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lunedì, 19 febbraio 2007

INVITO CON RIPENSAMENTO (di Roberto Alajmo)

Roberto Alajmo

*

Mi invitano a una trasmissione televisiva del mattino, sul canale più seguito del servizio pubblico nazionale. Si tratta di parlare di Padre Puglisi. In studio ci saranno anche il regista Faenza, una suora che ha lavorato con Puglisi e non so chi altro.
Una redattrice mi fa una intervista preliminare, per preparare il copione. Io le spiego quello che penso del ruolo della chiesa in Sicilia e le dico sinceramente che secondo me non possono permettersi le mie opinioni in proposito. Lei ride e risponde che non è così. Restiamo d’accordo.

Dopo mezz’ora mi chiama un altro responsabile, il quale mi spiega che ci hanno ripensato: effettivamente non possono permettersi le mie opinioni.
Grazie lo stesso

*

In linea diretta con Roberto Alajmo Blog

*

———————————————–

Roberto Alajmo è nato a Palermo nel 1959. Fra i suoi libri: Le scarpe di Polifemo (Feltrinelli, 1998), e Notizia del disastro (Garzanti, 2001), col quale ha vinto il premio Mondello. Con Mondadori nel 2003 ha pubblicato il romanzo Cuore di Madre, finalista ai premi Strega e Campiello. Nel 2004 è uscito Nuovo repertorio dei pazzi della città di Palermo e nel 2005 il romanzo È stato il figlio, finalista al premio Viareggio e vincitore del SuperVittorini e SuperComisso.
Con Laterza, sempre nel 2005, ha pubblicato il saggio Palermo è una cipolla.


Scritto lunedì, 19 febbraio 2007 alle 18:52 nella categoria Senza categoria. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.

21 commenti a “INVITO CON RIPENSAMENTO (di Roberto Alajmo)”

Ma se scrivo qui risponde Roberto Alajmo? Boh, io scrivo!
Ciao, ti ricordi di me? volevo dire: va be’ in tv le tue opinioni son troppo… ma qui ce le dici?

Postato lunedì, 19 febbraio 2007 alle 20:22 da cinzia pierangelini


Cara Cinzia,
certo che Roberto Alajmo risponderà! Altrimenti che senso avrebbe questa rubrica?
Dagli solo il tempo di connettersi…
Un saluto.

Postato lunedì, 19 febbraio 2007 alle 23:01 da Massimo Maugeri


Roberto, immagino ti riferissi a Uno Mattina, giusto?
Aggiugno la mia richiesta a quella di Cinzia.
Non farci aspettare troppo, però. Altrimenti ce la prendiamo con Massimo.

Postato lunedì, 19 febbraio 2007 alle 23:22 da Elektra


Vedo che andate di fretta. Bene.
La mia idea è che Puglisi era solo uno dei volti che la chiesa indossa di volta in volta, di caso in caso. C’è il prete pedofilo e il prete antipedofili. C’è il prete per i ricchi e quello per i poveri. Io conosco persino un prete anticlericale. In sicilia, nello specifico, c’è il prete mafioso e il prete antimafioso. Puglisi incarnava il meglio della chiesa. Ma il meglio non è il tutto.

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 06:45 da roberto alajmo


Anche se non c’entra niente, voglio segnalare ai catanesi in ascolto che stasera proprio a Ct si esibisce il duo Petra Magoni e Ferruccio Spinetti (canto e contrabbasso). Ossia: il mioglior concerto che abbia ascoltato da un sacco di tempo a questa parte. Se qualcuno vorrà andarci, dopo è pregato di portare i miei saluti alla signora Magoni in Bollani.

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 09:22 da roberto alajmo


Gentile Roberto Alajmo,
mi verrebbe da porle due domande.

La prima è: ritiene che la presunta “doppiezza” della Chiesa sia un problema solo siciliano, o anche italiano, se non addirittura mondiale?

La seconda è, in realtà, una domanda multipla: non crede che le “mele marce” possano esserci ovunque? Non crede che, per esempio, può esserci lo scrittore pedofilo e quello antipedofili? Lo scrittore per i ricchi e quello per i poveri? Lo scrittore che va contro la letteratura? E in sicilia, nello specifico, lo scrittore mafioso e lo scrittore antimafioso?
Non crede che, le “mele marce” possono inflirtarsi ovunque?
Non crede che il grande messaggio della Chiesa prescinda dalla presenza, al suo interno, di “mele marce”?
Non crede normale, infine, che in regime di libertà ci si possa esprimere in termini diversi (anche all’interno della Chiesa) e che, nella fattispecie, sia d’uopo per la Chiesa provvedere a “compensare” eventuali errori commessi da uomini che fanno parte della sua struttura con il messaggio di altri suoi “interni”?

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 09:47 da Erika Di Giorgio


Ma davvero fanno questo in Rai? Mi sembrano tesi importanti ma controbattibili. Sono opinioni. Che la Chiesa abbia tante facce è abbastanza ovvio, anzi, a parte quelle brutte, meno male che è così.
buona giornata
elisabetta

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 11:37 da elisabetta


La differenza è che mentre ogni categoria si muove in ordine sparso, la chiesa cattolica è un sistema organico fondato non sulla doppiezza ma sulla multiidentitarietà. E questo ovviamente vale a livello planetario (vedi come in sud e centro america il culto dei santi si sovrappone a quello delle divinità autoctone). La chiesa è tutto e il contrario di tutto, ovunque. Ma lì era di padre Puglisi e di Sicilia che si doveva parlare.

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 13:27 da roberto alajmo


Caro scrittore, che tema quello della Chiesa! Io, poi, sono la persona più scombinata che si possa immaginare per un intervento in proposito. Eppure da ormai qualche anno, sono attenta a tutto quello che da quella parte si muove e muove. Prima non perdevo occasione per dichiarare il mio agnosticismo o il mio orgoglio ateo e mi sentivo lontana ed estranea ad ogni forma di culto: un mondo che non mi riguardava. Ma non era vero, perché nel frattempo i miei disegni cambiavo soggetti, e chiese, absidi, cattedrali sostituivano tutto il resto. I miei veri pensieri si materializzavano sui fogli; le grandi architetture gotiche con i pavimenti maculati ( come improbabili pellicce) erano la sintesi con cui mi trovavo a rappresentare “il tumulto e la dispersione dell’uomo”. Da allora, da cinque o sei anni fa ho rivisto i miei ragionamenti e ho iniziato a guardare in quella direzione. Abito al nord, fra Lecco e Bergamo; qui società e Chiesa sono un unico intreccio e i preti esprimono, a secondo dei tempi, i valori della comunità. Nel mio paese vantiamo due eroi della Resistenza: un parroco morto sotto tortura a San Vittore e un altro deportato, con alcuni parrocchiani, nei campi. Tutto questo però, negli anni bui della guerra fredda, venne congelato e la Chiesa, con i suoi rappresentati si erse a giudice severo e integralista , impedendo, con fare bigotto, ogni possibile apertura verso i “compagni” di lotta di un tempo. Era una Chiesa politica che a me non piaceva e con la quale chiusi ogni rapporto. Ora penso che la Chiesa sia altro, e che in questo difficile momento occorra guardare oltre la sua organizzazione “temporale”. Che, fra l’altro, presenta gli stessi miseri limiti delle altre espressioni umane. Dopo il fattaccio di Erba, paese della Brianza che conosco e che è simile a tutti gli altri, sul quotidiano Il foglio, Camillo Langone, scrisse una preghiera per Raffaella, che qui riporto.
“Preghiera per Raffaella
sul cui corpo si sono accaniti
in vita e in morte. Dicono che tu abbia
rinnegato Cristo, chissà se è vero, sicuramente
lo hanno rinnegato loro, gli indigeni
e gli allogeni, quelli che ti hanno
fatto la festa e quelli che ti hanno fatto il
funerale. Un cadavere si può sequestrare
e strumentalizzare ma grazie a Dio l’anima
non è pertinenza umana e allora forse
non siamo noi che dobbiamo pregare
per te ma sei tu che devi pregare per noi,
e magari per quei preti del cazzo del volontariato
del cazzo che ti sviarono con
un Vangelo inventato da loro: “Ama il
prossimo tuo come odi te stesso”.
PREGHIERA”.
Mi fermerei anche se avrei da dire ancora molto.
Grazie per l’attenzione, Miriam

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 15:23 da miriam r


Roberto, a questo punto verrebbe da chiederle quanto segue. Anche se la Chiesa cattolica fosse un sistema organico fondato non sulla doppiezza ma sulla multiidentitarietà, e pur ammettendo che sia tutto e il contrario di tutto, lei nel complesso la giudica (la Chiesa) positivamente o negativamente?
Altra domanda: lei è credente o ateo?

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 16:02 da Erika Di Giorgio


Io sono in attesa di notizie da parte di dio. E non accetto chiamate dal suo sedicente segretario su questa terra.
Ma questo, consentitemi, c’entra fino a un certo punto. Stiamo parlando di Chiesa Cattolica, non confondiamola con dio.
(E poi la questione centrale è che questa semplice discussione che stiamo facendo qui, in televisione non è possibile farla. I motivi, spiegatemeli voi, se li sapete).

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 16:33 da roberto alajmo


Roberto, ti chiedi come mai non sia possbile discuterne in tv.
Senplice perchè non è un mezzo di informazione libero, come molti giornali.
Qui non si tratta solo della chiesa, anche della politica, della civiltà e persino della letteratura.

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 18:11 da francesco g.


in effetti mi pare strano questo atteggiamento da parte della televisione di stato in un’epoca in cui il confronto pare essere piuttosto aperto. ma quale scusa ha trovato la rai per annullare l’invito?

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 18:12 da Mark


Testuale: “Non è una trasmissione di approfondimento, non ci sarebbe spazio per un dibattito”. Specifico che saremmo stati in quattro, fra cui almeno un ecclesiastico.

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 18:40 da roberto alajmo


Ogni tanto leggo post come questo… mi mordo la lingua… ci penso anche quando non dovrei (ad esempio mentre preparo la lavatrice) e finisco per tornare a leggere i nuovi commenti… insomma, di queste cose (e di molte altre) non si può parlare in televisione come non se ne legge ‘in chiaro’ nei giornali … perchè… eh… perchè la libertà con la L maiuscola ce la nascondono. Io ho smesso di seguire i telegiornali, ad esempio. Mi sembrava di finire spazzata da una parte o dall’altra a seconda di quale canale sceglievo…a nessun altro è mai capitato? E ho l’impressione che la stessa sorte tocchi ai dibattiti. Intendiamoci. Io sono per la libertà di pensiero, parola ed espressione, purchè non si leda quella altrui. Io posso credere o no. Non è questo il punto. Quello che mi muove le viscere, leggendo appunto post come questo, è come sia impossibile esprimersi. Indipendentemente che io sia o non sia d’accordo con te, perchè non lo posso esprimere? Non danneggio nessuno, mi esprimo. Punto. E invece no. E’meglio se taci così eviti di dare un seguito ai tuoi maledettissimi pensieri… bella roba…
Scusate, mi sono dilungata troppo.
Barbara

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 20:24 da Barbara


Saluto tutti, soprattutto Barbara alla quale dico: non ti sei affatto dilungata!

Consentitemi di ringraziare Roberto per essere stato con noi nonostante la giornata un po’ particolare.
Apprendo infatti che oggi sul Giornale di Sicilia è apparso il necrologio di
ROBERTO ALAJMO.
Proprio così.
E sotto c’era scritto: UOMO ESEMPLARE DOTATO
DI GRANDI VIRTU’ MORALI.
Per fortuna, caro Roberto, dalle risposte che hai dato deduco che tu sei più vivo e vegeto che mai.
Piuttosto… raccontaci cosa hai provato nel leggere quel necrologio.
E senti… non è che dietro questa vicenda – per caso – c’è una strategia alla “Il fu Mattia Pascal” da parte tua?

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 21:40 da Massimo Maugeri


quando ho letto delle virtù morali del defunto, ho tirato un meschino sospiro di sollievo…

Postato martedì, 20 febbraio 2007 alle 22:27 da roberto alajmo


però è anche vero che roberto alajmo non ci ha ancora comunicato il suo pensiero sulla figura di padre puglisi. cos’è che alajmo avrebbe detto in rai a parte le considerazioni già esposte sulla chiesa?
saluti

Postato mercoledì, 21 febbraio 2007 alle 16:53 da mark


In sintesi? Che era un eroe, e che come tutti gli eroi siciliani era un isolato. Che è troppo facile in Sicilia prendere la mira sugli eroi isolati, e la colpa è di chi li isola.

Postato mercoledì, 21 febbraio 2007 alle 17:36 da roberto alajmo


Mi pare che Roberto abbia espresso la sua opinione sulla figura di padre Puglisi in maniera sintetica ma efficace.
E ci sarebbe molto da riflettere sulla triste (ma vera) equazione: eroi siciliani = isolati

Postato mercoledì, 21 febbraio 2007 alle 22:54 da Massimo Maugeri


Ma infatti io non riuscivo a collegare bene Puglisi e la chiesa. Voglio dire: Puglisi era un uomo, del popolo, che ha creduto e pagato di tasca per la sua gente. La chiesa in questa vicenda rimane un dettaglio all’orizzonte, senza troppa importanza a me pare, come spesso sono le istituzioni. Lo ha lasciato solo ma credo sia più grave che lo stato lo abbia lasciato solo…

Postato giovedì, 22 febbraio 2007 alle 11:28 da cinzia pierangelini



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