Ma non riesco a classificare, o distinguere prodotti da sottoprodotti. Distinguo solo quello che mi piace da quello che non mi piace, o che mi piace meno. Dopo aver letto. L’importante è scrivere, se ti piace scrivere e se ritieni di aver qualcosa da dire, senza andar dietro ad un modo o a una moda o senza imitare qualcun altro. Poi se quello che scrivi, o quello che leggi, è o diventa letteratura, chi lo sa. Del resto ogni lettore è masochista, come dice Carlo. Anche ogni scrittore.

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Di: Gordiano Lupi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3909 Gordiano Lupi Wed, 12 Sep 2007 15:35:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3909 http://scritture.blog.kataweb.it/francescamazzucato/2007/09/04/2122/ Per conoscere CABRERA INFANTE. Lupi http://scritture.blog.kataweb.it/francescamazzucato/2007/09/04/2122/

Per conoscere CABRERA INFANTE.

Lupi

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Di: Gordiano Lupi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3908 Gordiano Lupi Wed, 12 Sep 2007 15:34:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3908 Scusate, sopra volevo dire Paolo Colagrande. Non Andrea Di Consolo. Scusate ancora. Lupi Scusate, sopra volevo dire Paolo Colagrande. Non Andrea Di Consolo. Scusate ancora.

Lupi

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Di: Gordiano Lupi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3907 Gordiano Lupi Wed, 12 Sep 2007 15:26:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3907 Non conosco Andrea Di Consolo. Non ho mai letto i suoi libri e non so se lo farò, quindi mi astengo dal giudicare. Non si può leggere tutto. Ho letto, però, tutto Paolo Nori sino a Pancetta (un libro incredibilmente ridicolo edito da Feltrinelli). Mi era presa così, mi piaceva Paolo Nori, mi faceva star bene. Un bel giorno mi sono chiesto: ma cosa mi è rimasto dai libri di Paolo Nori? Un bel niente. Sterile esercizio di stile. Rispondo ancora sugli autori del Foglio che pubblico. No, non sono uova di lompo. Sono scrittori giovani che mettono il sangue della loro vita nei racconti che scrivono. Leggete Vincenzo Trama e Gianfranco Franchi e poi ne riparliamo. Mi direte che Paolo Nori è pubblicato da Feltrinelli e da Einaudi. E cosa vuol dire? Non è certo garanzia di qualità! Tutt'altro... Ma lo sapete che Feltrinelli pubblica esordienti incapaci di scrivere dopo aver riscritto il libro di sana pianta? Ma lo sapete che comprano le idee e dopo ci pensa un editor pagato per farle funzionare? Firma lo scrittore sconosciuto, poi... Chiara Palazzolo è un esempio di qualità letteraria? Apriamo gli occhi, per favore, e cerchiamo di non essere servili verso la grande editoria perchè attendiamo i loro favori... non ce ne faranno! Gordiano Lupi www.infol.it/lupi Non conosco Andrea Di Consolo. Non ho mai letto i suoi libri e non so se lo farò, quindi mi astengo dal giudicare. Non si può leggere tutto. Ho letto, però, tutto Paolo Nori sino a Pancetta (un libro incredibilmente ridicolo edito da Feltrinelli). Mi era presa così, mi piaceva Paolo Nori, mi faceva star bene. Un bel giorno mi sono chiesto: ma cosa mi è rimasto dai libri di Paolo Nori? Un bel niente. Sterile esercizio di stile.
Rispondo ancora sugli autori del Foglio che pubblico. No, non sono uova di lompo. Sono scrittori giovani che mettono il sangue della loro vita nei racconti che scrivono. Leggete Vincenzo Trama e Gianfranco Franchi e poi ne riparliamo. Mi direte che Paolo Nori è pubblicato da Feltrinelli e da Einaudi. E cosa vuol dire? Non è certo garanzia di qualità! Tutt’altro… Ma lo sapete che Feltrinelli pubblica esordienti incapaci di scrivere dopo aver riscritto il libro di sana pianta? Ma lo sapete che comprano le idee e dopo ci pensa un editor pagato per farle funzionare? Firma lo scrittore sconosciuto, poi… Chiara Palazzolo è un esempio di qualità letteraria? Apriamo gli occhi, per favore, e cerchiamo di non essere servili verso la grande editoria perchè attendiamo i loro favori… non ce ne faranno!

Gordiano Lupi
http://www.infol.it/lupi

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Di: Gordiano Lupi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3896 Gordiano Lupi Wed, 12 Sep 2007 10:12:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3896 Paolo Nori è di sicuro uova di lompo. I libri delle Edizioni Il Foglio sono scritti da autori fuori dal grande mercato, sono libri di giovani, certo che non possono stare al confronto di Infante (leggetelo, ne vale la pena!) e di Hemingway... La mia polemica è nota, credo. Sono contro la narrativa del niente e in Italia impera. Sono contro il libro sfinito, dissanguato, senza sangue. Bianciardi non è uova di lompo e neppure sono uova di lompo gli autori che si ispirano alla sua poetica. La narrativa italiana ombelicale è uova di lompo. Inutilità allo stato puro. Il discorso sarebbe lungo. Ci ho scritto due libri sopra (e ho sbagliato a farlo come sto sbagliando adesso a scrivere le cose che penso)... Gordiano Lupi Paolo Nori è di sicuro uova di lompo. I libri delle Edizioni Il Foglio sono scritti da autori fuori dal grande mercato, sono libri di giovani, certo che non possono stare al confronto di Infante (leggetelo, ne vale la pena!) e di Hemingway… La mia polemica è nota, credo. Sono contro la narrativa del niente e in Italia impera. Sono contro il libro sfinito, dissanguato, senza sangue. Bianciardi non è uova di lompo e neppure sono uova di lompo gli autori che si ispirano alla sua poetica. La narrativa italiana ombelicale è uova di lompo. Inutilità allo stato puro. Il discorso sarebbe lungo. Ci ho scritto due libri sopra (e ho sbagliato a farlo come sto sbagliando adesso a scrivere le cose che penso)…

Gordiano Lupi

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Di: Carlo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3883 Carlo Wed, 12 Sep 2007 07:13:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3883 Un chiarimento: quando parli di lettura ad alta voce, intendi una lettura pubblica, o comunque a favore di altre persone? O in solitaria? Un chiarimento: quando parli di lettura ad alta voce, intendi una lettura pubblica, o comunque a favore di altre persone? O in solitaria?

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Di: Carlo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3882 Carlo Wed, 12 Sep 2007 06:50:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3882 Leggerò Grandi Ustionati. Per il resto penso sia questione di gusti. Se penso a Bernhard del "Soccombente" (un autore da te citato come ispirazione) m'inchino. Lì, secondo me, c'è un equilibrio raffinatissimo tra "parlato" e "scritto" dove in realtà la parola non è più né l'uno ne l'altro se non "voce" pura che rimbalza in una scatola cranica. (e da quello che so, sembra che Bernhard, scrivesse e riscrivesse i testi allo spasimo). Quanto all'onestà, forse è questione di intendersi su che significato si dà a questa parola. Personalmente apprezzo anche una certa dose di "artificio" in letteratura, di parola che non necessariamente rivela sé stessa o l'intento dello scrittore a tutti i costi. Mi viene in mente Nabokov (secondo me uno straordinario seduttore/mentitore). Ma forse sono un lettore masochista, cui piace essere preso un pò in giro. Grazie ancora Paolo per la tua disponibilità: le tue parole sono state preziose. Leggerò Grandi Ustionati.
Per il resto penso sia questione di gusti.
Se penso a Bernhard del “Soccombente” (un autore da te citato come ispirazione) m’inchino. Lì, secondo me, c’è un equilibrio raffinatissimo tra “parlato” e “scritto” dove in realtà la parola non è più né l’uno ne l’altro se non “voce” pura che rimbalza in una scatola cranica. (e da quello che so, sembra che Bernhard, scrivesse e riscrivesse i testi allo spasimo).
Quanto all’onestà, forse è questione di intendersi su che significato si dà a questa parola.
Personalmente apprezzo anche una certa dose di “artificio” in letteratura, di parola che non necessariamente rivela sé stessa o l’intento dello scrittore a tutti i costi. Mi viene in mente Nabokov (secondo me uno straordinario seduttore/mentitore).
Ma forse sono un lettore masochista, cui piace essere preso un pò in giro.
Grazie ancora Paolo per la tua disponibilità: le tue parole sono state preziose.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3870 Massimo Maugeri Tue, 11 Sep 2007 21:12:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3870 Ciao Paolo, guarda che il forum o dibattito su Fìdeg non è affatto finito. Finirà solo nel momento in cui cesseranno le domande o tu cesserai di rispondere ;) Ciao Paolo, guarda che il forum o dibattito su Fìdeg non è affatto finito.
Finirà solo nel momento in cui cesseranno le domande o tu cesserai di rispondere ;)

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3868 paolo Tue, 11 Sep 2007 21:06:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3868 Lo so che il forum sarebbe finito ma bisogna che risponda alla domanda di Carlo. La lettura ad alta voce non serve ad evitare il salto, che comunque ci deve essere, tra parlato e scritto. E' un modo per verificare l'onestà di quello scrivi rispetto a quello che veramente senti di raccontare. O rispetto a quello che senti e basta. La lettura ad alta voce smaschera le imposture, secondo me, scioglie il trucco e scopre le rughe, anche quando le imposture sono ben mascherate e il trucco è ben fatto. Anche la lettura deve essere onesta, fatta con la propria voce, quella fisica, di tutti i giorni, con i difetti e gli inestetismi della pronuncia, della cadenza eccetera. Ma la frase scritta non sarà mai (fortunatamente) quella parlata, può essere vicina al parlato nel senso di dare sensazioni vicine al racconto orale, ma il mezzo è troppo diverso: ci sono solo dei segni, sulla pagina. Fideg non è mai stato riscritto. Solo un po' scalpellato durante le letture e le riletture. E' venuto fuori abbastanza di getto, nel crescere progressivo di un'idea o di una serie di idee che si sono organizzate quasi subito (solo l'idea della 'tubatura' è precedente). La lettura e la rilettura ad alta voce hanno raddrizzato alcune cose che mi sembravano storte durante la lettura muta: la stortura era data soprattutto da quel po' di 'falsità' che quando scrivi tende sempre a scappar fuori. Quando, alla fine, l'ho riletto non a voce alta, quelle falsità non c'erano più. O comuqnue non le ho più sentite. Credo che Paolo Nori incarni invece proprio quella tridimensionalità che dicevo prima, quella che ti consente di vedere e ascoltare la storia 'come' se la vedessi, come se ti venisse raccontata a voce, da uno che sa raccontare bene, e come se tu ne fossi in qualche modo parte. E' una sensazione che io ho avvertito ancora prima di conoscerlo personalmente e di sentirlo leggere. Il mio giudizio è personalissimo, naturalmente: non sei l'unico che considera il suo modo di scrivere 'troppo' parlato (le ripetizioni etc), ma prima di lui nessuno è mai riuscito a scrivere così. Io credo che in Grandi Ustionati uno dei 'più' tridimensionali. Ed è quello che preferisco. Ti ringrazio per tutto quello che hai detto su Fideg. Mi ha fatto molto piacere e speriamo davvero che si liberino i cavalli. Lo so che il forum sarebbe finito ma bisogna che risponda alla domanda di Carlo. La lettura ad alta voce non serve ad evitare il salto, che comunque ci deve essere, tra parlato e scritto. E’ un modo per verificare l’onestà di quello scrivi rispetto a quello che veramente senti di raccontare. O rispetto a quello che senti e basta. La lettura ad alta voce smaschera le imposture, secondo me, scioglie il trucco e scopre le rughe, anche quando le imposture sono ben mascherate e il trucco è ben fatto. Anche la lettura deve essere onesta, fatta con la propria voce, quella fisica, di tutti i giorni, con i difetti e gli inestetismi della pronuncia, della cadenza eccetera. Ma la frase scritta non sarà mai (fortunatamente) quella parlata, può essere vicina al parlato nel senso di dare sensazioni vicine al racconto orale, ma il mezzo è troppo diverso: ci sono solo dei segni, sulla pagina.
Fideg non è mai stato riscritto. Solo un po’ scalpellato durante le letture e le riletture. E’ venuto fuori abbastanza di getto, nel crescere progressivo di un’idea o di una serie di idee che si sono organizzate quasi subito (solo l’idea della ‘tubatura’ è precedente). La lettura e la rilettura ad alta voce hanno raddrizzato alcune cose che mi sembravano storte durante la lettura muta: la stortura era data soprattutto da quel po’ di ‘falsità’ che quando scrivi tende sempre a scappar fuori. Quando, alla fine, l’ho riletto non a voce alta, quelle falsità non c’erano più. O comuqnue non le ho più sentite.
Credo che Paolo Nori incarni invece proprio quella tridimensionalità che dicevo prima, quella che ti consente di vedere e ascoltare la storia ‘come’ se la vedessi, come se ti venisse raccontata a voce, da uno che sa raccontare bene, e come se tu ne fossi in qualche modo parte. E’ una sensazione che io ho avvertito ancora prima di conoscerlo personalmente e di sentirlo leggere. Il mio giudizio è personalissimo, naturalmente: non sei l’unico che considera il suo modo di scrivere ‘troppo’ parlato (le ripetizioni etc), ma prima di lui nessuno è mai riuscito a scrivere così. Io credo che in Grandi Ustionati uno dei ‘più’ tridimensionali. Ed è quello che preferisco.
Ti ringrazio per tutto quello che hai detto su Fideg. Mi ha fatto molto piacere e speriamo davvero che si liberino i cavalli.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3802 Massimo Maugeri Mon, 10 Sep 2007 22:13:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3802 Desideravo ringraziare ulteriormente Paolo Colagrande per la disponibilità dimostrata nel rispondere alle nostre domande. Desideravo ringraziare ulteriormente Paolo Colagrande per la disponibilità dimostrata nel rispondere alle nostre domande.

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Di: Elektra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3796 Elektra Mon, 10 Sep 2007 18:32:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3796 Ciao Gordiano. Io credo che di libri buoni se ne possano trovare ancora oggi, sia nella narrativa straniera che in quella italiana. Be', certo, di fronte ad Hemingway (non conosco Infante)! Voglio dire... uau, tanto di cappello ;) Chiedo scusa al "gran capo" se sono andata OF. OF=off topic=fuori argomento. Smile. Ciao Gordiano. Io credo che di libri buoni se ne possano trovare ancora oggi, sia nella narrativa straniera che in quella italiana. Be’, certo, di fronte ad Hemingway (non conosco Infante)! Voglio dire… uau, tanto di cappello ;)
Chiedo scusa al “gran capo” se sono andata OF.
OF=off topic=fuori argomento.
Smile.

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Di: luisa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3794 luisa Mon, 10 Sep 2007 17:10:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3794 scusi signor lupi, anche i libri di narrativa italiana pubblicata dalle edizioni il foglio sono uova di lompo? con simpatia :) scusi signor lupi, anche i libri di narrativa italiana pubblicata dalle edizioni il foglio sono uova di lompo? con simpatia :)

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Di: Gordiano Lupi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3791 Gordiano Lupi Mon, 10 Sep 2007 14:15:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3791 Ho appena finito L'Avana per un infante defunto (Cabrera Infante) e sto leggendo Avere e non avere di Hemingway, colpevolmente dimenticato negli anni della mia adolescenza. Non tornerò molto presto alla narrativa italiana contemporanea. No davvero. Avete mai provato a mangiare caviale per una settimana e poi passare di colpo alle uova di lompo? Gordiano Lupi www.infol.it/lupi Ho appena finito L’Avana per un infante defunto (Cabrera Infante) e sto leggendo Avere e non avere di Hemingway, colpevolmente dimenticato negli anni della mia adolescenza. Non tornerò molto presto alla narrativa italiana contemporanea. No davvero. Avete mai provato a mangiare caviale per una settimana e poi passare di colpo alle uova di lompo?

Gordiano Lupi
http://www.infol.it/lupi

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Di: Carlo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3789 Carlo Mon, 10 Sep 2007 12:44:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3789 Ciao Paolo! Pensavo il forum fosse defunto.. Tornando più da vicino al tuo libro e alla scrittura..volevo farti qualche domanda circa il tuo "metodo di lavoro".. Più sopra dicevi che per la ricerca della "voce" nella scrittura, è molto importante leggere ad alta voce... Mi chiedevo...posto che tra la parola parlata e quella scritta c'è comunque un salto, se non altro in termini di sintesi e di ritmo, nonché in una vocazione dello scritto per comunicare con più facilità concetti di maggiore complessità ed astrattezza, rispetto al "parlato"...puoi, se è possibile, spiegare il processo di asciugatura, se c'è stato, del passaggio tra parlato e scritto? Hai riscritto molte volte Fideg...? Se posso permettermi, visto che ti hanno accostato a Nori (di cui peraltro lessi all'uscita solo Bassotuba non c'è), dove il legame con il "parlato", nei ritmi, nelle ripetizioni, è davvero forte (anche troppo per i miei gusti..) nella tua scrittura trovo ci sia una maggiore raffinatezza e musicalità...insomma, la trovo più "letteraria"...un poco più "pensata e scritta" che "parlata".. il che per me è un complimento...anche se, a quanto pare, tu tenga molto al "basso " e a non essere considerato "colto" ... La scrittura tridimensionale di Nori di cui tu accenni, sempre avendo letto solo Bassotuba, che comunque mi sembra sia un suo hit, sinceramente io non l'ho colta... Mi ricordo bene l'incipit "Io sono quello che non ce la fa.." e le sue frasi da una riga, spezzate con una virgola in mezzo. Gran ritmo certo. Divertente per cento pagine..poi..sinceramente....ok...la voce, il timbro è importante...ma lì o t'innamori di quella, o non c'è altro...(nel Giovane Holden Salinger ti dà tutta una storia, un evoluzione del personaggio, e anche di più, dopo averti catturato con la voce, quasi fisicamente udibile, del ragazzo che racconta...) Sempre a mio parere, trovo che in Fideg tu abbia dimostrato di avere un motore con molti più cavalli...oltre la voce, fondamentale certo, c'è una capacità di evocare le atmosfere emozionali di ambienti e relazioni, immagini, molto più articolata rispetto a Nori... La sua voce mi ricorda un sassofono solitario suonato in un angolo di un metrò notturno in una capitale del Nord Europa....(bella, ma claustrofobica, implosa, che tira verso il basso)..la tua è già un quartetto d'archi in una sala da concerto.... Il tuo progetto,più narrativo,come accennavi, sarò di certo uno spazio più largo dove liberare i "cavalli".. Ciao Paolo!
Pensavo il forum fosse defunto..
Tornando più da vicino al tuo libro e alla scrittura..volevo farti qualche domanda circa il tuo “metodo di lavoro”..
Più sopra dicevi che per la ricerca della “voce” nella scrittura, è molto importante leggere ad alta voce…
Mi chiedevo…posto che tra la parola parlata e quella scritta c’è comunque un salto, se non altro in termini di sintesi e di ritmo, nonché in una vocazione dello scritto per comunicare con più facilità concetti di maggiore complessità ed astrattezza, rispetto al “parlato”…puoi, se è possibile, spiegare il processo di asciugatura, se c’è stato, del passaggio tra parlato e scritto? Hai riscritto molte volte Fideg…?
Se posso permettermi, visto che ti hanno accostato a Nori (di cui peraltro lessi all’uscita solo Bassotuba non c’è), dove il legame con il “parlato”, nei ritmi, nelle ripetizioni, è davvero forte (anche troppo per i miei gusti..) nella tua scrittura trovo ci sia una maggiore raffinatezza e musicalità…insomma, la trovo più “letteraria”…un poco più “pensata e scritta” che “parlata”..
il che per me è un complimento…anche se, a quanto pare, tu tenga molto al “basso ” e a non essere considerato “colto” …
La scrittura tridimensionale di Nori di cui tu accenni, sempre avendo letto solo Bassotuba, che comunque mi sembra sia un suo hit, sinceramente io non l’ho colta…
Mi ricordo bene l’incipit “Io sono quello che non ce la fa..” e le sue frasi da una riga, spezzate con una virgola in mezzo. Gran ritmo certo. Divertente per cento pagine..poi..sinceramente….ok…la voce, il timbro è importante…ma lì o t’innamori di quella, o non c’è altro…(nel Giovane Holden Salinger ti dà tutta una storia, un evoluzione del personaggio, e anche di più, dopo averti catturato con la voce, quasi fisicamente udibile, del ragazzo che racconta…)
Sempre a mio parere, trovo che in Fideg tu abbia dimostrato di avere un motore con molti più cavalli…oltre la voce, fondamentale certo, c’è una capacità di evocare le atmosfere emozionali di ambienti e relazioni, immagini, molto più articolata rispetto a Nori…
La sua voce mi ricorda un sassofono solitario suonato in un angolo di un metrò notturno in una capitale del Nord Europa….(bella, ma claustrofobica, implosa, che tira verso il basso)..la tua è già un quartetto d’archi in una sala da concerto….
Il tuo progetto,più narrativo,come accennavi, sarò di certo uno spazio più largo dove liberare i “cavalli”..

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3784 paolo Mon, 10 Sep 2007 10:56:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3784 No infatti, carlo (ex anonimo), non è molto diverso. E anche a me i "motivi d'orgoglio" di Rutelli mi mettono pessimismo e un lieve senso di agonia, come le inaugurazioni dei monumenti con fascia tricolore. Stiamo uscendo dal seminato, forse, ma non troppo. Magari ha ragione Rutelli ad essere orgoglioso. Temo che ne parleremo tra cinquant'anni. O ne parleranno (fideg!). No infatti, carlo (ex anonimo), non è molto diverso. E anche a me i “motivi d’orgoglio” di Rutelli mi mettono pessimismo e un lieve senso di agonia, come le inaugurazioni dei monumenti con fascia tricolore. Stiamo uscendo dal seminato, forse, ma non troppo. Magari ha ragione Rutelli ad essere orgoglioso. Temo che ne parleremo tra cinquant’anni. O ne parleranno (fideg!).

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Di: carlo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3772 carlo Sun, 09 Sep 2007 15:54:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3772 l anonimo sono io.. ho qualche problema col pc.. Fideg! l anonimo sono io..
ho qualche problema col pc..
Fideg!

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Di: Anonimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3771 Anonimo Sun, 09 Sep 2007 15:53:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3771 Boh, la mia finta analisi sociologica si basava essenzialmente sulle persone che ho conosciuto..quasi tutti quelli che sedevano nei collettivi fumosi e incazzati degli anni 70 [io ero quello portato a forza dal fratello maggiore in vena di proselitismo} ora sono professionisti affermati e, come mio fratello, che scriveva su un giornalino con propositi rivoluzionari, ora non legge nulla, ma proprio nulla che non possa utilizzare praticamente per accrescere il proprio reddito e posizione professionale {lui Sky e tutti i gadget elettronici ce li ha...} In sintesi { poi la chiudiamo qui questa parentesi..} spesso, nella mia esperienza.. giovane sta per sperimentazione e curiosita adulto sta per concretizzazione e conservazione del potere acquisito la differenza forse sta che negli anni 70 i giovani cercavano uno spazio di affermazione nuovo...si era piu ingenui...si credeva tutti che esistesse un altro modo possibile di vivere...meno competitivo...con maggior condivisione... forse oggi, il giovane e piu sollecitato a cercare in fretta gli strumenti per adeguarsi alla realta cosi come la trova...per conquistarsi in fretta una posizione privilegiata e individuale nel mondo del lavoro...non illudendosi che esistano altre possibilita... I politici a cui ti riferisci....Rutelli che a Venezia dice ...e motivo di orgoglio....motivo di orgoglio.....beh..come linguaggio non sembra molto diverso da quello di un politico con la panza e gli occhialoni spessi anni 70 con la fascia tricolore alla inaugurazione di un monumento... io ho i miei dubbi che, nell-anima, questo paese sia cosi diverso da quello dei nostri padri.. ok..basta..stiamo uscendo dal seminato.. Fideg! Boh, la mia finta analisi sociologica si basava essenzialmente sulle persone che ho conosciuto..quasi tutti quelli che sedevano nei collettivi fumosi e incazzati degli anni 70 [io ero quello portato a forza dal fratello maggiore in vena di proselitismo} ora sono professionisti affermati e, come mio fratello, che scriveva su un giornalino con propositi rivoluzionari, ora non legge nulla, ma proprio nulla che non possa utilizzare praticamente per accrescere il proprio reddito e posizione professionale {lui Sky e tutti i gadget elettronici ce li ha…}
In sintesi { poi la chiudiamo qui questa parentesi..} spesso, nella mia esperienza..
giovane sta per sperimentazione e curiosita
adulto sta per concretizzazione e conservazione del potere acquisito

la differenza forse sta che negli anni 70 i giovani cercavano uno spazio di affermazione nuovo…si era piu ingenui…si credeva tutti che esistesse un altro modo possibile di vivere…meno competitivo…con maggior condivisione…
forse oggi, il giovane e piu sollecitato a cercare in fretta gli strumenti per adeguarsi alla realta cosi come la trova…per conquistarsi in fretta una posizione privilegiata e individuale nel mondo del lavoro…non illudendosi che esistano altre possibilita…
I politici a cui ti riferisci….Rutelli che a Venezia dice …e motivo di orgoglio….motivo di orgoglio…..beh..come linguaggio non sembra molto diverso da quello di un politico con la panza e gli occhialoni spessi anni 70 con la fascia tricolore alla inaugurazione di un monumento…
io ho i miei dubbi che, nell-anima, questo paese sia cosi diverso da quello dei nostri padri..
ok..basta..stiamo uscendo dal seminato..
Fideg!

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3705 Massimo Maugeri Fri, 07 Sep 2007 20:13:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3705 Molto bene, Paolo. Noto che ci hai preso gusto al dibattito on line. Ti ringrazio per esserti simpaticamente "prestato". A Francesco Di Domenico domando: l'hai poi acquistato Fìdeg alla Fnac? Dopo averlo letto non sarebbe male se tornassi a qui a raccontarci le "impressioni a caldo". Quelle che hai messo in comune si riferiscono solo allo stralcio che abbiamo pubblicato qui. Riprendo, invece, la domanda che Marina De Cristoforo aveva posto a Paolo circa l'utilità della letteratura. Tempo fa abbiamo dedicato un "post" specifico sul tema "utilità/inutilità della letteratura". Lo trovi qui, Paolo: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/05/06/a-che-a-chi-serve-la-letteratura/ Da' un'occhiata se puoi e comunicaci la tua "posizione" in merito. Il dibattito su "Fìdeg" continua! Molto bene, Paolo. Noto che ci hai preso gusto al dibattito on line. Ti ringrazio per esserti simpaticamente “prestato”.
A Francesco Di Domenico domando: l’hai poi acquistato Fìdeg alla Fnac? Dopo averlo letto non sarebbe male se tornassi a qui a raccontarci le “impressioni a caldo”. Quelle che hai messo in comune si riferiscono solo allo stralcio che abbiamo pubblicato qui.
Riprendo, invece, la domanda che Marina De Cristoforo aveva posto a Paolo circa l’utilità della letteratura.
Tempo fa abbiamo dedicato un “post” specifico sul tema “utilità/inutilità della letteratura”. Lo trovi qui, Paolo:
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/05/06/a-che-a-chi-serve-la-letteratura/
Da’ un’occhiata se puoi e comunicaci la tua “posizione” in merito.
Il dibattito su “Fìdeg” continua!

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3703 paolo Fri, 07 Sep 2007 19:47:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3703 basta col dott. altrimenti la chiamerò dott.ssa Luisa basta col dott. altrimenti la chiamerò dott.ssa Luisa

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Di: luisa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-2/#comment-3697 luisa Fri, 07 Sep 2007 17:03:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3697 lei sa essere proprio divertente dott. Colagrande :) lei sa essere proprio divertente dott. Colagrande :)

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3696 paolo Fri, 07 Sep 2007 16:29:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3696 La stessa cosa vale se il tono diventa paternalistico-pedagogico oppure ruffiano-accondiscendente. La stessa cosa vale se il tono diventa paternalistico-pedagogico oppure ruffiano-accondiscendente.

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3695 paolo Fri, 07 Sep 2007 16:26:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3695 piccola avvertenza. Se divento predicatore catechista dogmatico eccetera, mandatemi subito a cagare. Lo dico perchè secondo me, rileggendo sopra un po' di mie frasi, ho paura di aver messo su un tono da cazzone. Se sì ditemelo, se no, niente. piccola avvertenza. Se divento predicatore catechista dogmatico eccetera, mandatemi subito a cagare. Lo dico perchè secondo me, rileggendo sopra un po’ di mie frasi, ho paura di aver messo su un tono da cazzone. Se sì ditemelo, se no, niente.

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3694 paolo Fri, 07 Sep 2007 16:20:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3694 Prossimo libro. Ho qualche problema a parlarne. Abbastanza presto uscirà qualcosa di mio in un'antologia insieme ad altri tre scrittori. Il prossimo romanzo sarà un po' più narrativo di Fìdeg. Sono d'accordo con te Carlo sul fatto della sacralità perduta (fortunatamente perduta) della letteratura e sulla maggiore pubblicabilità dei libri, nel senso che l'editoria piccola o mediopiccola è sempre molto attenta a seguire e sperimentare nuove voci. Neanch'io ho sky e non mi interessa averlo. Ma credo che il non leggere libri da parte degli odierni 40-50enni non sia questione di età (e di maggiore o minore freschezza mentale); i 40-50enni di cui parlo non leggevano neanche a 20-30 anni e sono quasi tutti laureati etc. Credo allora che sia un fatto generazionale. C'è un buco, secondo me, proprio in questa generazione, passata indenne dalla contestazione (perchè si era troppo giovani) e affossata in quella specie di ombra controriformistica scivolata fino agli anni 80 e poco oltre. Buona parte dei politici di oggi appartiene a questa generazione. che caso. Ti credo sulla parola, Francesco: scrivere è un atto di libertà, anche se la frase è molto 'spessa'. Ci rifletto un po', ma credo che tu abbia ragione. Prossimo libro. Ho qualche problema a parlarne. Abbastanza presto uscirà qualcosa di mio in un’antologia insieme ad altri tre scrittori. Il prossimo romanzo sarà un po’ più narrativo di Fìdeg.
Sono d’accordo con te Carlo sul fatto della sacralità perduta (fortunatamente perduta) della letteratura e sulla maggiore pubblicabilità dei libri, nel senso che l’editoria piccola o mediopiccola è sempre molto attenta a seguire e sperimentare nuove voci.
Neanch’io ho sky e non mi interessa averlo. Ma credo che il non leggere libri da parte degli odierni 40-50enni non sia questione di età (e di maggiore o minore freschezza mentale); i 40-50enni di cui parlo non leggevano neanche a 20-30 anni e sono quasi tutti laureati etc. Credo allora che sia un fatto generazionale. C’è un buco, secondo me, proprio in questa generazione, passata indenne dalla contestazione (perchè si era troppo giovani) e affossata in quella specie di ombra controriformistica scivolata fino agli anni 80 e poco oltre. Buona parte dei politici di oggi appartiene a questa generazione. che caso.
Ti credo sulla parola, Francesco: scrivere è un atto di libertà, anche se la frase è molto ’spessa’. Ci rifletto un po’, ma credo che tu abbia ragione.

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3689 francesco di domenico Fri, 07 Sep 2007 12:07:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3689 Ti stanno - ti stiamo?- vivisezionando: bene! Ora farai la fine di Massimo (Troisi) dopo "Ricomincio da tre": cosa farà dopo il canarino Titti? Io non volevo cadere nell'Accademia quando affermavo che "...la letteratura è quello che ti attacca gli occhi alla pagina sperando che non finisca...", ma è così! se si scopre di/ se si riesce a /parlare senza esser proni ai critici e ai lettori, ma per rilegger le proprie "cose" in tram o in bagno divertendosi, allora si deve essere quasi sicuri che quella "roba" piacerà, poi se non la pubblicano pazienza. Scrivere (in modo professionale s'intende, di diari ne abbiam piene le scatole) è un esercizio di libertà. Ti stanno – ti stiamo?- vivisezionando: bene!
Ora farai la fine di Massimo (Troisi) dopo “Ricomincio da tre”: cosa farà dopo il canarino Titti?
Io non volevo cadere nell’Accademia quando affermavo che “…la letteratura è quello che ti attacca gli occhi alla pagina sperando che non finisca…”, ma è così! se si scopre di/ se si riesce a /parlare senza esser proni ai critici e ai lettori, ma per rilegger le proprie “cose” in tram o in bagno divertendosi, allora si deve essere quasi sicuri che quella “roba” piacerà, poi se non la pubblicano pazienza.
Scrivere (in modo professionale s’intende, di diari ne abbiam piene le scatole) è un esercizio di libertà.

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Di: Carlo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3684 Carlo Fri, 07 Sep 2007 10:02:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3684 Dicevo per fortuna, Paolo, volendo enfatizzare il positivo di quella perdità di centralità. Quando la letteratura era una cosa così "importante", quasi luogo sacro, e l'editoria di conseguenza centralizzata, solo chi rispondeva ai canoni riconosciuti poteva avere ascolto. Gli esempi di Moravia e Tomasi di Lampedusa, ignorati perché propositori di una "lingua" in quel momento non riconosciuta, li conosciamo. Oggi, con buona pace dei lamenti dei tanti aspiranti scrittori, mi sembra sia molto più semplice pubblicare.Certo, molto meno essere letti. E veniamo al tuo "come la mettiamo"? Mi vengono in mente più motivi: chi ha 20-30 anni ha ancora la curiosità per il mondo e la freschezza mentale che una persona di 40-50 anni spesso ha perduto: vuoi perché il peso e il volume delle sue personali esperienze ed impegni(lavoro, famiglia etc.) ha ormai di gran lunga saturato lo spazio libero nel proprio hard-disc mentale, una volta disponibile all'immaginazione; vuoi perché man mano che nella clessidra della vita il futuro ha meno granelli del passato, si è più attaccati ai propri convincimenti e meno disponibili ad ascoltare le esperienze altrui, considerandole già note. E poi, quando sei giovane, spesso nei libri cerchi anche una guida, un racconto di quello che non conosci e che ti aspetta, mentre ( come dicevi anche tu più sopra) quando sei a 50 anni, è più facile pensare alla lettura come uno svago ozioso, come qualcosa che (lo dicevi anche tu sopra) non serve a niente. A quel punto, a paritò di svago, Sky è meno impegnativo per l'hard disc nel capoccione appesantito da una giornata di ordinaria quotidianità.. . (Io Sky non ce l'ho...) Dicevo per fortuna, Paolo, volendo enfatizzare il positivo di quella perdità di centralità. Quando la letteratura era una cosa così “importante”, quasi luogo sacro, e l’editoria di conseguenza centralizzata, solo chi rispondeva ai canoni riconosciuti poteva avere ascolto. Gli esempi di Moravia e Tomasi di Lampedusa, ignorati perché propositori di una “lingua” in quel momento non riconosciuta, li conosciamo. Oggi, con buona pace dei lamenti dei tanti aspiranti scrittori, mi sembra sia molto più semplice pubblicare.Certo, molto meno essere letti. E veniamo al tuo “come la mettiamo”? Mi vengono in mente più motivi: chi ha 20-30 anni ha ancora la curiosità per il mondo e la freschezza mentale che una persona di 40-50 anni spesso ha perduto: vuoi perché il peso e il volume delle sue personali esperienze ed impegni(lavoro, famiglia etc.) ha ormai di gran lunga saturato lo spazio libero nel proprio hard-disc mentale, una volta disponibile all’immaginazione; vuoi perché man mano che nella clessidra della vita il futuro ha meno granelli del passato, si è più attaccati ai propri convincimenti e meno disponibili ad ascoltare le esperienze altrui, considerandole già note.
E poi, quando sei giovane, spesso nei libri cerchi anche una guida, un racconto di quello che non conosci e che ti aspetta, mentre ( come dicevi anche tu più sopra) quando sei a 50 anni, è più facile pensare alla lettura come uno svago ozioso, come qualcosa che (lo dicevi anche tu sopra) non serve a niente. A quel punto, a paritò di svago, Sky è meno impegnativo per l’hard disc nel capoccione appesantito da una giornata di ordinaria quotidianità.. .
(Io Sky non ce l’ho…)

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Di: stefano http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3683 stefano Fri, 07 Sep 2007 09:56:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3683 volevo scrivere "sul *prossimo* libro" volevo scrivere “sul *prossimo* libro”

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Di: stefano http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3682 stefano Fri, 07 Sep 2007 09:53:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3682 non è da tutti scrivere un libro, soprattutto d'esordio, che metta d'accordo critici e lettori. quindi complimenti e auguri per il futuro. di cosa parlerà il prossomo libro? si può avere qualche anticipazione sul tema? non è da tutti scrivere un libro, soprattutto d’esordio, che metta d’accordo critici e lettori. quindi complimenti e auguri per il futuro. di cosa parlerà il prossomo libro? si può avere qualche anticipazione sul tema?

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3681 paolo Fri, 07 Sep 2007 09:06:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3681 Credo, Carlo, che siano tutti piani paralleli. E' vero che la lett(erat)ura non ha più quella centralità di un tempo: per forza (per fortuna, dici tu). ma non credo che ci sia interferenza fra i vari piani, che restano appunto paralleli. Se oggi, come dici tu, Tolstoj e Balzac farebbero gli sceneggiatori (per necessità), io credo che continuerebbero a fare 'anche' gli scrittori. Per il resto son d'accordo, la libreria è sempre un bel posto dove andare e dove spendere i soldi. Breve considerazione: tutti i ragazzi tr i 20 e i 30-35 anni che conosco leggono molti libri (senza rinunciare a niente). La maggior parte dei miei coetanei (tra i 40 e i 50) non ne leggono, e guardano sky. come la mettiamo? Credo, Carlo, che siano tutti piani paralleli. E’ vero che la lett(erat)ura non ha più quella centralità di un tempo: per forza (per fortuna, dici tu). ma non credo che ci sia interferenza fra i vari piani, che restano appunto paralleli. Se oggi, come dici tu, Tolstoj e Balzac farebbero gli sceneggiatori (per necessità), io credo che continuerebbero a fare ‘anche’ gli scrittori. Per il resto son d’accordo, la libreria è sempre un bel posto dove andare e dove spendere i soldi. Breve considerazione: tutti i ragazzi tr i 20 e i 30-35 anni che conosco leggono molti libri (senza rinunciare a niente). La maggior parte dei miei coetanei (tra i 40 e i 50) non ne leggono, e guardano sky. come la mettiamo?

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3680 paolo Fri, 07 Sep 2007 08:51:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3680 A Giorgia. Thomas Bernhard, ad esempio. E prima, ma il discorso è un po' diverso, Dostoevskij, tra gli altri. I richiami e i controrichiami semantici credo che affliggano i critici e i professori, più che gli scrittori. Ci vogliono anche loro, guai se non ci fossero i critici e i professori. Bisi si sente emarginato dal tavolo degli scrittori perchè è convinto che dentro i loro cervelli ci sia tutto un circuito di richiami e controrichiami semantici in continua agitazione. Bisi (pur leggendo tantissimi libri) deve aver sentito dire da qualche parte che la letteratura non è roba per gente comune, e così quando trova il suo richiamo semantico nella tubatura collegata ai vaterini su cui ciascun scrittore è virtualmente seduto, è contento, anche se non c'è più il treno per tornare a casa e neanche un posto per ripararsi dalla pioggia. A Giorgia. Thomas Bernhard, ad esempio. E prima, ma il discorso è un po’ diverso, Dostoevskij, tra gli altri.
I richiami e i controrichiami semantici credo che affliggano i critici e i professori, più che gli scrittori. Ci vogliono anche loro, guai se non ci fossero i critici e i professori. Bisi si sente emarginato dal tavolo degli scrittori perchè è convinto che dentro i loro cervelli ci sia tutto un circuito di richiami e controrichiami semantici in continua agitazione. Bisi (pur leggendo tantissimi libri) deve aver sentito dire da qualche parte che la letteratura non è roba per gente comune, e così quando trova il suo richiamo semantico nella tubatura collegata ai vaterini su cui ciascun scrittore è virtualmente seduto, è contento, anche se non c’è più il treno per tornare a casa e neanche un posto per ripararsi dalla pioggia.

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Di: Carlo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3679 Carlo Fri, 07 Sep 2007 08:45:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3679 Non penso che esista uno scrittore che oggi svolga questa funzione. La letteratura non ha più la centralità che poteva vantare in passato nella comunicazione. E meno male. Spostandosi il centro nevralgico dell'attenzione nel mondo del cinema e della tv (Tolstoj e Balzac oggi farebbero gli sceneggiatori), alla letteratura oggi resta uno spazio meno visibile ma forse per questo potenzialmente più libero, dove da luogo di risposta alle esigenze di stabilità della lingua, si può sostituire quella di luogo d'incontro ed espressione della molteplicità: delle voci perdute, smarrite, inascoltate, o ascoltate da pochi: perché appena nate, o perché troppo vecchie, o perché troppo lontane e complicate, o non ancora formate. Ad esempio, non è un caso che proprio man mano che i dialetti si sono estinti con l'avanzare della lingua nazionale televisiva, stiano riemergendo, con diluizioni e intensità diverse, nello spazio libro (Camilleri, Niffoi, lo stesso "Fideg"...) Il cinema, la tv, per ragioni di "numeri" di mercato, non possono permettersi questa libertà. Basta entrare in un cinema od accendere la tv per accorgersene. In libreria io posso attingere immediatamente alle elucubrazioni di un Calasso (che usa volutamente la lingua per selezionare i suoi interlocutori) o spostarmi di scaffale e lasciarmi blandire da una lingua che chiede solo di essere invisibile e prona al servizio di una storia in un best-seller all'americana di un Faletti, o lanciarmi nell'abisso di un Moresco. Insomma, se ne ho voglia, ho ancora una possibiltà di incontro con la diversità, la molteplicità, che altrove è ormai divenuto difficilissimo. Questa, almeno per me, è l'unica ragione per cui continuo a leggere. Che è poi la stessa che mi ha fatto apprezzare Fideg. In quanto voce con una venatura nuova, diversa, appunto. Non penso che esista uno scrittore che oggi svolga questa funzione.
La letteratura non ha più la centralità che poteva vantare in passato nella comunicazione.
E meno male.
Spostandosi il centro nevralgico dell’attenzione nel mondo del cinema e della tv (Tolstoj e Balzac oggi farebbero gli sceneggiatori), alla letteratura oggi resta uno spazio meno visibile ma forse per questo potenzialmente più libero, dove da luogo di risposta alle esigenze di stabilità della lingua, si può sostituire quella di luogo d’incontro ed espressione della molteplicità: delle voci perdute, smarrite, inascoltate, o ascoltate da pochi: perché appena nate, o perché troppo vecchie, o perché troppo lontane e complicate, o non ancora formate.
Ad esempio, non è un caso che proprio man mano che i dialetti si sono estinti con l’avanzare della lingua nazionale televisiva, stiano riemergendo, con diluizioni e intensità diverse, nello spazio libro (Camilleri, Niffoi, lo stesso “Fideg”…)
Il cinema, la tv, per ragioni di “numeri” di mercato, non possono permettersi questa libertà. Basta entrare in un cinema od accendere la tv per accorgersene. In libreria io posso attingere immediatamente alle elucubrazioni di un Calasso (che usa volutamente la lingua per selezionare i suoi interlocutori) o spostarmi di scaffale e lasciarmi blandire da una lingua che chiede solo di essere invisibile e prona al servizio di una storia in un best-seller all’americana di un Faletti, o lanciarmi nell’abisso di un Moresco.
Insomma, se ne ho voglia, ho ancora una possibiltà di incontro con la diversità, la molteplicità, che altrove è ormai divenuto difficilissimo.
Questa, almeno per me, è l’unica ragione per cui continuo a leggere. Che è poi la stessa che mi ha fatto apprezzare Fideg. In quanto voce con una venatura nuova, diversa, appunto.

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Di: paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/comment-page-1/#comment-3678 paolo Fri, 07 Sep 2007 08:36:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/05/fideg-di-paolo-colagrande-recensione-di-andrea-di-consoli/#comment-3678 mi sono accorto solo ora di aver dimenticato un pezzo della domanda di Marina, scusa Marina. Il pezzo più difficile, a cui non so rispondere: a che serve la letteratura? Forse a niente, di sicuro non a salvare il mondo. Ma se si parte da qui non si va molto avanti. Credo che la letteratura debba riflettere noi stessi che ci camminiamo in cima, al mondo: poi puoi parlare di quello che credi. il parlare con la propria voce, ad esempio, e non imitando qualcosa o ualcuno, è già un bel punto di partenza. A cosa serve non lo so, ma forse semplicemente a raccontarci qualcosa, qualcosa che in qualche modo ci riguarda, o comunque ci piace. Ma è meglio non andare avanti col discorso. ("interrompimi prima che io sembri un deficiente", W. Allen) mi sono accorto solo ora di aver dimenticato un pezzo della domanda di Marina, scusa Marina. Il pezzo più difficile, a cui non so rispondere: a che serve la letteratura? Forse a niente, di sicuro non a salvare il mondo. Ma se si parte da qui non si va molto avanti. Credo che la letteratura debba riflettere noi stessi che ci camminiamo in cima, al mondo: poi puoi parlare di quello che credi. il parlare con la propria voce, ad esempio, e non imitando qualcosa o ualcuno, è già un bel punto di partenza. A cosa serve non lo so, ma forse semplicemente a raccontarci qualcosa, qualcosa che in qualche modo ci riguarda, o comunque ci piace. Ma è meglio non andare avanti col discorso. (“interrompimi prima che io sembri un deficiente”, W. Allen)

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