Commenti a: IPERSPAZIO CREATIVO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1355344 Massimo Maugeri Tue, 13 Mar 2018 19:55:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1355344 Grazie mille per aver condiviso con noi, carissimo Mimmo! Abbraccia l'autore di "Oliver" e tutti gli alunni della Scuola Media Cresto di Castellamonte. E tanti complimenti per il tuo lavoro! :) Grazie mille per aver condiviso con noi, carissimo Mimmo!
Abbraccia l’autore di “Oliver” e tutti gli alunni della Scuola Media Cresto di Castellamonte.
E tanti complimenti per il tuo lavoro! :)

]]>
Di: domenico trischitta http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1355326 domenico trischitta Tue, 13 Mar 2018 17:46:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1355326 <strong>OLIVER E' IL TITOLO DI UN RACCONTO CHE CONCLUDE UN PERCORSO DI SCRITTURA CREATIVA DI ALCUNI ALUNNI DELLA SCUOLA MEDIA "CRESTO" DI CASTELLAMONTE. E' LA STORIA DI UN CAVALLO, UN CAVALLO CHE SMETTERA' DI CORRERE MA NON DI VIVERE...</strong> <em>March 13, 2018</em> ------------ OLIVER ------------ Il cavallo di Pietro si chiamava Oliver, i suoi occhi erano neri, la criniera e la coda erano nere, il corpo era di colore marroncino. Il suo cavallo aveva un carattere vivace, allegro e affettuoso. Era un caldo giorno d’ estate, io e il mio padroncino Pietro stavamo partendo per un’importantissima gara che si teneva ad Alessandria. Io ero molto emozionato e Pietro lo era il doppio di me. Durante il viaggio non faceva che dirmi che sarebbe stata la più bella gara del mondo e che avevamo la vittoria in pugno, effettivamente ci eravamo allenati così tanto che facevo fatica a credere che quella sera non saremmo saliti sul podio, anche solo come terzi classificati. Durante l’estate Pietro e il suo cavallo si stavano preparando per la gara regionale. Arrivati al luogo della gara rimasi a bocca aperta: i box erano pulitissimi, avevano una finestrella da cui si vedevano le montagne, il fieno era molto saporito e gli ostacoli erano colorati vivacemente. Pietro mi portò nel paddock dove al suo interno c’erano tanti cavalli, anche loro emozionati , c’erano cavalli di ogni tipo e colore. Pietro mi mise tutte le cose che mi servivano: la sella, la coperta,l’ agnellino … e ci mettemmo a provare la pista e … come correvo bene, scivolavo magnificamente su quella friabile terra. Giulia disse a Pietro di provare a saltare un ostacolo. Provò tre volte a saltare, alla quarta volta successe qualcosa che nessuno si aspettava. Giulia (l’ istruttrice) ci disse di provare un alto ostacolo color bianco e verde, senza paura lo saltai, oh come mi divertivo a saltare, ero così libero e felice. Lo provai e lo riprovai, alla quarta volta non so come, non so perché e non ci voglio pensare, la mia zampa toccò l’ ostacolo e fece semplicemente “CRAC!” e un dolore lancinante partì dalla zampa e mi percorse tutto il corpo, sudori freddi mi scesero dalla criniera. Pietro non lo sapeva ancora ma mi ero rotto la zampa. Ovviamente mi fermai. Giulia lo sapeva che c’era qualcosa che non andava e chiamò il veterinario, quel temuto veterinario che io e Pietro odiavamo tanto. Pietro scese e cominciò a singhiozzare, il cavallo per compassione gli appoggiò la testa sulla spalla. Pietro si mise a piangere, detestavo quando piangeva e gli misi la testa sulla spalla leccandogli amorevolmente la guancia, sembrò tirargli un po’ su il morale. Chiamarono il veterinario che intervenne dopo due ore. Il dottore disse che probabilmente la zampa non aveva problemi. Il veterinario arrivò in super ritardo, circa 2 ore dopo. A lui la zampa non sembrava rotta. Quel posto che prima mi sembrava così pieno di magia adesso lo cominciavo ad odiare. Ci trasferirono a Castellamonte. Nel treiler il morale era basso e c’era una tensione pazzesca, nessuno parlò più. Le lastre smentirono il veterinario, la mia zampa era rotta eccome. Nei seguenti giorni l’ osso si aggiustò un po’, mi misero il gesso e mi fecero digiunare per 1 settimana , ma tutti sapevano che non sarei mai più tornato a correre libero nei prati, aspettavo solo il momento dell’ abbattimento. Il cavallo camminava zoppicando solo un po’, per farsi vedere forte da Pietro. Pietro non volle abbattere Oliver anche se non poteva più gareggiare. Passarono i giorni, le settimane e i mesi ma Pietro continuava a curarmi e a sfamarmi come prima e presto capì: Pietro non intendeva affatto sopprimermi ma continuare a farmi fare passeggiate in sua compagnia, lui era il miglior padroncino del mondo e il nostro rapporto si rafforzò, se possibile ancora di più. Alcuni mesi dopo arrivò un altro cavallo da corsa, Quinto, ma Pietro non mi sostituì mai. ---------------------- Pietro Amore, Viola Bargelli, Francesco Celibato, Isotta Cesario, Irene Civitico, Alessandra Conti, Gabriela Darie, Alessandra Federico, Timeo Gatti, Luca Perelli, Marco Veniero, Diego Virano 1° A, 1° C Scuola Media “Cresto” Castellamonte Corso di scrittura creativa diretto dal Prof Domenico Trischitta, anno scolastico 2017/18 OLIVER E’ IL TITOLO DI UN RACCONTO CHE CONCLUDE UN PERCORSO DI SCRITTURA CREATIVA DI ALCUNI ALUNNI DELLA SCUOLA MEDIA “CRESTO” DI CASTELLAMONTE. E’ LA STORIA DI UN CAVALLO, UN CAVALLO CHE SMETTERA’ DI CORRERE MA NON DI VIVERE…
March 13, 2018

————

OLIVER

————

Il cavallo di Pietro si chiamava Oliver, i suoi occhi erano neri, la criniera e la coda erano nere, il corpo era di colore marroncino. Il suo cavallo aveva un carattere vivace, allegro e affettuoso.

Era un caldo giorno d’ estate, io e il mio padroncino Pietro stavamo partendo per un’importantissima gara che si teneva ad Alessandria. Io ero molto emozionato e Pietro lo era il doppio di me. Durante il viaggio non faceva che dirmi che sarebbe stata la più bella gara del mondo e che avevamo la vittoria in pugno, effettivamente ci eravamo allenati così tanto che facevo fatica a credere che quella sera non saremmo saliti sul podio, anche solo come terzi classificati.

Durante l’estate Pietro e il suo cavallo si stavano preparando per la gara regionale.

Arrivati al luogo della gara rimasi a bocca aperta: i box erano pulitissimi, avevano una finestrella da cui si vedevano le montagne, il fieno era molto saporito e gli ostacoli erano colorati vivacemente. Pietro mi portò nel paddock dove al suo interno c’erano tanti cavalli, anche loro emozionati , c’erano cavalli di ogni tipo e colore. Pietro mi mise tutte le cose che mi servivano: la sella, la coperta,l’ agnellino … e ci mettemmo a provare la pista e … come correvo bene, scivolavo magnificamente su quella friabile terra.

Giulia disse a Pietro di provare a saltare un ostacolo. Provò tre volte a saltare, alla quarta volta successe qualcosa che nessuno si aspettava.

Giulia (l’ istruttrice) ci disse di provare un alto ostacolo color bianco e verde, senza paura lo saltai, oh come mi divertivo a saltare, ero così libero e felice. Lo provai e lo riprovai, alla quarta volta non so come, non so perché e non ci voglio pensare, la mia zampa toccò l’ ostacolo e fece semplicemente “CRAC!” e un dolore lancinante partì dalla zampa e mi percorse tutto il corpo, sudori freddi mi scesero dalla criniera. Pietro non lo sapeva ancora ma mi ero rotto la zampa. Ovviamente mi fermai. Giulia lo sapeva che c’era qualcosa che non andava e chiamò il veterinario, quel temuto veterinario che io e Pietro odiavamo tanto.

Pietro scese e cominciò a singhiozzare, il cavallo per compassione gli appoggiò la testa sulla spalla.

Pietro si mise a piangere, detestavo quando piangeva e gli misi la testa sulla spalla leccandogli amorevolmente la guancia, sembrò tirargli un po’ su il morale.

Chiamarono il veterinario che intervenne dopo due ore. Il dottore disse che probabilmente la zampa non aveva problemi. Il veterinario arrivò in super ritardo, circa 2 ore dopo. A lui la zampa non sembrava rotta.

Quel posto che prima mi sembrava così pieno di magia adesso lo cominciavo ad odiare.

Ci trasferirono a Castellamonte.

Nel treiler il morale era basso e c’era una tensione pazzesca, nessuno parlò più.

Le lastre smentirono il veterinario, la mia zampa era rotta eccome. Nei seguenti giorni l’ osso si aggiustò un po’, mi misero il gesso e mi fecero digiunare per 1 settimana , ma tutti sapevano che non sarei mai più tornato a correre libero nei prati, aspettavo solo il momento dell’ abbattimento.

Il cavallo camminava zoppicando solo un po’, per farsi vedere forte da Pietro. Pietro non volle abbattere Oliver anche se non poteva più gareggiare.

Passarono i giorni, le settimane e i mesi ma Pietro continuava a curarmi e a sfamarmi come prima e presto capì: Pietro non intendeva affatto sopprimermi ma continuare a farmi fare passeggiate in sua compagnia, lui era il miglior padroncino del mondo e il nostro rapporto si rafforzò, se possibile ancora di più.

Alcuni mesi dopo arrivò un altro cavallo da corsa, Quinto, ma Pietro non mi sostituì mai.

———————-

Pietro Amore, Viola Bargelli, Francesco Celibato, Isotta Cesario, Irene Civitico, Alessandra Conti, Gabriela Darie, Alessandra Federico, Timeo Gatti, Luca Perelli, Marco Veniero, Diego Virano

1° A, 1° C Scuola Media “Cresto” Castellamonte

Corso di scrittura creativa diretto dal Prof Domenico Trischitta, anno scolastico 2017/18

]]>
Di: Robert http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1284244 Robert Wed, 28 Sep 2016 05:29:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1284244 Buongiorno, di primavere sulle spalle ne ho diverse e ho deciso di dedicarmi alla letteratura scrivendo un racconto che pongo alla Vostra attenzione. Inizio con il prologo aprendo la discussione sull'argomento che intendo trattare sperando nelle Vostre più obbiettive critiche. Grazie LA CORTIGIANA NASCOSTA (Robert Melkidesek) PROLOGO All’inizio di questo mio scritto desidero fare una precisazione giacché ritengo che sia normale che delle ispirazioni ritenute da me importanti per altri non sia lo stesso. In questo senso il libro è di carattere personale. Questo mio libro vuole raccontare di una figura femminile che per il suo modo di agire l’ho definita “La Cortigiana Nascosta”. Fino al 1920 esisteva la Cortigiana storica. Personaggio femminile della Società dell’Epoca che era dedito al peccato molto remunerato, ossia divoratrice d’ingenti patrimoni. Il culmine di questo potere carnale femminile, coincise con i 18 anni di dorata volgarità e la diffusa corruzione della Francia del Secondo Impero. Se in qualche modo l’aria della Terza Repubblica Italiana richiama quella del Secondo Impero Francese, mi domando come mai le star di allora, paiono oggi, non avere moderne eredi? Sono state forse sostituite da donne meno preziose e certamente meno costose? Coloro che oggi sono a disposizione penso che siano troppe per diventare celebrità del ramo e ottenere quotazioni esagerate come quelle delle loro antenate. Tra loro si cela la Cortigiana Nascosta la cui nicchia, dove svolge la sua funzione è di un normale rapporto di coppia quale può essere il matrimonio, la convivenza, che la differenzia dalla “normale” Cortigiana poiché usa la propria femminilità in modo ambiguo, ingannatore. Apparentemente appare come la più meravigliosa delle creature femminili esistenti su questo globo e tale rimangono fino a quando riesce ad ottenere dal proprio partner di vita ciò che meglio la soddisfa nelle sue esigenze che mirano a uno status economico/sociale superiore alle sue possibilità. Queste esigenze nascono dal fatto che vive, psicologicamente, in un mondo che non c’è, è alla ricerca spasmodica dell’isola felice, il suo mondo è surreale e non ha il carattere di conquistarsi ciò che vuole e soprattutto di beneficiare di quello che ha. In cambio ti offre un amore e servigi romantico/sessuale, arte sublime che ha imparato fin da ragazza … se la accontenti, ti fa sballare, in caso contrario dieta ferrea. Tutta questa illusione dura fino a quando il compagno di turno è in grado di mantenerla, ma quando capisce che gli ha spremuto tutto quello che poteva dargli, allora, dopo che la sera ha fatto l’amore con lui in modo appassionato, la mattina del giorno dopo è capace di dirgli che se ne deve andarsene oppure se ne allontana lei perché, di fatto, ha già trovato da qualche tempo chi lo può sostituire. Oggi, e parlo in generale, non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto del proprio lavoro. Un grande sociologo spiega come i legami siano stati sostituiti dalle "connessioni". E aggiunge: "Ogni relazione rimane unica, non si può imparare a voler bene". Disconnettersi è solo un gioco. Farsi un amico o un’amica offline richiede impegno. Qui entrano in gioco le emozioni e i sentimenti. Ho imparato che le emozioni sono un insieme di cambiamenti nello stato corporeo indotti dal cervello, e sono la risposta delle riflessioni agli eventi che accadono nell’ambiente dell’individuo. Invece, i sentimenti indicano l’esperienza privata che ogni individuo ha nel momento in cui sperimenta un’emozione. In inglese il termine “feeling” rende meglio l’idea di “sentire l’emozione”. Amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Già … Un tempo, qualche generazione fa, non solo era possibile, ma era la norma. Oggi, invece, è diventato una rarità, una scelta invidiabile o “folle”, secondo i punti di vista. Oggi siamo esposti a mille tentazioni e rimanere fedeli certo non è più scontato, ma diventa una maniera per sottrarre almeno i sentimenti al dissipamento rapido del consumo. Lo chiamo amore liquido (titolo di un noto libro uscito nel 2003) che nasce dalla nostra lacerazione, tra la voglia di provare nuove emozioni e il bisogno di un amore autentico. Allora, mi domando cosa è che ci spinge a cercare sempre nuove storie? Credo che sia il bisogno di amare ed essere amati, in una continua ricerca di appagamento, senza essere mai sicuri di essere stati soddisfatti abbastanza. L’amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura di un legame. Allora siamo dei condannati? Penso di no perché ritengo che nessuno sia condannato. Di fronte a diverse possibilità sta a noi scegliere. Alcune scelte sono più facili altre più rischiose. Quelle apparentemente meno impegnative sono più semplici rispetto a quelle che richiedono sforzo e sacrificio. L’amore non è un oggetto preconfezionato e pronto all’uso. È affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato, ri-creato, e resuscitato ogni giorno. Credetemi l’amore ripaga quest’attenzione meravigliosamente. A volte le persone vivono diverse relazioni nell’arco della propria vita; forse perché si sentono più liberi o solo più impauriti? Libertà e sicurezza sono valori entrambi necessari, ma sono in conflitto tra loro. Il prezzo da pagare per una maggiore sicurezza è una minore libertà e il prezzo di una maggiore libertà è una minore sicurezza. La maggior parte delle persone cerca di trovare un equilibrio, di solito, invano. Poi, la prospettiva dell'invecchiare è ormai fuori moda, identificata con una diminuzione delle possibilità di scelta e con l'assenza di "novità". Quella "novità" che in una società di consumatori è stata elevata al più alto grado della gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità. Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall'infanzia siamo stati abituati a rincorrere oggetti "usa e getta", da rimpiazzare velocemente. Oggi, infatti, non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro scrupoloso. Il mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato di amore, l'opportunità di enormi profitti; per questo ci alletta con la promessa di poter avere tutto senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento. L'amore, al contrario, richiede tempo ed energia. Oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare l'altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è diventato superfluo; comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e attenzione. Possiamo comprare tutto, non l'amore. Non troveremo l'amore in un negozio. L'amore è una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore il giorno e sette giorni alla settimana. Forse accumuliamo relazioni per evitare i rischi dell'amore, come se la "quantità" ci rendesse immuni dell’esclusiva dolorosa dei rapporti. Penso che sia così. Quando ciò che ci circonda diventa incerto, l'illusione di avere tante "seconde scelte", che ci ricompensino dalla sofferenza, della precarietà, è invitante. Muoversi da un luogo all'altro (più promettente perché non ancora sperimentato) sembra più facile e allettante che impegnarsi in un lungo sforzo di riparazione alle imperfezioni della dimora attuale, per trasformarla in una vera e propria casa e non solo in un posto in cui vivere. "L'amore esclusivo" non è quasi mai esente da dolori e problemi - ma la gioia è nello sforzo comune per superarli. Allora mi domando ancora: in questo mondo pieno di tentazioni possiamo resistere? Beh! È richiesta una volontà molto forte per resistere. Emmanuel Lévinas ha parlato della "tentazione della tentazione". È lo stato “nell'essere tentati" ciò che in realtà desideriamo, non l'oggetto che la tentazione promette di consegnarci. Desideriamo quello stato, perché è un'apertura nella routine. Nel momento in cui siamo tentati, ci sembra di essere liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma non abbiamo ancora ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto il punto di non ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà svanisce ed è sostituita da una nuova routine. La tentazione è un'imboscata nella quale protendiamo a cadere, gioiosamente e volontariamente. Reputo che molto di tutto ciò sia dovuto alla Società totalitaristica in cui oggi viviamo che tenta, con tutti i suoi mezzi, di svalutare e degradare la persona umana a vantaggio di falsi idoli con la conseguenza di incidere suoi rapporti umani che sono il punto fondamentale della medesima; più alto è il valore della persona più alta è il valore della Società in cui si vive. Nessun progresso tecnologico riuscirà a sanare tale degrado se non la ricerca della propria libertà spirituale che rifiuta ogni condizionamento materiale e ciò si può ottenere raggiungendo la solitudine interiore. Il Vangelo è la bussola che ci guida a ottenere tutto questo … lo scrittore Eugenio Borgna scrive “La solitudine come il silenzio è esperienza interiore che ci aiuta a vivere meglio la nostra vita di ogni giorno; facendoci distinguere le cose essenziali della vita da quelle che non lo sono, e che non di rado sopravvalutiamo nei loro significati”. Buongiorno, di primavere sulle spalle ne ho diverse e ho deciso di dedicarmi alla letteratura scrivendo un racconto che pongo alla Vostra attenzione. Inizio con il prologo aprendo la discussione sull’argomento che intendo trattare sperando nelle Vostre più obbiettive critiche. Grazie

LA CORTIGIANA NASCOSTA
(Robert Melkidesek)

PROLOGO

All’inizio di questo mio scritto desidero fare una precisazione giacché ritengo che sia normale che delle ispirazioni ritenute da me importanti per altri non sia lo stesso. In questo senso il libro è di carattere personale.
Questo mio libro vuole raccontare di una figura femminile che per il suo modo di agire l’ho definita “La Cortigiana Nascosta”.
Fino al 1920 esisteva la Cortigiana storica. Personaggio femminile della Società dell’Epoca che era dedito al peccato molto remunerato, ossia divoratrice d’ingenti patrimoni.
Il culmine di questo potere carnale femminile, coincise con i 18 anni di dorata volgarità e la diffusa corruzione della Francia del Secondo Impero.
Se in qualche modo l’aria della Terza Repubblica Italiana richiama quella del Secondo Impero Francese, mi domando come mai le star di allora, paiono oggi, non avere moderne eredi? Sono state forse sostituite da donne meno preziose e certamente meno costose?
Coloro che oggi sono a disposizione penso che siano troppe per diventare celebrità del ramo e ottenere quotazioni esagerate come quelle delle loro antenate.
Tra loro si cela la Cortigiana Nascosta la cui nicchia, dove svolge la sua funzione è di un normale rapporto di coppia quale può essere il matrimonio, la convivenza, che la differenzia dalla “normale” Cortigiana poiché usa la propria femminilità in modo ambiguo, ingannatore.
Apparentemente appare come la più meravigliosa delle creature femminili esistenti su questo globo e tale rimangono fino a quando riesce ad ottenere dal proprio partner di vita ciò che meglio la soddisfa nelle sue esigenze che mirano a uno status economico/sociale superiore alle sue possibilità.
Queste esigenze nascono dal fatto che vive, psicologicamente, in un mondo che non c’è, è alla ricerca spasmodica dell’isola felice, il suo mondo è surreale e non ha il carattere di conquistarsi ciò che vuole e soprattutto di beneficiare di quello che ha.
In cambio ti offre un amore e servigi romantico/sessuale, arte sublime che ha imparato fin da ragazza … se la accontenti, ti fa sballare, in caso contrario dieta ferrea.
Tutta questa illusione dura fino a quando il compagno di turno è in grado di mantenerla, ma quando capisce che gli ha spremuto tutto quello che poteva dargli, allora, dopo che la sera ha fatto l’amore con lui in modo appassionato, la mattina del giorno dopo è capace di dirgli che se ne deve andarsene oppure se ne allontana lei perché, di fatto, ha già trovato da qualche tempo chi lo può sostituire.
Oggi, e parlo in generale, non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto del proprio lavoro. Un grande sociologo spiega come i legami siano stati sostituiti dalle “connessioni”. E aggiunge: “Ogni relazione rimane unica, non si può imparare a voler bene”. Disconnettersi è solo un gioco. Farsi un amico o un’amica offline richiede impegno.
Qui entrano in gioco le emozioni e i sentimenti. Ho imparato che le emozioni sono un insieme di cambiamenti nello stato corporeo indotti dal cervello, e sono la risposta delle riflessioni agli eventi che accadono nell’ambiente dell’individuo. Invece, i sentimenti indicano l’esperienza privata che ogni individuo ha nel momento in cui sperimenta un’emozione. In inglese il termine “feeling” rende meglio l’idea di “sentire l’emozione”.
Amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Già … Un tempo, qualche generazione fa, non solo era possibile, ma era la norma. Oggi, invece, è diventato una rarità, una scelta invidiabile o “folle”, secondo i punti di vista.
Oggi siamo esposti a mille tentazioni e rimanere fedeli certo non è più scontato, ma diventa una maniera per sottrarre almeno i sentimenti al dissipamento rapido del consumo. Lo chiamo amore liquido (titolo di un noto libro uscito nel 2003) che nasce dalla nostra lacerazione, tra la voglia di provare nuove emozioni e il bisogno di un amore autentico. Allora, mi domando cosa è che ci spinge a cercare sempre nuove storie? Credo che sia il bisogno di amare ed essere amati, in una continua ricerca di appagamento, senza essere mai sicuri di essere stati soddisfatti abbastanza. L’amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura di un legame.
Allora siamo dei condannati? Penso di no perché ritengo che nessuno sia condannato. Di fronte a diverse possibilità sta a noi scegliere. Alcune scelte sono più facili altre più rischiose. Quelle apparentemente meno impegnative sono più semplici rispetto a quelle che richiedono sforzo e sacrificio. L’amore non è un oggetto preconfezionato e pronto all’uso. È affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato, ri-creato, e resuscitato ogni giorno. Credetemi l’amore ripaga quest’attenzione meravigliosamente.
A volte le persone vivono diverse relazioni nell’arco della propria vita; forse perché si sentono più liberi o solo più impauriti?
Libertà e sicurezza sono valori entrambi necessari, ma sono in conflitto tra loro. Il prezzo da pagare per una maggiore sicurezza è una minore libertà e il prezzo di una maggiore libertà è una minore sicurezza.
La maggior parte delle persone cerca di trovare un equilibrio, di solito, invano.
Poi, la prospettiva dell’invecchiare è ormai fuori moda, identificata con una diminuzione delle possibilità di scelta e con l’assenza di “novità”. Quella “novità” che in una società di consumatori è stata elevata al più alto grado della gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità. Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall’infanzia siamo stati abituati a rincorrere oggetti “usa e getta”, da rimpiazzare velocemente.
Oggi, infatti, non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro scrupoloso.
Il mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato di amore, l’opportunità di enormi profitti; per questo ci alletta con la promessa di poter avere tutto senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento. L’amore, al contrario, richiede tempo ed energia.
Oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare l’altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è diventato superfluo; comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e attenzione. Possiamo comprare tutto, non l’amore. Non troveremo l’amore in un negozio. L’amore è una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore il giorno e sette giorni alla settimana.
Forse accumuliamo relazioni per evitare i rischi dell’amore, come se la “quantità” ci rendesse immuni dell’esclusiva dolorosa dei rapporti.
Penso che sia così. Quando ciò che ci circonda diventa incerto, l’illusione di avere tante “seconde scelte”, che ci ricompensino dalla sofferenza, della precarietà, è invitante. Muoversi da un luogo all’altro (più promettente perché non ancora sperimentato) sembra più facile e allettante che impegnarsi in un lungo sforzo di riparazione alle imperfezioni della dimora attuale, per trasformarla in una vera e propria casa e non solo in un posto in cui vivere. “L’amore esclusivo” non è quasi mai esente da dolori e problemi – ma la gioia è nello sforzo comune per superarli.
Allora mi domando ancora: in questo mondo pieno di tentazioni possiamo resistere?
Beh! È richiesta una volontà molto forte per resistere. Emmanuel Lévinas ha parlato della “tentazione della tentazione”. È lo stato “nell’essere tentati” ciò che in realtà desideriamo, non l’oggetto che la tentazione promette di consegnarci. Desideriamo quello stato, perché è un’apertura nella routine. Nel momento in cui siamo tentati, ci sembra di essere liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma non abbiamo ancora ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto il punto di non ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà svanisce ed è sostituita da una nuova routine. La tentazione è un’imboscata nella quale protendiamo a cadere, gioiosamente e volontariamente.
Reputo che molto di tutto ciò sia dovuto alla Società totalitaristica in cui oggi viviamo che tenta, con tutti i suoi mezzi, di svalutare e degradare la persona umana a vantaggio di falsi idoli con la conseguenza di incidere suoi rapporti umani che sono il punto fondamentale della medesima; più alto è il valore della persona più alta è il valore della Società in cui si vive.
Nessun progresso tecnologico riuscirà a sanare tale degrado se non la ricerca della propria libertà spirituale che rifiuta ogni condizionamento materiale e ciò si può ottenere raggiungendo la solitudine interiore.
Il Vangelo è la bussola che ci guida a ottenere tutto questo … lo scrittore Eugenio Borgna scrive “La solitudine come il silenzio è esperienza interiore che ci aiuta a vivere meglio la nostra vita di ogni giorno; facendoci distinguere le cose essenziali della vita da quelle che non lo sono, e che non di rado sopravvalutiamo nei loro significati”.

]]>
Di: IL SILENZIOSO CADERE DELLE FOGLIE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1274812 IL SILENZIOSO CADERE DELLE FOGLIE Sun, 12 Jun 2016 08:35:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1274812 Questo il link al sito: https://www.amazon.it/dp/B01GQBSJWM Questo il link al sito: https://www.amazon.it/dp/B01GQBSJWM

]]>
Di: IL SILENZIOSO CADERE DELLE FOGLIE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1274811 IL SILENZIOSO CADERE DELLE FOGLIE Sun, 12 Jun 2016 08:33:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1274811 Salve a tutti, colgo l'occasione, e lo spazio, per segnalare la pubblicazione di un mio libro: "IL SILENZIOSO CADERE DELLE FOGLIE", una storia drammatica che presenta diversi punti di riflessione sulla natura umana e le sue origini. Il libro può essere gratuitamente scaricabile da amazon, la promozione è valida fino a mercoledì 16 giugno 2016. grazie per lo spazio offerto! Alessandro Baradel Salve a tutti, colgo l’occasione, e lo spazio, per segnalare la pubblicazione di un mio libro: “IL SILENZIOSO CADERE DELLE FOGLIE”, una storia drammatica che presenta diversi punti di riflessione sulla natura umana e le sue origini.
Il libro può essere gratuitamente scaricabile da amazon, la promozione è valida fino a mercoledì 16 giugno 2016.

grazie per lo spazio offerto!
Alessandro Baradel

]]>
Di: Daniela http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1252614 Daniela Tue, 01 Dec 2015 20:17:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1252614 Buonasera, ho aperto da circa un mese un blog letterario, concepito come raccolta di mie poesie inedite, raccolta di poesie dei grandi maestri della letteratura, e articoli sulla scrittura creativa. Se voleste dare un'occhiata, posto di seguito il link: https://danieladelcore.wordpress.com/ Approfitto per lasciare qui una poesia di saluto: Quasi non mi muovo. Sono una persona a chilometro zero, quasi non mi muovo vivo ancorata al pavimento, quando mi hanno licenziata ho finto la giusta tristezza, ignorano gli altri chi sono gli altri da noi? che mi aggiro in casa contenta, attendendo lo strabordio del caffè che ribolle mentre sul vetro batte una pioggia fine e bianca fatta di nebbia o forse è ovatta, mi piace star ferma ancorata e dalla finestra fuori osservo la gente cosa resta della gente se ne siamo esclusi, come sbattuti? si muove l'economia verso vette più alte, tutto si muove mentre fletto le gambe afferro le mattonelle sconnesse trovo appigli nuovi, raggomitolo a terra perché anche la terra sento che muove vola assieme alle nuvole lanciata dentro al Sistema verso altre galassie, e lo spazio tutto si muove dentro qualcosa o forse è sospeso nel vuoto, tutto fila via e scivola verso un buco nero un portale parallelo, e tutti paiono allegri tutti saltano e corrono, conigli che lavorano, e non si accorgono che il tempo se li porta se li porta via, le mie lancette portate all'indietro ogni giorno arretro di un'ora per sfuggire alla corsa folle di un intero universo. Daniela Del Core Buonasera,
ho aperto da circa un mese un blog letterario, concepito come raccolta di mie poesie inedite, raccolta di poesie dei grandi maestri della letteratura, e articoli sulla scrittura creativa. Se voleste dare un’occhiata, posto di seguito il link: https://danieladelcore.wordpress.com/

Approfitto per lasciare qui una poesia di saluto:

Quasi non mi muovo.

Sono una persona a chilometro zero,
quasi non mi muovo
vivo ancorata al pavimento,
quando mi hanno licenziata
ho finto la giusta tristezza,
ignorano gli altri
chi sono gli altri da noi?
che mi aggiro in casa contenta,
attendendo lo strabordio del caffè che ribolle
mentre sul vetro batte una pioggia
fine e bianca fatta di nebbia o forse è ovatta,
mi piace star ferma ancorata
e dalla finestra fuori osservo la gente
cosa resta della gente se ne
siamo esclusi, come sbattuti?
si muove l’economia verso vette più alte,
tutto si muove mentre fletto le gambe
afferro le mattonelle sconnesse
trovo appigli nuovi, raggomitolo a terra
perché anche la terra sento che muove
vola assieme alle nuvole
lanciata dentro al Sistema
verso altre galassie,
e lo spazio tutto si muove dentro qualcosa
o forse è sospeso nel vuoto,
tutto fila via e scivola verso un buco nero
un portale parallelo,
e tutti paiono allegri
tutti saltano e corrono, conigli che lavorano,
e non si accorgono che il tempo se li porta
se li porta via,
le mie lancette portate all’indietro
ogni giorno arretro di un’ora per
sfuggire alla corsa folle di un intero universo.
Daniela Del Core

]]>
Di: Pasquale http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1234553 Pasquale Thu, 02 Jul 2015 19:03:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1234553 Ciao a tutti! Vorrei proporre in questo iperspazio creativo i miei componimenti che, a cadenza settimanale, pubblico sul mio blog, intitolato "Se le poesie potessero parlare". Si tratta di brevi racconti costruiti a partire dalle poesie più famose della letterature. Spero possano piacervi! Grazie :-) Ciao a tutti! Vorrei proporre in questo iperspazio creativo i miei componimenti che, a cadenza settimanale, pubblico sul mio blog, intitolato “Se le poesie potessero parlare”. Si tratta di brevi racconti costruiti a partire dalle poesie più famose della letterature. Spero possano piacervi! Grazie :-)

]]>
Di: Eleonora http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1230002 Eleonora Tue, 26 May 2015 16:27:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1230002 Siamo un'associazione italo-belga con sede a Bologna e, in occasione del bicentenario della battaglia di Waterloo e di Mons, capitale europea della cultura nel 2015, abbiamo indetto un concorso di scrittura intitolato "Mons-Waterloo 2015" In palio un viaggio in Belgio andata e ritorno + 4 notti di pernottamento. Vieni a scoprire di più su http://www.bolognabruxelles.it/index.php?option=com_content&view=article&id=49&Itemid=56&lang=it Siamo un’associazione italo-belga con sede a Bologna e, in occasione del bicentenario della battaglia di Waterloo e di Mons, capitale europea della cultura nel 2015, abbiamo indetto un concorso di scrittura intitolato “Mons-Waterloo 2015″
In palio un viaggio in Belgio andata e ritorno + 4 notti di pernottamento.
Vieni a scoprire di più su http://www.bolognabruxelles.it/index.php?option=com_content&view=article&id=49&Itemid=56&lang=it

]]>
Di: cochina http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1191422 cochina Sat, 17 Jan 2015 18:09:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1191422 con grande piacere annuncio l'uscita dell'ennesimo... se a qualcuno capitasse tra le mani mi piacerebbe conoscere l'esito della lettura. http://www.ibs.it/code/9788897601616/pierangelini-cinzia/ventuno-racconti.html con grande piacere annuncio l’uscita dell’ennesimo… se a qualcuno capitasse tra le mani mi piacerebbe conoscere l’esito della lettura.
http://www.ibs.it/code/9788897601616/pierangelini-cinzia/ventuno-racconti.html

]]>
Di: vincenzo ercolino http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1130049 vincenzo ercolino Fri, 07 Nov 2014 16:49:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1130049 Forse sarò un pirimpallero qualunque, ma "Quando ti viene l'occasione di cosa tu desideri, pigliala senza perdere tempo; perché le cose del mondo si variano tanto spesso che non si può dire d'avere la cosa insino non l'hai in mano" (Guicciardini). Ed ecco che prendo a balzo l'iperspazio creativo che avete generosamente aperto presentando una mia opera. Dato che non posseggo un link né un blog, riporto di seguito alcune indicazioni essenziali. I dettagli l'ho inviati via email, in quanto non sono riuscito ad inserirli in questo spazio. LIBRO DI NARRATIVA EDITO "Se ti mandano a quel paese… vieni nel mio" Sono fili d’ironia tristemente allegri e allegramente tristi per punzecchiare un piccolo e singolare paese che molti guardano e pochi vedono di Vincenzo Ercolino COD ISBN: 978 88 7576 257 5. Betti Editrice, Siena – www.betti.it – tel. 0577289447 – 0577592442 Descrizione: Una serie di racconti conditi da dosi notevoli di fantasia, ma con agganci sempre presenti alla realtà di un paese che è un po’ l’emblema di tutti i paesi. Un territorio bello e affascinante, ma non c’è da attendersi che gli agganci siano tutto oro e miele: ci sono anche “punture”, spunti critici, idee, memorie e intuizioni per raccontare la storia di un piccolo e singolare paese, con passioni e vizi individuali e collettivi. Il tutto accompagnato da un ironico sorriso di fondo che canzona e, allo stesso tempo, ci aiuta a riflettere. Al libro è stato assegnato il Premio della critica della Seconda Edizione del Premio di Narrativa, Teatro e Poesia “Il buon Riso fa Buon sangue”. Con questa opera l’autore ha conquistato il posto da finalista al Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Viareggio Carnevale” 2013 e ha ricevuto la segnalazione particolare come libro edito al Concorso letterario internazionale “Premio Nobello Rosone” dell’Associazione Amici dell’Umbria – Agostino Pensa. Nel 2014 si è aggiudicato il Premio Ironia (Sez. D) Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana Grazie per l'attenzione. Forse sarò un pirimpallero qualunque, ma “Quando ti viene l’occasione di cosa tu desideri, pigliala senza perdere tempo; perché le cose del mondo si variano tanto spesso che non si può dire d’avere la cosa insino non l’hai in mano” (Guicciardini). Ed ecco che prendo a balzo l’iperspazio creativo che avete generosamente aperto presentando una mia opera. Dato che non posseggo un link né un blog, riporto di seguito alcune indicazioni essenziali.
I dettagli l’ho inviati via email, in quanto non sono riuscito ad inserirli in questo spazio.
LIBRO DI NARRATIVA EDITO
“Se ti mandano a quel paese… vieni nel mio”
Sono fili d’ironia tristemente allegri e allegramente tristi per punzecchiare un piccolo e singolare paese che molti guardano e pochi vedono
di Vincenzo Ercolino
COD ISBN: 978 88 7576 257 5.
Betti Editrice, Siena – http://www.betti.it – tel. 0577289447 – 0577592442
Descrizione:
Una serie di racconti conditi da dosi notevoli di fantasia, ma con agganci sempre presenti alla realtà di un paese che è un po’ l’emblema di tutti i paesi. Un territorio bello e affascinante, ma non c’è da attendersi che gli agganci siano tutto oro e miele: ci sono anche “punture”, spunti critici, idee, memorie e intuizioni per raccontare la storia di un piccolo e singolare paese, con passioni e vizi individuali e collettivi. Il tutto accompagnato da un ironico sorriso di fondo che canzona e, allo stesso tempo, ci aiuta a riflettere.
Al libro è stato assegnato il Premio della critica della Seconda Edizione del Premio di Narrativa, Teatro e Poesia “Il buon Riso fa Buon sangue”. Con questa opera l’autore ha conquistato il posto da finalista al Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Viareggio Carnevale” 2013 e ha ricevuto la segnalazione particolare come libro edito al Concorso letterario internazionale “Premio Nobello Rosone” dell’Associazione Amici dell’Umbria – Agostino Pensa. Nel 2014 si è aggiudicato il Premio Ironia (Sez. D) Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana
Grazie per l’attenzione.

]]>
Di: GENTE CHE ASPETTA DI CHIARASTELLA GABBANELLI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1121915 GENTE CHE ASPETTA DI CHIARASTELLA GABBANELLI Fri, 31 Oct 2014 08:47:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1121915 A settembre 2014 è stato pubblicato "Gente che aspetta": si tratta di un romanzo il cui tema centrale è la ricerca dell'identità. La vita di quattro persone si snoda in epoche diverse: le esistenze dei quattro protagonisti sono apparentemente separate ma in fondo legate da un sottile filo conduttore: l'attesa. La riflessione sull'amore, sulla felicità, sul senso dell’esistenza permea la loro quotidianità nella stessa misura, e scandisce allo stesso modo le loro azioni. Gente che aspetta è soprattutto un romanzo che parla di rinascita: rinascita di quattro individui come persone e nei loro rapporti con gli altri, con i propri talenti, con la loro esistenza. Riporto un breve passaggio del romanzo, in cui viene descritto un episodio che si collega al percorso di rinascita di Irene, una delle protagoniste. "Irene uscì in giardino, per godere di quella solitudine, alzò lo sguardo e si lasciò andare al calore del sole che splendeva forte. Si sedette e prese a macinare il terreno con le dita, poi scavò una buca come fosse sabbia, infine si distese al sole, e chiuse gli occhi. L'esigenza di recuperare il contatto con una parte di sé che aveva dimenticato la spingeva a ricercare il sapore della terra e della musica. Con gli occhi chiusi non pensò. Si finse silenzio. Si finse immobilità. Si finse primo giorno di primavera. E tacque. Tacque fino a credere di svenire, fino a sentire di non essere più. Distese il suo corpo fino a renderlo elastico, aprì le braccia, distanziò le dita della mano le une dalle altre. Così facendo coprì per intero la sua ombra. Fu piena di sé stessa. Sospirò. Si nutrì di quel senso di libertà, si accolse. Riconobbe l'odore della terra, la sentì morbida al tatto. Si finse acqua capace di penetrare in fondo, si finse nutrimento, si finse odore di fertilità. Ebbe il tempo di percepire quel contatto, lo visse totalmente. Si unì alla terra. Fu nutrimento, fu fertilità, fu acqua capace di penetrare in fondo". Un percorso affascinante quello della pubblicazione, che sto vivendo in pieno: a breve le prime presentazioni! Per chi ha curiosità, allego i link alle pagine dedicate: http://gentecheaspetta.blogspot.it/ https://www.facebook.com/gentecheaspetta?ref=aymt_homepage_panel https://twitter.com/gentecheaspetta Per acquistare il romanzo: AMAZON http://www.amazon.it/Gente-che-aspetta-Chiarastella-Gabbanelli-ebook/dp/B00NAKG5V0/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1409819301&sr=8-1&keywords=gente+che+aspetta BOOKREPUBLIC http://www.bookrepublic.it/book/9786050320091-gente-che-aspetta/ ITUNES https://itunes.apple.com/it/book/gente-che-aspetta/id915624327?mt=11&ign-mpt=uo%3D4 A settembre 2014 è stato pubblicato “Gente che aspetta”: si tratta di un romanzo il cui tema centrale è la ricerca dell’identità.

La vita di quattro persone si snoda in epoche diverse: le esistenze dei quattro protagonisti sono apparentemente separate ma in fondo legate da un sottile filo conduttore: l’attesa. La riflessione sull’amore, sulla felicità, sul senso dell’esistenza permea la loro quotidianità nella stessa misura, e scandisce allo stesso modo le loro azioni.

Gente che aspetta è soprattutto un romanzo che parla di rinascita: rinascita di quattro individui come persone e nei loro rapporti con gli altri, con i propri talenti, con la loro esistenza.

Riporto un breve passaggio del romanzo, in cui viene descritto un episodio che si collega al percorso di rinascita di Irene, una delle protagoniste.

“Irene uscì in giardino, per godere di quella solitudine, alzò lo sguardo e si lasciò andare al calore del sole che splendeva forte. Si sedette e prese a macinare il terreno con le dita, poi scavò una buca come fosse sabbia, infine si distese al sole, e chiuse gli occhi. L’esigenza di recuperare il contatto con una parte di sé che aveva dimenticato la spingeva a ricercare il sapore della terra e della musica.
Con gli occhi chiusi non pensò. Si finse silenzio. Si finse immobilità. Si finse primo giorno di primavera. E tacque. Tacque fino a credere di svenire, fino a sentire di non essere più. Distese il suo corpo fino a renderlo elastico, aprì le braccia, distanziò le dita della mano le une dalle altre. Così facendo coprì per intero la sua ombra. Fu piena di sé stessa. Sospirò. Si nutrì di quel senso di libertà, si accolse. Riconobbe l’odore della terra, la sentì morbida al tatto. Si finse acqua capace di penetrare in fondo, si finse nutrimento, si finse odore di fertilità. Ebbe il tempo di percepire quel contatto, lo visse totalmente.
Si unì alla terra. Fu nutrimento, fu fertilità, fu acqua capace di penetrare in fondo”.

Un percorso affascinante quello della pubblicazione, che sto vivendo in pieno: a breve le prime presentazioni!

Per chi ha curiosità, allego i link alle pagine dedicate:

http://gentecheaspetta.blogspot.it/
https://www.facebook.com/gentecheaspetta?ref=aymt_homepage_panel
https://twitter.com/gentecheaspetta

Per acquistare il romanzo:

AMAZON
http://www.amazon.it/Gente-che-aspetta-Chiarastella-Gabbanelli-ebook/dp/B00NAKG5V0/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1409819301&sr=8-1&keywords=gente+che+aspetta

BOOKREPUBLIC
http://www.bookrepublic.it/book/9786050320091-gente-che-aspetta/

ITUNES
https://itunes.apple.com/it/book/gente-che-aspetta/id915624327?mt=11&ign-mpt=uo%3D4

]]>
Di: Vale http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1062281 Vale Mon, 19 May 2014 13:45:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1062281 @ Bruno Formosa Bel racconto!!! Bravo. Ciao. @ Bruno Formosa
Bel racconto!!!
Bravo.
Ciao.

]]>
Di: Bruno Formosa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1062148 Bruno Formosa Mon, 19 May 2014 09:55:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1062148 Noi, qui, ci guardiamo in faccia. Non so neanche perché, ma ci guardiamo in faccia. Forse per abitudine, forse perché siamo sempre alla ricerca di una persona amica, forse perché semplicemente siamo degli impiccioni e cerchiamo lo sguardo degli altri per carpirne i segreti. Fatto sta che noi, qui, ci guardiamo in faccia. Altrove no. A Milano, ad esempio, la gente non si guarda. A Milano ti passano vicino, ti sfiorano, si accorgono che esisti solo se li urti. Allora si, che ti guardano in faccia, ma sarebbe meglio non riceverlo quello sguardo. Da noi, invece, ci guardiamo anche se non ci tocchiamo. Per strada ci guardiamo in faccia incrociandoci. Ci guardiamo in faccia anche indoor, se è per questo. Il tabaccaio che ho di fronte, ad esempio, mi guarda in faccia. Non guarda la pistola che gli punto contro, mi guarda in faccia. A Roma, invece, non ti guardano in faccia neanche se li urti. Bofonchiano qualcosa al tuo indirizzo, semmai, ma senza guardarti in faccia. A Roma evitano di guardarti in faccia anche se chiedi a qualcuno di indicarti una strada. A Roma mal tollerano di essere fermati per indicare una strada, ma se proprio devono fermarsi per indicartela, lo fanno senza guardarti in faccia. Il tabaccaio, invece, mi guarda in faccia mentre gli chiedo di consegnarmi l’incasso. Gli agito la pistola sotto il naso, ma lui non guarda la pistola. Mi guarda in faccia con lo sguardo terrorizzato. Mi hanno detto che devo stare attento ai tabaccai terrorizzati. I tabaccai terrorizzati, sull’onda della loro paura incontrollata, possono commettere sciocchezze, come quella di tirare fuori un’arma. Ma finché il tabaccaio mi guarda in faccia posso stare tranquillo. Posso stare tranquillo. Se continua a guardarmi in faccia non si accorge che la pistola è finta. Posso stare tranquillo. A Ferrara, tanto per dire, c’è chi ti guarda in faccia e chi non lo fa. Ferrara è bellissima, piena di biciclette. Sarà per via della dimensione umana che permea quella città che molti ti guardano in faccia. Noi, qui, invece, ci guardiamo in faccia tutti. Ma non si può certo dire che da noi esista la dimensione umana, prede come siamo delle automobili e del caos. Silvia non mi guardava in faccia mentre mi diceva che dovevamo prenderci un periodo di pausa. Per pensare, per riflettere, diceva lei. Io cercavo il suo sguardo, volevo i suoi occhi. Mi piaceva quando mi guardava in faccia, Silvia. Mi piaceva. I suoi occhi avevano la luce della sabbia divorata dal sole di mezzogiorno. Le sopracciglia avevano il soave compito di contenere il suo sguardo debordante che amavo come poche cose al mondo, il mio scoglio dell’Asparano, la voce di Antony Hegarty e il gusto Sapori di Sicilia della gelateria Vogliamatta. Ma prima di tutto c’era lo sguardo di Silvia. Lo sguardo di Silvia. Una delle mani del tabaccaio è scivolata sotto il bancone. Non è quello che gli ho ordinato. Dovrò urlargli di tirare su la mano e di muoversi solo se glielo dirò io. A Vipiteno, cosa curiosa, ti guardano in faccia soltanto finché non ti sentono parlare. L’albergatrice stava lì a guardarmi in faccia, rivolgendomi uno dei suoi sorrisi d’ordinanza. Le bastò udire la mia voce perché il suo sorriso si spegnesse. D’improvviso smise di guardarmi in faccia. Per via dell’accento, disse Silvia. Non aveva più stanze libere. Me lo disse senza guardarmi in faccia, perché è scomodo guardare in faccia qualcuno se gli hai appena dato le spalle. Il tabaccaio fa quello che non mi aspetto. Non solo non prende i soldi, non solo non tiene tutt’e due le mani in vista, ma all’improvviso smette di guardarmi in faccia perché sparisce con tutto il suo sguardo dietro il bancone che ci separa. Che faccio? Che faccio? Non so che fare. Non so che fare. A Budapest ti guardano in faccia solo se indossi qualcosa di originale. Un pantalone a righe rosse e verdi, una maglietta con su scritto BushFuckYou, una coppola marrone. Allora ti guardano in faccia e ti sorridono. A Lisbona, invece, ti riconoscono subito perché sei proprio vestito da turista. Ti riconoscono da lontano e, semplicemente, non ti guardano in faccia, a meno che tu non gli chieda qualcosa, qualunque cosa. Anche in italiano. Fanno di tutto per comprendere ciò che dici, al contrario di Londra. E mentre gli chiedi ciò che hai da chiedergli, ti guardano in faccia con due occhi disponibili dai quali fai fatica a distaccarti. Noi, qui, ci guardiamo in faccia - si - ma facciamo in modo di non produrre alcuna espressione del viso. Il sottile gioco “io ti guardo per vedere se mi guardi – allora se mi guardi forse mi conosci – allora se mi conosci e io non mi ricordo di te, aspetto che tu eventualmente mi saluti prima di distogliere lo sguardo – se non mi saluti è perché ti aspetti che sia io a salutarti per primo – oppure non ci conosciamo – allora se non ci conosciamo chissà che sguardo ti avrò rivolto – avrai pensato che sono interessato a te (oppure avrai pensato che mi piacciono gli uomini) – oppure volevi vedere se il mio sguardo era malinconico, felice, sereno, distaccato, infuriato, depresso, sognante – e io volevo vedere se il tuo sguardo era disteso, nervoso, sfuggente, accattivante, antipatico” è frutto d’una esperienza quotidiana e d’una predisposizione genetica infallibile. Gli grido con quanto fiato ho in gola che l’ammazzo se non torna in piedi. Non torna in piedi. Ho soltanto due possibilità. Scappo fuori dalla tabaccheria e rinuncio all’incasso (che deve essere sostanzioso vista la reazione del tabaccaio) oppure faccio un paio di passi in avanti e allungo lo sguardo dietro il bancone. D’improvviso sento alle mie spalle lo scampanellio della porta d’ingresso. Mi volto e mi ritrovo davanti due ragazzini che mi guardano dritto in faccia. Gli grido di mettersi davanti a me. Loro obbediscono. A Bratislava gli uomini non ti guardano mai in faccia. Se le ragazze lo fanno è per una specie di accordo non scritto. Lo sguardo è un codice, un linguaggio. Danno per scontato che tu voglia prenderti cura di loro per tutta la vacanza, tu dai per scontato che loro vogliano prendersi cura di te per tutta la vacanza, e alla fine sentirai l’ingombrante desiderio di consegnare qualche banconota da 100 euro come prova tangibile della tua riconoscenza. Un mercimonio, anche se l’ipocrisia occidentale si guarda bene dal chiamarlo così. Loro sono fatte in questo modo, a loro piace l’uomo italiano, hanno sempre voglia di scopare. E perché tutto ciò accada, basta guardare quelle ragazze negli occhi, ma mentre lo fai scorgi la loro disperazione, non certo il loro desiderio. La ragazza della fontana, a Budapest, mi guardava in faccia mentre era distesa in costume a prendere il sole. Era molto carina. Accompagnava il suo sguardo impertinente al dondolio dell’infradito che penzolava dall’alluce. I due ragazzini mi guardano supplicanti in faccia chiedendomi di lasciarli andare. La ragazza della fontana dondolava la gamba piegata verso l’esterno, cercando di spingere i tasti della mia mascolinità. Quando sulla panchina tornò a sedersi Silvia che, manco a dirlo, si accorse da lontano della sottile provocazione sessuale alla quale ero sottoposto, la ragazza della fontana si limitò ad operare una semplice riduzione dell’intensità dello sguardo. Silvia marcò il territorio con un lungo bacio. La ragazza della fontana batté ritirata dandosi contemporaneamente alla ricerca di un’altra preda da 100 euro. Grido all’indirizzo dei ragazzi e costringo il maschio della coppia ad alzarsi e a spingere lo sguardo oltre il bancone. Lei mi supplica di lasciarlo in pace. La sua espressione è una miscela di odio feroce e pietà. Le grido di stare zitta, faccia di merda! Lei mi urla che la faccia di merda sono io. Allora dirigo la pistola verso di lei. Adesso voglio proprio vedere che fa. A Capo Verde è tutta un’altra cosa. Il vento continuo di quelle terre, i profumi misteriosi, i deserti di roccia e sabbia. Mentre discuto animatamente con la ragazza, avverto simultaneamente un rumore sordo e un dolore liquido. Cado per terra. Il tabaccaio si è alzato e adesso mi guarda in faccia imbracciando un fucile. Me l’avevano detto di stare attento ai tabaccai terrorizzati. A Capo Verde ti guardano in faccia perché è il loro modo d’intendere la vita. In Kenia i più giovani lo fanno perché si aspettano qualche spicciolo, una maglietta, i tuoi sandali. A Capo Verde ti guardano in faccia perché ti amano realmente. A Capo Verde amano la vita, amano la luce, amano gli stranieri nonostante ciò che gli stranieri stanno facendo alla loro terra. Adesso che sono disteso, li vedo tutti attorno a me, il tabaccaio, i due ragazzini, anche altra gente che nel frattempo è entrata. Qualcuno abbassa le luci e faccio fatica a vedere se mi stanno ancora guardando in faccia, ma certamente sarà così. Noi, qui, ci guardiamo in faccia.
Non so neanche perché, ma ci guardiamo in faccia. Forse per abitudine, forse perché siamo sempre alla ricerca di una persona amica, forse perché semplicemente siamo degli impiccioni e cerchiamo lo sguardo degli altri per carpirne i segreti. Fatto sta che noi, qui, ci guardiamo in faccia. Altrove no. A Milano, ad esempio, la gente non si guarda. A Milano ti passano vicino, ti sfiorano, si accorgono che esisti solo se li urti. Allora si, che ti guardano in faccia, ma sarebbe meglio non riceverlo quello sguardo. Da noi, invece, ci guardiamo anche se non ci tocchiamo. Per strada ci guardiamo in faccia incrociandoci. Ci guardiamo in faccia anche indoor, se è per questo. Il tabaccaio che ho di fronte, ad esempio, mi guarda in faccia. Non guarda la pistola che gli punto contro, mi guarda in faccia.
A Roma, invece, non ti guardano in faccia neanche se li urti. Bofonchiano qualcosa al tuo indirizzo, semmai, ma senza guardarti in faccia. A Roma evitano di guardarti in faccia anche se chiedi a qualcuno di indicarti una strada. A Roma mal tollerano di essere fermati per indicare una strada, ma se proprio devono fermarsi per indicartela, lo fanno senza guardarti in faccia.
Il tabaccaio, invece, mi guarda in faccia mentre gli chiedo di consegnarmi l’incasso. Gli agito la pistola sotto il naso, ma lui non guarda la pistola. Mi guarda in faccia con lo sguardo terrorizzato. Mi hanno detto che devo stare attento ai tabaccai terrorizzati. I tabaccai terrorizzati, sull’onda della loro paura incontrollata, possono commettere sciocchezze, come quella di tirare fuori un’arma. Ma finché il tabaccaio mi guarda in faccia posso stare tranquillo. Posso stare tranquillo. Se continua a guardarmi in faccia non si accorge che la pistola è finta. Posso stare tranquillo.
A Ferrara, tanto per dire, c’è chi ti guarda in faccia e chi non lo fa. Ferrara è bellissima, piena di biciclette. Sarà per via della dimensione umana che permea quella città che molti ti guardano in faccia. Noi, qui, invece, ci guardiamo in faccia tutti. Ma non si può certo dire che da noi esista la dimensione umana, prede come siamo delle automobili e del caos.
Silvia non mi guardava in faccia mentre mi diceva che dovevamo prenderci un periodo di pausa. Per pensare, per riflettere, diceva lei. Io cercavo il suo sguardo, volevo i suoi occhi. Mi piaceva quando mi guardava in faccia, Silvia. Mi piaceva. I suoi occhi avevano la luce della sabbia divorata dal sole di mezzogiorno. Le sopracciglia avevano il soave compito di contenere il suo sguardo debordante che amavo come poche cose al mondo, il mio scoglio dell’Asparano, la voce di Antony Hegarty e il gusto Sapori di Sicilia della gelateria Vogliamatta. Ma prima di tutto c’era lo sguardo di Silvia. Lo sguardo di Silvia.
Una delle mani del tabaccaio è scivolata sotto il bancone. Non è quello che gli ho ordinato. Dovrò urlargli di tirare su la mano e di muoversi solo se glielo dirò io.
A Vipiteno, cosa curiosa, ti guardano in faccia soltanto finché non ti sentono parlare. L’albergatrice stava lì a guardarmi in faccia, rivolgendomi uno dei suoi sorrisi d’ordinanza. Le bastò udire la mia voce perché il suo sorriso si spegnesse. D’improvviso smise di guardarmi in faccia. Per via dell’accento, disse Silvia. Non aveva più stanze libere. Me lo disse senza guardarmi in faccia, perché è scomodo guardare in faccia qualcuno se gli hai appena dato le spalle.
Il tabaccaio fa quello che non mi aspetto. Non solo non prende i soldi, non solo non tiene tutt’e due le mani in vista, ma all’improvviso smette di guardarmi in faccia perché sparisce con tutto il suo sguardo dietro il bancone che ci separa. Che faccio? Che faccio? Non so che fare. Non so che fare.
A Budapest ti guardano in faccia solo se indossi qualcosa di originale. Un pantalone a righe rosse e verdi, una maglietta con su scritto BushFuckYou, una coppola marrone. Allora ti guardano in faccia e ti sorridono.
A Lisbona, invece, ti riconoscono subito perché sei proprio vestito da turista. Ti riconoscono da lontano e, semplicemente, non ti guardano in faccia, a meno che tu non gli chieda qualcosa, qualunque cosa. Anche in italiano. Fanno di tutto per comprendere ciò che dici, al contrario di Londra. E mentre gli chiedi ciò che hai da chiedergli, ti guardano in faccia con due occhi disponibili dai quali fai fatica a distaccarti. Noi, qui, ci guardiamo in faccia – si – ma facciamo in modo di non produrre alcuna espressione del viso. Il sottile gioco “io ti guardo per vedere se mi guardi – allora se mi guardi forse mi conosci – allora se mi conosci e io non mi ricordo di te, aspetto che tu eventualmente mi saluti prima di distogliere lo sguardo – se non mi saluti è perché ti aspetti che sia io a salutarti per primo – oppure non ci conosciamo – allora se non ci conosciamo chissà che sguardo ti avrò rivolto – avrai pensato che sono interessato a te (oppure avrai pensato che mi piacciono gli uomini) – oppure volevi vedere se il mio sguardo era malinconico, felice, sereno, distaccato, infuriato, depresso, sognante – e io volevo vedere se il tuo sguardo era disteso, nervoso, sfuggente, accattivante, antipatico” è frutto d’una esperienza quotidiana e d’una predisposizione genetica infallibile.
Gli grido con quanto fiato ho in gola che l’ammazzo se non torna in piedi. Non torna in piedi. Ho soltanto due possibilità. Scappo fuori dalla tabaccheria e rinuncio all’incasso (che deve essere sostanzioso vista la reazione del tabaccaio) oppure faccio un paio di passi in avanti e allungo lo sguardo dietro il bancone. D’improvviso sento alle mie spalle lo scampanellio della porta d’ingresso. Mi volto e mi ritrovo davanti due ragazzini che mi guardano dritto in faccia. Gli grido di mettersi davanti a me. Loro obbediscono.
A Bratislava gli uomini non ti guardano mai in faccia. Se le ragazze lo fanno è per una specie di accordo non scritto. Lo sguardo è un codice, un linguaggio. Danno per scontato che tu voglia prenderti cura di loro per tutta la vacanza, tu dai per scontato che loro vogliano prendersi cura di te per tutta la vacanza, e alla fine sentirai l’ingombrante desiderio di consegnare qualche banconota da 100 euro come prova tangibile della tua riconoscenza. Un mercimonio, anche se l’ipocrisia occidentale si guarda bene dal chiamarlo così. Loro sono fatte in questo modo, a loro piace l’uomo italiano, hanno sempre voglia di scopare. E perché tutto ciò accada, basta guardare quelle ragazze negli occhi, ma mentre lo fai scorgi la loro disperazione, non certo il loro desiderio. La ragazza della fontana, a Budapest, mi guardava in faccia mentre era distesa in costume a prendere il sole. Era molto carina. Accompagnava il suo sguardo impertinente al dondolio dell’infradito che penzolava dall’alluce.
I due ragazzini mi guardano supplicanti in faccia chiedendomi di lasciarli andare.
La ragazza della fontana dondolava la gamba piegata verso l’esterno, cercando di spingere i tasti della mia mascolinità. Quando sulla panchina tornò a sedersi Silvia che, manco a dirlo, si accorse da lontano della sottile provocazione sessuale alla quale ero sottoposto, la ragazza della fontana si limitò ad operare una semplice riduzione dell’intensità dello sguardo. Silvia marcò il territorio con un lungo bacio. La ragazza della fontana batté ritirata dandosi contemporaneamente alla ricerca di un’altra preda da 100 euro.
Grido all’indirizzo dei ragazzi e costringo il maschio della coppia ad alzarsi e a spingere lo sguardo oltre il bancone. Lei mi supplica di lasciarlo in pace. La sua espressione è una miscela di odio feroce e pietà. Le grido di stare zitta, faccia di merda! Lei mi urla che la faccia di merda sono io. Allora dirigo la pistola verso di lei. Adesso voglio proprio vedere che fa.
A Capo Verde è tutta un’altra cosa. Il vento continuo di quelle terre, i profumi misteriosi, i deserti di roccia e sabbia.
Mentre discuto animatamente con la ragazza, avverto simultaneamente un rumore sordo e un dolore liquido. Cado per terra. Il tabaccaio si è alzato e adesso mi guarda in faccia imbracciando un fucile. Me l’avevano detto di stare attento ai tabaccai terrorizzati.
A Capo Verde ti guardano in faccia perché è il loro modo d’intendere la vita. In Kenia i più giovani lo fanno perché si aspettano qualche spicciolo, una maglietta, i tuoi sandali. A Capo Verde ti guardano in faccia perché ti amano realmente. A Capo Verde amano la vita, amano la luce, amano gli stranieri nonostante ciò che gli stranieri stanno facendo alla loro terra. Adesso che sono disteso, li vedo tutti attorno a me, il tabaccaio, i due ragazzini, anche altra gente che nel frattempo è entrata. Qualcuno abbassa le luci e faccio fatica a vedere se mi stanno ancora guardando in faccia, ma certamente sarà così.

]]>
Di: Christian http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-1039920 Christian Fri, 04 Apr 2014 13:07:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-1039920 Ciao a tutti. Ho aperto da poco un blog in cui fra le altre cose ho inserito anche alcuni miei racconti e attività varie. Avrei molto piacere ci buttaste un occhio. Conto molto di aggiornarlo costantemente in modo di farlo crescere a vista d'occhio. Ecco a voi il link http://vivoinchiostro.wordpress.com/ Ciao a tutti. Ho aperto da poco un blog in cui fra le altre cose ho inserito anche alcuni miei racconti e attività varie. Avrei molto piacere ci buttaste un occhio. Conto molto di aggiornarlo costantemente in modo di farlo crescere a vista d’occhio. Ecco a voi il link http://vivoinchiostro.wordpress.com/

]]>
Di: tina caramanico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-769662 tina caramanico Sat, 22 Jun 2013 21:46:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-769662 E' uscita pochi giorni fa in edizione digitale con Officine Editoriali (piccola e giovane casa editrice no eap) la mia raccolta di racconti, "Le cose come stanno". Nove racconti, drammatici o tragicomici, che hanno in comune il tema della perdita delle illusioni, delle costruzioni fantastiche e arbitrarie che utilizziamo per abbellire, semplificare o comprendere la nostra vita. A volte i personaggi di questi racconti devono accettare una tragedia, altre volte invece dietro il velo che cade trovano solo l’altra faccia, non necessariamente più brutta, di ciò che credevano di conoscere e che invece non conoscevano affatto. Altre informazioni sul testo e su di me qui: http://dentroilcerchio.blogspot.it/ Grazie! E’ uscita pochi giorni fa in edizione digitale con Officine Editoriali (piccola e giovane casa editrice no eap) la mia raccolta di racconti, “Le cose come stanno”.
Nove racconti, drammatici o tragicomici, che hanno in comune il tema della perdita delle illusioni, delle costruzioni fantastiche e arbitrarie che utilizziamo per abbellire, semplificare o comprendere la nostra vita. A volte i personaggi di questi racconti devono accettare una tragedia, altre volte invece dietro il velo che cade trovano solo l’altra faccia, non necessariamente più brutta, di ciò che credevano di conoscere e che invece non conoscevano affatto.
Altre informazioni sul testo e su di me qui: http://dentroilcerchio.blogspot.it/
Grazie!

]]>
Di: ale http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-750404 ale Tue, 04 Jun 2013 14:50:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-750404 E` uscito un nuovo ebook mulimediale,si legge e si ascoltano le musiche Noi ancora una volta di Marie Therese Taylor L’Italia degli anni ottanta fa da sfondo . L`Italia pubblica del boom economico e delle brigate rosse ma anche l`Italia privata del carnevale di Venezia, del sesso allegro .I ricordi di cinque donne che hanno passato la cinquantina sono inframmezzati dal triller che stanno vivendo, Si dipanano relazioni tra madri e figlie, tra fratelli ,amori ammessi ,amori sopportati,amori ostacolati, dall`amore titubante cercato da chi sa che potrebbe essere l`ultima chanse , dall`amore tenero di chi ricorda il passato con ansia fino all`amore furioso di chi ha il coraggio di fare una scelta fuori dalle regole. E` uscito un nuovo ebook mulimediale,si legge e si ascoltano le musiche
Noi ancora una volta di Marie Therese Taylor
L’Italia degli anni ottanta fa da sfondo . L`Italia pubblica del boom economico e delle brigate rosse ma anche l`Italia privata del carnevale di Venezia, del sesso allegro .I ricordi di cinque donne che hanno passato la cinquantina sono inframmezzati dal triller che stanno vivendo,
Si dipanano relazioni tra madri e figlie, tra fratelli ,amori ammessi ,amori sopportati,amori ostacolati, dall`amore titubante cercato da chi sa che potrebbe essere l`ultima chanse , dall`amore tenero di chi ricorda il passato con ansia fino all`amore furioso di chi ha il coraggio di fare una scelta fuori dalle regole.

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-284348 Massimo Maugeri Thu, 22 Mar 2012 21:09:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-284348 Grazie per il tuo intervento, Fabio. Hai ragione, questo spazio è un vero casino! Diciamo che è una delle sue caratteristiche... E' come un insieme di lavagne vuote a disposizione di tutti. Ma non è vero che non ci sono regole. Anche qui vige l'avvertenza di cui alla colonna sinistra del blog (nessun riferimento a questo tuo commento, bada bene). Grazie per il tuo intervento, Fabio. Hai ragione, questo spazio è un vero casino! Diciamo che è una delle sue caratteristiche…
E’ come un insieme di lavagne vuote a disposizione di tutti.
Ma non è vero che non ci sono regole. Anche qui vige l’avvertenza di cui alla colonna sinistra del blog (nessun riferimento a questo tuo commento, bada bene).

]]>
Di: fabio painnet blade http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-284315 fabio painnet blade Thu, 22 Mar 2012 17:58:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-284315 Questo spazio è un vero casino! L'iniziativa attrae simpatie ma anche l'anarchia pretende le sue regole e la creatività riferimenti prioritari, come distinguere altrimenti uno chagall autentico da un pirimpallero qualunque?. "Erronemente - ammonisce kandiskij - per 'anarchia' si intende un rivolgimento sonsiderato, un disordine. L'anarchia è invece sistematicità e <em>ordine</em>..." Curiosamente un certo bonaventura durruti, che di anarchia pare si intendesse assai, si ritrovò a promuovere idee affini e a costruire, attraverso precise regole rivoluzionarie, una barriera di contenimento all'esondazione fascista, modello d'ordine e di efficienza militare ottenuto su base coercitiva. Quest'ultimo 'ordine' uscirà a pezzi dal confronto e costringerà il mondo a formulare nuove teorie sulla sua utilità pratica. Questo spazio è un vero casino! L’iniziativa attrae simpatie ma anche l’anarchia pretende le sue regole e la creatività riferimenti prioritari, come distinguere altrimenti uno chagall autentico da un pirimpallero qualunque?.
“Erronemente – ammonisce kandiskij – per ‘anarchia’ si intende un rivolgimento sonsiderato, un disordine. L’anarchia è invece sistematicità e ordine…”
Curiosamente un certo bonaventura durruti, che di anarchia pare si intendesse assai, si ritrovò a promuovere idee affini e a costruire, attraverso precise regole rivoluzionarie, una barriera di contenimento all’esondazione fascista, modello d’ordine e di efficienza militare ottenuto su base coercitiva. Quest’ultimo ‘ordine’ uscirà a pezzi dal confronto e costringerà il mondo a formulare nuove teorie sulla sua utilità pratica.

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-263957 Massimo Maugeri Wed, 18 Jan 2012 18:56:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-263957 Cara Fernanda, buonasera a te e benvenuta a Letteratitudine. In questo blog, più che scrivere recensioni, organizzo dibattiti. Ti invito a partecipare a quelli in corso. E ti faccio in bocca al lupo per i tuoi libri. Anzi, se ti va utilizza pure questo spazio per raccontarci di cosa parlano (lascia anche qualche brano, se ti va). Cara Fernanda, buonasera a te e benvenuta a Letteratitudine. In questo blog, più che scrivere recensioni, organizzo dibattiti. Ti invito a partecipare a quelli in corso.
E ti faccio in bocca al lupo per i tuoi libri. Anzi, se ti va utilizza pure questo spazio per raccontarci di cosa parlano (lascia anche qualche brano, se ti va).

]]>
Di: Fernanda http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-263928 Fernanda Wed, 18 Jan 2012 17:49:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-263928 Buona sera Massimo, sono una scrittrice esordiente, scrivo narrativa ragazzi e poesia, ho pubblicato di recente con due case editrici (No Eap), volevo chiederti se scrivi recensioni relative a libri di scrittori non ancora conosciuti. grazie Buona sera Massimo, sono una scrittrice esordiente, scrivo narrativa ragazzi e poesia, ho pubblicato di recente con due case editrici (No Eap), volevo chiederti se scrivi recensioni relative a libri di scrittori non ancora conosciuti.
grazie

]]>
Di: Domenico Adonini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-251520 Domenico Adonini Thu, 22 Dec 2011 05:07:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-251520 Ho pubblicato da quakche giorno il mio nuovo libro 'L'insignificanza', con Lulu. Grazie. Domenico Adonini Ho pubblicato da quakche giorno il mio nuovo libro ‘L’insignificanza’, con Lulu. Grazie. Domenico Adonini

]]>
Di: Domenico Adonini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-240024 Domenico Adonini Tue, 15 Nov 2011 17:09:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-240024 Il mio blog è http://www.domenicoadonini.blogspot.com, leggetemi per sbaglio, tanto si sbaglia sempre! Ciao Il mio blog è http://www.domenicoadonini.blogspot.com, leggetemi per sbaglio, tanto si sbaglia sempre! Ciao

]]>
Di: Alessandro Testa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-231230 Alessandro Testa Sun, 16 Oct 2011 11:38:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-231230 Vi invito a visitare il mio blog www.alessandrotesta.wordpress.com dove, tra le tante iniziative, c'è un romanzo scritto dal vivo e pubblicato a puntate Vi invito a visitare il mio blog http://www.alessandrotesta.wordpress.com dove, tra le tante iniziative, c’è un romanzo scritto dal vivo e pubblicato a puntate

]]>
Di: Alessandro Testa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-231227 Alessandro Testa Sun, 16 Oct 2011 11:35:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-231227 Ciao a tutti, e grazie al blogger per lo spazio offerto! Ho da poco aperto un mio blog dal titolo MEDITATION XVII (la poesia di John Donne "nessun uomo è un'isola) nel quale ho riversato tutti i miei scritti, racocnti e romanzi, e due iniziative particolari -UN ROMANZO A PUNTATE pubblicato in italiano ed inglese: la cadenza dei capitoli dipende dal tempo che impiego a scriverli (e tradurli) ed attualmente siamo al capitolo 2 -SCRIVODALVIVO: un luogo dove attaccare i postit scrittori, gli appunti di scrittura che altrikmenti andrebbero persi per sempre. Ci sono anche una sezione di incipit e altre riguardanti la mia produzione. Chiunque voglia darci un'occhiata e darmi un feedback sarà il benvenuto! Ciao a tutti, e grazie al blogger per lo spazio offerto!

Ho da poco aperto un mio blog dal titolo MEDITATION XVII (la poesia di John Donne “nessun uomo è un’isola) nel quale ho riversato tutti i miei scritti, racocnti e romanzi, e due iniziative particolari
-UN ROMANZO A PUNTATE pubblicato in italiano ed inglese: la cadenza dei capitoli dipende dal tempo che impiego a scriverli (e tradurli) ed attualmente siamo al capitolo 2

-SCRIVODALVIVO: un luogo dove attaccare i postit scrittori, gli appunti di scrittura che altrikmenti andrebbero persi per sempre. Ci sono anche una sezione di incipit e altre riguardanti la mia produzione.

Chiunque voglia darci un’occhiata e darmi un feedback sarà il benvenuto!

]]>
Di: pamela http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-204549 pamela Mon, 27 Jun 2011 09:02:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-204549 Bellissima iniziativa questa di letteratituidne, lasciare spazio libero e cretivoa tutti gli utenti, cosicché il blog diventa anche uno spazio proprio.VCorrei segnalare a tutti i visitatori il mio blog http://pamelaserafino.altervista.org/blog/ su cui ho messo a disposizione un amnuale di scrittura creativa scaricabile gratuitamente in pdf. Spero possa esservi utile! Bellissima iniziativa questa di letteratituidne, lasciare spazio libero e cretivoa tutti gli utenti, cosicché il blog diventa anche uno spazio proprio.VCorrei segnalare a tutti i visitatori il mio blog http://pamelaserafino.altervista.org/blog/
su cui ho messo a disposizione un amnuale di scrittura creativa scaricabile gratuitamente in pdf.
Spero possa esservi utile!

]]>
Di: alessia e michela http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-167020 alessia e michela Tue, 01 Mar 2011 23:10:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-167020 Crediamo che sia buono questo spazio per la nostra video installazione CONTRASTI. La slide mostra i 15 scatti che a breve saranno in mostra la Museo Roma, Università Sapienza, Dipartimento di Chimica, piazzale Aldo Moro, 5: http://www.youtube.com/watch?v=zqqDGPELdj4 ogni foto è intervallata da una poesia o una citazione; l'insieme forma un unicum che racconta le condizioni di Madre Terra. Crediamo che sia buono questo spazio per la nostra video installazione CONTRASTI.
La slide mostra i 15 scatti che a breve saranno in mostra la Museo Roma, Università Sapienza, Dipartimento di Chimica, piazzale Aldo Moro, 5:

http://www.youtube.com/watch?v=zqqDGPELdj4

ogni foto è intervallata da una poesia o una citazione; l’insieme forma un unicum che racconta le condizioni di Madre Terra.

]]>
Di: "CAPACITA' NASCOSTE", Un'antologia (a cura di Elio Marracci e Sergio Rilletti) in cerca di editore http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-142788 "CAPACITA' NASCOSTE", Un'antologia (a cura di Elio Marracci e Sergio Rilletti) in cerca di editore Wed, 09 Feb 2011 12:01:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-142788 Stim.mi Editori, mi chiamo Sergio Rilletti, ho 42 anni, e sono uno scrittore "diversamente abile". Desidero sottoporvi un'iniziativa che ha avuto molti consensi tra gli scrittori: un'antologia di racconti thriller, che ho curato insieme a Elio Marracci, con protagonisti divesamente abili. La prima di questo genere, realizzata in Italia. L'idea è venuta a Marracci leggendo il mio racconto autobiografico Solo! (che potete leggere qui: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/16/solo-racconto-di-sergio-rilletti/ ), dove narro una vicenda ad alta tensione di cui sono stato protagonista nel 2006 al Parco di Monza e in cui sono riuscito a cavarmela, nonostante le mie gravi difficoltà motorie, grazie alle mie capacità. Per tale ragione abbiamo deciso di intitolare questa antologia Capacità Nascoste, chiedendo agli autori di scrivere un racconto thriller dove il protagonista disabile se la cavasse da una situazione di pericolo grazie alle proprie capacità. Il volume che vorremmo proporvi comprende 29 storie su questo argomento in cui ciascun autore, disabile o normodotato che sia, ha dimostrato di essere "diversamente abile" dagli altri, affrontando la tematica prescelta atraverso ill proprio punto di vista e il proprio stile. Se volete visionare il file dell'antologia, o avete qualche domanda, non esitate a contattarmi a questo indirizzo: sergio.rilletti@fastwebnet.it . - Il volume in cerca di editore contiene: - PREFAZIONE di Elio Marracci e Sergio Rilletti - LA SIGNORA A ROTELLE CON FUCILE E OCCHIALI di Andrea Carlo Cappi - IL TALENTO DEL NASO di Marilù Oliva - L'ULTIMA DOMENICA D'ESTATE di Sergio Paoli - LALALALALA LALALALALA' di Andrea G. Pinketts - IL CASO 0-77 di Giuseppe Lippi - POSTO AUTO di Maurizio Pagnini - IL PROFUMO DEL DIAVOLO di Giuseppe Cozzolino & Bruno Pezone - LE MANI DI HUSSEIN di Fabio Novel - DIALOGO NEL BUIO di Bruno Zaffoni - L'ADDORMENTATORE di Luca Crovi - INCONSAPEVOLEZZA di Antonino Alessandro - LO SGUARDO DI ANTONIO di Myriam Altamore - MARCOVECCHIO E I SUOI NOVE FIGLI di Mario Spezi - VERSO LA TERRA PROMESSA di Angelo Marenzana - SNUFF MOVIE - INCONSAPEVOLE GIOCO DI MORTE (Un'avventura di Mister Noir) di Sergio Rilletti - REO-NATO di Riccardo Parigi & Massimo Sozzi - MARIA di Franco Bomprezzi - NON VEDO di Patrizia Debicke van der Noot - 'O MASSAKRO di Giuseppe Pastore - L'OMBRA DEL TUO SORRISO di Renzo Saffi - KING & KONG di Giovanni Zucca - SOTTO LA PIOGGIA di Massimiliano Marconi - VITE INUTILI di Dario Crippa - NON CALPESTARMI di Angelo Benuzzi - L'ACCECATORE DI STELLE di Roberto Santini - LA TORRE di Andrea Scotton - LO SPECCHIO DELL'ANIMA ALTRUI di Claudia Salvatori - SOLO! di Sergio Rilletti - BIOGRAFIE DEGLI AUTORI - - Sperando che l'interesse e l'impegno mostrato da questi autori possa attirare la vostra attenzione, rimaniamo in fiduciosa attesa di un vostro riscontro! - Cordiali saluti, Sergio Rilletti Stim.mi Editori, mi chiamo Sergio Rilletti, ho 42 anni, e sono uno scrittore “diversamente abile”.
Desidero sottoporvi un’iniziativa che ha avuto molti consensi tra gli scrittori: un’antologia di racconti thriller, che ho curato insieme a Elio Marracci, con protagonisti divesamente abili. La prima di questo genere, realizzata in Italia.
L’idea è venuta a Marracci leggendo il mio racconto autobiografico Solo! (che potete leggere qui: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/16/solo-racconto-di-sergio-rilletti/ ), dove narro una vicenda ad alta tensione di cui sono stato protagonista nel 2006 al Parco di Monza e in cui sono riuscito a cavarmela, nonostante le mie gravi difficoltà motorie, grazie alle mie capacità.
Per tale ragione abbiamo deciso di intitolare questa antologia Capacità Nascoste, chiedendo agli autori di scrivere un racconto thriller dove il protagonista disabile se la cavasse da una situazione di pericolo grazie alle proprie capacità.
Il volume che vorremmo proporvi comprende 29 storie su questo argomento in cui ciascun autore, disabile o normodotato che sia, ha dimostrato di essere “diversamente abile” dagli altri, affrontando la tematica prescelta atraverso ill proprio punto di vista e il proprio stile.
Se volete visionare il file dell’antologia, o avete qualche domanda, non esitate a contattarmi a questo indirizzo: sergio.rilletti@fastwebnet.it .
-
Il volume in cerca di editore contiene:
-
PREFAZIONE
di Elio Marracci e Sergio Rilletti
-
LA SIGNORA A ROTELLE CON FUCILE E OCCHIALI
di Andrea Carlo Cappi
-
IL TALENTO DEL NASO
di Marilù Oliva
-
L’ULTIMA DOMENICA D’ESTATE
di Sergio Paoli
-
LALALALALA LALALALALA’
di Andrea G. Pinketts
-
IL CASO 0-77
di Giuseppe Lippi
-
POSTO AUTO
di Maurizio Pagnini
-
IL PROFUMO DEL DIAVOLO
di Giuseppe Cozzolino & Bruno Pezone
-
LE MANI DI HUSSEIN
di Fabio Novel
-
DIALOGO NEL BUIO
di Bruno Zaffoni
-
L’ADDORMENTATORE
di Luca Crovi
-
INCONSAPEVOLEZZA
di Antonino Alessandro
-
LO SGUARDO DI ANTONIO
di Myriam Altamore
-
MARCOVECCHIO E I SUOI NOVE FIGLI
di Mario Spezi
-
VERSO LA TERRA PROMESSA
di Angelo Marenzana
-
SNUFF MOVIE – INCONSAPEVOLE GIOCO DI MORTE
(Un’avventura di Mister Noir)
di Sergio Rilletti
-
REO-NATO
di Riccardo Parigi & Massimo Sozzi
-
MARIA
di Franco Bomprezzi
-
NON VEDO
di Patrizia Debicke van der Noot
-
‘O MASSAKRO
di Giuseppe Pastore
-
L’OMBRA DEL TUO SORRISO
di Renzo Saffi
-
KING & KONG
di Giovanni Zucca
-
SOTTO LA PIOGGIA
di Massimiliano Marconi
-
VITE INUTILI
di Dario Crippa
-
NON CALPESTARMI
di Angelo Benuzzi
-
L’ACCECATORE DI STELLE
di Roberto Santini
-
LA TORRE
di Andrea Scotton
-
LO SPECCHIO DELL’ANIMA ALTRUI
di Claudia Salvatori
-
SOLO!
di Sergio Rilletti
-
BIOGRAFIE DEGLI AUTORI
-
-
Sperando che l’interesse e l’impegno mostrato da questi autori possa attirare la vostra attenzione, rimaniamo in fiduciosa attesa di un vostro riscontro!
-
Cordiali saluti,
Sergio Rilletti

]]>
Di: Elisa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-125494 Elisa Thu, 23 Sep 2010 15:02:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-125494 Qualcuno mi sa dire se la quarta di copertina è soggetta a diritto d'autore?!?! Qualcuno mi sa dire se la quarta di copertina è soggetta a diritto d’autore?!?!

]]>
Di: leucosia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-111990 leucosia Sat, 22 May 2010 21:37:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-111990 caro massimo e cari amicidi letteratitudine, ho intenzione di rendervipartecipi del mio primo blog candy letterario! le isruzioni per poter partecipare ed essere premiati con un sorteggio all'estrazione di un mio racconto che poi vi spedirò, sno a questo link http://leucosia.blog.kataweb.it/leucosia/2010/05/20/annunciazioannunciazio-il-mio-primo-blog-candy/ mi raccomando, partecipate! caro massimo e cari amicidi letteratitudine, ho intenzione di rendervipartecipi del mio primo blog candy letterario! le isruzioni per poter partecipare ed essere premiati con un sorteggio all’estrazione di un mio racconto che poi vi spedirò, sno a questo link
http://leucosia.blog.kataweb.it/leucosia/2010/05/20/annunciazioannunciazio-il-mio-primo-blog-candy/
mi raccomando, partecipate!

]]>
Di: ilari3 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-102585 ilari3 Sun, 14 Mar 2010 13:09:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-102585 In una casa di ri-poso ho incontrato una donna: Cecilia Quando il mio sguardo ha incrociato i tuoi occhi stanchi, confusi, impauriti ma ancora desiderosi di gustare la vita, allora ho sentito un tuffo al cuore. Ho provato un’immensa pena per chi è costretto ad abbandonare la sua casa, le sue cose e gli affetti.Ho provato rabbia per chi è costretto a dimenticare la sua vita ed essere rinchiuso là dove i secondi, i minuti, le ore e le giornate trascorrono lentamente, con noia e dolore. Ho sentito i tuoi lamenti da lontano. Sono entrata nella stanza: eri sola. Chiamavi a squarciagola. Imploravi, perchè qualcuno venisse a tenerti compagnia, a rispondere alle tue domande, spesso incomprensibili, ma ritmate dalla solita richiesta: “Vaco via, vaco via! Iemo via, iemo via!”. Abbiamo parlato. Ho tentato di consolarti prendendoti la mano come si fa con un bambino impaurito. Tu me l’hai stretta forte, forte. Proprio tu che sembri non avere un briciolo di forza, ti sei fidata di me. Hai capito benissimo che ero venuta solo per te. Ed era così. Hai smesso di agitarti, di ripetere le solite richieste, le solite frasi spesso per me senza senso. Ti sei arresa, forse per riacquistare la forza. Quella forza che è ancora dentro il tuo corpo minuto, scheletrito, tatuato dai simboli di chi ha lavorato i campi da mattina a sera. Quando è arrivato il momento di lasciarti, ti ho raccontato una bugia. Non mi hai creduto, ma nonostante manifestavi il terrore di rimanere sola, hai capito.Mi hai permesso di andar via. Tu vorresti ancora lavorare, continuare ad aprire le zolle, a seminare e a raccogliere i frutti del tuo campo. Vorresti ancora indossare gli abiti da lavoro, il fazzoletto in testa ed andare libera per quella terra che ti ha visto crescere. Non è più possibile, Cecilia cara! Le membra sono stanche ed in attesa, e la tua anima rifiuta il passaggio obbligatorio. La tua vita continua la sua corsa verso l’ignoto che non permette viaggi di ritorno. Ma tu Cecilia, simbolo di donne forti, coraggiose, sagge e laboriose, sarai sempre nei cuori di noi tutte, consapevoli di ciò che ci aspetta fuori di casa e al di là dell’orizzonte. La tua storia è la storia di molte altre tue compagne di ventura che come te oggi non sanno rassegnarsi a giorni e notti sempre uguali. In molti ti saremo vicine e non permetteremo che tu ti senta rifiutata, ignorata e troppo sola. ilarì In una casa di ri-poso ho incontrato una donna: Cecilia

Quando il mio sguardo ha incrociato i tuoi occhi stanchi, confusi, impauriti ma ancora desiderosi di gustare la vita, allora ho sentito un tuffo al cuore. Ho provato un’immensa pena per chi è costretto ad abbandonare la sua casa, le sue cose e gli affetti.Ho provato rabbia per chi è costretto a dimenticare la sua vita ed essere rinchiuso là dove i secondi, i minuti, le ore e le giornate trascorrono lentamente, con noia e dolore.
Ho sentito i tuoi lamenti da lontano. Sono entrata nella stanza: eri sola. Chiamavi a squarciagola. Imploravi, perchè qualcuno venisse a tenerti compagnia, a rispondere alle tue domande, spesso incomprensibili, ma ritmate dalla solita richiesta: “Vaco via, vaco via! Iemo via, iemo via!”.
Abbiamo parlato.
Ho tentato di consolarti prendendoti la mano come si fa con un bambino impaurito. Tu me l’hai stretta forte, forte. Proprio tu che sembri non avere un briciolo di forza, ti sei fidata di me. Hai capito benissimo che ero venuta solo per te. Ed era così.
Hai smesso di agitarti, di ripetere le solite richieste, le solite frasi spesso per me senza senso. Ti sei arresa, forse per riacquistare la forza. Quella forza che è ancora dentro il tuo corpo minuto, scheletrito, tatuato dai simboli di chi ha lavorato i campi da mattina a sera.
Quando è arrivato il momento di lasciarti, ti ho raccontato una bugia. Non mi hai creduto, ma nonostante manifestavi il terrore di rimanere sola, hai capito.Mi hai permesso di andar via.
Tu vorresti ancora lavorare, continuare ad aprire le zolle, a seminare e a raccogliere i frutti del tuo campo.
Vorresti ancora indossare gli abiti da lavoro, il fazzoletto in testa ed andare libera per quella terra che ti ha visto crescere. Non è più possibile, Cecilia cara! Le membra sono stanche ed in attesa, e la tua anima rifiuta il passaggio obbligatorio.
La tua vita continua la sua corsa verso l’ignoto che non permette viaggi di ritorno.
Ma tu Cecilia, simbolo di donne forti, coraggiose, sagge e laboriose, sarai sempre nei cuori di noi tutte, consapevoli di ciò che ci aspetta fuori di casa e al di là dell’orizzonte.
La tua storia è la storia di molte altre tue compagne di ventura che come te oggi non sanno rassegnarsi a giorni e notti sempre uguali.
In molti ti saremo vicine e non permetteremo che tu ti senta rifiutata, ignorata e troppo sola.
ilarì

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-91479 Massimo Maugeri Wed, 27 Jan 2010 23:26:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-91479 Grande, Maurizio... Troppo forte! :-D Grande, Maurizio…
Troppo forte! :-D

]]>
Di: Maurizio De Angelis http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-91457 Maurizio De Angelis Wed, 27 Jan 2010 22:32:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-91457 Segnalo l'uscita del mio secondo libro (dopo "Il Padrino parte prima così non trova traffico"). Genere demenzial-epico: "ACHEI, IL PREZZO E’ GIUSTO!" (L’Odissea. Ricordavo tutto? Omero scordato?) di Maurizio De Angelis ediz. Boopen Penelope, quando vide Udisse, trasalì. P «Udisse! Ma dov’eri? Ho chiamato la Polizia!». U «Lo so: ho sentito le sirene.». P «Eri svanito nel nulla». U «Eppure, avevo lasciato la Tracia.». P «Hai naufragato! Chi ti ha soccorso?». U «I Feaci: il soccorso Fe-Aci. Sono socio». P «E questo vestito da naufrago ti sta pure stretto… ». U «Le solite le misure romane hanno fregato anche me! Sono le misure Romane: Sta scritto XL, e invece vuol dire quaranta!». P «E t’hanno aiutato gli Dèi?». U «Oh! Ho rinnegato Eolo! Eolo era il dio dei venti. Adesso gliene restano diciannove». P «E chi ti ha aiutato?». U «Il dio delle previsioni del tempo: Prometeo». P «Ma… Dove hai mai abitato?» U «Oh! ho risposto a un annuncio sul giornale, ma mi hanno ingannato: Stava scritto “Attica, centralissimo”, ed era pian terreno». P «E cosa faceva in guerra Ulisse l’Astuto?». U «Avevamo una grossa torcia al centro dell’accampamento. Al Mattino, avevo il compito di spegnerla. Mi chiamavano Ulisse La Stuto». U «La verita’, è che viviamo brutti tempi!». P «Ma caro, è l’età di Pericle!» U «Io l’eta’ di Pericle non l’ho mai capita, perché quello, secondo me, si pitta i capelli». U «Uhm… Darai una festa stasera?». P «Sì, ci sarà della musica! Ho chiamato Edipo e il suo Complesso! Ti… Ti piace la sala del regno?». U «Bellissima». P «E i troni?». U «Non ci sono paragoni!». Segnalo l’uscita del mio secondo libro (dopo “Il Padrino parte prima così non trova traffico”). Genere demenzial-epico:
“ACHEI, IL PREZZO E’ GIUSTO!”
(L’Odissea. Ricordavo tutto?
Omero scordato?) di Maurizio De Angelis ediz. Boopen

Penelope, quando vide Udisse, trasalì.
P «Udisse! Ma dov’eri? Ho chiamato la Polizia!».
U «Lo so: ho sentito le sirene.».
P «Eri svanito nel nulla».
U «Eppure, avevo lasciato la Tracia.».
P «Hai naufragato! Chi ti ha soccorso?».
U «I Feaci: il soccorso Fe-Aci. Sono socio».
P «E questo vestito da naufrago ti sta pure stretto… ».
U «Le solite le misure romane hanno fregato anche me!
Sono le misure Romane: Sta
scritto XL, e invece vuol dire quaranta!».
P «E t’hanno aiutato gli Dèi?».
U «Oh! Ho rinnegato Eolo! Eolo era il dio dei venti. Adesso gliene restano diciannove».
P «E chi ti ha aiutato?».
U «Il dio delle previsioni del tempo: Prometeo».
P «Ma… Dove hai mai abitato?»
U «Oh! ho risposto a un annuncio sul giornale, ma mi hanno ingannato:

Stava scritto “Attica, centralissimo”, ed era pian terreno».
P «E cosa faceva in guerra Ulisse l’Astuto?».
U «Avevamo una grossa torcia al centro dell’accampamento. Al
Mattino, avevo il compito di spegnerla. Mi chiamavano Ulisse La Stuto».
U «La verita’, è che viviamo brutti tempi!».
P «Ma caro, è l’età di Pericle!»
U «Io l’eta’ di Pericle non l’ho mai capita, perché quello, secondo me, si pitta i capelli».
U «Uhm… Darai una festa stasera?».
P «Sì, ci sarà della musica! Ho chiamato Edipo e il suo Complesso!
Ti… Ti piace la sala del regno?».
U «Bellissima».
P «E i troni?».
U «Non ci sono paragoni!».

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-86348 Massimo Maugeri Sat, 09 Jan 2010 10:25:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-86348 @ Leucosia Auguro tanta fortuna a questa tua iniziativa. Buon fine settimana a te. @ Leucosia
Auguro tanta fortuna a questa tua iniziativa. Buon fine settimana a te.

]]>
Di: leucosia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-86275 leucosia Fri, 08 Jan 2010 20:30:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-86275 caro massimo e cari amici di letteratidudine, usufruisco di questo iperspazio creativo per segnalarvi che sul mio blog a questo link http://leucosia.blog.kataweb.it/leucosia/2010/01/08/la-gara-degli-incipit/ ho bandito una gara, quella degli incipit di alcuni miei racconti. seguendo le vostre preferenze terminerò il racconto il cui inizio appunto vi ha incuriosito maggiormente, per poi pubblicarlo sul blog. mi piacerebbe leggere di tante adesioni, ma anche commenti e critiche sul mio modo di scrivere. a presto e buon fine settimana. caro massimo e cari amici di letteratidudine, usufruisco di questo iperspazio creativo per segnalarvi che sul mio blog a questo link http://leucosia.blog.kataweb.it/leucosia/2010/01/08/la-gara-degli-incipit/ ho bandito una gara, quella degli incipit di alcuni miei racconti. seguendo le vostre preferenze terminerò il racconto il cui inizio appunto vi ha incuriosito maggiormente, per poi pubblicarlo sul blog. mi piacerebbe leggere di tante adesioni, ma anche commenti e critiche sul mio modo di scrivere. a presto e buon fine settimana.

]]>
Di: iolanda http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-79067 iolanda Fri, 23 Oct 2009 10:24:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-79067 ...I pensieri che si celano nell'animo delle persone nobili si esternano in parole apparentemente incomprensili ma per chi sa oltrepassare il varco immaginario dell'essere non ci sono confini che non abbiano un senso...Con il Cuore al mio Papà.. …I pensieri che si celano nell’animo delle persone nobili si esternano in parole apparentemente incomprensili ma per chi sa oltrepassare il varco immaginario dell’essere non ci sono confini che non abbiano un senso…Con il Cuore al mio Papà..

]]>
Di: Lucio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-78978 Lucio Thu, 22 Oct 2009 08:48:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-78978 Ispirazioni Il desiderio degli intenti si disperde nella cellula affettiva distaccata. Il turbinio dei sentimenti lascia spazio alla razionalità del sentimento. Questo immobilismo soffoca le idee, restringe gli spazi della mente,condiziona la lucidità. Il susseguirsi degli eventi sembra offuscare l’insorgere dei pensieri e dei propositi. Questa costrizione all’inefficienza materiale sprigiona i pensieri nobili della mente. Il diffuso qualunquismo che ci circonda induce lo squallore di questo tipo di vita, ma la ragione ed il pensiero elevato attendono il momento per esplodere e manifestarsi. Ironicamente in tanto tempo libero, la mente trova pochi spazi e momenti per manifestare l’ispirazione,questi vanno rapiti come le sensazioni più preziose e fuggevoli dell’esistenza. I giorni si inseguono e susseguono in questa vita monotonamente piatta, ma attendono l’opportunità per aprirsi a ventaglio su questo meraviglioso universo. L’amore di un tempo che oggi e sempre si sprigiona nelle manifestazioni dell’Io più recondito sono spesso, troppo spesso respinte e soffocate. Bisogna insistere o desistere? L’irruenza e le caratteristiche del carattere non hanno dubbi su questa risposta:insistere. Il risultato forse sarà momentaneo ed evanescente, ma cosa non è così nell’esistenza? Rapisco il momento e rifletto sul sottile confine tra il diritto ed il dovere. La legittima espressione del desiderio e del sentimento frenata dalle circostanze e dalle convenzioni che rigetto d’istinto e di fatto. Questa esplosione di libertà ed indipendente arbitrio, spesso soffocata dagli eventi. Questi eventi che reclamano diritti che non hanno, questi mostri incontrollabili e spiacevoli quando sono negativi. Tendo a quelli positivi,certo, ma cosa posso sugli uni e sugli altri? La ritrosia del tempo suscita ricordi belli e brutti, ma come realizzare su questi un futuro migliore e prosperoso? La positività degli intenti e dell’indole è scoraggiata dal momento. Infinita ed instancabile ricerca dell’opportunità che la fiducia attende con piglio irriducibile. Un’esplosione di sensazioni che la penna fatica a trasmettere a questo foglio in attesa senza pretese. Il progetto comune ove fosse mai esistito naufraga nei meandri delle cose insignificanti. Non esiste mai un compiuto riconoscimento del positivismo perché questo deve deformemente cedere alla negatività. E’ così difficile predisporre la mente alla fantarealtà? A cosa serve chiudersi nelle proprie presunte roccaforti mentali? Se è vero che nell’oggi cammina già il domani, quale domani avanza se la mente rimane nel passato? Le rivincite donano un effimero senso di vittoria ma sono come le battaglie di Pirro. Forse è vero che i poeti e gli scrittori sono fondamentalmente tristi. Sarà proprio questa tristezza che ne esalta l’ispirazione? Le scelte obbligano all’accettazione della realtà. Questa coerenza si riscontra di rado. Molto spesso scegliamo o siamo obbligati a decidere in un modo che subito dopo rinneghiamo. Eterno conflitto tra il volere e non volere, ricerca continua di una felicità fatta di momenti perché effimera. Se riuscissimo ad accettare meglio noi stessi, comprenderemmo più facilmente gli altri e forse la nostra felicità sarebbe più consolidata e duratura. Ove sembra non esistere alternativa essa ci osserva ma non la percepiamo. Esiste sempre un’alternativa nella vita se predisponiamo l’io a ricercarla e recepirla. Schiavi delle cose e dei compromessi spesso bruciamo anni luce della nostra esistenza, perché non riusciamo a viverla compiutamente. I luoghi comuni sono tenaglie maligne che imprigionano la mente e le espressioni. Ispirazioni
Il desiderio degli intenti si disperde nella cellula affettiva distaccata. Il turbinio dei sentimenti lascia spazio alla razionalità del sentimento. Questo immobilismo soffoca le idee, restringe gli spazi della mente,condiziona la lucidità. Il susseguirsi degli eventi sembra offuscare l’insorgere dei pensieri e dei propositi. Questa costrizione all’inefficienza materiale sprigiona i pensieri nobili della mente. Il diffuso qualunquismo che ci circonda induce lo squallore di questo tipo di vita, ma la ragione ed il pensiero elevato attendono il momento per esplodere e manifestarsi. Ironicamente in tanto tempo libero, la mente trova pochi spazi e momenti per manifestare l’ispirazione,questi vanno rapiti come le sensazioni più preziose e fuggevoli dell’esistenza. I giorni si inseguono e susseguono in questa vita monotonamente piatta, ma attendono l’opportunità per aprirsi a ventaglio su questo meraviglioso universo. L’amore di un tempo che oggi e sempre si sprigiona nelle manifestazioni dell’Io più recondito sono spesso, troppo spesso respinte e soffocate. Bisogna insistere o desistere? L’irruenza e le caratteristiche del carattere non hanno dubbi su questa risposta:insistere. Il risultato forse sarà momentaneo ed evanescente, ma cosa non è così nell’esistenza? Rapisco il momento e rifletto sul sottile confine tra il diritto ed il dovere. La legittima espressione del desiderio e del sentimento frenata dalle circostanze e dalle convenzioni che rigetto d’istinto e di fatto. Questa esplosione di libertà ed indipendente arbitrio, spesso soffocata dagli eventi. Questi eventi che reclamano diritti che non hanno, questi mostri incontrollabili e spiacevoli quando sono negativi. Tendo a quelli positivi,certo, ma cosa posso sugli uni e sugli altri? La ritrosia del tempo suscita ricordi belli e brutti, ma come realizzare su questi un futuro migliore e prosperoso? La positività degli intenti e dell’indole è scoraggiata dal momento. Infinita ed instancabile ricerca dell’opportunità che la fiducia attende con piglio irriducibile. Un’esplosione di sensazioni che la penna fatica a trasmettere a questo foglio in attesa senza pretese. Il progetto comune ove fosse mai esistito naufraga nei meandri delle cose insignificanti. Non esiste mai un compiuto riconoscimento del positivismo perché questo deve deformemente cedere alla negatività. E’ così difficile predisporre la mente alla fantarealtà? A cosa serve chiudersi nelle proprie presunte roccaforti mentali? Se è vero che nell’oggi cammina già il domani, quale domani avanza se la mente rimane nel passato? Le rivincite donano un effimero senso di vittoria ma sono come le battaglie di Pirro. Forse è vero che i poeti e gli scrittori sono fondamentalmente tristi. Sarà proprio questa tristezza che ne esalta l’ispirazione? Le scelte obbligano all’accettazione della realtà. Questa coerenza si riscontra di rado. Molto spesso scegliamo o siamo obbligati a decidere in un modo che subito dopo rinneghiamo. Eterno conflitto tra il volere e non volere, ricerca continua di una felicità fatta di momenti perché effimera. Se riuscissimo ad accettare meglio noi stessi, comprenderemmo più facilmente gli altri e forse la nostra felicità sarebbe più consolidata e duratura. Ove sembra non esistere alternativa essa ci osserva ma non la percepiamo. Esiste sempre un’alternativa nella vita se predisponiamo l’io a ricercarla e recepirla. Schiavi delle cose e dei compromessi spesso bruciamo anni luce della nostra esistenza, perché non riusciamo a viverla compiutamente. I luoghi comuni sono tenaglie maligne che imprigionano la mente e le espressioni.

]]>
Di: Sergio Rilletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-78481 Sergio Rilletti Thu, 15 Oct 2009 12:04:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-78481 Salve a tutti!... Sono Sergio, lo scrittore "carrozzinato" munito di blog che molti di voi già conoscono. Assieme ad Elio Marracci sto curando un'antologia di racconti thriller dedicata al mondo dell'handicap. - - L'antologia in questione, "CAPACITA' NASCOSTE", ha intenzione di raccogliere racconti thriller con protagonisti disabili, mostrando, attraverso vicende di suspense, cosa sia l'handicap e di come, pur essendovene affetti, si possano affrontare improvvise avversità. (L'idea è venuta a Marracci leggendo il mio "SOLO!", che potete trovare in questo stesso blog all'indirizzo: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/16/solo-racconto-di-sergio-rilletti/ .) - I racconti devono quindi appartenere alla "narrativa di tensione", non devono superare le 20.000 battute (spazi inclusi), e devono raccontare storie in cui i protagonisti (disabili), nonostante il proprio handicap (tema portante), riescono a cavarsi da situazioni di pericolo grazie alle proprie capacità. - La nostra intenzione è quella di coinvolgere scrittori sia "diversamente abili" che "normodotati", in modo da avere entrambe le "visioni", ma comunque professionisti. - La data di consegna dei racconti è prevista, indicativamente, per il 31 DICEMBRE 2009. - - L'unico vero "handicap" di questa iniziativa è che, ahinoi!, non possiamo promettere compensi. - - - Bene, per ora è tutto. Chiunque volesse partecipare, può scrivermi a questo indirizzo: sergio.rilletti@fastwebnet.it . Salve a tutti!… Sono Sergio, lo scrittore “carrozzinato” munito di blog che molti di voi già conoscono.
Assieme ad Elio Marracci sto curando un’antologia di racconti thriller dedicata al mondo dell’handicap.
-
-
L’antologia in questione, “CAPACITA’ NASCOSTE”, ha intenzione di raccogliere racconti thriller con protagonisti disabili, mostrando, attraverso vicende di suspense, cosa sia l’handicap e di come, pur essendovene affetti, si possano affrontare improvvise avversità. (L’idea è venuta a Marracci leggendo il mio “SOLO!”, che potete trovare in questo stesso blog all’indirizzo: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/16/solo-racconto-di-sergio-rilletti/ .)
-
I racconti devono quindi appartenere alla “narrativa di tensione”, non devono superare le 20.000 battute (spazi inclusi), e devono raccontare storie in cui i protagonisti (disabili), nonostante il proprio handicap (tema portante), riescono a cavarsi da situazioni di pericolo grazie alle proprie capacità.
-
La nostra intenzione è quella di coinvolgere scrittori sia “diversamente abili” che “normodotati”, in modo da avere entrambe le “visioni”, ma comunque professionisti.
-
La data di consegna dei racconti è prevista, indicativamente, per il 31 DICEMBRE 2009.
-
-
L’unico vero “handicap” di questa iniziativa è che, ahinoi!, non possiamo promettere compensi.
-
-
-
Bene, per ora è tutto.
Chiunque volesse partecipare, può scrivermi a questo indirizzo: sergio.rilletti@fastwebnet.it .

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-77158 Antonio Paoletti Sun, 27 Sep 2009 08:43:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-77158 Olginate 26-09-2009 IN FONDO ALLA MIA ANIMA Se ho voglia di te ti cerco, per spegnere il fuoco che mi divampa, mi brucia! Se le mie mani tremano ti stringo, per sentire il tuo corpo, il tuo orizzonte! E se di notte non dormo è perchè il tuo volto è nei miei occhi, nel mio sangue, nel mio sogno, e la tua voce, le tue labbra, sono dentro di me, sulle mie labbra: in fondo alla mia anima! Antonio Paoletti Olginate 26-09-2009

IN FONDO ALLA MIA ANIMA

Se ho voglia di te
ti cerco,
per spegnere il fuoco
che mi divampa,
mi brucia!
Se le mie mani tremano
ti stringo,
per sentire il tuo corpo,
il tuo orizzonte!
E se di notte non dormo
è perchè il tuo volto
è nei miei occhi,
nel mio sangue,
nel mio sogno,
e la tua voce,
le tue labbra,
sono dentro di me,
sulle mie labbra:
in fondo alla mia anima!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-76896 Antonio Paoletti Thu, 24 Sep 2009 03:08:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-76896 Olginate 22-09-2009 ONDE Mi sembra di sfavillare, di perdermi, quando i tuoi occhi di luna, di stella, mi guardano: l'Universo si mette a girare attorno al sole, ed io, attorno a Te! E siamo come due vele verso un unico orizzonte! Antonio Paoletti Olginate 22-09-2009

ONDE

Mi sembra di sfavillare,
di perdermi,
quando i tuoi occhi di luna,
di stella,
mi guardano:
l’Universo si mette a girare
attorno al sole,
ed io,
attorno a Te!
E siamo come due vele
verso un unico orizzonte!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-76537 Antonio Paoletti Sat, 19 Sep 2009 09:29:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-76537 Olginate 17-09-2009 L'INFRANGERSI DELLE EMOZIONI Quando la mia voce non si sentirà più perchè il vento dell'infinito l'avrà portata via, il fuoco dell'eternità l'avrà bruciata, incenerita, e l'immensità avrà rapito i suoi occhi, raccogliendovi nella vostra anima, in solitudine, leggete qualche mio verso, qualche mia poesia, che in solitudine ho scritto per voi, e di nuovo sentirete l'infrangersi delle onde, delle emozioni, nel mare del mio cuore! Antonio Paoletti Olginate 17-09-2009

L’INFRANGERSI DELLE EMOZIONI

Quando la mia voce non si sentirà più
perchè il vento dell’infinito l’avrà portata via,
il fuoco dell’eternità l’avrà bruciata,
incenerita,
e l’immensità avrà rapito i suoi occhi,
raccogliendovi nella vostra anima,
in solitudine,
leggete qualche mio verso,
qualche mia poesia,
che in solitudine ho scritto per voi,
e di nuovo sentirete
l’infrangersi delle onde,
delle emozioni,
nel mare del mio cuore!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-76410 Antonio Paoletti Thu, 17 Sep 2009 16:17:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-76410 Olginate 14-09-2009 LA VITA E LA MORTE Ho visto la vita e la morte nei tuoi occhi, fiumi correre verso mari, albe spalancate ai mattini, infiniti di luci perdersi agli orizzonti. Con le unghie ho grattato le vernici dei crepuscoli, per aprire, per scoprire, tramonti, che a mò di aquiloni svolazzavano nelle sere, si perdevano nelle notti. Ho raccolto tutte le stelle del Firmamento, tutti gli astri dell'Universo, in un momento di estasi, e riempiendo le mie mani di lacrime, la mia anima di preghiere, di implorazioni, ho rivisto la morte, la vita, nel mio cuore, nei miei sogni! Antonio Paoletti Olginate 14-09-2009

LA VITA E LA MORTE

Ho visto la vita e la morte
nei tuoi occhi,
fiumi correre verso mari,
albe spalancate ai mattini,
infiniti di luci perdersi
agli orizzonti.
Con le unghie ho grattato le vernici
dei crepuscoli,
per aprire, per scoprire,
tramonti,
che a mò di aquiloni
svolazzavano nelle sere,
si perdevano nelle notti.
Ho raccolto tutte le stelle del Firmamento,
tutti gli astri dell’Universo,
in un momento di estasi,
e riempiendo le mie mani di lacrime,
la mia anima di preghiere,
di implorazioni,
ho rivisto la morte, la vita,
nel mio cuore,
nei miei sogni!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-76408 Antonio Paoletti Thu, 17 Sep 2009 16:00:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-76408 Olginate 16-09-2009 MAGIA Mi fai vivere di attonito, di estasi, di sogno: mi fai sentire, essere, come un angelo! Antonio Paoletti Olginate 16-09-2009

MAGIA

Mi fai vivere di attonito,
di estasi,
di sogno:
mi fai sentire,
essere,
come un angelo!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-76406 Antonio Paoletti Thu, 17 Sep 2009 15:58:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-76406 Olginate 16-09-2009 PUREZZA Quando la rugiada si spalma sulle erbe, sui petali dei fiori, anche la mia anima si stende nel tuo cuore: mi sento, allora, come l'alba, nella neve cristallina! Antonio Paoletti Olginate 16-09-2009

PUREZZA

Quando la rugiada
si spalma sulle erbe,
sui petali dei fiori,
anche la mia anima
si stende nel tuo cuore:
mi sento, allora,
come l’alba,
nella neve cristallina!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-75971 Antonio Paoletti Sun, 13 Sep 2009 09:32:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-75971 Olginate 11-09-2009 FORSE, ANCHE TU. Forse saranno i sogni a farmi respirare, a farmi vivere, forse le stelle che guardo di notte mi fanno, ancora, brillare! Ma Tu, che in un istante mi sei rimasta, ti sei scritta, dentro di me, forse anche Tu, rimarrai! Antonio Paoletti Olginate 11-09-2009

FORSE, ANCHE TU.

Forse saranno i sogni
a farmi respirare,
a farmi vivere,
forse le stelle
che guardo di notte
mi fanno, ancora,
brillare!
Ma Tu,
che in un istante
mi sei rimasta,
ti sei scritta,
dentro di me,
forse anche Tu,
rimarrai!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-75767 Antonio Paoletti Fri, 11 Sep 2009 09:48:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-75767 Olginate 10-09-2009 IRIDI, UNIVERSI. Abitano vicino, il mare e il cielo, hanno gli stessi occhi: iridi, universi, dipinti d'azzurro! Antonio Paoletti Olginate 10-09-2009

IRIDI, UNIVERSI.

Abitano vicino,
il mare e il cielo,
hanno gli stessi occhi:
iridi, universi,
dipinti d’azzurro!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-75673 Antonio Paoletti Thu, 10 Sep 2009 10:16:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-75673 Olginate 8-09-2009 UN CIELO Voglio dipingermi un cielo che ho visto in un sogno, mi è rimasto impresso negli occhi, nella mente, nella memoria: un cielo tinto d'azzurro, di universo! Voglio sollevarmi dal suolo con una preghiera, con una parola magica, e supplicando il tuo amore, voglio donare ogni mia fibra al battito del tuo cuore! Antonio Paoletti Olginate 8-09-2009

UN CIELO

Voglio dipingermi un cielo
che ho visto in un sogno,
mi è rimasto impresso negli occhi,
nella mente,
nella memoria:
un cielo tinto d’azzurro,
di universo!
Voglio sollevarmi dal suolo
con una preghiera,
con una parola magica,
e supplicando il tuo amore,
voglio donare ogni mia fibra
al battito del tuo cuore!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-75672 Antonio Paoletti Thu, 10 Sep 2009 10:11:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-75672 Olginate 7-09-2009 IN CLAUSURA Voglio trastullarmi con le tue labbra, con i tuoi baci, voglio preparare un nettare d'amore, una poltiglia di sensazioni, di emozioni! Voglio afferrare le tue braccia, e con esse, volare! Voglio farmi prigioniero del tuo cuore, e in clausura, vivere con te, la tua passione, il tuo fuoco! Antonio Paoletti Olginate 7-09-2009

IN CLAUSURA

Voglio trastullarmi con le tue labbra,
con i tuoi baci,
voglio preparare un nettare d’amore,
una poltiglia di sensazioni,
di emozioni!
Voglio afferrare le tue braccia, e con esse,
volare!
Voglio farmi prigioniero
del tuo cuore,
e in clausura, vivere con te,
la tua passione,
il tuo fuoco!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-7/#comment-75461 Antonio Paoletti Tue, 08 Sep 2009 09:45:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-75461 Olginate 7-09-2009 COME UNA FARFALLA Quando il cielo si specchia nel cielo, e i suoi occhi, per luminosità, fanno a gara con il sole, con le stelle, mi sembra di vedere Te, la tua lucentezza, il tuo splendore, il tuo volto! Quando l'infinito si arresta, stanco di viaggiare per l'Universo, mi sembra di sentire le tue labbra posarsi sulle mie labbra: come una farfalla sul fiore, sulle palpebre! Antonio Paoletti Olginate 7-09-2009

COME UNA FARFALLA

Quando il cielo
si specchia nel cielo,
e i suoi occhi, per luminosità,
fanno a gara con il sole,
con le stelle,
mi sembra di vedere Te,
la tua lucentezza,
il tuo splendore,
il tuo volto!
Quando l’infinito si arresta,
stanco di viaggiare per l’Universo,
mi sembra di sentire le tue labbra
posarsi sulle mie labbra:
come una farfalla sul fiore,
sulle palpebre!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-6/#comment-75316 Antonio Paoletti Mon, 07 Sep 2009 07:51:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-75316 Olginate 3-09-2009 LASSU' Se calandoti nella tua anima, in una notte di stelle, popolata di lucciole, di frinire di cicale, di sorrisi di luna, Tu senti un brivido nel tuo cielo, una vertigine nel tuo Universo, non aver paura, non piangere, angelo mio, lassù c'è un'Amore, un Dio, che guardono, proteggono, il tuo cuore, la tua anima! Antonio Paoletti Olginate 3-09-2009

LASSU’

Se calandoti nella tua anima,
in una notte di stelle,
popolata di lucciole,
di frinire di cicale,
di sorrisi di luna,
Tu senti un brivido nel tuo cielo,
una vertigine nel tuo Universo,
non aver paura, non piangere,
angelo mio,
lassù c’è un’Amore,
un Dio,
che guardono, proteggono,
il tuo cuore,
la tua anima!

Antonio Paoletti

]]>
Di: Antonio Paoletti http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/11/02/iperspazio-creativo/comment-page-6/#comment-75315 Antonio Paoletti Mon, 07 Sep 2009 07:44:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/11/02/iperspazio-creativo/#comment-75315 Olginate 3-09-2009 PERSINO GLI ANGELI Navighiamo altri mari, voliamo altri cieli, percorriamo altri infiniti, coltiviamo nuovi amori, sentiamo battere altri cuori, teniamo tra le dita della mano i fili degli aquiloni! Poi, completamente liberi, cerchiamo di assomigliare all'aria, caliamoci nel sogno, e riempiamo il nostro respiro, il nostro istante, di quel meraviglioso mondo che l'uomo, persino gli angeli, chiamano " Poesia!" Antonio Paoletti Olginate 3-09-2009

PERSINO GLI ANGELI

Navighiamo altri mari,
voliamo altri cieli,
percorriamo altri infiniti,
coltiviamo nuovi amori,
sentiamo battere altri cuori,
teniamo tra le dita della mano
i fili degli aquiloni!
Poi, completamente liberi,
cerchiamo di assomigliare all’aria,
caliamoci nel sogno,
e riempiamo il nostro respiro,
il nostro istante,
di quel meraviglioso mondo
che l’uomo, persino gli angeli,
chiamano ” Poesia!”

Antonio Paoletti

]]>