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Archivio del 25 luglio 2007

mercoledì, 25 luglio 2007

LA COMMEDIA SEXY ALL’ITALIANA (di Gordiano Lupi)

Nei primi anni Settanta il cinema italiano presenta un numero indescrivibile di attrici che interpretano la nascente commedia sexy. Gloria Guida, Lilli Carati, Femi Benussi, Anna Maria Rizzoli, Carmen Villani, Nadia Cassini, Edwige Fenech, Orchidea De Sanctis, Barbara Bouchet, Laura Antonelli… l’elenco sarebbe interminabile. Mai periodo storico del cinema italiano è stato più affollato di starlette e di attrici affascinanti. La commedia sexy, o commedia erotica, deriva dalla commedia all’italiana e si afferma con l’esaurimento del sottogenere decamerotico. Nel decamerotico abbiamo un modello colto pasoliniano (Il Decameron, Il fiore delle mille e una notte e I racconti di Canterbury) che viene estremizzato da un punto di vista erotico e farsesco. Le tematiche ricorrenti sono quelle dei mariti cornuti, delle mogli traditrici e dei frati impenitenti che a tutto pensano fuorché a pregare. L’erotismo comincia ad andare di pari passo con la comicità e i registi di quelle pellicole raccontano storie divertenti ma piuttosto sboccate. Il sottogenere sfrutta ogni possibile variazione sul tema e si esaurisce nel breve volgere di un paio di stagioni. La commedia sexy unisce l’esperienza della commedia all’italiana con l’eredità del decamerotico e si propone di raccontare storie divertenti e piccanti ambientate in età contemporanea. Sono film che narrano storie familiari a base di tradimenti, equivoci a non finire, scambi di stanze e di coppie, travestitismi e situazioni comiche da avanspettacolo. A tutto questo va aggiunto, come ingrediente fondamentale, un pizzico di erotismo, perché la commedia sexy è soprattutto voyeuristica e basata sul gioco malizioso del si vede – non si vede. Non possono mancare le scene con la bella protagonista seminuda sotto la doccia e l’attore guardone che spia dal buco della serratura. Il regista ricerca l’immedesimazione tra interprete e pubblico, perché chi è seduto in platea osserva la scena con la soggettiva dell’attore che spia dal buco della chiave. Alla base della commedia sexy c’è sempre una comicità di grana grossa, facile, priva di implicazioni politiche e intellettuali. Le trovate da avanspettacolo di ottimi attori come Banfi, Montagnani, Vitali, Buzzanca, Salce, D’Angelo (e molti altri) sono il leitmotiv che accompagna le grazie più o meno esposte delle belle attrici. La commedia sexy lascia grande spazio all’immaginazione, non esibisce ma fa intuire ed è sempre più comica che erotica. In certi casi realizza uno spaccato veritiero della provincia italiana, soprattutto meridionale, e descrive vizi e turbamenti di un’Italia che cambia. Le piazze accolgono gruppi di femministe che contestano e vestono abiti per niente femminili. Al cinema (per contrasto) incontriamo le donne sensuali, il modello di riferimento che gli uomini cercano. È bene dire, però, che in questi film la donna esce sempre vincitrice mentre l’uomo non fa mai una bella figura. Basti pensare alla macchietta del dentista – latin lover interpretata da Lino Banfi ne L’infermiera di notte. La donna è maliziosa, intrigante, spesso è solo una finta oca, ma in ogni caso è il motore che fa girare il film e riveste un ruolo vincente. La commedia sexy rappresenta una variante della commedia all’italiana condita da situazioni equivoche e piccanti ai limiti del paradossale. Non è esagerato dire che simboleggia la voglia di liberazione sessuale di quel periodo storico e che molti film sono capaci di fotografare bene la realtà e di mettere alla berlina un’Italia moralista e bacchettona. Quei film ingenui e a volte un po’ raffazzonati non sono certo roventi storie di sesso, ma raccontano le emozioni e i turbamenti di tanti ragazzini che scoprono il sesso e sognano di diventare adulti. Non trascuriamo il lavoro dei registi della commedia sexy, perché si tratta di validi artigiani che danno vita a personaggi e macchiette indimenticabili. Citerei su tutti Sergio Martino, Mariano Laurenti, Michele Massimo Tarantini, Nando Cicero, e Bruno Corbucci, ma episodicamente incontriamo registi che provengono dal cinema fantastico come Lucio Fulci (La pretora con Edwige Fenech), Umberto Lenzi (Scusi lei è normale? con Annamaria Rizzoli) e Luigi Cozzi (La portiera di notte con Anne Miracle). Da non dimenticare che spesso hanno fatto ricorso a motivi e interpreti della commedia sexy anche registi del cinema alto, della commedia pura, come Ugo Tognazzi, Steno (si veda l’ottimo Fico d’India con Gloria Guida e Renato Pozzetto) e Alberto Sordi. Non dimentichiamo neppure sceneggiatori generosi e prolifici come Francesco Milizia (ferroviere prestato al cinema), Raimondo Vianello e Sandro Continenza. La commedia sexy porta sul grande schermo anche il sottogenere delle professioni con una sfilata di dottoresse, insegnanti, infermiere (la prima è Ursula Andress nell’ottimo L’infermiera di Nello Rossati), soldatesse, tassiste e poliziotte. Nei ruoli professionali primeggia Edwige Fenech, mentre Gloria Guida è perfetta nelle caratterizzazioni da Lolita nabokoviana. Il sottogenere professionale, nella sua variante scolastica, vede
la Fenech impegnata in alcune pellicole come insegnante (diretta da Cicero, Laurenti e Tarantini), mentre
la Guida impersona una conturbante studentessa ne La liceale di Michele Massimo Tarantini. La liceale è la pellicola che decreta il successo della bella meranese nel campo della commedia sexy, un film icona dell’erotico – scolastico, divertente e malizioso quanto basta. Per capire l’importanza di questa pellicola basta pensare che è stato uno dei primi film liberati dalla censura e proiettati nei cinema iracheni dopo la caduta di Saddam Hussein. Gloria Guida esordisce sul grande schermo sotto la guida esperta di Silvio Amadio e Mario Imperoli (1974) e subito si caratterizza come una ragazzina maliziosa che irrompe all’interno di famiglie borghesi. “Silvio Amadio è il regista che più mi ha insegnato il mestiere” dirà in alcune interviste, pure se i film di questo cineasta non sono classificabili come commedia sexy. Amadio predilige i drammi erotici e i peccati in famiglia ispirati a Malizia di Samperi, capostipite del genere e iniziatore di una corrente cinematografica che dà buoni frutti. Film come La minorenne, La ragazzina (di Imperoli), Quell’età maliziosa e Peccati in famiglia sono esempi di puro cinema erotico con un tocco di melodramma finale. Blue Jeans di Mario Imperoli e La novizia di Pier Giorgio Ferretti sono ancora due film erotici che cercano di fare un discorso sui problemi sociali e sulla situazione giovanile. Il solco di pesca di Maurizio Liverani è una pellicola indefinibile, intellettuale e cervellotica, una sorta di inno alle grazie posteriori femminili, diretto da un regista che pizzica corde diverse da quelle giocose di Tinto Brass. Gloria Guida entra alla grande nella commedia sexy con Il gatto mammone di Nando Cicero, dove impersona una servetta tuttofare che dovrebbe dare un erede a un Lando Buzzanca in gran forma. Interpreta ventisei film dal 1974 al 1988, ma il suo periodo d’oro va dal 1975 al 1979: 21 pellicole in cinque anni e quasi tutte sono commedie sexy. Uniche eccezioni il disturbante e a tratti eccessivo Avere vent’anni di Ferdinando Di Leo, il fantastico – orrorifico (ma poco riuscito) Il triangolo delle Bermuda di René Cardona jr e il televisivo Orazi e Curiazi tre a due di Giorgio Mariuzzo. Il 1976 è l’anno d’oro di Gloria Guida nella commedia erotica, perché dopo il lancio di Tarantini ne La liceale, interpreta Il medico … la studentessa di Amadio (una delle poche commedie dirette dal regista), La ragazza alla pari di Mino Guerrini (purtroppo introvabile), L’affittacamere di Laurenti (con un ottimo Luciano Salce) e Scandalo in famiglia di Marcello Andrei. In tutte queste pellicole, Gloria Guida è una ragazzina maliziosa che irretisce il maschio di turno, lo seduce e lo trasforma in facile preda. La commedia sexy mette in scena i soliti stereotipi del marito cornuto, l’amante disponibile e la ragazzina disinibita. Non mancano docce, toccatine furtive, mani che si cercano sotto il tavolo, gonne che si sollevano improvvisamente e buchi della chiave dai quali spiare i movimenti di una ragazza seminuda. La carriera di Gloria Guida prosegue nel 1978 con La liceale nella classe dei ripetenti di Mariano Laurenti, un nuovo scolastico più stanco del primo film di Tarantini, Travolto dagli affetti familiari di Mauro Severino e L’infermiera di notte, ancora di Laurenti. L’infermiera di notte rappresenta la sola incursione di Gloria Guida nel sottogenere delle professioni, campo riservato alla più esperta Fenech. Tra l’altro si tratta di una commedia sexy con una trama gialla appena accennata, pochissimo erotismo e qualche intermezzo musicale della bella meranese che prova a proporsi come cantante. Il film avrebbe dovuto intitolarsi La ragazza della discoteca per via di alcune sequenze ispirate a La febbre del sabato sera e ai balli che seguono la moda lanciata da John Travolta. La pellicola è molto divertente e resiste al passare degli anni, soprattutto per merito di un Banfi in gran forma che ci delizia con alcune battute in rima che chiamano in causa una serie di improbabili santi. Anna Maria Clementi e Paola Senatore aiutano Gloria Guida nella parte erotica, visto che la bionda attrice comincia a non voler interpretare molte sequenze maliziose. La commedia è strutturata secondo il solito clichè della moglie petulante, l’amico goffo e impacciato (Alvaro Vitali), il marito latin lover (Lino Banfi è una macchietta incredibile), la protagonista bella e sexy. In questa pellicola ricordiamo la scena cult di un calorifero impostato alla massima temperatura per far spogliare Gloria Guida davanti alla vetrata, mentre un allupato Lino Banfi assiste esterrefatto. L’infermiera di notte è l’unico film della commedia sexy a non presentare scene di doccia e voyeurismo dal buco della serratura. A partire da questo film la carriera di Gloria Guida si sviluppa sui binari della commedia, anche perché il periodo d’oro del comico – erotico è terminato. La liceale seduce i professori di Laurenti rappresenta il canto del cigno del genere ed è più una farsa con qualche nudo che una commedia erotica. La liceale, il diavolo e l’acquasanta di Nando Cicero è un finto sequel de La liceale e gioca sul titolo per invogliare il pubblico ad andare a vedere un modesto film a episodi. Gloria Guida esperimenta anche il thriller con Indagine su un delitto perfetto di Giuseppe Rosati, interpreta una commedia alta come Fico d’India, diretta da Steno, e infine conosce Johnny Dorelli sul set di Bollenti spiriti di Giorgio Capitani. Appena il tempo di vederla in un ottimo lavoro di stampo classico come La casa stregata di Bruno Corbucci, nel film a episodi Sesso e volentieri di Dino Rissi e nel televisivo Festa di Capodanno di Piero Schivazzappa che la sua carriera cinematografica si conclude. Gloria Guida sceglie la famiglia, il marito Johnny Dorelli, la figlia Guendalina e saluta un pubblico che dal 1988 attende di rivederla al cinema o a teatro. Noi la ricordiamo per un sorriso rassicurante e un’espressione ingenua da ragazzina bionda, ma pure per quel contrasto tra un aspetto angelico e lo sguardo malizioso. Gloria Guida è la seducente ninfetta dagli occhi verdi, la compagna di banco che tutti abbiamo sognato, la sensuale lolita rubacuori che fa innamorare studenti e professori. Merita un posto importante all’interno del cinema comico – erotico degli anni Settanta – Ottanta.

Gordiano Lupi

www.infol.it/lupi

Di seguito avrete modo di vedere e ascoltare due video…

1. Videointervista a Gordiano Lupi sulla commedia sexy andata in onda su Rete4: cliccate qui o sul pulsante play.

2. Canto e danza di Gloria Guida (dal film “L’infermiera di notte): cliccate qui o sul pulsante play.

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